Lezione Triennio 22/23

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    Black Opal
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    Jesse Lighthouse
    Black Opal | 20 anni
    Che Jesse fosse facilmente stupibile non era esattamente un segreto, e in fondo tutti in classe avevano esperienziato quanto ci volesse poco a stunnarlo, anche se quel giorno pareva che toccasse ad un superquattro mandargli in pappa il cervello.
    "Non sto salivando... credo!" nel momento del disagio, Joshua si rivelava sempre un'ottima guida, similarmente a come doveva essere per un marinaio il canto di una sirena, tanto che il giovane si voltò verso di lui con due occhi sgranati ed imbarazzati, rivelando tutto il discorso al superquattro e anche a Blake, il quale ci tenne quasi immediatamente a rimarcar il territorio, minacciando anche, se necessario, uno spogliarello, che tanto esibizionista lo era sempre stato.
    "Uh, no, che poi il non-prof ti toglie punti perché entri in competizione con lui" squittì il caposcuola all'amico di sempre, proprio quando iL Superquattro parve averne abbastanza, facendo andar via Jesse con la coda tra le gambe e un viso fin troppo rosso "Ma io ero seriamente preoccupato che prendesse freddo" pigolò lui, forse nel tentativo di convincere almeno sé stesso, prendendo posto con Josh e Blake, si sperava almeno loro ancora vestiti, nel mentre l'uomo decantava i propri doveri da stenditore di runisti e introduceva l'argomento della lezione, un argomento che forse l'Evans avrebbe poco seguito, cosa che non interessava poi molto a Jesse, che accolse quella notizia con una scrollata di spalle e un timido sorriso, ad indicare come gli andasse bene in ogni versione.
    'Uh, secondo me dopo lo uccide' pigramente Jesse udì il suo miglior amico decantare le doti di Lancelot, in quello che a lui suonava più come un epitafio, ma al quale non aggiunse niente, interessandosi invece a rispondere alla domanda, cercando di ragionare fuori dagli schemi, verso un modello più suo... sbagliando, come tutti. Ma mai quanto Lucas.
    "LUCAS!" nel vedere la frusta scattare, Jesse si gettò in piedi; avesse potuto si sarebbe frapposto tra l'ametrino e l'arma, ma ovviamente non disponeva di una simile agilità, osservando inorridito il colpo al ragazzo e la spiegazione dell'uomo.
    Lo fissò con un misto di odio e stupore, stringendo con forza un pugno, poi, odiosamente, tornò a sedersi, detestando l'impotenza che stava provando, ma forse anche la scarica di eccitazione che aveva percorso il suo corpo.
    "Uff... domanda trabocchetto" disse agli amici, accasciandosi sul banco nel mentre egli iniziava a spiegare, almeno finché non apparve Lancelot, evento che oggettivamente rianimò la classe, sia per la sorpresa, sia per i teatrini che ne seguirono.
    'Da grande voglio fare il runista' Kwaku si stava molto divertendo a mettere in difficoltà Lancelot, e Jesse doveva ammettere che avrebbe molto apprezzato su di sé quel genere di attenzioni, tanto che ben presto si trovò imbambolato, fino a dover sussultare 'Oh no!' squittì nella sua mente, portandosi istintivamente una manica alle labbra, spaventato da avere della bava colante, come predetto dal troppo-vicino Joshua, cui infatti lanciò un'occhiata quasi colpevole.
    'Che ci posso fare se mi piacciono i ragazzi di colore?' pigolò un po' mortificato nella sua mente, avvicinandosi poi a Blake, forse per non pensare troppo "Ma alla fine, secondo te, hanno scopato o lo ha solo frustato?" gli chiese lui, evidentemente deciso a scatenare una guerra termonucleare, scoprendosi molto interessato all'arma sulla cinta del Superquattro, con o senza Lancelot attorno.
    Avvampò nel sentirsi nominare, annuendo confusamente e compiacendosi almeno un poco di aver trovato comunque una logica in quella prova impossibile, accogliendo la risposta giusta con una certa confusione che lo spinse ad aggrottare la fronte 'Quindi era il mar baltico... ma il mare è di tutti, quindi solo baltico, perché sono popoli che rispondono al re del baltico... che però non abita nel baltico...' di base gli sembrava di aver afferrato il concetto, ma più cercava di spiegarlo a sé stesso, più si confondeva.
    Disperato, lanciò un'occhiata a Josh, poi prese quasi al volo la runa che lo designava come portavoce per la colonia dell'antartide 'MA IO NON SO PARLARE!' comprese le sue funzioni, Jesse si sarebbe volentierissimamente seppellito sottoterra, eppure non sarebbe stato da lui tirarsi indietro, sicché con un sospiro, osservò cuccioloso sia Blake sia Josh "State con me, vero?" supplicò lui, anche se forse il tono non era riferita all'invito, quanto alla preghiera che non si ammazzassero di botte.
    Con un sospiro il ragazzo avrebbe posato la runa Kenaz e poi avrebbe scritto in grosso Villaggio Antartico Baltico.
    "Ok... voi come ve lo immaginate?" domandò lui, segnando a lato ciò che lancelot aveva loro sottolineato di approfondire, arrivando poi ad una prima conclusione "Intanto ci saranno un sacco di predoni specializzati in mostri marini... sia per studiarli sia per cacciarli... e io... sì insomma non me li immagino come i burberi del villaggio, ma più alla Kwaku o alla Maverik... pericolosi ma in fondo moderni"
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  2. Joshua B. Evans
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    Joshua Benjamin Evans
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    Jesse stava salivando. Era una cosa su cui Josh, pur non avendo fatto realmente caso a quell'ipotetica circostanza, avrebbe scommesso tutti i suoi averi.
    Ma, e questo doveva ammetterlo, il Black Opal lo avrebbe fatto con discrezione.
    Josh seguì la lezione con un discreto grado di attenzione, non sufficientemente alto tuttavia a far sì che si rivelasse pronto di fronte allo schiocco della frusta che il moro vide rivolgere a Lucas. Se Jesse saltò dalla seduta urlando in direzione dell'ametrino, Josh sobbalzò sul posto sgranando le palpebre.
    «Cazzo» commentò sotto voce, facendo cenno a Jesse di sedersi. Lo conosceva abbastanza bene da sapere che da lì a poco il ragazzo avrebbe potuto saltare alla gola del docente provvisorio solo per difendere l'amico.
    «Questo fa sul serio.» Come se l'Olwen invece prendesse alla leggera il proprio lavoro. Per lo meno, pensò nel guardare Jesse riprendere posto, non rischiava di far fuori uno studente o due a lezione.
    L'arrivo del sopracitato alleggerì gli animi, quanto meno Josh si sentì improvvisamente più sollevato nell'aver messo piede in quella stanza. A nulla servì comprendere di aver sbagliato la propria risposta, consapevole di aver giocato di fortuna.
    Osservò Jesse con la coda dell'occhio non appena questo lo guardò portandosi una mano alla bocca. L'inglese avrebbe pagato galeoni pur di sapere cosa vagasse nella mente contorta del compagno. Non sempre, solo qualche volta. Si strinse nelle spalle all'ennesima occhiata dell'amico e, quando gli venne chiesto di unirsi a lui nell'esercizio, naturalmente annuì.
    Si avvicinò al duo e lanciò uno sguardò a Blake. Voleva evitare pugni in faccia e abbracci male interpretabili, ma sapeva di doversi aspettare di tutto dall'amico.
    Ascoltò i primi suggerimenti di Jesse annuendo di tanto in tanto, passandosi una mano tra i capelli più lunghi del dovuto una volta sfilatosi il berretto.
    «E sexy. Immagino.» I predoni che si immaginava il Lighthouse, meno burberi e più scolpiti del guscio di una tartaruga marina. Nascose un sorriso stando bene attento a potersi slanciare all'indietro di fronte a un'eventuale quanto probabile scenata di gelosia di Barnes e pensò a cosa aggiungere.
    «Attività principale pesca, quindi. Commercio di pellicce?» Tentò, concentrandosi sulle caratteristiche principali che un villaggio antartico potrebbe avere.
    «Me lo immagino poco popolato durante l'anno, ma ben frequentato nei periodi di vacanza. Se piace quella vita, insomma...»
    Si strinse tra le spalle e si lasciò cadere contro l'appoggio, scivolando di poco sulla panca. Lasciò che fosse Jesse ad appuntare ogni cosa, con una calligrafia e una voglia di interazione più alte delle sue. Senza contare il desiderio di compiacere Kwaku - anche in modi che andavano al di là della convenzionale lezione di Rune.
    «Se non appartenesse a nessuno Stato non farebbe capo da alcun Ministero. Però potrebbe esistere una sorta di accordo... un trattato fra i Ministeri adiacenti sull'utilizzo del territorio e dei predoni per scopi che hanno come fine ultimo uno scopo pacifico.»
    No Ministero voleva dire molte meno pippe mentali e, a suo dire, un compito molto più semplice da svolgere.
    A quel punto lasciò la parola a Blake.

    Lavora con Jesse e Blake e dà qualche spunto su attività principali e rapporti col Ministero.

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    AIDAN HARGRAVES
    Beh, da una prima stima mio caro ragazzo
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    La lezione era davvero interessante. Ma il problema era che si stava rivelando un casino assurdo.
    Ad un certo punto credeva di essersi addormentato perché gli era sembrato di essersi perso una grossa parte della lezione. Ma era più che sicuro del fatto che i suoi occhi erano rimasti spalancati, dimenticandosi anche di sbattere le palpebre, accorgendosene solamente dopo che una lacrima cominciò a scendere dall'occhio destro.
    “Cazzo” il dioptase si strofinò gli occhi con i dorsi delle mani e quindi riprese a concentrarsi sulla lezione.
    Non si era nemmeno accorto di cosa fosse successo a Lucas.
    Si riprese solamente quando una voce che conosceva fece il suo ingresso in aula. Si voltò, vedendo il prof Olwen e ridacchiò divertito. “Allora non è stato chiuso nel bagno dei professori! Ero convinto che il signor Kwaku l'avesse chiusa in bagno perché voleva prendere il suo posto.”
    Gli sarebbe piaciuto un bel pacco di pop corn per godersi al massimo lo spettacolo che il professore e il superquattro stavano mettendo in scena, però doveva anche trattenersi dalle risate per le reazioni di entrambi: Il prof furioso come mai lo aveva visto e Kwaku divertito come un qualsiasi bulletto che si divertiva a maltrattare il povero sfigato di turno.
    Poi tornarono a parlare della lezione, finalmente, e riprese a confondersi sempre di più.
    Quando parlò del fumetto, che poi lanciò direttamente ad Aidan, lui lo prese al volo quasi con sguardo trionfante “Mitico! Grazie mille. Mi sa che mancava nella mia collezione di fumetti marvel.”
    Quindi lo riposò nel suo zaino e continuò ad ascoltare la lezione.

    Arrivò il momento della prova pratica ed Aidan cercò di ascoltare con attenzione ciò che avrebbero dovuto fare.
    Quando si ritrovò una bella runa tatuata sulla mano, sbuffò. “Perché dovevano scegliere me come prefetto? Tutte queste responsabilità mi mettono ansia. Ma poi non ho capito nulla di quello che devo fare.”
    Per sua fortuna si aggiunse Harry al suo gruppo, cominciando a dare le sue idee che glii fecero capire al meglio ciò che doveva fare in quella prova.
    Lo ascoltò, annuendo ad ogni sua proposta.
    “Se non fosse per te, Harry, mi ritroverei a cercare di capire che diamine devo fare. Comunque...il fatto che sia un villaggio vicino al mare, ci sta. Le case potrebbero davvero essere come le hai dette tu. E anche il fatto della pesca, soprattutto del salmone. Magari potremmo anche aggiungerci qualche cosa riguardante un villaggio baltico. Che poi...secondo me si somigliano tra loro...penso proprio per il fatto che si sono uniti tra di loro.”
    Si grattò la testa, pensieroso.
    “Riguardo la religione...potrebbero tranquillamente essere anche cristiani...ma essendo collegati ai signori del mar baltico...forse potrebbero avere delle influenze norrene, quindi credono anche loro ai vari dei Norreni? Boh, non saprei...” poi si guardò intorno “Chi si vuole unire a noi due? Stiamo cercando di inventarci una bella popolazione del villaggio dell'alaska!”




    Aidan è confuso.
    Poi cerca di fare qualcosa assieme ad Harry e chiede se qualcuno vuole unirsi al gruppo
     
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    Vide la frusta arrivare poco dopo aver sentito lo schiocco, ma non fece assolutamente nulla per fermare la sua avanzata verso Lucas. Una bella svegliata gli avrebbe fatto solamente bene, quindi sorrise e scosse la testa.
    Dovevi stare attento gli sussurrò con una mezza risata. Stai bene? Gli sussurrò ancora alla fine, anche se non c'era poi così tanta preoccupazione, nel suo tono di voce. La preoccupazione maggiore andò, piuttosto, verso quello che il fake docente disse pochi attimi dopo.
    Inarcò le sopracciglia, detestandosi per aver sbagliato. Quando non riusciva ad eviscerare e rispondere alle domande trabocchetto correttamente, si innervosiva, perché sentiva il bel voto al quale ambiva, sempre più lontano... ma non tutto era perduto, suppongo. Avrebbe recuperato nella parte pratica, ma l'idea non le impedì di rimanere abbastanza interdetta quando l'uomo indicò il vaso giapponese, forse l'unico con il quale non era riuscita a trovare un collegamento. Stritolò la mano di Lucas per il nervosismo, prima che il loro ritardatario docente di rune, facesse il suo ingresso all'interno dell'aula.
    Osservò il battibecco tra Kwaku ed Olwen con un certo divertimento, abbandonando per un attimo il nervosismo precedente. La cosa che la sollevò maggiormente, però, fu l'espressione "quasi impossibile" perché forse stava a significare che nonostante avessero fallito, avrebbero tenuto in considerazione il fatto che ci avessero provato nonostante fosse una domanda così difficile.
    Finalmente sembrò, comunque, che il furore di Lance si spegnesse il tanto che bastava per permettere a Kwaku di continuare la lezione. Scrisse alla lavagna i nomi dei sette mari.
    Ascoltò piuttosto affascinata la storia denrisiana, scrivendo di tanto in tanto qualche appunto sul proprio taccuino, ripromettendosi di mettervi ordine più tardi, quando le lezioni fossero finite o avesse avuto un'ora buca.
    Man mano che la spiegazione andava avanti, si riscoprì ad ammettere che avrebbe ascoltato il non-docente per ore ed ore. Elargiva più o meno le stesse spiegazioni che avrebbe potuto dare Olwen, solo che era meno soporifero. Cosa che, comunque, non avrebbe detto al biondino.
    Quando vennero eletti dei capitani, pochi attimi dopo, Jess si alzò e senza troppa indecisione, si diresse verso la Clarke.
    Si sedette affianco a lei, sorridendole. Beh, è da un po' che non lavoriamo insieme... diamoci da fare esordì, ammiccandole. Ripensò al Villaggio che era toccato alla Prefetta Dioptase, cercando qualche informazione utile nella sua mente.
    Dunque, per quello che so sui Giapponesi, i loro usi e costumi sono totalmente diversi dai nostri, quindi immagino che nonostante sia comunque un villaggio, quindi meno tecnologicamente avanzato, possano avere delle conoscenze in più che ad altri villaggi -un po' come Denrise- non hanno. Oltre che probabilmente potrebbero essere più tolleranti rispetto ad altri nei confronti di tutto ciò che è diverso, popoli compresi. E poi, probabilmente, non hanno un rapporto totalmente cattivo con il ministero. Che ne dice? Sussurrò a Lilith ed a chiunque altro si fosse aggiunto a quel gruppo.
    Jessica Whitemore


    Black Opal
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    Blake Barnes
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    Jesse era la sua fonte di confunsione. Jesse e Lilith nella stessa aula erano fonte di gelosia, e confusione insieme: jesse che sbavava, con Joshua affianco e Lilith che faceva commenti di apprezzamento nella stessa aula, avrebbero provocato in Blake un esaurimento nervoso. Ne era certo. Era qualcosa che forse neanche voleva spiegarsi e la cosa lo destabilizzava a e neanche poco, specialmente da quando era tornato suo padre, non sapeva che fine avesse fatto Louise e soprattutto, da quando si era avvicinato in quella maniera a Mia. Ecco, era veramente, ma veramente tutto un casino e la ciliegina sulla torta era l'assenza di Lance e la presenza di quel tizio. Si voltò verso Lucas per vedere quello che stava succedendo, ma per quanto potesse essere il suo migliore amico, doveva ammettere che, un pò, se l'era cercata. Guardò Jesse e quando urlò il nome di Lucas scosse il capo. Smettila. Disse severamente verso l'amico, ma quando anche Joshua si mise vicino al ragazzo sospirò. Evans! é proprio vero che si torna sempre dove si è stati bene!Rispose semplicemente intendendo tutto e niente. Poi le sue intenzioni tornarono al densiriano e quello che disse. Fece un Tzè. Nessuno è invincibile, specialmente quando supera una certa età! Rispose con una certa sicurezza e si, era qualcosa che non avrebbe mai smesso di fare sfidare persone molto più grandi di lui e sicuramente competenti. Gli occhi azzurri del Barnes si misero tranquillamente piantati in quelli scuri del Superquattro e l'unica cosa che salvò Blake, e il prof improvvisato nel cacciare le bacchette (?) fu l'arrivo di un Lance affaticato. Blake alzò un sopracciglio sentendo tutta quella scenetta. Come non detto, i densiriani, o i mariti dei densiriani non sanno rispettare la parola data! Non gli importava che lo sentisse o che lo punisse. I densiriani erano una razza che non sopportava e si sarebbe comportato di conseguenza. Comunque quella frase la disse a Joshua e Jesse. Poi sorrise appena a Lance ed ascoltò il tutto. Ancora si distrasse un paio di volta e quando nominò i caposcuola ed i prefetti gli venne quasi da ridere, ma non disse nulla. Quando Jesse propose di stare loro tre nello stesso gruppo, Blake accettò di buon grado e poi ascoltò i due, fulminando di tanto in tanto l'Evans. Ci stava sempre bene uno sguardo minaccioso. Insomma era qualcosa che gli venia così spontaneo che anche se non avesse voluto, non sarebbe riuscito a trattenersi. Ok, va bene la pesca, va bene che non ci sia un ministero, anche perchè sono solo rotture di palle, va bene che ci siano guerrieri specializzati a combattere o a studiare mostri marini. Armi, possono essere grandi abbricanti di armi a scontro ravvicinato come lance, spade, asce. Non mi piace immaginare un popolo che si rifugi nella foresta e si metta a tirare freccie. Più un popolo molto coraggioso, che addestri anche le donne ad essere forti. Una sorta di sparta Baltica. Aggiunse a quanto già detto dai suoi compagni. Li immaginate legati a dei particolari? Oppure qualcosa come niente dei, ma magari pregano una divinità marina per eccellenza. Un poseidone che si chiami in una maniera strana!

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    Black Opal
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    Harry Wood
    Black Opal | 16 anni


    Fece un sorriso alle parole di Aidan, lavorare in gruppo era decisamente un qualcosa di molto interessante e spesso uscivano le lezioni migliori in tutto ciò. Un gruppo poteva lavorare meglio che in singolo e capire di più su un villaggio con più teste e menti portava a un qualcosa di livello elevato.

    Ecco a cosa serve poter lavorare in gruppo, ci diamo una mano l'un l'altro e cerchiamo di fare un lavoro veramente ben fatto.

    Fece una piccola pausa tra le sue parole. Se poteva ottenere la perfezione, diamine, la cercava assolutamente. Sperava sempre di fare un lavoro di ottima fattura, qualunque lezione fosse tra quelle che erano parte del suo corso di studi scelto e quelle facoltative. Non metteva mai in secondo piano una materia, era il suo modo di fare.

    Hai ragione, somigliano tutti tra di loro questi villaggi, almeno penso, e ciò gli ha aiutati eccome in questa unione.

    Una nuova pausa per ragionare un attimo sulla cosa che gli era stata chiesta.

    Si, hai centrato il punto sulla religione. Potrebbero assolutamente essere sia cristiani che avere delle influenze norrenne data la vicinanza di quei popoli. Un mix di idee religiose che gli rende quasi unici nel loro modo di essere. I famosi miti norrenni uniti alla religione cristiana, sarebbe magnifica la cosa.

    Passò al passo successivo di quel possibile testo.

    Dovrebbero essere anche abilissimi artigiani e lavorare molto con il legno che trasporta il mare e che possono trovare sul posto dato che gli serve per le case, per le navi e tutto quello che possono usare giornalmente nelle loro case. Che ne pensi?

    Anche gli abiti potevano fare la loro parte in un villaggio come quello dell'Alaska.

    Penso anche che possano indossare degli abiti pesanti che servano per proteggerli dal freddo della zona in cui abitano, l'Alaska, e gli animali siano parte della loro vita quotidiana, alcuni per fare da guardia, altri come nutrimento per le persone e altri ancora da allevare.

    Aveva messo altre idee in ballo.

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda | Stat.
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    Gruppo di lavoro Dagaz Numero cinque
     
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    Howard H. Van Leeuwen
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    Howard non era soddisfatto della risposta che aveva dato alla domanda che il nuovo ‘professore’ gli aveva posto, ed il fatto di aver ricevuto delle occhiate ‘scrutanti’ da parte dello stesso sicuramente non davano uno dei quadri migliori per sentirsi a proprio agio. Nonostante tutto, la situazione venne velocemente salvata dal proprio vero docente di Rune Antiche, che in quel momento entrò rapidamente all’interno della classe, regalando uno spettacolo a tutti gli studenti con il suo carattere da macchietta che sicuramente non passava inosservato. Seguì per un primo momento le vicende ed i battibecchi tra i due, iniziando poi a prendere ispirazione e appunti su tutto ciò che i due stavano esponendo: di certo non immaginava che quella fosse una materia noiosa, ed il fatto che potesse scoprire sempre cose molto interessanti e nuove non faceva altro che infervorare la sua voglia di conoscenza, quella sete di sapere che tanto lo contraddistingueva.
    Seguiva i discorsi dei due non solo con gli occhi, ma anche con le parole che scriveva sul foglio, iniziando a fantasticare in merito alle popolazioni da loro tirate in ballo. In qualche modo, Howard sentiva di volersi maritare con uno di quegli uomini di una di quelle popolazioni così rustiche e legate al preservare la tradizione, culture che portavano alti i valori e che riuscivano a dipingersi di colori caratteristici ed unici nel proprio genere. Era un argomento interessante per lui, e questo si poteva benissimo intendere dallo sguardo luccicante e furbo che scattava tra un uomo e l’altro, salvo poi abbassarsi appena sui suoi appunti quando venne posta la domanda sulla quale fare un brainstorming generale. Howard si guardò intorno, dirigendosi poi da Harry e Aidan, con i quali sicuramente aveva avuto modo di parlare e conversare anche in passato, specialmente con il secondo.
    Decise di ascoltare le loro considerazioni in primis, commentandole successivamente così da corredarle delle proprie idee e dei propri ragionamenti, cercando di giustificare tutto ciò che voleva intendere in maniera molto puntuale e rigorosa. “Mi piace moltissimo questa impostazione che avete dato! Sono d’accordo sul fatto che il legno possa essere una risorsa molto importante, proprio per il fatto che questo può essere usato sia per le case che per le navi come dice giustamente Harry! Vorrei però anche considerare l’importanza di un altro materiale, o elemento, con i quali una popolazione dell’Alaska dovrebbe aver sicuramente avuto a che fare, a mio avviso: il ghiaccio. Un elemento che, dal punto di vista spirituale, potrebbe rappresentare la purezza, la luce, il candore, mentre a livello materiale può rappresentare quella stabilità, quella perseveranza, quella resistenza tipiche di un popolo che deve essere stato abituato a temperature e condizioni metereologiche estreme.” Si fermò per qualche istante, continuando poi il proprio discorso sul ghiaccio proprio in merito al discorso della postazione di pesca e di conceria delle pelli. “Anche nell’ambito della pesca, il ghiaccio potrebbe essere di grande aiuto: proprio come i babbani sfruttano la tecnica del congelamento per mantenere gli alimenti freschi e gustosi per più tempo, potremmo immaginare che le popolazioni in Alaska sfruttassero il loro ‘amico’ ghiaccio anche nella vita quotidiana e casalinga di tutti i giorni, rivelandosi una preziosa risorsa per la conservazione del pesce e, magari, anche per la conservazione ed il trattamento delle pellicce che usavano per vestirsi.”
    E quando il discorso virò sulla religione, il ragazzo sembrò accennare un piccolo segno concorde, come se volesse di fatto annuire con quanto detto da tutti loro. “Sono d’accordo con le influenze dei famosi miti norreni su un ipotetico culto di queste religioni, ma allo stesso tempo non sono molto convinto delle possibili influenze cristiane. Nel senso: Kwaku sembrava piuttosto categorico nel sottolineare quanto il cristianesimo fosse distante dalla concezione religiosa e spirituale delle popolazioni baltiche, e se questa popolazione dell’Alaska ha preso degli elementi da costoro, allora l’assetto religioso potrebbe essere di tipo più norreno. Chiaramente, mi sentirei di spingermi e di immaginare un pantheon basato su divinità legate agli elementi e alle materie da loro più utilizzate, e quindi una divinità delle foreste, una del gelo, una divinità degli animali, una divinità delle esplorazioni marine, e così via.” A quel punto, Howard attese il riscontro degli altri due amici che aveva nel proprio gruppo, particolarmente preso da quella conversazione.

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    Interagisce con il gruppo Alaska (salmoni and co), Harry Wood Numero cinque
     
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  8. Joshua B. Evans
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    Joshua Benjamin Evans
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    Lanciare occhiate incerte a Blake era diventata una sorta di abitudine, quasi un rito mattutino senza il quale la giornata non avrebbe potuto avere ufficialmente inizio.
    «Mi è sfuggito qualcosa?»
    Domandò al compagno dopo aver preso posto al fianco libero di Jesse, lasciando intuire come non avesse granché voglia di riprendere discorsi di un altro periodo, ormai decisamente passato. Jesse era felicemente sposato o quasi, lui aveva già sufficienti gatte da pelare senza tornare con lo sguardo sull'amico.
    Quando iniziarono a ragionare sul lavoro da portare a termine, Josh si rese conto di non avere particolari idee al riguardo. Al contrario colse quelle di Blake e si ritrovò ad annuire di tanto in tanto: quando il Black Opal non era impegnato a scagliare pugni e sguardi minacciosi sapeva come far funzionare quella testolina.
    «Se il mare è per loro tutto o quasi, direi certamente pagani e focalizzati sulle divinità naturali. Dobbiamo inventarcele noi o possiamo riciclare quelle norrene?»
    Meno lavoro c'era da fare meglio sarebbe stato. Appuntò qualcosa e poi sbirciò sui fogli dei compagni, nella speranza che fossero entrambi più prolissi di lui. Il trucco era non tanto il contenuto, quanto la capacità di allungare il brodo.
    «A proposito di donne guerriere... una società matriarcale?»
    Se le immaginava le donne della sua vita prendere le redini della situazione. Come se già non lo stessero facendo con la sua esistenza. Sospirò e si passò una mano tra i capelli, massaggiandosi il collo per la pessima nottataccia trascorsa.
    «Riti di purificazione e per entrare nell'età adulta, maschere cerimoniali...»
    Insomma, una società in cui la tecnologia e la modernità non erano state neppure considerate. Gli piaceva l'idea di un qualcosa di più rudimentale, quasi come Denrise o addirittura meno evoluto. Il fatto poi che vi fossero donne guerriere e sacerdotesse al potere la rendeva ancor più affascinante.
    Poi gli venne in mente il trailer di uno dei film che aveva guardato in quelle ultime settimane e la mente tornò indietro nel tempo, ai mesi trascorsi tra le mura domestiche a recuperare film di altri tempi. L'idea di avere persone in grado di cavalcare i draghi era tanto affascinante quanto terrificante.
    «Un animale da compagnia che non sia un cane sarebbe originale. Avete visto Avatar?»
    Quelle sottospecie di coccodrilli libellula in grado di saltare sul filo dell'acqua avevano un che di intrigante, e Josh aveva la vaga sensazione che i mari del mondo magico nascondessero qualcosa di simile.
    RevelioGDR
     
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    Dovresti convenire che Tu sei pazzo, mica Van Gogh!
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    Aidan stava ringraziando la dea Fortuna che in quel preciso istante aveva messo nel suo gruppo due compagni che ne capivano meglio di lui. Non era sicuro, però, che lo avrebbe detto a loro. Si limitò ad ascoltare i due ragazzi, Harry e Howard, estremamente daccordo con tutti e due. Quando Howard parlò del ghiaccio, come uno dei materiali utilizzati dal villaggio, Aidan annuì con vigore “sì! Ci stavo pensando anche io. Da quello che mi hanno sempre detto, gli inuit abitavano nelle igloo...insomma, creavano delle abitazioni con il solo e unico materiale che avevano e conoscevano in antichità. Correggetemi se sbaglio, ovviamente. Riguardo alla religione, in effetti hai ragione, Howard. E mi piace molto la tua idea. Tutto influenzato dalle leggende norrene. Un po' come la religione che si professava in grecia che è praticamente uguale a quella che avevano nell'impero romano, solo che con nomi diversi, no? Tutto il villaggio è ovviamente influenzato dalla popolazione del mar Baltico. Solo che loro ci hanno aggiunto qualche piccolo dettaglio inerente alla loro cultura.
    Ho letto che fanno parte del Macusa ma...boh...magari non sono molto felici di essere sotto quel ministero americano...ma credo non possano fare altro che accettare questa cosa. Secondo me non saranno molto bravi a combattere. Non è un popolo ribelle e, nonostante tutto, preferisce rimanere così come sono, nella loro pace. Però si sono completamente distaccati agli usi e costumi che ci sono in America”
    . Aveva detto tutto d'un fiato, perché temeva di perdersi e forse aveva detto un mucchio di stronzate, ma nemmeno se ne sarebbe reso conto.
    “Quindi...ricapitolando. Villaggio marittimo, abitazioni colorati, in legno, pescatori, religione simile a quella norrena, niente Cristianesimo. Mi piace un sacco le varie divinità che hai elencato tu, Howard...quindi vorrei tenerle. E anche l'uso del ghiaccio per...magari per conservare il cibo, anche se mi sembra una cosa ovvia...oppure per cos'altro?”
    Il dioptase attese i due compagni, in attesa di altre idee e anche di qualche correzione su quello che disse lui. Non era bravo in queste cose, doveva ammetterlo.




    interagisce con Harry Wood e Howard H. Van Leeuwen
     
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    L'esercizio appariva abbastanza semplice e creativo, quindi Cameron avrebbe potuto sbizzarrirsi a tirare fuori le idee.
    Per prima cosa, si avvicinò ad Elisabeth -non che non lo fosse già- e le mise un braccio attorno alle spalle, scrutandola dai suoi centimetri in più. A quanto pare lavoreremo insieme annunciò, autoinvitandosi nel gruppo della sua -per ora- ragazza. Le sorrise. Non era passato nemmeno un mese da quando stavano effettivamente insieme, eppure il suo cuore si era molto acquietato rispetto a tempo prima, quando sembrava un mare in tempesta.
    Non farmi sfigurare, mi raccomando la minacciò scherzosamente, osservandola con adorazione. Non capiva proprio come tutti potessero considerarla così odiosa, quando aveva così tanto da offrire a chiunque. In realtà, comunque, sarebbe stato lui a non dover far sfigurare lei, visto che a lezione era sempre tra le più brillanti.
    Villaggio della Crimea, eh? Sussurrò tra sé, riflettendo. Adorava il fatto che Lancelot avesse proposto loro un lavoro dove il punto cardine non erano le sole conoscenze apprese sui libri, ma anche frutto della loro logica e della loro inventiva.
    Un popolo piuttosto bellicoso, non credi? Iniziò, iniziando distrattamente a disegnargli dei cerchietti sul dorso della mano con il proprio indice. Non era molto bravo comunque in quel genere di cose, quindi probabilmente gli sarebbero uscite delle idee piuttosto scarne, ma non era mai stato così tanto interessato alla scuola, da farsi quel genere di problemi. Effettivamente si chiedeva come avesse fatto ad arrivare fino al quarto anno senza perderne mai nessuno, visto che i suoi voti spesso peccavano.
    Magari avevano pure rituali violenti. Che ne so, se i bambini non raggiungevano delle determinate caratteristiche, li buttavano in mare. Un po' come facevano gli Spartani o come probabilmente fanno ancora i Denrisiani. Rabbrividì al pensiero che potessero ancora avere quel genere di usanze, anche se dai, doveva essere improbabile... vero?
    Sicuramente hanno un capo villaggio che è sempre in prima linea, non uno che si tira indietro. Ed indice mensilmente qualche genere di scorreria per appropriarsi dei tesori altrui. Sarebbe stato divertente far parte di un popolo così commentò alla fine, lasciando lo spazio alle persone un po' più intelligenti, mentre lui non aveva fatto altro che dire stronzate.
    Cameron Cohen


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    Howard H. Van Leeuwen
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    Howard era molto felice che Aidan apprezzasse il proprio contributo, tanto da rimanere particolarmente contento del fatto che le divinità e gli esempi che avesse avanzato fossero effettivamente piaciuti. Nel valutare l’utilizzo effettivo del ghiaccio da parte degli inuit, tuttavia, Howard sembrava non avere una vera e propria spiegazione ulteriore a quelle che avesse dato. SI morse appena il labbro inferiore, cercando poi di procurare altri esempi per l’uso di quel materiale. “Beh, come abbiamo detto, il ghiaccio è sicuramente uno degli elementi più importanti nella costruzione, ed è secondo me su questo punto che andrebbe posta l’attenzione. Il ghiaccio però può anche essere usato nel trattamento dei dolori o in ambito medico, quindi potrebbe anche essere probabile che ci fossero alcune tecniche di medicazione particolari ed a noi sconosciute che prevedessero l’uso del ghiaccio o una sorta di ‘magia rituale’ ad esso relativa, perché no?”. E dopo aver provato a dire qualcosa in merito alla questione del ghiaccio, Howard avrebbe sicuramente parlato ancor di più riguardo al tipico abbigliamento di quelle persone, cercando di collegare il loro abbigliamento anche alle loro tendenze religiose.
    “Considerando che abbiamo parlato di ghiaccio e di legno, nell’ambito del vestiario io li immaginerei con degli abiti sicuramente pesanti e decorati con pellicce animali molto evidenti. Allo stesso tempo, però, l’imponenza degli abiti che in qualche modo rappresenterebbe anche quella della ‘tribù’, potrebbe essere accompagnata da una serie di dettagli che rimandino al loro culto delle divinità. Potrebbero essere dei simboli, delle particolari rune magari ad oggi cadute in disuso o in qualche modo imparentate a livello linguistico con quelle norrene, o anche delle semplici decorazioni che potessero rispecchiare le qualità delle divinità da loro venerate.” E dopo quel piccolo momento di pausa, iniziò totalmente un nuovo pensiero a balenare nella propria testa: in che modo comunicavano? La loro lingua era una lingua come le altre o presentava delle specificità del tutto uniche? Avrebbe quindi iniziato con il suo solito immaginare delle teorie di ogni genere, anche affidandosi ad alcune curiosità che aveva avuto modo di leggere in qualche libro. “Per quanto riguarda la loro lingua, c’è da dire che la lingua parlata dalle popolazioni inuit era molto diversa da una qualsiasi lingua che parliamo noi nel quotidiano. Non solo a livello di grammatica o di sintassi, ma penso anche a livello di vocabolario: ho letto che loro avevano più di 50 modi per riferirsi alla neve, motivo per il quale sicuramente utilizzavano delle parole a noi ignote. E forse è anche questa una chiave per interpretare correttamente le usanze e la cultura inuit: il loro utilizzare un codice linguistico diverso dall’ordinario per descrivere una situazione e uno stile di vita sicuramente fuori dal comune. Me la immagino anche come una lingua molto compatta, una lingua che forma le varie parole di una frase appallottolando quanti più mattoncini possibili, così che in una sola parola si possano cogliere varie sfumature di significato.” Si fermò un attimo, andando a quel punto a guardare gli altri amici, accennando un sorriso ed aspettando una loro eventuale risposta in merito a ciò che aveva detto.

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    Interagisce con Numero cinque eHarry Wood!
     
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    Harry Wood
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    Doveva ammettere quel quel gruppo di lavoro stava facendo davvero una cosa grandiosa e l’aggiunta di Howard era stata magnifica, stavano tirando fuori un sacco di idee per quel villaggio dell’Alaska, poteva venir fuori una relazione completa e piena di tutto quello che serviva per prendere un voto alto. Tre menti che stavano lavorando a unisono. Fece dei cenni con la testa per dare la sua approvazione riguardo ai temi messi in palio come il ghiaccio nella vita quotidiana e non solo, così come per il Pantheon delle diinità per la cultura religiosa. Così come quando Aidan parlò di come non dovessero essere felici di essere sotto al MACUSA, seppur accettassero la cosa.

    Giustissimo, credo anche io che anche se non siano cosiì felici di stare sotto l’egidia del MACUSA accettano di buon grado di stare con essa dato che non vogliono problemi in merito. Ciò potrebbe derivare anche dal fatto che secondo me, e come hai detto anche te Aidan, sono un popolo decisamente pacifico e non amante del combattimento.

    Una piccola pausa per poi passare al concetto messo in ballo da Howard, il ghiaccio.

    Ottima osservazione, forse il popolo, o meglio ogni villaggio, ha una specie di sciamano o stregone, che per noi potrebbe essere un esperto di rune o una cosa simile, che può utilizzare il ghiaccio in questa “magia rituale”.

    Concordava eccome anche sul discorso degli abiti, non potevano che utilizzare abiti pesanti e legati al mondo della loro caccia. Anche lì un cenno con la testa per approvazione. Invece il discorso del linguaggio fu molto interessante, era alquanto aperto.

    Forse questa lingua potrebbe avere una componente simile alle lingue nordiche, o del russo.

    Una nuova pausa per provare a introdurre un nuovo tema.

    Stavo pensando alla vita quotidiana del villaggio, mi immagino l’uomo che parte la mattina e va a cacciare, o a pescare per cercare di mantenere la famiglia, mentre le donne le vedo a prendersi cura di ogni aspetto della vita casalinga, della famiglia e di eventuali bambini o bambine in un nucleo familiare. Che ne pensate?

    Cercò di mettere sul piatto un’altra cosa nuova.

    Mi immagino anche che le persone non abbiano un grande concetto di proprietà privata, ma si aiutano eccome a vicenda se hanno qualche materiale da costruzione, carne, pesce, o tutto quello che può servire, in eccesso aiutando quindi anche gli altri appena ne hanno l’occasione anche con la manodopera.

    Poi si immaginò un qualcosa che poteva accumunare tutti gli abitanti, un segno di appartenenza.

    Penso che un segno di appartenenza al popolo potrebbero essere dei tatutaggi tipici fatti in maniera tradizionale. Potrebbero fare gli stessi da millenni e tramandati da generazione a generazione. Siete d’accordo con me?

    Il parere del resto del gruppo era fondamentale.

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda | Stat.
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    Gruppo di lavoro Dagaz Numero cinque E Howard H. Van Leeuwen
     
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    Se c'era una cosa che non si poteva certo dire ad Hidenstone, era che ci si annoiasse. Ogni giorno c'era qualcosa di nuovo -o, in quel caso, qualcuno- che movimentava le lezioni, rendendole sempre uniche nel loro genere.
    Quel giorno non faceva certo eccezione ma non si sarebbe aspettata niente di meno da una lezione di rune, visto che l'Olwen aveva sempre una certa inventiva, un po' come Ensor ma meno mortale, sebbene non si aspettasse certo un furto di cattedre.
    Comunque, incrociò le braccia sul banco, osservando uno ad uno i membri -inesistenti- del suo gruppo, ascoltando se avessero qualcosa da dire, sennò avrebbe preso la parola, riepilogando tutto ciò che era stato detto e scrivendolo in un foglio.
    Dunque... Il villaggio giapponese è più avanzato rispetto agli altri villaggi, hanno tecniche in più ed anche più innovative. Non si riducono ad attività brutali come quelle dei denrisiani e forse sono anche abbastanza civilizzati. Per quanto riguarda la loro religione, sono monoteisti e credono nell'esistenza di un solo Dio, quindi, al contrario di tantissimi altri popoli. Questa potremmo considerarla una bella innovazione. Potrebbe essere un villaggio di pescatori, perché è così che spesso viene raffigurato il Giappone, soprattutto se è un villaggio vicino al mare. Crediamo possano avere usi e costumi poco "brutali", come per esempio l'assenza di strane e pericolose iniziazioni, per quanto siano molto più severi rispetto ai popoli occidentali, quindi sicuramente hanno prove dure da superare che però non implicano la morte. Che ne so, devono impararsi a memoria la "Guida al bravo pescatore" o qualcosa del genere. Potrebbero anche avere delle statue del Buddha disseminate per il villaggio ed alle quali rivolgersi prima di un'ipotetica missione o se qualcosa va storto. Sollevò la penna dal foglio, riflettendo su cos'altro potessero aggiungere. Ci teneva che i suoi voti non scendessero mai sotto la O, soprattutto perché quello era l'ultimo anno e, come tale, andava celebrato. Sarebbe interessante visitarlo per farsi un'idea. Dovreste portarci lì, in gita. Quel particolare non era proprio parte essenziale del tema, ma avrebbe adorato una visita ai popoli orientali.
    Jessica Whitemore


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    Fa cagare ma non avevo materiale
     
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    Blake Barnes
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    L'idea di collaborare con Jesse e Joshua insieme senza uccidere ne l'uno ne l'altro non era mai stato preso neanche in considerazione dal giovane Barnes, ma alla fine, quell'anno stava facendo il suo corso all'insegna di ogni stranezza possibile ed immaginabile dal suo cervello e lui non era pronto a pensare al fatto che forse, con molta probabilità stava semplicemente crescendo e vedendo le cose in un'altra prospettiva. Quindi decise di concentrarsi sul compito e di fare quello che gli era stato chiesto di fare senza troppe domande ne rispose per gli altri e due. Matriarcale si mi piace, ma non troppo. Le donne riescono ad essere sempre troppo emotive e sentimentali il che le rende, la maggior parte delle volte, emotive e quindi deboli. Commentò seriamente. Ma qualcosa che si avvicini al matriarcato, potrebbe starci bene ed i riti di purificazione sarebbero perfetti. Magari per alcune cariche sarebbe carino pensare, anche a qualcosa di più forte, come prove di coraggio o comunque qualcosa di meno femminile. Credo che per diventare capo villaggio dovrebbero rinunciare a qualcosa, tipo la maternità? Era un pò brutale, ma se dovevano rimanere sulla linea del primitivo, ci stava bene e comunque Blake non era famoso per la sua affinità con la parità dei sessi. Sorrise ai due. Scriviamo inbella copia e consegnamo. Credo che gli dei che venerano potrebbero essere gli stessi di quelli di denrise, alla fine dopo chepreghi divinità come quelle della guerra, feritlità, abbondanza e prosperità per il tuo popolo, anche basta. Sono tutte uguali con nomi diversi, quindi, secondo me, sarebbe inutile inventarne più di quante ce ne siano nel mondo. Aggiunse prima di sentire quella cosa sui famigli. Sogghignò. Ti ci vedo a mollare tutto ed andare su di un altro pianeta per amore e giustizia! Prese in giro, bonariamente Joshua prima di rifletterci un pò su. Si,direi che quegli uccelli enormi e colorati sarebbero fighi, anche se immagino più qualcosa come rinnoceronti, o creature enormi marine, qualcosa che dia al nostro villaggio di donne indipendenti un certo senso di comunità e famiglia, ma senza esagerare. Aggiunse poi prendendo la penna e cominciando a scrivere lui stesso tutte le informazioni che avevano detto su di una pergamena. Blake aveva una bella calligrafia, quasi femminile e tondeggiante, scriveva corsivo seppur non lo volesse davvero. Secondo voi, il professor Olwen è davvero stato avvertito da quel buzzurro? Chiese poi finendo di scrivere il tema e dandolo a Jesse. Poteva rileggerlo e consegnarlo, di certo non lo avrebbe fatto lui.

    RevelioGDR
     
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