Votes given by James Beauvais

  1. .
    Finalmente il weekend era arrivato e con quest'ultimo anche un bel po' di tempo libero da poter trascorrere in tranquillità, lontano da lezioni e compiti da svolgere la sera.
    Stava ancora tentando di ambientarsi in quella realtà così differente da quella dalla quale proveniva, tuttavia stava andando meno peggio del previsto. Non aveva ancora stretto amicizia con nessuno, ma considerato il suo carattere sospettoso, tendeva a prendersi il suo tempo prima di fidarsi qualcuno.
    Veniva da sé che trascorrere il sabato per i fatti suoi non rappresentava un problema per lui.
    Aveva afferrato uno dei suoi fumetti preferiti dell'ultimo periodo e aveva deciso di recarsi dalle parti del cortile di pietra con tutto l'intento di sdraiarsi su una panchina e starsene lì a leggere.
    Aveva portato con sé anche un bricco di carta gentilmente offerto dagli elfi domestici che gli avevano scaldato un po' di latte, quindi il fresco di quella giornata sembrava non poterlo toccare minimamente.
    Fu quando raggiunse il posto designato che si rese conto di non essere completamente solo. Il fatto che ci fosse già qualcuno da quelle parti non rappresentava un grande problema per lui, tant'è che rivolse un mezzo inchino in direzione di James prima di occupare una delle panchine vuote posandoci su il bricco di latte.

    Ciao. Mi metto solo qui a leggere, non ti disturbo.

    Sollevò il fumetto, permettendo al ragazzo di sbirciare la copertina dello stesso, dandogli modo di leggerne il titolo. Si trattava di Chainsaw Man, ma non aveva la più pallida idea se James fosse un appassionato di manga. Per quanto ne poteva sapere lui, avrebbe tranquillamente potuto trattarsi di un mago purosangue che nulla conosceva del mondo babbano.
    Si sfilò il giacchetto scuro dalle spalle, appallottolandolo e posandolo sulla panchina, restando con indosso una felpa nera con tanto di cappuccio, un jeans scuro e un paio di Converse basse nere.
    Non sapeva se aveva interrotto magari un momento di riflessione né sapeva se James avrebbe preso di buon grado il fatto che lui si stesse fermando lì a leggere, ma in ogni caso non se ne sarebbe andato.
    Afferrò il bricco del latte, tracannando un paio di sorsi e mettendosi poi finalmente seduto mentre il fumetto veniva aperto a partire dall'ultima pagina.
    Lanciò un'occhiata di sottecchi a James e rimase seduto.
    Voleva capire se era il caso di sdraiarsi sulla panchina o meno.
    Joo-hyuk
    Kwon

    "
    If I was you, I'd wanna be me too.
    "

    black opal - I anno

    code by ©#fishbone

  2. .
    Duuuuunque:

    Numero di partecipanti: 1
    Sezione in cui aprire: dove volete
    Info aggiuntive: al momento sono impegnata con Barnes jr a far aggiornare Josh sugli ultimi avvenimenti. Per cui preferirei ruolare con qualcuno che non conosce, così da non avere troppe info compromettenti per le mani.
    Josh ha frequentato solo il primo anno, si assenta per malattia e torna ora, dopo tre anni, riprendendo gli studi dal quarto anno invece che dal quinto.
  3. .

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Lei non aveva ben chiaro quale fosse il programma della serata, tuttavia sperava davvero di trovarsi in una situazione più tranquilla, non voleva trovarsi con spintoni a destra e sinistra di gente che balla, o bicchieri rovesciati addosso da poveri ragazzi che non facevano altro che godersi la loro serata.
    Era solo che lei non era per niente in vena di tutta quella confusione e sperava vivamente che James avesse dei programmi più tranquilli per loro.
    E soprattutto che ci fosse Adrien nei paraggi.
    Il suo unico pensiero fisso era quello, voleva vederlo, voleva incontrarlo, voleva parlargli.
    Quando arrivò la risposta al suo messaggio, Gyll tirò un sospiro di sollievo, anche se farsi proteggere non era propriamente quello che desiderava realmente. Ma alla fin dei conti non sapeva nemmeno lei cosa realmente volesse.
    Sorrise appena, ricacciando il telefono in tasca, mentre con lo sguardo cercava James tra la gente che passava.

    Quando finalmente arrivò, sussultò appena non aspettandosi arrivasse così velocemente e soprattutto a salutarla in quel modo. Arrossì rapidamente, calando lo sguardo imbarazzata. Si sentiva strana, come se quel contatto l'avesse messa a disagio, non aspettandoselo.
    «James! Sì, certo. Era da tanto che non venivo qui...» - ammise, con un filo di voce, per poi ritornare a guardare con i suoi occhioni celesti il volto di James.
    «Ho dormito lungo il tragitto, quindi direi che è stato piuttosto rilassante. E tu? Sei qui da tanto? Da solo?» - si portò i capelli dietro l'orecchio, quindi tornò a guardare la gente che era attorno a loro, prima di tornare a morire dall'imbarazzo per quello che il Beauvais disse poc'anzi.
    Si guardò, non capendo come potesse trovarla "divina" con qualcosa del genere «Uh... ehm... grazie...» - non si era nemmeno impegnata per scegliere cosa indossare, decisamente fuori dal comune per una serata al Paradise. Infilò il braccialetto e lo seguì, cercando tra i presenti che le passavano accanto, il volto di Adrien.
    «Penso che una birra per ora vada bene...» - qundi afferrò una ghiacciata e iniziò a sorseggiarla. Era meglio iniziare con una birra, non voleva di certo ubriacarsi e fare danni. Non quella sera, si sperava.
    Gyll McKenzy

    "
    Non puoi attraversare la vita, cercando di non farti male.
    "
    Black Opal, III anno

    code by ©#fishbone

  4. .

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Il mondo era stato davvero tanto crudele con lei.
    Non solo le aveva reso la vita difficile, ma le aveva fatto conoscere cosa significasse avere una delusione da una persona di cui si è innamorati.
    Gyll non riusciva a far altro che pensare alle ultime parole di Adrien, forse non era riuscita a farsi capire, lei non era brava con le parole, non sapeva esprimere bene quello che aveva in testa, forse perchè la sua mente era un groviglio di fili incasinati di cui non vedeva il capo da tirare per poterli sbrogliare.
    Aveva fatto un casino, un grandissimo casino.
    E non aveva idea di come potesse rimediare.
    In un'altra situazione sarebbe rimasta ferma e avrebbe fatto scorrere del tempo, così che potesse fare il suo corso e magari risolversi da solo. Ma quella volta sentiva un vuoto, un vuoto più grande di quando era partita.
    Sapeva che sarebbe stato duro affrontare il distanziamento di Adrien. E lui aveva fatto solo ciò che lei gli aveva chiesto; eppure ora si era pentita.
    Il solo pensare che potesse essere con qualcun altro, il credere che quegli occhi potessero guardare un'altra come guardava lei, la mandava in panne.
    Non sapeva nemmeno dove fosse.

    E mentre si faceva tutte quelle paranoie serali, la mezza-veela guardava il soffitto della sua stanza in Scozia, dov'era tornata nella speranza di riposare un po'. La mamma aveva notato che qualcosa non andasse come doveva andare, il papà si era preoccupato perchè il suo entusiasmo era spento e non aveva esultato a vedere le nuove caramelle che aveva prodotto. E lei non raccontava nulla.
    Non poteva dire ai propri genitori quale fosse il reale problema, magari avrebbero giudicato loro figlia così come facevano quelle voci di corridoio.

    Quando quel lunedì l'era arrivato il messaggio di James, Gyll non pensò a quanto fosse favoloso poter andare in Grecia o a quanto non vedesse l'ora di provare a fare surf, ma il suo pensiero insistente fu: potrebbe esserci Adrien.
    Fu questo, probabilmente, a spingerla a partire.
    L'appuntamento era per quel venerdì, al Paradise Club.
    Non capiva perchè dovessero incontrarsi la sera per fare surf, ma la cosa poco le interessava.
    Indossò un costume intero nero, con lo scollo lineare e su di esso un pantaloncino dell'adidas nero anch'esso con i richiami del marchio color bianco.
    Non aveva più voglia di indossare colori sgargianti, si era spenta da quell'incontro con Adrien e nemmeno se n'era accorta.

    Raggiunse il luogo dell'incontro, trovandolo davvero molto affollato, quindi cercò di deviare verso i bagni, consapevole di potervi trovare gente, ma sempre meno di quella che era nella parte principale del Club, quindi inviò un messaggio al Beauvais, magari era con Adrien e sarebbero arrivati da lei «Hey James, sono arrivata. Sono verso i bagni, c'è un sacco di confusione, ti aspetto qui o non ci troveremo mai.»- inviò e cercò di prendere aria nei polmoni.
    Gyll McKenzy

    "
    Non puoi attraversare la vita, cercando di non farti male.
    "
    Black Opal, III anno

    code by ©#fishbone

  5. .
    Suo fratello non sarebbe cambiato mai: non aveva proprio intenzione di ascoltarlo, nonostante gli avesse più volte intimato di non giocare con le persone, perché i sentimi feriti potevano tornare indietro come un karma tagliente e affilato. Tuttavia, la testimonianza che gli offrì non era indice di ascolto dei suoi consigli.
    - Ah... - rispose Adrien, sconfitto e non provando più nemmeno a correggerlo.
    - E chi sarebbero? Almeno mi potresti dire i loro nomi... -
    C'era solo una persona che il Black Opal non credeva potesse essere ferita dall'atteggiamento di James: Giada Mccarthy. L'aveva conosciuta abbastanza per sapere che ragionava esattamente come suo fratello, solo da un punto di vista femminile. Non gli sembrava fosse una ragazza pudica, visto che aveva esposto il suo corpo davanti a lui, senza alcun ritegno, vergogna o imbarazzo. Inoltre, ricercava il piacere carnale in maniera assidua, non solo dal punto di vista sessuale, ma anche, ad esempio, con l'alcool. Era riuscita a condurlo nelle sue trame, a farlo ubriacare come non mai. Non che Adrien si stesse comportando da ragazzo maturo, ultimamente.
    - Chi sarebbe? Non me la ricordo... e no, grazie, non ho bisogno di dettagli... - rispose, lanciandogli uno sguardo truce. Certe volte, avrebbe voluto prenderlo a pugni e quella che aveva davanti era un'occasione d'oro. Aspettò, comunque, che salissero sul ring.
    - Conosco una persona con cui potresti trovarti più che bene, comunque. Forse, potresti finalmente protendere verso la monogamia! - gli disse. Non esitò ad enunciare il nome che il fratello avrebbe voluto sapere di sicuro.
    - Giada Mccarthy. La conosci già? Se non la conosci, allora te la presento io, senza alcuna ombra di dubbio! Benedirei persino la vostra unione! -
    Era totalmente sarcastico. Nel frattempo, dopo essersi messo i guanti, si diresse verso il ring. Oltrepassò le spesse corse e di pose in direzione di un angolo.
    - Bene! Cominciamo? -


    17 Y/O
    BLACK OPAL
    PUROSANGUE
  6. .
    Il messaggio di James gli era arrivato quella mattina durante un'ora di buca, notificato dalla suoneria del suo telefono. Lo aveva preso tra le mani, letto il testo e risposto prontamente.

    Per me va bene. Ho una lezione nel primo pomeriggio, però. Mi libero per le 15:30. Io dire che le 16:00 vadano più che bene. Che ne pensi?

    Dopo che si furono messi d'accordo circa l'orario e il luogo d'incontro, Adriem aveva svolto la sua giornata come al suo solito: aveva frequentato le lezioni, svolto qualche compito, pranzato ed era ritornato in aula per l'ultima delle lezioni. Alle 15:30 spaccate, aveva raggiunto la sua camera e si era cambiato dalla sua uniforme scolastica in t-shirt bianca e pantaloncini neri. Raccolse la sacca contenente i guantoni da boxe e una borraccia piena d'acqua fresca e si diresse verso la Stanza delle Necessità. Suo fratello aveva avuto proprio una bella idea! Entrò nello spazio, già predisposto in una vera e propria palestra: un ring si ergeva al centro della stanza, circondato da alcuni sacchi neri, pendenti dal soffitto. Notò James si stesse già riscaldando.
    - Non male! - affermó, annunciando la propria presenza al gemello più piccolo. Si avvicinò al ragazzino e lo strinse in un abbraccio, scompigliandoli i capelli.
    - Come stai, James? - gli domandò, curioso. Era da tanto che non si vedevano ed era meglio per Adrien che l'attenzione non ricadesse su sé stesso, poiché ne stava combinando di grosse. Se suo fratello le avesse sapute, era certo che non gli avrebbe rivolto più la parola, perché il suo esatto ragionamento sarebbe stato: "Mi hai fatto la predica fino ad ora, per poi darti alle canne e alla criminalità! Sei un ipocrita!". Il Black Opal, quelle parole non le avrebbe mai volute sentire.
    Lasciò in un angolo della stanza lo zaino: prima provvedette a togliersi l'orecchino e, poi, raccolse i guantoni. Non li indossò ma li posò all'esterno del ring.
    - Io mi riscaldo un pò, va bene? -
    Cominciò a correre lentamente, percorrendo tutta la lunghezza della stanza, fino a quando non iniziò a sentirsi senza fiato.

    17 Y/O
    BLACK OPAL
    PUROSANGUE
  7. .
    reply-arrow
    musical
    icq
    Jessica Whitemore
    La Burke ogni tanto fa qualcosa di buono concordò in merito al posto. Lo adorava, era tranquillo, isolato dal mondo e ci si poteva venire spesso per pensare. Lei, infatti, lo faceva. Lo faceva fin da quando aveva iniziato a percorrere i corridoi di quella scuola, ignara di quanto sarebbero diventati importanti per lei i suoi abitanti. Pensò ad Olwen e al bene che gli voleva, pensò al suo migliore amico Blake, pensò a Jesse, Erik, Lilith e Lucas. Pensò a Mia. A Marlee ed allo stesso James. Non riusciva ad immaginarsi per lei una vita diversa da quella che si era costruita tre anni prima.
    Purtroppo no e non esiste ancora una magia in grado di far apparire cibo e bevande confermò sconsolata, avviandosi al largo ed annuendo, mostrando il pollice alzato. Ci conto, eh annunciò, ridacchiando e toccando con le mani l'altra sponda che comunque essendo un modesto corso d'acqua, non era poi così lontana. Sentì la terra sbriciolarsi sotto le dita e sorrise, mentre essa andava a macchiare l'acqua che subito, quasi per magia, si ripulì.
    Non spessissimo, ma spesso sì. Questo posto mi aiuta a distendere i nervi. Vedrai, a lungo andare capirai perfettamente cosa intendo esclamò con un sorriso, girandosi verso di lui ed osservandolo fare il morto.
    Nemmeno ad Howarts esiste mormorò, avvicinandosi di soppiatto e mettendo le mani aperte con i palmi rivolti in giù, sul suo petto. Lo spinse appena verso il basso in modo da rompere quell'equilibrio tenuto sul pelo dell'acqua e rise, indietreggiando un po'. Tornò a toccare con la schiena l'altra riva e vi ci sollevò, sedendosi ed osservando l'amico e compagno. Non vedeva l'ora di incontrare nuovamente anche Marlee e passare tutto il tempo possibile con lei. Aveva così tante cose da raccontarle che a stento sapeva da dove cominciare.
    18 y.oStudenteBlack OpalIV annoFrom NY
  8. .
    reply-arrow
    musical
    icq
    Jessica Whitemore
    Forse non era stato molto leale proporre a James una gara per lui persa in partenza. Ma Jessica era fatta così, le piaceva giocare e si divertiva a canzonare gli altri, era una specie di passatempo per lei. Quindi era apparsa in riva a quel meraviglioso e tranquillo fiume, liberandosi dai vestiti e rimanendo in costume da bagno, mettendo in evidenza quella cicatrice sul ventre che, credeva, fosse stata procurata da un cane randagio con la rabbia o qualcosa del genere, così gli aveva detto lo zio. Ancora non aveva idea che si trattasse del morso di un licantropo.
    Ad ogni modo, dopo svariati minuti lo vede giungere sulle sue gambe, quindi non riuscì a trattenere una risatina.
    Scusami, non volevo prendermi gioco di te, ma la tentazione è stata irresistibile si giustificò, anche se in realtà non era propriamente dispiaciuta. Amava essere superiore agli altri, indipendentemente dal modo in cui lo dimostrava. Ma fu felice di vedere che lui non se la prese, anzi, sembrò accogliere bene la sconfitta. In effetti la conosceva da anni, ragion per cui sapeva grossomodo come fosse fatta ed era difficile ormai prendersela con lei.
    Ti ringrazio asserì, osservandolo spogliarsi fino a rimanere in boxer. Si strinse nelle spalle, lei non aveva nessun tipo di problema. Girava spesso in intimo in sala comune, indipendentemente da chi ci fosse: ragazzi o ragazze non aveva importanza. Chi la conosceva bene, i suoi migliori amici, ormai sapevano com'era e non si faceva problemi a girare così, mentre coloro che non conosceva bene... beh prima o poi se li sarebbe portati a letto, ragion per cui non aveva nessuna importanza come la vedevano.
    Annuì alla sua richiesta e scivolò in acqua con grazia, immergendosi fino al collo e beandosi della sensazione di infinità tranquillità che regalavano i sassi termali. Stava veramente benissimo e non avrebbe mai voluto uscire, anche se prima o poi le dita le si sarebbero raggrinzite come una vecchia prugna.
    18 y.oStudenteBlack OpalIV annoFrom NY
  9. .

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Non era la sola ad andare in spiaggia, questo lo sapeva benissimo, tuttavia non sempre capitava di avere incontri fortuiti con qualcuno che ti conosce. E questo, Gyll, doveva saperlo bene. Ultimamente aveva incontrato diverse persone, soprattutto studenti e studentesse del primo anno di cui non ricordava nemmeno il nome e a cui aveva sempre risposto cordialmente credendo che fossero solo pronti a ridere di lei a causa di tutti i suoi casini.
    James era probabilmente uno di questi e quando lo aveva incontrato nemmeno aveva appuntato mentalmente il suo nome e nemmeno il suo cognome altrimenti avrebbe subito provato a fare due più due e capire che in certo qual modo fosse legato ad Adrien.
    Quando si sentì chiamare, la mezza-veela si arrestò e guardò verso il ragazzo, sbattendo appena appena le palpebre per mettere a fuoco la sua figura.
    Sorrise dolcemente a quelle sue parole, trovandolo gentile, arrossendo appena e incrociando le dita delle mani tra loro, nascoste dalla tasca che aveva sulla felpa «Oh... Grazie... » - bisbiglió calando lo sguardo verso la sabbia, quasi cercando di sfuggire agli sguardi.
    Aveva il timore che anche quel ragazzo fosse pronto a ridere delle cose accadute alla cerimonia e che l'avesse fermata solo per quello.
    Tuttavia quando continuò a parlare, volle dargli un po di fiducia e sollevò il suo sguardo da cerbiatto «Hm... Piuttosto bene, tu... James, giusto?» - aveva ricordato il nome del ragazzo a cui aveva appena mentito senza preoccuparsene: star bene era un grande passo avanti, lei arrancava tra i mille disagi che combinava. Guardo verso il panda che si era sdraiata di schiena sulla sabbia a quattro di bastoni e rise appena, cristallina e serena «Sì, la mia piccola peste.» - che la metteva sempre di buon umore. Sgranó gli occhi alla proposta del ragazzo e scosse il capo. Non voleva sentir parlare di alcol almeno per un po', non che succedesse per forza qualcosa a causa dell'alcol, ma le riportava alla mente la serata con Adrien che era ancora vivida nei suoi ricordi. La leggerezza che aveva provato era stata unica... Ed ora era cascata di nuovo nel timore delle conseguenze.
    «Preferirei una seven up, a dire il vero... Io non bevo.» - scusi? E da quando? «Fai surf?» - domandò incliando il capo e cercando posto a sedere sul lettino dietro di loro.
    Gyll McKenzy

    "
    Non puoi attraversare la vita, cercando di non farti male.
    "
    Black Opal, III anno

    code by ©#fishbone

  10. .

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Ogni volta che era costretta a rimanere in accademia, cercava mille posti dove stare all'aria aperta: uno di questi era la spiaggia. Lì, Gyll, sentiva di potersi dedicare uno spazio per se stessa e solo lì poteva realmente cercare di capire cosa succedeva alla sua vita.
    Quel pomeriggio, però, aveva solo voglia di fare una passeggiata, senza pensare a niente se non al fatto che nonostante fosse dicembre, vi era un sole davvero da apprezzare.
    Aveva un semplice jeans attillato, nero e una felpa bianca con delle orecchie sul cappuccio. Si stava bene e quella felpa la parava anche dal freddo «Pixie, non ti bagnare, non ho niente per asciugarti.» - squittì la black opal mentre vedeva la sua creaturina zampettare sulla sabbia fredda, con grande felicità. Attraversò buona parte della spiaggia, con le mani nella tasca sulla pancia, poi si volse verso gli ombrelloni, cercando uno in prima fila dove potersi sedere.
    Non badò molto a chi era presente sulla spiaggia, intenta a guardare dove Pixie andasse a zampettare «Pixie, ho detto non in acqua!» - le urlò nuovamente, sperando che diventasse molto più imperativa come frase, quindi si tolse le scarpe e ficcò dentro le calze, per poter sentire anche lei la sabbia fredda sulla pelle.
    Mentre camminava accanto agli ombrelloni, guardando il mare, un calzino le cadde dalla scarpa, ma non se ne accorse.
    La spiaggia la metteva di buon umore e forse era per questo che sul volto, la mezza-veela, aveva un sorriso sereno. Chissà, a quell'ora, cosa stava facendo Adrien... il pensiero volò per un istante al ricciolino, ma la mezza scosse il capo e riprese a camminare, lasciando il suo calzino in mezzo alla sabbia.
    Gyll McKenzy

    "
    Non puoi attraversare la vita, cercando di non farti male.
    "
    Black Opal, III anno

    code by ©#fishbone

  11. .

    smistamento-ametrin

11 replies since 20/9/2021
.
UP