Lezione biennio - Ottobre

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    Brian Ensor | Docente DCAO
    Gli studenti cominciavano a prendere posto. Il grande portone in faggio nero si apriva e chiedeva senza sosta. L'ora del giudizio stava arrivando.
    Ogni volta che uno studente entrava veniva accolto con i suoi occhi di ghiaccio, i quali avevano il dolce compito di individuare dove i ragazzi decidevano di sedersi e come comportarsi con i fogli che avevano davanti. Si godé ogni espressione contrariata, spaventata o rassegnata, manco fosse una qualche entità malvagia che si nutriva delle emozioni negative della gente.
    Poi arrivò lui, Blake Barnes. Ruotò gli occhi al cielo non appena aprì bocca, sforzandosi di mantener uno sguardo serio alla domanda riguardante il perché fossero stati già posizionati i vari fogli di pergamena sul banco. Per farla parlare, signor Barnes. Rispose di getto, finendo col sospirare, imponendosi di correggere il tiro. Lo scoprirà ad inizio prova, insieme ai suoi compagni. Fu allora che entrò Nikolai che, come molti altri, fu avvertito di non sfogliare le pergamene. Non l'avrebbe mai fatto, vero? Seh, comunque anche lui si beccò la sua occhiataccia prima che Blake riprese ancora a parlare. Io. Lo. Strozzo.
    Voleva sapere perché non avesse assunto prima la carica di direttore dei Black Opal. Credo che a tale domanda la preside Burke possa risponderle meglio di me. Ad ogni modo i Black Opal sarebbero la casata migliore? Lo vedremo con i risultati di questo test, quindi la consiglio di impegnarsi. No, non era ancora soddisfatto della risposta che aveva dato, ci voleva dell'altro.
    Comunque vi anticipo che per la prova pratica di oggi avevo pensato ad un esercizio a coppie. Data la superiorità dei Black Opal reputo sia più corretto far svolgere l'esercizio ai componenti di questa casata singolarmente. Ringraziate pure il vostro compagno. Stava scherzando? Assolutamente no. Brian provava una lontana forma di simpatia per i ragazzi che si mettevano in mostra, tuttavia poi dovevano dimostrare di non essere tutto fumo e niente arrosto.

    Attese che la porta si chiuse un'ultima volta e batté sonoramente le mani per catturare l'attenzione di tutti i presenti.
    Si alzò dalla cattedra ed avanzò verso gli spalti, in maniera da trovarsi faccia a faccia con coloro che avevano scelto di sedersi in prima fila. Vi spiego brevemente in cosa consisterà il vostro test. Girando il vostro primo foglio troverete una domanda a cui siete tenuti a rispondere. Ogni foglio contiene una domanda diversa - proprio per tale motivo i compiti erano già stati posti sui banchi - riguardante una creatura che abbia affrontato nel corso delle lezioni unicamente in via teorica. Vi avverto sin da subito che le vostre risposte comporranno il 30% della vostra valutazione finale. Non prendete questo test troppo alla leggera. Era dunque scontato che il resto era dato dalla prova pratica.
    Avete mezz'ora di tempo, quindi decidete voi come gestirlo. Nel foglio non voglio trovare la minima traccia di cancellature, quindi siete liberi di utilizzare un altro dei fogli che vi ho fornito per la brutta copia se lo ritenete necessario. E, soprattutto, invito coloro che credono di non possedere una grafia comprensibile di scrivere in stampatello, in fin dei conti qui ancora non abbiamo il corso di Magicriptologia.
    Naturalmente durante il test Brian anziché starsene seduto sulla cattedra avrebbe girovagato per i banchi per impedire a qualche ingenua anima di copiare. Provateci se ne avete il coraggio. Comincerete al mio tre.
    Uno.
    Due.
    Tre.
    Girate i fogli.

    Nessuno poteva ancora sospettarlo, ma quella non era altro che la parte più semplice del test.
    Ogni consegna riportava il seguente testo: Descrivi brevemente la fisionomia della creatura oscura e la sua solita ubicazione, soffermandoti successivamente sul motivo per cui è considerata pericolosa e in che modo reputi più opportuno difenderti da essa. Qualunque altra informazione sulla creature è ben accetta.
    Sotto al testo c'era una piccola immagina del soggetto del proprio compito.

    Adamas -> Nogtail
    Eara -> Doxy
    Blake -> Avvincino
    Josh -> Ciclope
    Theresa -> Kappa
    Elisabeth -> Troll di Fiuma
    Mia -> Troll di Montagna
    Nikolai -> Troll della Foresta
    Erik -> Erkling
    Ayla -> Kelpie
    Jesse-> Pogrebin
    Jessica -> Ghoul
    Andros -> Nogtail




    RevelioGDR


    Chi non è ancora entrato è libero di farlo contattandomi solo DOPO avermi contattato in privato, così posso assegnare una creatura per la prova ù.ù
    Per le informazioni potete naturalmente utilizzare internet, ma vi chiedo di NON COPIA-INCOLLARE le info che trovate, altrimenti verrete penalizzati.
    La prossima scadenza è fissata per sabato 12 alle 23:59
     
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    Samuel May
    Mezzo-Veela | I anno | Black Opal |
    Già, era in ritardo alla lezione della sua materia preferita. Decisamente un bell’inizio. Ma tralasciando i futili motivi che l’avevano portato quella mattina a correre come un pazzo verso l’aula di Difesa in tutta fretta, al momento era arrivato di fronte alla porta incantata. Il capocasa dei Black Opal li aveva avvisati delle richieste del professore, e anche messo in guardia dalla sua personalità... particolare, e mentre andava a puntare la bacchetta sulla maniglia sperò che il signor Ensor non l’avrebbe schiantato appena entrato (!). Decise di andare sul semplice «Lacarnum Inflamare!» e la maniglia si incendiò immediatamente, e lui abbassò la bacchetta pronto a fare il suo ingresso, impaziente, come se tutto quell’ambaradan fosse solo una perdita di tempo. Una volta dentro potette notare che praticamente erano già tutti dentro, con dei fogli su ogni banco: compito a sorpresa? «Ma cazzo.» esalò spazientito, abbassando le spalle di colpo, non si sa se per la seccatura di essere arrivato in ritardo o per la verifica improvvisa, ma fatto sta che nel silenzio della stanza la sua esclamazione si sentì benissimo. Mantenne comunque un contegno. Fece qualche passo avanti, «Buongiorno, mi dispiace per il ritardo.» in direzione del prof, in effetti erano delle scuse sincere e accompagnate da una smorfietta che gli increspò le labbra, come a dire "sì, lo so”. Si sedette al primo posto libero che trovò, accanto ad Eara Lestrange, al primo banco dove c’era un buco, poraccia, nessuno che avesse voluto sederle accanto. Le dedicò un’occhiata curiosa: puzzava mica? Non sembrava. La vide con le mani nei capelli e non poté non accigliarsi con una punta di divertimento. In un sospiro posò a terra lo zaino per ascoltare le parole del professore sullo svolgimento della prova. L’espressione leggermente accigliata permase sul suo volto: ma questo insegnante che problemi aveva? Pure alla calligrafia dovevano stare attenti? Per sua fortuna non aveva di questi problemi, possedeva una bella scrittura, ma si sporse lo stesso appena appena con un mezzo sorriso per cercare di captare l’espressione di Eara, magari forse solo per sadismo (?). A differenza di molti lui non sembrava terrorizzato, solo scocciato, perché probabilmente sperava in una lezione più pratica e avventurosa. Fatto sta che sembrava aver preso la cosa con filosofia. Neanche il fatto che da esercizio a coppie fosse diventata una verifica personale sembrò sconfifferarlo più di tanto. L’espressione rimase attenta ma neutra. Si mosse solo quando annuì al via del professore, raddrizzandosi sulla schiena e sciogliendo l’incrocio delle braccia che aveva precedentemente posato sul banco. Piuma e calamaio pronti, e aprì il suo compito. «Hm...» gli uscì dalla gola: il ghoul, che palle. Intinse la piuma e iniziò a scrivere direttamente sulla bella copia. Esitò un secondo prima di posare la piuma sul foglio: meglio andare in ordine.

    Il ghoul è una creatura del mondo magico, solitamente dall’aspetto simile a quello di un orco, ma con gli occhi più sporgenti e dal colore giallo acceso. Inoltre, rispetto a un orco classico, è meno alto: questo perché di solito abita negli solai dei maghi che si sa, sono stretti e bassi. La loro speranza di vita è tra i 30 e i 50 anni, il che è tanto per una creatura magica, questo perché hanno un forte sistema immunitario.

    Si fermò a rileggere ciò che aveva scritto fino a quel momento: secco, conciso e si sperava esatto.

    In realtà però, il ghoul non è una creatura molto pericolosa: infatti è stata classificata come XX, cioè innocua o facilmente addestrabile. Si nutre di ragni e falene, quindi tutto sommato può risultare anche utile, l’unico problema è che potrebbe mettere un po’ in disordine e fare qualche rumore, ma non ci sono stati casi eclatanti in cui un ghoul ha colpito un mago con l’intento di ucciderlo, dato che sono perlopiù concentrati su loro stessi. Sembra che non si affezionino ai maghi, anche se sono curiosi dei loro averi lasciati, appunto, spesso in soffitte e solai. Si può dire siano creature dalla mente basilare. Per bloccare un ghoul da un cattivo proposito, o se crediamo che stia per aggredirci, ritengo possa bastare un incantesimo Confundus, così da stordirlo,

    Si grattò il mento. Qui veniva la parte più simpatica: non gli era mai capitato di schiantare un ghoul! Doveva ingegnarsi. Nel riflettere, alzò gli occhi al soffitto.

    oppure un Impedimenta, per rallentarlo se mai venisse correndo contro di noi; volendo andare sul pesante si potrebbe ricorrere a uno Stupeficium. Ad ogni modo, se possibile, sarebbe più utile lasciarlo vivere nel nostro solaio a tenerlo pulito da ragni e animali vari, piuttosto che schiantarlo, a meno che non si mostri aggressivo nei nostri confronti.

    Okay, pareva terminato. Solo allora alzò lo sguardo sul resto della classe, risistemando a posto la sua piuma. Chissà a che punto, e in che condizioni erano! Curioso, cercò con lo sguardo anche il prof. Ma dov’era finito?

    «Parlato» - Pensato - “Ascoltato” | Scheda PG Stat.
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    Edited by L i s a - 9/10/2019, 16:29
     
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    Black Opal

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    Scheda Ex SerpeverdeBlack Opal 17 anni Stat.
    Se devo avere poco scelgo di avere niente
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    Per farla parlare signor Barnes. Perchè Blake alle lezioni di Ensor si metteva sempre al primo banco? Non di certo perchè questo aveva fatto della violenza psicologica a tutti gli studenti degli ultimi banchi,assolutamente. Blake era uno che rispondeva a prescindere ed Ensor non era escluso; ma l'amirazione che aveva per quel professore era incondizionata. Lui adorava vedere come agiva, come si muoveva, come riusciva a rimanere freddo e distaccato in qualsiasi situazione. Avrebbe voluto essere un pò così, avrebbe voluto imparare a rimanere calmo ed ad agire in maniera distaccata, ma il pericorso era ancora lontano e la rabbia che lo contraddistingueva non lo avrebbe, forse, mai abbandonato. Sogghignò per la risposta del suo professore. Almeno qualcuno le da soddisfazione! questa volta lo sussurrò, ma avendolo praticamente davanti non era escluso che il professore lo sentisse. E poi eccoli li, i suoi prefetti del cuore. Jesse che da quando aveva preso fuoco non faceva altro che trattarlo come un bambino che non deve assolutamente toccare il fuoco ed Elisabeth che, da quando aveva saputo della sua famiglia, si comportava quasi gentilmente con lui. Li adorava. Il fatto era che, anche se in maniera assurda, aveva trovato quasi la sua piccola famiglia a cui affidarsi. Ovviamente non poteva certo dire che aveva un bel rapporto con tutti, ma il fatto che si distinguesse sempre da tutti lo rendeva seriamente felice. Il suo senso di superiorità e il suo ego crescevano ogni giorno di più e tutte quelle attenzioni non facevano altro che essere il giusto pasto alla sua autostima. Sogghignò ad Elisabeth. Cioè... tu ti sei venuta a sedere vicino a me, per quale assurdo motivo? Insomma, se anche tu credi di essere nella merda e sei una secchiona e neanche troppo sexy, immagina io come posso prendere la notizia di questo test a sorpresa, e se non posso copiare da te... cosa ci fai qui vicino a me? Hai deciso forse di confessarmi il tuo amore? La prendeva in giro, costantemente. Era una sua prerogativa e sopratutto il fatto che lei lo conoscesse abbastanza bene, dava a Blake - ovviamente lui stesso si era dato questo privilegio - l'autorizzazione di prenderla in giro. Beth, come la chiamava lui, era una persona per quanto acida, molto intelligente e lui le voleva bene, tutto qui. Quando arrivò Jesse a fargli tutte quelle raccomandazioni quasi gli venne seriamente da ridere. Si, sono entrato da solo, ho preso un fiammifero e delle benzina di contrabbando che mi hanno dato gli elfi per essere lasciati in pace, ho incendiato solamente la maniglia, non mi sono scottato e tu sei adorabile quando sei preoccupato! Ok, l'ultima frase gli venne quasi spontanea da dire. Insomma lo trovava adorabile sempre il suo Socio, ma in quella occasione lo era ancora di più. Grazie davvero Jesse, ma non credo che Skyler mi voglia vedere per il resto dell'anno scolastico! E lo pensava davvero, tra una rissa ed un'altra era sempre lui a dover curarlo! Salutò Ayla con un gesto del capo quando lei gli rivolse il suo saluto e poi sogghignò all'espressione di Evans quando lui dichiarò che i Black Opal fossero i migliori. Stava per rispondergli ma quando il professor Ensor cominciò a parlare quasi sbiancò. Almeno in un primo momento. Ecco, era il genere di cose che solo lui riusciva a fare, ossia mettere terribilmente in difficoltà i suoi compagni di casata, o perdendo i punti o sfidando la sorte come in quel momento. Si strinse nelle spalle, si voltò verso i suoi compagni con la sua stessa divisa. Poi per ultima guardò la Lynch e le sorrise, tornò a guardare il professore. Oh, non se ne pentirà affatto Aggiunse con il suo solito fare da stronzetto. Il fatto era che Blake non era molto bravo nello studio, ma era una persona molto pratica, osava molto ed anche se sbagliava era uno che si buttava a fare le cose, godeva di un ottimo intuito e, seppur molto impulsivo, riusciva sempre in quello che voleva. Descrivi brevemente la fisionomia della creatura oscura e la sua solita ubicazione, soffermandoti successivamente sul motivo per cui è considerata pericolosa e in che modo reputi più opportuno difenderti da essa. Qualunque altra informazione sulla creature è ben accetta lesse bene la consegna e poi guardò la sua creatura. Sicuramente poteva dire che erano buoni e come li facevano al canto della sirena, non li aveva assaggiati da nessuna parte. Si voltò appena verso la sua compagna di casata. Ehi, che ti è uscito? Ti raccomando, non possiamo fare brutte figure con Ensor! Oh certo, era una raccomandazione super spassionata quella! Poi comunque c'era poco, davvero poco da copiare visto che tutti erano diversi. Sospirò in maniera poco silenziosa e poi prese la sua penna per cominciare a scrivere in bella. Odiava fare le cose due volte. Gli avvincini sono dei demoni acquatici presenti per lo più nei laghi della Gran Bretagna e dell’Irlanda, pare che ce ne sia una colonia anche nelle acque del lago nero di Hoqwarts.
    Si presentano con un colore verde pallido, delle piccole doppie corna sulla loro testa liscia e dei tentacoli, alla fine del proprio corpo, delle sottili e lunga dita e dei denti molto aguzzi. Possiamo dire che tali creature risultano essere molto aggressive sia contro i babbani sia contro i maghi e che neanche le sirene riescono a tenerli davvero a bada, o comunque addomesticarli, al contrario dei Maridi che invece tentano di farlo e, pare, anche con dei risultati notevoli. Si pensi che alcuni di loro hanno tali creature come “animali domestici” da difesa nelle loro case.
    Gli avvincini vengono classificati dal M.d.M. con XX.
    Curiosamente gli avvincini vengono utilizzati anche come cibo commestibile al “Canto della Sirena”, dove imbastiscono una frittura di avvincini molto buona!
    Perché sono pericolosi? Perché nonostante le loro dita siano molto sottili e si spezzano facilmente hanno una gran forza e tendono a mordere qualsiasi cosa gli si pari davanti, inoltre sono antipatici e aggressivi ed oltremodo fastidiosi. Credo che il modo migliore per difendersi da loro, non potendo essere la velocità, in quanto questi molto agili e veloci, possa essere una difesa di resistenza, quindi utilizzerei un Arresto Momentum, in quanto è assolutamente impossibile pensare di affrontare un avvincino alla volta.
    Se si riuscisse ad arrestare le loro azioni così frenetiche e fastidiose, oltre che pericolose e nocive, allora si avrebbe il tempo necessario per applicare due soluzioni: o ci si leva definitivamente dall’acqua andando ad ingannarli senza però affrontarli, oppure si potrebbe utilizzare un Depulso, così da allontanare il più possibile le creature da se stessi e perché no, provocargli qualche dolore così da evitare, la prossima volta di essere attaccati.
    Ad ogni modo, bisognerebbe avere a mente che gli incantesimi poco potenti e soprattutto che non hanno una portata amplia non servono a niente contro queste creature, in quanto se attaccano, ed attaccheranno sicuramente, lo faranno in gruppo e stare dietro ad un gruppo di avvincini incazzati neri, ( fece una linea su quella parola, forse non era il caso) molto arrabbiati, procura solamente lesioni.
    Finì di scrivere e guardò il tempo. Avevano solamente mezz'ora e lui aveva fatto in modo di farsela bastare. Non era uno che scriveva molto nei compiti in classe, tendeva ad essere sintetico ed essenziale. Rilesse tutto quanto. Per essere un ragazzo ho una bella scrittura! Quel commento gli uscì, come al solito, senza pensarci realmente. Comunque si alzò, superò Adamas e Lynch e posò il suo compito sulla cattedra. Poi tornò tranquillamente al suo banco. Sbirciando di qua e di la cosa stesse scrivendo la sua compagna di banco e il moretto che aveva conosciuto in cabina!
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    Ametrin
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    Adamas Vesper
    Studente | 17 anni

    Adamas credeva fortemente nel motto latino “Homo faber fortunae suae”, per cui cercava di comportarsi di conseguenza e creare situazioni a sé favorevoli: facendo fede a tale detto, nel corso delle lezioni con il professor Ensor aveva tentato in tutti i modi di ridurre al minimo i contatti umani coi compagni, nella speranza di risultare inattaccabile dal docente.
    Non aveva messo in conto le sue nuove amicizie.
    Blake era certamente adorabile, nei suoi confronti, nonostante fosse il tipo di persona con cui l’Adamas del passato non si sarebbe mai invischiato. ‘Troppo rivoluzionario - così l’avrebbe definito, ad Hogwarts. Ma si sa che i casi della vita portano a situazioni talvolta paradossali, ed ecco che ora il Black Opal gli rivolgeva la parola di fronte a Ensor.
    ‘Rispondo o non rispondo? Siamo anche in prima fila, Blake! Ok, è il tuo direttore di casata - però è anche severo… è anche vero che la lezione non è iniziata’
    “Buongiorno, Blake; il sussurro cortese di Adamas era velato da una sottile nota di ammonimento, come a dire ‘Non parliamo troppo - Ensor non è propriamente il tipo da passarci su’. “Tutto bene, grazie…”
    “Perchè mettere il test sul banco se poi non possiamo neanche sbirciare?”
    Prima che Adamas potesse rispondere, pur controvoglia, fu il professore a redarguire Blake.
    ‘Come volevasi dimostrare’
    L’approccio di Mia fu invece ben più cauto e quieto, e per questo Adamas non poté fare a meno di ringraziarla mentalmente. La salutò con un “Ciao” affabile e poi, vedendo la sua espressione alla vista della pergamena, le sussurrò qualche parola di incoraggiamento.
    “Forza, andrà tutto bene…”
    ‘Forse’.
    Lo stesso saluto gentile fu dato a Jessica, che pareva aver adocchiato i test posti sul banco; per quella ragione Adamas le fece un sorriso d'incoraggiamento,; "Su... non potrà essere così male". Rabbrividì quando udì le due parolacce della ragazza; in particolare, con l'insulto rivolto verso il docente, impallidì un poco, iniziando a sudare freddo. Scoccò un'occhiata fugace verso Ensor, prima di girare la testa per fissare un punto il più neutro possibile.
    'Temo sempre che possa pietrificarmi con uno sguardo troppo severo, come un Basilisco.'
    Fu quindi la volta di Nikolai : Adamas sperava che avrebbe dato meno nell’occhio di Blake, e in un primo tempo fu così. Si limitò a salutarlo con una vaga euforia: forse perché gli ricordava la sua prima parolaccia, o forse perché gli sembrava uno dei pochi (come Blake, del resto) che non lo giudicavano alla prima impressione. Avrebbe scambiato qualche parola anche con Nikolai, prima che Ensor decidesse di riprendere con lo sguardo il Dioptase. Le velleità di conversazione di Adamas si spensero così.
    ‘Grandioso - ragazzi, vi voglio bene, ma potreste evitare di far stizzire ulteriormente il professore? Visto che è già una di quelle persone in collera con la vita.’
    Visto il destino dei Black Opal durante la prova pratica, no: fortuna (per gli altri, ovvio) che Blake pareva essere una specie di parafulmini per le ire di Ensor. Adamas non poté che provare un’emozione mista tra sollievo per sé e rammarico per i Black Opale.
    ‘Che sentimento meschino - è un tuo amico.’
    Decise che a fine lezione avrebbe trovato il modo di espiare quel pensiero gretto verso il povero Blake. Se non ché gli parve che l’espiazione fosse già a portata di mano, visto che Jesse lo ignorò completamente: certo, aveva altre priorità, ma almeno un cenno fugace se lo era aspettato. Un piccolo sentimento di rassegnazione iniziò a farsi strada nella sua mente, scacciato poco dopo dall’incombenza del compito.
    Ascoltò la spiegazione del professore, quindi girò il foglio e…
    Nogtail.
    Tirò un sospiro di sollievo: era una creatura che lo aveva, a modo suo, affascinato a causa della sua apparenza volgare e del suo comportamento infingardo. Come a ricordare come anche le cose all’apparenza più innocue possano nascondere pericoli.
    ‘Oh ma che bel pensiero ansiogeno. Oggi solo pensieri positivi e magnanimi, eh Adamas? Boh, sarà il tempo e l’influsso di Ensor...’
    Si mise a scrivere dapprima una brutta copia: non che fosse particolarmente indeciso sulla trattazione o avesse una brutta calligrafia, ma mezz’ora di tempo permetteva di comporre un testo scritto bene e più esaustivo. Durante i primi due o tre minuti impostò una scaletta per i punti salienti, per poi descrivere la creatura nel testo di brutta. Utilizzò quindi gli ultimi quindici minuti circa per copiare il testo, ben attento a non commettere errori di ortografia e controllando che il tutto fosse scritto con grafia semplice, chiara ma elegante.
    ‘Quindi le lezioni di calligrafia sono servite a qualcosa: a non essere insultato da Ensor!’

    Chi avesse letto la trattazione avrebbe trovato il seguente testo.
    “Il Nogtail è un demone, classificato dal Ministero della Magia come XXX. Il suo aspetto ricorda quello di un maiale, tuttavia magro ed emaciato; caratteristiche distintive di tale creatura sono i piccoli occhi scuri dalle pupille sottili, le zampe lunghe e la coda tozza e massiccia.
    Il suo areale comprende Europa, Russia ed America sia del Nord che del Sud: predilige principalmente le zone campestri e agricole, a causa delle sue abitudini alimentari di stampo parassitario. É infatti solito intrufolarsi all’interno dei porcili in cui sia presente una scrofa in periodo di allattamento, per nutrirsi del suo latte insieme alla cucciolata vera e propria dell’animale.
    Tale comportamento non parrebbe particolarmente pericoloso, se non fosse per il fatto che il Nogtail ha la peculiarità di maledire la fattoria, e più in generale l’abitazione, in cui si rifugia. La maledizione che colpirà tale luogo sarà tanto più duratura quanto più gli si permette di restare a nutrirsi e crescere: innanzitutto, può causare la morte della cucciolata di maialini, nonché della scrofa, a causa della sua fame e del suo egoismo nel nutrirsi. Oltre a ciò, può anche causare malattie e morte del bestiame, periodi di carestia o inaridimento della terra coltivata .
    Secondo alcuni studi recenti di Magizoologia, sembra che anche il metodo di riproduzione del Nogtail sia parassitico. Pare infatti che, quando il Nogtail arriva in una fattoria ove sia presente una scrofa incinta, la sua maledizione affligga prima proprio tale animale. Dopo la morte rapida e inevitabile della scrofa incinta, il Nogtail consumerà i feti che essa portava in grembo, divenendo quindi a sua volta pregno. La durata della gestazione è raddoppiata rispetto a quella del maiale comune, ossia sei mesi, sei settimane e sei giorni. Tale durata occorre ai cuccioli di Nogtail per sviluppare le doti magiche e l’aspetto fisico caratteristico. Quindi, quando il Nogtail sta per partorire, procederà alla volta di una nuova dimora ove dare alla luce la cucciolata maledetta.
    Per evitare che la maledizione del Nogtail divenga eccessivamente lunga e potente, occorre praticare la disinfestazione della fattoria interessata nel minor tempo possibile. Tuttavia, essendo nonostante il suo aspetto denutrito rapido e difficile da catturare, esiste un solo metodo accertato per liberarsi definitivamente di un Nogtail: occorre scacciarlo facendolo inseguire da un cane completamente bianco. A tal fine il Dipartimento di Regolazione e Controllo delle Creature Magiche, Sottosezione Flagelli, alleva segugi albini.”


    Terminò la copiatura in bella un minuto prima dello scadere del tempo, quindi consegnò il compito, sperando che lo scritto fosse andato bene.
    ‘Chissà cosa mi attende ora… qualunque cosa sia, non sarà affatto una passeggiata.’
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Edited by Adamas Vesper - 9/10/2019, 20:04
     
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    Dioptase
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    E con questo era a quota due ritardi, nel giro di due mesi.
    Anche quella lezione non stava iniziando nel migliore dei modi, ma questa volta, a differenza della lezione di Rune, la colpa non era la sua. La ragazzina aveva sentito la sveglia delle cinque del mattino, era andata a correre, fatto doccia e colazione ed era pronta per andare verso la sua lezione di Difesa Contro le Arti Oscure, quando il collega della sua casata, la aggirò rapidamente «Siamo stati convocati dalla Preside Burke, ci vuole vedere immediatamente.»
    Lilith sgranò gli occhi, guardando l'orologio dell'atrio. Mancavano quarantacinque minuti all'inizio di Difesa, la Preside sapeva sicuramente che era occupata con le lezioni, quindi confidava che avrebbe messo poco tempo a comunicarle quello che doveva.
    Sbuffò quindi, avviandosi verso l'ufficio della Preside.

    Quarantacinque minuti mancavano.
    Ma lei aveva bisogno di molto di più.
    La lezione era già iniziata e lei stava affrettando il passo nel corridoio «Maledizione alla regola del non correre nei corridoi, vorrei essere un Barnes che se ne frega di queste regole!» era a dir poco di cattivo umore e quel ritardo da lei non programmato, aveva peggiorato la situazione.
    Arrivata davanti alla porta dell'aula, guardò la salamandra «Oh, certo, e adesso devo anche pensare un modo per entrare qui dentro, giusto?» mise le mani in tasca e Blake arrivò in suo aiuto.
    Proprio la sera precedente aveva sequestrato al suo ragazzo un accendino per far sì che almeno nei corridoi non fumasse, ed ora se lo ritrovava nella tasca, probabilmente perché non lo aveva restituito al proprietario.
    Si avvicinò alla maniglia e accese la fiamma, aspettando che prendesse fuoco.
    Quindi «lilith Clarke» il suo nome e cognome, così da evitare al pigro docente belloccio il registro.
    E avanzò nella sala «Professor Ensor chiedo scusa per il ritardo, la Preside Burke ha voluto vedermi.»
    Quindi con lo sguardo cercò la sua dolce metà che... aveva trovato un'altra dolce metà. Non le dava fastidio che fosse in banco con un altro studente, ma che fosse seduto vicino ad una ragazza. No, quello ancora non lo accettava.
    Lo sguardo si freddò, così come il celeste ghiaccio che prese una ciocca dei suoi capelli.
    Ah, che caratterino...
    Si sedette molto distante dal banco del Barnes, quindi, iniziando a seguire la lezione.
    Un test a sorpresa, questa era la ciliegina sulla torta di quella giornata, per fortuna si trovava in regola con il programma...

    Rise alle parole del docente, riguardo la prova pratica, quindi e si nascose dietro un pugnetto sulle labbra.
    Povero Blake, sempre lui era...
    Al tre del docente, voltò il foglio e prese la penna, leggendo il suo animale.
    Sgranò gli occhi.
    Dai, davvero? Le creature dove c'era il meno possibile?
    Sbuffò, quindi, iniziando a scrivere.

    Fece un attimo di ricognizione mentale su quello che ricordava e poi iniziò a scrivere.

    «I ciclopi fanno riferimento alla mitologia. Solitamente sono sempre stati raffigurati come giganti con un occhio solo, ma non è raro trovarne con due occhi.»

    Si fermò quindi, concludendo la prima frase, per poi proseguire.

    «Si pensa che in tempi lontani, fossero esseri civilizzati e alleati delle divinità, tuttavia - a guardarli adesso - non spiccano di qualità intellettive molto sviluppate. Sono, si dice, facilmente condizionabili da chi ha un intelletto poco più sviluppato del loro.»

    Rilesse quello che aveva scritto, quindi iniziò a giocherellare con la penna.
    Doveva ritrovare le idee, voleva sbirciare verso Blake per vedere cosa stesse facendo, ma si frenò dal farlo per non perdere la concentrazione che stava trovando.
    Riprese a scrivere, con uno sbuffo leggero.

    «Si legge nei manuali che la loro dieta è a base di esseri umani, per tal motivo incontrare un Ciclope potrebbe risultare molto pericoloso.
    Ritroviamo molti riferimenti ai Ciclopi nelle opere di Esiodo, ma del poeta Omero, il ciclope più famoso: Polifemo, che volendo mangiare la truppa di Ulisse, li rinchiuse nella sua caverna.
    In riferimento proprio alla loro intelligenza, Polifemo potrebbe essere esempio lampante: avendo un occhio, fu ingannato dal navigatore, dopo che lo rese cieco, tanto da riuscire a scappare.»


    Ora, dopo aver introdotto il suo Ciclope, in larghe linee, decise di passare oltre.

    «Solitamente lo si trova in caverne o in isole a loro dedicate. La loro forza è dovuta dalla loro mastodontica fisicità e la loro enorme grandezza.
    Qualora dovessi trovarmi davanti un ciclope, credo che approfitterei dei suoi movimenti bruschi e poco calcolati, per cercare di batterlo sul tempo e sull'astuzia, facendolo cadere in errore con le sue stesse mani. Approfitterei, poi, di questo per colpirlo in testa, per renderlo innocuo.»


    Punto e... «Professore, ho terminato.» disse a voce bassa per non disturbare, quindi se le avesse fatto cenno di alzarsi per consegnare lo avrebbe fatto, altrimenti sarebbe rimasta seduta in attesa.

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    Elisabeth Lynch
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    Non posso starti lontana più di tanto, tesoruccio. Lo canzonò, sollevando lo sguardo al cielo mostrando apertamente la finestrella che aveva tra gli incisivi. Non vedevo l'ora che ci fosse lezione di Difesa per dichiararti il mio amore imperituro.
    Con il senso del poi l'Opalina si chiese cosa l'avesse effettivamente spinta a prender posto accanto ad Blake attira-guai Barnes. Si poteva essere così impavidi persino con l'uomo più inquietante di tutta l'Accademia? Sì, se a quel nome corrispondeva quella faccia da schiaffi che era il suo amico. Quel ragazzetto non solo era un pavone, ma anche uno scavezzacollo amante del pericolo, con tanto di corsetta da parte del collega per sincerarsi delle sue condizioni su come avesse deciso di entrare in aula. Lei si era preoccupata solo per le prime lezioni dell'anno, con ancora il ricordo di un Incendio scagliato al molo, senza neanche conoscere l'incanto e né tanto meno che lo sapesse maneggiare.
    Barnes era stato però temerario nel chiedere ad Ensor il perché di quell'avvicendamento tra Responsabili con il docente di Rune. La risposta fu talmente retorica che la Lynch si ritrovò solo quando venne fatto riferimento alla parte pratica che avrebbero dovuto svolgere singolarmente, gli Opalini.
    Grazie tante, Blake. Bisbigliò acida, fulminandolo con lo sguardo, senza curarsi neanche più di tanto di occultare il labiale al professore. Infondo era stato proprio lui ad invitare i Black Opal a farlo. Fosse stato per lei avrebbe tolto dieci punti, pestato un po' a sangue e solo dopo che gli fossero saltati gli incisivi l'avrebbe invitato a mettersi in ginocchio sui carboni ardenti per scusarsi. Il motivo per cui non avesse messo in pratica ciò che desiderava per il rampollo purosangue fu solo per quella pergamena rovesciata che le ricordava di come, con tutta probabilità, sarebbe andata malissimo durante quel test a sorpresa. Si premurò solo di prendere un paio di biro Babbane, ben più comode di piume e calamai, e decisamente a prova di sbavatura. Poteva sentire il cuore batterle, la mente cercare di recuperare quante più informazioni possibili circa gli argomenti affrontati dall'inizio dell'anno accademico, le mani che tremavano sotto il ripiano che fungeva da tavolo. Sapeva che si sarebbe tranquillizzata -per modo di dire- solo nel momento in cui avrebbe avuto il permesso di girare la pergamena e vedere di che morte morire. Sobbalzò avvertendo un rumore sordo provenire dal centro: il professore aveva sbattuto chissà cosa sulla scrivania per attirare la loro attenzione. E c'era riuscito con il suo essere sadico. Il brusio cessò e lui si avvicinò proprio a lei e a tutti quelli che si sedevano in prima fila. Esser lì le dava il diritto a osservare e subire qualsiasi cosa, dal pomo d'Adamo che saliva e scendeva a ritmo degli ordini che abbaiava, alle rughe di espressione al movimento delle dita. Era così ingessata e tesa che fu dopo ben oltre la fine del countdown improvvisato che ebbe il coraggio di vedere quale creatura le fosse capitata. Prima ancor di leggere ciò che avrebbe dovuto rispondere riconobbe il soggetto dallo schizzo presente sulla pergamena. Fantastico, Troll. Era disgustoso persino in quel disegno, figurarsi a trovarselo davanti a lei, con la sua imponenza ed il suo olezzo. Olezzo che sarebbe stato ancor più nauseabondo, portandosi dietro l'umidità dei luoghi paludosi, dato che le capitò un Troll di Fiume, da come poteva dalle piccole corna, quando sollevò la pergamena per veder meglio. Ssh, non peggiorare la situazione. Sussurrò a un tono di voce bassissimo, verso Blake che sembrava interessarsi più al suo di compito.
    I Troll di Fiume, come anche quelli di Montagna e della Foresta, sono creature che si distinguono per la loro mole, infatti raggiungono fino ai tre metri e mezzo di altezza, con una possente fisicità, pari ad una tonnellata e da una forza fisica indirettamente proporzionale alla loro intelligenza. Invero i Troll sono rinomati per la loro violenza e stupidità, con una comunicazione basata esclusivamente da diverse intonazioni di grugniti, denominati, per l'appunto, lingua troll, anche se comprendono la lingua degli uomini. I più intelligenti tra loro, tra cui troviamo anche quelli che riescono persino a pronunciare alcune della lingua comune -ovvero degli uomini-, vengono istruiti ed utilizzati come guardiani dai Goblin o da maghi esperti. Questo perché sono creature che non possono essere considerate addomesticate per la loro natura di bipedi -infatti per lungo tempo nella comunità magica, nei primi tentativi di classificazione, vi era la disputa se inserirli nella categoria di "essere", in quanto veniva riconosciuto chiunque fosse capace di camminare su due zampe (i Goblin si scagliarono contro la discrimine usata per tale classificazione, come riporta Newt Scamander nel suo bestiario), e "bestie", categoria poi rimasta, accomunandoli ad animali quadrupedi o volatili- instabili ed imprevedibili. Essi seguono una dieta carnivora, non disdegnando la carne umana, contribuendo anche alla nascita di leggende, da parte dei Babbani, a seguito di alcuni avvistamenti. Prime tracce si trovano nella tradizione norrena, luogo originario dei Troll, dove i primi fonemi per indicarli significavano giganti, fantasmi e mostri, con la credenza che fossero esseri magici malvagi creati apposta per seminare terrore, arrivando persino ad essere adorati come divinità; infatti un re norvegese, Magnus Haakensson, promulgò leggi vietando il risveglio dei Troll che vivevano sulle colline, indicando con buona probabilità i Troll di Montagna.
    I Troll di Fiume, o d'acqua, si differenziano dalle altre due categorie per la pelle violetta, delle piccole corna sul capo, oltre all'essere peloso; prediligono vivere in zone paludose, vicino i fiumi -da cui prendono il nome- e si trovano principalmente sotto i ponti. Essendo creature imprevedibili sono state classificate, nel loro grado di pericolosità, con XXXX, ovvero pericolose e che per affrontarle servi una strega o un mago esperto.

    La parte sostanzialmente più semplice l'aveva messa nera su bianco con quella penna dall'inchiostro nero e se fosse stata una studentessa approssimativa si sarebbe fermata lì, ma la traccia di Ensor era chiara: trovare il modo per difendersi da un probabile attacco. Sempre se non svengo prima per il sgradevole olezzo. con il cappuccio della biro si grattò il mento, alla ricerca di ispirazione, sollevando lo sguardo sul professore. Sembrava uno di quelli che non abbassava la guardia neanche mentre dormiva, figurarsi se non avrebbe scoperto studenti intenti a chiedere suggerimenti al vicino di banco o che addirittura allungavano lo sguardo sulla pergamena dell'altro in cerca di ispirazione. Per quanto smarrita e priva di idee, non se la sentiva di arrischiare una sbirciatina con la paura di esser ripresa davanti a tutti.
    Avanti, Lisa, pensa... cosa faresti se ti trovassi vicino ad un ponte e sotto ci fosse un troll? Correre a perdifiato non poteva essere una soluzione. E neanche lasciarsi prendere dal panico. E non sono neanche lontanamente cazzuta come Tess. Se la immaginava l'Ametrina caricare il Troll facendo leva su qualche oggetto contundente piuttosto che usare la sua bacchetta. Sbuffò, picchiettandosi con la penna con fare più frenetico sul mento, che attutiva il rumore rispetto a farlo sul banco.
    Le strategie di difesa che attuerei sarebbero in base alla situazione che si presenta, anche se il primo incantesimo utile sarebbe Imposium, specifico per le Creature Magiche, rendendole difatti innocue, ammansendole, di fatto però essendo il Troll grande l'incantesimo potrebbe rivelarsi difficile nella sua esecuzione, considerando comunque che può essere gestito solo da un mago esperto.
    Ad esempio, qualora dovessi imbattermi con un Troll di Fiume sotto un ponte diroccato, credo che punterei la bacchetta verso la zona più fragile del ponte per castare un Descendo, in modo tale che i massi vadano a colpire il Troll, e qualora fosse nei pressi credo che utilizzerei un Wingardium Leviosa su un grosso masso, mantenendo l'obiettivo di stordirlo.
    Qualora non fosse così presumo che reagirei per istinto, magari usando qualcosa per rallentare i suoi movimenti prima, come un Impedimenta, e cercare di ferirlo o con un Flipendo o con un Farfallus Explodit.
    Effettivamente le farfalle, a lei tanto care, sarebbero state un ottimo diversivo per mettere quanta più strada tra lei e la creatura di classe XXXX. Se non dovesse bastare, sempre con l'intento di fermarlo, credo che userei la Fattura della Pastoia Total-Body -lì, però, avrebbe fatto meglio a calcolare la caduta del corpo pietrificato della bestia o sarebbe finita sepolta sotto una bellissima tonnellata che l'avrebbe uccisa in poco tempo- o anche l'Incantesimo Assordante, senza disdegnare l'Incantesimo di Sparizione. Anche ricorrere ad un Expulso o uno Stupeficium non le sarebbe affatto sembrato male. Rileggendo quella manciata di righe abbozzate, notò come fossero tutti modi principalmente per guadagnare tempo e spazio per la fuga, senza affrontare davvero la creatura, e di come gli incantesimi non avessero affatto contemplato la Trasfigurazione. Trasfigurazione che però avrebbe reso del tutto innocua la creatura. In alternativa a quanto su detto, credo che anche incantesimi trasfigurativi possano esser d'aiuto per difendersi da un attacco di un Troll di Fiume, tra i vari ho pensato che Vermiculus e Pollus possano essere i più indicanti, anche se il primo incanto ricade su creature con Classificazione X, ovvero noiosa, e possono peccare per la loro grandezza, ovvero poco più di venticinque centimetri, mentre ritengo che il secondo sia preferibile, sempre che in un contesto del genere si riesca a mantenersi concentrati e pronunciare l'incanto correttamente, altrimenti la trasfigurazione da Troll a Pollo sarebbe inficiata. Quando mise quel punto l'opalina si lasciò andare ad un sorriso divertito. Per lei era un colpo di genio trasformare la Creatura più stupida in un pollo, animale anch'esso famoso per la poca intelligenza tra i Babbani. Eppure nella sua mente l'immagine di un Troll trasfigurato in pollo era tremendamente divertente, proiettando su quella pergamena l'immagine di un gallo con tanto di cresta, che beccava qualsiasi cosa trovasse lungo il suo cammino, oltre a rischiare di affogare nel fiume, sotto al ponte. Sperava solo che anche il suo nuovo Responsabile di Casa fosse stato concorde, infondo era pur sempre una strategia di difesa quella.
    Professore, avrei finito anch'io. Avrebbe detto, seguendo a poca distanza l'altra Prefetto dei Dioptase, per posare il compito sulla cattedra qualora il docente avesse dato il permesso per farlo. In quegli ultimi passi avrebbe dato un'ultima occhiata veloce a quella grafia minuta ma chiara, dove aveva cercato di evitare cancellature o sbavature. Speriamo che non sia Troll anche il mio voto finale. Avrebbe pensato, adagiando il suo test su quella pila che andava man mano formandosi.

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda | Stat.
    by Lance


    Quanto scritto in beige/arancione è ciò che è riportato su pergamena da parte di Elisabeth.
    Per comodità metto uno specchietto con gli Incantesimi citati nel test. Sono tutti facenti parte al Primo e Secondo Anno, con quest'ultimi senza limite di apprendimento a lezione.

    Primo anno

    Nome: Incantesimo generico
    Formula: Descendo (da apprendere a lezione)
    Movimento: puntare la bacchetta verso l’oggetto che si vuole far scendere per poi tirare verso di sé
    Effetto: fa scendere o cadere l’oggetto scelto
    Note: -

    Nome: Incantesimo di Levitazione
    Formula: Wingardium Leviosa
    Movimento: movimento fluido e morbido del polso, due dondolii, puntando l’oggetto desiderato
    Effetto: fa levitare l’oggetto verso il quale è puntata la bacchetta
    Note: con Intelligenza > 15 l'oggetto rimarrà sospeso per più turni (lancio del dado); con Intelligenza > 25 è possibile spostare nello spazio l'oggetto levitante; con Intelligenza > 35 il mago può sollevare un insieme di oggetti posti vicini

    Nome: Incantesimo Rallentante
    Formula: Impedimenta
    Movimento: Linea dell'alto verso il basso
    Effetto: Rallenta i movimenti di chi è colpito
    Note: La Destrezza del bersaglio scende a 4.

    Nome: Flipendo
    Formula: Flipendo
    Movimento: Agitare la bacchetta in direzione dell'obiettivo
    Effetto: Genera un debole fascio di luce dalla bacchetta che colpisce l’avversario procurandogli ferite superficiali
    Note: Con coraggio > 15 aggiungere 1d4 al danno inflitto.

    Nome: Fattura della Pastoia Total-Body
    Formula: Petrificus Totalus
    Movimento: Stoccata in direzione della vittima
    Effetto: Irrigidisce il corpo della persona o dell’animale su cui è lanciato facendolo diventare duro come una pietra.

    Nome: Incantesimo di evocazione
    Formula: Farfallus Explodit
    Movimento: puntare il catalizzatore nel punto desiderato e tracciarvi un "8" orizzontale.
    Effetto: genera uno sciame di farfalle che esplodono sul volto del nemico.
    Note: Con Intelligenza > 15 può confondere l'avversario o ostacolare la sua vista.

    Secondo Anno

    Nome: Incanto Imposium
    Formula: Imposium
    Movimento: Puntare l'obiettivo
    Effetto: Ammansisce immediatamente la Creatura Magica su cui è scagliato, rendendola docile e innocua. Più è grande la Creatura e più risulta difficile eseguire l'incantesimo.

    Nome: Incantesimo Assordante
    Formula: Frastronum
    Movimento: Linea dall'alto verso il basso
    Effetto: Genera dalla bacchetta un suono molto potente che stordisce chiunque si trovi nelle vicinanze
    Note: con Intelligenza > 25 provoca malus uditivi nei turni seguenti; con Intelligenza > 35 può anche provocare malus all'equilibrio.

    Nome: Incantesimo di sparizione
    Formula: Evanesco (da apprendere a lezione)
    Movimento: compiere con il catalizzatore un movimento ondulatorio per poi eseguire una stoccata verso l'obiettivo.
    Effetto: fa scomparire un oggetto o una creatura.
    Note: deve essere anticipato dal nome dell'oggetto o della creatura che si vuole fare svanire.

    Nome: Incantesimo di trasfigurazione
    Formula: Pullus
    Movimento: puntare la bacchetta verso la creatura.
    Effetto: tramuta la creatura colpita in un pollo.
    Note: per prendersi gioco dell’avversario o per renderlo inoffensivo; non è un incantesimo particolarmente difficile ma richiede una buona dose di concentrazione e la pronuncia della formula deve essere forte e chiara.
    Colui che è vittima di Pullus può liberarsi solo utilizzando un Incantesimo Non Verbale, sempre che riesca a brandire la bacchetta.

    Nome: Incantesimo di trasfigurazione
    Formula: Vermiculus
    Movimento: puntare la bacchetta verso l'oggetto o la creatura.
    Effetto: trasfigura ciò che viene colpito in un Vermicolo.
    Note: per rendere inoffensivo un nemico o una bestia pericolosa; se ne sconsiglia l’uso ai deboli di stomaco, poiché un Vermicolo è veramente una creaturina disgustosa dall’odore nauseabondo
    Colui che è vittima di Vermiculus può liberarsi solo utilizzando un Incantesimo Non Verbale.
     
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  7. Joshua B. Evans
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    icevamo? Carogna fino alla morte? Ecco, quei pensieri davvero poco piacevoli vennero fortunatamente interrotti dall'arrivo di Erik e Jesse. Il primo non lo vedeva da poco più di cinque minuti e si limitò a fargli un cenno col capo, prima di rispondergli.
    Semplice: io non mi perdo in chiacchiere inutili con una delle tue ragazze, amico.
    Davvero semplice ed efficace. Gli rivolse tuttavia un sorriso e tentò di tirarsi su sulla seduta, prima di ghignare suo malgrado nel notare la reazione del compagno alla vista del test. Non fece in tempo ad avvertirlo che ce ne fosse anche uno sul suo banco che Erik lo vide e quasi impallidì.
    Certo che ho studiato. Ma non capisco perché questo stronzo debba non smentirsi proprio mai fin dal secondo mese di scuola.
    Josh era frustrato e nervoso, dunque una condizione alquanto rara per il suo essere perennemente pacifico e gioviale con chiunque. Persino le lezioni del professor Ensor venivano prese con una certa ilarità solitamente, anche quando l'uomo lo puniva senza -a parere del ragazzo- nessuna vera ragione. Quel giorno, invece, era di umore a dir poco tetro.
    Ehi, Jess.
    Salutò l'altro amico con un tono di voce decisamente non da lui e senza neppure guardarlo in faccia. Non servì constatare con i propri occhi infatti che anche l'altro ragazzo avesse notato il famigerato test. Non era certo che l'osservazione di Jesse fosse del tutto corretta: probabilmente lo stronzo di Ensor si era divertito a suddividere gli argomenti per anno e non ci sarebbe stato il rischio per quelli del primo di riscontrare cose ancora mai studiate, né per gli studenti del secondo di saper rispondere facilmente a tutte le domande.
    Josh si passò una mano sul volto, provando un minimo di soddisfazione solo quando Ensor se la prese con i Black Opal per colpa di Barnes. Almeno il compagno avrebbe imparato a tirarsela di me... nah, stiamo parlando di Blake, su!
    Quando il docente diede loro il permesso, Josh voltò il foglio e si riscoprì piuttosto soddisfatto. L'argomento era semplice, i Ciclopi erano creature di cui non solo aveva studiato, ma persino letto per suo interesse personale. Tuttavia, non era certo che l'uomo sarebbe stato largo di manica nell'attribuire i voti. Doveva fare un lavoro eccelso per garantirsi la sufficienza.
    Si tirò lievemente più su e, passandosi rapidamente la mano tra i capelli, iniziò a buttar giù qualcosa.

    Il termine Ciclope deriva dal greco "κύκλος" (cerchio) e "ὤψ" (occhio) e viene spesso rappresentato da una divinità gigantesca con un solo occhio. Dal Ministero della Magia vengono catalogati come esseri senzienti, poiché sono in grado di distinguere tra bene e male e godono di un'intelligenza sufficiente a comprendere e rispettare le leggi della comunità magica; non esiste invece una classificazione ministeriale per quanto riguarda la loro pericolosità.
    Nonostante non siano noti per la loro intelligenza, i Ciclopi possono essere particolarmente pericolosi da battere se non si sa come affrontarli; poiché essi hanno un unico occhio, risulterebbe particolarmente utile sfruttare questa caratteristica ponendosi nel loro punto cieco. Riuscire ad accecare quell'unico occhio significherebbe renderli non tanto innocui quanto ti certo più facili da battere, oltre a fornire una semplice via di fuga laddove necessaria.
    Si tratta di creature molto forti a livello fisico, alte e potenti -di contro, si sa che in genere creature mastodontiche risultano essere anche piuttosto lente- ma anche brusche, goffe e testarde, fanno parte della specie dei giganti ma si presume abbiano qualche lontana parentela con i Troll, data la loro scarsa intelligenza. Per dare un'idea delle loro dimensioni, si pensa che tali creature magiche antropomorfe possano raggiungere, in età adulta, i 20-25 piedi di altezza.
    Per questi motivi, suppongo che per sconfiggerli sia ideale utilizzare contemporaneamente velocità e astuzia, in modo da riuscire a ingannarli e poi colpirli prima che reagiscano (possibilmente accecandoli, come già anticipato) o scappare.
    Secondo la mitologia greca e in base alle opere di due poeti greci estremamente famosi, i Ciclopi vengono suddivisi in due generazioni. E' Esiodo a parlare della prima, che è quella dei fabbri, abili nell'arte della lavorazione del metallo, esseri civilizzati e persino alleati degli dei, oltre che particolarmente potenti; della seconda generazione parla invece Omero, definendoli esseri mostruosi che abitano la caverne e che praticano la pastorizia, poiché con lo scorrere delle epoche pare abbiano perso l'abilità metallurgica degli antenati.
    Sembra che vivano in piccoli gruppi familiari poiché, come accade fra i Giganti, se troppo numerosi tenderebbero a battersi per ottenere la supremazia di un territorio. Generalmente ogni Ciclope vive in una propria grotta, situata su un isola riservata a tali creature, ma non è difficile trovarli anche in altri habitat, purché sempre naturali e possibilmente situati tra le montagne e vicino ai fiumi.
    Uno degli esempi più lampanti di Ciclope è quello di un gigante con un solo occhio vissuto nell'antica Grecia, il suo nome era Polifemo. Si sa che egli abitasse in una grotta ai piedi dell'Etna e che venne accecato da Ulisse, eroe greco protagonista del grande poema dell'Odissea.


    Avrebbe potuto fare di meglio se fosse stato più calmo, tuttavia consegnò il proprio compito qualche minuto prima dello scadere del tempo, attendendo che anche gli altri finissero e iniziando a mordicchiare l'estremità della matita come antistress.
     
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    un ragazzo sogna sempre di essere in un gruppo, rock: tutto è più grande della realtà.
    Sul serio? Anche questa volta in ritardo? Ma proprio non riusciva a sentire quella sveglia, eppure Joshua e Erik facevano abbastanza casino quando si preparavano, ne era certo... come faceva a non sentirli?
    Arrivò correndo, con la camicia messa malissimo, abbottonata alla meno peggio, un lembo dentro i pantaloni, con la cravatta della divisa allacciata lenta... insomma, uno scappato di casa pareva. La tracolla su una spalla, con ancora in bocca il suo sandwich al cioccolato tra i denti, mentre cercava di mettersi dentro la scarpa il laccio che usciva fuori, rischiando di farlo inciampare.

    Arrivato davanti alla porta di Difesa, la trovò chiusa.
    «Mefda» sbiascicò tra i denti occupati dalle cibarie.
    Jones aveva un problema molto importante con le sveglie: non riusciva a sentirne una, soprattutto la mattina. La sera faceva sempre tardi, un po' per le sue ricerche, un po' perché non aveva molta voglia di dormire e si dilettava a fare foto scandalose ai suoi compagni dormienti, ma non andava a letto prima delle quattro, quindi svegliarsi - il giorno dopo - era sempre una tortura.
    E le lezioni alle otto e mezza erano una tortura ancora più grande.
    Buttò giù il boccone di pane al cioccolato, non accorgendosi che aveva ancora qualche rimasuglio di crema marroncina al lato delle labbra, quindi dalla borsa prese una fiaschetta di acciaio e verso il contenuto sulla maniglia a forma di salamandra, quindi vi prese l'accendino e diede fuoco al whisky che vi aveva sparso sopra «Speriamo che il prof non mi faccia storie sentendo l'odore di alcol. Non è nemmeno per me quella fiaschetta...» attese l'eventuale apertura della porta e una volta superata la soglia «'giorno Professore, chiedo scusa per il ritardo.»
    Quindi cercò posto a sedere, se fosse stato possibile, dietro Elisabeth.

    La ragazza, oggi, aveva optato per essere seduta con Blake. Lucas lo guardava di sottecchi, alternando l'attenzione dal ragazzo alla Prefetta.
    Il piede iniziò a muoversi, facendo far su e giù alla gamba, quindi quando il suo cervello elaborò "test a sorpresa" fece cadere la testa pesantemente sul banco.
    Non poteva crederci, non era possibile...
    Lui non aveva aperto libro in questi due mesi, la cosa sarebbe andata malissimo.

    Al tre del docente, voltò il foglio, ancora agitando la gamba per il nervoso.
    «Pogrebin? Davvero? Maddai...» era nella merda, non c'era che dire.
    Non poteva uscirsene facilmente, tutti i compiti erano differenti.
    Sbuffò e per la prima ventina di minuti, rimase a fissare la pergamena, giocando con la penna tra le dita.

    «Il Pogrebin è un demone russo, non troppo alto con il corpo peloso e la testa gigante e pelata. Il suo colore è grigio, tanto che se si accovaccia potrebbe essere scambiato per un sasso.
    Io lo classificherei come il demone stalker, perché ossessionato dagli umani, li pedina costantemente.
    Fin qui si penserebbe che non avrebbe nulla di pericoloso, tuttavia quando qualcuno viene pedinato dal pogrebin, la vittima è assalita da attacchi di disperazione e apatia, al culmine di questo stato di disperazione, frigna accasciandosi a terra.
    Ed è qui che il Pogrebin prende piede, per mangiarlo.
    Tuttavia, essendo classificato come una creatura XXX dal Ministero della Magia, un Mago capace potrebbe riuscire a metterlo fuorigioco con maledizioni e schiantesimi.
    Se dovessi trovarmelo davanti io, un Pogrebin... beh, inizierei a prenderlo a calci, forse lancerei qualche schiantesimo, ma come detto prima, un Mago in gamba potrebbe salvarsi, io a stento so come lanciare un Protego.
    Tuttavia, penso che se provasse, il Pogrebin, ad essere perseguitato anche lui, sarebbe divertente vedere cosa ne penserebbe...
    »


    Non aveva altro da dire, quindi posò la penna sul banco e anche la testa. E attese.
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    Si ritrovò a sorridere alle parole di Nikolai van Aalter , quando la ringraziò per come si stava comportando con Tess. Per lei non era niente di fastidio, anzi: non aveva mai avuto delle vere e proprie amiche negli ultimi anni, non era una che legava facilmente con le persone e aveva imparato a fidarsi sempre meno dei legami, ma con Theresa era facile affezionarsi e la sua follia le permetteva di distrarsi almeno un po’ dalla sua rigidità e da tutte le sue regole. Non pensava di stare facendo molto per tenerle dietro quanto piuttosto stava cercando di essere un’amica per lei, e sperava che le cose continuassero a funzionare.
    “A me fa piacere.” osservò tranquilla mentre superava la soglia con gli altri due suoi compagni. Mentre raggiungeva il suo posto non faticò ad incrociare lo sguardo di Blake e questa volta non le venne nemmeno in mente di punzecchiarlo per qualche cosa. Piuttosto si ritrovò a sorridere gentile a Giadì , che raggiunse lei ed Adamas con una certa sicurezza. Non aveva ancora avuto modo di conoscere bene la ragazza ma era innegabile quanto la trovasse carina e apparentemente simpatica. Considerata la sua reazione e quella dei suoi compagni di classe il compito a sorpresa era qualcosa che aveva spiazzato un po’ tutti e si sentì quasi rincuorata all’idea di non essere l’unica a temerne il risultato: certo, per una che ripassava qualunque materia un giorno sì e l’altro pure, preoccuparsi per quel genere di cose poteva risultare piuttosto paranoico, ma non aveva mai negato di essere fin troppo perfettina ed esigente con sé stessa, alle volte.
    Annuì piano quando la ragazza spiegò quanto ritenesse Ensor piuttosto temibile, e infondo Mia non poteva negare che l’uomo le metteva i brividi, e non certo in modo positivo. “Oh no, solo l’idea di arrivare in ritardo mi spaventa.” rispose con un mezzo sorriso con quella che voleva essere una battuta ma nemmeno fin troppo.
    Si ritrovò a sorridere di nuovo ad Adamas Vesper , quasi sorpresa del fatto che il ragazzo si fosse addirittura preoccupato di incoraggiarla: non era qualcosa che si aspettava da qualcuno che conosceva da così poco e non potè evitare di trovare la cosa decisamente dolce. “Andrà bene anche a te.” ricambiò, credendoci davvero.
    Drizzò la schiena e si fece attenta non appena il professore riprese parola e non mancò di lanciare un’occhiataccia a Blake Barnes quando Ensor spiegò la sua decisione di farli lavorare singolarmente. Per lei non era un problema così enorme, però si chiese se quel ragazzo non fosse mai capace di stare zitto e non fare danni. ”Ovviamente no” si rispose da sola, con il pensiero. Appoggiò la mano sul proprio foglio e aspettò il momento giusto per girarlo, già solo preoccupata all’idea che un solo foglio di brutta non le bastasse. E se avesse avuto bisogno di cancellare anche nella bella copia? Se si fosse sbagliata ricopiando qualcosa?! Dannazione, perché Ensor non era un professore dall’aria vagamente più comprensiva e accomodante?!
    Girato il foglio, Mia tirò un profondo respiro di sollievo: ricordava più che qualcosa sui Troll di Montagna e si ritenne fortunata ad aver beccato un argomento che aveva ripassato di recente. Prese velocemente in mano la penna e si sbrigò a cominciare a scrivere, sicura che ne avrebbe avuto almeno per un po’: aveva idea di che cosa dire ma temeva di non riuscire a spiegarsi in modo da far stare sul foglio tutte le sue conoscenze.
    “Il troll di montagna è una possibile specie di troll, uno tra i più grandi e feroci.” cominciò a scrivere con sicurezza, la testa chinata sul foglio e la mano che scivolava rapida sul foglio. ” Con la loro altezza che spesso sfiora i tre metri, la pelle spessa e di un colore simile al granito, di un grigio intenso, il corpo ricoperto di bitorzoli hanno indubbiamente un aspetto minaccioso. Come tutti i troll non spiccano per il loro carattere piacevole, a dire il vero sono per lo più violenti e aggressivi e hanno la tendenza a cercare il pericolo. La loro dieta è formata principalmente da carne cruda, sia essa di origine umana o animale. La specie dei troll è originaria del nord Europa, in particolare della Scandinavia, secondo le più recenti ricerche, ma si è ormai diffusa e adattata anche al clima del resto del mondo. Nella mitologia nordica si parlava di loro come creature piccole anche se spaventose, nonostante i troll conosciuti oggi siano ben diversi. I troll si distinguono tra troll di montagna, di colore grigiastro e dall’odore nauseante, troll di foresta dal colorito verde e troll d’acqua, dotati di corna e con la pelle di colore viola.” cercò di fare mente locale e quando fu certa di non aver sbagliato regione proseguì con il resto.
    ”La testa piccola e bitorzoluta dei troll, che quasi si perde in una struttura corporea così tanto massiccia, ospita un cervello piuttosto piccolo: i troll non sono certo conosciuti per la loto intelligenza, malgrado sia ormai risaputo che abbiano costruito, negli anni, una lingua tutta loro –segno che sono in grado di organizzarsi e fare ragionamenti logici- fatta di grugniti e rumori non meglio identificati, sono per lo più incapaci di comprendere la lingua umana. E’ difficile che un troll si lasci “addomesticare”, ma alcuni dei soggetti più svegli e collaborativi vengono spesso utilizzati nella sicurezza e nella sorveglianza.” Rilesse il testo un paio di volte e, malgrado avesse scritto una pagina intera, le sembrava comunque di non aver detto abbastanza. C’era da dire che i troll non fossero creature su cui ci fosse moltissimo da dire e provò a confortarsi da sola riportando alla mente come, anche nel libro che aveva studiato non gli fosse stato dedicato poi tantissimo spazio.
    Dopo essersi assicurata di non aver scritto nulla di errato cominciò con la parte più complessa, quella dedicata agli incantesimi. “Essendo i troll esseri non molto svegli ma dalla mole alquanto importante trovo che non sia sempre necessario ferirli direttamente, ma alle volte basti semplicemente distrarli o renderli innocui per riuscire a rivolgere la situazione a proprio favore. Un Conjuctivus” per esempio potrebbe portarli a perdere l’orientamento, dal momento che privi della vista faticherebbero a comprendere dove e chi attaccare e potrebbero impiegare un po’ a concentrarsi sui rumori e cercare in questo modo la loro preda. Un Farfallus Explodit potrebbe rappresentare un altro efficace diversivo, allo stesso modo anche un Tarantallegra potrebbe tornare utile per distrarre il troll ma bisognerebbe stare molto attenti alla situazione e alle conseguenze di un incantesimo simile, visto che potrebbe provocare parecchi danni all’ambiente circostante a causa del peso e della grandezza del troll. Se distrarlo non è un metodo abbastanza efficace, trovo opportuno utilizzare Impedimenta o Petrificus totalus”, entrambi incantesimi in grado di bloccare il soggetto. Solo in casi estremi utilizzerei un Flipendo perché, considerata la natura irosa e vendicativa dei troll, potrebbe rivelarsi controproducente” osservò la sua opera e alla fine si impegnò per ricopiarla con estrema cura, attenta a scrivere nel modo più comprensibile possibile e non sbagliare. Una volta terminato si guardò brevemente intorno, giusto per capire a che punto fossero i suoi compagni, per poi decidersi ad alzarsi per andare ad appoggiare il suo test insieme agli altri, nel caso fosse stato permesso.

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    ingraziò mentalmente il deficiente che fece girare le scatole all’insegnante a tal punto da portarlo a prendere la decisione di prendere parte alla futura esercitazione in solitaria anziché a coppie; in realtà ad Eara andava bene anche così, ma avrebbe decisamente preferito che i compagni tenessero la bocca chiusa.
    Difesa Contro le Arti Oscure era una materia che non le era mai dispiaciuta, ma certamente non poteva annoverarla tra le sue preferite: molto spesso studiava semplicemente per adempiere al proprio dovere di studentessa, senza interessarti granché agli argomenti trattati. Questo non era il caso della corrente materia che stava seguendo, ma le era già abbondantemente capitato. Aveva sempre cercato di dare il massimo sempre e comunque, per cui non sarebbe stata da meno; sperava soltanto di non fare brutta figura, com’era già successo con Antiche Rune l’ultima volta.
    Piegò la testa prima a destra e poi a sinistra facendo scrocchiare le ossa e rilassare il collo, per poi tirare fuori dalla propria tracolla la penna. Soltanto nel momento in cui l’insegnante – nonché Responsabile della sua stessa Casa – avrebbe dato loro il permesso di potersi mettere a lavoro, Eara avrebbe girato il foglio per cominciare. Quella ravvicinata vicinanza con l’uomo le metteva una certa ansia non solo perché era affascinante, ma anche perché i suoi modi di fare la facevano costantemente sentire come se anche solo respirare fosse sbagliato. Perché non lo era, giusto?
    Tossicchiò, poi voltò il foglio quando ne ebbe il permesso e cominciò a scrivere.
    In cuor suo, nel frattempo, pensò che non si sarebbe voluta trovare di fronte ad un Doxy nemmeno per sbaglio.

    Il Doxy è una creatura anche conosciuta con il nome di “Fata Mordace” che molto spesso viene scambiata, appunto, per una Fata – nonostante si tratti di qualcosa di totalmente differente. Questo genere di creature ha una forma antropomorfa, sono ricoperte di un folto pelo nero e possiedono un paio di gambe e braccia in più – quindi possiede ben quattro gambe e quattro braccia. Proprio come una Fata, possiede anche un paio di ali molto spesse, ricurve e luccicanti simili a quelle di un comune coleottero. Possiedono due file di denti affilati e velenosi, e in caso di morso sarebbe opportuno assumere prontamente un adeguato Antidoto.
    È possibile trovare queste creature nel Nord Europa e nel Nord America, in quanto sembrano prediligere i climi tendenzialmente freddi. In seguito alla riproduzione, sono in grado di deporre fino a cinquecento uova per volta e le seppelliscono prima che si possano schiudere, il che avviene all’incirca dopo due-tre settimane: questa è una caratteristica che rende le creature molto fastidiose per i Maghi che bonificano alcune aree e si ritrovano a dover fronteggiare intere colonie di Doxy.
    Esiste tuttavia un metodo efficace per potersi liberare di queste creature: esso prende il nome di Filtro Doxicida, grazie al quale è possibile rendere i Doxy incoscienti per alcuni minuti così da avere il tempo di allontanarli grazie all’ausilio di un Incantesimo di Esilio. Sarebbe anche consono apporre delle protezioni magiche attorno alla propria abitazione così da evitare una futura ricomparsa.
    L’Ufficio per il Controllo delle Creature Magiche, sito al Ministero della Magia, ha classificato queste creature con XXX (“un Mago capace dovrebbe cavarsela”).


    Con il costante pensiero di quel trenta percento in più sulla valutazione finale, la Lestrange mise a posto la penna sul banco e rilesse velocemente il compito per capire quanto facesse schifo da uno a seiunTroll: forse i suoi sforzi l’avevano condotta a malapena a metà strada. Appose il proprio nome e la sua Casa alla fine, per poi girarlo a faccia in giù, proprio com’era prima che iniziasse a scrivere.
    Sollevò un sopracciglio, incerta, e poi alzò la mano destra.
    Professor Ensor, avrei terminato anche io il mio compito.
    Un sorriso tirato le si dipinse in volto, ansiosa.
     
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    Andros Cahlen
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    Il concerto era alle sue strofe e a dirigerlo era il professor Ensor, che aveva architettato una prova pratica a coppie (salvo per i Black Opal flagellati) introdotto da un test scritto, il quale era incentrato su una creatura magica, la sua descrizione fisica, le sue abitudini e naturalmente il miglior modo per "approcciarla". Ad Andros era capitato il Nogtail, una creatura che egli reputava ripugnante per via del suo egoistico parassitismo e per la maledizione che esso e la sua prole causavano, ma che tuttavia il ragazzo vide solo sui libri di testo, una delle volte in cui vivere circondato da creature magiche non lo avvantaggiava.
    Nonostante un barlume di curiosità iniziale Andros non rivolse il proprio sguardo verso i compagni, ne tanto meno si mostrò interessato a quello che dicevano per non attirare le attenzioni negative del professore, e se ne stette lì cinque minuti buoni cercando di ricordare più dettagli possibili su quella creatura dato che in caso la prova pratica non fosse stata delle migliori avrebbe potuto compensare in parte con il test scritto. Sul foglio di prova scrisse:

    I Nogtail è una creatura magica con classificazione XXX dal Ministero della Magia. Nonostante il suo aspetto ricordi quello di un maiale è in realtà un demone parassita che ha l'abitudine di accodarsi alla cucciolata di una scrofa e nutrirsi del suo latte, spesso e volentieri causando la morte della cucciolata e della scrofa. Ma il danno maggiore che questa creatura è maledire la fattoria o il rifugio che la ospita. Il modo più efficace di liberarsi di queste creature è di usare dei segugi completamente bianchi (preferibilmente albini) per stanarli e ucciderli il più velocemente possibili dato che più la creatura rimane in circolazione maggiore sarà la durata della maledizione che affligge la fattoria (in più sono piuttosto scaltri nei movimenti), e per coloro che hanno un infestazione di Nogtail il Ministero alleva questi mastini apposta.

    Sembrava tutto in ordine ma volendo c'erano altre cose da poter aggiungere al testo, ma lì per lì ad Andros non venne in mente nulla di particolare, finché a venti minuti allo scadere del tempo...'Cavolo è vero, non ho fatto una descrizione fisica accurata della creatura! Che culo ad essermene ricordato ora!', così il ragazzo aggiunse in basso al foglio un paio di righe:

    Riconoscere un Nogtail non è troppo difficile, e nonostante assomigli vagamente ad un maiale ha dei tratti caratteristici come l'essere piuttosto magro, con le zampe lunghe, il pelo ispido, la coda larga e dei piccoli e sfuggenti occhi neri.

    Era fatta, giusto dieci minuti di tempo per copiarla con una grafia ed una punteggiatura migliore, e giusto qualche minuto prima della scadenza Andros consegnò il compito "Professor Ensor, io ho finito".

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    Ayla Holmes
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    Che Ensor fosse un tipo "difficile" era risaputo.
    Ayla non provava né simpatia né antipatia nei suoi confronti, ma non era certo tra i suoi preferiti. La sua scelta di far svolgere a tutti loro l'esercizio pratico a coppie tranne che ai Black Opal non le piacque affatto. In generale, era preoccupata da ciò che avrebbero dovuto fare durante l'esercizio pratico. Non le piaceva l'idea di lottare contro qualcuno o qualcosa, qualunque essa sia. In fondo, la parte teorica era incentrata sul come sfidare una determinata creatura.
    Ora, chiunque conoscesse abbastanza bene Ayla (cioé quasi nessuno lì dentro) sapeva bene quanto a lei piacesse studiare ogni tipo di creatura al di fuori dal genere umano, dagli animali comuni, a quelli fantastici, ai mostri come i giganti o i ciclopi. Sapeva che erano pericolosi ma la affascinavano comunque, non ne poteva fare a meno. Per questo al terzo anno ad Hogwarts aveva scelto "Cura delle Creature Magiche" tra le materie disponibili.
    Era sicura che non avrebbe avuto problemi durante la prova teorica, ma la pratica la preoccupava, non voleva trovarsi ad affrontare una creatura indifesa, e l'influenza non la aiutava affatto a placare la preoccupazione.
    Sospirò e al tre di Ensor girò il foglio: i Kelpie.
    Si illuminò: era tra le creature che preferiva! Così misteriose da non poter non apparirle affascinanti.
    Sorrise e iniziò a scrivere il testo in brutta copia, sua abitudine, in modo da consegnare un compito il più pulito e elaborato possibile.
    I Kelpie sono noti come demoni acquatici la cui vera forma è ignota, a causa della loro abitudine di assumere varie forme, tra cui la più comune di cavalli con la criniera formata da giunchi di palude. Altra forma nota è quella del famoso serpente che occupa il Lago di Loch Ness in scozia, il famoso Nessie, ad oggi il più grande Kelpie mai conosciuto.
    Non a caso è stato catalogato come XXXX dall'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche, ovvero come Pericoloso e non trattabile se non da maghi altamente esperti. Infatti queste creature tendono ad attirare a loro gli esseri umani lasciando che salgano sulla loro groppa prima di trascinarli con sé sott'acqua per divorarli.
    Il miglior modo di affrontare i Kelpie è considerato utilizzare contro di lui un incantesimo Imposium, capace di ammansire il demone acquatico, ma essendo un incantesimo molto difficile da utilizzare, ancora una volta è sconsigliato a maghi non abbastanza esperti di affrontare tale creatura.

    Si chiese fino all'ultimo se mettere una propria considerazione personale ma alla fine ci rinunciò per paura che poi il test risultasse troppo personale e dopotutto non era un tema, quindi perché farlo? Concluse così il testo, lo ricopiò in bella copia poiché la brutta risultava troppo lavorata e confusionaria, e annunciò: Ho concluso, professore.
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    Jessica Veronica Whitemore
    Black Opal | 17 anni
    La lezione non era iniziata per niente nel migliore dei modi. No, assolutamente no. Si erano già presi una mezza punizione, o meglio, una penalizzazione durante la prova pratica, o almeno così aveva capito la corvina. E indovinate perché? Beh, per colpa di Blake naturalmente. Jessica scrollò le spalle. Quel che era fatto, era fatto, quindi non aveva nemmeno senso prendersela inutilmente con il compagno. Avrebbe affrontato la prova a testa alta, anche se avrebbe dovuto farla in singolo anziché in coppia.
    Ensor e l'Opale stavano parlando da qualche minuto ma al professore non sembrava andare troppo a genio il ragazzo, anche se quest'ultimo sosteneva il contrario.
    Un piccolo brivido -niente affatto piacevole- le percorse la schiena. Aveva appena annunciato, appunto, che la pratica sarebbe stata a coppie ma avrebbe fatto un'eccezione per i Black Opal, concedendogli il grandissimo onore di svolgere la prova singolarmente. Okay, non era una cosa buona. Non lo era per niente. Se uno come Ensor prendeva di mira la loro casata (cosa che probabilmente aveva già fatto) sarebbe stata la fine, anche se la ragazza non lo avrebbe mai ammesso. Avrebbe svolto tutte le prove al massimo delle sue capacità. Sperava di riuscire a prendere il voto massimo anche a Difesa così come a Rune, ma ne dubitava fortemente. Ensor non era Olwen.
    La sua attenzione tornò a concentrarsi sui suoi temporanei compagni di banco e in particolare sulla frase di Adamas. Dipende dai punti di vista. Rispose solo. Un test di Difesa era sempre un male, soprattutto se questi veniva fatto a sorpresa. Probabilmente era il primo test che i primini facevano con Brian -anche se non poteva averne l'assoluta certezza- e quindi non sapevano appieno di cos'era capace l'uomo. Poi voltò lo sguardo verso Mia e le sorrise. Beh, questo è un bene. Non essere come certe persone e sottolineò la parola che arrivano in ritardo ad ogni lezione.
    Avrebbe voluto aggiungere altro, ma il suo discorso fu interrotto dalla voce di Ensor che gli spiegava brevemente in cosa consisteva il test e, successivamente, diceva loro che potevano girare il foglio. Jessica guardò il professore per un secondo, prima di girare il foglio e leggere, vagamente preoccupata, la consegna.
    Descrivi brevemente la fisionomia della creatura oscura e la sua solita ubicazione, soffermandoti successivamente sul motivo per cui è considerata pericolosa e in che modo reputi più opportuno difenderti da essa. Qualunque altra informazione sulla creature è ben accetta.
    Sotto ad essa, la foto -non troppo grande- di un Ghoul.
    Era decisamente brutto. Tuttavia non le sembrava una consegna impossibile come temeva, quindi prese un foglio di brutta copia, la sua penna e, nell'esatto momento in cui posò la punta di essa sul foglio, la porta si spalancò.
    La ragazza, istintivamente, alzò la testa per vedere chi avesse osato ritardare ad una lezione di Ensor. Poco lontano vide entrare trafelato Samuel, un ragazzino del primo anno che aveva avuto modo di conoscere tra le serpi ad Hogwarts. Se doveva dirla tutta, sembrava più piccolo di quella che era la sua età reale. Ma non poteva soffermarsi troppo ad osservare il ragazzino; aveva un test da svolgere. Bene, Ghoul... ricercò nella sua mente tutte le informazioni che aveva appreso su quell'essere e, poco dopo, buttò le sue idee su carta.
    Il Ghoul, sebbene sia un mostro particolarmente brutto, non è eccessivamente pericoloso ed è classificato come XX dal Ministero della Magia. Assomigliano quasi a degli orchi e sono viscidi e con dei brutti denti sporgenti. Generalmente infestano luoghi appartenenti ai maghi, come soffitte e fienili dove si nutre di piccoli insetti. Stava per continuare il tema, quando la porta si aprì di nuovo e comparve Lilith. Era il secondo ritardo ed era passato poco più di un mese dall'inizio della scuola. Beh, non si stava dimostrando granché sveglia per essere una Prefetta. sbuffando leggermente per essere stata interrotta, tornò con gli occhi sul suo tema. Bene, dov'eravamo rimasti... pensò infastidita.
    Non è un essere molto intelligente e spesso si limita a ringhiare a chiunque gli si avvicini. Esiste persino una Task Force al Dipartimento che si occupa di questo tipo di creature per evitare che essi infestino le case babbane ma, appunto, non sono pericolosi e il massimo che fanno è lanciare oggetti Un'altra volta la porta la bloccò dalla stesura del suo tema e la fece girare, più irritata di prima. Era Lucas. Anche lui era al secondo ritardo e nelle stesse identiche lezioni. Per un attimo, prima di continuare a scrivere, si chiese se per caso i due -lui e Lilith- non fossero imparentati. Scosse la testa e cercò nuovamente di concentrarsi. Per difendersi da lui non ci vuole molto impegno, in quanto non costituiscono una seria minaccia. A mio parere, per contrastare la loro quasi inesistente intelligenza, basterà utilizzare qualche incantesimo abbastanza basilare e appreso a scuola, come Impedimenta. Si può utilizzare, però, tranquillamente anche Flipendio, causandogli così ferite superficiali che, secondo me, basteranno per farlo tornare a farsi i propri affari. Ma ci sono veramente tanti incantesimi semplici che si possono usare qualora il mostro decida, per un qualche motivo, di mostrarsi più aggressivo del normale. Lo si potrebbe usare a proprio vantaggio usando "Imperio", ma solo se si è abbastanza esperti di magia oscura, essendo una delle tre maledizioni senza perdono. La ragazza sorrise perché le sembrava che il suo tema stesse venendo bene. Essendo classificato come XX, l'essere può essere addestrato o comunque è piuttosto innocuo, il che è un bene visto che vivono a stretto contatto con le persone, infestandone la soffitta.
    Mise giù la penna e lasciò un'occhiata agli altri. Quasi tutti avevano finito, mentre lei doveva ancora riscriverlo in bella copia. Mancavano ancora circa dieci minuti allo scadere del tempo, quindi ce l'avrebbe fatta. L'idea di copiare non le era passata nemmeno per l'anticamera del cervello. Non voleva perdere già un milione di punti per gli Opali che nemmeno l'anno era iniziato. Certo, Ensor era il loro responsabile, ma il suo odio per gli studenti trascendeva da ogni ruolo a loro legato che avesse all'interno della scuola.
    Riprese a scrivere in bella grafia, ricopiando il suo scritto riga per riga nel foglio di bella copia, facendo attenzione a non lasciare nemmeno minuscole sbavature. Chiunque fosse stato mancino, avrebbe avuto diverse grane, in quel senso. Quando sembrò soddisfatta del lavoro svolto, tornò con gli occhi all'inizio del foglio dove aveva lasciato uno spazio non troppo grande e vi scrisse "Ghoul" sempre in calligrafia ordinata, solo che questa parola, essendo il titolo, la rimarcò ulteriormente. Ho finito! Disse poi rivolta, con il suo solito tono di sfida, al professore. Si alzò e si diresse verso di lui, lasciando scivolare piano il suo foglio sopra quello dell'ultimo studente che aveva consegnato prima di lei, dopodiché -con un innocente sorriso ad Ensor- tornò a sedersi vicino ad Adamas e Mia. E questa è andata, ora preoccupiamoci per la prova pratica. Sussurrò ai due ragazzi che avevano già finito da diversi minuti.
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda | Stat.
    by Lance


    »ƒreckles Adamas Vesper
     
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    Theresa van Aalter ( ▲ Scheda |▼Stat ) - 16 anni - Lycan - Ametrin - I Anno
    «Being brave means knowing that when you fail, you don't fail forever.» - Lana Del Rey
    Tutto ci si poteva aspettare che capitasse tranne che Mia con astuzia spuntasse dal nulla per risolvere la situazione e salvare i fratelli van Aalter da quell'increscioso siparietto. A dispetto del ricciolino, Theresa sembrò esser quella più rigida nel mostrare la sua gratutidine e allo stesso tempo, la più colpita dato che le sue guance presero letteralmente fuoco allo stesso modo con cui era divampata la maniglia della porta alla carineria della ragazza e ne incrociò lo sguardo mugugnando qualcosa di incomprensibile, sembrò quasi che si stesse lamentando tra se e se burberamente, fin quando non le sfuggì tra i denti snudati un labiale e muto: "Grazie" successivamente rafforzato da un gesto che fin prima non le si era mai visto fare: congiunse indici e pollici a formare un cuoricino. Ovviamente lo fece prima di entrare in classe e quindi solamente chi era presente in corridoio avrebbe potuto assistervi. Quando entrò finalmente in aula annunciandosi in maniera tale che il registro potesse venir aggiornato con il nome di: “Theresa van Aalter" prima di salutare il professore con un broncio e l'aria scazzata “'Giorno, Professore." colse il saluto che le arrivò lontano di Jessica e fece un movimento di sopracciglia, guardandola mentre che un sorrisino sghembo si palesava e si allargava sempre di più sul volto, il suo modo particolare di salutare.Poi lo sguardo passò in rassegna su Erik, Jesse e Blake e con il medesimo cenno salutò anche loro prima di voltarsi anche verso Elisabeth, Ayla e Lucas a cui riserbò un sorrisino più sfacciato ed irriverente. Con il resto della classe non ci aveva mai interagito e come tale faticava ad approcciare se non con uno "scontro diretto" che avrebbe preferito evitare durante la lezione di Difesa. Scelse il banco di fianco a quello di Mia che gentilmente suo fratello le aveva lasciato, preferendo occupare il posto alla sinistra di Blake, anche se non appena fu annunciato il compito a sorpresa si maledì mentalmente e schizzò sulla sedia da curva com'era, tossendo un'imprecazione ben celata tra i denti. “Pssst-... Mia, mi aiuti tu?" Chiese con un bisbiglio sottile sperando che potesse contare sull'ametrina bionda ancora una volta nel mentre che preparava velocemente l'occorrente per poter scrivere intingendo la penna nel calamaio. Chiariamo una cosa, detestava chiedere aiuto ma quelle materie non facevano al caso suo, specialmente quando avevano una componente pratica non da poco. Non appena fu dato il via da Brian girò il foglio e lesse attentamente con la fronte aggrottata e mormorò interdetta sempre a voce bassa “Non è possibile-... Ah, non serve più, questo so farlo." soggiunse poi in ultimo verso Mia facendole intendere che non aveva più nulla da temere Menomale! aveva sudato freddo per nulla. Brian non poteva sapere che fosse amante della cultura nipponica e che quindi per lei il Kappa rappresentava una creatura magica decisamente più familiare rispetto ad un Kelpie o a un Troll di Montagna, stavolta la fortuna era dalla sua parte. Non facciamoci tradire dall'emozione, devo stenderlo giù in un inglese perfetto e i termini olandesizzati sono fuori discussione. e si mise a vergare le prime parole, lasciando che il suo sapere prendesse lentamente forma su carta "I Kappa appartengono alla famiglia degli Yokai secondo la cultura giapponese, ovvero ai demoni e agli spiriti negativi e difatti vengono temuti sin dai tempi antichi per via della loro natura di demoni annegatori. Sono piccoli come dei bambini ed assomigliano a delle scimmie, quindi con una fisionomia umanoide con la pelle ricoperta di squame e da un grosso e solido carapace molto simile a quello di una tartaruga che ha sulla schiena e che usa per difendersi, ha artigli lunghi e letali che usa per squartare ed uccidere le sue vittime ed arti lunghi e sottili ma altrettanto forti e palmati che oltre che per nuotare, gli servono per trascinare i malcapitati sul fondo di laghi e fiumi. C'è da fare una precisazione, un Kappa è una creatura magica d'acqua dolce ed è quella stessa acqua che gli dona energia e che gli permette di non morire disidratato durante i suoi brevi tragitti sulla terraferma. E' in grado di conservarla all'interno di una conca, una sorta di coppetta che ha proprio sulla sommità del capo, nascosta dai ciuffi di "pelo" verdognoli che sono perlopiù alghe e altre piante acquatiche che gli crescono sulle squame. Un Kappa è una creatura da non sottovalutare; è estremamente agile, furba e maliziosa. Lui lo sa che la coppetta che ha sul capo è la sua unica debolezza oltre al fatto di essere estremamente ghiotto di cetrioli. E' possibile privarlo di ogni tipo d'energia in corpo qualora si riesca a fargliela cadere tutta dal buco sulla testa e si possono utilizzare vari stratagemmi per farlo: forza bruta, la magia o semplicemente, per andare sul sicuro, utilizzando proprio l'alimento preferito della creatura. Ed è questo il metodo che utilizzerei semmai avessi la sfortuna di incontrarlo, ovviamente dopo essermi munita di una protezione adeguata per torso, braccia e le parti vitali. Sfrutterei il diversivo del cetriolo per farlo uscire fuori dall'acqua e aspetterei che quello ci si lanciasse sopra a capofitto, focalizzandoci tutta la sua attenzione. Solo a quel punto, prendendolo di sorpresa alle spalle, lo afferrerei per il collo, forzandogli la testa verso il basso per fargli perdere tutta l'acqua e renderlo finalmente inoffensivo." Dopodichè finì di scrivere e con una rapida occhiata, intercettò suo fratello. L'avrebbe aspettato per consegnare in ultimo il suo compito assieme a lui.

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    Nikolai van Aalter
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    Nik si limitò a rispondere con un sorriso a trentadue denti alle parole di Mia su sua sorella.
    Erano state poche parole quelle dell'ametrina, così semplici e pure che, andiamo, non potevano essere buttate lì solo per far bella figura. Nikolai era convinto che lo pensasse sul serio.. e a lui non poteva che far piacere che ci fosse una testa disciplinata e gentile a vegliare su quel tifone senza controllo di Tess.
    Il gruppetto di tre entrò in classe e il Dioptase rispose al saluto di Adamas, prima che le parole di Blake su Ensor e la sua casata facessero cadere il gelo su praticamente tutti gli studenti. Non volò più una mosca fino alla risposta del professore.
    "Questa è la volta buona che gli dà fuoco lui.."
    Si ritrovò a pensare Nik, con il fiato sospeso, mentre Brian faceva per aprire la bocca. E poi...... quasi si strozzò con la sua saliva per trattenere la risata che gli risalì genuinamente dalle viscere, quando sentì le conseguenze del gesto folle ed avventato dell'opale.
    *coff coff*
    "Per Ginevra, se è bravo a fare lo stronzo!"
    *coff coff*
    Quasi stramazzò con la testa sul banco, un po' per nascondere il ghigno distorto che gli si era formato in volto a forza di tenere in corpo le sue risa ed un po' perché effettivamente gli era andata di traverso la saliva e doveva tossire. Si riprese fortunatamente proprio mentre Ensor spiegava in cosa sarebbe consistita la prova teorica di quella giornata.
    Ok, niente paura. Sono bravo con la teoria di Difesa.
    Si disse, come per darsi coraggio, mentre osservava con fare di sfida il foglio del compito in classe. Forse avrebbe dovuto ricordarsi di continuare quella frase così come andava continuata, ovvero con un "...è nella pratica che sono una pippa", ma quello sarebbe stato un problema appresso a cui impanicarsi dopo. La prova pratica era così lontana nel tempo che Nik neanche ci pensava.. cioè, insomma, mancavano ben.. boh.. venti minuti? Trenta? Si, trenta, almeno a detta del professor Ensor.
    Non sarebbe stato difficile per lui però far trasformare magicamente questa mezz'ora in venti minuti, nel caso qualcosa l'avesse fatto stizzire, motivo per cui Nikolai decise saggiamente di non provare a fare il verso alle sue parole, sussurrandole ai suoi compagni. Anche perché li vedeva quasi tutti tesi come crini di unicorno, forse non era il momento migliore per scherzare quello?
    "E va bene, compito. Dai il peggio di te. Che bestiaccia hai in serbo per il buon Nik?"
    Si chiese, durante il countdown di Ensor, al termine del quale voltò repentinamente il foglio per scoprire come si trattasse di un Troll di Foresta. Oh cielo, un troll di foresta. Aveva già sentito parlare di creature del genere fuori dalla classe.. forse mentre stava facendo una passeggiata per dei corridoi. Che fossero usciti dalla bocca di.. Skyler l'infermiere?
    "Momento momento momento.. che cosa aveva detto..?"
    Nik cercò di spremersi le meningi e, dopo qualche minuto, trovò l'illuminazione. Un sorriso soddisfatto si dipinse sul suo volto, mentre le parole, ora come di getto, iniziavano ad imprimersi sulla carta di fronte a lui.

    Tra le creature che popolano il mondo magico i troll sono sicuramente tra quelle con la forza bruta maggiore, decisamente tra le più alte con i loro oltre tre metri ed indiscutibilmente le più puzzolenti. Non sono altro che bestiacce umanoidi gigantesche e vagamente deformi, caratterizzate da zanne e artigli resistenti e affilati, una stupidità senza limiti e la proverbiale puzza sopra citata.
    Ne esistono tre tipologie principali: quelli di montagna, di fiume e di foresta e questi ultimi sono l'oggetto di questo tema. A differenza dei loro cugini grigiastri e più comuni, i troll di foresta sono un po' più bassi e non completamente glabri. Spesso presentano barbe o ciuffi di pelo sul corpo che vanno dal verde acceso fino al marroncino che assumono le foglie secche in autunno, probabilmente perché la loro pelle verde non era sufficiente per mimetizzarsi negli ambienti boschivi che abitano e dei quali ricoprono sempre punti abbastanza alti della catena alimentare. La loro puzza, che vari da specie a specie, è simile a quella dell'humus in decomposizione, quindi di sicuro non una gioia per l'olfatto. Dal Ministero sono stati classificati come creature di pericolosità XXXX nonostante siano stupide come dei sassi e riescano a mettere in atto solo delle tattiche elementari, ma questo non è successo perché i magizoologi sono degli incompetenti, bensì perché i troll di foresta non hanno bisogno della tattica per essere pericolosi. La loro pelle spessissima e resistente alla magia, la loro forza che gli permette di sradicare gli alberi e le loro zanne e artigli (più sviluppati in questa specie che nelle altre) li rendono comunque macchine di morte dal massimo del punteggio. In combattimento prediligono usare i vari benefici che il bosco gli offre contro gli avversari. Nello specifico sono molto bravi nel lanciare tronchi d'albero come fossero palle di neve e nello schiacciarci i ficcanaso che si avvicinano troppo al loro territorio. Però non sono imbattibili. I troll della foresta, infatti, forse perché molto affini all'ambiente in cui vivono, sono terrorizzati dal fuoco. Incantesimi incendiari o anche un semplice fuoco normale, se abbastanza grande, può costringerli a mettersi sulla difensiva. E se quelle fiamme riusciamo a fargliele arrivare addosso, allora il gioco è fatto! Prenderanno a rotolarsi e a dimenarsi pur di spegnerle ma se, magari grazie alla magia, riusciamo a fare in modo che questo non succeda, loro batteranno in ritirata, spinti dall'istinto di sopravvivenza ad allontanarsi dalle lingue di fuoco. Non esiste metodo migliore per liberarsi di loro.


    Nikolai mise un punto alla fine del suo tema e lo rilesse rapidamente con lo sguardo. Quanto doveva essere fortunato per avere proprio all'interno della scuola un sopravvissuto all'attacco di un troll della foresta? Probabilmente Ensor doveva essersene scordato, altrimenti, conoscendolo, non avrebbe mai e poi mai rischiato di assegnare compiti su un argomento su cui anche una piccola parte degli studenti avrebbe potuto avere vita facile. Beh, meglio per Nik, no?
    Finito anche qui, prof!
    Esclamò dunque il Dioptase, poggiando la penna di fianco al foglio ed alzando la mano per attirare l'attenzione del docente.
    RevelioGDR
     
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