Lezione Bienno - Gennaio 2021

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    Dioptase
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Alle parole della professoressa, Aidan fece uno dei suoi sorrisi più gentili (o da adulatore, che dir si voglia).
    “Ma professoressa Onfroy...” iniziò, cercando di imitare al meglio l'accento francese perché nella testa di Aidan (e del sottoscritto, finchè non si decise ad aprire la sua scheda) quel cognome gli dava veramente l'idea di un nome di origine francese, ma vabbè, lasciamo perdere. “E' logico che la sua bellezza e quella della Ninfa è pari alla sua bravura nell'insegnare magia verde e come insegna lei questa materia, credo che nessuno sia in grado di farlo! Ne sono assolutamente certo”.
    Non aveva idea del motivo per cui stava riempiendo la professoressa di complimenti (o forse l'aveva, ma non aveva la minima intenzione di dirlo), stava di fatto che dopo quelle parole il Dioptase si mise nel banco che aveva scelto.
    Scosse la testa ad Aibileen, sorridendo quando le diede un bacio sulla guancia. “Aibileen, Aibileen. Non dire così che sei altrettanto bella! E non ammetto repliche. Comunque si, sto bene anche io”
    All'arrivo di Benjamin Aidan mosse il capo verso l'alto con un sorriso “Ehilà Benjamin!”.
    Dopo questi brevi dialoghi, cominciò ad ascoltare la lezione.
    “Sostiene Aidan...” Mormorò tra se e se, quando la professoressa commentò le risposte dei ragazzi “Io non sostengo nulla...cono consapevole del fatto che a volte sparo cazzatine...ecco”.
    Dopo aver finito col giro delle risposte e le correzioni ad ogni risposta degli studenti, arrivarono alla pratica. La prof chiese agli studenti di seguirla ed Aidan fu uno dei primi a muoversi e seguirla.
    Arrivato di fronte al Laghetto, lo guardò e poi spostò lo sguardo sulla professoressa ed infine tornò sul lago. “E' l'ora del bagno, quindi...”. Vide Aibileen buttarsi lì dentro e, dopo aver fatto spallucce, un “Beh, è un passaggio poetico, tipo L'armadio che porta a Narnia, no?” si buttò anche lui in acqua.
    Arrivato dall'altra parte Aidan chiuse gli occhi e respirò a pieni polmoni “Adoro l'odore di Erba tagliata al mattino!”.
    Al via della professoressa, Aidan entrò nell'aiuola con il piccolo asticello indifeso e ascoltò le istruzioni della Onfroy. Aidan poggiò le mani sulle ginocchia e si inchinò per osservare più da vicino e gli fece un sorrisetto. Non parlò finché Aibileen non finì di parlare. A quel punto disse la sua “La penso esattamente come la Signorina Beatrix...anche se, secondo me, se provassimo ad avvicinarci troppo, ed incautamente, potrebbe infilzarci uno dei suoi piccoli ed appuntiti arti in un occhio. Tutto sommato non avrei nulla da aggiungere...penso anche io che la creaturina abbia qualche problema al braccio. Magari sarà caduto dall'albero in cui abitava? Non sono quelli che fanno da guardia agli alberi da bacchetta? Insomma...sì, credo che dovremmo tentare di conquistare la sua fiducia, magari, come ha detto Aibileen, assicurandolo del fatto che vogliamo aiutarlo e non vogliamo assolutamente fargli del male.
    Bisognerebbe essere convincenti e sicuri di noi. Niente insicurezza. Sennò, l'asticello potrebbe spaventarsi...come se già non lo sia, comunque...”

    Le proposte della compagna per curarlo gli fecero storcere la bocca, non perché non fosse d'accordo, ma piuttosto perché stava pensando “Non saprei se funzionerebbero su di lui...però prima dobbiamo cercare di fargli capire che si può fidare di noi. Se cercassimo di essere gentili, potremmo riuscire ad avvicinarci...o addirittura lui potrebbe salire sulla nostra mano”.
    Alzò lentamente lo sguardo verso la professoressa, in attesa di qualche correzione o conferma e poi tornò a guardare l'asticello, senza parlare.
    Aidan Hargraves

    "
    .Accetti ogni dettame, senza verificare. Ti credi perspicace. Ma sei soltanto un altro dei babbei
    "

    Dioptase, 16 anni

    code by ©#fishbone




    Fa l'adulatore, saluta, fa l'adulatore, commenta, annusa, cita (non la scimmia...ma cita, voce del verbo citare) e dice la sua sull'asticello, collegandosi anche a quello che dice la signorina Aibileen.
     
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    Ametrin
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    Adamas Vesper
    Studente, Capitano Ametrin | 18 anni

    Adamas sgranò gli occhi per il piacere di udire la risposta di Madama DooW; non capitava spesso che una divinità (seppure minore, ma non era questo il momento di essere puntigliosi e, di certo, non lo sarebbe stato mai. Bastava ammirare la mitologia greca…) ti accordasse la propria attenzione.
    “Uh, la ringrazio!”; quale poteva essere un dono grato ad una ninfa? Avrebbe dovuto cercare qualche fiore che le potesse piacere, probabilmente vivo e vegeto però.
    Prese qualche appunto, segnando sia ciò che avevano riferito i suoi compagni di classe, sia le precisazioni della docente; l’idea di occuparsi nuovamente di animali, che fossero Babbani o magici, non lo entusiasmava particolarmente.
    ‘L’ultima volta… il Crup e l’Erumpent? Spero non sia una creatura così belligerante… i Crup effettivamente sono carini’; forse era il feeling che aveva sviluppato con Lampone a parlare, ma effettivamente voleva bene al suo “cucciolo non più così cucciolo”.
    Instaurare un rapporto con una creatura magica in poco tempo, tuttavia, non era proprio il suo forte.
    “Ehm… quindi siamo in squadra assieme?”: il suo nuovo ruolo da Capitano iniziava a farsi sentire nel suo modo di parlare. Qualcuno avrebbe detto che la deformazione professionale stava prendendo sempre più piede.
    ‘Non toccare… ottimo consiglio’: l’aria erbosa della Riserva rinfrescò le sue meningi, e si trovò a respirare piacevolmente mentre ammirava il Mooncalf. Sembrava un animale pacifico, e Adamas non aveva dubbio che un patito di Cura delle Creature Magiche (leggasi Skyler) sarebbe partito in quarta nel tentativo, a suo parere sconsiderato, di coccolarlo.
    Osservò da lontano il Mooncalf, notando come fosse instabile sulle zampe; ogni tanto scrollava la testa, come se qualcosa turbasse la sua testa.
    “Forse ha subito qualche trauma alla testa?”; non era molto esperto di neurologia, men che meno di quella degli animali, ma ricordava una conversazione che aveva avuto con Skyler qualche tempo prima, durante una loro sessione di consulenza. Si era abituato ai voli pindarici dell’Infermiere, che molto spesso sembravano senza senso, ma talvolta si dimostravano più utili del previsto.
    “Se non ricordo male, in caso di trauma cranico in un essere umano occorre osservare anche le pupille… anche il Mooncalf è un mammifero, no? Skyler mi aveva detto… di usare una luce per vedere la reazione alla luce. Se è tutto ok, le pupille dovrebbero avere uguale forma e dimensione, e reagire allo stesso modo alla luce: mi pare che i termini medici siano isocicliche, isocoriche e normoreagenti. Prima però dovremmo rassicurarlo - credo...”
    'Magari riusciamo a non farci attaccare e a non aggravare la sua situazione.'
    Non aveva voglia di essere inseguito (di nuovo) da una creatura imbizzarrita; un Erumpent gli era bastato.
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Interagisce con il Gruppo B.
    Suggerisce di controllare le pupille del Mooncalf con una fonte di luce.
     
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    Benjamin D' Angelo
    Ametrin | 16 Anni

    Benjamin appena vide la ragazza castana rispose al saluto di Aibileen tutto felice, anche se, erano in due tavoli diversi.

    “ Sto bene, ti ringrazio di avermelo chiesto. Sì,è vero quest’aula mette il buon umore ogni volta che ti senti triste. ”

    Sorrise per un attimo a Mia, appena la vide entrare nell'aula la salutò con la mano libera. Dopo averla salutata tornò con lo sguardo verso Aibileen e poi rispose alla domanda che fece lei in quel momento.

    “Si abbiamo un prefetto eccezionale dico davvero ed è molto brava.”

    Finì la frase quando ricambiò il saluto che gli aveva fatto Adamas, notando però che sembrava che si sentisse un po’ a disagio. Avrebbe pensato che si sarebbe incontrato con Lilith, la ragazza che aveva visto al corso d’incantesimi, ma ovviamente non c’era. Riconobbe anche Alexandra che salutò, anche se, si parlavano poco. Notò che vicino alla ninfa c’era Nathan che non conosceva ancora bene. Ricambiò il saluto di Aidan.

    “Ciao Aidan “

    Sorrise Benjamin mentre alzò lo sguardo verso di lui quando all'improvviso si girò verso la porta dell’ aula, vide entrare di corsa Addison, la ragazza dai capelli rosso fuoco che lo aveva raggiunto alla lezione di Magia Verde e poi la salutò, con un sorriso prima di sedersi vicino a lui al tavolo centrale e infine arrivò Emma. Benjamin dopo aver risposto alla domanda che la professoressa gli aveva chiesto si zittì e alzò lo sguardo dalla pergamena che aveva sul suo banco, verso la professoressa Onfroy, e ascoltò con attenzione le sue parole prendendo per la prima volta appunti. Sorrise alla professoressa Onfroy poiché aveva azzeccato uno dei fondamentali.

    “La ringrazio Professoressa, ho solo detto quello che sembrava giusto.“

    Disse Benjamin alla professoressa Onfroy, mentre la osservava con i suoi occhi celesti. Si stava facendo interessante la lezione quella tarda mattinata.

    ‘ Credo che imparerò ancora qualcosa …. Non è finita qui!’

    Sentì le seguenti parole della professoressa Onfroy: La raggiungeremo attraverso il laghetto.

    Così s’immerse nel laghetto, sperando di non bagnarsi i suoi vestiti.

    ‘Spero che non me li devo lavare dopo ..ci sono affezionato’

    Pensò mentre seguì ordinatamente i suoi compagni attraverso un passaggio aperto dalla professoressa Onfroy. Una volta arrivato nella radura sgranò lo sguardo meravigliato dal verde intenso che quell'ambiente attorno a sé gli voleva mostrare. Poi lui chiuse per un attimo gli occhi celesti lasciando che le narici inebriassero il dolce profumo facendogli ricordare la sua abitazione adottiva.

    “Oh!Che bel profumo mi ricorda la mia casa adottiva “.

    Finì la fase quando la professoressa Onfroy spiegò che non si potevano avvicinarsi così Benjamin posò un attimo lo sguardo su tutte le tre diverse aree, dove si trovano le seguenti creature: un Asticello, un Mooncalf e un piccolo Moke, tutti e tre molto spaventati.

    “ Che cosa ci faremo con loro Professoressa?”

    Domandò lui mentre attese una risposta dell’insegnante Onfroy in quel momento. Aspettò che la professoressa desse il via alla prova tecnica prima dell’ultima fase e poi con cautela Benjamin si pose davanti al Mooncalf e lo guardò con i suoi occhi celesti. Doveva studiare un modo per calmare quella creatura che era talmente paurosa.

    ‘Su non voglio del farti male. Sono qui per diventare tuo amico!’

    Così pensò mentre cercò di non fare movimenti bruschi per non spaventarlo troppo. Nel frattempo mise un attimo in moto il cervello. Dopo averle trovate le parole giuste, ne parlò col gruppo.

    Sono d’accordo Adamas, però Il Mooncalf ha un olfatto molto sviluppato e può sentire il nostro odore anche a distanza quindi bisogna saper nascondere il nostro odore con un profumo che loro sanno riconoscere e poi ti avvicini a lui.

    Disse mentre studiò il comportamento della creatura che la professoressa gli aveva affidato. Non era un medico quindi ci aveva provato a dire qualche supposizione lasciando anche gli altri del gruppo parlassero. Era la prima volta che collaborava in quella prova tecnica. Sperava soltanto che andasse tutto bene prima di passare all'ultima fase della lezione.


    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Interagisce quasi con tutti, ma con più con Aibileen e Aidan
    e fa una domanda alla professoressa, poi parla con il gruppo B concordandosi con Adamas e dice una caratteristica fondamentale per avvicinarsi al Mooncalf.
     
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    Lilith Walker
    NOT TOO CLOSE, PLEASE. NOT TOO FAR, PLEASE.
    La parola corretta per definirla era: innervosita. Difficile a dirsi mentre avanza con quella solita faccia spenta di marmo, il passo lento e cadenzato, il respiro affrettato. Ecco forse quest’ultimo era un indice del suo vero stato d’animo. Deglutendo si apprestò finalmente a fare il proprio ingresso verso l’aula di MAGIA VERDE. Odiava non essere la prima odiava odiava odiava. Le mani stavano strusciando a turno le dita una sul dorso dell’altra incidendo lievemente la pelle solitamente biancastra. Progressivamente in quel modo leggermente ossessivo compulsivo stava cercando di ritrovare una sorta di compostezza. Busto dritto e testa alta mentre una volta scorto l’ingresso del laghetto si era limitata ad abbassare lo sguardo, oggi non era una bella giornata. Muovendosi dinnanzi a Kara e alla ninfa l’albina si era sentita sporca. Colpevole. Per la maggiorparte di noi ci sono cose trascurabili ma non per un Aspergher, ci sono degli schemi che “devono” essere rispettati, parametri che devono ripetersi come un pattern ben definito. Questo non era uno schema… lei non era mai in ritardo. Fortunatamente il docente della lezione prima doveva aver avvisato la professoressa di Magia Verde perché questa aveva atteso magari qualche istante in più prima di chiudere il lago e impedire l’accesso ad altri. L’albina era vestita con la sua divisa scolastica, le calze nere e i guanti attualmente rimossi per via della pratica di divinazione della lezione prima. Cosa che non era andata bene; Lilith fa molta fatica nell’integrazione e nella gestione di situazioni complesse e stressanti ed evidentemente quel giorno il pensiero di Marcus e del suo coma mentre cercava di effettuare una lettura l’avevano messa in difficoltà. Non avrebbe voluto far impensierire il docente ma non è stata ingrado di spiegare la situazione restando in religioso silenzio e basta.
    Una frana.
    Ecco cos’era in realtà e mentre con un cenno del capo salutò Kara portò i piedi subito in un angolo silenzioso e solitario della stanza non degnando nessuno dei compagni. Non era cattiveria ovviamente ma al momento la sua mente aveva bisogno di pensare.

    Attese molto allungo per rispondere alla domanda e solo notò la figura di Aibileen notò la ragazza. Lentamente volle avvicinarsi al tavolo dove lei e Aidan stavano già affiancati. Ma la lezione era già andata avanti e si vide costretta a seguire il gruppo preferendo tacere per timore di sbagliare qualcosa data l'ansia accumulata in precedenza. La situazione che gli si stava presentando era comunque molto singolare, quella materia in particolare necessitava di molta empatia... qualcosa che scarseggiava in lei.
    Attese la risposta di tutti i suoi compagni in precedenza, e riflettè molto su cosa sarebbe stato meglio dire o fare.

    - I ragazzi hanno ragione è complesso comprendere la natura della ferita dell'essere. La sua natura protettiva potrebbe essergli costata la lesione a qualcosa ed essendo costruito principalmente da fonti fibrose l'essere sarà confuso sulla natura del danno che non riesce ad identificare. Vorrei chiedere alla Professoressa se ha a disposizione dei "porcellini di Terra" gli animali così diffidenti tendono a poter stringere un buon rapporto se si da loro qualcosa per cui fidarsi dell'altro. Un arto lussato in più non è qualcosa su cui si dovrebbe intervenire per forza magicamente se ne comprendiamo l'entità ma non possiamo toccare il paziente per accertarcene quindi calmarlo è il primo stadio.
    Ovviamente il tutto è detto come se stesse leggendo da un libro data la cadenzialità del tono. Solo ora la ragazza vorrebbe rivolgere un saluto con la mano ad Aibileen e di conseguenza anche ad Aidan. Riconobbe a distanza Benjamin ma data la differenza del tavolo si limitò ad uno sguardo appena accennato tra timidezza e cortesia attendendo il dire del suo gruppo sull'eventuale richiesta che se accolta qualcuno di loro potrebbe fare a Kara.


    Sicuramente nella sala si starà creando anche una certa confusione cosa che potrebbe intimidire e infastidire ancora di più il piccolo esserino, così l'albina vorrebbe abbassarsi in modo da arrivare con il mento sotto il tavolo per non far percepire la sua statura come minacciosa all'essere e canticchiare sommessamente una nenia senza parole come una sorta di ninnananna molto molto tenue per cercare di infondere prima di tutto uno stato di benessere con la creatura e comunicare un ambiente pacifico al dilà della confusione che li circonoda.

    STATUS: concentrato
    Corpo 10%Mente 90%No sessuale/pansessuale
    Black Opalocchi: rosso/azzur.capelli: bianchi
    Albinismo Tipo 1 Aspherger 16 anni
    Q.I: 180 Apatica Rigida
    "LA FELICITA’ E’ FATTA DI UN NIENTE CHE AL MOMENTO IN CUI LO VIVIAMO CI SEMBRA TUTTO."
    STATISTICHE| SCHEDA

    Lilith è arrivata in ritardo trattenuta dall'insegnante della lezione prima: Divinazione. I ben noti problemi di interazione e relazione caratteriale della ragazza ed uno stato agitato per un esercizio non le hanno garantito il corretto svolgimento della lezione precedente. Arriva per ultima seguendo il gruppo andando verso il tavolo A (il tavolo con Aibileen e Aidan) è arrivata sullo scadere quando tutti si sono mossi per la prossima fase della lezione.
    sta osservando molto bene l'insetto nel tentativo di scrutare qualcosa che a prima vista non si è notato non dando per scontato le informazioni già apprese, propone di stringer eun rapporto con l'animale grazie al suo cibo preferito "porcellini di terra". Se il gruppo dovesse accettare la proposta qualcuno di loro andrebbe a chiederli a @Kara. Nel frattempo lei sta tentando di instaurare un rapporto di calma con l'essere e il circondario che ora si sta riempiendo di voci cantilenando una pacata nenia senza parole ed essendosi abbassata al livello del tavolo dove è poggiato per non essere minacciosa. Movimenti lenti e misurati.


    Edited by Lilith Infernal - 18/1/2021, 15:12
     
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    Ciarán Hinds
    Se veneri l'Oro, l'Avarizia è la tua religione.
    [Scheda][Stats]
    ■ Data & Luogo di nascita
    27.01.03, Artide

    ■ Razza
    Half Giant

    ■ Occupazione
    Studente

    ■ Allineamento
    Neutrale Puro

    ■ Patronus
    //

    Gold is the new black «Fai pure» La mole di Ciarán si spostò di un metro per lasciare spazio al giovane Adamas Vesper. L'opale aveva visto l'ametrino in compagnia di Jesse diverse volte. Il denrisiano, per quanto amante della sua patria, nutriva un certo rispetto nei confronti del suo prefetto e, dunque, avrebbe rivolto quest'ultimo anche ai suoi compagni.
    Al contrario, quando Elisabeth Lynch varcò la porta, Ciarán non ebbe bisogno di ragionare sul nulla. Lei l'avrebbe accettata in qualsiasi occasione. L'avrebbe accettata al suo fianco. L'avrebbe accettata sul tavolo in cui aveva preso posto. L'avrebbe accettata dal primo all'ultimo centimetro della sua pelle; osservatori o meno. Non lo fece perché entrambi avevano bisogno di mantenere una certa concentrazione e inoltre, per come l'avrebbe accettata, avrebbe sicuramente bloccato la crescita ai primini.
    «Bene» Delle diverse informazioni che i compagni diedero, Ciarán cercò di filtrarne il succo e l'utilità. Le definizioni in sé gli sarebbero tornate poco utili se confrontate alle similitudini in esse contenute. Tutti riuscirono a notare qualcosa di interessante ma fu dalle labbra della docente che il mezzo-gigante colse il succo.
    Il biondo la ringraziò con un sorriso in seguito alle sue lodi e i muscoli si rilassarono subito dopo. Era sempre un piacere essere apprezzati.
    "Ingegnoso" Si tenne quel commento per sé mentre le lunghe gambe presero a falciare la distanza che lo divideva dal laghetto. Le labbra si serrarono, quasi come sé temesse di poter soffocare, e dopo qualche secondo si ritrovò in mezzo alla riserva.
    Un sorriso si allargò sul volto del ragazzo mentre le tenebre scomparvero per lasciare spazio all'infinita distesa verde; sembrava quasi che una qualche divinità avesse tritato tonnellate di smeraldi per poi spargerli a terra. Il profumo dei fiori, inoltre, gli ricordava l'infanzia passata e il ventre della Foresta Eterea.
    Quel calore che gli gonfiò il petto venne trascinato via dalla fredda brezza della consapevolezza. Alle parole della docente, seguì l'accorgersi di alcune creature dall'aspetto penoso "Mmmh". A differenza di altri Denrisiani, Ciarán non era un tutt'uno con la natura ma gli bastò poco per sentire una fredda morsa sul cuore.
    "Un po' come facciamo con gli umani" Il ragazzone passò qualche secondo a riflettere su quelle parole. La professoressa non gli aveva dato dei consigli espliciti e il ragazzo trovò il tutto molto adatto alla situazione. La natura non consiglia, si fa capire e basta. Ciarán avrebbe dovuto comprendere cosa il Mooncalf stava provando mettendosi nei suoi panni "Ma come? Sono creature schive e non ho mai avuto modo di interagire con loro dal vivo".
    Quel poco che sapeva lo aveva sentito dire dai druidi del villaggio. "Similitudine" Quella sembrava la parola più popolare della giornata. Ciarán non conosceva i Mooncalf, ma aveva avuto già modo di approcciarsi ad altri mammiferi.
    «L'approccio di Adamas mi piace» Aggiunse lui, denotando una certa conoscenza in ambito medico. «Entrambi sono mammiferi e quindi dovremmo approcciarli come faremo con un gatto o un cane selvatico».
    Il lungo braccio del ragazzo si tese andando a indicare i diversi fiori presenti nella riserva. L'acceso verde del prato e il loro profumo erano stati i primi due elementi che il mezzo-gigante aveva notato «Come suggerisce Benjamin, il nostro profumo potrebbe essere un problema. Forse dovremmo triturare i petali dei fiori sulla nostra pelle per celare il nostro odore». Il ragazzo fece una pausa «E stare attenti ai nostri passi per non fare troppo rumore».
    Il ragazzo attese qualche secondo «Dopo essersi assicurati del trauma, come suggerito da Adamas, possiamo usare un Ferula seguito da un Emplastrum per lenire le varie microfratture». Il ragazzo aveva conoscenze limitate sulla medimagia e lo stesso valeva per i Mooncalf; eppure Ciarán Hinds, denrisiano fino al midollo, era finito più volte a botte con qualcuno: la combo Ferula e Emplastrum era sottovalutata.

    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato


    Interagisce con ADAMAS, ELIZABETH, BENJAMIN & con la professoressa ONFROY.

    ©Scheme Role by Amphetamines' - Vietata la copia anche parziale.
     
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    Alexandra A. V. Kenway
    Dioptase | 16 anni

    In piedi dietro un enorme tavolo, la borsa abbandonata a terra, non si aspettava di essere importunata da qualcuno. Il ragazzo aveva fatto la conta e il dito si era fermato proprio su di lei, Alex pensò subito che dovesse darsi da fare per socializzare o almeno provarci. Aveva sperato che Marcus si presentasse a lezione, ma evidentemente non gli interessava seguire magia verde o forse era preso da altre faccende.
    Stava per rispondere al giovane, chiedendogli di ricordargli il nome, ma fortuna volle che la professoressa riprese subito in mano la situazione così da non darle il tempo di aprire bocca, perché non sapeva proprio come replicare. Accennò comunque un sorriso nella direzione del giovane 'Non ho la più pallida idea di come si chiama' prima di spostare nuovamente lo sguardo in direzione dell’insegnante.
    La lezione venne spostata in un altro luogo, attraversarono uno specchio d’acqua -il laghetto bellissimo posizionato alle loro spalle- ovviamente nessuno attraversò il portale bagnandosi, i vestiti erano per tutti perfettamente asciutti.
    La radura era uno spettacolo, un profumo di erba e acqua inondò le sue narici, mentre la luce solare improvvisa le fece alzare una mano per proteggere gli occhi. Era sorpresa da quella bellezza di quel piccolo angolo di mondo. La luce faceva risplendere fiori e foglie come se fossero ricoperti di pietre preziose; quel luogo infondeva un profondo senso di pace e serenità.
    La radura per di interesse quando si posizionò davanti al nuovo tavolo, avvicinandosi ad Aibileen, e osservò la piccola creatura che avevano davanti: un asticello.
    Ogni gruppo di studenti aveva una creatura diversa e al suo era capitato un piccolo insetto che ricordava gli alberi, alcuni erano anche forniti di foglie. Dargli dell’insetto era difficile perché sembravano dei piccoli omini fatti di rami, più simili a delle fatine in effetti, ma era solo un suo pensiero. Ricordava che erano creature che vivevano solo sugli alberi il cui legno sarebbe stato ottimo per la creazione di bacchette e che andavano matti per gli Onischi.
    Confermò tutto quello che aveva detto Aibileen e osservò anche lei l’asticello con attenzione, sembrava riportare qualche contusione, ma non si arrischiò a toccarlo per non infastidirlo più del dovuto.
    Era d’accordo anche con Aidan e aggiunse proponendo ai due: "Possiamo provare a offrirgli un po' di Onischi o di uova di Doxy, magari si tranquillizza e mentre mangia ci darà modo di restargli delle cure. Se avessimo a portata un ramo di un albero da bacchette potremmo poggiarlo sul tavolo così lui ci salirebbe sopra e si sentirebbe più protetto."

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda | Stat.
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    Cameron Cohen
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    Questo ed altro, per lei, professoressa Onfroy! Replicò, con un mezzo sorriso enigmatico.
    Si stava annoiando le la lezione non era ancora realmente cominciata, ma non vedeva nemmeno un volto che la interessasse. Beh, quei volti consistevano in Mia ed Elisabeth, a dirla tutta. La prima ad arrivare, fu la sua dolcissima fidanzata bionda, che tirò a sé prima di farle pronunciare una singola sillaba. Le scompigliò i capelli e le diede un bacio a fior di labbra, prima di sentire ciò che aveva da dire. Sorrise. La lezione precedente era pozioni, non ci sarei rimasto un minuto di più! Affermò, convinto. Ma non ti abituare, babe. La ammonì, posando i gomiti sul banco e desiderando ardentemente una sedia. Ma perché i docenti stavano prendendo la mania di farli stare in piedi? Che problemi avevano?
    Prof! Lo sa che starebbe benissimo con il professor Maverik? Cioè pure lui ci fa stare in piedi! Sareste carini, insieme! Annunciò, ammiccando alla donna e poi rispondendo alla domanda che ella aveva posto alla classe, ascoltando quindi anche la risposta della Freeman, alla quale dedicò un leggero bacio sulla guancia per non distrarla troppo. E brava la mia secchiona! e sottolineò "mia" col tono e non solo perché fosse il suo nome (?) ma perché era la sua ragazza e per lui marcare il territorio era fondamentale, anche se in genere non era uno che esternava troppo la sua gelosia, non per ora, almeno.
    Finalmente, comunque, arrivò la sue bestie e lo salutò in un modo un po' alternativo, quindi lui alzò il braccio e la afferrò per il polso per farla avvicinare appena a lui. Sono felice anche io di vederti, Lynch. Disse, ammiccando alla ragazza dagli occhi cerulei. Certo, era in parte una battuta in risposta alla sua frase, ma era anche ciò che pensava. Alla fine, la lasciò andare perché la lezione sembrava essere entrata nel vivo e Cam non vedeva l'ora di fare qualcosa di un po' più dinamico. Fu comunque felice che la donna gli riconobbe l'impegno, dedicando qualche parola anche a ciò che disse lui. Si sentiva fiero e sperava che anche Mia lo sarebbe stata. Quando la donna disse loro di avvicinarsi al laghetto, che sarebbero andati nella riserva, il castano deglutì appena. Dopo ciò che era successo a sua sorella, si era sempre rifiutato di imparare a nuotare, perciò strinse la mano a Mia quasi inconsciamente per scendere i gradini assieme a lei. Una volta superato questo "ostacolo", si trovarono in un'ampia radura dove il verde, ovviamente, era il colore predominante ed il sole faceva rispendere l'erba, rendendola persino affascinante. Si trovarono davanti tre aree ben fornite di qualsiasi cosa, in aria aleggiava l'odore di erba tagliata. Avrebbero dovuto dividersi in gruppi in base alle sistemazioni dei tavoli, ragion per cui, Cam trascinò Mia in quella destinata a loro. Si trovò un Moke ed avrebbe dovuto analizzarlo con il solo sguardo. Era una specie di... lucertola.
    Io direi che quelle lesioni sono perché qualcuno ha cercato di farne borsellini fu il primo commento di Cameron, osservando il piccolo rettile, accucciandosi. E ciò giustificherebbe anche il suo comportamento; forse la Burke voleva una nuova borsetta per sfoggiare quanto poco sia adatta al ruolo. Non si preoccupò nemmeno troppo di tenere il tono basso, invero. Fece un sospiro, cercando di tornare serio. Era pur sempre un animale spaventato. Forse sta così perché ci siamo noi vicino e mi pare di aver letto che tendono a nascondersi, sentendo la presenza umana. O almeno, quella dei babbani. Non so se sia così anche con i maghi. Non so, per sanare le ferite potremmo usare Ferula ed Emplastrum, oppure una qualche pozione. Mentre per il fatto che sia spaventato... non so, potremmo riportarlo nel suo habitat? Azzardò, senza sapere se avesse detto qualcosa di sensato oppure nemmeno lontanamente. Dopotutto, non era proprio ferrato sull'argomento.
    Stat scheda Dioptase
    CODICE ROLE © dominionpf


    Mia Freeman Elisabeth Lynch
    Fa un po' di supposizioni a caso v.v
     
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    Melodrammatico era un altro degli aggettivi che lo descriveva appieno. Melodrammatica era stata la sua reazione alla comprensione di essere al centro di un tornado che sapeva avrebbe finito con lo spazzar vita la vita come la conosceva: Amalia Farley, era lei la calamità che si era abbattuta su di lui. In fondo i nomi delle tempeste finivano sempre con l'avere il nome di una donna: ci sarà pur stato un motivo, no? Ed eccolo lì, ai piedi della ninfa a chiedere, con teatralità, aiuto per risolvere il suo dissidio interiore: essere come suo padre. Madama DooW fu davvero rincuorante che la sua risposta canticchiata e un pat-pat degno dei migliori amici che ti consolano visto che Emily (lol) proprio non ne vuole sapere di uscire dalla tua vita. «Quindi sono davvero spacciato?» Il panico si poteva intravedere nei suoi occhi spalancati e sofferenti, così come la bocca a disegnare un ovale perfetto che richiuse prima che si riempisse di mosche ed ulteriore idiozia. Oddio, no, quella rimase comunque visto che, privo di Farley e Lewis -quest'ultima per qualche secondo-, finì con il far una conta per decidere il posto che avrebbe occupato. Ah, destino infausto, gli era capitata proprio una Dioptase schiva, al suo stesso anno che non si premurò neanche di rispondere alla sua richiesta. «Come siamo maleducate, qui!» Oppure semplicemente il problema risiedeva in altro. «Eureka!» Esclamò, dopo aver informato la Farley circa la sua compagna dell'ora, sperando di non spaventarla troppo. «Sei in quel periodo del mese, vero?» L'aria dispiaciuta, la schiera bianca dei denti nascosta da un timido sorriso di circostanza a linea chiusa. Sorriso che si ampliò quando vide la Lewis entrare in aula. «Ehi, follettina!» La salutò, osservandone i movimenti che la condussero a prendere posto accanto alla Lynch. Dovette ammettere con se stesso che Emma fosse davvero di buon cuore per sedersi accanto a miss moscetta e per di più nell'allungarle un pacchettino. «Insegnami come si sta al mondo, Em-Em!» Un ultimo pensiero per poi prestare attenzione alla Onfroy che iniziò la lezione coinvolgendoli con interventi e curiosità cui persino lui riuscì a prenderne parte e solo perché Magia Verde era LA materia che più gli interessava soprattutto per il futuro. Sorrise soddisfatto nell'aver trovato una diversa chiave di lettura sebbene lui avesse usato tutt'altra terminologia, rispetto a quella più accurata della docente. Docente che attivò un passaggio verso una radura che sembrava libera dal freddo e gelo dell'inverno. Un posto in cui stare per sempre visti i tre tavoli verso cui sarebbero stati chiamati ad accomodarsi. Nel tragitto si premurò nell'afferrare la mano dell'Ametrina, sorriderle e lasciarle un bacio sulla fronte, per poi sussurrare al suo orecchio parole che sperava le avessero fatto piacere. «Sei proprio una piccola donna coraggiosa, Em».
    E poi andò a sedersi al tavolo dove ad attenderlo c'erano già Aibileen, Alexandra ed Aidan. «Penso che fino alla fine dell'ora cambierò il mio nome. Così non mi sentirò fuori dal coro. Chiamatemi Athan Lo spettro di un sorriso sul volto -sì, lui aveva una paresi facciale ormai- e lo sguardo catturato da una creatura fatta di corteccia che un po' gli ricordava Baby Groot. «E lui è un Asticello! Direi che potremmo chiamarlo Aibaidalexath, è l'unione dei nostri nomi. Non è figo?» Cercò consensi prima di lasciare parola ai suoi compagni, annuire di tanto in tanto, mentre si grattava il mento. La Beatrix aveva proposto di usare un Herbivicus ed un Innerva per guarire quella che sembrava una ferita ad un arto; Aidan di essere gentili per evitare di essere accecati da uno dei suoi attacchi difensivi, mentre Alexandra avrebbe voluto servirsi di un ramo di albero da bacchette per metterlo a suo agio e nutrirlo con uova di Doxy. «Direi che tocca a me fare la quadra. Allora, sono tutte idee interessanti e che potremmo mettere in pratica, ma... vedetelo, AIbaidalexath è a dir poco terrorizzato!» Il tono era basso, i suoi gesti praticamente nulli, tutto fatto per non aggravare ulteriormente la paura della creatura magica. «Dovremmo prima guadagnare la sua fiducia e poi cercare di curarlo. E come si guadagna la fiducia di una creatura? Come si crea un legame? Non solo con la gentilezza» -e con lo sguardo cercò quello di Hargraves- «ma anche con la corruzione. Non sto parlando di allungargli mazzette di zellini, galeoni e falci ma qualche insetto o -meglio- porcellino di terra potrebbe tornarci utile. Il cibo è la chiave insieme all'accortezza dei gesti e alla voce. Sono creature sensibili alle vibrazioni che emettiamo, magari non potranno comprendere le parole che pronunciamo ma la mimica facciale e parole gentili possono servire a guadagnare fiducia». La voglia di allungare l'indice nella sua direzione e lasciarlo, a qualche pollice di distanza dall'Asticello, era tanta e lui non riuscì a desistere dal compiere quell'azione. Con estrema lentezza infatti, ad ogni parola pronunciata, aveva conquistato millimetro dopo millimetro una posizione strategica che non avrebbe urtato la sensibilità di Aibaidalexath, lasciando libertà di movimento alla creatura.
    Nathan Parker
    King

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    The biggest misunderstanding about me is that I'm just a bratty, gobby idiot.
    "

    Ametrin
    Wampus
    Quidditch

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    Nathan fa Nathan. Interagisce con Emma Lewis, Alex_AV_Kenway, Aibileen Beatrix e Aidan. Sostanzialmente rimanda ad un secondo momento come curare l'Asticello preoccupandosi più a come metterlo a proprio agio, ovvero: muoversi lentamente, cibo e paroline super cute.
     
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    Mia Freeman
    Prefetto Ametrin

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    parlato - pensato- ascoltato
    Sentì le guance andare in fiamme quando la Docente le risposte in quel modo per via della mela. Nella sua testa era convinta di aver fatto una cosa gentile e di poter far felice il Demiguise –che in effetti aveva impiegato ben poco a portare il suo nuovo tesoro al sicuro-, ma ora non era più convinta di aver fatto la scelta migliore. Forse aveva rischiato di sembrare un’arrampicatrice, magari la Professoressa Onfroy ora era convinta che volesse guadagnarsi a tutti i costi il suo apprezzamento …che disastro!
    Avrebbe raggiunto Cameron la testa lievemente chinata, sciogliendosi comunque in un sorriso contro le sue labbra. Gli avrebbe assestato un leggero pizzicotto alle sue parole, alzando gli occhi al cielo. “Guarda cosa non farebbe pur di non ammettere che aveva voglia di arrivare puntuale…!” lo prese in giro per poi sorridere appena anche a Liz. Le faceva strano ancora sapere che lei e Cameron erano così uniti, non la conosceva bene e non sapeva cosa pensarne ma si rifiutava di fare sempre la parte della ragazza troppo gelosa. L’avrebbe quindi salutata con un sorriso gentile, cercando di essere comprensiva e gentile con tutti.
    Mia non era ancora molto brava a reagire ai complimenti, e non per niente avrebbe finito con l’arrossire violentemente alle parole di Aibileen, sorridendo impacciata e scuotendo appena la testa. “Non sto facendo niente di che…” avrebbe borbottato, salvo poi ritrovarsi a rispondere anche a Benjamin che sembrava d’accordo con l’altra Ametrina. “Grazie davvero, ma è anche merito vostro… Siamo un’ottima squadra.” avrebbe risposto quindi, glissando con eleganza sul complimento e dando come al solito merito a tutti quanti, cosa in cui credeva parecchio. Era certa che senza i suoi compagni non avrebbe potuto essere la persona che era, così come senza la guida di Erik non sarebbe stata capace di diventare una Prefetta decente.
    Avrebbe quindi ascoltato la spiegazione di Kàra, prendendo appunti e aggiungendo quel che mancava dalla sua deduzione, ritrovandosi a pensare che si era persa parecchie di quelle informazioni lungo la strada.
    Quando venne il momento di avvicinarsi al laghetto la sua schiena venne percorsa da un brivido e si sentì subito elettrizzata all’idea di utilizzare quel passaggio: era da sempre affascinata dal funzionamento di quel genere di sistemi, a quanto fossero importanti per permettere alle persone di raggiungere posti lontanissimi nel giro di qualche istante. Si era chiesta più volte come avrebbero reagito i Babbani se avessero saputo che i loro aerei e i loro treni erano molto più lenti e obsoleti di quanto non credessero.
    Avrebbe sorriso a Cameron, entusiasta, e poi si sarebbe diretta verso il laghetto con passo sicuro, scendendo attenta la scaletta di pietre che la portò a riaprire gli occhi di fronte ad una radura verde che sembrava quasi sconfinata.
    La Riserva era un posto che l’aveva sempre affascinata, con quei prati immensi, la natura così dirompente, un lato selvatico difficile da domare o ignorare. Per una che si sentiva sempre un po’ a casa in un bosco, essere lì non poteva fare altro che farla sentire bene. Dopo aver attraversato indenne il laghetto, prese una profonda boccata d’aria e solo dopo essersi guardata intorno per qualche istante cominciò a concentrarsi su quello che avevano di fronte.
    Avrebbe lanciato un sorriso timido a Lilith, che aveva avuto modo di conoscere grazie ad Aibileen e che si era aggiunta all’ultimo alla lezione, e avrebbe poi sorriso anche ad Addison, che Kàra unì al loro gruppo spostando Emma con il Mooncalf. Mia non aveva mai visto un Moke dal vivo in tutta la sua vita, sospettava che non fosse così semplice incontrarne uno ma ne venne subito attratta visto la sua passione per i rettili. Seguì la deduzione di Cameron e alzò un sopracciglio alle sue parole, dandogli un pugno leggero sulla spalla. “Non esageriamo…” avrebbe mugugnato, sempre ligia alle regole e al dovere come suo solito. “ Non credo sia lesionato, ma mi sembra molto spaventato e credo che tu abbia ragione, sicuramente dipende dal fatto che sono animali che vengono spesso braccati.”
    Sarebbe stata comunque ben attenta a non avvicinarsi troppo, ma si sarebbe comunque chinata alla sua altezza, con movimenti lenti e non bruschi. “I rettili sono creature diffidenti, soprattutto di fronte alle armi o ai movimenti troppo bruschi.” spiegò, mostrando le mani nude alla creatura e cercando di non fare niente di azzardato. “Non ho molta esperienza con i Moke, ma ho letto da qualche parte che se spaventati si rimpiccioliscono all’istante quindi credo sia necessario evitarlo, se vogliamo riuscire ad aiutarlo. E’ un rettile, sembra una lucertola…quindi posso pensare che gli piaccia il calore e l’umidità. Vorrei riscaldare l’ambiente in cui si trova, magari con qualche lampada, oppure provare ad accendere un piccolo fuoco: so che può sembrare stupido, ma si tratta di creature di fuoco, potrebbe apprezzare e sentirsi più al sicuro.” spiegò quindi con attenzione, parlando piano e osservando il piccolo Moke che continuava ad agitarsi nel suo spazio, confuso.

    code made by gin


    Interagisce con Aibileen Beatrix , Benjamin D' Angelo , Cameron Cohen
    e Elisabeth Lynch. Fa notare come il Moke tenda a rimpicciolirsi quando si sente spaventato.
     
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    «Oh sì, l'inferno in questo momento starà ghiacciando!» Si liberò con gentilezza dalla presa dell'amico che l'aveva avvicinato a lui, rivolgendo un sorriso anche alla Freeman con cui ormai l'altro sembrava aver trovato stabilità e di quello, la Lynch, ne era assolutamente contenta. «Ci vediamo dopo, ragazzi...» Ed andò ad occupare un tavolo ancora vuoto, percependo su di sé lo sguardo del mezzogigante, cui cercò di immaginare i suoi pensieri chiedendosi se fossero speculari ai suoi. Un sorriso, uno sguardo, un rapporto privo di nomi che però era capace di farla stare bene e quello era tutto ciò di cui aveva bisogno in quel momento.
    Pensieri che si rincorrevano, di sottofondo, nella sua mente come una canzone che accompagnava quanto la circondava, tra cui l'arrivo degli ultimi studenti. Tra quelli c'era Emma Lewis, Ametrin e -come lei- qualcosa in più in comune di un quirk sul pietrificare cose. «Sì, certo...» Ormai sembrava quasi una abitudine condividere i banchi nelle lezioni congiunte di primo e secondo anno con la biondina che aveva preso il suo posto accanto al ragazzo col cappello. Se qualcuno pensava come loro fossero solo le ragazze col cappello del ragazzo col cappello -ma quanti cappello ci sono?- si sbagliavano di grosso. Le due ragazze stavano cercando di trovare il loro posto nel mondo per loro soltanto e non per compiacere qualcun altro. L'aveva vista crescere e cambiare dal momento sulla nave che avevano condiviso, con la rabbia della Lynch a minacciare la Lewis rea di averla pietrificata. Sembravano passati anni da quel momento e invece erano poco più che quattro mesi. Una vita per quell'età. &Cosa?» Il mormorio sorpreso lasciò le sue labbra carnose nel vederla tirare fuori dalla borsa una scatolina avvolta in una raffinante carta color panna che dava l'idea di candore, innocenza e purezza, un tratto che trasudava da ogni poro della biondina. Biondina che vomitò parole che non fecero che confermare i suoi sospetti. «Mi hai fatto un regalo?!» Il tono era tutto tranne che scocciato e infastidito, tanto meno era monocorde, quanto più sinceramente sorpreso. Le due si erano amabilmente detestate e poi ignorate, salvo poi cambiare dalla notte di Halloween quando l'Opale era andata alla ricerca dell'Ametrina sia per sincerarsi delle condizioni di Jones che per... beh, ricordarsi di proteggersi. «Oh, ehm, grazie?» Da come avrebbe scartato il pacchettino -con accortezza, quasi a non voler stropicciare troppo la carta- la bionda avrebbe potuto comprendere come pochi erano stati i doni che la piccola Arpia avesse ricevuto e che quindi stava dando grande importanza al momento. Oltre a gustarselo interamente. Quando riuscì ad aprire la scatolina si ritrovò davanti ad un bracciale rigido, semplice, ma così carico e raffinato. Una frase che ben si sposava con lei ed i suoi buoni propositi, ma anche con l'animo della ragazza con cui condivideva quel tavolo di lavoro. «Io...» Iniziò, la voce impercettibilmente incrinata, dopo che l'altra finì di spiegarle cosa l'aveva spinta ad acquistarlo per lei. «Mi piace molto, Emma. Un gesto davvero gentile da parte tua...» Le dita un po' tremanti passarono sull'incisione, prima di allarciare il bracciale al polso dove tintinnavano i charms che lei stessa aveva costruito durante la lezione di Magitech a settembre. «Io non ho... nulla, ma grazie...» Avrebbe cercato le sue iridi chiare con la speranza che le sue riuscissero a trovare parole che rimasero serrate in gola. «E lo stesso vale per te. Sì, ecco, non sei così male». Aveva detto che stava cercando di cambiare non che avesse avuto un cambio radicale quasi si fosse presentata ad uno dei programmi televisivi che ti rifacevano il look in un battito di ciglia.
    Però, quando la Onfroy, che sembrò non essersi persa il loro scambio, le guardò parlando di amicizia Elisabeth cercò lo sguardo di Emma, quasi a voler sugellare un qualcosa che era iniziato tempo prima nella cabina della galera.
    «Grazie ancora per il regalo, Em, davvero.» Avrebbe detto prima di allontanarsi da lei per attraversare il portale ed avvicinarsi al gruppetto con cui avrebbe dovuto effettuare la parte pratica per quella lezione di Magia Verde.
    La radura era piacevole, dai profumi interessanti e coinvolgenti, con l'attenzione ipersensibile a tutti quegli stimoli con cui venne bersagliata.
    «Ehilà, non pensavo di rivedere il tuo brutto muso così presto!» Diede una spallata a Cohen, occupando uno dei posti del tavolo, con i suoi colori che spiccavano solitari tra quelli degli Ametrin e dei Dioptase. A loro toccò un rettile di poco più di venti centimetri dai calori della sua casa di Hogwarts: il verde e l'argento. Quello fu tutto ciò che portò la strega a provare empatia con la creatura che sembrava solo terrorizzata e non ferita come declamava il suo amico. «Come sei esagerato, Cohen, non è moribondo. Se la sta solo facendo sotto», lo corresse quasi in contemporanea con la Prefetta. «Ops, scusa, non volevo prevaricare...» E la lasciò libera di sciorinare tutte cose che anche lei sapeva ovvero il rischio di rimpicciolirsi se si fossero comportati in un certo modo e la possibilità di metterlo a proprio agio poiché era una creatura amante del fuoco. «Proprio come me!» Anche se fino ad un certo punto. Sghignazzò alla battuta di Cohen, salvo poi chiudersi in silenzio alla ricerca di varie nozioni assimilate nel corso dei suoi studi e ricerche. «Se non sbaglio sono creature diurne, quindi a quest'ora sono troppo attive. Magari potremmo ricreare, insieme al calore, anche un ambiente notturno che dovrebbe renderlo più mansueto. Inoltre, sarebbe meglio che tutti indossassimo dei guanti di drago, i rettili oltre ad azzannare -basta anche il movimento della bacchetta che vedono come nemico- possono anche produrre delle sostanze velenose ed io un giretto in infermeria vorrei proprio evitarlo. Non so voi.» Tacque, guardando prima Addison, poi Mia ed infine Cameron. «E tu non fare troppi movimenti bruschi o sarà la tua condanna. Cam avvisato, Cam salvato!»
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    Sometimes you have to stand alone. Just to make sure you still can.
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    Elisabeth accetta il regalo di Emma Lewis con cui parla prima dell'inizio della lezione. Successivamente interagisce con Cameron Cohen, Mia Freeman e Addison.
    Segnala come il Moke, essendo un rettile, possa attaccarli se si muovono troppo velocemente, producono veleno e che quindi sono consigliati i guanti; suggerisce anche di far scendere la notte su di lui -no, non la morte- ma proprio come momento della giornata.
     
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    Oh sì, tutto bene sul pianeta Lewis! Fu la sua risposta alla docente, prima di andarsi a sedere... vicino ad Elisabeth Lynch. Eh già, non sapeva nemmeno lei come fosse una cosa possibile, eppure era la seconda volta che succedeva, ma aveva un regalo da darle, per quanto avesse paura di venir fulminata letteralmente, non solo con lo sguardo. Le porse la scatolina che, per quanto fosse semplice -un po' come il suo contenuto- era carica di significato, era una specie di gesto di pace, una richiesta di mettere da parte l'ascia di guerra. Non pretendeva che da un giorno all'altro diventassero migliori amiche, tuttavia non sopportava che qualcuno la separasse da una persona, tantomeno un ragazzo. Le spiegò il perché del dono e la guardò scartarlo un po' come se fosse il primo pacchettino che riceveva in tutta la vita, anche se la biondina voleva augurarsi che così non fosse. Impanicata com'era per la possibile reazione dell'opalina, non era riuscita a spiccicare parola per ricambiare il saluto di Nathan, ma aveva provato a rivolgergli un sorriso impacciato e quasi più timido del solito, anche se il ragazzo era il suo migliore amico ed era forse quanto di più prezioso aveva, in quell'Accademia. Ascoltò le sue parole, scuotendo la testa quasi impercettibilmente. Non ti preoccupare, non voglio niente in cambio. L'ho fatto con il cuore e vorrei quindi che... mettessimo una pietra sopra tutto ciò che è successo. Sussurrò, torcendosi le mani quasi fino a farsi male, preparandosi ad una possibile risposta negativa, anche se dalle sue risposte, non pareva propensa a trattarla male o a rifiutare quel ramo d'ulivo che con tanta premura, le stava porgendo. Sorrise nuovamente ed inclinò la testa di lato. Non più nemiche. Fu la sua ultima frase in risposta al suo ringraziamento, detta con un sorriso tale da sciogliere anche i cuori più duri. Quindi, sarebbe stata ora di dirigersi alla prova pratica ed Emma sperava tanto che si trattasse di aiutare o studiare un qualche animale, visto che adorava quelle creaturine. Proprio mentre scendeva quegli strani scalini ed arrivava nella radura dove erano presenti altri tavoli, si sentì afferrare la mano ed una voce, la fece voltare appena fino ad incontrare lo sguardo dell'ex Wampus. Arrossì ma sorrise, contenta di sentire quelle parole. Gli strinse con più forza la mano. Avrebbe voluto abbracciarlo come aveva fatto il giorno del suo compleanno, stringerlo forte e perdersi contro il suo petto, isolandosi da tutto e tutti. Ma chiaramente non poteva, perciò si limitò a quella stretta che stava a significare "Grazie di tutto, ti voglio bene". Ma venne il momento di separarsi, ora lui sarebbe andato dall'asticello e lei dal Moke, salvo poi essere spostata dalla docente. Il suo viso si illuminò quando fu abbastanza vicina a quel tenerissimo mooncalf che avrebbe voluto accarezzare e coccolare, sebbene decise che sarebbe stata agli ordini della docente di non avvicinarsi. L'ultima volta che aveva disubbidito, si era ritrovare a fare sei giri di campo, prima delle selezioni di Quidditch. Guardò anche lei il Mooncalf, cercando di dare dei suggerimenti utili anche lei, sebbene avessero detto moltissime cose. Per quanto riguarda l'odore, potremmo anche usare Nasum Properem, un incantesimo che abbiamo imparato lo scorso anno e che camuffa il nostro odore, rendendolo simile a quello della creatura che abbiamo puntato e se avessimo l'odore del Mooncalf, beh magari non ci considererebbe una minaccia e non si spaventerebbe, può aver senso? Domandò, insicura, estraendo la bacchetta. Qualcuno ha una torcia? Sennò potremmo usare Lumos. Anche un Innerva potrebbe essere utile, almeno così recupera un po' di energia. Ma professoressa, come si è procurata questi animali feriti? Domandò, in cuor suo e nella sua ingenuità, sperando che non fosse stata la docente stessa a ferirli per avere del materiale per la lezione. Insomma, per capire se c'è qualche zona da mettere in sicurezza... tentò, continuando a guardare il piccolo lama magico.
    Stat scheda Ametrin
    CODICE ROLE © dominionpf


    Interagisce con Elisabeth Lynch e Nathan Parker King
    Fa varie supposizioni di incantesimi utili e fa una domanda a Kara u.u


    Edit su permesso di Juls💜

    Edited by Giadì - 20/1/2021, 15:33
     
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    La giovane dai capelli di fuoco seguì il gruppo, rimanendo a bocca aperta e scegliendo il terzo gruppo. Annuì verso l'insegnante ed abbassò lo sguardo grigio come il cielo d'inverno sulla superficie del tavolo e la bocca si aprì prima in una piccola "O" di sopresa per poi tramutarsi in un sorriso, aveva già allungato la mano per toccare la creatura, ma sentendo la frase di avvertimento la ritrasse nascondendola dietro alla schiena.

    Questo che si presenta davanti a me è chiaramente un animale della famiglia dei rettili. Normalmente i rettili sono legati all'elemento del fuoco. Meglio non toccare mai a mani nude un rettile, perchè molti di essi hanno del veleno nei loro denti e quasi mai tirare fuori una bacchetta, perchè essi potrebbero vedervi come dei rivali per il territorio o per eventuali prede. Questo animaletto penso sia un Moke. Di solito hanno gli occhi o azzurri o verdi e la loro pelle può essere di diversi colori che vanno dal verde all'arancione. La particolarità di questo animale è che può restringersi come gli pare e piace. Queste sono le uniche cose che so...spero di non essermi sbagliata.

    Disse tenendo sempre le mani intrecciate dietro alla schiena, dondolandosi avanti ed indietro sui talloni. Gli occhi che erano stati fissi sull'insegnante andarono, prima sui compagni di tavolo e poi sulla piccola creatura alla quale sorrise dolcemente.

    Che carina o carino...sembra spaventato però, se mai dovessi scegliere un famiglio penso che sceglierei un rettile, sono belli ed indipendenti, ma sono anche molto fragili, tendono a stressarsi tantissimo se vengono toccati troppo, forse questo avrei dovuto dirlo... cavolo. Voglio questo animaletto come famiglio, prof...mi dica che posso tenerlo!


    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda Stat.
    RevelioGDR


    Si dirige con gli altri e va a smistarsi nel terzo tavolo quello con il Moke
     
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    Kàra Onfroy
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    Aveva imparato a conoscere i suoi studenti in quei mesi assieme e per quanto a ogni lezione si sentisse agitata come alla prima, aveva imparato quanto tutti avessero le loro particolarità e una vivace voglia di fare. Era orgogliosa di ognuno di loro, con le sue stranezze e i suoi lati peculiari, e si considerava investita dal compito di crescerli, farli maturare e farli appassionare sempre di più a quella materia, perché un giorno potessero magari salvare una vita grazie a quello che avevano imparato, anche solo con un piccolo gesto. Probabilmente molti si sarebbero sorpresi nel sapere quanto poco bastasse per salvare qualcuno, anche se non sembrava davvero in pericolo.
    Sorrise con dolcezza nel vedere i suoi alunni prendere posto, c’erano soggettI come Aibileen che trovava sempre empatici e dolci e non potè fare a meno di seguire con lo sguardo la ragazza mentre interagiva con i suoi compagni e ammetteva di sentirsi rilassata in quella stanza. Kàra non intervenne, ma in effetti i profumi che potevano sentire lì dentro avevano, tra gli altri, lo scopo di rilassare i nervi e aumentare la concentrazione. Non c’era invece nessuna istruzione su come comportarsi di fronte a commenti come quello di Aidan, di certo educato e tipico di un ragazzo della sua età ma a cui Kàra non sapeva mai bene come reagire –nemmeno fuori dall’aula, con altri adulti, per inciso. Si ritrovò quindi a sorridere e prendere le sue parole con ironia “Me lo auguro, Aidan, me lo auguro…!” avrebbe quindi risposto, per poi sorridere ad Adamas mentre passava davanti alla cattedra, felice di aver conquistato Madama DooW.
    Dopo aver risposto con attenzione ad ogni osservazione da parte dei ragazzi, si ritrovò a osservare con dolcezza e una punta di tenerezza Ciàran, palesemente felice di fronte alla sua reazione e al fatto che avesse apprezzato la sua risposta, ma d’altronde Kàra era fermamente convinta che premiare chi si impegnava e spronare chi non lo faceva fossero parti fondamentali del suo lavoro. Allo stesso modo era orgogliosa di Emma e Elizabeth, del modo in cui le due stavano interagendo: non conosceva per filo e per segno la storia di Elizabeth, aveva visionato però il suo percorso scolastico dell’anno precedente e le era parso che non fosse perfettamente integrata nella classe, ma era evidente che la situazione stesse migliorando.
    Finita la prima parte della lezione si sarebbe spostata quindi accanto al laghetto, lasciando passare gli studenti uno per volta, ed era ancora lì quando vide Lilith e cercò di sorriderle nel modo più confortante che riuscì a trovare. Aveva notato i suoi comportamenti, sapeva delle sue problematiche e non voleva di certo aumentare il peso sulle sue spalle: era stata avvisata del suo possibile ritardo e non aveva intenzione di accusarla e darle nuovi problemi. “Non preoccuparti Lilith, sei la benvenuta e sono felice tu ce l’abbia fatta. Segui pure i tuoi compagni.” le avrebbe detto con gentilezza, per poi seguire i ragazzi dall’altra parte del passaggio.
    Si sincerò che tutti gli studenti stessero bene dopo il passaggio attraverso il laghetto –raramente portava qualche giramento di testa o senso di nausea- e poi aspettò che tutti quanti si preparassero ad affrontare la parte teorica della lezione. Fu felice di constatare come chiunque sembrasse apprezzare l’aria profumata e pulita della Riserva e si appuntò di proseguire con le lezioni in quell’ambiente e magari renderle ancora più frequenti, ancora sorpresa di come la Natura potesse causare reazioni così profonde e istintive in chiunque, sempre e comunque. Una volta qui si sarebbe quindi occupata dei gruppi e sarebbe intervenuta per qualche sistemazione dell’ultimo secondo: avrebbe diretto Lilith nel primo gruppo, con Aibileen con cui sembrava aver già legato, e avrebbe chiesto con gentilezza ad Addison e Emma di fare cambio, cercando quindi di bilanciare meglio i tre gruppi e renderli più efficienti. Come in ogni foresta che si rispetti ci sono piante che funzionano meglio e diventano più prolifiche se affiancate ad altri esemplari con cui possano sviluppare una buona chimica.
    Sorrise appena a Benjamin D' Angelo di fronte alla sua curiosità. “Con calma e pazienza lo scoprirete.” replicò quindi, lasciando poi spazio alla parte teorica.
    Dopo aver posto la sua domanda avrebbe ascoltato attenta ogni singolo intervento, aspettando come sempre la fine prima di intervenire, questa volta scegliendo di rispondere ad un singolo gruppo di lavoro per volta.
    Partendo dal primo gruppo quindi, formato da Aidan , Aibileen Beatrix , Alex_AV_Kenway,Nathan Parker King e Lilith si ritrovò ad annuire, segno di aver apprezzato il loro intervento e concordare con le loro idee. Aibileen ha fatto un’attenta analisi anche psicologica del nostro Asticello e ha proprio ragione: si tratta di creature diffidenti, innocue di norma ma che possono diventare molto aggressive se si sentono sotto minaccia. Come vi ha fatto notare Aidan, conquistare la loro fiducia diventa qui fondamentale e sì, provare a mostrarvi gentili è la chiave e Alexandra ha ragione, riuscire a farlo sentire a casa e dargli del cibo potrebbe aiutarvi a farlo calmare, ottima intuizione! Anche Lilith ci ha fornito un ottimo spunto di riflessione: alle volte avvicinare altre creature potrebbe aiutare a lenire la paura, ma in questo caso vi chiedere di utilizzare elementi inanimati, che troverete disponibili” avrebbe spiegato, indicando il tavolo pieno di tomi, pozioni, erbe, decotti e qualsiasi altro strumento utile, compreso fogliame, bastoncini e elementi naturali vari ”E anche in questo caso hai fatto un appunto molto utile: la magia non sempre è la chiave che apre tutte le porte, e forse con questo Asticello potrebbe non aiutarvi troppo. Invece potrebbe aiutarvi molto la strategia di Nathan continuò, spostando lo sguardo sul ragazzo e senza trattenere un sorriso divertito per via del nome che aveva trovato all’Asticello. “Avvicinarsi piano, parlare a bassa voce e perché no, riuscire a corromperlo con ciò che avete a vostra disposizione potrebbe aiutarvi. Non capiscono la nostra lingua, questo è vero, ma sanno riconoscere le nostre intenzioni e chissà, potreste riuscire a farvi un nuovo amico. Partire da un nome è una buona scelta!” buttò lì alla fine e sarebbe stato difficile capire se stesse scherzando o meno.
    Passando poi al secondo gruppo, composto da Benjamin D' Angelo , Ciaran Hinds , Adamas Vesper e Emma Lewis si sarebbe focalizzata sul piccolo Monncalf per qualche istante per poi sorridere ai ragazzi con approvazione. “Ottima osservazione, Adamas, non sapevo di intendessi anche di medicina ma direi che la tua idea mi ha colpita: i Mooncalf sono mammiferi, come noi, quindi è molto probabile che il tuo metodo avrà un buon riscontro! Benjamin ha fatto notare qualcosa di importante: i mammiferi sono molto sensibili agli odori, e potrebbero spaventarsi sentendo il nostro ma se provassimo a camuffarlo potremmo aumentare le nostre possibilità di riuscita. Ciàran ci ha fornito un’idea molto funzionale, ottimo lavoro: i fiori potrebbero aiutarvi a camuffare il vostro odore, e troverete anche delle essenze a vostra disposizione nel caso quelli non bastino. Ferula ed Emplastrum sono ottimi incantesimi, ma vi suggerisco di dare un’occhiata anche alle erbe disponibili, potrebbe dimostrarsi illuminanti. E anche di ascoltare Emma: un incantesimo puntato su di voi, anziché sulla creatura con cui avete a che fare, potrebbe essere un buon compromesso. Troverete anche una torcia insieme al resto del materiale” rispose quindi, per poi sorridere comprensiva e dolce ad Emma, così preoccupata per quelle creature. “Purtroppo capita che si facciano male da sole, nessuno di questi esemplari è stato leso da mano umana ma purtroppo i Mooncalf alle volte sanno essere goffi e sbadati, e gli Asticelli finiscono per battersi tra loro, anche se non capita così spesso.” cercò di rincuorarla con pazienza, vedendo però in lei la scintilla per un interesse futuro, magari addirittura il primo passo per la scelta della sua carriera futura: si appuntò mentalmente, di parlarne con la ragazza e approfondire l’argomento, magari in sede privata.
    Sarebbe infine passata all’ultimo gruppo, quello composto da Cameron Cohen , Mia Freeman , Elisabeth Lynch e ora anche da haru90, e che avrebbe dovuto occuparsi del piccolo Moke. Cameron si rivelò ancora una volta l’elemento più “problematico” del gruppo e per quanto Kàra non credesse nelle punizioni non potè evitare di rispondere prontamente alla sua osservazione “Non siamo qui a decidere chi è o meno meritevole della sua posizione Cameron, e ti pregherei di concentrarti sul nostro esemplare piuttosto. In effetti hai ragione, i Moke sono spesso vittime del traffico illegale di pellame, e le tue supposizioni sono corrette, così come quelle di Mia: sembra spaventato e rischiate che rimpicciolisca notevolmente rendendovi il lavoro ancora più faticoso.” avrebbe replicato per poi rivolgere un cenno di orgoglioso assenso verso Elisabeth. “Hai proprio ragione, ricreare un ambiente a lui famigliare, umido e caldo, e magari diminuire l’intensità della luce nella sua zona potrebbe aiutarlo parecchio a tranquillizzarsi! Un ottimo suggerimento quello dei guanti e dei movimenti: meglio avvicinarsi piano e fare come Mia, mostrare di non avere armi o oggetti contundenti. Trovate i guanti di drago e qualsiasi altro oggetto utile sul tavolo e se doveste avere bisogno di altro non esitate a chiedere! Addison non ti sei affatto sbagliata, i rettili sono legati all’elemento del fuoco e tendono a vedere le persone armate come una minaccia… tenete ben presente le parole della vostra compagnia e attenti all’uso della bacchetta.” si raccomandò quindi per poi tornare a rivolgersi alla classe al completo.
    Sorrise appena, guardando tutti i ragazzi presenti e tornando poi seria e composta. “Bene, direi che le vostre analisi sono un ottimo punto di partenza. Ora, prima di dare inizio alla prova pratica, ci tengo a ricordarvi qualcosa: tenete a mente che tipo di materia stiamo cercando di studiare e agite di conseguenza! So bene che un incantesimo spesso è ben più prevedibile di una intruglio di erbe, ma ricordate che ciò che la Natura danneggia sa anche aggiustare, molto spesso.” cercò di ricordare ai ragazzi: non avrebbe potuto fargli sapere che avrebbe privilegiato chiunque avesse usato rimedi naturali perché dipendeva da molti fattori e lei per prima pensava che i voti fossero molto limitati e unicamente voti, ma le sembrava giusto comunque avvisarli dei suoi criteri.
    Dopo l’ultimo discorso avrebbe battuto le mani tra loro, con un sorriso, per poi annunciare “E ora al lavoro ragazzi, fatemi vedere di cosa siete capaci!”. Detto questo avrebbe indossato anche lei un paio di guanti e sarebbe rimasta a osservare il loro operato: Kàra sarebbe rimasta comunque vicino ai ragazzi, muovendosi tra i vari gruppi in caso di bisogno, ma senza intervenire a meno che non si trattasse di una situazione pericolosa per le creature e gli studenti o qualcuno non l’avesse chiamata in causa.


    code made by gin






    Benissimo ragazzi, complimenti! Nonostante i miei papiri infiniti siete arrivati indenni all’ultima parte della lezione <3
    Come fatto in precedenza, ci tengo a complimentarvi con voi: avete prodotto post davvero interessanti, ricchi di spunti e contenuti e sono sorpresa da quanto siano belle le vostre risposte!
    Mi complimento anche per la coerenza con i vostri personaggi: avete interagito tutti in modo adeguato a chi state muovendo e sono molto orgogliosa di voi.
    In questa terza parte vi chiedo di agire direttamente sulle creature che vi trovate di fronte: si tratterà di un post autoconclusivo per ovvie ragioni, ma vi chiedo comunque di prestare attenzione ad alcuni particolari. Prima di tutto, come vi fa notare anche Kàra, siamo a lezione di Magia Verde –e voi penserete “grazie al cavolo!”- quindi cercate comunque di pensare anche all’eventuale utilizzo di piante e pozioni da esse ricavate (trovate il manuale aggiornato QUI).
    Considerato che si tratta di un post autoconclusivo, dove Kàra non interverrà direttamente per dare l’esito della vostra azione, non è tanto la riuscita o meno del vostro incantesimo/intruglio/decotto a interessarmi – ma apprezzerò la coerenza col vostro PG, in ogni caso- , quanto la ragione per il quale scegliete quella strada e non qualcun'altra –che sia una motivazione personale o anche legata alle azioni dei vostri compagni di gruppo mi piacerebbe conoscere il ragionamento che c’è dietro. Nulla vi vieta di fare più di una singola azione ma vi consiglio di cercare di collaborare tra voi e fare un lavoro di gruppo in modo da non fare tutti la stessa cosa -insomma, usare un Emplastrum in tre potrebbe non essere una grandissima idea, non trovate?! <3
    Niente pipponi questa volta quindi, dovreste avere tutte le info per lavorare negli spoiler precedenti e nelle risposte di Kàra ma qualora vi servissero delucidazioni o aveste richieste o domande rimango disponibile in MP o su Telegram (Julsiji).
    Mi raccomando, continuate a divertirvi e buon ultimo post!

    SCADENZA 28 GENNAIO 2021.
     
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    “Uh, hai ragione Benjamin - è meglio essere cauti… forse potremmo davvero usare i fiori, come suggerito da Nathan… insomma, un essere che si muove completamente inodore potrebbe essere molto strano da notare, per lui, no?”
    Non si era reso conto di avergli dato del “lui” istintivamente: solitamente trattava gli animali in maniera impersonale. La combo creata dal conoscere Skyler e prendersi cura di Lampone lo stava forse rendendo più empatico anche verso gli animali? O forse era l’amore per Jesse a renderlo più compassionevole?
    “Direi che, se per voi è ok, userei la torcia artificiale per studiare le sue pupille. Il Lumos potrebbe dargli più fastidio.”
    Si cosparse, sbriciolandoli, qualche petalo e qualche ciuffo d’erba su braccia e avambracci (‘Spero vivamente basti a calmarlo’); sulla sua pelle scura comparvero alcune strisce di clorofilla e pigmenti vegetali. Ora si trattava solo di attirare l’attenzione del Mooncalf: afferrata la torcia, decise quindi che avrebbe usato un fascio di erba per farsi guardare dalla creatura.
    “Ehi… qui, bello. Sssh, va tutto bene”: sussurrava in tono dolce, cercando di ammansire il Mooncalf. Forse per il leggero traumatismo, o forse perché era di temperamento docile, la creatura lo guardò con grandi occhi pazienti; Adamas colse l’occasione per osservarli, dapprima senza l’uso della luce.
    “Ok, direi che per ora sembra tutto normale - provo a usare la torcia.”
    Accese la luce artificiale, per poi non puntarla direttamente sulle pupille ma farla passare di fianco a ciascun occhio; il fatto di trovarsi all’aperto rendeva arduo riconoscere un ulteriore restringimento delle pupille del Mooncalf, già abbastanza miotiche per la luce naturale dell’ambiente. Tuttavia, dopo qualche tentativo, riuscì a notare ciò che voleva.
    “Allora,” iniziò, con voce più rassicurata di prima “posso dirvi che non ho notato grossi problemi - certo, anche se non sono espertissimo. Però sembra che siano normoreagenti e consensuali - cioè, se passo la luce vicino ad una pupilla anche l’altra si stringe - e che siano identiche per forma e dimensione. Questo dovrebbe dire…”
    Rifletté un secondo, cercando di ricordare le spiegazioni di Skyler sul perché si facesse quell’esame negli esseri umani.
    “...che il trauma che ha subito non ha danneggiato i nervi deputati alla visione. E direi che non dovrebbe avere altri problemi - tipo emorragie e simili…”
    Si fece in disparte, accarezzando dolcemente il capo dell’animale mentre gli dava l’erba che aveva in mano; provò un senso di tenero ribrezzo in tutto ciò.
    ‘Dovrò assolutamente farmi una doccia appena possibile… ma in fondo è un Mooncalf adorabile.’
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Esegue l'esame delle pupille del Mooncalf, non riscontrando grosse problematiche; riferisce poi l'esito della piccola visita ai suoi compagni.
     
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    Cameron Cohen
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    Cameron mugugnò, posando le sue iridi nocciola su quelle molto più chiare di Mia. Ahi, mi hai fatto male! Si lagnò, incrociando le braccia al petto, senza però riuscir a mantenere la sua espressione seria, sciogliendosi poco dopo in un sorriso. Scosse la testa. Ma è vero, figurati se arriverei mai puntuale di mia spontanea volontà! Sbuffò, giusto per non dire che stava davvero cercando di impegnarsi per lei, per migliorare a scuola nonostante qualche sonoro scivolone lo facesse ancora, però si stava realmente impegnando, non arrivando più in ritardo -la maggior parte delle volte- e provando ad essere partecipe in classe, tenendo per sé la sua sagace ironia ed il suo sarcasmo alquanto fastidioso.
    Il ragazzo alzò gli occhi al cielo alle successive parole di Liz, però non commentò ulteriormente soprattutto perché la lezione era ormai iniziata e non aveva intenzione di disturbare troppo, molto diversamente rispetto alle prime lezioni che aveva svolto l'anno precedente.
    Una volta finita la parte strettamente teorica, sarebbero scesi nella radura attraverso uno strano laghetto. Cameron respirò a pieni polmoni l'aria fresca e pulita, priva di un qualsiasi tipo di inquinamento. Si stava bene in quel posto, certamente sarebbe stato l'ideale per picnic e cose del genere. Ma in quel momento avrebbero dovuto occuparsi di un Moke spaventato -e non ferito come aveva creduto lui-. E non fu l'unico ad accorgersi di aver detto una cazzata, visto che gli arrivarono contemporaneamente le osservazioni di Mia ed Elisabeth. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, guardandole. Ma vi siete messe d'accordo, ragazze? Non siate così pesanti... prevenire è meglio che curare. Sapeva benissimo che avessero ragione, ma non lo avrebbe di certo mai ammesso. Allora accendiamo sto fuoco? Propose, prima che gli giungesse alle orecchie il rimprovero della docente. E che palle. Fu tutto ciò che rispose, avvicinandosi a dove c'erano tutti i materiali. Mise i guanti suggeriti da Elisabeth e tornò dai compagni, tenendo anche un accendino in mano. Allora... potremmo attaccare quattro paletti a terra e metterci sopra un telo per rendere la zona meno luminosa, se non vogliamo usare la bacchetta. E di sicuro io non ho un deluminatore per il sole. Scherzò, facendo scattare la rotellina dell'accendino a vuoto. Aspetta un attimo, se accendiamo un fuoco adesso, rischiamo di incendiare tutta la radura. Fece notare lui, guardandosi attorno fino ad individuare dei grossi sassi lisci e di un bianco quasi accecante. Se nessuno avesse avuto da ridire, avrebbe provato a posizionarli non troppo distanti dal Moke senza però avvicinarsi troppo ed una volta circoscritta un'area, avrebbe preso anche della legna, buttandocela dentro. Prese quindi un quadratino di legno e diede fuoco alla sua estremità, buttandola in mezzo al mucchio di altra legna e di erba, dentro quel cerchio fatto di pietre. Guardò il fuoco accendersi e da subito sentì il suo calore, regalargli sollievo contro il freddo esterno. Andavo spesso in campeggio con mia sorella, ad Oslo. Sospirò, con una stretta dolorosamente malinconica. Ho ben presto imparato ad accendere fuochi, soprattutto essendo cresciuto in un ambiente babbano. Spiegò il perché sapesse accendere un fuoco. Beh, direi che io ho fatto la mia parte, al resto pensate voi. Disse, stendendosi a terra con le braccia dietro la testa, come se fosse in vacanza.
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