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.“Tra tanti occhi che potrei incontrare, io cerco quelli che non posso avere.■ Data di nascita + Età:21.06.90 (30)■ Provenienza:Romania■ Professione:Prof. Incantesimi■ Razza:MetamorphomagusPensa, credi, sogna e osa.Un colpo di bacchetta e i compiti che i ragazzi avevano finito di compilare, tornarono impilati sulla scrivania.
Eva era poggiata con il sedere al bordo della scrivania, dietro cui ogni cosa veniva sistemata dalla stessa magia. Gli occhi celesti erano fissi sulla classe, sorrideva pacatamente, vedendo come da settembre erano cambiate molte cose. Non solo per loro, che sembravano essere cresciuti tutti di qualche centimetro in più, ma anche per lei, che sembrava aver scelto una strada diversa da quella che aveva sempre inseguito: aveva donato ogni secondo della sua vita a quegli studenti, a quel lavoro, senza concedersi alcuna distrazione da esso, non mettendo naso fuori dal suo ufficio se non per necessità estreme. Ed invece, questo era stato l'anno del cambiamento, che l'aveva vista dedicarsi, sì, agli studenti che tanto amava, ma dividendo le attenzioni per loro, su un qualcuno di diverso, un qualcuno che era un adulto. Il docente di Alchimia era riuscito a scalfire quella barriera invisibile che la rumena aveva messo intorno al proprio cuore ed era entrato nella sua vita inaspettatamente, sconvolgendola da capo a piedi.
«McMiller, basta copiare. Non vedi che manca solo il tuo compito? Avanti, stiamo aspettando te per avanzare.»
Il suo tono manteneva una tonalità melodiosa e tenue, mentre riprendeva uno studente che aveva scoperto più volte a copiare. Non lo aveva fermato, durante la stesura, solo per dar lui la possibilità di redimersi, ma ne avrebbe sicuramente tenuto conto per la sua valutazione. I M.A.G.O. si stavano avvicinando, erano quasi alle porte e questo significava, per loro, impegno maggiore, poche distrazioni e tanto studio.
Voleva che tutti i suoi studenti superassero gli esami e per tal motivo aveva istituito dei tutorati per chi ne avesse avuto bisogno.
Quando anche l'ultima pergamena volò alle sue spalle, appoggiandosi sulle altre, la donna si staccò dal legno della scrivania. Aveva scelto, per questa lezione, uno dei suoi completi più comodi, che rimanevano - tuttavia - nell'eleganza che la caratterizzava: dei pantaloni slim, che abbracciavano le sue forme, a linee verticali e orizzontali che formavano una fantasia quadrettata. Ogni linea prendeva le tonalità del bianco e del blu, su un tessuto di base color carta da zucchero. Sopra, il busto era avvolto in una camicia color celeste, dai polsini bianchi, manica a tre quarti, che terminava infilata nel pantalone. Ai piedi i suoi decoltè neri, comodi e pratici. Ormai faceva tutto sui tacchi, anche le cose più assurde, era - per lei - come avere delle scarpe da ginnastica.
Iniziò a camminare tra le file dei banchi della sua aula, strutturata da lei stessa nella geometria e nelle postazioni scelte, quindi riprese a parlare dopo un'ora e mezza di silenzio, donata ai ragazzi per concentrarsi nel compito.
«Abbiamo appena ripassato, con il compito che mi avete consegnato, i tre fondamentali passaggi per poter riuscire a castare una magia: concentrazione, focalizzazione e lancio. I ragazzi del secondo anno mi avranno sentito ripetere più volte queste tre parole fondamentali, tuttavia non sarà l'ennesima e ultima volta che le sentirete.» si voltò e sorrise agli studenti, come se quello fosse un modo per dir loro che sarebbero passati cinque anni a sentir ricordare sempre quelle fondamentali azioni per una buona riuscita di ogni incantesimo.
Si fermò e prese respiro, dando di nuovo le spalle alla cattedra. Quindi allungò un braccio verso la barriera che divideva la zona dei banchi, dalla zona della pratica. Un colpo di bacchetta e la barriera calò, mentre Eva spiegava il proseguire di quel che sarebbe stato il passo successivo della lezione «Adesso, ci sposteremo nella zona pratica, dove ognuno di voi avrà modo di dimostrarmi come terrà a mente questi tre concetti fondamentali, dilettandosi con l'apprendimento di un nuovo incantesimo che sono certa non conosciate.» quindi fece segno agli studenti di seguirla nella zona pratica e si posizionò al centro di quella stessa area.
«Come abbiamo studiato durante questo anno scolastico, ci sono incantesimi di cura che aiutano noi e i nostri compagni a riprendere un po' di energia. Tuttavia, finora vi ho insegnato incantesimi che avevano una sola piccola pecca: potevano aiutare un unico compagno. Ad oggi, con le avventure che - ahimé - ci hanno messo alla prova, voglio spingervi oltre e darvi la possibilità di imparare un incantesimo che non è assolutamente facile.» si fermò, fissando lo sguardo su ogni studente presente, con un sorriso rassicurante e materno «Il suo nome è Unio Animarum. E' un incantesimo che dà la possibilità di curare fino a tre persone. La particolarità di tale incanto è che prenderà la forma di come voi stessi lo immaginate.» prese un attimo di respiro, aspettando da loro domande, qualora ce ne fossero state.
«Curly, McMiller, venite qui» disse ai ragazzini, indicando loro di avvicinarla. Quindi le dita affusolate richiamarono l'attenzione sulla bacchetta, stringendola. La docente sorrise loro, come a voler comunicare loro di star tranquilli, quindi puntò la bacchetta verso i due ragazzi, disegnò un cerchio, tagliato in mezzo da una linea orizzontale e «Unio Animarum Ginevra, Richard.» dalla bacchetta della docente, una maestosa fenice azzurra si palesò, volando con un solo colpo di ali verso i ragazzi. Li attraverso entrambi, in contemporanea, per poi svanire. I due studenti sarebbero stati pervasi da un senso di calore piacevole e rigenerante.
«Ecco, è molto semplice» sorrise, quindi «Potete tornare dagli altri, grazie mille.» la sua era una dimostrazione di quello che avrebbero potuto fare i suoi studenti. Poi decise di dare un'altra precisazione «Potete curare voi stessi e altre due persone, o - se preferite - solo altre tre persone, escludendo voi stessi. Dipenderà sempre dalla situazione in cui vi trovate. E' importante che focalizziate bene l'immagine che il vostro incanto avrà, non preoccupatevi se - oggi - non riuscite a modellarlo come voi volete, è sempre questione di allenamento e costanza. Soprattutto per voi del primo anno.» cercò, anticipatamente, di rassicurare chi non sarebbe riuscito a mostrare l'incantesimo nella maniera perfetta.
Sorrise, quindi, facendo un passo indietro e allargando le braccia «Allora, voglio gruppetti da tre, non vi ammazzate tra voi per scegliere con chi stare. Non importa chi sarà il vostro compagno, adesso. Sul campo, lì fuori, non guarderete in faccia alle simpatie ed antipatie, ma solo alla necessità di chi vi affianca. Quindi, posizioni e ... partite.»©SPOILER (clicca per visualizzare)//Bene, eccovi il compito di incantesimi.
Vi do delle piccole regole da seguire, così che vi possiate prodigare nell'esecuzione.
♥ siete stati a lezione, avete fatto un compito riguardante i tre passaggi fondamentali per castare un incantesimo, che trovate qui;
♥ l'incantesimo in questione è stato aggiunto al Grande Libro degli Incantesimi qui, ma ve lo riporto qui di seguitoCITAZIONENome: Incantesimo dell'Unione Curativa [Incantesimi]
Classe: Cura
Formula: Unio Animarum in unione ai nomi che esso deve coinvolgere (es. Unio animarum Blake, Jesse e Erik) - fino ad un massimo di 3 pg.
Movimento: disegnare un cerchio, con una linea orizzontale che lo tagli in mezzo
Effetto: questo incantesimo è stato creato per dare la possibilità al mago o alla strega che lo utilizzi di poter curare la salute sua e di altri due compagni, o di tre persone escludendo se stessa. Per stabilire i pv curati dall'incanto, si lancerà un dado pari al valore di empatia del pg. Il risultato sarà diviso per il numero delle persone coinvolte.
Note: le persone devono essere nelle immediate vicinanze, in quanto il raggio di azione di questa magia non può superare i 4 metri d'azione; è possibile dare una forma al proprio incanto: con un valore di empatia ≤10, sarà possibile dare una forma al proprio incanto (per esempio: una freccia che colpisca i personaggi; oppure un nastro che si avvolga attorno a loro; per un valore >10, è possibile dare un colore al proprio incantesimo; empatia ≥25 si ha un bonus di +2 al lancio del dado.
♥ sarà necessario un solo ed unico post per studente per lo svolgimento di questo compito, in esso dovete provare l'incantesimo due volte: la prima volta non vi riuscirà perfettamente, la seconda potete autoconcludere che l'incantesimo funzioni;
♥ potete scegliere due compagni con cui svolgere la prova pratica, qualora non ci siano abbastanza partecipanti, potete ruolare dei png, così come ho fatto io;
♥ potete fare domande ad Eva, tuttavia vi risponderò quando chiuderò i compiti, in quanto questa non è una lezione;
♥ avete tempo per postare il vostro incantesimo, fino al 31 Maggio, ore 23.59;
Resto a disposizione per qualsiasi dubbio, sia qui che su Telegram.
Bacini ♥. -
.Mia Freeman16 YOAmetrinCome on skinny love what happened here?Parlato - Pensato- AscoltatoConcentrazione. Focalizzazione. Lancio. Mia aveva ripetuto tra sé e sé quelle parole almeno un centinaio di volte, cercando di concentrarsi al massimo delle sue possibilità, nonostante quel giorno tutte le cose sembrassero andare storte. Aveva dormito poco e male, con Zeus che per qualche ragione aveva ben pensato di tenerla sveglia per tutta la notte, eppure aveva cercato di impegnarsi per non perdere nemmeno una lezione, per stare a passo con i compiti e trovare anche del tempo per mettersi avanti con il programma. I M.A.G.O. erano sempre più vicini, e con quella data in arrivo Mia non riusciva proprio a non agitarsi: era ancora più tesa e ansiosa del solito, dannazione quella era una prova vera, non era altro che il risultato di tutti gli sforzi fatti durante l’anno, un traguardo che agognava e assieme temeva. Non le sembrava vero che fosse quasi finito il suo primo anno a Hidenstone, eppure sapeva bene che in quel momento si stava giocando il tutto e per tutto: rischiava di adagiarsi sugli allori, di rilassarsi troppo visti i buoni risultati ottenuti fino a quel momento, e l’ultima cosa che voleva era rovinare tutto nell’ultimo periodo solo perché aveva osato rilassarsi.
Eppure le lezioni stavano diventando sempre più impegnative e stancanti, tanto che alle volte era difficile anche per lei mantenere la concentrazione e non desiderare un po’ di sano riposo. Ci sarebbe stato tempo anche per quello, ancora un po’ e poi avrebbe potuto lasciarsi andare e prendersi una meritata pausa, seppur breve e non troppo rilassante, onde evitare di perdere il ritmo.
Per il compito insegnato dalla Professoressa Ivanova, Mia si trovò in gruppo con Emma e Lucas. Non aveva mai lavorato con nessuno dei due, ma in quel periodo della sua vita –e comunque in generale- pensava che facesse sempre bene mettersi alla prova e magari cambiare anche aria qualche volta, per evitare di chiudersi a riccio e fissarsi sempre con le solite persone. Dopotutto avrebbero dovuto esercitarsi e entrambi le sembravano compagni promettenti per quel genere di prova.
Mia provò davvero a concentrarsi, anche se non era così semplice focalizzarsi su qualcosa come la forma di un Incanto di quel tipo. Nella sua testa si stavano rincorrendo diverse immagini, avrebbe voluto qualcosa di bello e regale come la fenice della professoressa ma dubitava di poter evocare qualcosa del genere e non aveva proprio idea di che cosa immaginare. Alla fine optò per l’immagine di una creatura non meglio definita che potesse sfiorare i loro volti e portare con sé una sensazione di sollievo e benessere, e sperò che questo potesse bastare per creare qualcosa di decente. Di certo il secondo passaggio, focalizzarsi, non era stato eseguito poi così bene e quando Mia tracciò l’incantesimo in aria, con la bacchetta, tutto ciò che ottenne come risultato fu un misero sbuffò di fumo che mosse leggermente i capelli dei suoi compagni di gruppo ma non ottenne niente di più.
Non amava di certo mostrare i suoi fallimenti ma evitò di buttarsi giù di morale e provò ad impegnarsi di più questa volta. Si concentrò quindi sull’obbiettivo, sull’idea di creare qualcosa che potesse effettivamente portare beneficio e far stare meglio gli altri, poi si focalizzò sulla forma del suo incantesimo, qualcosa di sinuoso, delicato e piacevole, qualcosa che non spaventasse troppo le persone ma che potesse avere un qualche significato simbolico e finalmente riuscì a trovare l’immagine giusta. Mia era sempre stata affascinata dai serpenti, dopo i gatti erano di certo gli animali che trovava più piacevoli da guardare e interessanti da studiare, e aveva letto da qualche parte che non erano creature unicamente velenose ma che, anzi, venivano spesso usati in medicina per curare particolari problematiche. Che cosa poteva esserci di meglio, quindi, di un serpente blu, dalle scaglie brillanti e il corpo sinuoso, che potesse scivolare delicato e impalpabile e portare benessere? Sorrise soddisfatta e arrivò quindi all’ultima fase, quella del lancio.
Tracciò con decisione il suo cerchio nell’aria, avendo cura che la linea che lo tagliasse fosse dritta e precisa. Pronunciò nel mentre un chiaro "Unio Animarum Emma, Lucas” e lasciò che dalla sua bacchetta uscisse una scia di fumo di più denso e consistente, che ricordava in tutto e per tutto un serpente, per quanto avesse un aspetto indubbiamente piacevole e tutt’altro che spaventoso. La creatura si infilò rapida tra i capelli di Emma e scivolò sul collo di Lucas, portando con sé una sensazione di pace e di benessere, placando le loro eventuali tensioni e rilassandole, perché Mia era certa che oltre al dolore fosse utile liberarsi anche delle preoccupazioni e della paura, fosse anche solo per un istante.code by ;winchesterSPOILER (clicca per visualizzare)Mia è in gruppo con Emma Lewis e Lucas Jughed Jones. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Adamas è in squadra con Jesse Lighthouse e un npc, Matilda Wormwood.
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Emma è in gruppo con Lucas e Mia v.v.
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.Come da rito, la strega aveva passato gli ultimi minuti prima della colazione a studiare il manuale di incantesimi. La ragazza non spiccava certamente per intelligenza o empatia ma, come ogni membro della sua casata, aveva tenacia da vendere. Fin dai primi mesi, il passaggio da Hogwarts ad Hidenstone era stato ingerito con difficoltà, rischiando più volte di finire per traverso. La complessità degli argomenti trattati in questa accademia rispecchiava la difficoltà con cui gli abitanti della stessa Denrise avevano conquistato i mari secoli or sono. E, certamente, la lezione di Incantesimi non era da meno.
Tra le diverse materie che l'opale aveva approcciato, proprio questa si era rivelata da un lato la più impegnativa ma dall'altro la più piacevole. A differenza di Pozioni o Magitecnica, il grosso che Valentina aveva appreso durante le ore di lezioni poteva essere applicato in qualsiasi momento potendo ribaltare qualsiasi esito. La strega non spiccava certamente per la sua pazienza, infatti. L'idea di poter evocare uno scudo o fermare il tempo con semplici gesti l'aveva spinta a perfezionarsi in questa materia molto più delle altre.
Così, vestendo l'uniforme della sua casata, la ragazza londinese passò la prima parte della lezione a svolgere la parte teorica con un sorriso sulle labbra. Quando la professoressa richiamò a sé i compiti con un colpo di bacchetta, il sorriso sul volto di Valentina si fece ancora più largo mentre le unghie cominciarono a battere in modo sostenuto sul tavolo. La strega anelava alla parte pratica nello stesso modo in cui la volpe desidera l'uva che non può raggiungere, condividendo con quest'ultima il desiderio di sopravvivere.
Tuttavia, udendo di come l'incanto fosse di natura bianca, l'opale corrugò la fronte e la parte interna delle sopracciglia si alzò a formare un triangolo. Quel tipo di incanti non era il suo forte, eppure l'avventura simulata a Babilonia era riuscita a piantare in lei semi di interessi verso questo ramo della magia. Le fu facile comprendere come la mancanza di dote in questo settore non fosse dovuta ad un deficit di impegno che, al contrario, abbandonava come un fiume in piena; bensì ad uno scarso interesse nel proteggere gli altri.
La sua bellezza, dono degli dei, l'aveva portata più volte ad essere selettiva sulla compagnia con cui circondarsi. Dunque, la sete di crescere ed imparare l'aveva portata ad usare come criterio di scelta la capacità più che la simpatia o l'aspetto esteriore. Sia durante gli anni di Hogwarts che durante il primo anno di Hidenstone, Valentina aveva avuto attorno solo persone estremamente capaci (O, perlomeno, in cui lei avesse visto estremo potenziale) in grado di proteggersi da sole. Per quanto quello sciocco di Blake fosse temuto in tutta l'accademia, Valentina aveva aveva deciso di sfruttarne le fiamme piuttosto che tentare di placarle.
Durante il loro compito di Alchimia, c'era riuscita alla perfezione. Vedere come quella collaborazione le avesse fruttato il massimo dei voti le fece accettare con estremo piacere il suo invito a prendere parte alla prova pratica di Incantesimi. Quando poi notò come anche Jessica avrebbe occupato uno dei tre posti, il sorriso sulle labbra della mezza veela si fece ancora più largo.
Valentina aveva avuto poche occasione per legare con questa sua "consorella" e prendere un ottimo voto sarebbe stato il migliore tra gli inizi possibili.
Quando fu il suo turno, Valentina strinse il manico della sua bacchetta così forte che le nocche presero il colore del latte. Sentì gli occhi puntati su di lei e la sensazione che provò fu un misto tra piacere ed ansia. Da un lato, avrebbe potuto brillare mostrando ancora una volta come lo snaso avesse ponderato saggiamente la sua scelta nell'inserirla all'interno della casata migliore (Almeno per lei) di Hidenstone. Dall'altro, beh, poteva succedere l'esatto opposto.
La ragazza chiuse gli occhi mentre le sue orecchie erano avvolte da bisbigli. Sentì degli studenti ridere e altri lamentarsi dei propri esiti. Davanti a sé aveva un telo nero ma le distrazioni esterne erano troppo vivide per disegnare tratti precisi. Eppure, concentrandosi sul suo petto che si gonfiava per poi restringersi tra un respiro e l'altro, ci riuscì. Da prima scomparvero i lamenti, poi i ricordi.
Dunque, sul quel piano d'ombra, cercò di immaginarsi le forme dei suoi compagni. Nel farlo, partì dalle loro divise. Erano l'elemento che conosceva meglio e su cui avrebbe avuto meno bisogno di focalizzarsi. Si concentrò sul tessuto, poi sui colori e infine sui dettagli: Bottoni, maniche e colletti. Con Blake fu semplice, la ragazza aveva estrema confidenza con i corpi maschili. Quando fu il turno di Jessica, fu tutto molto più complesso. Delineare le sue linee sinuose e le forme sotto la camicia fu difficile e Valentina sentì un rivolo d sudore scivolarle sulla fronte.
Poi toccò all'incanto, la cui focalizzazione sarebbe stata la chiave che avrebbe differenziato un esito positivo da un esito negativo. La professoressa Ivanova aveva dato all'incanto la forma di una fenice. Valentina avrebbe voluto emulare una forma così complessa ma si accorse fin da subito che la maestria con cui la docente aveva delineato piume e dettagli non facevano per lei. Dunque pensò ad una forma più semplice che non le apparteneva minimamente. Si trattava di un nastro largo quanto un pollice e spesso quanto un'unghia. Avrebbe dovuto avvolgere i tre opali per poi infondergli energia. Quando il quadro fu delineato, Valentina aprì gli occhi posandoli sui suoi compagni. Prima che dagli spiragli potessero entrare le immagini dell'aula, la mano della strega disegnò delicatamente un cerchio con una linea orizzontale che potesse dividerlo a metà « Unio Animarum Valentina, Blake, Jessica.»
Il nastro scivolò dalla punta del catalizzatore disegnando cerchi attorno alla più giovane dei tre per poi allungarsi verso Blake e Jessica. Ma, ad un palmo dall'obiettivo, la punta del nastro si sfilettò e con essa, lentamente, l'intero incanto e l'orgoglio della strega.
Il volto di Valentina assunse un incarnato rosso come la buccia dei pomodori mentre i suoi occhi si assottigliarono per cadere come ghigliottine sui volti degli studenti che reagirono al suo fallimento ridendo "Ridete oggi, ballerò sulla vostra tomba domani"
Le labbra della mezza veela si serrarono come il portale d'un castello sotto assedio mentre il mento scivolò in avanti facendo cozzare i denti gli uni contro gli altri. Gli ci volle un intero secondo per tornare in sé e per lei fu anche troppo.
Ancora una volta socchiuse gli occhi facendo fatica a riportare in equilibrio la sua anima in tormento. Non solo aveva fallito ma aveva fallito di fronte ai membri di altre casate e, cosa ben peggiore, davanti ai suoi stessi compagni. Il mondo al di fuori della sua mente rimase in silenzio ma quelle risate risuonarono nella sua mente come un orribile eco nella notte "Come hanno osato?"
Sentì la rabbia scivolargli sulla pelle fino a penetrargli le ossa. Odiava quella sua debolezza e avrebbe fatto di tutto per sradicarla. Avrebbe venduto cento dei suoi compagni al demonio se ce ne fosse stata l'occasione soltanto per avere metà del potere della Preside che dirigeva quella accademia. Come poteva qualcuno pretendere che un'anima così oscura potesse utilizzare un incanto così puro?
Ma doveva riuscirci perché nessun demonio l'avrebbe attesa per proporle un patto del genere. In quel momento era così insignificante e anche il più misero dei diavoli ne era a conoscenza.
Con estrema fatica si isolò completamente ma poi si accorse che ciò sarebbe stato uno sbaglio "Alle fiamme serve sempre combustile per produrre calore."
Nella sua mente, lo spettro di quelle risate riprese vita e la strega sentì le sue mani formicolare mentre il suo battito perdeva costanza. Dunque si concentrò sul suo stesso collo. Delle mani callose si prolungarono in due braccia nerborute mentre gli sguardi dei babilonesi affondarono nelle sue carni come lance. Durante la lezione di storia aveva osato provare pietà per una guardia e aveva rischiato la vita per questo errore. Ancora oggi, delle volte, il ricordo di quella stretta la risvegliava la notte. Persino Semiramide, forse più potente della stessa Burke, era caduta per aver osato riporre fiducia.
Eppure, c'era una persona di cui avrebbe voluto - e non per bisogno - potersi fidare. Quel pensiero la spaventava, forse più delle risata che avrebbero potuto seguire un ulteriore fallimento. Vedere il suo volto le riscaldava il cuore e a Valentina sfuggiva ancora la ragione di questo calore.
La ragazza tornò a concentrarsi. Tra un battito e l'altro del cuore, le mura di Babilonia svanirono come polvero al vento, poi toccò ai Babilonesi e infine al corpo della guardia. Rimasero soltanto le braccia e le mani strette al collo della strega. Il dolore le avvolgeva il cranio come una vertigine continua ma poi la strega riprese a concentrarsi.
Quella rabbia... quella rabbia poteva essere usata come carburante. E quel calore... quel calore poteva mutare natura. Concentrandosi su quel misterioso sentimento che la stava accompagnando da troppo tempo, la ragazza immaginò nuovamente le divise e poi i suoi compagni.
Le braccia della guardia si restrinsero prendendo la forma di due serpenti. I due rettili sibilarono formando una triquetra che aveva ai vertici i tre opali. Dietro ad ogni formula vi era un significato e dietro a quello sembrava esserci l'intento di armonizzare più anime sotto lo stesso sentimento. Ed era proprio questo ciò di cui la strega sembrò avere bisogno.
Valentina spalancò le palpebre e focalizzandosi su quel desiderio sibilò «Unio Animarum Valentina, Blake, Jessica.»
Le serpi fuoriuscirono dalla sua bacchetta disegnando la triquetra a mezz'aria. Erano più sottili di quelle che aveva immaginato ma i loro occhi erano colmi di rabbia e le loro zanne di veleno. Poteva dirsi lo stesso di Valentina che, senza esitare, sarebbe ricorsa ad un mezzo così infimo pur di salvare la persona che avrebbe voluto salvare. Sentendo i suoi occhi più leggeri, l'opale scambiò un ultimo sorriso con i suoi compagni per poi attendere la loro prova.
«Parlato»
"Pensato"
NarratoAut Caesar, Aut Nihil.©SPOILER (clicca per visualizzare)Valentina è in gruppo con Blake e Jessica. -
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Jess lavora con Valentina e Blake.