Lezione DCAO - Biennio

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    Brian Ensor | Docente DCAO
    Era il pomeriggio del 15 dicembre. Le temperature nell'ultimo mese erano precipitate e in quel preciso momento una moltitudine di fiocchi di neve scendeva dalle candide nuvole, ricoprendo con un incantevole manto bianco gli esterni del castello.
    All'interno dell'accademia, nei corridoi, gli studenti indossavano spessi mantelli, sciarpe attorcigliate e la sala da tè era tornata a essere il luogo più frequentato nei momenti di pausa. Anche quel giovedì era gremita di studenti appartenenti a tutte le età, eccezion fatta per il biennio che si sarebbe dovuto recare nella poco allegra e tetra aula di Difesa Contro le Arti Oscure.
    Tortura, oggi sono più irrequieto del solito. Brian posò il suo caffè amaro e si avvicinò al trespolo dov'era tenuto il suo fedele animale domestico.
    Stasera dovrò far un lavoretto per l'Acromantula e ancora ricevo istruzioni. Ciò era avvilente per chi come lui era caratterizzato da un'estrema mania per il controllo. Ma stai tranquilla, la vita che prenderò stasera non sarà la tua.
    Tutti gli studenti per entrare in quell'aula situata all'ala ovest del terzo piano avrebbero dovuto come al solito incendiare la maniglia a forma di salamandra e dir ad alta voce il proprio nome e cognome per entrare, altrimenti il registro non li avrebbe segnati come presenti.
    Una volta entrati, il freddo si accentuò. L'aula ricordava un anfiteatro romano, sul fondo c'era Brian in attesa degli studenti e alle estremità di ogni fila erano presenti statue di gargoyle che reggevano dei bracieri spenti. L'unica fonte di luce era data dal soffitto, infatti rivolgendo lo sguardo verso l'alto gli studenti non avrebbero visto le fredde mura, bensì i fiocchi di neve che si impattano contro una barriera invisibile. Ovviamente si trattava di un'illusione.
    Attese che il suo orologio da taschino segnassero le cinque in punto per agitare la bacchetta e bloccare il particolare sistema di entrata.
    Benvenuti in questa lezione di Difesa Contro le Arti Oscure. Si alzò dalla sedia, mentre con un rapido movimento di bacchetta accese i bracieri alla base di ogni gargoyle. A quanto pare qualcuno si è lamentato dei numerosi compiti a sorpresa che assegno al biennio. Riprovevole. Evidentemente c'è chi preferisce impiegare il suo tempo in questo modo piuttosto che affinare le proprie conoscenze. Assottigliò lo sguardo. Un'espressione glaciale si dipinse sul volto e con estremo vigore strinse la bacchetta, puntandola verso gli studenti. Se qualcuno ride diventerà cibo per basilischi. Non lo disse ad alta voce, ma era certo che gli studenti avessero imparato quanto potesse essere severo e crudele il loro professore.
    Quindi oggi nessun compito a sorpresa, contenti? Faremo una lezione normalissima e sono certo che morirete dalla gioia quando scoprirete la prova pratica che vi attende. Non c'era enfasi nelle sue parole, ma oramai erano mesi che si conoscevano e l'atteggiamento di Brian era tutto fuorché naturale. Che stesse facendo ironia?
    Il docente agitò la bacchetta e parte delle lingue di fuoco dai bracieri si spostò, raggiungendo l'insegnante. Con un altro movimento le fiamme composero delle domande in aria. Per alzata di mano vi chiedo di rispondere alla seguente domanda.
    Una figura assai controversa nel mondo della magia è quella dei goblin. Infatti, ne esistono più famiglie caratterizzate da aspetto, comportamento, usi e costumi profondamente diversi. Per un attimo dimenticate gli addetti alla Gringott e concentratevi sulle specie studiate negli ultimi mesi.
    Quale informazione su di loro vi ha colpito maggiormente?

    Ad alzata di mano, il docente avrebbe concesso parola. Riprendendo con poco tatto chiunque confabulasse durante l'intervento di un loro compagno.



    RevelioGDR


    Note off:
    Benvenuti alla prima lezione di Difesa Contro le Arti Oscure di questo anno!
    Ciò che vi chiedo è semplice: entrate in classe e rispondete alla domanda di Brian. Per evitare equivoci cerco di essere più chiaro: l'informazione che vi chiedo riguarda i comuni goblin della letteratura o dei vari gdr fantasy, quindi NON quelli che descrive la Rowling alla Gringott.
    Scadenza: 8 dicembre alle 23:59
     
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    Dioptase
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    Giada McCarthy Stundentessa

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"



    Non era mai il massimo entrare in quell'aula di Difesa contro le Arti Oscure dato che era forse una delle più cupe del castello, ma la cosa non doveva farla demordere nel fare il meglio possibile nella lezione. Appena finito di controllare che avesse preso tutto il necessario non perse tempo nel dirigersi verso l'angusta aula. Diverse rampe di scale per arrivare all'aula, poi si fermò un attimo prima di entrare nella medesima. Fece ciò subito dopo per evitare di fare tardi. Quindi dopo aver fatto tutto il dovuto per entrare nell'aula, tra cui incendiare la maniglia a forma di salamandra disse il proprio nome a voce alta.

    Giada McCarthy.

    Almeno in quel modo sarebbe risultata presente ed era doveroso dover prendere parte alle lezioni. Salutò subito il docente.

    Salve professor Ensor.

    A quel punto notò come ci fosse nella stessa un vero anfiteatro, seppur in forma più ridotta. E le statue che circondava il tutto erano assolutamente inquietanti, non c'era ombra di dubbio. Quindi prese posto a sedere nell'anfiteatro, poi attese l'inizio effettivo della lezione che non tardò assolutamente a dare il docente. Almeno i bracieri accesi davano un po' di calore aggiuntivo e non era poco. Le lamentale almeno non erano partite da lei, non avrebbe mai detto una cosa del genere conoscendosi. I compiti se veniva assegnati si facevano. Poteva essere d'accordo con il docente sulla cosa, seppur detta in quella maniera poteva anche sembrare un po' troppo dura, ma era il suo modo di fare. Non era facile avere a che fare con il professor Ensor per il suo modo di fare nelle lezioni, ma da lui stava imparando veramente tanto e ciò era innegabile. Quando venne posta la domanda alla classe pensò a come rispondere alla stessa e quando ebbe l'idea, a suo avviso valevole, nella testa alzò la mano aspettando il suo turno per proferire parola.

    Professore, per me la cosa che mi ha colpito maggiormente sui goblin è il fatto che il suo aspetto non è molto lontano da quello umano, almeno visivamente, però la differenza maggiore sta nel fatto che rispetto a noi sono molto più storpiati nelle varie parti fisiche e non solo per esempio nelle orecchie, nel naso o nelle sopracciglia.

    Un tema interessante quello dei goblin, seppur forse meglio da affrontare quasi solo nella parte teorica, nella parte pratica sarebbe stato un problema decisamente impegnativo, ma ciò lo avrebbe valutato in un secondo momento nel caso.

    RevelioGDR


    Giada entra in aula, saluta il docente e risponde alla domanda.
     
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    Ametrin
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    ? James Beauvais ?
    « La vita è un’enorme tela: rovescia su di essa tutti i colori che puoi.
    »


    Le lezioni continuavano imperterrite giorno dopo giorno, era importante portar avanti al meglio ogni materia in quel biennio iniziale nel castello per capire bene cosa fare nel proprio nel proprio futuro in accademia e soprattutto prepararsi al meglio per gli esami di fine anno. Prese tutto quello che era necessario per Difesa contro le Arti Oscure e si diresse velocemente all'aula per essere puntuale così come era normale fare per lui. Quindi dopo aver fatto la procedura per entrare in aula, sia con la maniglia che il nome, ormai aveva imparato che sennò la porta rimaneva chiusa e risultava assente, entrambe cose che non voleva. Una volta entrato nella stessa rivolse il suo sguardo al professore Ensor prima di prendere la parola e porgere un doveroso e rispettoso saluto.

    Salve professor Ensor.

    Un piccolo sorriso sul volto, poi si diresse verso l' "anfiteatro" dove in poco tempo i bracieri dettero quel pizzico di calore in più che serviva eccome in quell'aula, era una delle più fredde del castello da quello che si ricordava. I compiti non erano mai stati un problema per lui e se gli davano li faceva senza ombra di dubbio, per fare bene doveva faticare, era alla base del successo. Chiaramente senza togliere nulla alla sua impegnata vita privata, un mix equivalente tra le due era l'opzione migliore da scegliere. Quindi ascoltò la domanda del docente, poi dopo averci pensato su qualche attimo alzò la mano e attese il suo turno rispettosamente. Chiaro che non voleva ripetere quello appena detto dalla ragazza di Dioptase, Giada, e volle provare ad aggiungere altro in merito.

    La cosa che maggiormente mi ha colpito dei goblin è che spesso sono associati al maligno e sono decisamente creature molto dispettose.

    Quindi con poche definizioni concluse il suo intervento davanti alla classe. La lezione era decisamente appena iniziata e il tutto poteva prendere una piega alquanto interessante. Quel tema aveva la sua attenzione.

    ? Scheda Pg ? 16 anni ? Ametrin ? Ricco ?

    © psìche



    James arriva alla lezione, si siede, saluta il docente e risponde alal domanda posta.
     
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  4. Deva L. Lestrange
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    AggravatingThoroughBlacklemur-size_restricted
    Deva L. Lestrange
    Black Opal | 16 anni
    L'aggettivo "tetro" stava diventando il suo preferito in quell'ultimo periodo, poiché meglio si sposava con tutto ciò che la circondava o che la riguardava: le coperte del dormitorio, l'umore nel ricordarsi che il ballo si stesse avvicinando, l'aula di Difesa contro le Arti Oscure, la faccia del professor Ensor...
    La prima volta che si era recata nell'aula del suddetto aveva faticato a capire come entrare. Era arrivata prima del previsto e non c'era ancora nessun altro studente, men che meno vi era traccia alcuna del docente. Era stato necessario l'intervento di un ripetente per garantirle di poter mettere piede in quel buco nero di perdizione per chi, come lei, nutriva un certo fascino per la Magia Nera. Da allora la dinamica era sempre la stessa: bacchetta alla mano, scintille da essa, maniglia che si surriscaldava e nome e cognome.
    «Deva Lyanne Lestrange.»
    Molti lo avrebbero definito una garanzia, quel cognome, altri una disgrazia e un'onta per la famiglia che rappresentava, ma per Hidenstone era solo una parola come un'altra e per di più priva di alcun significato.
    Sentì dei passi provenire dalle sue spalle e si volse per controllare chi fosse.
    Joo-hyuk Kwon.
    Il ragazzo più rigido che Deva avesse mai avuto il piacere di conoscere. Condividevano la Sala Comune e i colori della divisa, per il resto conducevano due esistenze separate e, per quel poco che aveva compreso di lui, era la cosa migliore da fare. Dubitava lo avrebbe tollerato per più di qualche minuto.
    «Buongiorno, professore.»
    Il rituale ebbe fine nell'attimo esatto in cui la ragazza prese posto al secondo banco. Non troppo vicina, per evitare di essere la vittima sacrificale dell'Ensor, né troppo lontana, per non essere disturbata da una marea di scansafatiche.
    Sollevò lo sguardo e scorse della neve in cima all'aula, non del tutto certa che la vetrata rispecchiasse le reali condizioni atmosferiche.
    Quando il professore iniziò a parlare, sancendo il termine del preludio e dando inizio alla lezione, Deva poggiò il mento sul palmo della mano destra e rimase a osservarlo in silenzio. C'era della bellezza in quell'uomo dalle fattezze tutt'altro che gradevoli, a suo parere, fascino nel suo modo di fare e nel terrore che era in grado di far scaturire nel cuore degli studenti. Ma Deva non poteva fare a meno di domandarsi come potesse, un uomo tanto venale, occupare una delle cattedre dell'accademia.
    Ammirò le lingue di fuoco delle torce formare parole che si librarono in aria, leggendone il contenuto e alzando la mano più per impressionare l'insegnante e mettersi in mostra rispetto alla banda di babbuini che la circondava che non per vero interesse sull'argomento.
    Ascoltò la risposta della prima a parlare - una certa Mc-qualcosa - e si limitò a mordersi la lingua per non ridere; fu poi il turno di un tizio che Deva pensava di non aver mai visto prima - erano ammessi gli infiltrati? - e anche la sua risposta la lasciò alquanto basita. Era quello il livello che pretendeva di avere il professor Ensor alle sue lezioni?
    Attese che l'uomo le desse la parola e, ricomponendosi, provò a risollevare la media.
    «Richiamano la figura umana, è vero, ma più che fisicamente direi per quel che riguarda l'organizzazione: si strutturano in tribù, hanno un re, una lingua generalmente condivisa e una propria religione, solitamente basata sulla fede a un pantheon. Sono sì prevalentemente malvagi» asserì lanciando un'occhiata al ragazzo che aveva parlato poco prima «ma molti studiosi non sono del tutto certi che si tratti di esseri dalla personalità instabile e distruttrice o se puntano più a un guadagno personale.»
    Pausa.
    «Quello che più mi stupisce è il contrasto nel loro essere: occhi rossi come il sangue, eppure vitrei e spenti. Strano, se si riflette sul fatto che del vero e proprio fuoco potrebbe ardere in iridi simili.»
    Aveva tanto da dire, ma si limitò a puntualizzare quanto detto dai compagni, lasciando che altri emergessero con imprecisioni varie che avrebbe potuto provare a delineare successivamente.

    Si siede in seconda fila e risponde alla domanda del docente.

    RevelioGDR
     
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    Black Opal
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    Quel giorno aveva tutto meno che voglia di prendere parte alle lezioni. Aveva la testa totalmente concentrata su altro ed i pensieri invasi dai fotogrammi dei momenti trascorsi fuori dalle mura dell'accademia.
    Lo infastidiva anche solo il pensiero di doversi adeguare ad una tabella di marcia che non aveva pietà delle necessità della sua mente, come se la scuola dovesse fermarsi ogniqualvolta lui avesse bisogno di decomprimere. Gli capitava spesso, di avere delle giornate durante le quali si estraniava quasi totalmente da tutto ciò che aveva attorno e farlo tornare alla realtà era tremendamente difficile.
    Catturare le sue attenzioni alle volte era un'impresa bella e buona e quel giorno sentiva che niente e nessuno sarebbe stato in grado di sgomberargli i pensieri.
    Avrebbe voluto trascorrere il suo tempo a letto, con le iridi di pece fisse contro il soffitto, a pensare e ripensare a tutto ciò che aveva provato in compagnia di Lilith qualche giorno prima, tuttavia non aveva voglia di accollarsi ore di assenza dalle lezioni inutilmente.
    Si costrinse quindi a raggiungere l'aula di Difesa contro le Arti Oscure, incendiando svogliatamente la maniglia e bisbigliando il suo nome con lo sguardo perso nel vuoto di chi è presente fisicamente, ma non con la testa.
    Lo sguardo di Deva, qualche passo davanti a lui, lo trafisse come una lama sottile e affilata. Non si era neppure accorto che la concasata lo stava precedendo, almeno fino a quando non incontrò silenziosamente i suoi occhi. Rigido in volto, le dedicò un'occhiata approfondita, complice il taglio affilatissimo delle sue palpebre che conferiva una sorta di discreta natura al suo sguardo.
    Per quanto di discreto ci fosse ben poco.
    Non emise un fiato, ma decise che avrebbe utilizzato la Lestrange come se fosse la sua personale bussola per orientarsi all'interno di quel posto. Da quel poco che aveva potuto comprendere di lei, gli era sembrata una ragazza riservata e la riservatezza era proprio ciò che gli serviva in quel momento.
    Prese posto accanto a lei, senza neppure chiederle il permesso, lasciando semplicemente scivolare lo zaino sullo schienale della sedia e prendendo posto dopo aver estratto un blocco per gli appunti e una penna a sfera. Affidò poi al palmo della mano sinistra il compito di sorreggere il mento, mentre la voce dell'insegnante gli pizzicava fastidiosamente l'udito dando il via alla lezione.
    Non era una persona svogliata, ma quel giorno non sembrava avere alcuna intenzione di prestare attenzione a qualunque cosa stesse per succede lì dentro, tant'è che prese a scarabocchiare il foglio con pochissima enfasi.
    Prese a disegnare quello che sembrava essere il contorno di un paio di labbra, alternando lo sguardo dal foglio al volto del professore per dargli l'idea di star seguendo il discorso.
    Non registrò assolutamente nulla di quanto detto dai suoi compagni, tuttavia fu la voce della sua compagna di banco di quel giorno ad irretirlo. Non appena Deva guadagnò la parola, fermò la sfera della penna sul foglio, torcendo appena il capo in sua direzione, osservandola di sottecchi mentre elargiva informazioni sull'argomento del giorno.
    Aveva quasi l'impressione che ogni sillaba proferita da lei fosse cadenzata con un ritmo strano. Sbrodolava fastidiosi rivoli di saccenza ad ogni parola che aggiungeva e, per quanto non avesse prestato chissà quale attenzioni agli interventi precedenti, gli sembrò abbastanza chiaro che il suo fosse un tentativo di rimbeccare le inesattezze proferite dai loro compagni di corso.

    Attenta a Beauvais. Se gli fai fare un'altra figura di merda potrebbe diventare davvero maligno come uno dei suoi goblin.

    Tracciò quelle parole sul foglio, disperdendo le attenzioni sulla carta per qualche istante, per poi tornare a dirigere nuovamente le iridi nere sul profilo di Deva, sospingendo in sua direzione il blocco per gli appunti per permetterle di leggere quanto aveva appena scritto.
    Intanto il suo viso restava parzialmente nascosto dentro il palmo della mano.
    Non aveva la più pallida idea se James fosse o meno una persona così negativa, ma il suo voleva solo essere un aggancio per comunicarle quanto in realtà stava pensando di lei.
    Era stata una stronza vera.
    Di quelle che se cadi inciampando ti calpestano pur di non sporcarsi le scarpe di fango.
    Riportò gli occhi sul professore, rigirandosi la penna tra le dita per poi bloccarla con il cappuccio che puntava verso di lei. Un tacito invito a rispondergli, ora che neanche la stava più guardando.
    Joo-hyuk
    Kwon

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    If I was you, I'd wanna be me too.
    "

    black opal - I anno

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    Si siede vicino a Deva e scribacchia su un blocco appunti. Non fa domande né si esprime.
     
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Quella poteva essere l'ennesimo capitolo del romanzo: La dura vita dell'essere amico di Cohen. Quella tra i due si stava rivelando non solo la più bella bromance del mondo, ma anche la più deleteria per il fegato di entrambi.
    La sera prima avevano deciso che avevano poca voglia di dormire ed erano rimasti fuori a bere, con tanto di permessi scritti che riportavano delle giustifiche diverse e anche firmate. Alla fin dei conti, fuori da quelle mura, nessuno avrebbe cercato di capire se le giustificazioni per restar fuori erano reali o fasulle, quindi questo non faceva che giovare alla loro salute (?).
    Per l'ennesima volta avevano esagerato con l'alcol, ma cazzo che serata. Il problema era stato che l'indomani avrebbero dovuto fare i conti con le lezioni e quanto comportava essere ancora degli studenti e per questo, una volta tornati, si erano buttati sul letto, ancora vestiti dalla sera precedente. Nemmeno il tempo di chiudere gli occhi che la sveglia ossessiva di Howard aveva bussato alla loro testa, ricordandogli come non c'era alcuno spazio per il sonno.

    «Giuro che prima o poi gliela spacco quella sveglia.»

    Mugugnò il riccio, ficcando la testa sotto il cuscino cercando un po' di pace. Pace che ovviamente non venne trovata, visto che tutti intorno a loro avrebbero iniziato a muoversi e sistemarsi da bravi studenti per fare lezione.
    Bestemmiando un po' a destra e manca, maledicendo l'Inghilterra e gli stupidi Inglesi, manco fosse un Denrisiano Doc., Miller si sarebbe messo a strisciare fuori dal letto, nuovamente, scivolando verso il bagno, ancora con la testa che gli doleva per la sbronza della notte.
    Avrebbe fatto una doccia calda, lavato i denti e poi, prima di infilarsi la divisa, avrebbe mandato un buongiorno a Regina.
    CITAZIONE
    Hey, Rey. Ti aspetto di sotto, hai qualcosa per il mal di testa? Sei un angelo, lo so. ♥

    Non c'era bisogno di specificare, l'altra avrebbe sicuramente riconosciuto la sua faccia da sbronza, soprattutto perchè avrebbe indossato degli occhiali squadrati neri, a coprire gli occhi che temevano la luce forte del mattino.
    Non appena Regina sarebbe arrivata, avrebbe cercato conforto nel mollarsi ad un abbraccio strisciante, lasciandole una buona parte del suo peso addosso.

    «Oh, Rey... la mia unica salvezza in questo mondo di perdizione.»

    Regina era abituata alla platealità del riccio, mentre questo le donava un dolce bacio sulla guancia, con ancora le braccia attorno al suo collo.

    «Che lezione abbiamo?»

    Quindi avrebbe seguito l'altra verso l'aula di Difesa, dove avrebbe dato fuoco alla porta (?) - si fa per dire amichi - e pronunciato il suo nome. Quindi, con un braccio appeso attorno alle spalle di Regina, sia per appoggio, sia come se stesse marcando il proprio territorio, con la mano che pendeva oltre la sua spalla e gli occhiali spostati sulla testa, si avviò al primo banco, passando accanto a John Hulk e a quella strana ragazzina che sembrava uscita da iZombie versione Scozia. Avrebbe sicuramente rivolto loro la parola, se l'idea di parlare non avesse cozzato con quella di silenzio che ricercasse la sua testa.
    Eppure, il docente non la pensava così. Spostò lo sguardo su Giada e su James, poi su Brian, sperando che abbassasse ancora un po' la voce, nonostante cercasse di mantenere il suo sguardo fermo su di lui, poi ancora su Deva e ... forse toccava a lui?
    Flebilmente alzò la mano, quasi sventolandola, prima di sbiascicare qualche parola.

    «Si pensa che il termine goblin abbia origine in diverse culture da quella inglese. Si pensi per esempio al termine kobalos di origine greca, con cui si faceva riferimento - come la signorina... vabbè come lei diceva - alla religione politeista, nello specifico allo spiritello associato ai riti di Dionisio.»

    Non ricordava il nome di Deva, non in quel momento e probabilmente nemmeno si erano mai ufficialmente presentati, ma questo non lo turbò più di tanto, prima o poi avrebbero rimediato, no?

    «Nell'antichità erano accusati di rapire durante la notte bambini e donne. Essendo molto brutti, quasi come» - «Tortura» pensò, ma non lo disse, proseguendo come se niente fosse «quasi come degli incubi ad occhi aperti, lasciavano i loro bambini mostruosi al posto di quelli che prendevano e si racconta che stupravano le donne che rapivano, forse per migliorare l'aspetto della loro specie e della loro prole.»

    Basta, non riusciva più a parlare. Dannazione, la testa gli esplodeva.
    Regina Beauvais deve sopportare il peso.
    Julian Miller

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    Regina Beauvais
    Dioptase| 18 anni
    Lo stava aspettando già da un quarto d'ora. Quando le scrisse sbuffò e si fece materializzare un'aspirina sulla mano, o meglio, in un bicchiere d'acqua con un cucchiaino che girava. Lei aveva le braccia conserte ed un fianco che quasi le usciva. Incazzata nera. odiava andare a lezione in ritardo ed ultimamente capitava spesso. Senti io non ti aspetterò mai più. Se vuoi bere e fare il coglione ok, ma lontano da me.Chissà dove era finita la ragazza del parco, quando a luglio/agosto il ragazzo era tornato! Comunque, in quel momento non le interessava. Voleva solamente andare a lezione e capire cosa gli aspettava di atroce quel giorno. Lei preferiva i compiti in classe a sorpresa o i compiti a profusione. Tutto pur di non alzare il sedere dalla sedia. Odiava le prove pratiche di difesa e solo perchè non aveva il carattere giusto per affrontarle. Una volta arrivata, e senza aver più rivolto la parola al ragazzo, si mise seduta, salutò cordialmente ed educatamente il professore ed ascoltò i suoi compagni parlare, prese appunti. Era tutto quanto molto interessante, specialmente quello che disse la Lastrange. Chissà se era legata alla famiglia Lastrange che seguiva il signore oscuro oramai un bel pò di tempo fa. Sapeva che il professor Ensor non amava essere interrotto, ne tanto meno amava gli studenti prolissi, ma lei non ce la faceva a non esserlo. Educatamente alzò la mano e quando il docente gliene diede modo posò la penna in mezzo al suo quaderno. Sicuramente non sono creature che spiccano per bellezza, e spesso, quando si tratta di goblin, si pensa sempre a creature che svolgono dei compiti molto umili, da schiavi, o comunque da scribacchini. Non spiccano di grande leadership, infatti spesso e volentieri vengono sottomessi da creature molto più carismatiche di loro. Questo, comunque no vuol dire che sono creature stupide. é una figura che viene utilizzata molto spesso nelle leggende e nei racconti fantasy babbani e spesso, a parte qualche strano cartone animato, vengono associati a figure cattive, maligne, ma più che esseri cattivi, vengono descritti come servitori del male. Inutile ripetere quanto è stato già detto. Quindi mi soffermerei su come si possono tenere lontane queste creature o, addirittura, come si possono uccidere. Fece una piccola pausa per riprendere fiato. A quanto pare le leggende più accreditate parlano di frecce di legno, ma credo anche che la magia bianca possa aiutare oppure incantesimi come il recido, l'ardemonio, o anche l'incendio possono essere distruttivi per tutti, specialmente se utilizzati in maniera ravvicinata o con uno spirito molto aggressivo. Era una sua considerazione, ma erano ad una lezione di difesa, era bene toccare quell'aspetto. Sinceramente di queste creature non mi ha colpito niente in particolare. Sono silenziose, operano per un qualcosa che non mi appartiene e non hanno quasi mai capacità di scelta propria.Giudizio severo, ma sicuramente originale.

    RevelioGDR
     
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    Era passato un anno e qualche mese da quando aveva iniziato Hidenstone, eppure non avrebbe saputo dire che Difesa rientrasse tra le materie che gli piacevano, oppure no. Sicuramente il professore era parecchio inquietante e non aiutava gli alunni a farsi piacere la materia, eppure c'era dell'altro.
    Una parte di lui, la considerava una materia brutale e molte cose sarebbero potute essere evitate. Ma nonostante ciò, un'altra parte di lui era convinta che servisse più di molte altre materie e che fosse grazie a quella se avevano imparato a proteggersi e se sapevano fare quello che sapevano fare, visto che in quella scuola pareva succedere di tutto. In fin dei conti, erano stati accolti per il loro primo sbarco, con un messaggio di Cora Delaine.
    In quel momento si stava preparando per la lezione di Difesa. Era precisamente metà dicembre e faceva piuttosto freddo, quindi oltre la divisa, aveva indossato anche il mantello pesante, non voleva prendersi un accidente quando mancava così poco al ballo e lui era riuscito ad invitare Amalea. Sarebbe dovuta essere una serata perfetta ed un forte raffreddore era tutt'altro che previsto dal suo programma.
    A proposito della ragazza, le inviò un messaggio proprio in quel momento.

    CITAZIONE
    Ci vediamo alla fine delle scale su, al terzo piano.

    La conosceva abbastanza da sapere che avrebbe potuto essere intimorita dall'uomo che insegnava loro - o forse era solo una sua impressione?- quindi le diede appuntamento al piano dov'era situata l'aula e, per l'occasione, rubò un accendino al gemello (chissà dove se lo era procurato, tra l'altro), lasciandogli un biglietto ed un biscotto che recitava più o meno: "Grazie fratello, questo l'ho rubato per te a pranzo". Era un semplicissimo cookie ma chi è che non amava i cookie? Lui di sicuro era uno dei suoi fans più accaniti, infatti ogni tanto lui e la fidanzata replicavano quelle serate dove si rimpinzavano di biscotti, nascosti dalle ombre in qualche anfratto dell'accademia.

    Camminando per i corridoi del castello, si accorse che il suo fiato si condensava in nuvolette ed in quel momento pensò che nonostante fosse un luogo molto più tecnologicamente avanzato rispetto ad Hogwarts, certe cose non cambiavano mai, come la possibile assenza di un riscaldamento. In effetti riscaldare il castello intero, sarebbe stato piuttosto oneroso per le tasche della preside ed aveva la sensazione che già avesse fatto molti tagli, in quella scuola.

    Arrivò finalmente al terzo piano, mettendosi contro il muro ad aspettare la sua dolce metà. Non era lei ad essere in ritardo, ma lui ad essere in anticipo, perché era passato per le cucine a fare gli occhi dolci agli elfi per ottenere un muffin. Un semplicissimo tortino con il cuore di cioccolato fuso bianco.
    Quando la vide arrivare, saltellò lontano dal muro ed indossò un sorriso a trentadue denti, che se lo avesse ampliato ancora un po', sarebbe potuto sembrare inquietante.
    Ti ho preso questo, e... intanto le porse il dolcetto, reclamando un bacio, però, prima che lei potesse prenderlo. Era un equo scambio, no? Dopodiché, quando ebbe le mani libere, si frugò nello zainetto che portava sempre con sé. ...questo! Le porse un modellino di una scopa con finiture così precise da sembrare vera, solo che molto piccola. Iniziò a svolazzare sulla sua mano, ma non si allontanò mai, rimanendo sempre sospesa sopra il piccolo piedistallo in marmo. Me l'ha regalato papà ed ha detto di dartelo. Io... ho voluto aggiungere un tocco personale. Arrossì appena, mentre girava il piedistallo, mostrando una piccola incisione sul retro. "Affronterò con te ogni tua paura perché sei la cosa più bella che potesse mai capitarmi".
    Smielato? Molto probabilmente, ma era anche da Brooks una cosa del genere.
    La guardò, gli occhi pieni d'aspettativa. Sapeva quanto a lei piacesse il Quidditch ma sapeva altrettanto bene che non avesse mai avuto il coraggio di salire sulla scopa, infatti uno dei suoi obiettivi era di farla partecipare ai provini per il Quidditch, qualora li avessero aperti. Sarebbe la migliore giocatrice della squadra, ne era certa.
    Hai freddo? Una piccola pausa come se si aspettasse un "sì", ma alla fine si rispose da solo. Ma certo che hai freddo, qui dentro si gela. Volse per un secondo lo sguardo all'esterno, dove la neve fluttuava a grossi fiocchi depositandosi dolcemente a terra, dopodiché si tolse il mantello per depositarlo sulle sue spalle. Così va meglio, vero? Stava facendo tutto da solo, ma ci teneva ad essere premuroso, sentendosi anche un po' in colpa per quello che le aveva fatto passare l'anno precedente.
    Ma erano quasi le cinque, ragion per cui dovevano affrettarsi o sarebbero rimasti chiusi fuori dall'aula. Fece scivolare la mano verso il basso per afferrare la sua, se avesse riposto il modellino in modo di averla libera, intrecciandovi le dita ed iniziando a trascinarla verso l'aula.
    Fece scattare l'accendino, avvicinandolo alla salamandra, la quale prese velocemente fuoco. Brooklyn O'Connor esclamò e quando anche lei avesse detto il suo nome, avrebbero varcato la soglia insieme, trovandosi in un'aula dall'aria glaciale, niente a che vedere con il freddo esterno. Lì era come trovarsi in Siberia. Si sentì ancor più soddisfatto di aver dato il proprio mantello ad Amalea, in aggiunta al suo. I bracieri, ovviamente, erano spenti, come se fossero lì solo per bellezza. In effetti, forse era così.
    Erano arrivati appena in tempo e Brooks la condusse ad un paio di banchi in seconda fila, di modo da poter seguire la lezione ma di non essere sotto il diretto controllo di Ensor, che continuava a mettergli i brividi.
    Buongiorno, professore lo salutò una volta che si fu seduto, perdendosi qualche secondo ad osservare l'aula, prima che iniziasse la lezione.
    Finalmente, i bracieri vennero accesi e forse avrebbero portato un po' di tepore in quella stanza.
    Oh no, come possono essersi lamentati della LEGGERISSIMA mole di compiti che ci assegna? Sussurrò, rivolgendosi alla sua compagna, abbassando abbastanza la voce perché potesse sentire solamente lei e chi, eventualmente, si fosse trovato nei pressi. Non di sicuro il docente.
    Comunque, con le fiamme compose una domanda, un classico. La lesse, pensando ed aspettando il suo turno prima di rispondere. Alzò la mano in attesa di essere chiamato ed anche un po' timoroso di sbagliare.
    I suoi compagni avevano già detto tantissime cose, quindi non avrebbe saputo cosa aggiungere in più, perciò si spremette le meningi il più possibile.
    Uhm riprendendo la loro origine iniziò, appunto riprendendo le parole dei suoi compagni. Sono originariamente provenienti dalla cultura europea ed in particolare germanica, hanno persino avuto un'apparizione in Italia... in Sicilia precisamente, sull'...Etna mi pare. Là attorno c'è una pianura, la "Val di Demone". Non so se ci sia ancora, in realtà. Ma si diceva fosse abitata da dei demoni. Quindi... si può dire che siano delle creature presenti in tantissimi folclori, anche se spesso hanno nomi diversi, un po' storpiati a seconda della lingua. Ed è una cosa che mi stupisce, perché pensavo che ogni luogo avesse una serie di proprie creature, ma ho scoperto che a quanto pare, ce ne sono alcune che uniscono ogni popolo. L'ingenuità di Brooks era deliziosa, si era gettato in quel discorso sebbene potesse suonare una stupidaggine alle orecchie d'altri.
    Brooks O'Connor


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    Erin Brighid MurphyAmetrin

    Era in ritardo, e per questo perfettamente in linea con ogni previsione.
    Se la disorganizzazione di cui era munita per natura non le rendeva facile alcun tipo di vita accademica, le più recenti turbolenze psicologiche ed emotive di cui era vittima non facevano che peggiorarle drasticamente la situazione.
    Arrestò bruscamente il passo a ridosso della maniglia a forma di salamandra, il fiato corto in gola e la bacchetta che ne incendiava la figura con dita appena tremanti.
    «Erin Murphy.»
    Lo soffiò senza più ossigeno nei polmoni sperando che bastasse al riconoscimento, quindi allentò la stretta del mantello sul collo senza ancora riuscire a percepire il freddo aspro dell’interno: la corsa le concedeva almeno per il momento di tener testa ad ogni più rigida temperatura.
    «Buonasera.»
    Rivolse il saluto al professore prima di scegliere un posto qualunque tra quelli rimasti liberi. Appena in tempo, valutò, data l’immediatezza con cui il docente sigillò l’ingresso appena qualche istante più tardi rispetto al suo arrivo.
    Solo adesso si concesse il tempo di annodarsi i capelli in uno scompigliato chignon alto sulla testa, quindi estrasse il blocco degli appunti e lasciò che tutti gli altri la anticipassero nel rispondere alla domanda posta. Ne annotò qualcuna più interessante di altre, ma non alzò la mano finché non fu certa d’aver restituito ai polmoni aria sufficiente a produrre un discorso di senso compiuto.
    «Sembrano essere famosi anche per la loro vigliaccheria.» Riabbassò la mano alzata dopo aver ottenuto la parola. «Immagino che la storia antica e le loro fattezze naturali li abbiano costretti a colmare le lacune di prestanza fisica ed intelligenza con doti ben più sviluppate di astuzia e furbizia.»
    Un po’ come succedeva a qualche coetanea in piena battaglia contro i demoni adolescenziali, in pratica, ma quel paragone non le parve abbastanza appropriato da poter essere apprezzato dal professore, perciò lo tacque.
    Proseguì piuttosto rispolverando ciò che sui gobllin aveva letto in qualche romanzo.
    «Ogni tribù è un insieme di chaos distruttivo e disorganizzato, privo di strategie o tattiche prevedibili, il che rende ogni gruppo se possibile ancor più pericoloso.»
    Esattamente come ogni classe di Hidenstone, confermò tra sé.


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    Il gemello era una vera e propria spina nel fianco, però la sua vicinanza la si vedeva in piccoli gesti come quel cookie corredato di bigliettino che aveva lasciato per lui. Aveva gettato il biscotto ma il foglietto era finito in un diario che nascondeva sotto il materasso all'altezza del cuscino. Non aveva fame, non di dolce almeno e soprattutto non di biscotti, un odore che associava a Mc Callister. Il cibo era tornato ad essere solo qualcosa di cui servirsi al solo scopo nutritivo e nient'altro; il passaggio in sala comune solo per recuperare un plico di pergamene nuove da tenere di scorta nello zaino. Non si era chiesto però il perché Brooklyn l'avesse ringraziato. Giungere alla porta col batacchio salamandroso sgusciando tra gli altri studenti e dando qualche spintarella fu semplice, altrettanto invocare uno sciame di farfalle infuocate -giusto per riprovare l'ebrezza di tornare per un secondo al primo anno- ed incendiare la salamandra, pronunciando il suo nome con lo stesso entusiasmo di un funzionario amministrativo nel momento di fare una pratica: «Fitzgerald Garrett O'Connor». Si chiedeva sempre se col codice fiscale avrebbe fatto prima a superare l'ostacolo. Un mare di divise rosse e grigie balzò all'occhio dopo aver salutato con un rispettabilissimo «buon pomeriggio, professore» uno dei docenti che più stimava per carattere e terrore che disseminava tra i corridoi. Potevi vestirti con quanti strati volevi ma nell'aula di Brian Ensor ti saresti sentito sempre sulla cima dell'Everest. Scelse la fila dove vide due acquisti di quell'anno per gli Opali, fermandosi solo per fare un saluto al gemello con un'alzata di mento e scivolando accanto alla ragazza dagli incredibili occhi azzurri che conosceva da sei anni. «Principessa Lyanne, solo la seconda fila per te quest'oggi?» fu il suo saluto sarcastico, scivolando liscio come l'olio accanto a lei e scrutandola per qualche secondo prima di sporgersi verso l'asiatico. «Kwon» fu tutto ciò che disse al confratello che ancora non conosceva ma per cui doveva esser già grato di essersi ricordato il nome, se mai gli fosse interessato. Avrebbe aggiunto dell'altro in direzione della Lestrange ma Ensor diede inizio alla lezione, annunciando come le lamentele degli altri studenti fossero giunti alle sue orecchie oscure e che quindi non ci sarebbe stato nessun compito a sorpresa per loro. Questo però non significava che fosse diventato improvvisamente un messia. Lingue di fuoco si modellarono fino ad articolarsi in una domanda. Anche la sua mano si unì insieme a quella dei compagni, ma fu tra gli ultimi a prendere parola. «Fitz O'Connor», si annunciò, «Come hanno detto i miei colleghi per i popoli sassoni, i goblin erano creature mostruose e dall'aspetto grottesco, spesso di carattere malvagio ed egoista, avide di oro e beni materiali, creature magiche con varie abilità, simili a quelle delle fate o dei demoni. Per alcuni facevano parte del piccolo popolo e che nella categoria di goblin vi rientrano anche i lepricauni», osservò, facendo leva sulle sue origini irlandesi. «Nei paesi scandinavi sono associati ai folletti, legati al solstizio d'inverno e quindi al Natale. Anche qui presentano forme umanoidi, ma le loro vesti sono caratterizzate da colori vivaci, così come il loro carattere volubile o scherzoso, ma che quando vengono stuzzicati divengono vendicativi, servendosi della loro capacità di rendersi invisibili oltre che mutaforma». Prese una pausa, continuando a guardare il docente fisso negli occhi. «In realtà in ogni paese e civiltà i goblin assumono un nome proprio o caratteristiche diverse, come ad esempio i mogwai cinesi, piccoli esseri che si riproducono con l'acqua piovana, di solito si accoppiano e producono un grande lignaggio poiché la pioggia aumenta la loro lussuria. Una metafora dell'abbondanza che si trova anche nelle civiltà sudamericane». Concluse, voltandosi poi verso Deva una volta che l'attenzione di Ensor si fosse spostata da lui, facendole un'occhiolino dei suoi, come ai vecchi tempi.
    Fitz O'Connor

    "
    I etched the face of a stopwatch on the back of a raindrop and I did a swap for the sand in an hourglass.
    "

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    Si siede accanto Deva L. Lestrange, nonché Joo-hyuk Kwon. Interagisce/pensieri con Brooks Ryan O'Connor.
    Risponde alla domanda.
     
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    Ensor le metteva ansia. Lo sguardo gelido come la temperatura che si respirava nell'aula, la perenne sensazione di essere condannata a morte per un sospiro di troppo o per uno starnuto che non si è riusciti a neutralizzare. Un'ora nell'aula di difesa equivaleva a cinque trascorse sul ciglio di una superstrada, bendata, a giocare a mosca cieca. Per fortuna che non sarebbe stata da sola, il suo ponte aveva già dato appuntamento alla fine delle scale. Non era poi così lontana, giusto un paio di rampe c'erano a dividere l'aula di Difesa e la biblioteca, una scelta infelice visto che lasciare il tepore che si trovava in sala lettura sarebbe stato un suicidio in condizioni normali per una giornata invernale come quella, figurarsi quando di mezzo c'era quell'aula malvagiamente modificata con la magia.
    Il sorriso di Brooks fu impossibile da non replicare sul suo viso, ancor di più quando vide un tortino cioccolatoso essere sventolato sotto il naso. Era già pronta ad imbrattarsi di crema, briciole e glassa ma lui fu più lesto nel rubarle un bacio. «Te ne avrei dati altri cento e non solo per questo», chiarì, affondando gli incisivi nel dolcetto morbido, lasciandosi andare in un piccolo gemito di gusto. Con il dorso della mano si ripulì delle briciole mentre le tasche di Brooks rivelavano essere simili a quelle di un prestigiatore babbano. Un modellino questa volta di una scopa volante in miniatura sospesa su un piccolo piedistallo di marmo. Gli ripassò il dolce, lasciandogli intendere anche di poterlo finire lui, mentre studiava il pensiero del padre di lui. «Se tuo padre non avesse sposato tuo padre lo avrei fatto io», dichiarò, sollevando l'oggetto fino ad intravedere una scritta sotto la piattaforma. D-A-N-N-A-Z-I-O-N-E non le diceva di essere innamorato di lei a chiare lettere ma lo lasciava intendere con quelle frasi che aveva iniziato a custodire gelosamente. Mise al sicuro il dono e poi gli si buttò addosso, scontrandosi con il muro ma poco importava mentre lo baciava. Un bacio lungo, pieno e che aveva sollevato qualche fischio tra i passanti. Diverse tonalità di rosso colorarono le guance, non era una di quelle che amava le pubbliche dimostrazioni d'affetto ma in quel caso due erano le soluzioni o assaltarlo o rivelargli i suoi sentimenti e per la seconda non era ancora pronta a vuotare il sacco. «Oh, ehm, sì, freddo» non si era resa conto di aver perso un po' di colore recentemente acquisito mentre il pensiero sfiorava il fatto che in qualche modo erano ancora restii. E se lui non la voleva davvero? E se stava con lei solo perché al momento non aveva di meglio? E se... si riscosse davanti la salamandra con il suo nome pronunciato veloce -«Amalea Davidson»- per non perdere il suo turno d'ingresso. Per fortuna che aveva anche il mantello di Brooks oltre al suo, perché le nuvolette che esalavano dalla sua bocca erano dense. «Non sapevo che la crisi energetica fosse arrivata anche qui». In realtà disse un «salve, professor Ensor», seguendo O'Connor al posto ma sventolando una mano -con non troppa enfasi come avrebbe fatto altrove- verso Joo-Huyk.
    Sentiva gli interventi degli altri, con le spalle irrigidite -aveva ridato il mantello al fidanzato perché non voleva avere sulla coscienza una morte per assideramento- e lo sguardo confuso, finendo con il sollevare anche lei la mano. «Amalea Davidson», qualche suo compagno aveva solo accennato poco o molto di folkloristico il rapporto che i goblin avessero con le donne umane e con quelle della loro specie, così pensò di dire anche la sua. «I goblin sono conosciuti per la loro barbarie e la loro vena da torturatori, seviziatori e stupratori del genere femminile. Amano i ratti -non i topi, ma il rapimento- al solo scopo di riprodursi il più possibile e nel minore tempo, rendendo le donne, le goblin e le altre razze nel loro sesso femminile come schiave, fino alla loro morte».
    Amalea Davidson

    "
    Fill your paper with the breathings of your heart.
    "

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    Interagisce con Brooks Ryan O'Connor, saluta Joo-hyuk Kwon e risponde alla domanda.
     
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    Brian Ensor | Docente DCAO
    Il docente salutò con un cenno del capo ogni studente che entrò in aula e trascrisse su un foglio di pergamena appunti riguardanti ognuno di loro quando aprirono bocca per rispondere alla domanda che aveva posto.
    Male. Molto male. Al suono delle parole del docente Tortura prese il volo, andando a rovistare all'interno di un armadio lasciato aperto.
    Brian si alzò dalla cattedra e agitò la bacchetta. Le fiamme che formavano la domanda assunsero una nuova forma.
    Prendete appunti. I goblin di cui parleremo oggi appartengono alla specie dei Flan. Rispetto alle razze studiate in precedenza presentano una corporatura più tonica, ma a livello di civiltà sono bestiali e barbari. Come qualcuno di voi ha già detto vivono in tribù, hanno un capo e usano una lingua gutturale poco comprensibile alle nostre orecchie. Questi saranno i protagonisti della nostra prova pratica.
    Schioccò le dita e Tortura tornò con un sacchetto sulla sua unica zampa. Svolazzò sulla postazione di ogni studente e dal sacchetto lasciò cadere un osso.
    Ciò che avete davanti è una passaporta. Prendendola ognuno di voi si ritroverà in una stanza diversa del medesimo complesso di gallerie sotterranee. I goblin hanno preso possesso di questi luoghi. Mi è giunta voce che i cittadini di Diagon Alley abbiano notificato il problema al Ministero, ma ho sfruttato qualche aggancio per farli desistere. Non saranno gli auror a scacciarli. Sarete voi.
    Un sorriso divertito si dipinse sulle labbra del docente, il quale fece un ultimo passo avanti. Naturalmente non vi viene chiesto di ucciderli, solo costringerli alla fuga. Per farlo avete accesso a tutto ciò che avete imparato fino a oggi. Io monitorerò il vostro operato da qui.



    RevelioGDR


    Vi chiedo scusa per il ritardo, ma riassumo qui ciò che dovrete fare:

    - Toccate la passaporta e vi ritroverete all'interno di una grotta
    - Ognuno di voi troverà nel luogo della smaterializzazione tre goblin armati (asce, martelli, piccoli ecc..)
    - Dovrete costringerli alla fuga. Potete utilizzare e autoconcludere tutti gli incantesimi che volete e muovere i goblin.
    Scadenza: Venerdì 23
     
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    Giada McCarthy Stundentessa

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"



    Che fosse difficile accontentare quel docente non era nuova la cosa e spesso quelle reazioni erano ben conosciute da loro studenti, ma la cosa era diventata ormai una certezza e forse da quello che aveva capito era anche il suo modo di fare, seppur non lo conoscesse personalmente al di fuori delle lezioni. Aveva provato a dire la sua su quella domanda che aveva posto ed esprimersi sapeva che era era alla base per arrivare a qualcosa. Se la bocca restava chiusa spesso poteva essere visto come un atteggiamento passivo nella lezione. Ascoltò quello che aveva da dire su quella nuova fase della lezione, non conosceva quella specie di Goblin, i Flan, ma era sempre un modo per scoprire qualcosa di nuovo. Era quello alla fine il compito delle lezioni che avevano giornalmente. Sapere che erano goblin decisamente più bestiali e barbari nel loro modo di fare non era una bella cosa, e soprattutto dato il fatto che erano anche parte della loro parte pratica della lezione voleva dire che ci voleva un'attenzione ancora più maggiore rispetto al solito. Guardò come il sacchetto che svolazzò davanti alle loro teste e sui banchi fece cadere su ognuno di essi un osso. Un ruolo interessante quello dell'osso, una passaporta. Non era quello che si aspettava per quella giornata il finire in una galleria sotterranea ma era sempre una cosa da affrontare e le piacevano eccome le sfide.

    Non era più facile affidare questo compito a degli esperti auror che a noi studenti?

    La cosa le balenò per un attimo per la testa, ma effettivamente non poteva fare altrimenti che accettare quella sfida con voglia e tanta grinta come ci metteva sempre. Quindi appena possibile toccò quell'osso e tramite la passaporta che era quello stesso oggetto arrivò in un battibaleno in una grotta, vide che al suo interno c'erano ben tre goblin, uno aveva un'ascia di piccole dimensioni, il secondo una piccola spada e infine il terzo era con un mazzafrusto medievale anch'esso piccolo. Non era il massimo della tranquillità. Di fatto furono proprio i goblin a muoversi per primi vedendola arrivare e evitò spostandosi un paio di loro colpi.

    Dovete smammare da qui, la vostra pacchia è finita. Non dovevate attaccarmi, grosso errore.

    Quindi iniziò subito a fare la sua offensiva per farli scappare, il tempo era tutto in quelle cose. Puntò la bacchetta contro il primo goblin, quello con la spada, e disegnò una I con la stessa, prima di dire la formula magica.

    Immobilus.

    Dal suo catalizzatore partì l'incantesimo lanciato che andò in pieno a colpire quel goblin. Fermò a mezz'aria quella creatura. Però quel goblin con l'ascia non sembrava essere amichevole e approfittando della cosa lanciò verso Giada l'arma tra le sue mani avvicinandosi a meno di mezzo metro di lei, riuscì a evitare di venir colpita solo grazie a un ottimo riflesso che la fece abbassare in tempo. Uno sguardo di sfida verso quella stessa creatura. Volle utilizzare un approccio ben diverso nell'affrontare quel secondo goblin. Nel frattempo il blocco a mezz'aria del goblin con la spada finì e appena riprese le forze gli cadde la spada e se ne andò da quella grotta non avendo più armi a sua disposizione. Tornò con l'attenzione sul goblin con l'ascia, quella che ormai non era più in suo possesso avendola già lanciata contro Giada. Puntò la creatura con la bacchetta e disse la formula magica.

    Imposium.

    Dalla rabbia che sembrava avere prima di essere colpita, rimase solo un lontano ricordo dato che divenne docile e innocuo e lasciò immediatamente la grotta mentre sembrava quasi che stesse sorridendo. Il problema maggiore arrivò con il terzo goblin, quello con il mazzafrusto medievale, seppur piccola come arma poteva essere pericolosa. Vide come le arrivò incontrò agitando e facendo circolare l'arma nelle sue mani, poi iniziò a girarle intorno. Non poteva permettersi quei rischi. Quindi cercò di calcolare il tempo che ci metteva a girarle intorno e quando fu sicura puntò la creatura e fece una spirale con la bacchetta in senso antiorario prima di dire la formula magica.

    Incarceramus.

    Delle funi partirono dalla sua bacchetta e bloccarono la creatura che era stata colpita. Non gli permise di muoversi e tenne le funi solo per il tempo necessario, non voleva ucciderlo o fargli troppo male alla fine. Quindi appena fu certa del fatto che non fosse più offensivo staccò le corde evocate dal terzo e ultimo goblin. A quel punto lo direzionò verso l'uscita della grotta. Sembrava tutto tranquillo a quel punto ma dopo appena un paio di secondi sembrò voler tornare alla carica, ma con attenzione disegnò con la bacchetta davanti a se stessa una fiamma a tre punte, poi disse la formula magica.

    Fuocondro.

    Dalla sua bacchetta evocò uno scudo di fuoco e calore dove il goblin andò a sbattere. Un forte deterrente calorifero che le permise di mandarlo via definitivamente dalla grotta.

    RevelioGDR


    Giada usa questi incantesimi:

    Per goblin con ascia

    Nome: Incantesimo Immobilizzante
    Classe: Generico
    Formula: Immobilus
    Movimento: Disegnare una I
    Effetto: Immobilizza o rallenta oggetti, animali e persone, privandoli di qualsiasi forza cinetica.
    Note: Se rallenta da Malus in relazione a Intel del mago e Res del bersaglio.
    La durata della paralisi verrà decretata dal master, ma può annullare anche solo un azione del bersaglio

    per goblin con ascia

    Nome: Incanto di addomesticamento
    Classe: Animale
    Formula: Imposium
    Movimento: Puntare l'obiettivo.
    Effetto: Ammansisce immediatamente la Creatura Magca e non su cui è scagliato, rendendola docile e innocua.
    Note: è efficace sulle creature magiche solo a patto che la propria empatia sia pari al numero di X della creatura moltiplicato dieci più cinque (es. per poter tentare Imposium su una creatura XXX è necessario avere Empatia 35).
    Data l'inaddestrabilità delle creature XXXX, può solo limitare l'aggressività, soprattutto contro sé stessi, ma non renderà mai innocuo un animale con tale classificazione.

    per goblin con mazzafrusto

    Nome: Fattura Imprigionante
    Classe: Offensivo
    Formula: Incarceramus
    Movimento: Disegnare una spirale in senso antiorario
    Effetto: Genera delle grosse funi dalla bacchetta che avviluppano la persona o la Creatura Magica contro cui è lanciato l’incantesimo
    Note: con Tecnica > 25 possibile decidere il materiale delle funi tra quelli non magici. Con Magitecnica 2, è possibile realizzare anche funi con materiali magici.
    con Coraggio > 25 le funi infliggeranno il dolore (generalmente metà del dado al netto di bonus e malus); con Intelligenza ≥ 35 le funi possono inibire la magia del mago.

    Nome: Sortilegio dello Scudo Ardente [DCAO]
    Classe: Scudo
    Formula: Fuocondro
    Movimento: disegnare una fiamma con tre punte
    Effetto: Crea uno scudo di calore intenso intorno al mago impedendogli di assiderare e che può ustionare chi ci sbatte contro.
    Note: la potenza dello scudo è proporzionale ad Empatia. Con Intelligenza > 15 permette di riscaldarsi; con Intelligenza > 25 lo scudo può ustionare; con Intelligenza ≥ 35 lo scudo può dar fuoco a cosa vi impatta contro

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    ? James Beauvais ?
    « La vita è un’enorme tela: rovescia su di essa tutti i colori che puoi.
    »


    Quel docente seppur decisamente sexy voleva tantissimo da loro come studenti e la cosa non gli dispiaceva. Era difficile trovare il modo di entrare nel suo "cuore" se non anche impossibile. Doveva fare bene a lezione, fare il suo ogni volta che poteva seppur non fosse sempre così facile. Ma era anche l'anno degli esami e cosa doveva fare se non impegnarsi al massimo, era quello che faceva in ogni cosa. Chiaro che il tema che stavano introducendo gli piaceva parecchio e ciò poteva anche aiutarlo dal suo punto di vista. Che razza erano i Flan? Non aveva mai sentito prima quei goblin e soprattutto non era la cosa più bella da sentire quella che erano decisamente aggressivi. Osservò quell'osso passaporta che venne fatto arrivare sui loro banchi, uno per uno. Si chiese semplicemente nella sua testa quale fosse il motivo per cui gli auror non potessero fare quel lavoro e invece loro si. Forse erano carne da macello pronti da sacrificare? Difficile da pensarlo e crederlo. In ogni caso tutto era alquanto interessante e la cosa era molto curiosa da affrontare. Quindi quando potevano fare ciò toccò l'osso e si materializzò in una di quelle grotte del complesso di gallerie che era stato accennato dal docente. Non sembrava esserci niente di così pericoloso come prima vista, ma girandosi vide come tre goblin molto aggressivi si erano radunati vicino a lui, uno aveva una lancia di piccole dimensione, l'altro una sciabola, e infine l'ultimo un martello tra le sue mani.

    Tocca a me adesso. Testa e cuore nel farli uscire da qui.

    Un breve pensiero nella sua testa prima di dire un qualcosa di "potente" ai suoi avversari.

    Oggi è il vostro ultimo giorno qui, potete fare le valigie goblin.

    Nemmeno il tempo di pensare a una tattica che quel goblin che aveva in mano la lancia si avvicinò ancora di più a James agitando quell'arma come se fosse uno spadaccino inesperto. Uno di quei colpi lì taglio anche una piccolissima ciocca di capelli, toccargli i capelli era una cosa che lo faceva davvero incazzare, una delle poche. Uno sguardo maligno verso quel goblin prima di fare un passo indietro e disegnare un cerchio grande con la punta della bacchetta. Quindi disse la formula magica.

    Ebublio.

    Il goblin venne bloccato all'interno di una bolla. Poi volendo completare l'opera si mise dalla parte che dava verso l'uscita della grotta fece una spirale a tre giri e la scoccò contro la bolla con il goblin al suo interno. Poi disse la formula magica.

    Ventus.

    La bolla si diresse verso l'uscita trasportata dalla forza del vento. Quell'essere non era più un problema. Quindi passò al secondo goblin che nel frattempo non felice del trattamento ricevuto dal precedente sembrava come volerlo sfidare a duello agitandoli la sciabola davanti, i versi che faceva erano orribili. Ma non era in vena di duellare per un goblin, al massimo per un bel ragazzo o una bella ragazza, quindi tagliò la testa al toro puntando la bacchetta verso quella sciabola che era nelle mani del goblin e muovendo il polso in maniera fluida e morbida. Poi fece due dondolii puntando sempre il suo obiettivo. Quindi disse la formula magica.

    Wingardium Leviosa.

    Mosse la sciabola dalle mani del goblin fino a lanciarla verso l'esterno con un colpo deciso, il goblin la seguì senza pensarci due volte dirigendosi verso l'uscita. Infine mancava solo un goblin da affrontare e far fuggire, ma fu il suo problema maggiore. Lanciò verso James, per fortuna senza colpirlo, e raccattò quel martello un paio di volte prima di iniziare a calmarsi. Il secondo lancio gli fece davvero il pelo alla testa.

    Devi aggiustare la mira amico mio.

    Dopo aver evitato i suoi attacchi e fatto infuriare anche di più il goblin con quella frase, con la bacchetta dette una stoccata verso lo stesso goblin. Poi andò nuovamente di formula magica.

    Petrificus Totalus

    Il corpo della creatura divenne come pietra, era quello il suo scopo e poteva ritenersi soddisfatto. Essendo decisamente leggero e inerme spostò il goblin pietrificato verso l'uscita poi da una distanza di sicurezza fece una "F" con la bacchetta puntando la creatura e disse la formula magica.

    Finite Incantatem.

    Il goblin appena riprese le forze dette il suo addio, seppur temporaneo, svolazzando via dalla grotta. Ma quella pace transitoria durò solo un breve momento dato che i tre goblin sembravano come essersi riorganizzati e tornarono con grande forza attaccando in gruppo, ma non si fece trovare impreparato e con la bacchetta fece un cerchio a 360 gradi verso il terreno e poi dette una stoccata decisa verso il medesimo. Poi disse la formula magica.

    Circularis Flammae.

    Uno scudo fatto da una barriera di fiamme alte quasi tre metri si alzò dal terreno e si innalzò intorno a lui. I tre goblin provarono ad andare contro alle fiamme per superarle ma senza successo. Dopo quel fallimento si ritirarono da ogni tentativo di attacco fuggendo dalla grotta.

    ? Scheda Pg ? 16 anni ? Ametrin ? Ricco ?

    © psìche



    Nome: Incanto della bolla
    Classe: Elementale
    Formula: Ebublio
    Movimento: disegnare un gran cerchio con la punta della bacchetta.
    Effetto: si viene a creare una bolla che intrappola e fa levitare l'avversario, che non può infrangerla con la forza fisica.
    Note: Isola da sostanze e liquidi esterni, ma più tempo passa, maggiori difficoltà di respirazione avrà l'intrappolato. Dopo 4 turni il bersaglio potrebbe anche svenire.
    Con Intelligenza ≥ 15 è possibile isolare solo singole parti del corpo di un bersaglio, compresa la testa.
    Con Intelligenza ≥ 30 è possibile riempire la bolla d'acqua

    Nome: Sortilegio del Vento
    Classe: Elementale
    Formula: Ventus
    Movimento: tracciare una spirale a tre giri e scoccare in una direzione precisa
    Effetto: solleva una folata di vento che causa malus ai nemici, in base al valore di Intelligenza del mago che lancia Ventus.
    Note: Incanto Metereologico. Può provocare malus a Destrezza, alla riuscita delle azioni e status Lentezza.
    Se il bersaglio ha Resistenza inferiore di almeno cinque punti all'Intelligenza del mago, può cadere.
    Con Intelligenza >20 la magia si protrae fino al turno successivo. Con Intelligenza >30 l'effetto è considerato Tempraneo.

    Nome: Incantesimo di Levitazione [Incantesimi]
    Classe: Generico
    Formula: Wingardium Leviosa
    Movimento: movimento fluido e morbido del polso, due dondolii, puntando l’oggetto desiderato
    Effetto: fa levitare l’oggetto verso il quale è puntata la bacchetta.
    Note:L'incanto perdura fino a che la bacchetta è puntata verso il bersaglio.
    Con Intelligenza > 15 l'oggetto rimarrà, indipendentemente dalla bacchetta, sospeso per più turni (lancio del dado); con Intelligenza > 25 è possibile sollevare oggetti di taglia media e farli muovere; con Intelligenza ≥ 35 il mago può sollevare un insieme di oggetti posti vicini oppure un oggetto grande.

    Nome: Fattura della Pastoia Total-Body
    Classe: Offensivo
    Formula: Petrificus Totalus
    Movimento: Stoccata in direzione della vittima
    Effetto: Irrigidisce il corpo della persona o dell’animale su cui è lanciato facendolo diventare duro come una pietra.
    Note: l'effetto della magia è proporzionale alla Resistenza del bersaglio e al Coraggio del Mago, tuttavia una paralisi completa e totale si otterrà solo nel caso in cui il risultato del dado al netto dei bonus e dei malus sia pari o superiore ai PV residui del bersaglio.

    Nome: Incanto Finitus
    Classe: Generico
    Formula: Finite Incantatem
    Movimento: Disegnare una F
    Effetto: Annulla gli effetti di un incantesimo generico o di una fattura.
    Note: Se il dado complessivo supera quello che ha determinato la magia, la infrange. Può essere applicato su incantesimi diversi dai generici o dalle fatture minori, a patto che non siano magie oscure e che l’Intelligenza del mago superi il PP di riferimento dell’altro mago. La magia è invece autoconclusiva sugli incantesimi scagliati dal mago.

    Nome: Cerchio di fuoco
    Classe: Elementale
    Formula: Circularis Flammae
    Movimento: Fare un cerchio a 360° verso il terreno con la bacchetta poi dare una decisa stoccata sempre con essa contro il terreno
    Effetto: Dal terreno si alza come una barriera circolare fatta di fiamme alte circa tre metri che non permetterà alle creature magiche e animali di superarla.
    Note: La barriera di fiamme funziona solo per gli animali e le creature magiche non oscure, per esempio non ha effetto contro i Dissennatori e i vampiri. Le persone e i fantasmi possono superarla senza alcun problema. Il tempo di protezione è limitato al massimo a mezz'ora, poi la potenza cala rapidamente. Il raggio di ampiezza sarà di circa un metro.
     
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    Vedere Amalea gli migliorava sempre la giornata, anche e soprattutto quando di mezzo c'era una lezione sinistra e tenebrosa come quella di Brian Ensor. DCAO non era male come materia, ma forse la Burke doveva prestare più attenzione alle proprie assunzioni, perché c'era il rischio di trovarsi qualcuno che voleva solo disintegrare tutti gli studenti sul pianeta terra. Ed Ensor rispettava perfettamente quel profilo. Il suo sorriso si ampliò nel vederla arrivare, pronta a sgraffignargli quel delizioso tortino che aveva portato appositamente per lei.
    Oh non ho dubbi. Ma avresti pensato prima al cibo, ne sono sicuro la canzonò, perché in fin dei conti erano similissimi, in quello.
    Afferrò poi il dolcetto che lei gli stava porgendo, un ampio sorriso sul volto, quindi addentò a sua volta il morbido cioccolato. Aveva proprio sperato che lei lo condividesse, anche se non poteva esserne certo. La osservò, di sottecchi mentre esaminava il piccolo regalo che aveva pensato appositamente per lei.
    Se mio padre non avesse sposato mio padre iniziò, con una risata, scuotendo la testa. Non saresti come stata il suo tipo concluse, prendendola al volo e cingendola tra le braccia. Quei momenti di calore erano preziosi, soprattutto se precedevano l'ingresso in un'aula glaciale come lo era quella di Difesa.
    Ehi, così faremo tardi le sussurrò tra le labbra, sebbene lui per primo non avesse nessunissima voglia di lasciare quell'alcova per dirigersi a lezione. Sai com'è Ensor con i ritardatari. Non gliela fa passare liscia una. Si dovette far violenza per allontanarsi dal muro ma era giusto così o, nel migliore dei casi, sarebbero rimasti chiusi fuori. Nel peggiore... beh, non voleva nemmeno pensarci. Quindi, dopo averle messo addosso il proprio cappotto, la prese per mano ed insieme a lei si diresse verso l'ingresso dell'aula, entrando dopo aver bruciato la solita salamandra.
    Quando furono finalmente seduti, la lezione poté iniziare.

    Dopo che tutti ebbero risposto, Brooks osservò con orrore Tortura alzarsi in volo ed avviarsi verso l'armadio. Chissà che cosa bolliva in pentola.
    Osservò anche il docente con estrema attenzione, seguendo con lo sguardo ogni movimento della sua bacchetta, che trasformò la domanda fiammeggiante, in qualcos'altro. Poi, a suo ordine, sollevò la penna, segnandosi ogni parola su un quadernino.
    Scrisse qualsiasi cosa ma quando sollevò la testa, vide Tortura svolazzare sopra di loro e smollare un osso inquietante sui loro banchi. Lo guardò, restio a toccarlo.
    Sobbalzò alla richiesta del docente ed il suo sguardo volò subito ad Amalea. Era certo che non fosse entusiasta dell'idea di ritrovarsi da sola faccia a faccia con dei goblin armati, perciò allungò la mano a prendere la sua per darle forza, facendo seguire il gesto da un bacio a fior di labbra. Ti aspetto qui. Ce la puoi fare la rassicurò, toccando la sua passaporta ed in un batter d'occhio, sparì.

    Quando riaprì gli occhi, istintivamente si guardò la mano, una speranza infondata ma profonda di trovarsi ancora con Ama. Ma ovviamente questo non era possibile... al suo posto, comunque, trovò tre mostriciattoli orribili ed armati. Simulò un conato di vomito di cui Fitz sarebbe stato profondamente orgoglioso. Voi... sareste i goblin, eh? Ovviamente non risposero ma gettarono un gutturale suono stomachevole e si gettarono all'attacco contemporaneamente. Uno aveva un'ascia, un altro aveva quella che sembrava una rudimentale lancia, mentre il terzo aveva... una sciabola? Non riusciva bene a capirlo, aveva una forma ricurva e scintillava, ma si capiva che anch'essa fosse rudimentale.
    Accio torcia! Iniziò, facendo un balzo per schivare i tre gnomi che, fortunatamente, non erano molto alti mentre lui era molto atletico. Una delle fiammeggianti torce appese alle pareti, schizzò in sua direzione e la afferrò al volo, per fortuna senza bruciarsi. Iniziò ad agitarla verso i mostri, cercando di allontanarli mentre pensava ad una strategia. Non dovevano ucciderli, aveva detto Ensor. Dovevano solo metterli in fuga.
    Pensa, Brooks, che cos'è che temono i goblin? Si chiese, sventolando il fuoco per continuare a tenerli a debita distanza.
    Ehi no, ti stai avvicinando troppo. Stupeficium!
    Il suo cervello stava quasi fumando a furia di pensare, ma finalmente ci arrivò. Gli elfi! Sì certo, avevano paura degli elfi, quindi avrebbe dovuto trovare un modo per farne comparire lì.
    Più si sforzava di pensarci, più non gli veniva proprio in mente. Probabilmente c'erano incantesimi che avrebbero asservito allo scopo, ma lui non li conosceva.
    Accio arma! E lo ripeté per tre volte, in modo che le tre armi dei goblin, finissero tra le sue mani. Quando le ebbe, iniziò a sventolarle in loro direzione, per spaventarli. Quindi, si misero a correre per quelle gallerie.
    Brooks O'Connor


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