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.Eva sapeva che questa non sarebbe stata una lezione semplice, conosceva i pro e i contro di tutte le scelte che aveva fatto nel progettare quella didattica, quindi si aspettava diverse reazioni che in quell'aula erano state cacciate fuori.
I suoi occhi erano inteneriti da molto sguardi che c'erano tra i presenti, tuttavia, il suo naso si storse in qualche battibecco e qualche commento. Partendo dall'inizio, il primo a lamentarsi fu proprio Joshua. Lo sguardo glaciale di Eva si spostò lentamente verso il giallo viola. Tirò un respiro profondo e sorrise educatamente «Comprendo bene la sua perplessità sulla scelta per questa barriera, ma gradirei che rimaniate studenti e lasciate fare a me il lavoro da docente.» il suo sorriso si allargò lentamente, cordiale e caldo come era solita fare, ma non fu l'unica a mettere parola sul commento dell'Ametrino. Blake, poi Lucas, uno dopo l'altro, come se si fossero dati man forte, una questione di amicizia maschile, pareva. Eva spostò lo sguardo su tutti e tre, prima senza dire nulla, poi schiuse le labbra «Jones, Barnes e Evans. Gradirei che cambiaste di posto, mettendovi in un unico banco.» il suo tono era una dolce imposizione, che suonava come un ritmo allegro sui tasti di un piano forte. «E gradirei, inoltre, che le vostre voci mi facciano voltare in vostra direzione, solo per motivi strettamente legati alla lezione, a partire da adesso.» Poi il suo sguardo si spostò per brevi istanti su Lilith, la guardò arrivare a metà e fermarsi, poi con la coda dell'occhio osservò la ragazzina restare in silenzio.
Il primo a prendere parola sulla parte teorica di quella lezione, fu proprio Adamas. La rumena incrociò le braccia sotto i seni e ascoltò con attenzione le sue parole. Annuì, lasciando poi spazio agli altri studenti. Fu il turno di un'altra Ametrin, Mia. Oggi sembrava essere il loro giorno fortunato, per quanto si stavano dando da fare «Esattamente, per un periodo di tempo, l'utilizzo della magia bianca, era legato alla preghiera di fede. E spesso erano proprio i sacerdoti ad esserne fedeli custodi. Complimenti Freeman.»
Il suo sguardò si spostò nuovamente su Lilith, possibile che la ragazza più studiosa del suo anno, non stava parlando ancora? Cos'era successo alla ragazzina?
Si stava distraendo troppo, Eva, e a riportarla a terra fu la voce di uno degli studenti che aveva deciso di prendere sotto la sua ala protettiva: Blake Barnes.
Con lei lo sguardo si assottigliò di colpo, sentendo le sue parole «Barnes, linguaggio.» lo riprese, sempre con quell'agrodolce che faceva vibrare le sue corde vocali «Vedo che lei non ha ancora capito l'importanza delle tre parole che speravo avesse fatto proprie.» scattò in avanti, prendendo il gesso per la prima volta e scrivendole con un'elegante scrittura, sullo sfondo nero della lavagna «Autocontrollo. Lucidità. Maturità.»
Lanciò il gesso sulla scrivania, voltandosi a tutti «Queste, da oggi, sono le tre parole che voglio che vi ripetiate ogni volta che state per prendere una decisione che ne va della vostra vita, ma ancor di più di quella degli altri.» il tacco risuonava nell'aula, mentre a grandi falcate si avvicinò al banco di Blake «Ha detto di non credere alla magia bianca. Voglio ricordarle che se la sua compagna è ancora viva, non lo deve a lei, Barnes, ma a suo fratello. Che - mantenendo l'autocontrollo e la lucidità - ha preso una decisione matura, pensando a curare la signorina Clarke, senza metterla in pericolo con infantili urla contro chi l'aveva appena ridotta una pezza.» nei suoi occhi riconosci lo stesso sguardo di quando sei andato nel suo ufficio e lei ti accolto nelle sue braccia, donandoti l'aiuto che richiedevi e decidendo di non voltarti le spalle «Da oggi, in avanti, nella mia aula esigo che ognuno di voi rispetti l'altro. Che vi sia collaborazione. E proprio su questo che lavorerete a breve. Quindi ora, silenzio e lasciamo la parola alla signorina Whitemore.» voltò le spalle a quel banco così esplosivo, tornando alla sua cattedra «Sapevo che sarebbe stato difficile, ma loro devono farcela...» i suoi pensieri positivi erano forti, seppur le parole dell'Opalina la fecero aggrottare la fronte «Whitemore. So perfettamente che per lei, lo scorso anno è stato complicato, ma da qui a dimenticarsi il programma che ha seguito dentro la mia classe, mi sembra un po' esagerato. Tuttavia...» le mani andarono a massaggiare la fronte «... se ha bisogno che le rinfreschi la memoria sugli incanti curativi che abbiamo studiato l'anno precedente, la porta del mio studio è sempre aperta.» sospira, visibilmente provata da tutta quella fatica che sta mettendo a tenere buona l'aula, per la prima volta nella sua carriera, poi decide di ricominciare a camminare tra i banchi «L'utilità, non sta nel conoscere a menadito tutti gli incantesimi del manuale. Ma a saperli usare, nelle situazioni giuste. E su questo non basta un anno, nemmeno due, forse nemmeno dieci per poter essere sicuri di fare la scelta giusta.» riguardo alla scelta della barriera, non dice nulla, in quanto ha già espresso il suo giudizio a riguardo e non ritiene opportuno ritornarci.
Qualcuno inizia ad aprire le pergamene e Eva raccogliere le vostre facce come feedback di quello che leggete, poi osserva Erik e Jesse, a loro sorride, visibilmente compiaciuta dal loro intervento «Esatto, parliamo anche della presenza, nella storia della magia bianca, di rituali di protezione che sono stati sviluppati, adesso andati in disuso, dagli stessi religiosi del tempo. Di questi, ricordiamo le classiche benedizioni babbane degli ecclesiastici, per la casa, le nascite, i matrimoni...» lo sguardo glaciale si spostò su Jesse, mentre il bigliettino di Theresa arrivò tra le sue dita. A lei un sorriso amorevole, mentre finì di ascoltare Lighthouse. Il sorriso di Eva variò, da un cordiale abbraccio ad un soddisfatto lavoro «Senzațional! Complimenti Lighthouse. Quello che dice il vostro compagno è proprio vero. L'utilizzo della magia, è stato contaminato dalla religione, per diversi anni e non importava quale tipologia di magia fosse, ma se eri dalla parte giusta, allora era bianca. Possiamo anche notare, come alcuni incanti di Magia Bianca, abbiano mantenuto la loro origine - ritornando a poco prima - l'esecuzione che richiama la fede. A tal proposito, potete trovare diversi libri sulla magia bianca primitiva, nel reparto in Biblioteca. Per la prossima lezione, vorrei che voi mi portaste un approfondimento su almeno uno di questi e sulla sua storia e sviluppo, fino ai giorni nostri. Ora... passiamo alla pratica.» si voltò, tornando alla cattedra e aprendo il primo bigliettino di Theresa.
Sorrise, annuendo alle sue parole e la chiamò vicino, non appena questa fosse arrivata alla cattedra, Eva le avrebbe sorriso «Quando vuole, signorina Van Aalter, mi ritenga disponibile per aiutarla ad utilizzare meglio la magia bianca...»
Mentre gli ultimi banchi si sistemavano, fece l'ingresso Cameron. Eva lo guardò per un attimo, pensando a dove sistemarlo, e fu all'ora che il bigliettino successivo di Thes arrivò.
Eva si alzò in piedi e tirò un lungo respiro.
«Visto che ci deve essere un banco formato da quattro persone, rivediamo l'ordine dei banchi.
Evans, Barnes e Jones.
Clarke, Van Aalter, Foster e... Van Aalter.
Freeman, Lynch e Trouble.
Lighthouse, Holmes e Cohen.
Whitemore, Vesper e Freak.»
Lasciò che tutti si sistemassero, prima di abbassare la barriera con un colpo di bacchetta e mostrare dei banconi con al centro una gabbietta e dentro, per ogni tavolo, un cricetino.
Eva si fece spazio tra i banchi e passò dal lato opposto «Loro sono: Gin, Lennox, Rain, Pixie e Roxie. Il reparto di Magiveterinaria ci ha chiesto di tenerli con noi, solo che ancora non sono totalmente ristabilizzati.» si voltò verso i suoi studenti e indicò dove prendere posto «Sarete voi a farlo, non sono in fin di vita, vogliono solo un aiuto in più, che voi siete capaci di dargli.»
Scrollò le spalle e sorrise «Prego, fate pure... Io sarò qui a controllare il vostro operato.»SPOILER (clicca per visualizzare)//Finalmente alla prova pratica:
Avete a disposizione gli incantesimi di magia bianca del primo e del secondo anno, da poter utilizzare. Non vi ho limitato nella scelta per darvi una giusta coerenza in quella che farete voi, ma vi suggerisco di provare quelli che sono da apprendere a lezione, che trovate nel libro di Incantesimi, sono segnalati con la voce [Incantesimi] accanto al nome del sortilegio.
Per i posti e le creaturine sono queste:
Evans, Barnes e Jones. - Gin (F) - zampetta ferita
Clarke, Van Aalter, Foster, Van Aalter. - Lennox (M) - febbricciante, microfrattura zampa dx, in via di guarigione
Freeman, Lynch e Trouble. - Rain (M) - taglio da bendare
Lighthouse, Holmes e Cohen. - Pixie (F) - sangue dalla coda
Whitemore, Vesper e Freak. - Roxie (F) - un po' debilitata, stanca e deboluccia.
Vi richiedo due post, non appena farete il primo, attendete il mio lascia passare.
Scadenza di questa prima fase: 27 Novembre 2019By Annah.Belle. -
Joshua B. Evans.
User deleted
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by SPOILER (clicca per visualizzare)Un bell'Innerva al giorno toglie il medico di torno (?). -
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.Lucas Jughed Jones
stat - sche - cron - amet ★ ★ ★un ragazzo sogna sempre di essere in un gruppo, rock: tutto è più grande della realtà. No, quella non era sicuramente la giornata tipo che Lucas voleva vivere. Non si era svegliato bene, o meglio, non aveva proprio dormito, quindi era ancora peggio di come stava andando.
I respiri di Lucas erano pesanti e profondi, mentre cercava di non incrociare lo sguardo di nessuno.
Ascoltò le spiegazioni della docente, ttutavia la sua testa non stava recuperando alcuna informazione utile. L'unica cosa che gli interessava è che quella spiegazione avesse fine a breve.
Tuttavia, la docente non sembrava essere della stessa idea, tanto che proseguì con un lungo excursus su cosa fosse la magia bianca e bla bla bla «Mi sarei dovuto dare malato» fu il pensiero rapido che produsse la sua mente, mentre giocherellava con la pergamena letta da poco.
Poi arrivò la voce di Evans a infastidire ancora di più la sua giornata, il glaciale si sollevò di poco in sua direzione «Se non vuoi che la gente ti risponda, allora non parlare» non sorrise, non calò lo sguardo, non si scomodò dalla posizione sdraiata che aveva preso.
Quando la docente chiese di spostarsi di posto, Jug si voltò in sua direzione.
Non stava facendo sul serio vero?
Cosa diamine gli era saltato in testa a quella donna? Voleva fare esplodere la sua stessa aula? Non gli sembrava il caso. No.
Jug si alzò, prendendo la sua tracolla con una svogliatezza ed una lentezza che solo un grande peso addosso potevano equipararla.
Passò accanto al banco di Joshua, affiancando il ragazzo, mentre lo sguardo andava su Blake «Prendi appunti anche per me, Barnes.» quindi si voltò verso la docente di Incantesimi e prima di parlare, cercò con lo sguardo Erik e poi Elisabeth. Su questa si soffermò poco, quindi tornò sulla docente «Mi spiace professoressa, ma credo di sentirmi bene. Vado a fare visita a Mave.» quindi si sarebbe diretto verso la porta e l'avrebbe inforcata, per uscirne.SPOILER (clicca per visualizzare)Uscita dalla lezione per Lucas.
Purtroppo è un po' di carattere difficile, quindi ho cercato di giocarlo con coerenza... sorry, mum!code © psiche. -
.16 YO ✕ Ametrin“Come on skinny love what happened hereLa Professoressa Ivanova era davvero una persona gentile e accomodante, la sua essenza alla vaniglia aveva migliorato la condizione dei suoi nervi ma solo un po’, velocemente il peso degli ultimi eventi e di quel periodo tutt’altro che tranquillo e rilassante le ricaddero addosso, così come sembrarono avvolgere anche tutto il resto della classe.
Si sforzò di rispondere a Molly con un ” E’ perfetta…” riferito alla sua frase, anche se non era perfetta per niente, non aveva voglia di parlarne e quella semplice pergamena non aveva fatto altro che confonderla. La risposta di Elisabeth la fece sentire ancora più sbagliata, portandola ad abbassare per qualche istante lo sguardo, seppur cercò di tranquillizzarla con un generico ” Non preoccuparti”. Dopotutto Mia sapeva che la ragazza aveva ragione, era stata solo molto più schietta e diretta di lei, e aveva fatto male in un certo senso. Cercando di non apparire comunque maleducata o a disagio cercò di lanciare un’occhiata verso Tess , e anche se non poteva vedere quel che stava passando il suo silenzio e quella lontananza la fecero sentire ancora meno a suo agio. Sperava che una lezione bastasse a calmare le acque, a migliorare la situazione, ma si stava già rendendo conto che ricominciare come se niente fosse era pressoché impossibile.
Le dispiacque per Lilith , ovviamente, non la conosceva così bene ma era chiaro che avesse subito ben più di qualche trauma e avrebbe voluto davvero aiutarla. Poteva solo immaginare come si sentisse, che cosa volesse dire essere allontanata dall’unica persona che voleva al suo fianco, ma la professoressa non sembrava davvero intenzione a cambiare idea, anche se non aveva detto niente comunque contro di lei. Certo, Blake non era il migliore mediatore del mondo, e non aveva impiegato molto ad alzare la voce e imporsi come suo solito. Non riusciva a smentirsi nemmeno adesso, nonostante quel che avevano vissuto non sembrava in grado di tenere a freno la lingua e starsene al suo posto. Ovviamente si chiese come fosse possibile , come mai tutti quanti fossero shoccati e diligenti e lui invece non potesse proprio farcela a starsene zitto. Era così scombussolata e stanca che in quel momento quel suo attacco improvviso la indispose più del solito.
Non aveva idea di quel che fosse successo tra lui e chiunque altro, in quel preciso momento non le importava nemmeno: voleva essere d’aiuto, voleva ancora fare le cose giuste, comportarsi nel modo migliore, ma era umana e in quel momento aveva tutto tranne che la pazienza. I suoi nervi erano stati messi a dura prova negli ultimi tempi e l’ultima cosa di cui aveva bisogno era un litigio: era troppo stanca per alzarsi in piedi e incominciare ad urlare, non era nemmeno sicura che avrebbe funzionato o che fosse il caso di imporsi in quel modo. Nonostante tutto ovviamente non poteva starsene zitta al suo posto, non sarebbe stato da lei e non se lo sarebbe perdonata.
Piuttosto si sforzò di ricordarsi che la gentilezza era la chiave per tutte le cose, che bisognava sempre seguire la ragione e non le proprie emozioni e si impose di schiarirsi la voce e cercare di fare la cosa migliore per tutti. “Professoressa, forse potrebbe davvero permettere a Lilith di stare con Blake…dopo tutto quello che è successo di recente.” provò ad intervenire e no, non lo stava facendo per Blake, lo stava facendo perché le dispiaceva che una ragazza così si mettesse a piangere, e perché forse le sembrava di poter leggere nel suo comportamento qualcosa di famigliare, che le smuoveva lo stomaco e l’aveva obbligata ad intervenire anche quando vedere Barnes ripreso non le stava dispiacendo poi troppo. Avrebbe potuto dirgli qualcosa, infierire a sua volta, ma si trattenne perché riconosceva che a parlare, in quel caso, sarebbe stata solo la stanchezza.
Ma se sperava che una misera buona azione potesse portarle fortuna, si sbagliava di grosso. La sua testa minacciava già di scoppiare quando sentì la mano di qualcuno tra i capelli, contatto che le bastò per drizzare la schiena all’istante ed irrigidirsi. Se il ragazzo fosse rimasto a portata di morso non avrebbe esitato a mordergli la mano, il polso o a lasciargli un schiaffo stampato sulla guancia, qualunque cosa pur di fargli male, a costo di sembrare una pazza. Mia non tollerava il contatto fisico, ancora meno da parte di persone di sesso maschile, e ancora meno se era un chiaro modo per farla sentire inferiore o debole. Non ebbe nemmeno bisogno di vederlo per capire chi aveva osato tanto, poteva essere solo una persona: Cameron Cohen.
Aveva avuto a che fare con il ragazzo già più di una volta, abbastanza per capire che aveva lo stesso potenziale di Blake Barnes di farle venire una crisi di nervi, anzi forse partiva addirittura avvantaggiato: amico di Mark –si quel famoso Mark che sembrava incapace di non perseguitarla ormai da anni-, era sicuramente ancora più stupido e ancora più irritante di un Barnes qualunque. E questo la diceva decisamente lunga su quanto Mia potesse faticare a sopportarlo. Blake almeno provava a proteggerla e anche se la ragazza non era pronta ad ammetterlo, una parte di lei lo sapeva -questo non lo giustificava, certo, rimaneva comunque fastidioso--, ma Cameron sembrava avere la magica capacità di apparire ovunque e nel momento peggiore.
Si sforzò per mantenere la calma, per non alzarsi e finire per spingerlo al muro –per fare cosa poi? Ad uno scontro corpo a corpo lei, così minuta, non avrebbe di certo potuto averla vinta, e anzi non avrebbe fatto altro che farlo sentire ancora più forte-, ma ovviamente non riuscì a trattenersi. “Oh wow, non sapevo sapessi pronunciare un Alohomora… i tuoi neuroni hanno esaurito la loro unica azione giornaliera immagino.” lo rimbeccò guardandolo male, contenta che fosse lontano da lei ma non altrettanto felice che fosse insieme a Tess. Non le avrebbe mai augurato una compagnia del genere e una vocina nel suo cervello non mancò di suggerirle che chissà, forse i due si sarebbero alleati e anche Tess sarebbe passata dalla parte di Cam e Mark. “Non lo farebbe mai, non mi farebbe mai del male” provò a ripetersi, ma senza riuscire a tranquillizzarsi del tutto.
Abbassò poi la voce e assottigliò lo sguardo. ”Fallo di nuovo e ti ritrovi senza una mano.” lo minacciò e no, non era un comportamento da lei, Mia aveva un’etica, aveva delle regole, aveva dei valori e proprio per quello detestava Cam: in tempo zero riusciva a farla diventare una persona che non riconosceva nemmeno. Ma era stanca, aveva sedici anni, aveva vissuto esperienze che i Babbani della sua età non riuscivano nemmeno ad immaginare e decisamente quello non era il periodo migliore della sua vita, forse anche per quello finì per essere così tanto affettata pur in un contesto simile, dove forse avrebbe potuto trattenersi.
Di certo non mancò di sospirare e alzare gli occhi al cielo vedendo la sua posizione, totalmente irrispettosa e fuori contesto. Non erano così simili ma dannazione a vederli così avrebbe detto che Barnes e Cohen potevano pure essere fratelli separati alla nascita per la loro strafottenza!
“La magia bianca serve a riportare equilibrio, non so se hai presente. Ma non mi sorprende se non riesci a comprenderlo, o se non sai come fare un Epismendo.” lo rimbeccò prontamente. No, nemmeno Mia sapeva fare un Epismendo, non era un incantesimo del primo anno, ma ne aveva sentito parlare, aveva letto abbastanza al riguardo e in quel momento avrebbe fatto di tutto pur di metterlo a tacere, anche fingere di conoscere cose di cui sapeva ben poco. In effetti era abbastanza sicura che il ragazzo sapesse di cosa stava parlando, era un ex Corvonero, ma lei aveva intenzione di continuare a trattarlo come un idiota, quale era. Non era davvero stupido, ma quello era un suo nervo scoperto e così come lui non sembrava intenzionato a smetterla di darle sui nervi, lei non era certo propensa a risparmiarsi.
Sperava che la professoressa lo mettesse a tacere, in realtà, si augurava che qualcuno mettesse Cameron al suo posto ma ovviamente non successe. Si sforzò di farsene una ragione e ascoltò con attenzione le direttive della docente, ancora intenzionata a fare del suo meglio per impedire a un Cohen qualunque di rovinare la sua media e il suo rendimento. Si schiarì la voce, fosse ancora solo per recuperare il suo solito ordine, e poi si concentrò sul topo che aveva di fronte: quella creatura le suscitò una pena istantanea, quella palletta di pelo ferita riuscì se non altro a catturare tutta la sua attenzione.
Sorrise appena a Molly, alzando lo sguardo verso di lei. “Non preoccuparti, insieme riusciremo a fare qualcosa di buono” provò a confortarla perché sì, Mia era sveglia, gentile e non riusciva a non esserlo anche in momento come quello, anche quando parole confortanti di quel tipo avrebbe voluto sentirle per sé e rivolgerle a qualcun altro le costava non poca fatica. A sua volta si sporse verso la creatura, cercando di non spaventarla più di tanto e usando tutto il suo charme con gli animali per coccolarlo un po’. Avvicinò la sua mano al muso del topolino ma aspettò che fosse lui ad avvicinarsi e annusarle le dita, mentre Molly cercava di rilassarsi. Dal momento che l’altra ragazza pronunciò un Emplastrum, Mia si ritrovò a pensare che un taglio come quello, per quanto piccolo, sicuramente non poteva fare bene ad una creaturina simile e, fiducia che l’incantesimo della sua compagna andasse a buon fine, optò per un ”Innerva” che eseguì con attenzione e precisione, nella speranza che andasse a buon fine e potesse aiutare il piccolino a riprendersi più in fretta.[code by psiche]
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Uso Accio per richiamare delle verdure per il criceto... e non so se possa essere utile, ma in caso attiverei il quirk seguente.
Io so cosa voglio: Adamas ha le idee chiare per quanto riguarda i suoi accessori. +1 Intelligenza se appella qualcosa; +2 se lo fa per procurare qualcosa a qualcun altro: è un bravo ragazzo, lui. (Ovviamente in questo caso il qualcun altro sarebbe il criceto XD)SPOILER (clicca per visualizzare)Giadì Freddie Freak. -
.“Se devo avere poco scelgo di avere nienteBlake
BarnesQuella non era solamente tensione, quella era una sorte di rabbia repressa e cose non dette che alla fine sarebbero esplose come dinamite a contatto con del fuoco. Blake era così. Aveva una reputazione che si era costruito per i suoi comportamenti srontati e molot molto imprevedibili. Sapeva benissimo che qualsiasi cosa gli altri pensavano di lui poteva essere giusta e sbagliata allo stesso tempo. Perchè era fatto veramente in quel modo, poteva stare ella giornata migliore del mondo e comportarsi come una persona normale oppure svegliarsi storto e boom, diventare un pericolo, inoltre sotto pressione Blake tendeva ad essere come una pentola a pressione un pò rotta, poteva tanto esplodere,non fare assolutamente niente. Era lunatico ed istabile in più soffriva di attacchi di rabbia. Insomma era un "Bipolare con il dramma", se lo era scritto anche in una canzone precedentemente e la cosa oramai era stata accettata da lui. Ma come poteva andare avanti fino a fine lezione? Sentì le parole di Joshua. Sicuramente avrebero dovuto parlare ma era evidente che anche lui non stava poi messo così bene ad umore, poi sentì Lucas. Quasi gli venne da ridere della situazione, ma non riuscì a rispondere proprio niente in quanto la Ivanova si diresse verso di lui. Le parole, come al solito gli arrivarono dritte dritte come uno schiaffo in faccia. Quella strana voglia di dover per forza avere un battibecco con i docenti doveva capire da dove arrivasse. Eppure il fatto era proprio quello. lui era così con i professori se si sentiva a suo agio perchè, anche se non lo avrebbe mai ammesso, li vedeva come una sorta di genitori. Specialmente Eva e Lance. Loro erano stati fondamentali per la sua crescita emotiva, anche se ovviamente c'era molta, moltissima strada da fare. Sgranò gli occhi e gli venne spontaneo alzarsi dal banco e dare un pugno sul quel legno. Non era una sfida con la Ivanova, non era quello il punto, non voleva spaventarla ne tanto meno credeva che una donna di quel genere potesse farlo. Se fosse ancora viva l'andrei a prendere a calci in culo. Ha ragione ho sbagliato a mettere in pericolo la mia ragazza e ne ho pagate le conseguenze, ma non mi pento di quello che ho fatto. Ok, le cose degeneravano abbastanza velocemente nella testa di Blake e la cosa veramente brutta era che effettivamente non aveva avuto nessun tipo di ripensamento su quello che aveva fatto. Si era preso lo schiaffo in faccia da Lilith e non aveva detto niente, suo fratello gli aveva levato la bacchetta e non aveva fatto niente per disobbedirgli, aveva addirittura lasciato che Eilidh curasse Lilith - come se fosse lui a dover decidere - aveva avuto lo sguardo di Erik e Jesse addosso come se neanche fosse davvero un terrorista! Marcato a vista anche dalla Lynch e da ogni professore esistente in quel diavolo di castello. Ma no, se in quel momento avesse avuto Naga di fronte avrebbe fatto la stessa cosa, se non molto peggio. La sua fidanzata non gli parlava più, nessuno sapeva cosa diavolo le era successo, quella stronza di una medimaga non diceva niente senza contare che aveva deciso di scoparsi suo fratello proprio in quel periodo di merda, i suoi compagni lo ritenevano un pericolo pubblico da tenere sotto controllo ed a vista. Blake non era solo sotto pressione, era completamente fuori controllo. Strinse i denti e l'indifferenza di Eva lo annientò in tre secondi. Poi sentì le parole di Mia ed alzò un sopracciglio. Cosa vuoi fare per convincere la prof? Ti getti nelle braccia della barriera e vedi se questa volta riesci a morire?No, non era gentile con nessuno. Clarke è forte ed io sono qui. Quanta presunzione in una sola frase. Ma non lo faceva per fare colpo su nessuno, Blake credeva in Lilith in una maniera smisurata, era riuscita in un miracolo e lui sapeva che era forte, doveva solamente capirlo di nuovo. Lei era un prefetto, era grandisosa in tutto quello che faceva. Doveva solamente ricordarsene e lui era li per quello. Voleva bene anche a Mia ma con lei era così arrabbiato che ancora non riusciva a darsi pace davvero. Si rimise seduto e questa volta fu Lucas a fargli alzare un sopracciglio. Alzò gli occhi al cielo. Ehi!Jones non prendo gli appunti per me figurati per te! E se te ne vai, così... sei solo un cazzo di vigliacco! Prendi quel culo da pezzente e siediti. Oh si aveva capito in pieno cosa voleva dire la Ivanova con "Barnes modera i termini!" Ma infondo si stava rivolgendo ad un suo compagno di classe no? Sbuffò e poi erano davvero tutti e tre nello stesso banco? In realtà non era arrabbiato con Joshua per qualcosa in particolare, ma era arrabbiato perchè non si era schierato con lui, ma seplicemente contro di lui. Insomma in quel momento Blake non capiva il suo gesto e per questo, il prima possibile voleva andargli a parlare. Assolutamente. Si, suo fratello aveva salvato Lilith con la magia bianca ma lui non era suo fratello e per il resto della spiegazione della professoressa stette in silenzio guardando di tanto in tanto Lilith. Forse avevano ragione tutti, lui era stato la condanna a morte di quella ragazza, della persona che adorava di più di tutti. Si morse il labbro. Cavolo! Doveva davvero trovare il modo di sfogare tutto quello che gli stava passando dentro la testa, doveva trovare la soluzione per liberarsi di tutto quello, se no sarebbe stato veramente un pericolo prima per Lilith e poi per gli altri. Peccato che degli altri, incluso se stesso, non gli importava.
Gin. La creaturina di cui dovevano prendersi cura. Lucas aveva deciso di andare via e quindi rimanevano solo lui ed il vecchio Evans. Loro erano amici? Prima ancora di prendere la sua bacchetta guardò il suo compagno. Perchè? Lo guardò dritto negli occhi. Si, non era il momento, era ovvio che non era il momento, ma non riusciva ad avere una mano ferma e doveva ritrovare la lucidità(?), ritrovare? o Forse trovare e basta. Guardò di nuovo Lilith e poi la Ivanova. Si, gli serviva una stanza dello spazio e del tempo per urlare talmente forte da riuscire a liberarsi di tutto quello. Fece un respiro profondo. Lui conosceva il Reinnerva, glielo aveva insegnato la Ivanova per rendersi utile con Lilith e non era riuscito neanche a ricordarsene. Innerva! Forse non era il momento di farlo, non adesso con la scarsa concentrazione che aveva. Forse appena sufficiente per far si che riuscisse l'incantesimo del primo anno. Insomma la versione meno estesa di quello che in realtà lui conosceva. Doveva stare tranquillo, almeno in quel momento. Se non per lui, almeno per Lilith.✕ schema role by psiche. -
.«Being brave means knowing that when you fail, you don't fail forever.» - Lana Del ReyEra assolutamente certa del fatto che fosse stata cristallina nel suo messaggio indirizzato alla Ivanova, tant’è che sembrava aver preso bene la notizia di voler approfondire la sua curiosità riguardo la magia Bianca. Però riguardo Clarke, forse c’era un motivo se non l’aveva spostata assieme a Blake, di sicuro ci doveva essere ma Theresa non lo comprese anzi, sbuffò evidentemente contrariata ma con l’aria di chi ci avesse anche un po’ perso le speranze per poi voltarsi un’istante verso Mia, sentendosi osservata. Fece una smorfia verso di lei comunicandole un inequivocabile “e ti pareva.” Poi si rivolse direttamente a Lilith scrivendole sul proprio blocchetto una frase indirizzata a lei
“ci ho provato.” e fece spallucce, tendendo le labbra in un ulteriore smorfia. Il tipo di lezione era utile, senz'altro e magari se il clima fosse stato meno pesante sarebbe stata sicuramente apprezzata, però ora come ora… Si era già accorta del clima che aleggiava fra Jones, Black ed Evans e verso quest’ultimo fece un gesto per richiamarne l’attenzione, dato che era distante per via del cambio di gruppo. Lo guardò in maniera significativa, alternando un rapido sguardo verso Blake come se intendesse comunicargli qualcosa riguardo a lui e poi mimò il gesto dell’andare piano, aprendo entrambi i palmi e muovendoli appena verso il basso. Poteva significare tante cose messo lì in quel contesto, ma il suggerimento più ovvio era che stesse cercando di supportare Joshua nell'aver toni tranquilli e nel lasciar correre. Lascialo perdere, che ha ancora le palle rigirate. Non era facile, se ne rendeva conto che non era affatto facile ma se non altro riponeva delle speranze nel temperamento del ragazzo. Ma quando incominciò ad esser tagliente nei confronti di Mia non ci vide più, ma come si permetteva?! Aveva proprio oltrepassato il limite. Prese a distaccarsi dal gruppo per raggiungere Blake ad ampie falcate, fino ad arrivare a portarglisi abbastanza vicina e nel mentre mostrò tutta la sua frustrazione finora contenuta snudando i denti e ringhiando neppure fosse un animale selvatico, frapponendosi nella visuale fra lui e la Freeman. “Rrrhrrrrhhrrhhhhrh...!” Lo guardò in maniera tagliente stringendo gli occhi, mentre fece solamente il gesto di risollevare la manica destra, mettendo in mostra ciò che non desiderava ma che al contempo rappresentava la sua forza, il braccio con cui giocava a tennis e colpiva bolidi, che diversamente dal sinistro era molto meno armonioso e con maggior muscolatura, che nonostante il mese in cui aveva patito la fame e le torture non era stata intaccata così pesantemente. Il suo poteva ancora essere un pugno valido a tirare bei ganci. Vedi di finirla, siamo tutti sull'orlo di una crisi di nervi qui, le palle che mi girano a ventola ce le ho anche io, FIDATI! Sperava però che bastasse quell'azione dimostrativa e non di dover passare ai fatti.
La prova che dovevano superare riguardava essenzialmente il cercare di mettere in pratica della magia bianca, non era importante che non avessero le basi per poter lanciare l’incantesimo corretto, ma sembrava più importante focalizzarsi su cosa lanciare sul paziente, poiché ogni cricetino mostrava sintomatologie diverse. Tess si avvicinò a Lennox all’interno della gabbietta e lo squadro cercando di assumere una posa da pensatore e l’occhio clinico prima di prender posto al tavolo. Non sembrava riuscire a muoversi in maniera agevole, zoppicava con la zampina destra che faticava ad appoggiare e continuava a tremare, con gli occhi lucidissimi e che lacrimavano. Il problema più evidente era sicuramente la zampa, ma sembrava aver preso anche tanto freddo. Forse anziché cercare di curare quella, bisognava prima placare i brividi di quella che sembrava molto essere una febbre o un indebolimento. Emplastrum sicuramente non andava bene, era più consigliata per una lesione leggera di tipo fisico ed Epismendo, altro incantesimo curativo che stava venendo utilizzato da Adamas al tavolo adiacente sul loro piccolo paziente peloso sembrava ottimo per poterne guarire la microfrattura, ma un raffreddore generico? E allora si ricordò di quando Erik le fece passare il malessere della nausea con un Innerva, magari poteva funzionare anche in quel caso. Era oltre le sue possibilità, ma doveva tentare. Puntò il piccolo roditore con la bacchetta e fece un paio di piccole prove, agitandola, come se stesse cercando di prender la mira e di calibrarne la delicatezza del tocco, poi richiamò a se l’idea di quella luce bianca che sarebbe stata irradiata dalla bacchetta, una luce calda, curativa, che avrebbe potuto ristabilire in breve il suo piccolo paziente. Formulò l’incantesimo nella sua mente e mosse le labbra cercando di scandirlo “Inn-… Inner-… Innnner.” Conteggiò mentalmente dopo una lunga espirazione, si sarebbe presa tutto il tempo necessario, stavolta chissenefrega di cosa avrebbe pensato chi era in gruppo con lei. Coraggio. Manca poco. “Innerva!” Scandì a fatica con il fiatone, sforzandosi per poi accompagnare con il gesto l’incantesimo verso il roditore. Non sapeva quali effetti ne avrebbe sortito, sperava solo di farlo sentire meglio, povero Lennox. Gli altri si sarebbero occupati di lui in caso non fosse riuscita nel suo intento e della zampetta, avevano altri tre tentativi per poterlo curare dopotutto.Hear me scream, feel my rage, RevelioGDR.. -
.Elisabeth LynchLa tensione all'interno dell'aula toccò vette inarrivabili quando la Ivanova, pensando di fare il bene dei suoi studenti, decise di mettere allo stesso tavolo tre bombe ad orologeria, pronte ad esplodere. Se fossero stati altri gli studenti richiamati la Lynch non si sarebbe neanche preoccupata di alzare lo sguardo dal suo banco, ma in quel momento al centro della gogna vi erano tre persone a cui lei teneva di più e due di quelle avevano delle tensioni per colpa sua. O almeno credeva che così fosse. Avrebbe voluto alzarsi e fermare quello scempio ma Lucas fu più lesto di lei nel prendere le sue cose, avvicinarsi alla docente di Incantesimi e poi dirigersi oltre la porta chissà dove.
Dovrei forse seguirlo? Ma furono le sue nuove compagno di banco a tenerla ancorata a quella sedia, tranquillizzandola ed accettando le sue scuse per come si era rivolta loro con stizza. Tutta quella tensione stava creando danni anche a lei, rendendola ancora più insopportabile rispetto al solito. Gli parlerò dopo. Ma poi l'avrebbe davvero fatto o avrebbe lasciato che sbollisse da solo quella rabbia che vedeva ingiustificata? In fondo Joshua aveva fatto una domanda più che lecita circa la natura di quella barriera che la Ivanova, dopo aver ricambiato i trielli di lavoro, fece cader giù con un colpo della sua bacchetta rivelando la presenza di banconi di lavoro con al centro una gabbia contenente un piccolo criceto. La volontà della docente, una volta occupato il tavolo da lei indicato era quello di esercitarsi con gli incantesimi di cura su quegli esserini un po' indifesi. A lei, Molly e Mia capitò un piccolo cricetino con un taglio su cui apporre bende o cerotti.
Vide la rossa un po' preoccupata su come approcciarsi con le materie di cura ma la ragazza bionda fu più lesta nel tranquillizzarla. Che ne dici Rain, vuoi uscire un po' da questa gabbia un po' bruttina? Forse era per quello che l'esserino era un po' preoccupato e squittiva, e lei, che era stata in una gabbia un po' più grande, poteva tranquillamente mettersi nei suoi panni. Non ci pensò due volte, dopo che le due ragazze tentarono i loro incantesimi di aprire la gabbia e porre la sua mano mancina davanti a quella porticina e attendere che l'animaletto si abituasse al suo odore, con la speranza che andasse ad occupare tutto lo spazio del palmo della sua mano. Ma lo sai che sei proprio bellino? Con l'indice avrebbe carezzato la testolina, per poi invogliarlo a posarsi sul tavolo da lavoro. Ora che ne dici di stare qui buono mentre provo a curarti questo brutto taglietto? Per logica avrebbe dovuto castare anche lei il cerotto tentato da Molly, ma visto che era un incantesimo che aveva acquisito al primo anno preferì riprendere il manuale e sfogliarlo fino a quando non trovò proprio l'incantesimo che aveva citato nella risposta data all'Ivanova su un esempio di Magia Bianca. Questo potrebbe andare, visto che dovrebbe generare delle bende. Avrebbe preso la bacchetta e dopo un'ultima carezza a Rain l'avrebbe puntata sulla sua ferita tracciando un otto perfetto. Ferula!❝Can you get a clue?❞CODICE ROLE SCHEME © dominionpfSPOILER (clicca per visualizzare)Ho cercato di dare una cronologia degli eventi basandomi sul post della Ivanova.
Lucas Jughed Jones, Jesse Lighthouse, Joshua B. Evans, Blake Barnes, Mia Freeman, Molly Jane Trouble.. -
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