-
.RevelioGDRPorto di LondraEra una calda mattinata di fine agosto a Londra, ma per i maghi il primo di settembre era una giornata speciale: laddove per molti babbani rappresentava l'inizio della fine (l'avvicinamento all'inizio della scuola), per loro era letteralmente la fine.
A King's Cross frotte di maghetti e genitori sciamavano tra i babbani alla ricerca del binario 9 e 3/4 e quindi l'Hogwarts Express: alcuni si disperavano per l'inizio di un anno scolastico nuovo, altri perché a breve avrebbero perso punti casata per via dei compiti non svolti ed altri ancora si disperavano per i gli esami GUFO ormai prossimi. Alcuni, certo, erano contenti, come per esempio i primini, lieti di poter iniziare finalmente ad esercitare la magia, prima di scoprire come, per quanto magica, Hogwarts fosse soprattutto una scuola, e quindi pesante per definizione.
Dei drammi degli studenti di Hogwarts erano stati scritti interi libri, ma altre vicende umane magiche avvenivano non troppo lontano, al Porto di Londra.
Il porto della capitale era uno dei maggiori dello Stato e dell'Europa e, come giusto che fosse, era uno snodo commerciale tanto per i babbani quanto per i maghi. Se per sé stessi i magici si erano ritagliati un binario segreto che usavano per lo più quattro volte l'anno, il porto era strategicamente molto più significativo, il che li aveva spinti a ritagliarsi sul finire dell'Ottocento uno spazio ben più importante, ovvero un intero molo.
Il molo riservato alle imbarcazioni maghiche prendeva il nome di Molo Yggdrasil e includeva otto piattaforme appaiate che celebravano la comunione di intenti di Denrise e Londra, del resto per quello era nato, anche se poi era diventato uno snodo commerciale fondamentale per il mondo magico.
Il molo era costituito da pietra chiara, tuttavia ogni piattaforma era in legno. Erano tutte lunghe uguali e numerate all'inizio di ciascuno in blu, sul pavimento ed ogni coppia di moli custodiva barche con funzioni diverse: le piattaforme 1 e 2 ospitavano pescherecci e infatti a quell'ora della mattina (erano le 9.30) erano piuttosto vuote, segno che i pescatori fossero già salpati; le piattaforme 3 e 4 ospitavano navi private di lusso di cittadini londinesi, offrendo uno spettacolo variopinto di metalli e legni su grossi panfili ove si potevano osservare, al momento, ricchi maghi agiati che si godevano il momento della partenza e l'ammirazione dei ragazzi, serviti da elfi domestici. Le piattaforme 5 e 6 erano meno raccomandabili, infatti in esse erano attraccate diverse drakkar, con simpatici e cordiali (inserire ironia qui) denrisiani, che scrutavano i maghi con aria arcigna: in genere collegavano con l'isola di Denrise e, al bisogno, erano disponibili a portare, sotto compenso, le persone ovunque lo desiderassero, servendosi della particolare magia di teletrasporto delle loro imbarcazioni. Oltre a loro su quei moli sbarcavano le navi mercantili, ma al momento non ve ne erano, così come non vi erano navi nelle piattaforme 7 ed 8, generalmente dedicate alle navi turistiche.
La ragione di quel voto svettava in fondo a tutto il molo: la Dragone degli Abissi, l'enorme galeone magico che Denrise aveva donato agli inglesi in segno di rispetto e che da anni fungeva da mezzo di trasporto per raggiungere Hidenstone.
La nave era enorme e al momento non mostrava le proprie vele, esibendo invece poderosi remi in legno, tuttavia, per quanto enorme, la nave non occupava anche le banchine 7 e 8 ed infatti la ragione per cui quelle piattaforme erano state tenute libere esultava l'ingombro spaziale e anche dal problema di gestire forti afflussi di maghi, ma era intrinseco nella nave, anzi, nel suo carattere.
"Si informano i marmocchi, i docenti e gli altri rammolliti che sono le 9.40!" la polena della nave era un enorme drago blu, il quale era animato da potenti magie che gli donavano anche controllo sulle varie parti dell'imbarcazione e gli consentivano di parlare, sicché, al momento, era voltato verso il molo, volgendo il lungo e nodoso collo, con uno sguardo poco accomodante "Tra dieci minuti calo le passerelle e alle 10 in punto parto: chi resta a terra all'accademia ci va a nuoto, facendo compagnia ai mostri marini!"
Il pessimo temperamento della nave aveva convinto negli anni il Ministero a vietare l'attracco alle grosse navi (mercantili e turistiche) il primo settembre, al fine di non indispettirla o, perché no, fornirle l'occasione per aprire i boccaporti e mettere in mostra i propri lucidi cannoni.
Per quanto la Dragone degli Abissi fosse imponente ed inquietante con la sua carenatura rossa in legno, non era sicuramente l'unica cosa che poteva in quel luogo meravigliare; tanto per iniziare non era cosa da tutti i giorni essere in fondo al Tamigi!
Il Molo Yggddrasil era accessibile entrando dentro alla Port London Autority, l'edificio babbano che coordinava tutti gli scali sul fiume, digitando 934 in sequenza sugli ascensori presenti al suo interno, i quali a quel punto discendevano fino in profondità, portando ad una bolla d'aria delimitata da ogni lato dalle acque verdognole del rivo. Sulla superficie della bolla si potevano talora stagliare ombre di barche e di pesci, soprattutto in giornate calde ed assolate come quella.
Discesi dagli ascensori, i maghi si sarebbero trovati di fronte alla hall del molo, uno spazio aperto con diverse panchine in ferro ove sedersi e al cui limite si trovava una barriera acquatica insormontabile se non registrandosi presso il bancone posto davanti ad essa: la reception.
In tale postazione era necessario esibire un documento di identità e dichiarare per quale viaggio si fosse lì. Il personale, formato da due donne sulla trentina, provvedeva a verificare che i dati corrispondessero a quanto riportato nei loro elenchi e donavano a chi era destinato ad imbarcarsi un tesserino blu che sarebbe poi valso da lasciapassare sia per la barriera, sia poi per salire sulla nave. Oltre a ciò, le signorine si occupavano di etichettare i bagagli dell'utente per poi affidarli agli elfi domestici affinché li trasportassero nelle stive e quindi direttamente nelle camere dei ragazzi.
Senza la tessera blu era impossibile superare la barriera d'acqua, sicché prima di oltrepassarla gli utenti dovevano congedarsi da amici e parenti per poi avviarsi attraverso le piattaforme , in attesa che il galeone calasse le passerelle e, perché no, qualche altro insulto. Non mancava molto a ciò, in vero, ma bisognava anche dire che non ci si sarebbe annoiati: oltre a poter chiacchierare con i maghi nobili e i denrisiani, qualcuno avrebbe potuto trovare interessante, prima dell'imbarco, far scorta di dolci; il viaggio sarebbe durato 8 ore e in mezzo avrebbero pranzato sulla nave, ma chi poteva davvero resistere alla tentazione di comprar qualcosa alla bancarella dei gelati e dei dolciumi? Le due picole bancarelle in legno sorgevano sui moli e ad entrambi si poteva trovare un commesso sorridente sui vent'anni pronto ad offrire momenti di gustoso piacere a chiunque fosse stato disposto a versar qualche galeone.
Se non si aveva voglia di chiacchierare, salutare gli amici o ammirare il galeone, qualcuno si sarebbe potuto perdere ammirando la particolare illuminazione del luogo: accanto ad ogni piattaforma vi erano sospese in aria due sfere d'acqua luminescenti.
Le bolle non erano solo una fonte di illuminazione, ma anche un alimentatore magico, nuotavano infatti in aria per tutto il molto molti pesci tropicali, di tutte le specie e colori. I pesci nuotavano tranquilli, nascondendosi e giocando tra loro, talora anche con i maghi presenti e, oltre a poter respirare nell'aria e fluttuare, avevano anche la caratteristica di rilucere, rendendo lo spazio subaqueo ritagliato in fondo al Tamigi meno cupo: l'illuminazione, così come la loro capacità levitante, non era infinita, sicché dopo un po' le creature perdevano parte della loro brillantezza e iniziavano via via a nuotare ad altezze sempre inferiori; la maggior parte a quel punto si fiondava verso a bolla più vicina per recuperare magia, ma alcuni sprovveduti tergiversavano e talora finivano per esaurire la forza levitante, cadendo sul molo, ove iniziavano ad agitarsi, anche se, forse sempre per magia, non parevano morire soffocati, almeno non immediatamente.
Mancavano solo venti munuti alla partenza ed il molo era lungo da percorrere tutto: come suggerivano anche le receptionist, era ormai ora di salutare tutti e varcare il muro d'acqua per iniziare ad avvicinarsi.NOTE OFFCiao ragazzi e benvenuti all'evento di apertura dell'anno scolastico (yeeeeee (?!)).
Come avrete potuto leggere, ci troviamo al primo di settembre e sono le 9.40. La nave salperà alle 10 e i vostri personaggi sono al momento tenuti a raggiungere il molo, registrarsi e superare la barriera acquatica che li divide dalle piattaforme, oltre la quale potranno fare quello che meglio credono. Se volete interagire con qualche PNG, inclusi venditori e receptionist, potete farlo, ma sarò io a muoverli, ergo vi prego di attendere poi una mia risposta (nel caso dei negozianti alle bancarelle, hanno in vendita ed esposti i comuni gusti di gelato e granite uno, e l'altro i dolci dei maghi più diffusi). Autoconclusivamente potete solo affermare che le receptionist vi riconoscono e forniscono il badge: per qualsiasi altra interazione, dovete attendere la mia risposta (avverrà appena possibili, tranquilli!).
Non potete al momento salire sulla nave, ve lo ricordo.
Possono partecipare all'evento solo i PG studenti e del personale scolastico: altri PG e PNG sono destinati a rimanere oltre la barriera.
Vi lascio sotto spoiler una mappa del molo Yggdrasil, affinché abbiate un'idea di dove sono allocate le varie cose: ovviamente tutti i pallini sono bolle d'acqua per i pesci e tutte le linee nere sono barche.
Scadenza per il post di ingresso: domenica 1 settembre alle ore 23.59.
Siete liberi di fare tutti i post che volete in questa fase, ma dopo quell'ora lo scenario avanzerà e se non avrete superato la barriera (o non avrete postato direttamente) sarete considerati in ritardo.
Per qualsiasi cosa, mandate un MP a Lancelot Olwen.
Divertitevi e divertitemiSPOILER (clicca per visualizzare). -
.RevelioGDRErik Foster | AmetrinForse a causa della sua pessima cognizione del tempo, magari per via del poco tempo trascorso a casa o. più plausibilmente, grazie al campo estivo quelle vacanze erano completamente volate. Sì, insomma, a dir il vero per il giovane Erik non furono neanche delle vere e proprie vacanze. Una volta tornato a Liverpool, anziché partire per zone marittime come avevano fatto chissà quanti dei suoi coetanei, il moro venne preso a lavorare presso uno Starbucks vicino casa in maniera tale da non ritrovarsi poi a chiedere soldi per l'acquisto del materiale scolastico di seconda mano o per il viaggio fino a Londra con Omio - una sorta di flixbus che passava anche in città inglesi diverse da Londra.
Il viaggio non fu dei più brevi e tutto sommato neanche dei più comodi. I babbani ti guardavano male se andavi in giro con un baule sopra la valigia e meno male che indossava abiti del tutto babbani! Lungo il tragitto Liverpool - Londra fece amicizia con un ragazzino che aveva evidentemente notato la propria maglia con sopra la stampa dei tre starter di Kanto che indossavano il pigiamino della loro ultima evoluzione e così riuscì a trovar un compagno di viaggio con cui riuscì anche a scambiare il proprio codice amico su pokémon master.
Quando scese dall'autobus dovette prendere la metro, ma dopo un viaggio di circa tre ore riuscì ad arrivare al porto della capitale inglese. Il cielo sembrava piuttosto sereno e intorno a lui era pieno di babbani, famigliole palesemente a spasso e probabilmente altri ragazzi come lui dato che con loro avevano una valigia e un baule simili a quelli che portava. E ora dove si va?
Ogni anno la stessa storia. Era così a King Cross per Hogwarts e lo sarebbe stato anche per il Molo Yggdrasil. Nel dubbio provo a seguire loro. Mai intuizione fu più giusta. Da brava spia l'Ametrino senza farsi troppo notare seguì quel gruppo di ragazzi all'interno del Port London Autority, poi si avvicinarono all'ascensore. ASPETTATE! Ok, forse non doveva urlare, ma così riuscì a richiamare l'attenzione dei presenti. Anche io devo raggiungere il Molo Yggdrasil, ma è la seconda volta che ci vengo da solo, mi chiedevo s- Stava passando qualcuno e immediatamente i ragazzi lo tirarono all'interno dell'ascensore, digitando poi il numero 934.
Cominciarono a scendere e quando le porte si aprirono di nuovo si ritrovò all'interno di una bolla d'aria. Che meraviglia! Oh, sì, ragazzi, grazie per l'aiuto! Se ci becchiamo in nave vi offro un calderotto! Fu così che sorridendo e salutando con la manina si avviò verso la reception per la registrazione, mostrando documenti e lasciando modo a chi di dovere di eseguire il proprio lavoro. Ottenuta la tessera, lasciò il proprio bagaglio agli elfi e varcò la barriera. Finalmente poté tirare un sospiro di sollievo.
Aver la mente più libera fu sicuramente un modo per star più tranquilli, tuttavia ciò ti permetteva anche di soffermarti su dettagli che prima non avevi notato. Lì non erano pochi arrivederci e gli abbracci che i familiari scambiavano ai loro figli. Alcuni fratelli e sorelle minori erano con le lacrime agli occhi, le madri mostravano sorrisi malinconici e i padri sguardi pieni di orgoglio. Poteva ammirare un vero e proprio muro di persone che si volevano bene, lui invece? Non aveva nessuno da salutare. Quella mattina sua madre non si era neanche svegliata per accompagnarlo alla fermata dell'autobus, così lasciò un bigliettino attaccato sulla porta di casa con su scritto Ciao mamma, io vado. Ti voglio bene. Quelle ultime tre parole furono realizzate con pastelli tutti colorati e chissà se le avesse fatto piacere vederlo la mattina dopo o chissà se lo avesse realmente visto. Sì, nell'improbabile caso in cui suo padre si fosse svegliato per primo probabilmente lo avrebbe stracciato. Ma io son previdente, ne ho lasciato uno anche dentro la scatola dei cereali. Certo, non era igienico, ma l'ametrino era ancora troppo giovane per pensare a queste cose.
Ora si va a comprare i calderotti, non voglio che quei ragazzi vengano poi a salutarmi e non ho niente da offrire. Avanzò così fino al molo dove questi si vendevano e si mise in fila, attendendo il proprio turno. Buongiorno buonuomo, sa che ho fatto il commesso anche io questa estate? Chiese con un sorriso stampato sul volto, pensando poi all'ordinazione. Effettivamente il tizio stava lì per lavorare e forse non aveva interesse alle esperienze passate di Erik. Potrebbe darmi una decina di calderotti e poi un circa 5 galeoni di dolciumi misti? Però niente gelatine, sono sfortunato con quelle e abbondi pure di ippogrifi gommosi! Erano tra i suoi dolciumi preferiti! Forse avrebbe dovuto prendere anche delle liquirizie particolari, ma non voleva essere troppo esigente.. -
.
Samuel BlackAlchimista|33 anni
Le ultime due settimane di agosto Sam le passò in Irlanda.
Era molto che non passava così tanto tempo con i suoi genitori e non poteva negare che gli fossero mancati; loro e l'intero villaggio.
Tuttavia a 33 anni le pareti familiari si fanno sempre più strette ogni giorno che passa e gli ultimi due prima della partenza iniziò a diventare decisamente frenetico. Gli mancavano i suoi esperimenti, il suo calderone, i suoi libri.
Non che lì non avesse, questo fu anche uno dei motivi secondari del suo ritorno in Irlanda; doveva recuperare qualche volume. Tuttavia vogliamo davvero mettere a confronto una decina di libri con l'intera biblioteca del castello? Reparto proibito compreso, ovviamente.
Fatto sta che quella mattina era emozionato come uno studentello del primo anno e proprio questo, in realtà, svelava il motivo principale della sua irrefrenabile voglia di Hidenstone.
- il mio primo anno come docente -
Il volto davanti al piccolo specchio era perfetto. Occhi brillanti, ciuffi ordinati, sorriso sicuro e pelle liscia come il culetto di un bambino.
- Andrà bene...anzi perfettamente! -Con due dita della mano destra si spalmò il dopo barba, One Million, mentre canticchiava felice un motivetto babbano.
- Moon river mmm...mmm...mm..mmm...mm-
Una volta finito con il viso, delicato, con una piroetta raggiunse i vestiti che lo aspettavano, ben piegati, dall'altra parte del piccolo bagno.
- Two drifters, off to see the wolrd, there's such a lot of world, to see... -
S'infilò dentro la camicia di lino bianca, i pantaloni neri, la cinta di pelle nera, il portabacchetta e poi una spruzzatina di profumo. Suo padre gli aveva regalato il set di One Milllion...lo adorava.
- Si… andrà benissimo. -
Un trolley arancio di piccole-medie dimensioni lo aspettava già in ingresso; gran parte delle sue cose già lo aspettava a Denrise.
Piedi fra la pelle dei suoi birckenstock, sguardo veloce all'ingresso ed un bacio volante verso il piano superiore. La dolce madre riposava ancora; l'aveva salutata la sera precedente. Quante lacrime! Manco andasse in guerra.
Il papà invece? Bhè anche lui l'aveva salutato il giorno prima. Molto più sobrio lui, ma comununque pieno d'affetto. In quel momento era a cavalcare le onde sul suo peschereccio.
Poi uno schiocco di dita con la mano liber dalla valigia e PUF.
Addio Bushmills e Buongiorno Londra!
- Mmm...le 9:25. in perfetto orario -
L'orologio d'acciaio si abbassò e passi sicuri, conditi con qualche piccolo saltellino ogni tanto, si avviarono verso il Port London Autority.
Era tardi per le attività del porto, ma quella era sempre una zona di intrecci, vita. Aveva il suo bel movimento. Se poi contiamo tutti i ragazzini con bauli, animali e parenti di ogni sorta e genere che come lui si avviavano verso il molo Yggdrasil possiamo ben dire che quel primo settembre le banchine di Londra fossero belle energiche.
Il tragitto in ascensore fu un po' costrittivo. L'aggeggio sembrava una torta con troppa crema; una torta pronta ad esplodere al primo movimento azzardato.
La fortuna volle che civette, madri e bimbetti urlanti non si scatenarono troppo. Qualcuno digitò 934 e la costrizione finì presto.
- Ah..aria -
Il molo magico accolse i nuovi venuti con un bel po' di ossigeno e la sua solita beltà.
la bolla d'aria era grande ed abbracciava dal verde del Tamigi e dalle sue ombre luccicava come il sole del mattino.
Era stato già diverse volte al molo, ma quel posto era uno di quei luoghi resi unici e spettacolari dai miracoli della scienza magica.
- Ah potrei stare qui anche tutto il giorno -
Tuttavia non era quello il giorno giusto per crogiolarsi fra pesci e riflessi marini.
A passi decisi superò le invitanti panchine di ferro e raggiunse le signorine della reception.
-Mph carine ma niente di che-
Mostrò loro documenti vari.
-Samuel Black, docente di Alchimia.-
Un tesserino blu ed et voilà La barriera d'acqua si aprì per lui con uno scroscio e poi eccolo...il molo vero e proprio.
8 piattaforme alcune con le proprie navi, altre prive di esse, pesci volanti sfere, d'acqua magiche, studenti di ogni forma e colore, bancarelle adatte ai loro gusti ed in fondo lei, la Dragone degli Abissi.
Un magnifico quanto aggressivo galeone. Aveva letto molto a riguardo e trovava geniale la pensata della polena comandante e poco dopo che Sam iniziò a studiare le forme della nave Denrisiana il dragò parlò.
- Che trasfigurazione magistrale. Durante il tragitto ci farò due chiacchiere. -
La mano pensosa accarezzò il mento.
- Magari c'è ancora qualche carpentiere Denrisiano capace di qualcosa di simile. Bhè in qualche modo riuscirò a capirci qualcosa, ma ora... -
Lo suardo del trentenne fu rapito dal banchetto dei dolciumi. Era assai goloso di creme e similari.
- Devo assumere zuccheri! Energia per una giornata energica! -
Si avvicinò allegramente schivando qualche pesce e qualche ragazzino alla ricerca del proprio ranocchio, aspettò che un suo studente finisse di fare la sua considerevole ordinazione e poi, con un sorriso: - Per me invece un sacchettino con 3 calderotti per favore -
Edited by SamuelBlack - 30/8/2019, 15:07. -
.RevelioGDRJesse Lighthouse | Black Opal"Dai, mettiti in posa, sei adorabile con quella maglietta!"
La signora Lighthouse era probabilmente una parente molto stretta di Alexander Olwen e Markab Castlewine, o forse era semplicemente legata a loro dal potere dell'influencer: esattamente come i due succitati, anche lei stava sventolando sorridente il proprio smartphone, anzi, il proprio magifonino, anche se per una volta non lo stava rivolgendo verso di sé, ma contro (era proprio il caso di dirlo) Jesse.
"Dai, mamma!!!" latrò lui, del resto da quando erano discesi al molo Yggdrasil erano ormai alla quinta foto "Ok che la foto con la civetta è bella, ma che palle!"
La maglietta del ragazzo in effetti era particolare, di un verde oliva con sopra stilizzata una civetta sopra la scritta Atene, scritta coi caratteri ellenici, che ne andava ad attestare l'autenticità quasi in maniera assoluta.
"Taci e sorridi: poi non ti vedrò per un saaaacco di mesi, voglio riprendere tutto!" esclamò lei, sorridendo e scattando non appena il giovine abbozzò un sorriso la quinta e anche la sesta foto, forse per sfregio.
In vero Jesse dubitava che la donna stesse facendo davvero le foto per consolarsi con esse 'Secondo me si vuole consolare con i like, tanto per cambiare...' rifletté lui, osservando in effetti come ella postasse le varie foto, aggiungendoci certamente una serie di ashtag melensi 'Uh, idiota: posso verificare!' del resto anche lui possedeva un magifonino ed era su Instragram, ed infatti ebbe modo di vedere come la madre avesse postato tutto meticolosamente, condendole con ashtag tattici e appositi filtri anti-babbani.
Una schiera di donne mandavano cuori a sua madre (e a lui), descrivendolo come un ragazzo adorabile e mostrando sostegno al mezzo-lutto della donna, ma lui dopo qualche post letto sentì un conato di vomito e lasciò perdere 'No... decisamente non fa per me...' pensò lui, recuperando il proprio zaino, che poi si mise in spalla.
Non aveva con sé la valigia, ormai, del resto aveva già provveduto ad avvicinare il bancone e registrarsi, consegnando i propri bagagli pesanti agli elfi e trattenendo - non senza una certa resistenza, dettata dall'eccessivo zelo tipico della razza - lo zaino per sé, con viveri di prima necessità: videogame! 'Che viaggio è se non videogiochi?' si chiedeva infatti lui abbozzando un sorriso e spostando lo sguardo sul padre, che intanto pareva essersi perso ad osservare il muro d'acqua oltre il bancone, che lui, non possedendo una tessera blu, non aveva modo di varcare.
"Se vuoi puoi pagare un viaggio e vedere com'è l'altra parte... magari così conosci anche quel simpaticone del drago del galeone... sì, insomma, è un tipo poco gentile e burbero, ma quando ti ricapita di vedere una polena parlante?"
Jason Lighthouse alle parole del ragazzo aggrottò la fronte e volse lo sguardo al ragazzo. Lo osservò diversi istanti, facendolo sentire in effetti piccolo e meschino, poi semplicemente scosse la testa "Mi accontento di stare da questa parte... anche se ammetto che sarei curioso di vedere il porto dei maghi..." non pareva molto convinto della cosa, ma lentamente il suo parlare si fece più calmo e terminò infatti con un ampio sorriso, battendo una mano sulla spalla del figlio, che immediatamente irradiò gioia, del resto, per quanto amasse la madre, viveva in funzione del riconoscimento del padre.
"Sì, beh, sarebbe fico... anzi, è fico... si può fare dai..." cosa si potesse fare non era ben chiaro, anche se lui annuiva compulsivamente scrollando anche a volte le spalle. Il giovane avrebbe continuato per molto tempo, probabilmente, ma qualcosa attirò il suo sguardo "ERIK!"
Sì, lo aveva urlato.
Entrambi i Lighthouse si voltarono di colpo seguendo lo sguardo del figlio e vedendo un ragazzo moro trafelato fuggire da famiglie e genitori e gettarsi da solo alla Reception.
"E' il tuo amichetto vero? Molto carino!" commentò la madre, forse alludendo - anche lei - alla latente omosessualità di Jesse.
"Quello che ti ha quasi battuto alla gara vero? Un ragazzo molto solido e preparato..." fu invece il commento di Jason, che evidentemente vedeva marine dietro ogni angolo, o dentro ogni cuore.
Jesse fissò i due e farfugliò qualche conferma, poi riprese a guardarli un poco, confuso, sicché fu la donna a prendere la parola.
"Vai dal tuo amico" disse cingendolo in un dolce abbraccio "E poi portalo qui, che una foto di gruppo con i tuoi amici te la meriti!" enunciò alla fine, anche se probabilmente intendeva dire che il suo profilo se lo meritava.
L'aspirante marine gemette, abbracciò il padre e quindi si lanciò verso la Reception, solo per scoprire come ormai il ragazzo fosse già passato oltre 'Accidentaccio!' pensò lui, impaziente di raggiungere l'amico, andando oltre la barriera ed iniziando a cercarlo, partendo, ovviamente, dal negozio di dolciumi.
Manco a dirlo fu la scelta vincente 'E' bello vedere che non è cambiato in questi mesi'
Mesi... che esagerazione! Certo, l'estate stava virando al termine, ma in vero i brillanti piani della Goode avevano protratto la fine della scuola praticamente a settembre, sicché i due non si vedeva, così a spanna, da un mesetto.
Gli corse comunque incontro, sopraggiungendo proprio quando egli stava ordinando il proprio camion a rimorchio di dolciumi "CALIMERA!" esclamò lui alzando la mano, inclinando poi al proprio sorriso quando si rese conto di cosa avesse detto, anzi, della lingua usata "Ops, scusa... la Grecia... sai, te lo avevo detto che sarebbe finita che tornavo parlando una nuova lingua, quindi, uh, eccomi qui!" esclamò lui allargando le braccia, per salutare poi il professor Black, che trovò subito dietro al ragazzo.
Lo fissò con occhi un po' sgranati, poi tornò al ragazzo "Dolci eh? Fico, buoni... nel senso... spero li condividerai... a me piacerebbe ehm condividerli anche perché, uh, io stavo pensando ai gelati!" e fu così che indicò l'altro banchetto.
"Tu come stai? Come la vedi come piano prendere dolci, poi prendere il gelato, poi andare da mia madre e ricordarsi all'ultimo minuto di qualcosa così te la presento al volo ed evitiamo che ci faccia trecento foto?"
Jesse stava straparlando, come un po' sempre, del resto, ma in quel momento un po' più del solito, questo perché, in fondo al suo cuore, era un po' ansiato: i ragazzi avevano dipanato le differenze e le diffidenze durante il campeggio, certo, ma comunque qualcosa, oltre alla runa parabatai, era rimasto in sospeso e, nonostante tutto, Jesse non riusciva a sentirsi sicuro, sempre spaventato che qualcosa potesse incrinare quell'equilibrio recuperato e per lui tanto prezioso.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Ciao a tutti, eccoci nel primo esito parziale. Li posterò ogni qualvolta sia necessario un masteraggio rapido per fornire un esito ad una azione fatta da un PG.
In questo caso ho esitato le azioni di tutti i PG; Erik, Samuel, potete decidere se acquistare o andarvene. In entrambe le decisioni potete essere autoconclusivi.
Edited by Lo Snaso Sibillino - 31/8/2019, 10:15. -
.
Samuel BlackAlchimista|33 anni
I pesci del molo erano stupefacenti. Si muovevano con la sensualità di teli fluo: rossi, verdi, gialli e blu.
Per qualche secondo gli occhi bruni furono puntati su un esemplare fucsia; elegante. Stava giocando con una bambina.
Per necessità gli occhi bruni furono puntati su di lui.
Il commesso voleva palesemente fregarlo.
Era necessario che si calmasse, prima di rispondere. Che ritrovasse un po' di lucidità. Sennò addio possibile via per non spendere tutti quei soldi. Capito che era un professore dell'accademia più prestigiosa del XXI secolo, ma non navigava mica nell'oro lui!
- Ma che cosa ho fatto a Londra? -
Sulla tempia iniziò a formarsi una venetta alla Vegeta.
- Ho forse ucciso qualcuno, modificato in negativo l'energia karmica della città?! -
Un respiro profondo
- No sul serio; ma siamo fuori?! -
Continuò a guardare il pesce con profonda profondità.
Inspirò a pieni polmoni. L'animale colorato stava danzando attorno alla testa della bimba e lei rideva, rideva forte.
Espirazione.
- Avevo detto che oggi sarebbe stato perfetto? Bhè lo renderò tale! -
il sopracciglio si alzò guardingo.
- Guarda la situazione. Pensa. Prova a ricordare ogni dettaglio. Tutto può essere utile -
Il giovane davanti a lui, il commesso, era palesemente annoiato a morte, anche se carino...
- No, non mi fingerò gay anche questa volta -
Il canarino di mielandia aveva l'espressione che faceva capolino sul volto di Sam quando la madre iniziava a parlare dei suoi amati romanzi Rosa. Una bombarda Maxima sui genitali.
Aveva riempito svogliatamente i sacchettini del ragazzo che aveva preceduto il professore, fregandosene perfino delle istruzioni ricevute e poi aspettava di esser pagato prima di consegnare i dolciumi.
-Mmm… cos'è non si fida? E' per caso consapevole che sta operando dei palesi furti? perché di furto si tratta. Capito che oggi è un occasione speciale ed i prezzi levitano...ma così tanto no. -
- Senti entrambi non abbiamo voglia di perdere tempo e tu sicuramente hai molto di meglio da fare rispetto a cercare di fregare il sottoscritto e dei ragazzini di 16 anni. -
Prese il portafoglio dalla tasca sul retro dei pantaloni e ne tirò fuori un galeone.
- Con questo posso prendermi almeno sette cioccolate calde, sette burro birre, fare due giri sul nottetempo, che costa 11 falci; per non parlare di quello che posso farci nel mondo babbano! 1 galeone vale 6 euro e tu, per 3 pasticcini grandi nemmeno come il palmo della mia mano mi hai appena chiesto 24 euro, prezzo con cui potrei prendere perfino un biglietto aereo. -
non era importante che l'altro sapesse cosa fosse, l'importante era come Samuel lo aveva pronunciato. Aveva dato grande enfasi all'ultima frase, colorandola con toni gravi, palmi aperti verso il cielo e frementi mentre gli occhi continuavano ad essere puntati su quello del commesso.
Rimise via sia galeone che portafoglio mantenendo il contatto visivo.
-Adesso hai due possibilità. Uno - L'indice della mano portata davanti al proprio volto schizzò in verticale - dimezzi il il valore che hai chiesto sia a me che a questo studente.- ed appoggiò la mano sulla spalla di Erik - Due - ed all'indice fece compagnia il medio - Io non comprerò nulla, ma diffamerò questa bancarella per il tempo che ci resta prima dell'imbarco. Credo che le parole di un docente di Hidenstone verrebbero ascoltate con vigore. Per non dire poi che, solitamente le bancarelle vengono prese d'assalto poco prima della partenza...e mancano venti minuti.
Inutile dire che quella per Samuel era la prima volta ad Yggdrasil il giorno dell'imbarco verso l'accademia della Burke, ma gli esseri umani funzionano sempre nello stesso modo no? Alla fine la corsa al cibo pre-partenza l'aveva vista all'aereoporto di Praga, di Londra, alle stazioni dei treni ed in molti altri luoghi simili.
Poi Aveva molta fiducia anche sulla propria faccia di bronzo...bisogna ammettere anche questo.
- In più vedrò di scrivere una lettera a Mielandia chiedendo spiegazioni. Spiegazioni che in parte dovrai dare anche tu al tuo capo quando non sarà soddisfatto degli incassi della giornata. -
Un ampio sorriso verso il ragazzo canarino.
- A te la scelta -
Intanto il pesce fucsia si era spostato, forse stanco della voce della bambina. Ora fluttuava come inebetito proprio sopra la testa del commesso.
gli occhi bruni dell' Alchimista non poterono non fissarsi su di lui per qualche secondo.
Poi si sforzò di tornare a fissare il canarino negli occhi.
Il suo miglior sorriso stampato sulla faccia.
Edited by SamuelBlack - 31/8/2019, 03:52. -
.RevelioGDRErik Foster | AmetrinAvere la testa fra le nuvole non aveva un'accezione negativa come la società voleva farci credere: non ci si rendeva conto delle figuracce altrui salvando così la loro reputazione, non ci si soffermava sui dettagli che avrebbero catturato la nostra attenzione impedendoci così di fissare attentamente qualcuno che magari non voleva essere al centro dell'attenzione e non si riusciva a sentire un Jesse selvatico che chiamava a gran voce il proprio nome.
Ovviamente non lo ignorò, ma il chiacchiericcio dei presenti non era proprio un sottofondo e le parole del singolo anziché distinguersi si amalgamavano col gruppo e se poi l'attenzione che volevi richiamare era proprio quella dell'Ametrino, beh, le possibilità di riuscita non potevano che essere negative.
L'Opale riuscì a raggiungerlo solo quando era oramai giunto davanti alla bancarella dei dolciumi, salutandolo con uno stranissimo calimera. No, non c'è una cameriera, è un commesso! Erik era sempre sul pezzo, formidabile. Quando Jesse allargò le braccia, Erik subito si fece avanti per salutarlo con un caldo e ametrinoso abbraccio. Lo strinse con forza e un ampio sorriso si dipinse sulle proprie labbra. C'è stata mai una volta in cui non ho condiviso qualcosa? Affermò, separandosi per un istante da lui, facendogli poi un occhiolino complice. Era ovvio che l'avesse fatto, proprio come lo era il fatto che il Soldato d'Estate e il Capitan Hidenstone sarebbero finiti nella stessa camera. Gelato e foto, figo! Ci sto, ora finisco qui e- Sono 15 Galeoni. MAMMINA! Si portò immediatamente una mano davanti la bocca. Scusate, non volevo strillare.
Fortunatamente la transazione ancora non era stata effettuata, infatti dopo pochi istanti intervenne Samuel Black che diede voce al dubbio che balenò in testa al giovane licantropo: quella era una truffa bella e buona. Non capì un fico secco riguardo la conversione galeoni in euro - in fin dei conti lui era abituato alla sterlina - tuttavia il docente sembrava piuttosto convinto di ciò che diceva. Poi mi sta toccando una spalla, sta prendendo le mie difese, forse mi vuole bene! Quanta ingenuità, dopotutto la battaglia di Erik era anche la battaglia del docente e se mai quel famoso sconto sarebbe valso per entrambi qualora ci fosse stato.
Oh sì, tutti ascoltano il professor Black, non punisce tanto quanto Ensor e non fa uso di droghe come Olwen, è decisamente uno dei professori più affidabili. Seppur ad orecchie esterne quella frase poteva essere interpretata come un modesto tentativo di ottenere una E in Alchimia, chi conosceva davvero Erik sapeva che quelle parole erano del tutto disinteressate. L'ametrino, infatti, tendeva sempre a dir la verità e quel caso non fu da meno, tuttavia anche la possibilità di diffamare la bancarella non lo entusiasmava, insomma in fin dei conti quel ragazzo stava solo facendo il suo lavoro. Oppure, al contrario, se chiude un occhio e accetta lo sconto potremo far buona pubblicità alla bancarella e dimenticare le gelatine che neanche volevo, al contrario degli ippogrifi di gomma. In questo modo saremo felici noi e anche lei, gentile ragazzo. Magari potremo diventare anche amici. Ok, forse non era interessato nel far amicizia, tuttavia seguendo lo stesso ragionamento di Samuel, una buona pubblicità alla bancarella a soli venti minuti dalla partenza poteva far lievitare il numero di acquisti e, di conseguenza, di galeoni guadagnati.
In quella proposta cercò di essere il più convincente possibile, sperando anche che la cosa si risolvesse il migliore dei modi per entrambi. Non voglio che un ragazzo perda il suo posto di lavoro a causa mia. Sì, insomma, se era quello il problema allora non avrebbe comprato nessun dolciume piuttosto. La situazione economica del ragazzo era piuttosto precaria e spendere così tanto in dolciumi forse non era la scelta più saggia. Ma oggi è il giorno della partenza, deve essere speciale! Continuò a dirsi, continuando a vagliare l'ipotesi di un investimento dovuto alla particolarità del momento. Acciderbolina, non so che fare! E se lanciassi una moneta? Scosse rapidamente la testa, no, non era decisamente quello il modo con cui si prendevano decisioni.
Fu allora mise entrambe le mani all'interno delle proprie tasche, nella speranza di poter trovare qualcosa di utile. Cartacce, bigliettini, oh, ecco! Quando tirò fuori la mano aveva il pugno chiuso e lo aprì proprio di fronte al commesso. Se vuole posso aggiungere oltre alla metà dei Galeoni anche una gomma alla fragola per me e una per il professor Black! Sono buone, mi creda, le ho prese questa mattina. Voleva sul serio spacciare dolciumi al tipo dei dolciumi?
Se possibile attiverei un quirk:
Capitan Hidenstone: Tutti gli eroi, per eccellere, per dare il proprio meglio, necessitano di una spalla. La spalla di Erik è Jesse e quando i due sono insieme il ragazzo riceve +1 a Carisma e -1 ad Intelligenza. Il vantaggio di avere una spalla è che tu sei l’eroe su cui puntano i riflettori, e non sei tu quello che deve per forza pensare alla strategia!
Questo quirk si attiva ogni qualvolta Jesse ed Erik sono insieme e fa coppia col suo “Soldato dell’estate”. Quando si incontrano i due player devono decidere se attivare entrambi i Quirk o nessuno dei due.. -
.by Revelio GDRIl primo giorno di scuola per Blake Barnes era sempre il peggiore. Aveva passato il mese di agosto ad uscire la sera con alcuni suoi amici di Dubai, aveva conosciuto molte ragazze ed aveva avuto molte distrazioni, ma non si sapeva bene come ci era riuscito, non aveva mai ceduto. Forse era diventata una sfida contro se stesso il fatto di dover e voler resistere, ma comunque non avrebbe mai ammesso che lo aveva fatto per non far star male Lilith. Con lei si erano sentiti, più o meno tutti i giorni, aveva visto le sue foto in Italia con quelli che dovevano essere i suoi fratelli e qualche storia che lo aveva fatto sgranare gli occhi e pensare: Cazzo davvero? Ma alla fine non le aveva detto niente. Blake non era tipo da scenate di gelosia, si era semplicemente comportato come un adolescente a cui non interessava proprio niente - o meglio al quale interessava ma faceva finta che non era affar suo - . Comunque le vacanze le aveva passate tra la sua casa a Dubai e quella di Londra con suo fratello. Era veramente una vita che non usciva con il maggiore a bersi una cosa, a cenare insieme o altro. Da quando gli aveva confessato che con Katrina era finita e che sopratutto non aveva intenzione di tornarci insieme in quando erano successe cose, per lui, troppo gravi, Blake dormiva più sereno. Non lo avrebbe mai ammesso, ma era veramente geloso di suo fratello, non voleva dividere le sue attenzioni con nessuno, in realtà neanche con Annie. Annie. Annie. Ed ancora maledettamente Annie. Quando mai sarebbe passta quella dannata cotta per la dottoressa se lei non faceva altro che stare in mezzo a casa Barnes come se fosse la sua residenza estiva? E poi aveva promesso che lo avrebbe tenuto sotto controllo e quello voleva dire avere più confidenza con lei. Sospirò. Alla fine non sarebbe mai successo niente e prima o poi gli sarebbe passata. Ne era sicuro. I suoi pensieri furono completamente distratti dalla voce del maggiore.
Andiamo, davvero non vuoi che ti accompagno? Non sarà mica la fine del mondo, oppure hai paura che Lilith si innamori di me? Non ce la poteva fare, da quando il piccoletto gli aveva detto di questa ragazza, di quello che era successo al campeggio, della scenata e cose varie Aaron lo stava seriamente torturando. Era divertente, almeno per il maggiore e poi era così da sempre. Blake non si era mai preso una sbandata simile a quella da farlo stare buono tutta l'estate. C'era stata una ragazza che era riuscita a fargli perdere la testa, ma era durata poco. Aaron era convinto che non era solamente merito di Lilith, forse era sopratutto merito di quei due santi e cari ragazzi che erano diventati suoi amici. Finalmente persone normeli, che facevano cose normali e che non lo spingevano ad essere un cretino. Infondo Aaron non conosceva ne Erik ne Jesse, ma era sicuro che fossero completamente diverti dallo stesso Blake. Non si sarebbe neanche presentato, non era il tipo di ragazzo che si mette li a farsi gli affari del fratellino, ma voleva vederli, giusto per rendersi conto. Infondo Blake Barnes era una sua responsabilità, no? Non voglio che mi accompagni, perchè non sono un bambino e poi ti metteresti a parlare con tutti i miei professori, che già mi odiano abbastanza, e a chiedergli di tenermi sotto controllo, di darmi punizioni severe, come se già non fossero tutti quanti degli stronzi, e quindi mi basta la cattiva pubblicità che mi faccio da solo! Comincio a pensare che sia tu che abbia una cotta per Lilith, visto che la nomini così spesso! Non so neanche se ci vedremo li al molo o direttamente a scuola! Ma poi a te cosa frega? sbottò, sistemandosi il colletto della camicia che aveva scelto per il primo giorno di scuola. Tra Aaron e Blake, quella casa era peggio di una casa piena di femmine, tra profumi, vestiti, pettini, prodotti per i capelli, non si capiva seriamente niente.
Come al solito, alla fine fecero tardissimo, avevano deciso di stare li per le 9:40, ed invece erano le 9:55. Una volta arrivati al molo giusto e sopratutto alla piatttaforma giusta, Blake diede uno sguardo al Dragone degli Abissi e sospirò. Dovremmo comprarla anche noi una barca! Disse verso il fratello. Non sapeva esattamente cosa ci avrebbe fatto anche con una barca, ma l'idea di poterci fare qualche evento, festa, reive, non gli dispiaceva per niente. Per farci cosa, esattamente? chiese Aaron alzando un sopracciglio prima di scuotere la testa. Aveva individuato almeno un professore. Si morse il labbro, no, non avrebbe fatto lo stronzo. Blake si stava semplicemente guardando intorno e quando vide Erik e Jesse sorrise appena. Dai vieni, te li presento... disse dando una piccola botta al braccio del fratello per attirare la sua attenzione. Quelli erano i suoi migliore amici? Beh si, gli voleva un gran bene. Non si erano sentiti tantissimo durante agosto, ma Blake non era uno che si metteva a messaggiare o a scrivere lettere, si era semplicemente sincerato che stessero bene e che le loro vacanze fossero trascorse nel migliore dei modi. Ragazzi! Si avvicinò a loro sorridendo ad entrambi e salutandoli. C'era anche il professore Blake. Sorrise anche a lui. Professore! Lo salutò con un cenno del capo. Certo, era il giusto saluto da rivolgere ad un suo professore. Aaron era allibito. Buongiorno, non si usava più? Non disse niente.
Come state? Ragazzi, non so dove stavate andando, ma volevo presentarvi mio fratello, Aaron. disse poi indicandoglielo. Un pò si somigliavano, almeno per gli occhi azzurri, anche se un azzurro nettamente diverso, e forse anche un pò la carnaggione chiara, ma di viso erano completamente differenti. Blake assomigliava di più a sua madre ed Aaron era praticamente identico a suo padre. Il maggiore tese la mano ad entrambi i ragazzi. Piacere, Blake mi ha parlato molto di voi!, Fece un segno anche al professore con il quale voleva davvero parlare. Non era più abituato a stare in mezzo ai ragazzini. Ma come previsto, sia Erik che Jesse erano completamente differenti da Blake. Sia nell'aspetto puramente fisico sia nel loro modo di fare e di muoversi. Era un medico, sapeva osservarle le persone, capirle! Non si sarebbe fermato ancora per molto, anche perchè non poteva certamente varcare la soglia con lui, inoltre aveva un turno all'ospedale.. -
.by LanceSkyler MaveInfermiere | 23 anni
L’estate era (quasi) ufficialmente finita, e stava per iniziare il secondo anno di lavoro a Hidenstone. Aveva passato il mese di agosto a riprendersi da un anno passato tra marmocchi aspiranti suicidi, lotte all’ultimo sangue a fianco di Markab e altre mille faccende da sbrigare per la famiglia.
Skyler era infatti tornato, nella seconda metà di agosto, a Newport, per aiutare la madre con l’azienda di famiglia in veste di assaggiatore ufficiale di idromele. Riprendere una vita da Babbano ogni tanto era rinfrancante - soprattutto potendo avere tutti i vantaggi dell’essere Babbano (tra tutti, il suo preferito era non dover affrontare Troll puzzolenti rischiando la pelle) e la possibilità di usare la magia per ogni evenienza futile (“Skyler, potresti non usare un incantesimo per passarmi il telecomando, questa volta?” “No, ma’”).
Ovviamente, aveva potuto esercitare il suo passatempo preferito: la caccia al sesso sfrenato. Poco importava chi o come, ma Skyler aveva conquistato non pochi Babbani col suo fascino e coi suoi racconti al limite del reale (“Sì, sono un medico in missione all’estero. No, non posso dirti dove - è un segreto del governo”). Ma quando si trattava di ragazzi e ragazze ubriachi e perlopiù stupidi rimorchiati in discoteca era facilissimo.
Ritornando ad Hidenstone, Skyler si era ripromesso che si sarebbe impegnato di più nei rapporti umani: si era stufato di stare sulle sue in Infermeria ed uscire sporadicamente. Tanto più che girava voce che tutto il corpo insegnanti frequentasse il bordello sotto copertura di Jonathan, in un modo o nell’altro - era un’ottima occasione per vedere i suoi “colleghi” in una veste più scialla. ‘Forse si tolgono finalmente il bastone dal culo - anche se apparentemente lo devono sostituire con altro’.
La Port of London Authority era come al solito brulicante di lavoratori e turisti Babbani. Vari discorsi, dalla Brexit al riscaldamento globale ai prossimi eventi cittadini, rimbalzavano da una parte all’altra. Despacito (‘Che peso ‘sta canzone, ha rotto i c…’) iniziò a suonare da un cellulare vicino - ma grazie a Dio era una suoneria, quindi la tortura finì presto. Per non rischiare comunque ulteriori discorsi disfattisti da Babbani qualunquisti o, peggio, altre hit reggaeton, l’infermiere si rifugiò nell’ascensore più vicino, dove provvedette a digitare le magiche cifre per arrivare ai moli.
Finalmente era arrivato alla reception - ora c’era la parte più importante da affrontare: la scelta della ragazza da cui farsi vagliare. Le due lavoratrici trentenni erano sicuramente di bella presenza e carine, per cui scegliere non era così semplice. Alla fine prevalse la mora.
“Ciao, bellezza. Skyler Mave, Infermiere dell’Accademia”. Mostrò la carta d’identità Babbana e successivamente quella magica. “Senti, ma non ti annoi a stare sempre qui? Se ti va puoi venirmi a trovare all’Accademia - posso offrirti un appuntamento romantico in un posticino segreto… pensaci su!”. Non era convinto appieno delle sue parole, ma flirtare era il suo sport preferito. Tanto a chi importava? Le comparse della sua vita non erano di certo importanti. Attese la risposta della ragazza giusto per cortesia.
Dopo aver ottenuto la tessera blu identificativa e aver affidato i pochi bagagli alle receptionist, passò la barriera. La banchina del molo Yggdrasil era sempre brulicante di studenti. Ormai alcuni li conosceva - ecco che da lontano c’era il Tom Daley dei poveri che si era lanciato nel vuoto, ovviamente con il suo fidanzatino. Erano davvero carini insieme - in un certo senso la loro bromance gli ricordava il suo rapporto con Markab. Fuori di testa e sempre pronti a rischiare l’osso del collo. Li avrebbe salutati in seguito: mai mettersi nel mezzo di una bromance appena ricongiuntasi.
Volse quindi lo sguardo altrove; lo spettacolo degli yatch magici era sempre imponente. Skyler non poteva fare a meno che osservare i volti dei proprietari, cercare le milf migliori e più annoiate dalla riccanza, fare loro l’occhiolino e cercare di farsi assumere nello staff per bombarsele meglio. Finora aveva funzionato una manciata di volte, ma non era ancora riuscito a trovare un lavoro fisso da toy-boy. 'Toh, eccola là - tette grosse, occhiali da sole… ah ma c’è il marito - beh, anche lui dilfone… proviamo’ - salutò con la mano la milfona ed il compagno, con voce affabile. “Buongiorno, signori. Vi state godendo il panorama di giovani speranze?”
Aveva ancora un po’ di tempo da perdere, tanto valeva usarlo al meglio.. -
.RevelioGDRBrian Ensor | Docente DCAOEra interessante osservare il rapporto che gli uomini avevano con alcune giornate e come il loro umore variasse in base ad esse. A Natale, per esempio, tutti erano gioiosi, il trentuno di ottobre in ansia per cosa sarebbe accaduto quella notte e poi c'erano quelle date sporadiche, quelle che avevano un forte significato per un singolo individuo e non per la massa ed erano proprio quelle che ci rendevano strani agli occhi degli altri. Per Brian Ensor la sua data particolare era il primo di settembre. Con oggi sono tre fottutissimi anni che lavoro come docente in incognito, tre anni di bugie, tre anni di chissà quanta pazienza messa duramente alla prova da un branco di mocciosi in piena crisi ormonale e da una preside che pare aver fatto casa nel castello. Porco Merlino, possibile che non se ne vada mai? Silente non c'era mai ad Hogwarts, perché la nostra preside non sloggia mai? Gliela pago io una cazzo di vacanza!
Si stava recando al porto con la piena consapevolezza che quello sarebbe stato il suo anno di svolta, quello in cui avrebbe portato a buon fine la missione che gli era stata assegnata. Oramai sono trascorsi tre anni in cui non succede davvero niente di pericoloso, è probabile che sentendosi così sicuri abbassino la guardia.
Per l'occasione si vestì come di suo solito: scarpe eleganti, pantaloni neri e piuttosto anonimi, mentre gli arti inferiori erano coperti da una leggera camicia bianca di lino che lasciava i primi due bottoni separati l'uno dall'altro. Se c'era Alyce mi saltava addosso. Pensò con un sorriso divertito tra le labbra che scomparse nell'arco di pochi secondi. Sicuramente ha anche lei da fare, poi non avrebbe potuto esserci comunque. Sì, insomma, quello che avrebbe affrontato era un viaggio riservato solo al personale dell'accademia e degli studenti, persino i genitori e i parenti dovevano congedarsi dai loro figli prima del viaggio. Quante mosse, fate pena.
Come oramai faceva da ben tre anni si recò presso la Port London Autority, avanzò a passo spedito verso un ascensore e digitò i numeri 934. La macchina rispose immediatamente all'imput ricevuto e condusse il docente presso la sua destinazione: il molo Yggddrasil. L'atmosfera di quel luogo era assai particolare: ovunque si girava c'erano nuovi studenti agitati per l'inizio del nuovo anno scolastico, certi spaventati, altro ancora pieni di speranze e poi c'erano loro, gli studenti più grandi, quelli che aveva già avuto modo di conoscere e terrorizzare. Se non altro è bello vedere che certe cose non cambiano mai. Riesco a sentire il terrore nei loro occhi. Ci si vede in Accademia. Scapparono, probabilmente avevano preso tale frase come una minaccia.
Si fece spazio nella zona adibita alla reception, lasciò i bagli agli elfi e si prestò ad ogni accertamento necessario per ottenere il tesserino blu che gli avrebbe fatto superare la barriera d'acqua.
Dinnanzi a lui torreggiava il galeone che li avrebbe condotti all'isola di Denrise e uno sguardo arcigno si posizionò in direzione dell'enorme drago blu che faceva da polena. Oh, amico, non sai quanto potremo andar d'accordo. Ad ogni modo era ancora presto per imbarcarsi, così optò di adoperare il tempo rimanente per l'acquisto di qualche schifezza da mangiare durante il viaggio. Caramelle? Per carità, piuttosto avrebbe digiunato per l'intero viaggio.
Nessuno ne era davvero al corrente, tuttavia Brian aveva un solo vizio che riusciva a farlo estraniare dal mondo e, a detta di pochi fortunati che avevano avuto la fortuna di sopravvivere per raccontarlo, di placare la sua feroce rabbia: il caffè amaro. In quel momento l'unico luogo dove poter reperire qualcosa che potesse anche solo avvicinarsi al caffè era il gelato in quello specifico gusto. Ok, non sarà dolce, ma se non altro è caffè. Certo Brian, nel migliore dei casi.
Fu così che raggiunse la bancarella dei gelati e osservò con rapidità i vari gusti proposti. Tocca a me. Una vaschetta. Tutto caffè. No, ci ho ripensato. Se ce l'hai metà whisky e metà caffè. Ah, sì, un cono piccolo fammelo ora. Tutto caffè anche quello. Insomma, viva la fantasia, ma ora aveva voglia di caffè. Se non avesse avuto neanche quel gusto probabilmente lo avrebbe minacciato. Non diventerò mai una di quelle persone triste che prende limone e fragola.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Come avrete letto nel post, Aaron Barnes, mosso come PNG, ha varcato la barriera e dopo poco è stato sparato via da un getto d'acqua magica.
Il ragazzo sta bene e sta nuotando nel Tamigi in cerca di una riva: se alla player fa piacere, può aprire una role in Londra babbana in cui descrive il geyser e il suo cercare di arrivare a riva osservato e fotografato dai babbani (probabilmente). Può nel caso taggare lo Snaso Sibillino, che provvederà a movimentargli la giocata. -
.RevelioGDRNikolai van AalterStudente | 18 anniMa che figata pazzesca! Voglio farlo anche io!
Gridò con molto poco tatto nei confronti delle altre persone in fila Nikolai, non appena vide attivarsi i sistemi di difesa denrisiani, pronti a sparare in cielo il povero Aaron Barnes come un proiettile. Che poi, in realtà, Nik neanche sapeva bene chi o cosa avessero sparato. Era troppo indietro nella fila, quindi aveva solo potuto intuire che si trattasse di un uomo adulto. Magari era un criminale, che stava cercando di infiltrarsi nel molo per attentare alla vita di qualche mago importante e che era stato respinto dalla sicurezza per poi essere arrestato una volta che fosse riemerso dalle acque non propriamente cristalline del Tamigi? O magari un giovane innamorato che, impazzito all'idea di dover restare per un anno intero lontano dalla sua amata, aveva tentato di scavalcare i controlli per viaggiare insieme a lei fino a Denrise? In ogni caso l'unica idea che non gli era venuta in mente era la più banale e, tristemente, anche quella giusta.
Però andiamo, capitelo.. il povero Nikolai aveva dovuto passare tutta l'ultima settimana di agosto in un albergo di Londra assieme a suo padre perché "Eh, ma è inutile che torni a casa se poi devi ripartire dopo così poco per prendere la nave. Approfittiamone per andarci a scoprire la capitale inglese!" Era stato il suo modo per tentare di riallacciare dei rapporti ormai abbastanza tesi con il suo secondogenito. Ma insomma, che andasse a rompere le scatole a Tess! Non era tipo lei quella piccola, che aveva bisogno che i genitori le stessero dietro?
E quindi la fine delle sue vacanze si era tramutata magicamente in un mortorio assurdo, ricco di teatri, musei e cene in ristoranti talmente chic da fargli venire la nausea. Ora che si sentiva finalmente di nuovo a casa sua sentiva di avere il diritto insindacabile di eliminare qualsiasi pensiero non eccitante dalla sua testa.
Oh, finalmente è il mio turno. Si, si, un attimo eh, che le prendo la tessera!
Avrebbe fatto, squillante, alle receptionist, mentre andava ad aprire zip per zip di ogni sua valigia (e non erano poche quelle che si era portato appresso. Ogni mago aveva bisogno dell'occorrente per fare i suoi trucchi sempre a portata di mano, dopotutto) nella ricerca di quella in cui aveva lasciato il suo tesserino. Guarda tu se quella mattina non poteva partire per colpa della sua testa fra le nuvole.
A salvarlo, fortunatamente, arrivò l'eroe di cui aveva bisogno ma che non si meritava.
Hekko, infatti, che era rimasto fino ad allora appiccicato ad una delle tante valigie, spiccò un balzo in direzione della chiappa del suo padrone, appiccicandocisi e, subito dopo, andando a frugare nella tasca sul retro del jeans di Nikolai. Quando tirò fuori la testolina da lì dentro aveva in bocca una tessera blu.
Oh.. beh.. si, in realtà dei due è lui quello con la testa sulle spalle. Eheheheh..
Disse, per sdrammatizzare l'enorme figura da poco appena fatta. Comunque, finalmente, era riuscito ad imbarcarsi e a liberarsi (poveri gli elfi domestici) di quel quintale di valigie che si era portato dietro.
Okokokok, che figata.. con calma. Prima.. quella!
Decise che avrebbe iniziato il suo stalking ossessivo-compulsivo di ciò che gli sembrava interessante da... la Dragone degli Abissi? Eh, si, Nikolai aveva deciso proprio di dirigersi verso il molo principale, non per imbarcarsi ovviamente, ma per trovarsi nel punto il più vicino possibile alla polena stregata a forma di testa di drago.
EHI! LEI, LASSÙ, MI SENTE?
Gridò per cercare di attirare l'attenzione.
VOLEVO CHIEDERLE UNA COSA. MI PIACE NAVIGARE MA NON HO MAI AVUTO L'OCCASIONE DI DOMANDARLO AD UNA NAVE VERA! COSA SI PROVA A VELEGGIARE TRA LE ONDE DAL SUO PUNTO DI VISTA?!
La gabbia dei matti era stata aperta e all'olandese non avrebbe potuto fregare di meno della quantità di sguardi confusi che gli si sarebbero puntati addosso. Insomma, quando gli sarebbe ricapitata l'occasione di parlare con una nave? Aveva almeno quarantatré domande da farle! Ce l'avrebbe fatta ad esaurirle tutte prima della partenza? A differenza sua, però, il suo povero Hekko, ben più coscienzioso del suo padrone, si era nascosto nell'interno della maglia di Nikolai, lasciando a penzoloni fuori, all'altezza del pettorale, solo la sua coda. Un tizio strano ed allampanato che parlava con una barca ed una coda di lucertola che gli spuntava dalla maglia. In alcuni bar poco raccomandabili babbani sarebbe stato l'inizio di una barzelletta poco divertente.... -
.Lancelot Olwen ♣ Docente di Rune"Grazie di tutto, signorina"
Con un sorriso affabile e candido Lancelot si congedò da una delle ragazze alla Reception, vincendosi in cambio dei propri bagagli una tessera blu, in grado di fargli superare la barriera acquatica e avviarlo alla parte cruciale del molo Yggdrasil. Per il viaggio si era vestito semplice, molto da barca: mocassini blu, pantaloni bianchi in lino e sopra di essi una camicia in lino stropicciata quanto bastava per dare un'aria sbarazzina azzurro cielo. Affondò una mano nei biondi capelli, resi ancora più dorati dall'estate, e varcò il muro d'acqua.
'Bene, Hidenstone... ci si rivede...' normalmente Lancelot era quello propositivo, quello ottimista e sempre di buon umore, ma in quella particolare circostanza lo era meno del solito: Victoria aveva dilatato davvero tanto gli impegni scolastici dei docenti e ciò si era ripercosso sul meritato riposo del personale, al punto che persino uno indefesso come lui ora accusava il colpo 'Sì... sono state vacanze davvero troppo brevi' rifletté lui con un sospiro, scotendo delicatamente la testa e tentando di non pensarci troppo, dedicandosi ad altre cose, come le barche o il piacere, comunque, di ritrovare colleghi e studenti.
'Già... potrebbero anche esserci vecchie conoscenze o nuovi incontri...' pensò lui un po' emozionato, chiedendosi per esempio se la sorella di Annie sarebbe approdata ad Hidenstone quell'anno. Con entusiasmo si guardò intorno. E vide Aaron con Blake 'Oh no!' gemendo, il ragazzo fece un passo indietro e si guardò bene dall'attirare l'attenzione dei due, soprattutto a causa del medimago 'Ma come cavolo ha fatto a venire a rompere le palle anche qui? Saprà di me e di Annie?!' che poi, al secondo punto, la domanda corretta era "chi ci ha capito qualcosa di cosa sta succedendo tra lui e Annie?" ma non era questo il momento di quisquiliare, ed infatti il biondo fece una piroetta su sé stesso e avviandosi verso il molo 4 notò a terra un pesciolino, che evidentemente aveva perso le proprie capacità magiche, costringendolo a terra, a dimenarsi terrorizzato, o forse solo in cerca di attenzioni, di qualcuno che lo socorresse.
"E tu piccino cosa ci fai a terra?" con delicatezza il runista si avvicinò al pesce e si chinò a terra per raccoglierlo con le mani a coppa ed osservarlo meglio: era un piccolo pesce d'argento, sicuramente veloce e vispo nell'acqua, ma ora semplicemente terrorizzato a morte "Questo posto non fa per te. Tu devi stare in acqua... o comunque nuotare" propose lui, abbozzando poi una risata, rendendosi conto di quanto fosse stato ampliato dalla magia il suo terreno di azione.
Con dolcezza si tirò in piedi e si avvicinò ad una bolla d'acqua lì vicino, andando ad immergervi dentro il pesciolino, che prontamente schizzò via dalle mani del biondo, iniziando a nuotare, rapido come lui l'aveva immaginato.
"Non c'è di che!" cantilenò lui all'animale, alzando una mano in segno di saluto per poi voltarsi nell'udire un forte rumore, misto al panico generale: un tentacolo d'acqua si era proteso verso Aaron, inglobandolo e sparandolo poco dopo in cielo 'MERLINO!' per un orribile istante lui restò paralizzato, di sasso, terrorizzato che il suo conoscente potesse aver fatto una brutta fine, tuttavia ben presto il drago-polena spiegò la situazione, consentendogli di trarre un sospiro di sollievo 'Ok... sta bene...' si disse lui, posando una mano sul cuore, che sentiva battere compulsivamente.
Alzò lo sguardo e in uno slancio di empatia si chiese quanto potesse essere terrorizzato il Barnes minore dopo ciò che aveva visto, e si chiese quale fosse il suo ruolo di docente, conoscente del fratello e pene regolare del suo sogno erotico (?). La risposta fu espressa compiendo passi discreti verso la bancarella dei dolci, avvicinando Blake e tentando di mettere una mano sulla sua spalla "Ehi, ho visto cosa è successo..." chiarì lui, manco qualcuno potesse non averlo visto "Sono sicuro che stia bene... il Ministero non permetterebbe mai che qualcuno si facesse male per così poco... ma vuoi che facciamo una chiamata di controllo?" domandò lui, gentile, al ragazzo, dimostrandosi nei suoi confronti sempre accorato e disponibile.. -
.RevelioGDRJesse Lighthouse | Black OpalNon era trascorso molto dal loro ultimo incontro, ma Jesse viveva sempre nell'ansia di perdere Erik, specialmente da quando questi si era fatto più strano perché, parole sue, "Non voleva ferirlo" tuttavia il moretto colse il suo allargar le braccia come un gesto di saluto (e invece era solo una delle sue infinite e casuali movenze), tanto che finì col cingerlo con tale affetto che persino uno come lui dovette arrendersi all'evidenza che gli volesse ancora tanto bene 'Grazie a Merlino...' pigolò lui nella sua mente, ricambiando la stretta "Mi sei mancato un botto" gli disse con dolcezza, felice di poter contare ancora su di lui e, soprattutto, di poter condividere con lui, gioie e dolori, nonché gelati e dolci.
"Giusto, noi condividiamo tutto!" propose lui alle parole dell'altro, affondando le mani in tasca e facendo spallucce nel mentre il commesso attirava l'attenzione dell'ametrino e del docente di alchimia con il suo prezzo folle 'Cavolo se costa qui la roba!' pensò lui quasi con un tracollo emotivo, assistendo poi alla contrattazione tra loro due e il commesso piuttosto passivamente, del resto lui non aveva comprato niente al momento e aveva già attirato il disprezzo del giallo-vestito, limitandosi a fare, talora, un po' di coro "Uh sì, il prof non si droga, non uccide cuccioli di foca e non tortura gli studenti. O almeno, non l'ho visto fare nessuna di queste cose!" non era proprio una difesa formidabile, ma si sapeva che con Jesse era sempre meglio accontentarsi del pensiero!
Un concetto simile, probabilmente, quel giorno, si poteva applicare a Blake e Aaron Barnes: Jesse non aveva fatto in tempo a suggerire all'amico di andare ad incontrare sua madre e suo padre che erano apparsi i due Barnes selvatici, con il più grande che sembrava davvero determinato a conoscere i due amici del ragazzo.
"Yo Blake, qui tutto bene, tu?" disse lui al minore, estraendo poi le mani dalla tasca e tendendo una al maggiore "Io sono Jesse, il compagno di stanza di Blake. Di stanza e anche di tenda, in effetti, ma vabbè, da settembre dovremmo essere solo di tenda e comunque non di letto. Sia con lui sia con Erik ecco" propose lui, giusto per far capire con precisione quale amico fosse di quelli raccontati dall'altro: quello disagiato "Anche Blake parla tanto di lei... te... e non sempre male!" affermò poi con un sorriso poco convinto, giusto in tempo per assistere all'arrivo del tentacolo gigante.
"ATTENTI!" il ragazzo ebbe giusto il tempo di mettere mano alla bacchetta che ormai Aaron era prigioniero della trappola d'acqua "Oh no, è un attacco dei ninja della nebbia!" strillò lui, cercando lo sguardo dell'ametrino, pronto a disporsi a croce come Naruto quando ancora era un bel manga.
Ovviamente non era Zabusa ed infatti la prigione d'acqua durò giusto il tempo di un disagio di Jesse per poi diventare un getto d'acqua che si infranse contro la cupola, spedendo chissà dove il medimago "No... ok... forse era Dragon Ball... o i Cavalieri dello Zodiaco..." propose lui col naso all'aria, schizzando poi di lato, giusto accanto a Blake per accogliere le gentili parole del dragone, che chiarì come Aaron, stesse, tutto sommato bene.
'In effetti manco mia madre è venuta qui a scassare...' pensò lui, rendendosi conto di come in effetti Aaron fosse l'unico accompagnatore che era riuscito in qualche maniera ad andare oltre la barriera, cosa che in un primo momento poteva anche essere sembrata figa, ma che era finita piuttosto male.
Affondando le mani in tasca, si chiese cosa dire e cosa fare, ma ben presto il loro responsabile emerse e andò in soccorso di Blake, sicché Jesse ebbe ancora meno idee. Erik e il professore stavano contrattando, quindi forse il suo piano poteva essere far altro.
"Vado... vado a prendere il gelato, sì... così ne abbiamo un sacco per il viaggio e uh, ci consoliamo per tuo fratello!" decretò lui, schizzando poi via, ratto verso la bancarella dei gelati, ove trovò un Brian Ensor selvatico ancora in attesa del proprio caffé... o di quello che più vi si avvicinava.
"Uh, salve prof! Io vorrei invece una coppa di gelato. No, ok, il fratello del mio amico è stato schizzato in cielo, quindi di più: mi dia un chilo di gelato, con gusti misti per favore... dureranno tutto il viaggio vero? Non vorrei che Blake abbia lo stomaco chiuso e poi mi resti a bocca asciutta!" blaterò lui, osservando il commesso gentile con occhi enormi "Eh uh, sì, una granita anche! E no... non al caffé... o finisce male ecco... facciamo... lamponi e maracuja... se posso avere due gusti... grazie!". -
.by Revelio GDRNon capiva perchè, alla fine, dovevano sempre stare al centro dell'attenzione. Avevano semplicemente oltrepassato le barriere e si erano diretti verso due amici suoi, non voleva per forza dire"EHI, I BARNES SONO ARRIVATI AL MOLO"! Per quanto potesse essere una cosa interessante e veramente figa essere sempre al centro di qualche e qualunque tipo di scandalo, Blake, quella volta ebbe davvero paura per suo fratello. Era l'unica persona che gli era rimasta viva in quel dannatissimo mondo, e quando vide quel tentacolo prenderlo e sbalzarlo in aria e poi chissà dove si sentì mancare qualche battito. Adesso cosa diavolo aveva fatto? Insomma perchè mai alle barriere non potevano entrare i parenti più stretti, e dove diavolo era scritto? Cavolo, perchè non si fermava mai a leggere ed entrava da per tutto come se fosse tutto di sua proprietà. Ma la cosa assurda era che Aaron aveva fatto la sua stessa identica cosa, non si era curato ne delle regole ne tanto mendo di leggere cosa ci fosse scritto al di fuori di quella barriera. Aveva estretto la bacchetta quasi automaticamente, ma non ebbe neanche il tempo di pronunciare un qualsiasi altro incantesimo che alla fine sentì appena che suo fratello stesse bene. "Ma qui non siamo a Denrise, purtroppo, quindi non dare di matto: come ha richiesto il Ministero, non gli accadrà niente... si è solo fatto un tuffo in quel brodo caldo che è il Tamigi" Quelle parole che arrivarono, non sapeva esattamente da dove gli fecero alzare un sopracciglio. Non dare di matto? Se mio fratello ha una sola unghia spezzata, io renderò la vita un inferno a tutti gli abitandi di questa dannata isola. E non stava scherzando. poteva essere una reazione esagerata? Beh, si forse lo era, ma Blake era un Barnes ed i Barnes erano esagerati di natura, non ci si poteva fare proprio niente. Aveva sfidato apertamente il professor Ensor quando erano al campeggio, risposto in maniera poco carina al professor Guymoore quando aveva da fare una punizione, figurarsi se non riusciva a rispondere malissimo ad uno sconosciuto che gli parlava di "non dare di matto" davanti ad una cosa del genere. Non poteva andare semplicemente qualcuno a dirgli che li non poteva stare? Davvero? Insomma, non era una cosa normale quella, se fosse stato qualcuno di pericoloso comunque scaraventarlo nel Tamigi non era la soluzione giusta. Si, era seriamente preoccupato per Aaron, e quando sentì la voce amica del professore Lance lo guardò. Il Ministero a delle leggi che fanno schifo! Se fosse stata una ragazza sicuramente sarebbe stata una di quelle perennemente con il ciclo, di questo ne era sicuro. Certo che voglio controllare se mio fratello sta bene, e volendo avvertire anche Annie così almeno può vedere se effettivamente stia bene, visitarlo! Non mi fido di qualcuno che mi dica che sta bene e che è del Ministero... Fece un sospiro. Ok, se il professor Olwen diceva che stava bene, evidentemente, allora... stava bene! Si era preso un colpo che gli aveva fatto dimenticare completamente quello che aveva detto Jesse, e che era anche lui affianco a loro. Sospirò e lo cercò tra la quella che era la folla. Si voltò anche a guardare quel ragazzo che stava urlando esattamente a cosa? Alzò un sopracciglio. Forse, oltre a mio fratello, anche lui ha bisogno di aiuto! aggiunsi poi riferendosi palesemente a quello che sarebbe stato uno dei nuovi studenti dell'accademia. Questo secondo anno non stava cominciando per niente, ma per niente bene. Quello era ovvio, e quello che ancora era più ovvio che erano tutti quanti concentrati a chiedersi chi diavolo fosse quel ragazzo che era volato in cielo. Adesso gli veniva seriamente da ridere. Si voltò di nuovo verso il professore di rune.
Posso farle una domanda veramente poco appropriata? Ovviamente non avrebbe atteso una vera e propria risposta! Dica la verità, un pò le ha dato soddisfazione questa uscita di scena di Aaron... Anche il maggiore dei Barnes gli aveva confermato che tra lui e Lance non c'erano mai stati buonissimi rapporti, ovviamente per colpa della gelosia del biondo nei confronti di Annie, e se solo avesse saputo che si era sempre preoccupato del fratello sbagliato! Sospirò. Prima o poi quella storia sarebbe venuta a galla e sarebbe morto, non sapeva se per mano di Aaron o per quella di Olwen, ma sarebbe morto. Ne era certo. Non voleva darlo a vedere, ma era davvero preoccupato per il fratello, sapeva che sicuramente se la sarebbe cavata come si doveva, ma infondo, fin quando non avrebbe sentito qualche tipo di notizia positiva, anche buffa, non gli interessava. Sarebbe rimasto in ansia..