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.SPOILER (clicca per visualizzare)Ps. Guardate il post di Victoria di tre anni fa e guardate questo. Dopodiché amatevi perché vi ho risparmiato 4000 parole..
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.I popcorn non erano arrivati, con suo sommo rammarico, ma lo spettacolo aveva finito per goderselo interamente. Il fatto che fosse gratuito e lui non coinvolto neanche per sbaglio in quella telenovelas di quarta categoria solo un punto in più all’altrimenti noia che avrebbe animato quella serata di gala. Non era andato lì per danzare, mangiare o pattinare; non era andato lì per trovare l’anima gemella o chissà quale altra stronzata sembrava animare i presenti. Lui era semplicemente arrivato a quel ballo per non cadere vittima di eventuali congetture e pippe mentali del gemello circa il suo stato di salute mentale. E non solo quello. Non era mai stato un tipo dedito alla socializzazione, neanche l’anima della festa, quanto più un attento osservatore di dinamiche interpersonali da poi plasmare, manipolare, per i suoi fini. Ciò che non credeva possibile, non del tutto, era l’interesse spasmodico della Lestrange, con il tentativo di sottrarsi all’escamotage che aveva messo su con Zuleyka ai danni del povero Beauvais, finendo però con lo scatenare un improvviso interesse in O’Connor per il tentativo di comprendere cosa esattamente stesse accadendo in quella testolina dai troppi ingranaggi, bloccati in un corpo pennellato da alterigia, empatia ad impatto zero -nel senso che zero era il livello posseduto dall’ex Serpeverde- e perché sembrava aver l’aria di una che voleva infilare il suo nasino all’insù in faccende che non la riguardavano. Non era a conoscenza della sua amicizia con la Lynch, al più del suo trovare insopportabile quella creatura perfetta della Murphy, cosa che lo portò a seguirla, fermarla ed analizzarla in un rapporto a due, seppur nel bel mezzo della Sala Grande. «Per una volta che ho trovato una tua frase degna di essere citata trovi qualcosa da ridire?» Si fece trovare pronto nel controbattere, assottigliando lo sguardo preferendo adottare quella linea e non dover scendere a patti col fatto di aver pensato la stessa cosa in due momenti diversi anche se per gli stessi attori che agivano in scene diverse. «Eh?» chiese incredulo, abbassando lo sguardo su quella mano che ancora stringeva, seppur con delicatezza, il suo avambraccio proprio quando la voce della Preside risuonò nell’aria in una delicatezza pari a delle unghie strisciate su una lavagna in ardesia. Le dita stavano lasciando libera la ragazzina quando il mondo sembrò venir giù. L’istinto lo portò ad afferrare di nuovo la consorella, mentre il tempo sembrava dilungarsi in interminabili millesimi di secondo, con il ritmo dettato dalle percussioni di un tamburo capace di far vacillare anche le gambe più solide al secondo rombo che arrivò. Polvere, intonaco e chissà quale altra diavoleria iniziano a piovere sulle loro teste, con Fitzgerald a trattare Deva come un sacco di patate, sballottandola alla ricerca di un posto sicuro che poteva essere rappresentata da un tavolo od una colonna portante. «Dove diamine lo trovo un pilastro in questo caos?» Un pensiero che gli diede il peso di non avere il tempo che aveva desiderato, finendo con il sovrastare con il suo fisico il corpo della giovane dalla lingua più lunga e affilata che avesse mai conosciuto, invitandola a rannicchiarsi sotto di lui, con la sua unica copertura un gomito a proteggersi il viso, fino a quando il delirio non cessò.
Un silenzio di tomba, surreale, si levò tra i presenti prima che le urla iniziarono a farsi sentire. Sollevò la testa di scatto, liberando nell’aria ulteriori particelle di polvere e gesso, le palpebre a lavorare frenetiche per cercare di mettere a fuoco lo scenario di festa ormai rovinato. «Ho bisogno che tu stia bene, Brooks, dimmi che stai bene», si ripeteva come un mantra, affinché rendesse reale quelle leggende metropolitane che volevano un collegamento speciale tra due gemelli che avevano condiviso il grembo per diversi mesi. Sapeva che l’impavido Grifone non sarebbe rimasto con le mani in mano, portandosi al salvataggio in atto eroico di amici e non. Abbassò lo sguardo sull’unica persona che lui era stato in grado di proteggere in quel poco preavviso: una spina nel fianco impolverata sicuramente e sperava non ferita. «Tu, tutto okay?» La voce graffiante a non nascondere un briciolo di preoccupazione che provava per l’inglese.Fitz O'Connor"I etched the face of a stopwatch on the back of a raindrop and I did a swap for the sand in an hourglass."
Black OpalSerpeverdeBisexcode by ©#fishbone
SPOILER (clicca per visualizzare)Interagisce con Deva L. Lestrange, pensieri di preoccupazione per il fratello Brooks Ryan O'Connor.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagisce con Giada McCarthy e pensa a Mia Freeman Emma Lewis Joshua B. Evans James Beauvais e Erin Murphy.
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Benjamin D' Angelo1 Giada interagisce con Ben..
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Azione 1: protego totalum
Azione 2: Dice a Lilith e Lynch di portare le persone fuori.. -
.AIDAN HARGRAVESBeh, da una prima stima mio caro ragazzo
Dovresti convenire che Tu sei pazzo, mica Van Gogh!Code ©#fishboneStava andando tutto bene. Si stava divertendo a giocare sulla pista di pattinaggio con Aibileen, tenendosi alla mano della ragazza, con la testa già all'osservatorio, dopo ciò che le aveva chiesto l'ametrina all'orecchio. (a cui aveva risposto con un sorrisetto, inumidendosi leggermente le labbra. “Ovvio che sì. E se non è vuoto lo svuoto io.” le stampò un bacio veloce sulle labbra, dopo quella frase. Il dono del prof Maverick era una manna dal cielo).
Stava andando davvero tutto bene, non si era nemmeno reso conto di quanto tempo avevano passato in pista. Ad un certo punto, Aidan prese per mano la ragazza. “Andiamo a prendere una cioccolata calda, che ne dici? Ci riscaldiamo un po'”.
Se la ragazza avesse accettato la proposta sarebbe uscito dalla pista e si sarebbe diretto a prendere due cioccolate calde.
Era tutto perfetto, così perfetto che non si era nemmeno accorto di ciò che stava succedendo intorno a lui (devo pure dare un senso al fatto che mi scoccio a leggere tutti i post, no?), finché non successe il finimondo.
Non sapeva per quale cazzo di motivo, ad ogni evento tranquillo che veniva organizzato in questa scuola, alla fine non era per niente tranquillo e succedeva di tutto.
Il dioptase era assieme all'ametrina, diretti verso il chioschetto che distribuiva la cioccolata calda. Erano riusciti a prenderla finché la preside non decise di iniziare un discorso.
“Ma proprio adesso? Mi si fredda la cioccolata!”.
Si fermò a metà strada dalla destinazione che aveva deciso per bere la cioccolata e ascoltò la preside.
Tempismo perfetto. Appena la preside cominciò ad introdurre il discorso un forte boato che gli fece contorcere lo stomaco, lo bloccò sul posto. Non aveva idea di cosa fosse, da dove provenisse...ma sapeva solo che per la forza di questo boato pensava di essersi incrinato qualche costola. Poi il silenzio, molto più fastidioso della voce della preside. “Che...cazzo...di problemi ha questa preside” mormorò, dando la colpa come sempre alla strega. E poi un altro boato. Il pavimento sotto si lui cominciò a tremare. La prima cosa che fece il dioptase fu quella di spingere Aibileen a terra e coprirla col suo corpo per tentare di proteggerla da eventuali macerie che sarebbero cadute. Quell'aria di spensieratezza in pochi secondi si trasformò in caos. Paura. La camicia a fiori di Aidan si cosparse di polvere, pezzi di intonaco. Sentiva le urla, il panico in tutta la sala. Chi cercava di aiutare, chi veniva colpito da calcinacci più grossi. Il dioptase rimase per un po' immobile, a proteggere la sua ragazza...poi tutto si fermò. Come se non fosse successo nulla. Aidan alzò lo sguardo attorno a se.
Era incredibile: Macerie, polvere, ragazzi a terra, immobili... Aidan si alzò, aiutò Aibileen, la guardò “Stai bene? Sei ferita?”
Tenne la mano stretta a quella della ragazza, le lasciò un bacio tra i capelli e si avvicinò a Liliith ed a Blake, portandosi Aibileen con se. Aveva sentito ciò che aveva detto Blake, quindi recuperò subito la bacchetta e la tenne stretta in pugno. “Sono d'accordo con Blake. Spero solo che sia stato solamente una sorta di terremoto. Dobbiamo anche vedere se qualcuno si è fatto male...” Poi, guardandosi intorno, l'unica cosa che gli venne in mente fu “Cosa cazzo è successo...?” Guardò Aibileen “Prendi la bacchetta” le disse, mettendosi davanti a lei. “Se non è stato un terremoto o chessoio, qualcuno ha cercato di ucciderci o farci spaventare...e cercheranno di concludere l'opera.”SPOILER (clicca per visualizzare)Interagisce con Aibileen Beatrix Blake Barnes Lilith Clarke. -
.SPOILER (click to view)Aibileen aspetta Aidan con le cioccolate. Scoppia il momento-finimondo.
-Quando Aidan Hargraves la lancia a terra e si piazza davanti a lei per proteggerla, lei lancia un Protego!>, piazzando il braccio oltre la schiena di lui.
Aibileen è terrorizzata all'idea che lui, i suoi amici ed i suoi compagni possano morire come il cugino, o farsi male.
Si sente sollevata al vedere che Aidan sta bene, e al sentire la voce di Blake Barnes che, quindi, è vivo.
-Urla per chiedere se qualcuno è ferito, pronta a curare chi può con gli incantesimi che conosce.
Si guarda intorno, cercando con lo sguardo sia eventuali feriti che persone svenute, o addirittura morte.
Si tocca distrattamente la lacrima d'anima che porta al collo.
Phoenix, la Farfalla di Fuoco, suo famiglio, svolazza vicino a lei.. -
.Dire che non ci rimase male per la risposta -o meglio, la non risposta- del fratello, sarebbe stato raccontare una grande bugia. Lo osservò allontanarsi e lasciarlo solo con Zuleyka. Sbuffò ma come al solito preferì non riprendere il gemello, forse perché la preoccupazione per la sua situazione sentimentale, superava il fastidio di essere stato ignorato. E proprio di quello voleva parlargli. Forse lo aveva intuito ed era per quello che lo aveva ignorato? Non lo sapeva e sarebbe potuto rimanere a fare congetture per tutta la serata o per tutta la vita ma non sarebbe arrivato a comprendere come esattamente funzionasse il cervello di Fitz. Forse avrebbe fatto meglio a fermarlo e chiederglielo, ma qualche cosa lo bloccò. Se avesse saputo cosa sarebbe successo dopo, probabilmente lo avrebbe addirittura abbracciato.
Aveva dato ad Amalea tutto il tempo per recuperare e seguirlo, la mano sempre stretta nella sua, ma forse col senno di poi sarebbe stato meglio rimanere su quelle panche al limitare della pista.
Arrivo, Am sussurrò con lo sguardo basso, raggiungendo in un attimo la propria ragazza tentando di sorriderle, anche se ormai il suo umore era ai minimi storici. Non dimostravano mai il reciproco affetto, i gemelli O'Connor, ma Brooks sarebbe morto per Fitz, che era la persona più importante della sua vita, se solo lui glielo avesse chiesto o ne avesse avuto bisogno. E non riuscire ad instaurare quel rapporto da film natalizio di terza categoria, uno di quelli che aveva visto a ripetizione con la dioptase, lo demoralizzava. Probabilmente era una cosa stupida, la vita non era un film e lui doveva accettarlo.
Sospirando, sollevò lo sguardo su Amalea, riprendendole la mano. Ti fa ancora male? Glielo domandò con premura, anche se il suo cervello aveva completamente rimosso dove le facesse male, completamente assorbito dal fratello. Alla caviglia, forse? Oppure era il ginocchio? Decise di rimanere generico, in modo da non fare alcuna gaffe.
Avrebbe voluto aggiungere altro, ma poi semplicemente... il mondo venne giù.
Aprì gli occhi, scuotendo la testa. Non sapeva come ci fosse finito a terra. Mosse gli arti ma non c'era niente di rotto né fiumi di sangue ovunque... forse il rombo che aveva scosso la sala, lo aveva fatto barcollare fino a cadere ed a giudicare dal martellio incessante alla testa, doveva averla battuta a terra e questo gli aveva fatto perdere i sensi per un po'. Trovò conferma ai suoi sospetti, tastandosi la nuca e percependo un bernoccolo che stava uscendo.
Subito dopo, prese coscienza della realtà e di ciò che era successo. Un terremoto. Un fottuto terremoto aveva fatto piazza pulita delle splendide decorazioni, delle prestigiose incisioni sui muri, di quella sala così bella. Ma non fu quella la sua preoccupazione principale.
Amalea. Fitz.
La prima, per fortuna, non era molto distante. A dividerli, solamente un gigantesco pezzo di soffitto... sì, come se fosse stata una cosa totalmente normale.
Si avvicinò a lei, impolverata ma, ad un primo check, non sembrava ferita. Lo sperava, per lo meno.
Stai bene le sussurrò, avvicinandosi e prendendo il suo viso tra le mani, sorridendole commosso di vederla là, viva e vegeta. Ma, conoscendola, doveva essere terrorizzata a morte. In quell'istante, si ricordò -apparentemente senza motivo- che a farle male, era proprio il ginocchio. Fitz sussurrò contro le sue labbra ad un millimetro dal bacio. Devo trovare Fitz piagnucolò, prendendola in braccio senza preavviso. La sollevò come una piuma, infischiandosene di tutte le sue pare sul peso, sui fianchi troppo larghi o qualsiasi altra cosa si fosse inventata per vedersi imperfetta. La portò verso la porta, dove c'erano alcuni altri studenti, tra cui i suoi prefetti. Non vedeva quelli dei dioptase, quindi decise di affidare la ragazza ad una casata non sua, ma sapeva che, quando si trattava di proteggere qualcuno, erano affidabili. O almeno, lo sperava tanto.
Elisabeth, Blake li apostrofò, un po' in soggezione. Gli avevano sempre suscitato un certo timore, forse per il fatto che fossero così grandi, quasi inarrivabili per uno come lui. Amalea si è fatta male al ginocchio, tenetela d'occhio, vi prego. Forse una raccomandazione inutile, ma conosceva la Davidson come conosceva il proprio fratello e meglio di se stesso, quindi aveva bisogno di qualcuno che la tenesse d'occhio per stare ferma.
Io... vado a cercare mio fratello disse come ultima cosa, immergendosi di nuovo nel caos di polvere che lo fece tossire e gli si appiccicò ai ricci. FITZ gridò, tra lo sporco che gli impediva di vedere ed i ragazzi un pelo traumatizzato.
Gli sembrò di vagare un'ora tra la calca, ma finalmente intravide i suoi colori che avrebbe riconosciuto ovunque. Si sarebbe quasi commosso se avesse veramente sentito il suo pensiero, ma purtroppo, contrariamente alle aspettative, la telepatia non era ancora tra le loro qualità. Però era come se fossero legati da una runa pari alla Parabatai, perché era come se potesse sentire ciò che provava. Non era scientificamente possibile, lo sapeva, ma lui era convinto che ci fosse una spiegazione che andasse oltre a tutto.
Quando finalmente lo raggiunse, gli buttò le braccia al collo senza dire una parola.
Forse quello era il loro primo abbraccio dopo diciassette anni di vita.
Fitz. Fitz sei tutto intero sussurrò, stringendolo con tutta la forza che aveva, desiderando che quell'abbraccio durasse per sempre, sebbene una parte di lui voleva tornare dalla sua bella, anche se sapeva che era in buone mani. E sperava lei capisse che la preoccupazione era trovare il suo disperso gemello.Brooks O'Connor
Black OpalII AnnoBisexcode by ©#fishbone
SPOILER (clicca per visualizzare)Fitz G. O'Connor
Amalea Davidson Elisabeth Lynch Blake Barnes. -
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[SPOILER]Interagisce con Morrigan Maverick, Gyll McKenzy e Keegan Mac Aodhagain.
Azione: cerca di utilizzare i propri poteri divinatori per indovinare o comunque ricevere informazioni/visioni in merito a ciò che è successo. /SPOILER]. -
.Essendo là da molto meno tempo degli altri, era sempre felice e contento di poter passare del tempo con i suoi colleghi e socializzare, giusto per lasciare anche lui una traccia e non lasciare solamente il segno come professore dal cognome bizzarro ed impronunciabile. Se qualcuno glielo avesse chiesto, avrebbe ammesso che ci aveva messo parecchi anni di vita ad imparare, lui stesso, quella pronuncia così difficile ed arzigogolata. (Morivo dalla voglia di usare questa parola, prima o poi, sì).
Quindi, aveva addirittura pensato di portare un regalino per chiunque respirasse la sua stessa aria in quella scuola, compresi Morrigan ed Andrè, che intercettò al tavolo dei docenti, dov'erano posti un'ingente varietà di alcolici, alcuni che non aveva mai sentito in vita sua... perciò decise di andare sul sicuro con del vino.
Oh no no non preoccuparti. L'ho fatto con il cuore! Replicò a Morrigan con tutto l'entusiasmo di un ragazzino davanti al proprio mentore, anche se effettivamente in quell'ambito erano alla pari -se non si contava l'esperienza, ovviamente-. Però sì insomma, era giusto per il paragone.
Non voglio nulla in cambio assicurò, prendendo un sorso del suo vino ed osservando la sala, sentendosi incredibilmente fuori posto con quel vestito altrettanto incredibilmente elaborato, per uno come lui.
Quanto al ringraziamento del francese, le guance di Keegan assunsero una lieve sfumatura color pesca. Semplicemente, non era abituato a così tanta espansività e se sul momento si trovò in difficoltà già solo dalle parole, quando arrivò l'abbraccio, rimase paralizzato per qualche attimo, non sapendo che fare. Alla fine, optò per un discreto "pat pat" sulla schiena. Aveva apprezzato, ovviamente, ma da lì a saper trasmettere affetto fisico, ne passava di acqua sotto i ponti.
Oh ehm... sono molto felice che ti sia piaciuto! Si limitò a replicare con un mezzo sorriso, dispiacendosi per non essere in grado di essere più espansivo, per quanto fosse comunque gentile sempre con tutti.
Avrebbe piacevolmente proseguito la sua conversazione con i suoi due colleghi, ascoltando e ribattendo alle loro battute quando sentì un colpo contro lo stinco. Quel colpo lo fece quasi cadere in avanti più per la sorpresa che per il dolore o la forza dell'impatto. Ad ogni modo, fermò qualsiasi caduta, arpionando il bordo del tavolo con le mani, guardando verso il basso.
Gyll! Esclamò, sospirando di sollievo ed allungando una mano verso di lei. Cosa ci fai, là a terra? Rischi di prendere freddo. Dai, alzati. Le allungò la mano per aiutarla, l'incidente della testata già archiviato e dimenticato.
Se avesse accolto l'invito e si fosse alzata, le avrebbe spazzolato il vestito con un colpo di bacchetta -evidentemente per gli Elfi il Natale era arrivato in anticipo e non avevano pulito bene-, quindi le rivolse un altro sorriso. Tutto okay, torna a divertirti con... ehi, ma.. stavi piangendo? Le ultime parole dette in sussurro per non metterla in imbarazzo davanti ad altri. Non aveva le guance rigate di lacrime, quello no, ma Keegan aveva una sensibilità particolare nei confronti dei ragazzi ed aveva notato quel velo lucido che le copriva le bellissime iridi.
Le avrebbe porto un fazzoletto, ma all'improvviso un rombo troncò qualsiasi tentativo di movimento o di frase, seguito da pezzi di muro che iniziavano a staccarsi dal muro.
Oh cavoletti di Bruxelles mormorò Keegan, notando solo in quel momento, come un grosso pezzo di soffitto si stesse staccando e, se non fosse intervenuto, sarebbe caduto direttamente in testa a Gyll. Senza eccessivamente pensare, allungò un braccio e la afferrò per il gomito, tirandola verso di sé ed avvolgendola per proteggerla da qualsiasi detrito. E poi tutto finì così com'era iniziato: calò un silenzio innaturale.
Tossì e si scostò da Gyll per guardarla negli occhi. Tutto bene? Le domandò, osservandola da capo a piedi con occhio critico. E non per farle bodyshaming (?).
Annuì ad Andrè e mentre si dedicava alle sue arti losche, prese la mano all'opalina e si diresse verso l'uscita, dove si stavano già radunando alcuni ragazzi. Non gli era mai successo niente di strano all'interno di quella scuola, quindi dovette un attimo riflettere e capire cosa fare, lasciando però che fossero i colleghi più esperti a prendere le redini di tutto.
State tutti bene? Domandò ai ragazzi presenti, assicurandosi che non si allontanassero dalla porta.Keegan Mac Aodhagàin
HogwartsDruidoEterosessuale?code by ©#fishbone
SPOILER (clicca per visualizzare)Regina Beauvais Cameron, Morrigan Maverick Andrè De Long-Prée Blake Barnes Elisabeth Lynch Amalea Davidson Gyll McKenzy e chiunque sia all'uscita XD. -
.Quei ragazzini non erano così male, e non stava parlando degli studenti, ma dei due colleghi. Andrée pret long bottom short cock twink porter gli aveva già dimostrato le sue capacità con la bacchetta, ma non quella che potreste credere, e quindi sapeva che in lui avrebbe trovato un ottimo alleato per avventure future «Boh, non lo so. Io decido tutto in giornata. Forse finirò nel letto di qualche principessa europea o, ancora, nella tomba di qualche faraone per recuperare un artefatto dimenticato. Chi può dirlo?» Sollevò le spalle, le mani rivolte verso il soffitto e lo sguardo perso nel vuoto. Magari avrebbe invitato quella mummia di Kenna MacDonald con lui, insomma, chi meglio di una mummia per esplorare una piramide? O forse si sarebbe presentato non invitato al cenone di natale del suo cucciolo di lupo preferito, Charlie. Nel caso, gli avrebbe dovuto portare del vino o delle crocchette? Ancora una volta, non avrebbe saputo dirlo.
Con Keegan Mac Aodhagain il discorso era diverso. Non lo aveva mai avuto al suo fianco durante alcuna battaglia e, per questo motivo, non poteva ritenersi certo delle sue capacità come combattente o alleato. Sé della prima non avrebbe fatto problema, tale erano le sue doti magiche da poter combattere un esercito da sé, con la fiducia era ben diverso. A ogni modo, portare doni a Morrigan era un ben modo per acquistarne la fiducia.
Poi qualcosa accadde.
Le gambe del docente tremarono come sé stesse surfando su una gigantesca pentola d'acqua in ebbolizione, qualche detrito gli picchiettò contro l'abito, e una multitudine di urla gli sfondò il timpano.
«Sento odore di problema» La mano destra privò la spallina di un po' di polvere, lo sguardo a ricercare nella folla eventuali feriti. «Andrè, scopri cosa è successo» L'occhio del divinatore era il più allenato. «Keegan, aiutami a riparare la sala prima che altri detriti ci accoppino» La bacchetta puntò verso il soffitto.
Keegan insegnava trasfigurazione, ma Morrigan Dragomir Maverick era un'intera materia di studio.
«Reparo» Un gesto che avrebbe inglobato l'intera stanza sperando che le sue capacità trasfigurative gli avessero dato modo di rimetterla in sesto.
«Blake, raduna primini e feriti, prenditi cura di loro mentre cerchiamo di mettere in sicurezza la Sala Grande» Avrebbe ovviamente potuto evocarsi addosso un abito scudo ma la sua priorità erano tutti i presenti.
«Chorium Astra» Ancora una volta il catalizzatore avrebbe tracciato un ghirigoro che avrebbe ricordato il simbolo di Nettuno, ma questo non si sarebbe posato su un singolo studente, bensì avrebbe acquistato diametro per inglobare tutti i presenti.
«Parlato»
"Pensato"
NarratoBe the chaos you want to see in the world.©SPOILER (clicca per visualizzare)Interagisce con i taggati
Azione: Reparo per sistemare la Sala Grande affinché non sia più instabile per ridurre il rischio di ulteriori frane (52 Tecnica, +4 da skill, + vantaggio da skill, inoltre con Mago 3.0 rende la Sala Grande rigenerante)
Azione: Chorium Astra per boostare ad area la resistenza di tutti i presenti (52 Tecnica, Empatia: 37 , +4 da skill, + vantaggio da skill, inoltre con Tatuatore runico lo rende ad Area)
Mezza-azione: Si guarda in torno per capire dettagli su quanto successo (Intuito: 50). -
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