Lezione di Divinazione - Biennio, Settembre

Anno Scolastico 2022/2023

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    SOGNATORE
    Colui che può trovare la sua strada al chiaro di luna e vedere l'alba prima del resto del mondo
    Era nervoso perchè non aveva mai parlato a dei ragazzini che avevano uno sguardo così sveglio. Sembrava quasi che loro ne sapessero molto di più di lui. Era li perchè uno dei suoi idoli glielo aveva chiesto e non poteva fare a meno di evitare di continuare a compiacerlo in tutti i modi. Andrew si sentiva come gli studenti che aveva di fronte: desiderava semplicemente imparare. Diede un saluto ad Adrien, in particolar modo, in quanto lo conosceva e con lui avevano già evocato il suo passato, invece per quanto riguardava Louise, evitò di fare qualsiasi tipo di commento. Erano a scuola dopotutto e le questioni personali erano da lasciare indietro. No, in realtà non sono un nuovo professore!So che non ci sono posti vacanti e non vi priverei mai di un professore di divinazione come Andrè!Ammise poi rispondendo al Black Opal che gli aveva chiesto se fosse un nuovo professore e che lui sapeva che non c'erano cattedre vacanti. Ma quando Andrè cominciò la lezione anche lui stette in silenzio per ascoltare e quando gli diede dello spazio per parlare sorrise, e si schiarì la voce, era visibilmente emozionato. Come ha già detto il vostro professore, io mi chiamo Andrew Barber, studio l'arte della divinazione da moltissimo tempo e mi sono specializzato proprio nell'arte dell'evocazione, in genere io utilizzo rune e sigilli astronomici in maniera da formare delle triscele o degli alberi runici proprio per evocare o "rivedere" parti del passato, ma oggi farete qualcosa di molto più semplice ma che vi permetterà di fare, effettivamente, qualcosa di molto diverso rispetto alla semplice interpretazione. Ammise poi lasciando che Andrè spiegasse nel dettaglio la lezione. Quando gli diede di nuovo la parola, Andrew fece un passo avanti. A volte sembra che la divinazione possa essere solamente un "guardo nella tazzina e vedo il futuro", insomma una cazzata. si fermò un attimo, si poteva dire cazzata? Stupidaggine! si corresse. Poi chiuse appena gli occhi e dimostrò loro esattamente quello che Andrè gli aveva detto di fare. Chiuse gli occhi, si concentrò, fece un respiro profondo, alzò appena le mani e puf, una pallina di luce arrivò tra le sue mani e piano piano prese forma. Esattamente la forma di un castoro. Non pensate all'animale che vi piace di più. Cercare una vostra caratteristica caratteriale che vi contraddistingue, qualcosa che sapete sia solamente vostra. L'animale che potrete evocare adesso, potrebbe coincidere con il vostro patronus. Siate introspettivi. Il suo castoro si era messo sulla sua spalla ed i ragazzi potevano vederlo in maniera indistinta. Evocare uno spirito, il proprio spirito guida richiede concentrazione e meditazione. Non c'è un rito vero e proprio in quanto sapete che lo spirito guida è come se fosse una rappresentazione del vostro essere.Sedetevi a terra, fate un cerchio intorno a voi, mettetevi dentro e rilassatevi. Pensate a cosa siete davvero, a cosa vi rende unici. Qual è la caratteristica che vi contraddistingue dai vostri compagni? Chiese poi lasciando che il suo castorino andasse in giro. Dovete riuscire a legare ed avere un contatto con lo spirito guida, perchè voi all'interno del labirinto sarete bendati. Quindi potrete fidarvi solamente di vostro essere. E così consluse. Sperava solamente di non essere stato troppo prolisso.
    Divinatore
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    ANDREW BARBER
    Felici sono coloro che sognano dei sogni per i quali sono pronti a pagare il prezzo per far sì che si realizzino
     
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    Giada McCarthy Stundentessa

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"



    Quella persona accanto al docente, sempre un bel ragazzo, prese un nome finalmente e non solo un volto. Si chiamava Andrew Barber ed era un esperto di Divinazione quindi perfetto per quella materia e quella lezione. Il fatto che fosse un labirinto era ormai chiaro ma cosa dovesse fare al loro interno poteva essere anche un mistero e una cosa che voleva scoperto. Essere seguiti da uno spirito animale non sarebbe stata una brutta cosa, un aiuto verso quello che poteva essere la prova. Quindi cercò di immagazzinare tutte quelle informazioni sul come evocare lo spiriti guida in forma animale, non doveva essere l’animale che più piaceva a loro, dovevano cercare una caratteristica dentro di loro unica e decisa. Quale era la caratteristica che la contraddistingueva? Era decisa e tosta. Otteneva quello che voleva.

    La leonessa per me è perfetta, ha un grande istinto, è combattiva ed è intelligente. Sembra proprio essere me.

    Quindi fece un cerchio a terra e si mise a sedere sempre a terra nello stesso, poi chiuse gli occhi pensando a quell’animale.

    Sono combattiva, amo combattere per arrivare a cosa sono e cosa voglio essere.

    Concentrò il flusso energetico divinatorio verso il centro della sua fronte. Cercò di mantenere sempre massima, attimo dopo attimo, la concentrazione fino ad arrivare a vedere, o meglio individuare, una specie di fuoco fatuo di colore grigiognolo. Era lo spirito guida come aveva detto il docente.

    Vieni a me, ho bisogno di te.

    Quando essa si avvicinò a lei, era proprio quella leonessa che avrebbe voluto come suo patronus. Era una parte di se quell’animale. Quindi ascoltò la domanda che gli venne posta dalla leonessa, lo spirito evocato, e dopo qualche attimo per pensare alla medesima dette la sua risposta.

    La branca della Divinazione denominata Oniromanzia deriva dal greco, è composta dalle parole ònar e mantéia. Esse vogliono dire, la prima sogno mentre la seconda divinazione.

    Sperava di aver dato la giusta risposta, perché la guida stessa era importante. Quindi si sarebbe diretta verso il labirinto, entrando nello stesso.

    RevelioGDR


    Giada pensa al suo spirito guida come una leonessa.
     
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    ? James Beauvais ?
    « La vita è un’enorme tela: rovescia su di essa tutti i colori che puoi.
    »


    La prova stava prendendo piede nella lezione, un misterioso labirinto sarebbe diventato la loro meta per quella lezione. Però vedere quelle aggiunte alla stessa era interessante, la descrizione di come avrebbero affrontato il labirinto era un qualcosa che metteva sia mistero che voglia di addentrarsi all’interno dello stesso, un mix di emozioni uniche effettivamente. Ascoltò con grande interesse quello che il sexy professore e quel bel ragazzo avevano da dire, ogni consiglio era utile per fare bene quella parte della lezione quindi cercò di fissarsi al meglio quelle parole nella testa, tutto doveva essere perfetto. Si vedeva in tanti animali, ma uno era quello che era più legato a lui sia a livello caratteriale che “psicologico”. Era da sempre una persona libera, amava la libertà, era prestante e potente. Tutto ciò era anche nell’aquila.

    Aquila, una creatura libera di volare, una creatura pronta a librarsi in aria, un po’ come me nella mia vita. Amo la sua potenza, amo la sua prestanza.

    Quindi fece un cerchio in terra e si mise al centro dello stesso come detto dal ragazzo accanto al docente, poi si mise a sedere nello stesso. Non era quello che li piaceva di più come animale l’aquila, ma si ricedeva decisamente in essa. Chiuse gli occhi per cercare la massima concentrazione. Il flusso di energie divinatorie che salva verso il centro della sua fronte. Mantenere al massimo la concentrazione era alla base di una bella riuscita. Piano piano iniziò a vedere quello che era molto simile a un fuoco fatuo, il colore un grigiastro. Era quello che dovevano riuscire a vedere per far sì che tutto andasse per il meglio in quella fase.

    Spirito, ho bisogno del tuo aiuto, dammi una mano.

    Vide che in un battibaleno fu davanti a lui, l’animale che aveva voluto era con lui, un’aquila bella e fiera. Gli venne posta una domanda relativa alla materia. Non volle rispondere di botta per non dire qualcosa che non era vero. Quindi dopo averci pensato bene disse la sua risposta.

    La Litomanzia è una branca della Divinazione. E’ una pratica della stessa che sfrutta le pietre per poter indagare nei tanti piani dell’esistenza. Per utilizzare tale arte bisogna disporre delle pietre di piccole dimensioni sul nostro piano di lavoro, chiaramente senza un ordine logico ma decisamente casuale, poi con le mani vicine alle pietrine si inizia a cercare la concentrazione e immaginare il flusso di energia che passa nel nostro corpo. Va fatto avvicinare fino al centro della nostra fronte per poi farlo passare verso le mani. Quindi possiamo nuovamente riaprire gli occhi e sentire le vibrazioni che emettono le pietrine prima di vedere il luogo che nasconde quello che stiamo cercando.

    Quindi dopo la risposta si sarebbe diretto verso il labirinto, sperando che lo spirito guida sotto forma di aquila potesse aiutarlo al massimo delle possibilità.

    ? Scheda Pg ? 16 anni ? Ametrin ? Ricco ?

    © psìche



    James pensa al suo spirito guida sotto forma di aquila.
     
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Certamente non immaginava di iniziare l'anno scolastico in quel modo. Per quanto Regina sembrava avesse apprezzato il suo ritorno era comunque distante e lui non sapeva esattamente come comportarsi. Questo non faceva altro che creargli un'agitazione interna pazzesca che non gli permetteva di fare un sacco di cose, come per esempio dedicarsi ai nuovi arrivi come avrebbe fatto in altre occasioni, iniziando a molestare qualcuno.
    Anche la presenza dell'altro ragazzo accanto al docente non era poi così interessante, per Julian, che invece sembrava quasi irrequieto di finire presto quella lezione, per procedere con la successiva e così via, fin quando non sarebbe potuto essere libero di tornare in stanza e ficcarsi nel letto, cercando di recuperare ancora un po' di sonno, consapevole della difficoltà che avrebbe trovato ad addormentarsi.
    L'arrivo poi di lei fu la cosa che più lo fece innervosire. Davvero non lo aveva visto? Irriggidì la mascella, stringendo i denti, quindi si rivoltò a guardare il docente, sbuffando appena, mentre le dita si infilavano tra i ricci a spostarli indietro.
    Che carini, tutti contenti di rivedersi e di essere a lezione. Stupidi.
    In quel momento odiava tutti, dannazione.

    Si cercò di concentrare sulla lezione, non intervenendo momentaneamente, ben consapevole che avrebbe potuto sembrare piuttosto inacidito, quella mattina e il professor De Long-Prée non lo meritava.
    Sospirò, quindi una volta dato il via da parte del docente per la parte pratica, iniziò a seguire quelle che erano state le dirittive del divinante.
    In quel momento, nella sua mente un solo animale gli veniva in aiuto: una pantera. Era come se si sentisse affine a quel felino, ben consapevole che li accomunavano diversi punti: la bellezza, l'eleganza, quel fare da superiore, la seduzione che attiravano entrambi.
    Una volta immaginato l'animale, prese un legnetto da terra e tracciò un cerchio, dove vi si sedette a gambe incrociate, quindi chiuse gli occhi, cercando di trovare la pace e la tranquillità.
    Un respiro.
    Due respiri.
    Tentò di mandare momentaneamente via tutti i pensieri che aveva e di svuotare la mente. Se ci fosse riuscito avrebbe cercato dentro di sé il flusso divinatorio, lo avrebbe immaginato come un fresco torrente che gli correva nelle vene, fino a risalire per tutto il corpo. Lo sentì giungere al centro dela fronte, danzare in due fasci che parevano giocare come se si rincorressero, per poi unirsi e formare una sfera.
    Questa sfera, dapprima dai contorni smossi, poi sempre più definita, sembrò palesarsi davanti a lui. La concentrazione provava a rimanere salda, fino a quando non riuscì a vedere quel fuoco fauto.
    «Palesati.» - pensò, sperando che la pantera in questione si facesse reale, per quanto fuoco fauto.
    Se questo fosse successo, l'avrebbe osservata, sentendo quel suo sibilare nell'orecchio «Eccomi, sono qui...» - metteva quasi i brividi la freddezza e la fierezza di quel tono, ma a Julian pareva piacere, lo sentiva quasi familiare. Richiuse gli occhi, cercando di mantenere la mente libera per poter ancora ascoltare quella voce «Per meritare il mio aiuto... dovrai rispondere a questa semplice domanda, se ne sarai capace: per quali motivi la profezia è un metodo divinatorio diverso dai soliti?» - Julian sbuffò un ghigno, come se si sentisse fiero di quella domanda e del fatto che potesse sbeffeggiare quanto fosse preparato, secchione com'era «Semplice. I motivi sono due: a differenza degli altri metodi, la profezia è incontrollata; il profeta non può produrre profezie a comando, in maniera consensiente. Il secondo motivo è che a sua percentuale di riuscita è elevatissima, se non totalitaria, differentemtne dalle previsioni delle altre pratiche, che sono soggette al libero arbitrio.» - terminò la risposta, con quel ghigno soddisfatto, quindi si alzò e mosse passi per entrare nel labirinto. Sussultò quando, dopo essere entrato, una benda gli coprì gli occhi «Mi piace il bondage...» - sogghignò ancora tra sè a bassa voce.
    Julian Miller

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    Light my fire.
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    Studente, I anno - Dioptase

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    |marlee "mar" beauvais|


    16|NYC|TWIN|Black Opal

    I
    l suo analizzare il labirinto fu interrotto da una voce moto conosciuta, che la fece sorridere ancor prima di girarsi.
    -Kookieeee! - esclamò, lasciandosi abbracciare e stringendo le braccia intorno al corpo del migliore amico, stirngendolo e chiudendo gli occhi, felicissima di vederlo.
    Si staccò da lui e guardò la ragazza che aveva accanto, sorridendo anche a lei e allungando la mano per presentarsi.
    -Marlee, molto piacere! - scosse la tesa, per sistemarsi un po’ i ricci che andavano da tutte le parti, e guardando Amalea che arrivava a lezione. Piegò la testa di lato, notando l’interazione con i suoi fratelli, ma poi alzò le spalle. In fondo non erano affare suoi, giusto?
    -Buongiorno! E nope, ancora nulla, sei arrivata in tempo! Come va?
    Qualche secondo più tardi, dopo aver salutato Fitz e Nicholas, si costrinse a concentrarsi sulla lezione, ascoltando attentamente il professore. Era meraviglioso il modo in cui Andrè riuscisse a mettere a proprio agio la ricciolina, che se ne stava a bocca socchiusa, trovando l’argomento della lezione particolarmente interessante. Una volta ricevute le istruzioni, si allontanò leggermente dal gruppo, per concentrarsi meglio. Disegnò un cerchio a terra con un sassolino, per poi sedersi al suo interno a gambe incrociate. Cosa la distingueva da tutti i suoi amici? Qual’era la caratteristica che la rendeva…Marlee? Regolò i respiri, rilassandosi totalmente e cercando dentro di se l’animale che più le si addiceva. Una volta trovato, cominciò a concentrarsi sul suo flusso divinatorio. Immaginò una fitta rete di simil vasi sanguigni ne suo corpo, nel quale scorreva questo flusso. Immaginò che risalisse nel suo copro, fino a concentrarsi al centro della fronte, per poi imitare Andrew e alzare le mai all’altezza del suo petto, facendo in modo che si formasse un piccolo fuoco fatuo al loro interno. Cercò di mantenere alta la concentrazione, e chiese mentalmente al suo animale di palesarsi. Se fosse accaduto, avrebbe visto apparire davanti a se, in maniera sfocata e man mano sempre più definito un Golden retriver, che secondo lei la caratterizzava a pieno. I cani sono animali fortemente leali, amichevoli e altruisti. Ma anche piuttosto goffi, a volte. Sorrise alla vista del quadrupede, per poi ascoltare attentamente la domanda che le veniva posta. Non poteva permettersi di non riuscire a parlare con il suo spirito guida dentro il labirinto. Rimanendo concentrata si prese qualche secondo per rispondere, per poi aprire gli occhi e fissare la creatura.
    -La pratica divinatoria con libri e tavole scritte, ossia la bibliomanzia, fu introdotta dai sumeri dopo che questi adottarono un sistema di scrittura - piegò leggermente la testa a sinistra - che permise quindi di mettere per iscritto simbolari utili per le pratiche divinatorie.
    Appena finito di parlare, quindi, si alzò per entrare nel labirinto e iniziare la prova. Chinò la testa a mo’ di saluto verso il professore e verso Andrew, entrando nel labirinto e sobbalzando leggermente alla sensazione della benda che le si formava sugli occhi. Sperava solo di aver risposto correttamente.

    PARLATO - ASCOLTATO - PENSATO - NARRATO
    bymars





    Interagisce con Brooks Ryan O'Connor, Cassedy Hartmann, Amalea Davidson e Fitz G. O'Connor, per poi concentrarsi e evocare un cane (golden retriver per l'esattezza) e risponde alla domanda posta dallo spirito
     
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    Black Opal
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    Fitz era proprio noioso ed aveva ragione. Era un vecchio dentro! Ma era il suo adorato gemello, si punzecchiavano con affetto praticamente da sempre. Certo, avevano superato un periodo duro quando lui aveva scoperto che il biglietto per Bali destinato a lui, Brooks lo aveva usato per Nick... ma ora era tutto apposto. Non aveva comunque osato dirgli il vero motivo, però. Sperava che non glielo avesse detto Nickie, ma non ne aveva per nulla la certezza. Sorrise e mise in tasca il telefono dopo aver risposto un rapido: gne gne gne! Muoviti o inizieremo senza di voi.
    Sì, avrebbe tenuto un posto nel prato per lui e... Nick. Ormai erano inseparabili, a lezione spesso andavano insieme, così come ad altri mille eventi e Brooks non aveva dovuto fare altro che abituarsene. Si strinse nelle spalle, concentrandosi su chi era già presente.
    Ehi salutò con affetto la sua bella, non perdendo un attimo ed afferrandole la mano, incrociando le dita con quelle di lei. Avevano vissuto un anno difficile soprattutto dal punto di vista sentimentale, soprattutto grazie alla presenza del Mc Callister e della ricciolina, con la quale era finito con il fare un atto piuttosto intimo sul divano della loro sala comune. Ma l'importante era che adesso fosse tutto chiarito e che la dolce Amalea fosse al suo fianco. Scosse la testa alla sua domanda. No, non hanno ancora annunciato cosa faremo... manca ancora tanta gente. Gettò uno sguardo al gemello che gli aveva scompigliato i capelli, sorridendogli. Non avrebbe saputo esprimere a parole l'affetto che lo legava all'altro O'Connor. Vi va di fare una gita a Denrise, questo fine settimana? Domandò di botto, rivolgendosi a tutto il gruppetto: Nick, il gemello, Marlee, Amalea e sì, anche Cassedy.
    Si girò verso la sua metà e ridacchiò, facendole la linguaccia, per nulla mortificato. Mi pare che anche tu abbia il dono della parola la provocò, attirandola un po' a sé mettendole un braccio attorno alle spalle e giocherellando con una ciocca dei suoi capelli, distrattamente. Come sei bella annunciò alla dioptase, inspirando il profumo dei suoi capelli. Si era guardato bene dall'aggiungere "oggi", perché sapeva che lei aveva già fin troppi complessi perché lui li alimentasse con una frase dubbia. Sorrise a Nick, osservandolo affianco al gemello. Doveva dire che erano proprio carini insieme, per quanto la novità gli facesse ancora un po' annodare le viscere. Non ci badò, cercando di ricordare che nessuno dei due avrebbe voluto farlo sentire il terzo incomodo.
    Ma dovette, poco dopo, far attenzione a ciò che stava dicendo il docente. Nonostante ciò, non mollò la presa su Ama, tenendola vicino a lui come se avesse paura di vederla scomparire. Ascoltò con incredibile attenzione sia le parole di Andrè che di Andrew, nutrendosi di ogni nuova nozione che apprendeva. Sembrava incredibilmente interessante l'argomento del giorno, quindi fremeva già per mettersi in gioco. Osservò ad occhi spalancati la palla di energia sulle mani del non docente, chiedendosi se ne sarebbe stato in grado anche lui.
    Dovette togliere il braccio dalla spalla di Amalea al seguito delle istruzioni, ma non prima di averle scoccato un bacio sulla fronte. Rilassati che andrai benissimo le sussurrò, sapendo quanto fosse ansiosa, prima di sedersi per terra e disegnare un cerchio di terra con la punta della bacchetta, chiudendo gli occhi e concentrandosi.
    Cosa lo distingueva da tutti gli altri? Cosa lo rappresentava? Ci pensò su un attimo e dopo pochissimi secondi, si ritrovò davanti un Pastore Tedesco scodinzolante. Perché proprio quello? Beh, era simbolo di lealtà incondizionata e lui si sarebbe fatto uccidere piuttosto che tradire i suoi amici e la sua ragazza. Quindi sì, era perfetto per lui. Prima che potesse riprendersi dalla sorpresa, l'animale gli porse una domanda.
    Dove vengono raccolte, siglate e custodite le profezie?
    L'O'Connor ci pensò su un po', meditando su quale potesse essere la risposta giusta, poi si illuminò. Credo... al Ministero nella stanza dei... si interruppe, non si ricordava affatto come si chiamasse quella stanza. Doveva pensarci un attimo. Chiuse gli occhi per concentrarsi nuovamente. Nella stanza delle profezie nell'ufficio Misteri! Riuscì a dire, battendo le mani tutto contento per esserci arrivato senza aiuti. Aprì gli occhi e guardò Amalea.
    Brooks O'Connor


    Black Opal
    II Anno
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    Interagisce con Cassedy Hartmann Marlee Beauvais Fitz G. O'Connor Nicholas Mc Callister Amalea Davidson
    e gli propone una gita a Denrise per il prossimo weekend.

    Il suo spirito animale è un Pastore Tedesco. Risponde alla domanda
     
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    Ametrin
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    CASSEDY (CASSANDRA) HARTMANN
    Non si vive per accontentare gli altri! Davvero? Non lo avevo capito!
    30.07.2006, BERLINO - 16 ANNI - AMETRIN
    Sorrise a Regina come per sfuggire ad ogni sua eventuale risposta. Quella ragazza somigliava tantissio a Betany, era perfetta ed allo stesso tempo imperfetta, aveva qualcosa che non andava, a dire la verità e la cosa non le piaceva per niente. Aveva deciso di stare lontana da tutte le persone che riuscivano ad essere anche solo somiglianti a quelle che erano le sue vecchie compagne. Doveva ammettere che non voleva, in nessun modo avere un tuffo nel passato. Sorrise poi a Brooks, che ancora una volta la salvò da un imbarazzo assurdo. Come potrei dimenticarmi di te? Chiese in tono amichevole e scherzoso, poi sorrise anche a Nic e con un ceno della mano lo salutò. Cassedy! Rispose poi presentandosi sia a lui che a Marleen. Possibile che in quella scuola fossero tutti quanti così disponibili e carini? Era incredibile anche solo pensare che fino a quel momento aveva vissuto in maniera completamente differente. Poi siconcentrò sulla lezione. Era fantastico. Lei non pensava neanche di averle delle arti divinatorie e forse non aveva neanche una vera credenza in tutto quello ma, dalla sua parte, aveva sicuramente la curiosità. Voleva vedere cosa succedeva e soprattutto che animale le somigliasse davvero. Si mise seduta nel cerchio, chiuse gli occhi e cercò di pensare a come si vedeva veramente. Lei com'era veramente? Sicuramente era l'ombra di qualcuno. Non aveva una leadership spiccata, era una ragazza che non sempre si notava e forse riusciva ad essere vista davvero solamente se qualcuno le prestava la sua personalità. Si toccò l'estremità dei guanti per assicurarsi che fossero ancora li, poi mise le mani di fronte a lei, all'altezza del suo petto e cercò di visualizzare la sua forma animale. Era un pipistrello. Non c'era niente da fare, era come il suo famiglio. Si erano visti, incontrati e piaciuti da morire. Era ovvio che fosse un pipistrello. Creature della notte, in genere nessuno conosceva il loro vero volto, perchè un pò facevano paura, un pò nessuno si interessava veramente a loro. L'unica cosa che aveva dato notorietà ai pipistrelli era batman e non era esattamente un pipistrello. Sentì quasi il suo suono, poi, improvvisamente spalancò gli occhi. Sono qui. Mostrati a me ed io mi mostrerò a te. Sussurrò, ma convinta di quello che stava vedendo. Un pipistrello, mezzo azzurrino, era di fronte a lei e batteva le sue ali. Sorrise. Gli egizi introdussero due tipologie divinatorie e ne migliorarono una, quali? Lo sentì nella sua testa, come se qualcuno gli si fosse infilato dentro, poi si voltò appena per guardarsi intorno, quansi non credeva che fosse davvero il suo spirito animale guida a parlarle. Gli egizi...erano un popolo molto religioso, ed infatti svilupparono pratica divinatoria che prende il nome di Ailuromanzia ossia l’interpretazione del movimento e del comportamento dei gatti e l’analisi dei loro felini preferiti sugli eventi passati e futuri. Questo studio era importante poichè i gatti erano considerati animali sacri, e proprio per questo carichi di forte senso magico. Inoltre, agli egizi, bisogna dare il merito di aver migliorato l'arte dell’Astrologia, che veniva praticata dai sacerdoti sulla cima dei templi.
    Veniva, anche introdotta l' Aritmomanzia, cioè la divinazione per mezzo dei numeri e dei calcoli numerici, infatti gli egizi avevano scoperto la corrispondenza tra numeri, persone ed eventi della realtà, motivazione che ad oggi ci spinge anche a considerare gli egizi come luminari delle arti matematiche e geometriche.
    Lo disse in maniera sparsa in quanto cercava davvero di ricordare ciò che aveva studiato dopo le spiegazioni del professore di divinazione ad Hogwarts e soprattutto in quei giorni ad Hiddenston. Sperava seriamente di essere andata bene. Si rimise in piedi e fece un passo verso il labirito, ad un certo punto fu tutto completamente buio. Sei qui? Chiese poi cercando di nuovo il suo spirito animale.
    do it for the aesthetic -- ms. atelophobia
     
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    Era tutto davvero molto interessante. Sorrise svelta a Cassedy, aveva fatto proprio l'espressione di chi non aveva nessuna intenzione di parlare nuovamente, ma poco importava. La persona che arrivò successivamente era decisamente molto più interessante. Guardò Julian con la coda dell'occhio e poi si voltò verso di lui per guardarlo meglio, quindi lo salutò con la mano e poi gli mandò un bacio. Ma come lui sapeva benissimo durante le lezioni lei era concentrata solamente su quello che si diceva a lezione. Sorrise al prof di divinazione.Beh, diciamo che è stata un'estate interessante! Ammise poi pensando a Spike, che cosa assurda quella, davvero! Nonostante i paletti di Aidan l'estate si era rimessa alla grande, forse proprio grazie a quei paletti era riuscita a costruire altro. Poi si oncentrò sul serio su quello che doveva fare. Non fu facile. Lei era una persona fin troppo razionale, era una ragazza sveglia, ma volta alla praticità. Si lasciava andare solamente quando si trattava di romanzi, libri ed amore, per il resto cercava sempre di rimanere con i piedi per terra e la divinazione, materia invece preferita e prediletta di Adrien, era prativamente il contrario. Fece un bel respiro profondo. Il non professor Barber era stato bravo, puntuale e soprattutto aveva creato un tipo di animale molto interessante. Non avrebbe mai pensato che qualcosa come un castoro potrebbe essere associata ad un ragazzo tanto bello. Barber aveva detto che dovevano pensare e connettersi con una parte distintiva del loro carattere. Guardò sua sorella facendole l'occhiolino e poi i due fratelli rivolgendo loro un bel sorriso sincero. Poi chiuse gli occhi e decise che doveva capire quale fosse la sua parte caratteristica. In realtà non fu molto semplice, le vennero in mente tantissimi animali, ma nessuno era quello giusto, tanto che sentiva appena il calore tra le sue mani, come un'energia che si stava formando e poi niente di più. Si morse il labbro ed aprì di nuovo gli occhi guardando Julian, la sua ancora di salvezza anche se lui pensava il contrario. Regina era una ragazzina che doveva ancora scoprire moltissime cose di se stessa, ancora non sapeva... poi si fermò. Non chiuse gli occhi. Ecco cosa la contraddistingueva dai suoi compagni: la curiosità e la sete di conoscenza. Non seppe perchè associò tutto questo ad un gatto, ma tra le sue mani, c'era un gatto bianco, con gli occhi azzurrissimi e con una coda grande, pomposa, bellissima. Dei baffi lunghi ed un pelo pressochè perfetto,tranne in un punto. Regina si toccò i capelli. Non aveva nessuna intenzione ri replicare l'esperienza dello scorso anno. Il gatto le fece passare la coda sotto il naso per attirare la sua attenzione, e la domanda venne avvertita nella mente della ragazza che si inumidì le labbra cercando di rispondere mentalmente, nello stesso modo che aveva utilizzato il suo spirito guida. Coloro che divinavano la forma, la posizione e le diramazioni dei fulmini in antica Roma come si chiamavano? Era stato sublime quel suono. Era come se quel gatto avesse la voce della sua anima ed era esattamente come l'aveva immaginata. Sorrise allo stesso e poi cominciò a rispondere. Fulgurales. La scelta di rispondere ad una domanda così specifica in maniera secca e precisa fu presa con attenzione dalla ragazzina. Era come se qualcosa le suggerisse che fare troppo la sapientina non sarebbe piaciuto al suo spirito. In fondo erano la stessa cosa. La coda bendò gli occhi della ragazza mettendosi sul capo della stessa ed assumendo una posizione comoda, leggedra sulla testa della ragazza, così da poterla guidare all'interno del labirinto. Regina era stranamente calma.
    Regina Beauvais

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    citcitcit
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    Regina Beauvais - 17 anni
    Pureblood
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  9. Louise De Maris
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    LIBERTÀ
    Stato di autonomia essenzialmente sentito come diritto, e come tale garantito da una precisa volontà e coscienza.
    Per quanto avrebbe potuto esserlo, non fu un vero sollievo quando suo cugino non la salutò, seppur avesse notato che le avesse rivolto un'occhiata, non tanto perché avrebbe potuto avere desiderio di riconoscimento della sua presenza (che non possedeva), quanto perché Andrew sarebbe continuato a rimanere lì, in carne e ossa, davanti alla sua vista, per non sapeva quanto tempo. L'ametrina avrebbe preferito che non ci fosse stato affatto. Se fosse bastato, si sarebbe data a preghiere incessanti verso un qualsiasi dio affinché il divinante si smaterializzasse al più presto. Era evidente che non fosse abbastanza sperare in un miracolo.
    Presto, comunque, lo schiarirsi della voce da parte del professor De Long-Prée attirò l'attenzione di Louise, abbastanza da farle dimenticare per pochi attimi la presenza del ventitreenne. Okay, no. La ragazzina roteò gli occhi, frustrata da tutta quella situazione. "Ma perché a me? Perché devo vedere la sua faccia? Perché mai le persone che non voglio vedere non si stanno a milioni di chilometri di distanza da me?!".
    Evitò di guardarlo non appena iniziò con le presentazioni: si concentrò a virare lo sguardo verso un punto imprecisato del panorama, con le braccia incrociate, mentre le dita tamburellavano contro un braccio. Era a tutti gli effetti l'espressione del "non me ne frega nulla".
    "Ci mancherebbe che togliesse il posto ad uno che sta da molto più tempo di lui qui!".
    Sperava che quella lezione-laboratorio avesse una conclusione diversa rispetto a come fosse iniziata: non la spaventava l’idea del labirinto, più che altro poiché si sentiva cullata dall’idea che il loro vero docente fosse una persona con la testa sulle spalle. A proposito dell’evocazione dello spirito animale pensò che non dovesse essere difficile, no? Sicuramente la domanda sarebbe stata su qualcosa che tutti loro sapevano, quindi, di che preoccuparsi!
    La seconda volta che Andrew Barber intervenne, l’ametrina non poté distogliere nuovamente lo sguardo, anche perché le sarebbe servita quella dimostrazione pratica per svolgere l’esercizio. Se gli altri avessero riso alla parola scappata al divinante, Louise non si sarebbe affatto unita, rimanendo con un volto totalmente impassibile. Come poteva ridere? Il suo problema-nonproblema era lì, in carne e ossa, e, per quanto fosse stato abbastanza gentile con lei, non aveva voglia di entrarci in contatto per il momento. A fine dimostrazioni, raccolse una pietra da terra e, con essa, tracciò un cerchio sul terreno abbastanza grande da contenere il suo corpo. Prese posto al centro, sedendosi e incrociando le gambe: sembrava che stesse per aver inizio una lezione di Yoga… “Okay, Lou, concentrati!”. Chiuse gli occhi: meno persone osservava, meglio si sarebbe concentrata. Quindi… qual era la caratteristica propria della sua personalità? La… gentilezza? Uno sbuffo divertito le lasciò le labbra, le quali si contrassero in un sorrisino. “La gentilezza può essere stata una mia caratteristica, sì… ma in questo periodo proprio no…”. Forse doveva pensare ad altro. L’empatia? “Mmmh, sì, sei stata proprio empatica con Andrew Barber”. Maledetta coscienza! Dopo un mal riuscito tentativo di metterla a tacere, cercò di pensare a qualcos’altro. “Forse, se ti concentri un po' di più, qualcosa uscirà pure…”.
    Così fece, perché non c’era via di scampo: prese un respiro profondissimo. Si costrinse a sentire il petto alzarsi e abbassarsi, fino a quando la sua mente non fu finalmente svuotata: le sembrava di essere immersa in una bolla insonorizzata, perché non udiva più il vociare dei suoi compagni, né il crepitio dell’erba sotto le scarpe di chi si muoveva. Immaginò, con più vividezza che poté, una sfera di energia, che, da minuscola, si fece sempre più grande e larga. E, poi, eccolo: il fuoco fatuo, grigio, proprio come aveva detto il professor De Long-Prée.
    Per favore…” azzardò, non volendo rovinare il tutto. “…mostra chi sei!”.
    Davanti ai suoi occhi comparve tutto tranne quello che si aspettava: una libellula coloratissima. La osservò con aria leggermente stranita, eppure curiosa. Aveva sempre pensato che il suo simbolo fosse il cigno, ma perché proprio la libellula? Avrebbe dovuto consultare qualche manuale di simbologia animale. Sbatté velocemente le ali dai colori vibranti per mantenersi in volo e sembrò, dal modo in cui girò il proprio corpo, che stesse rivolgendo la sua attenzione all’ametrina.
    - Nell’oniromanzia cosa rappresentano le immagini di colore rosso? -
    Sarebbe stato facile rispondere se Louise non avesse avuto le idee così confuse a riguardo. Il ripasso del materiale dell’anno precedente era stato l’ultimo dei suoi pensieri quell’estate: vagamente, ricordava che i colori avessero a che fare con la simbologia del passato, del presente e del futuro. Ma cosa rappresentava il rosso? Cercò di concentrarsi, di ricordare il più possibile. “Non mi resta che tentare…”. Portò le mani dietro la schiena e incrociò le dita in una preghiera di fortuna.
    - Il… presente? -
    La libellula non rispose nulla. Se la sua risposta fosse stata giusta, avrebbe dovuto comunicare con essa telepaticamente, no? Ci provò. “Quindi, era giusto?”. Niente, nulla di nulla. Solo mesto silenzio. Si sentì sprofondare, quasi che un macigno le fosse stato poggiato sullo stomaco. Con occhi sgranati dalla preoccupazione, si guardò intorno, per verificare se ci fosse qualcun altro a farle compagnia in quel fallimento. E, invece, tutti avevano un sorriso stampato sulle labbra.
    - Ma… - sussurrò. La prima cosa che le venne in mente fu di appellarsi al docente, cercando di non guardare Andrew (perché sarebbe morta dalla vergogna se avesse incrociato il suo sguardo).
    - Professore, ma io non sento nulla! Non mi parla… non posso rifare l’esercizio daccapo? -
    Lo stava praticamente implorando, seppur sapesse che la risposta sarebbe stata un “no”.
    Non è il momento dello sconforto. Muoviti e pensa a qualcosa.
    Prese un respiro profondo, cercando di calmare il battito incessante e forte del cuore nelle sue orecchie.
    - Okay… okay… cosa posso fare…? -
    Estrasse la bacchetta dalla fondina e la osservò, cercando di non pensare al fatto che gli altri fossero già entrati nel labirinto e lei fosse rimasta sola, afflitta, davanti ai due ragazzi, tra cui Andrew… certo, era una figura di merda bella e buona quella…
    Forse, un incantesimo avrebbe potuto aiutarla… ma quale? Era letteralmente disperata. Sarebbe stata bendata, non avrebbe sentito alcuna voce guidarla. Sarebbe stato bello se qualcosa, al suo posto, avesse potuto vedere la libellula e condurre l’ametrina al seguito… “SI! SISISISISISI! CI SONO”. Le passò per il capo un incanto specifico, che avrebbe potuto far qualcosa per aiutarla, che, però, non corrispondeva alla sua idea iniziale. Puntò la bacchetta verso quella che presumeva fosse la gola dell’insetto e pronunciò con fermezza – Cantis! -. Se tutto fosse andato come previsto, la creatura avrebbe iniziato a cantare incontrollabilmente e, nonostante la benda che le fasciò gli occhi, avrebbe sempre potuto ascoltare la sua voce ma, a differenza degli altri, proprio ad alta voce.





    18 ANNI
    AMETRIN
    SCHEDA PG
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    LOUISE DE MARIS
    Una donna è libera nel momento in cui desidera esserlo.


    Non dà la risposta esatta, perciò non può sentire telepaticamente la libellula. Lancia su di essa una Fattura Canterina.

    Nome: Fattura Canterina
    Classe: Fattura Minore
    Formula: Cantis
    Movimento: si punta la bacchetta verso la gola dell'avversario.
    Effetto: costringe il bersaglio a cantare incontrollabilmente e a poter lanciare incanti solo non verbali.
    Note: Con Tecnica ≥15 si può scagliare contro oggetti di piccole dimensioni
    Con Tecnica ≥25 si può scagliare contro oggetti di medie dimensioni
    Con Tecnica ≥35 si può scagliare contro oggetti di grandi dimensioni
    L'oggetto canterà con la stessa voce di chi ha scagliato l'incantesimo. Con Carisma ≥25 si può usare qualsiasi altra voce si abbia mai sentito.
     
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    Nick si doveva ancora abituare a scene del genere. La tranquillità dell’avere accanto Fitz e vedere il suo futuro parabasi felice accanto ad Ama era qualcosa che non pensava potesse mai accadere. E invece eccoli lì, tutti vicini a scherzare in compagnia e a parlare tranquillamente. Poggiando un gomito sulla spalla dell’amico - era troppo alto, Merlino, che diavolo gli davano da mangiare? - e annuì vigorosamente, sorridendo nel frattempo.
    -Mi sembra una grande idea! - si girò verso il suo meraviglioso tormento, pregandolo quasi con gli occhi - vero, dear?
    Sorrise al sorriso di Brooks, sentendosi davvero bene con tutto il mondo. Cosa poteva volere di più? Una bella E a lezione, ecco cosa. Si costrinse quindi a girarsi verso il professore, che aveva cominciato la spiegazione del,’esercizio del giorno. Si agitò sul posto, impaziente. Non vedeva l’ora di provarci! Strinse la mano di Fitz, per un in bocca al lupo silenzioso, e si andò a mettere poco di lato per cercare di concentrarsi. Disegnò un cerchio a terra, utilizzando delle pietrine ben disposte, e si accomodò al suo interno. Chiuse gli occhi, cercando di visualizzare un animale che fosse ricollegabile a generosità, forza e curiosità. Gli venne subito in mente una lontra, stranamente, e decise di non combattere l’istinto e di adeguarsi a quella scelta. Cercò di arrivare allo stato di calma migliore che riuscisse a creare in quel momento, respirando lentamente e immaginando un’onda che piano piano gli risaliva il corpo. Ad un certo punto, portando la concentrazione al massimo, ecco il fuoco fatuo apparirgli davanti. Sorrise, e cercò ancora una volta la concentrazione.
    -Rivelati, per favore…
    La piccola lontra fece come un guizzo a mezz’aria, liberandosi dallo stato di fuocherello spirituale e andando ad acquisire la sua forma completa. A Nick sembrò che lo guardasse con curiosità. Poi, una voce lo raggiunse.
    -Cos’è l’aruspicina? Presso quale popolo si è sviluppata?
    Nick rimase un attimo perplesso. Non ricordava…eppure, nei meandri del suo cervello una risposta doveva esserci per forza. Si portò una mano sul mento, ragionando. D’un tratto, la scena di un pomeriggio assolato a ripassare divinazione con Brooks gli venne in mente. Erano parecchio schifati dalla cosa entrambi.
    -Ma certo! L’aruspicina è una pratica divinatoria parecchio schifosa in cui si indovinavano passato presente e futuro nelle viscere di animali possibilmente erbivori da pascolo. - annuì, convinto - e si è sviluppata presso i gre…no, presso gli etruschi! Si è sviluppata presso gli etruschi!
    Dopo aver detto ciò si alzò in piedi, spazzolandosi i pantaloni della divisa e facendo un cenno al professore e all’altro uomo accanto a lui. Non aveva proprio capito il nome, purtroppo, era decisamente concentrato a guardare il modo in cui il sole giocava con i capelli di Fitz, in quel momento.
    -Vado!
    Entrò nel labirinto, sorridendo alla sensazione della benda sugli occhi.
    -Ok, e adesso?
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  11. Adrien Beauvais
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    Il coraggio è resistenza alla paura e dominio della paura, ma non assenza di paura.
    Tutto si sarebbe aspettato, tranne che la tipa che era Amalea Davidson lo salutasse con quel burbero “Ehi”. Come poteva rispondere Adrien? Ovviamente con il suo solito tipico ghigno antipatico. Ricordava ancora bene cosa fosse accaduto lo scorso anno tra loro due e, a dir la verità, a lui bastava che rimanessero solo in rapporti di conoscenza, nulla di più… anche perché l’opale non stringeva amicizia con nessuno e ciò andava sottolineato. Sì, c’era sempre la promessa, per cui avrebbe dovuto impegnarsi ad essere più simpatico e bla bla bla… con la Davidson quella non contava affatto. Punto. Fine della storia.
    Tuttavia, fu suo desiderio metterla abbastanza a disagio: non le staccò gli occhi di dosso neanche per un secondo, continuando a tener su il ghigno malefico che lo contraddistingueva. Virò lo sguardo solo quando questa si unì al gruppetto nel quale vi era anche presente sua sorella Mar. La salutò con un veloce cenno del capo. Da quanto tempo era che non si vedevano loro due?
    La lezione iniziò presto. L’evidenza per cui ci fosse Andrew lì era motivo per l’opale per fargli vedere di che pasta fosse fatto. Si sarebbe reso conto che lui conosceva davvero tanto per essere solo al secondo anno e avrebbe svolto l’esercizio che era stato dato a tutti loro alla perfezione. E l’uomo avrebbe dovuto anche prendere atto che “Io non sono un bambino!”. Glielo aveva ripetuto a dismisura, anche quando si erano visti per quel rito divinatorio. Quasi sbroccò una risata sguaiata quando il ventitreenne si dimenticò la prima regola dell’esser un professore, anche se solo per un giorno: non dire parolacce; tuttavia, si trattenne e ciò che lasciò la sua bocca fu un semplice sbuffo divertito, accompagnato da un mezzo ghigno, che si allargò non appena i suoi occhi puntarono lo spirito animale di Andrew. Un castoro? Era serio? No, non ce la poteva proprio fare. Ora l’avrebbe preso in giro per tutto il tempo futuro che avrebbero passato insieme, tranne a lezione, ovviamente. Anche se una battutina non riuscì a risparmiarsela. Si avvicinò all’uomo con fare malizioso e affermò, sussurrando, senza che il professor De Long-Prée potesse sentirlo: - Di tutto avrei immaginato, ma di certo non un castorino hahahaha -. Si allontanò ridacchiando, con le braccia conserte, dopo avergli rivolto un occhiolino. Era contento, tutto sommato, quel giorno.
    Tracciò un cerchio perfetto sul terreno con un ramo raccolto al momento, vi si sedette al centro e chiuse gli occhi. Era bravo a “meditare”. Si concentrò dapprima sul suo respiro, il quale si fece man mano più profondo, conducendo il petto ad alzarsi e abbassarsi ritmicamente, senza che l’opale ne desse comando; poi, focalizzo la sfera di energia nella sua testa e, infine, dopo aver usufruito di un bel po' di concentrazione, scovò il fuoco fatuo.
    - Manifestati! – ordinò alla creatura che sarebbe stato il suo essere e, in un istante, davanti ai suoi occhi si profilò un lupo dal pelo nero, grosso, fiero, maestoso. Adrien sorrise: era lui, proprio lui, lo stesso spirito animale Nauhal che aveva imparato a evocare a Ilvermorny. Si era specializzato proprio all’interno della scuola americana nel controllo di questo, del tutto simile a un Patronus.
    - Quali furono le prime pratiche divinatorie a svilupparsi nella storia? – domandò con voce solenne.
    Era facile. Domanda più facile, per Adrien, non poteva esserci.
    - Astrologia, Nefomanzia e Piromanzia – rispose, secco. Nessuno aveva specificato che dovesse dilungarsi, no? In effetti, fu corretto ed ebbe modo di avvicinarsi al labirinto, dopo aver salutato Andrew Barber con un cenno pieno di orgoglio verso sé stesso, e lasciò che fosse magicamente bendato. Non sarebbe stato difficile.

    ADRIEN BEAUVAIS
    n(ST):02.05.2004
    2043:18 ANNI
    once:BLACK OPAL
    year:II ANNO


    Infastidisce Amalea, interagisce con Andrew Barber. Il suo spirito animale è un lupo nero. Risponde correttamente.
     
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    Poteva essere un vero demone tentatore quando voleva. E cosa c'era di meglio nel metterlo in grande spolvero con Nicholas per fargliela pagare del suo ritardo? Non aveva tenuto però in conto le reazioni del suo corpo. Non per nulla si allontanò veloce, mettendola sotto forma di gioco e di fretta per arrivare in tempo a lezione. Per una volta niente aula, ma tanta aria aperta, una scelta che voleva sfruttare -molto probabilmente- le belle giornate di cui ancora godevano. Un rimbrotto al fratello gemello che, a parer suo, non aveva imparato ancora a mandare messaggi, un movimento di chioma giusto per farlo arrabbiare ed un accenno di assenso alla proposta di trascorrere il primo fine settimana utile al villaggio. Nuovo anno, vita nuova. Sperava solo che durasse, anche se non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce. Così come quel caro misto a preghiera di lui. Che volesse vendicarsi per averlo chiamato raggio di sole? Ad ogni modo la lezione con tanto di ospite ebbe inizio e Fitz chiuse la bocca, limitandosi all'esercizio del sollevamento occhi in merito al comportamento che il gemello teneva con la sua ex migliore amica ed ora ragazza. Anche lui risultava sdolcinato allo stesso modo?
    Quesito a cui non avrebbe potuto -ma anche voluto- dar risposta visto che la lezione ebbe inizio. Il compito poteva sembrare easy per una persona che era abituata ad ascoltare il suo io più profondo, più sentito, ma per lui sarebbe stato arduo scavare con gli artigli, tranciare quella patina di freddezza che lo permeava ormai da anni. Fitzgerald non era il sole come Brooks, piuttosto era l'oscurità, l'ora più buia della notte. Aveva un modo di scherzare tutto suo che non rientrava nel mero schema delle relazioni socialmente accettabili; rifuggiva dal contatto fisico, tranne dovute eccezioni -com'era stato per Louise, ma solo perché annebbiato da McCallister- ed era decisamente ambizioso, delle volte andando ben oltre le proprie capacità.
    Qualcosa stava cambiando, non si sentiva più lo stesso Garrett che aveva varcato i cancelli di Hiddenstone un anno prima. Si era lasciato attraversare dalla vita, prendendone gioie e dolori, indossandone ogni singola sfumatura. E lo comprese mentre tracciava un cerchio per ritagliarsi il suo spazio di contatto con lo spirito animale; lo accettò quando si sedette, chiudendo gli occhi e sprofondando in luoghi che aveva sempre evitato. Inizialmente aveva virato con la fantasia a qualche animale squamoso, dalla lingua biforcuta e dalle pupille dritte ma non gli sembrava più calzante; era passato poi ad un animale notturno ma i gufi e le civette non delineavano davvero o del tutto il proprio carattere nelle mille sfaccettature. Consapevole che non avrebbe mai trovato nulla che finisse col calzargli come un abito di sartoria, O'Connor ebbe l'illuminazione con le parole dell'ospite, Andrew Barber, ed il suggerimento che l'animale guida potesse ricalcare quello del patronus. Ma non era propriamente quello a farlo scattare ed accettare quello che probabilmente si stava già presentando, manifestando, bensì la possibilità che esso potesse cambiare, così come un patronus, così come la propria personalità, i tratti distintivi di un carattere semplicemente vivendo. La letteratura era piena zeppa di persone che avevano segnalato il cambiamento del proprio Patronus, indi per cui tale concetto poteva essere perfettamente traslato anche a quel compito. Lui amava indossare colori scuri, possibilmente total black, viveva con distacco e superbia, senza mai tirarsi indietro nel dire le cose come stessero anche quando il caso non lo avrebbe permesso, mentre in realtà era una persona coraggiosa, amorevole e tutto quello grazie ai sentimenti che da diverso tempo albergavano il suo cuore. «Manifestati», un pensiero che avrebbe cantilenato mentre vide un'ombra grigia avvicinarsi, mentre ogni fibra del suo essere era impegnato ad invocarlo con il chiaro scopo di renderlo materia. «Manifestati». Davanti a lui comparve un animale famoso per la sua velocità ma anche per la sua idiozia, oltre che per istillare dolcezza e tenerezza nel cuore degli animi più sensibili, dimenticandosi che rappresentasse anche la furbizia, la superiorità e l'amore passionale. In sostanza, davanti a lui comparve un coniglio.
    Un coniglio con il dono della parola e dalla volontà di esser risposto ad una domanda. «Cosa sono le pratiche divinatorie naturali? E quelle artificiali?» Il sopracciglio si sollevò, la bocca si seccò e Fitz iniziò a metter in ordine i pensieri. O almeno ci provò. «Sono due modi diversi per classificare la divinazione secondo la loro macro-natura, intrecciandosi con il metodo induttivo o deduttivo a seconda dei casi». Stava divagando, doveva ritrovare il focus. «Ad ogni modo le pratiche divinatorie artificiali sono quelle esercitate attraverso l'analisi di oggetti e simboli prodotti dall'indovino, come potrebbero essere i mazzi dei tarocchi che si sono autocostruiti o dei simboli tracciati con un composto creato durante un rituale», lo sguardo non perdeva di vista l'animale. «Invece, per quanto riguarda le pratiche divinatorie naturali sono tutte quelle che si presentano senza l'intervento diretto del vate. Il segno lasciato da un fulmine, la crescita di un albero. Tutto ciò che non può essere manipolato dall'influenza di un indovino».
    Se la risposta data fosse stata ritenuta esaustiva il ragazzo si sarebbe diretto al labirinto, portandosi le mani agli occhi ormai celati da una benda comparsa magicamente, dimentico che quello spunto fosse stata l'ultima cosa pronunciata dal professore.
    Fitz O'Connor

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    I etched the face of a stopwatch on the back of a raindrop and I did a swap for the sand in an hourglass.
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    L'imbarazzo di trovarsi a cotanto splendore, come quello emanato da Andrew, venne meno grazie ad un sorriso sempre più grande man mano che si avvicinava a Brooklyn. E Marlee, e un'altra ragazza e... insomma a metà scuola.
    Se non fosse che nel bel mezzo incontrò Adrien, il simpaticissimo gemello di Marlee, che al suo saluto rispose con la sua solita faccia di bronzo. Merlino, avrebbe tanto voluto replicare con un nuovo getto d'acqua per cancellargli quel ghigno orribile se non fosse stato per la possibilità di veder punti venir meno alla sua casa. Quello e perché mai doveva sprecarsi con una persona che non accettava un briciolo di gentilezza e bontà d'animo? Non li capiva proprio i Black Opal -ad eccezione di Brooks che era un Ametrin mancato- e aveva deciso di non sforzarsi più di tanto per farlo. Lo guardò come per dire: «Fai sul serio?!» continuando a camminare dritta, guadagnando il sorriso e cercando di non farsi condizionare dal suo sguardo che le bruciava la schiena. Forse una bugia l'aveva detta, perché avrebbe voluto cambiare le cose con lui. L'ennesima causa persa in cui, forse, si sarebbe buttata. Pensieri di sottofondo mentre si intrufolava nell'orgia Black Opal con primini annessi, incontrando le dita dell'O'Connor che amava strette alle sue ed una Marlee loquace. «Avrei voluto dormire ancora un altro po'. Son l'unica ad avere ancora difficoltà a svegliarsi presto da quando la scuola è iniziata?» Un quesito che non avrebbe forse mai avuto risposta, complice anche un fidanzato che le disse parole che per diverso tempo aveva faticato a credere. Aveva ancora problemi con il suo corpo, non era il ritratto della perfezione e di certo non rientrava negli standard orribili della società ma aveva imparato a fregarsene.
    Cosa che non avrebbe potuto di certo fare con la lezione. Sull'esempio degli altri creò un cerchio, occupandone il centro, sgomberando la mente per entrare in armonia e ritmo con il proprio respiro. Per quella prima parte avrebbe dovuto focalizzarsi sulla sua persona, magari su qualcosa che gli altri non conoscevano, affinché lo spirito animale si presentasse davanti a lei.
    Le mani tremarono, un po' sudaticce, tanto che finì col passarle varie volte sulla gonna della divisa prima di procedere. Si sentiva una persona creativa, curiosa, dall'animo da crocerossina, ma soprattutto amante del gossip e delle ultime notizie. Sapeva altresì che era una persona che non lasciava il segno ma che piuttosto rimaneva in disparte, quasi invisibile agli occhi dei più. Qualcosa di piccolo, non troppo rumoroso ma capace di raggiungere i posti più disparatili. Con quei pensieri lo sguardo cercava qualcosa, una traccia, una scia grigia tremolante... e lo trovò. «Voglio conoscerti», un desiderio che alimentava la volontà di vedere cosa si sarebbe manifestato quel fuoco fatuo. Qualcosa di piccolo, alato e al tempo stesso prezioso sembrò prenderne il posto. Un elemento che richiamava la trasformazione, il risveglio spirituale, una vera e propria rinascita. Cosa che in effetti stava facendo. Uno scarabeo. Uno scarabeo curioso visto che non perse tempo nel chiederle: «Elenca le caratteristiche che un indovino deve possedere nell'esecuzione di una divinazione di tipo induttivo». Un sorriso baluginò. «Un indovino deve tener conto di quattro caratteristiche mentre esercita una divinazione di tipo induttivo. La capacità di identificazione, come dice la parola stessa di identificare, collegare e delineare simboli e figure sia nel singolo che nella loro unione; a questo si collega quindi la conoscenza dei simboli più ricorrenti, cioè che possono avere sia un significato proprio e standard o che ne assumano un altro se vi è la manifestazione di un altro segno». Ma quanto poteva esser strano parlare con quello che di fatto era un animale che rinasceva dal proprio sterco? «Deve essere in grado di fornire interpretazioni coerenti, strutturate e veritiere, nel senso che non è solo istinto e percezione, ma anche logica. Questa è racchiusa nella capacità di interpretazione chiara. Infine, esser in grado di non farsi influenzare dal soggetto per cui esegue la divinazione, di trovare il proprio io attraverso la meditazione e la liberazione di ogni pensiero che possa inficiare la divinazione. Un po' quello che ho fatto per poter entrare in contatto con te». Una pausa. «Ah sì, il suo nome è la capacità di estraniazione». Se fosse andato tutto liscio come l'olio la strega avrebbe preso la strada del labirinto, accettando con una smorfia la benda sugli occhi ma sperando di udire al più presto il ronzio del suo fuoco fatuo ormai divenuto per lei un bellissimo scarabeo.
    Amalea Davidson

    "
    Fill your paper with the breathings of your heart.
    "

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    Marlee Beauvais, Adrien Beauvais, Brooks Ryan O’Connor.
     
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    Andrè De Long-Prée
    Divinante | 24 anni

    Andrè era sempre stato molto fiero dei propri studenti, ed in quel momento non sapeva più cos’altro dire. Erano tutti assurdamente bravi nell’eseguire quelle pratiche, ed erano riusciti tutti ad evocare quegli spiriti con fare agevole e con molta tranquillità, ed erano sicuramente riusciti a comunicare con lo spirito. Chi telepaticamente, e quindi aveva risposto correttamente alla domanda, e chi con altri mezzi, dimostrando di sapersi comunque adattare a tutte le circostanze che circondano un indovino. Lo sguardo ricadde su tutti gli studenti bendati, e una prima parola fu rivolta a tutti loro: era un docente molto gentile, ed era chiaro al mondo quanto lui volesse spronare i propri studenti per ricavare il massimo da tutti loro. “Ragazzi, siete stati bravissimi! Non è affatto facile evocare uno spirito, e sono davvero fiero di ciò che avete fatto. Per chi non ha dato la risposta corretta, non si disperi: ci sono metodi alternativi per comunicare, e noto che con la vostra creatività avete saputo sopperire a questa mancanza. Ora potete entrare, io mi farò trovare alla fine del labirinto!” E dopo quelle parole, anche se i ragazzi non avrebbero potuto vedere il docente, costui si mise un attimo in disparte, sedendosi a terra ed iniziando a meditare per una ragione non ancora ben identificata.

    Gli studenti sarebbero entrati all’interno del labirinto e, bendati, sarebbero dovuti giungere all’uscita guidati dai propri spiriti. All’interno del labirinto, ognuno di loro avrebbe trovato diverse prove da affrontare: dei salti da fare su delle pietre per evitare di cadere in una pozza di fango, uno slalom tra le pietre e chi più ne ha, più ne metta. Le prove, difatti, sarebbero variate da studente a studente in base alla fantasia del giocatore che li avrebbe mossi.
    Dopo aver superato tutte le prove di abilità basandosi sulla totale fiducia nei confronti dello spirito e della abilità di comunicare con lo stesso, i ragazzi sarebbero giunti a quella che sembrava l’uscita del labirinto, anche se loro non avrebbero potuto vedere nulla dato che erano del tutto bendati. A quel punto, tuttavia, fu chiaro come mai Andrè si era messo a meditate lì di fianco all’entrata. In quel momento, infatti, non appena tutti misero piede nei pressi dell’uscita del labirinto, gli studenti avrebbero visto la benda davanti ai propri occhi sparire completamente, ritrovandosi davanti una versione ‘luccicante’ e ‘svolazzante’ del professor De Long-Prée che, in quel momento, li stava visitando sottoforma di proiezione astrale.

    “Benvenuti all’uscita del labirinto. A questo punto, la benda per coprire gli occhi è del tutto inutile, e vi basterà immaginare che l’uscita sia proprio davanti a voi. Però… non sarebbe una mia lezione senza un colpo di scena che vi permetta di muovervi un po’, e sicuramente le prove all’interno del labirinto non erano abbastanza! Davanti all’uscita troverete un esemplare di Rana Gigante, ovvero una vera e propria rana dalle dimensioni mastodontiche, che sebbene non tenterà di mangiarvi o di uccidervi, cercherà comunque di impedirvi l’uscita dal labirinto. Come la potete oltrepassare? Dovrete combattere. Vi avviso che, però, i vostri incantesimi lanciati a caso saranno del tutto inutili, e dovrete riuscire a capire qual è il suo punto debole per riuscire a sconfiggerla. Come potete capirlo? Dovrete usare la comunicazione con i vostri spiriti per farvi comunicare da loro il punto debole.” SI fermò per un istante, continuando poi con le spiegazioni ed augurando un in bocca al lupo a tutti i ragazzi. “Questo è per dimostrarvi l’importanza della divinazione non solo nella vita di tutti i giorni e nelle cose di poco conto, ma anche nel combattimento. Intuito, divinazione, ragionamento, sono tutti elementi che dovrete mettere in campo per poter oltrepassare quest’ultimo grande ostacolo. Vi aspetto fuori!” E a quel punto l'immagine del docente sparì, lasciando spazio a quella rana gigante che aveva l'aspetto di qualcuno che difficilmente avrebbe lasciato passare le persone per uscire di lì. Dovevano combattere, e non dovevano farlo a caso ma sfruttando la comunicazione con gli spiriti e le proprie abilità di ragionamento.

    RevelioGDR


    NON AVRETE IL POST DI ANDREW A QUESTO GIRO, QUINDI POTETE POSTARE A PARTIRE DA ORA!

    Benvenuti all'inizio della parte più succulenta! Come avrete potuto leggere nel post di Andrè, in questa fase dovrete:

    - Entrare nel labirinto guidati dal vostro spirito.
    - Affrontare diverse prove di 'abilità fisica' all'interno del labirinto. --> Attenzione, vi ho lasciato la piena libertà di scegliere in autonomia la tipologia di prove che il vostro pg svolgerà. Andrè ha dato qualche esempio nel narrato (quindi uno slalom tra pietre, o magari un parkour per non cadere in una pozza di fango, o comunque cose di questo genere). Non ho voluto dare degli ostacoli fissi per non creare qualcosa di ripetitivo anche per chi ha più di un solo personaggio, quindi mi affido completamente alla vostra capacità di inventare! Siate fantasiosi, divertitevi e fateci divertire! <3
    - Affrontare il 'boss finale', la Rana Gigante, singolarmente (quindi non combatterete insieme agli altri compagni). Anche qui, per affrontarla potete usare tutti gli incantesimi che volete e avrete a disposizione tutte le azioni che volete. Create un bel combattimento ragionato e strategico, Andrè e Andrew non valuteranno tanto la scelta degli incantesimi, quanto la vostra capacità di ragionare e di usare l'intuito. Per scoprire il punto debole della rana dovrete chiederlo ai vostri spiriti con il metodo di comunicazione telepatico (o alternativo per chi non ha dato la risposta giusta alla domanda della parte precedente). Nel combattimento apprezzeremo moltissimo la fantasia, la coerenza, la strategia, l'intuito e la comunicazione con lo spirito, quindi questi sono i punti sui quali vi consigliamo di concentrarvi. Anche qui, onde evitare di darvi troppi limiti, potete scegliere VOI STESSI quale sarà il punto debole della rana gigante che dovrete affrontare singolarmente! Può essere una parte del corpo, una particolare debolezza ad un certo tipo di incantesimi, cose di questo genere! Potete inventare! Potete autoconcludere di vincere e di uscire dal labirinto, ma mi raccomando, facciamo affidamento sulla vostra capacità di essere coerenti, quindi vi chiediamo di non fare azioni esageratamente irreali! <3
    - Uscire dal labirinto, aspettando poi il resoconto della lezione.

    SCADENZA: 15/09/2022 alle ore 21:30


    Edited by Andrè De Long-Prée - 15/9/2022, 19:37
     
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    La benda sugli occhi sarebbe stata un vero problema ma con la guida spirituale che aveva accanto poteva fare del suo meglio, essa iniziò a dargli indicazioni sulla strada giusta da seguire, sembrava semplice la cosa inizialmente con l'aiuto della "leonessa". Poi però iniziarono le vere prove da affrontare, venne fermata abilmente e in tempo dalle parole che risuonarono nella sua mente che erano del suo spirito guida.

    Stai attenta, fermati adesso e segui le mie indicazioni. Hai uno stagno pieno di melma davanti a te. Fai un passo in avanti piede per piede e troverai delle pietre che ti porteranno al lato opposto, sono dritte a te, sono sei.

    Quindi cercò con il piede destro la prima pietra, cosa non semplice di fatto toccò la medesima dopo diversi tentativi andati a vuoto, poi il piede sinistro e la pietra successiva. Fece a questa maniera alternando i passi decisi e sicuri in avanti per arrivare al termine della melma e toccando terra, una zona sicura. Anche il tenere le braccia aperte fu alquanto decisivo per l'equilibrio in ogni passo. Nuovamente l'aiuto del suo spirito guida nel proseguire fino ad arrivare a un nuovo ostacolo importante, non solo la direzione del labirinto.

    Ancora una volta devi fidarti di me, hai di nuovo uno stagno pieno di acqua questa volta. Sentirai un tronco davanti a te, devi essere sicura nel camminare e saper rimanere in equilibrio se non vuoi fare un bagno. Sii fiduciosa e capace di alimentare la tua forza mentale.

    Non sarebbe stato facile superare quel tronco e quello stagno che aveva davanti a se, cercò con il piede destro, il suo principale essendo destra, il primo appoggio sul tronco che le era stato annunciato telepaticamente. Poi salì sullo stesso anche con il piede rimanente e allargò le braccia fino alle spalle per la massima concentrazione e la miglior ricerca dell'equilibrio. Fece un bel respiro e iniziò a camminare sullo stesso facendo un passo in avanti alla volta, cercando anche di rimanere sempre in linea. Fece una ventina di passi e arrivò al termine del tronco, scese con attenzione dal medesimo e venne guidata verso la fine di quel labirinto direzione dopo direzione. Sperava che il peggio fosse finito, e sentire la voce del docente fu un sollievo. Si tolse la benda e tornò a vedere con i suoi occhi. Però non era la fine come sperava, c'era ancora un ultima prova da affrontare, una rana gigante apparì davanti a lei e il suo spirito guida. Il combattimento con la rana ebbe inizio, ma prima doveva poter capire come sfidarla al meglio.

    Come posso passare oltre a questa rana. Ha un punto debole per sfidarla ad armi pari?

    L'aiuto sperato arrivò dallo spirito guida.

    Si muove con le zampe, è veloce. Devi bloccarle le zampe e potrai passare facilmente.

    Quindi ascoltò quell'indicazione che le era stata rivolta, sapeva come agire. La rana iniziò a saltare da una parte all'altra, ciò la destabilizzò inizialmente non sapeva dove colpirla. Però capì che doveva provare a disturbare il suo movimento, il terreno dove saltava. La rana provò a saltarle addosso con un balzo veloce, ma riuscì a uscire dalla sua traiettoria spostandosi in tempo. Era giunto il momento di agire, non poteva perdere tempo. Ondeggiò la bacchetta e scoccò un colpo verso la zona dove era appena atterrata la rana. Quindi disse la formula magica.

    Cumtello!

    La terra al di sotto della rana divenne delle sabbie mobili, vide che non si muoveva più come prima cercando di uscire dalle stesse. Quindi poteva continuare la sua offensiva. La rana provò ad attaccarla con la lingua che le uscì dalla bocca come un balzo, ma anche questa volta si levò dalla sua traiettoria. Con la bacchetta puntata verso le zampe della rana fece una spirale in senso antiorario poi disse la formula magica.

    Incarceramus!

    Le funi che uscirono dalla sua bacchetta bloccarono le zampe dell'animale di grandi dimensioni, era bloccata. Quindi approfittando del momento superò in velocità la rana e si portò verso l'uscita del labirinto, ma prima di uscire volle liberare quella creatura. Fece una F con la bacchetta puntata verso la medesima e quindi andò di formula magica.

    Finite Incantatem!

    Le funi che bloccavano la rana sparirono e lei si diresse direttamente, insieme allo spirito guida, all'uscita. In un battibaleno si ritrovò fuori dallo stesso.


    RevelioGDR




    1- Nome: Incanto Sabbiatomba
    Classe: Elementale
    Formula: Cumtello (fusione di Cuntumulo e Tellus)
    Movimento: ondeggiare la bacchetta e scoccare un colpo verso il punto in cui si vuole generare la magia
    Effetto: dalla bacchetta si libera una scintilla gialla che, impattando con una superficie orizzontale formata da elemento terra (terra, pietra), anche parzialmente sintetico (pavimento, asfalto), purché non incantato magicamente, la trasforma in sabbie mobili. Tali sabbie mobili attirano verso il basso qualsiasi essere non vivente fino ad inglobarlo completamente, se possibile; in caso di esseri viventi, questi verranno attirati al fondo per la parte caudale (gambe/coda), venendo inglobati fino all'altezza del collo. Quando la magia termina il suo effetto o ingloba al massimo possibile qualcosa, si solidifica in sabbia, bloccando i movimenti di qualcuno senza però soffocarlo.
    Note: è possibile sfuggire alle sabbie mobili tramite la propria destrezza o incanti di levitazione; maggiore è l'intelligenza del mago, maggiore è la forza trainante.
    Il raggio di azione della magia è pari a r=1+Intelligenza/10. Il raggio indica anche la profondità pozza di sabbie mobili.

    2- Nome: Fattura Imprigionante
    Classe: Offensivo
    Formula: Incarceramus
    Movimento: Disegnare una spirale in senso antiorario
    Effetto: Genera delle grosse funi dalla bacchetta che avviluppano la persona o la Creatura Magica contro cui è lanciato l’incantesimo
    Note: con Tecnica > 25 possibile decidere il materiale delle funi tra quelli non magici. Con Magitecnica 2, è possibile realizzare anche funi con materiali magici.
    con Coraggio > 25 le funi infliggeranno il dolore (generalmente metà del dado al netto di bonus e malus); con Intelligenza ≥ 35 le funi possono inibire la magia del mago.

    3- Nome: Incanto Finitus
    Classe: Generico
    Formula: Finite Incantatem
    Movimento: Disegnare una F
    Effetto: Annulla gli effetti di un incantesimo generico o di una fattura.
    Note: Se il dado complessivo supera quello che ha determinato la magia, la infrange. Può essere applicato su incantesimi diversi dai generici o dalle fatture minori, a patto che non siano magie oscure e che l’Intelligenza del mago superi il PP di riferimento dell’altro mago. La magia è invece autoconclusiva sugli incantesimi scagliati dal mago.
     
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