Starà mai zitto? pensò sconsolata, ascoltando l'amico che parlava da quella che le sembrava un'ora -ma probabilmente non erano che pochi minuti- senza realmente la forza o l'intenzione di imporgli di chiudere la bocca. In quel momento, la maggior parte di tutta la sua attenzione era catalizzata verso le prove che di lì a poco avrebbero dovuto affrontare. Aveva studiato parecchio ogni singola materia per arrivare il più preparata possibile ai MAGO. Probabilmente si stava preparando per affrontarli dall'inizio dell'anno, ma quei giorni che separavano la cerimonia di fine anno e l'inizio degli esami, li aveva passati praticamente chiusa in casa -non che non fosse stata bene, non poteva dire di essere ricca sfondata, ma aveva tutti i comfort che desiderava- senza sentire praticamente nessuno, compresi gli amici. L'unica presenza costante nella sua vita, in quel periodo, che l'aiutava a scandire le ore che passavano inesorabili, era quella di suo figlio. Di certo lui non poteva chiuderlo fuori dalla propria stanza per isolarsi completamente. Doveva dire, comunque, che era stata una compagnia piacevole... per quanto potesse essere di compagnia un bambino di quasi un anno (?). A tal proposito, il giorno dopo i MAGO avrebbe compiuto un anno e lei se n'era quasi scordata, troppo presa da tutto ciò che era successo quell'anno.
Ma ora stavano per affrontare l'ultimo step che avrebbe definitivamente chiuso quel periodo per dare spazio a due mesi di relax e spensieratezza. E a dire la verità, per quanto non le dispiacesse l'Accademia, non vedeva l'ora.
Capisco perfettamente si limitò a confermare, ancora con la testa un po' tra le nuvole, dopo aver affrontato la prova teorica di storia e aritmanzia.
Beh, è un grande passo avanti si sforzò di aggiungere, giusto per non sembrare troppo fredda e disinteressata, lasciando poi di nuovo spazio a Lucas.
Ascoltami annunciò, spazientita, fermandosi e posandogli entrambe le mani sulle spalle.
Io non conosco Emma, ma non mi sembra il tipo. Inarcò un sopracciglio, rendendosi conto di non avere molto altro da aggiungere.
Non farti condizionare dalle... esperienze precedenti agitò una mano con fare sbrigativo, come a voler sorvolare su quella sfumatura dell'argomento.
Ma vacci comunque con calma fece una piccola pausa, riprendendo fiato come se avesse parlato per un'eternità.
Però non mi sembra psicopatica come qualcun'altra sbuffò, riferendosi chiaramente a Elizabeth che ad inizio anno l'aveva aggredita manco le avesse detto di essersi scopata Lucas. Ripensandoci, le venne quasi da ridere per quella situazione paradossale. Lei che sembrava così tanto presa, era stata la causa dell'avvicinamento di Jess e Lucas, nonché il motivo principale per cui erano finiti in quel bagno la prima volta. Ma quello non lo disse.
Sii felice; ha invitato te, poteva non farlo o invitare qualcun altro... pensa a questo. Non credo ti avrebbe invitato a Parigi per farti scoprire che ha un altro. Avrebbe benissimo potuto risparmiare soldi e fartelo scoprire qua scherzò, con una piccola e quasi impercettibile nota amara nella voce. Non aveva troppa voglia di fare dello spirito, invero.
Ora concentrati solo sugli esami: pensa a farli bene e che domani a quest'ora probabilmente starete camminando per le strade di Pargi. Aggiunse, guardando il cielo che si inoltrava verso il tramonto.
Ma per qualsiasi cosa, chiamami. Il mio magifonino è sempre acceso, per te gli disse, con un sorrisetto, mentre entravano nell'aula dove si sarebbe tenuta la prova di Rune e di Incantesimi, quindi andò con lui a sedersi in prima fila.
Sicuro di sentirti bene? domandò, prendendolo bonariamente in giro, prima di girarsi verso la prefetta Dioptase e sorriderle, così come sorrise a Barnes. Ma non disse nulla, limitandosi a spostare le sue iridi scure, nuovamente verso il suo accompagnatore per quel giorno.
Mi farai l'onore di portarmi un souvenir? domandò, fintamente stupita.
Vale lo stesso discorso per te iniziò, sorridendo.
Dopo gli esami, andrò in Spagna con Gyll, poi presumibilmente in agosto, andrò a Dubai con Blake e... abbassò la voce, scrollando appena le spalle.
Non lo so, forse in Scozia. Aveva molte implicazioni e sottintesi quell'ultima parte del discorso, ma non fece tempo ad aggiungere altro che il professor Olwen iniziò a spiegare cosa avrebbero dovuto fare in quella prova. Si arrotolò le maniche della divisa -sì, per una volta l'aveva indossata- più per fare qualcosa che per reale necessità, annuendo un po' a caso alle parole del docente.
Non che le parole di Lancelot fossero molto rassicuranti, ma si trincerò dietro la sua convinzione di essere pronta. Alzò l'ampolla in sincronia con quella del moro, quando attirò la sua attenzione.
Beh, alla salute commentò, sarcastica, prima di ingollarne il contenuto in un sorso. Sulle prime, non successe assolutamente nulla poiché doveva passare il tempo annunciato e, appunto, dopo i famigerati dieci secondi, qualcosa cambiò.
Ricordava perfettamente -grazie ad utilissime esperienze pregresse- le sensazioni sgradevoli che provava ogni volta che un attacco di nausea la colpiva. Non che le vertigini fossero molto più gradevoli, dal momento che le sembrò che tutto, davanti a sé, vorticasse paurosamente, rendendole l'azione del pensare ad una soluzione, qualcosa di estremamente complicato. Non ci volle poi molto prima che arrivasse anche la nausea che si palesò prima con una stretta allo stomaco quasi bruciante, poi con una sgradevole sensazione alla bocca di esso. Lottò comunque contro i conati -ehi, non voleva guadagnarsi la fama di imbrattatrice di aule (?)- ed afferrò la sua bacchetta, stringendola tra le dita.
Dunque... la runa... che runa può essermi utile? In quel contesto sembrava davvero difficile mettere in fila due pensieri per giungere ad una conclusione, ma doveva riuscirci. Voleva assolutamente passare quei dannati esami e le sarebbero piaciuti anche il massimo dei voti, ma per il momento non chiedeva troppo. Provò a figurarsi in mente il manuale della materia, per ricordarsi gli effetti di ciascuna runa, poi...
sì, ci sono esultò mentalmente, mentre quegli odiosi sintomi le facevano perdere di lucidità.
Quella runa dovrebbe... guarirmi o comunque alleviare il fastidio ansò, sempre mentalmente, agitando la bacchetta di modo da tracciare con quanta più precisione possibile, la runa prescelta.
Chorium Runae disse, cercando di imprimere decisione nel tono di voce, tracciando con altrettanta decisione, Uruz. Se avesse funzionato senza nessun problema -cosa che si augurava di tutto cuore-, avrebbe recuperato abbastanza pv energie da riuscire a ragionare come doveva. Avrebbe senza ombra di dubbio avuto più possibilità di manovra, con la mente molto più lucida. Attese pochissimi attimi e, come aveva previsto, si sentì decisamente meglio, come se un enorme peso le si fosse sollevato dallo stomaco. Non aveva ancora recuperato al cento percento, ma riusciva a pensare con meno problemi; la nube che le offuscava la mente si stava lentamente diradando e la stanza vorticava molto meno vertiginosamente di prima. Ora avrebbe dovuto usare un incantesimo di cura. Erano parecchi quelli insegnati loro in quei due anni, ma solamente due -a suo avviso- sarebbero stati utili, dal momento che gli altri curavano ferite cazzi e mazzi: Unio Animarum e Innerva. Era indecisa su quale usare, ma si ricordò del recente compito di incantesimi che aveva svolto anche abbastanza egregiamente (la modestia non è di casa, no) e si convinse su quale usare.
Unio Animarum Jessica pronunciò quelle parole con quanta più fermezza e decisione possibile, proprio come l'incantesimo precedente. Attese qualche secondo ancora, chiudendo appena gli occhi. Sentì una dolce energia pervaderle il corpo, mentre un serpente nero con due piccoli occhi rossi scintillanti, fuoriusciva dalla sua bacchetta. Aveva un aspetto letale, tuttavia non avrebbe torto un capello a nessuno, ma tutto il contrario. Si andò dolcemente ad avvolgere attorno al corpo della corvina, restituendole quell'energia che, a causa della pozione, credeva perduta. Sì perché non solo le aveva provocato nausea e vertigini ma, di conseguenza, si sentiva a dir poco spossata. Quell'incantesimo sembrò quasi un toccasana anche a livello mentale -o forse era solo effetto placebo(?)- quindi rialzò la testa, sentendosi finalmente bene. Tuttavia si sentiva il volto in fiamme per la tensione e la gola riarsa e, a dirla tutta, con un saporaccio.
Aqua Eructo sussurrò, rivolta ad un punto a caso dietro di lei. Osservò per un solo secondo l'acqua zampillare dal terreno, poi unì le mani a coppa per raccoglierne un po', che portò lentamente alle labbra, bevendola come aveva fatto in precedenza con la pozione. Alla fine di ciò, si bagnò la faccia e aveva ufficialmente finito la prima prova; ora non restava che uscire dalla sala e dirigersi verso quella di astronomia e magitcnica. Sì, magitecnica. Sperò che l'esame non sarebbe stato troppo difficile, ma aveva ben vividi ricordi dell'ultima lezione combinata durante la quale non ci aveva capito nulla. Ad ogni modo, si alzò e se ne andò.