Se hai delle paure, portale sul ring

James & Adrien

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    [Domenica ore 16.00 Sala delle Necessità]



    Avere a che fare con le proprie sorelle e il fratello era molto importante per lui, con Adrien il rapporto era ottimo solo che spesso era un po' troppo protettivo spesso e volentieri, sembrava quasi un prete per certe punti di vista. Ma per quel giorno aveva organizzato un qualcosa di particolare, un allenamento di boxe con lui. Gli piaceva la boxe e sapeva dove poteva trovare quello che cercava. Inviò un messaggio al fratello nella mattinata.

    Ehi Adri, oggi ho voglia di boxare, vieni ad allenarti con me? Se la risposta è si ti aspetto oggi pomeriggio nella sala delle necessità. Vedrai che sorpresa ho preparato. James.

    Nel pomeriggio raggiunse la sala delle necessità, tutto quello che serviva era pronto per l'uso, c'era un ring al centro dove potevano boxare veramente, era di alto livello. Poi lateralmente c'erano dei sacchi da boxe, una panchina con guantoni, caschi, le canotte e i pantaloncini specifici, e anche i guanti da sacchi, non mancava nulla. Si mise a sedere sulla panchina per cambiarsi, lasciò i vestiti con cui era entrato sulla stessa poi si mise un paio di calzature da boxe e un paio di pantaloncini corti da boxe. Quindi infine si mise dei guanti leggeri. La maglia la lasciò dove era, non ne aveva bisogno sennò avrebbe sudato come se non ci fosse stato un domani, preferì rimanere a torso nudo. Si portò quindi a un sacco da allenamento per dare dei colpi allo stesso, era un buon modo per iniziare il riscaldamento in attesa del fratello. Iniziò a dare dei colpi leggeri allo stesso per poi aumentare piano piano il ritmo, era pur sempre solo un riscaldamento e non poteva stancarsi troppo.

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    Adrien Beauvais

    Ecco i pantaloncini indossati da James.....

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  2. Adrien Beauvais
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    Il messaggio di James gli era arrivato quella mattina durante un'ora di buca, notificato dalla suoneria del suo telefono. Lo aveva preso tra le mani, letto il testo e risposto prontamente.

    Per me va bene. Ho una lezione nel primo pomeriggio, però. Mi libero per le 15:30. Io dire che le 16:00 vadano più che bene. Che ne pensi?

    Dopo che si furono messi d'accordo circa l'orario e il luogo d'incontro, Adriem aveva svolto la sua giornata come al suo solito: aveva frequentato le lezioni, svolto qualche compito, pranzato ed era ritornato in aula per l'ultima delle lezioni. Alle 15:30 spaccate, aveva raggiunto la sua camera e si era cambiato dalla sua uniforme scolastica in t-shirt bianca e pantaloncini neri. Raccolse la sacca contenente i guantoni da boxe e una borraccia piena d'acqua fresca e si diresse verso la Stanza delle Necessità. Suo fratello aveva avuto proprio una bella idea! Entrò nello spazio, già predisposto in una vera e propria palestra: un ring si ergeva al centro della stanza, circondato da alcuni sacchi neri, pendenti dal soffitto. Notò James si stesse già riscaldando.
    - Non male! - affermó, annunciando la propria presenza al gemello più piccolo. Si avvicinò al ragazzino e lo strinse in un abbraccio, scompigliandoli i capelli.
    - Come stai, James? - gli domandò, curioso. Era da tanto che non si vedevano ed era meglio per Adrien che l'attenzione non ricadesse su sé stesso, poiché ne stava combinando di grosse. Se suo fratello le avesse sapute, era certo che non gli avrebbe rivolto più la parola, perché il suo esatto ragionamento sarebbe stato: "Mi hai fatto la predica fino ad ora, per poi darti alle canne e alla criminalità! Sei un ipocrita!". Il Black Opal, quelle parole non le avrebbe mai volute sentire.
    Lasciò in un angolo della stanza lo zaino: prima provvedette a togliersi l'orecchino e, poi, raccolse i guantoni. Non li indossò ma li posò all'esterno del ring.
    - Io mi riscaldo un pò, va bene? -
    Cominciò a correre lentamente, percorrendo tutta la lunghezza della stanza, fino a quando non iniziò a sentirsi senza fiato.

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    La risposta del fratello fu più che veloce, fu lieto di leggere che aveva accettato la proposta di fare a pugni "legalmente", un modo per scaricare la rabbia e lo stress che si potevano formare nel castello. Quella stanza era dedicata per loro studenti e potevano usarla quasi come meglio credevano, era come un modo che dava Hogwarts per loro per fare le cose che piacevano.

    Aggiudicato, mi raccomando sii puntuale per le 16 Adri e non trovare scuse per non presentarti. Ti aspetto alla sala delle necessità.

    Il tempo di divertirsi era arrivato e l'ora era scoccata, e per fortuna Adrien fu puntuale come un orologio svizzero, erano le 16 in punto quando entrò nella stanza.

    Ehi Adrien, ti vedo bene.

    Gli fece un sorriso per poi riprendere.

    Sono lieto che ti piaccia questo spazio, non manca nulla direi.

    Ricambiò quindi l'abbraccio e gli lasciò fare quella cosa con i suoi capelli, era una delle poche persone che lo poteva fare, senza ombra di dubbio.

    Sto bene dai, le lezioni sono toste ma mi piacciono e per il resto non mi lamento. Te invece come va?

    Fece una piccola pausa.

    Fai pure, fai assolutamente bene a riscaldarti sennò rischi anche di farti male.

    Era diventato lui il premuroso tra i due? Così sembrava dalle sue parole.

    Allora che mi racconti di nuovo? Hai fatto qualcosa di interessante oppure le solite cose?

    Era facile per lui capire quando il fratello poteva mentire, lo conosceva a menadito e lo avrebbe sgamato facilmente. Nel frattempo continuò a dare dei pugni alla palla da riscaldamento, niente che fosse troppo eccessivo dato che voleva tenersi le forze per dopo, era dopo che sarebbero successe le cose più interessanti.

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  4. Adrien Beauvais
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    Come andava? Beh, non molto bene, a dire il vero. Era così stanco di tutto: del litigio con Vath Remar e delle ansie che questo comportava, dei suoi nervi a fior di pelle. Voleva solo vivere tranquillo e, invece, a causa del suo comportamento di merda, aveva rovinato tutto, davvero tutto. C’era una vocina nel retro della sua mente, quella della coscienza, che gli sussurrava che poteva cambiare perché c’era rimedio: bastava presentarsi alla porta dell’ufficio del ministeriale due settimane dopo. Non gli era andato molto giù il fatto che lui non avesse accettato di vederlo e che la sua segretaria l’avesse bloccato all’ingresso. Ma c’era da aspettarselo, dato il putiferio che aveva scatenato e le innumerevoli figure di merda che gli aveva fatto fare, testimoni l’auror Wyatt Wolf e colleghi. Avrebbe potuto ribellarsi in modo sano, educato, invece, aveva lasciato campo libero alla sua stupida impulsività, che i suoi genitori gli avevano sempre ripetuto di imparare a controllare. E lui, come un coglione, non li aveva mai ascoltati. Come poteva non essere incazzato?! Ma quell’arrabbiatura era rivolto contro sé stesso: voleva sfondarsi di mazzate e, se lo avesse fatto James quel giorno, lui ne sarebbe stato più che contento. Erano botte che si meritava con tutta l’anima. Ecco perché si era presentato all’ingresso della Stanza delle Necessità ad orario stabilito: per sfogarsi e per “depurarsi” da tutta quella cattiveria che sembrava crescergli dall’interno e che spuntava fuori ad ogni suo passo. Doveva sradicarla quell’erba cattiva. Doveva togliersi il vizio di fumarsi le canne, di essere prepotente, acido, insopportabile con tutti. Non gli sarebbe costato nulla provare ad essere un po' più gentile con gli altri. E questo glielo aveva fatto entrare in testa la sua gemella, Regina, che l’aveva letteralmente preso a schiaffi il giorno stesso che si era ritirato dal Ministero, tutto fatto e con una spocchiosità addosso unica al mondo.
    - Va abbastanza, James… - gli rispose. Non aveva voglia di sfogarsi con lui, non perché non si fidasse, ma perché non voleva incombere come un pensiero fisso nella mente del fratello, così spensierata che non meritava nemmeno l’ombra del peso che poteva gettare su di lui.
    - Le lezioni sono ottime, almeno di questo non mi posso lamentare! – aggiunse. Avrebbe dovuto celare la vera ragione del suo malcontento con una scusa. Cosa poteva dirgli? Che stava così per il semplice fatto di odiare la folla, il caos, i ragazzini stupidi? Forse sì. Dopotutto, era risaputo che Adrien fosse così, nella realtà. Avrebbe dovuto cominciare a preoccuparsi un po' di più di quello che la gente vomitava su di lui, perché non tutti i giudizi erano pregiudizi. Se si fosse interessato, avrebbe potuto scoprire lati di sé nascosti, terre totalmente inesplorate o, almeno, fuoriuscite solo nei momenti familiari. James, Regina, Marlee e i suoi genitori sapevano che non era così cattivo come faceva credere agli altri, perché con loro mostrava una premura insolita, dolcezza, scherzosità, mostrata qualche attimo prima da quel rovinare i capelli del più piccolo, e, a tratti, anche gelosia. Ma gelosia positiva, si intende.
    - Ciò di cui mi lamento è la gente incapace… sembra che tutti gli studenti di Hidestone abbiano un cervellino minuscolo! Tranne te, Mar e Regina, ovviamente… -
    E Blake Barnes” pensò tra sé e sé, impedendo a quel pensiero di avere accesso al di fuori della sua bocca.
    Mentre si riscaldava con una corsetta e qualche esercizio a corpo libero, continuò a dialogare con il fratello.
    - Beh, niente di nuovo, a dir la verità. Nulla di interessante, solo i compiti per casa! Quelle cose sono l’unica cosa apprezzabile, almeno ti fanno imparare cose nuove! – gli rispose.
    - Tu, invece? Conosciuta qualche nuova fanciulla? O fanciullo, ovvio! -
    Conosceva bene James e le sue manie da farfallone: era certo che avesse conosciuto qualcun’altra e avesse fatto nuovamente di testa sua, senza ascoltare i consigli che gli aveva gentilmente offerto una volta trasferitisi nell’accademia di Hidestone.
    Una volta che gli fu venuto il fiato corto e aveva sentito i muscoli essere più caldi, si fermò, avvicinandosi alla sacca che aveva portato con sé. Raccolse le bende bianche con cui si fasciò le mani, per evitare che l’interno del guantone facesse attrito con la pelle e che le articolazioni fossero salde e, poi, indossò i guantoni.
    - Pronto? – gli chiese.


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    Fu lieto nel sentire dalle parole del fratello che stesse bene anche se sapeva che il semplice fatto che avesse detto una cosa come "va abbastanza" voleva dire che c'era qualcosa che non andava in tutto ciò.

    Sai bene che per ogni problema io ci sono per ascoltarti. Quindi se me ne vuoi parlare ci sono insomma, non devo dirtelo.

    Fece una piccola pausa per guardarlo seriamente, era dannatamente serio in quelle parole. Ci teneva al fratello e per qualsiasi cosa era pronto ad ascoltarlo, anche la cosa più grave che poteva aver fatto.

    E' già qualcosa allora.

    A quel punto fece un sorriso al fratello.

    Non tutti possono essere pronti a fare il salto di qualità, quello è poco ma sicuro. Vedrai che troverai sempre più persone con il cervello escluso noi Beauvais nel castello.

    Rimase con il sorriso.

    Posso essere d'accordo con te, si impara sempre nuove cose con i compiti che ci danno a fine lezione.

    Guardò il fratello per un attimo.

    Direi proprio di sì, ne ho conosciuti diverse e diversi, e come si dice so come fare per farli diventare miei per un po' di piacere e di "divertimento". Un paio tra ragazzi e ragazze mi hanno totalmente colpito, mi piacerebbe conoscerli meglio un'altra volta. Hai presente la bionda che trovai alla festa in spiaggia questa estate e si finì nella camera che avevi affittato per te e te ci beccasti? Be, ne ho trovato una più spettacolare anche di lei qui dentro, una bomba in tutti i sensi, ci siamo divertiti un sacco in quello spiazzo nei giardini. Se vuoi ti racconto tutti i dettagli.

    Fece una piccola risata. Il suo divertimento con un ragazzo o una ragazza era chiaramente il sesso, era una cosa che Adrien ben sapeva.

    Sono prontissimo.

    Mise in avanti i guantoni per sbatterli con quelli del fratello.

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  6. Adrien Beauvais
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    Suo fratello non sarebbe cambiato mai: non aveva proprio intenzione di ascoltarlo, nonostante gli avesse più volte intimato di non giocare con le persone, perché i sentimi feriti potevano tornare indietro come un karma tagliente e affilato. Tuttavia, la testimonianza che gli offrì non era indice di ascolto dei suoi consigli.
    - Ah... - rispose Adrien, sconfitto e non provando più nemmeno a correggerlo.
    - E chi sarebbero? Almeno mi potresti dire i loro nomi... -
    C'era solo una persona che il Black Opal non credeva potesse essere ferita dall'atteggiamento di James: Giada Mccarthy. L'aveva conosciuta abbastanza per sapere che ragionava esattamente come suo fratello, solo da un punto di vista femminile. Non gli sembrava fosse una ragazza pudica, visto che aveva esposto il suo corpo davanti a lui, senza alcun ritegno, vergogna o imbarazzo. Inoltre, ricercava il piacere carnale in maniera assidua, non solo dal punto di vista sessuale, ma anche, ad esempio, con l'alcool. Era riuscita a condurlo nelle sue trame, a farlo ubriacare come non mai. Non che Adrien si stesse comportando da ragazzo maturo, ultimamente.
    - Chi sarebbe? Non me la ricordo... e no, grazie, non ho bisogno di dettagli... - rispose, lanciandogli uno sguardo truce. Certe volte, avrebbe voluto prenderlo a pugni e quella che aveva davanti era un'occasione d'oro. Aspettò, comunque, che salissero sul ring.
    - Conosco una persona con cui potresti trovarti più che bene, comunque. Forse, potresti finalmente protendere verso la monogamia! - gli disse. Non esitò ad enunciare il nome che il fratello avrebbe voluto sapere di sicuro.
    - Giada Mccarthy. La conosci già? Se non la conosci, allora te la presento io, senza alcuna ombra di dubbio! Benedirei persino la vostra unione! -
    Era totalmente sarcastico. Nel frattempo, dopo essersi messo i guanti, si diresse verso il ring. Oltrepassò le spesse corse e di pose in direzione di un angolo.
    - Bene! Cominciamo? -


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    Dire i nomi poteva quasi essere controproducente al momento, ma se le cose si fossero evolute così come sperava sarebbe stato il secondo a cui gli avrebbe detti, prima lo avrebbe detto chiaramente a Mar, era lei la sua preferita, la sua sorella gemella e grande confidente di tutto quello che faceva, insomma era la sua migliore amica.

    Ti dico il nome del ragazzo, la ragazza poi potresti rubarmela, ti conosco bene. No scherzo. Te li dico entrambi, ma restino qui tra noi, un nostro piccolo segreto, promesso?

    Fece una piccola risata poi riprese.

    Lui è Nicholas Mc Callister dei Dioptase, l'altra è Amelia sempre della stessa casata.

    Gli fece un sorriso.

    La ragazza della festa, si chiamava se non erro Sophia, quella che aveva un costume che a malapena le copriva quello che doveva. Sono certo che te la ricordi, te la presentai anche alla festa in spiagga a Hamptons la scorsa estate.

    Era curioso che non se la ricordasse, ma lui se la ricordava perfettamente, forse fin troppo bene quella ragazza. Poi ascoltò le parole del fratello per rispondergli.

    Ah, ho capito chi è, non ho mai avuto la fortuna di parlarci di fortuna. Direi che è una bella ragazza senza ombra di dubbio, sembra molto sexy a vederla da lontano e non mi dispiacerebbe conoscerla meglio.

    Fece una piccola pausa.

    Presentamela allora, come si dice, mai dire mai. Ne sarei lieto se lo facessi, sai che la compagnia non mi basta mai.

    Gli fece un occhiolino per poi dargli un pugno amichevole, di fratellanza, sulla spalla.

    Andiamo allora.

    Si portò all'angolo opposto del fratello, poi il gong magico suonò e iniziò quel duello amichevole.

    Niente colpi proibiti Adri.

    Gli fece un nuovo sorriso poi si avvicinò a lui con le braccia a protezione, poi tirò un paio di ganci verso il volto del fratello, uno con la mano destra e uno con la sinistra.

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  8. Adrien Beauvais
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    Sperava seriamente che suo fratello stesse scherzando: lui? Rubare una ragazza? Nah, non l’avrebbe mai potuto fare. Forse sarebbero stati proprio gli individui di sesso femminile ad andare da lui. Come previsto, poco dopo, James confermò che le sue parole fossero tutto uno scherzo. Non c’era problema per il segreto, ormai ne aveva mantenuti a bizzeffe.
    - Perfetto – rispose, con un sorrisetto, mentre gli porgeva la mano, con cui avrebbe stretto l’altra, per sugellare il patto. – Considerala già mantenuta! -
    Ascoltò attentamente il primo nome, ma non gli diede di nulla. Il secondo, invece, gli fece sgranare gli occhi.
    - Amelia? Amelia chi? -
    Se fosse stata proprio quella che pensava, beh, suo fratello era fottuto, ma solo in senso metaforico. Non ci sarebbe potuto essere nulla di fisico, infatti, perché la Dioptase era una perfettina del cazzo (un po' come lui… “il bue dice cornuto all’asino”).
    - Non dirmi sia la Farley… - affermò. – L’ho conosciuta quella ragazza e non è per te, posso assicurarlo. Ti metterà nei guai! -
    Perché doveva sempre parare il sedere a suo fratello? Aveva 16 anni, per l’amor del cielo! Era grande abbastanza da comprendere dove mettere piede e dove no.
    - Ah, sì, la famosa Sophia. Comunque io mi domando se tu sia in grado di guardare oltre due belle tette e un bel culo… Capisco che fanno molto, ma non sono tutto… -
    Adrien era un uomo di morale.
    Quando il ragazzino accettò di conoscere Giada, il Black Opal si limitò a rispondere con un – Ottimo! Fammi avvisare la ragazzina, decidiamo un giorno e un orario e vi porto a fare aperitivo, come fanno gli italiani. -
    Gli sorrise, rivolgendogli un occhiolino di intesa.
    Saliti sul ring, il colpo di gong segnò l’inizio dell’incontro.
    Al – Niente colpi proibiti Adri -, fece volare un “cazzotto” verso le parti “proibite” di James, che effettivamente non colpì mai. Era solo per mettergli paura. Rise a crepapelle quando questi si getto indietro, per scansarlo.
    - Paura, eh?! Ma ora facciamo sul serio!! -
    Riuscì a scansare il primo gancio ed anche il secondo, procedendo con tirarne uno in pancia al ragazzino, approfittando del fatto che si fosse abbassato. Mantenne alta la guardia.


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    Tra di loro le promesse erano sempre valide e importanti, era come una sorta di patto di sangue non vero che avevano stretto tra di loro, chiunque aveva bisogno l'altro c'era, quello era poco ma sicuro, sia che il problema fosse sentimentale che altro, tutto era legato tra di loro, un po' come con Mar e Regina. Fece un sorriso poi gli rispose.

    E sai quanto mi fidi di te.

    Rimase per un attimo con il sorriso.

    Già, parlo proprio di lei, Amelia Farley. So che può sembrare forse fin troppo perfettina, ma sono certo che con il mio fascino e con la mia bravura nel campo saprei come farla aprire verso di me e nel modo di fare. Le vorrei dare un occasione prima di scartarla, forse potrebbe andare bene. Grazie in ogni caso del tuo consiglio. Non sarebbe nuova no che finisco nei guai?

    Era chiaro cosa volesse intendere, il fratello poteva arrivarci facilmente alla cosa.

    Dipende da cosa cerchi, per un po' di sano divertimento bastano quelle due cose, o meglio tre se si vuol essere precisi Adri. In ogni caso credimi e lo sai già che per una cosa seria cerco ben altro anche io, mi sembra il minimo.

    Fece una bella risata.

    Quando vuoi, mi dici il giorno e vedrai che la faccio mia in un battibaleno. Non ha scampo la chica.

    Gli ricambiò quell'occhiolino poi il duello sul ring iniziò. Osservò quella mossa, seppur fintata, di Adrien. La cosa lo fece sorridere, era certo che non lo avesse mai fatto veramente sempre che non gli avesse mai rubato qualche ragazza. Un colpo che lo prese sulla zona addominale, ma senza nessun problema per il momento.

    Bravo, ma siamo all'inizio.

    Un mezzo sorriso per tornare poi concentrato, un colpo che prima fintò con il pugno sinistro all'addome per fare esporre l'addome di Adrien dalla parte opposta, poi andò a segno con un colpo diretto sul fianco destro con la medesima mano, un gancio preciso.


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  10. Adrien Beauvais
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    CRETINO
    Stupido, imbecille.
    La fiducia era importante per la costruzione di una sana famiglia, ma quella dei Beauvais era privata del capo, mozzato dagli sbagli che il “capo” stesso, i loro genitori, ha compiuto. Adrien non si fidava di sua madre e di suo padre, seppur, a volte, il suo istinto tendesse a prevalere, perché non esiste figlio che non cerchi l’approvazione e la fiducia dei suoi genitori. Comunque, cercava ogni giorno di combatterlo, ma, ultimamente, stava accusando davvero molta, forse fin troppa, fatica. Non rispose a James, non era in grado di esternare i suoi sentimenti: era un suo limite chiudersi “a riccio” e tener fuori da sé stesso tutti coloro che lo circondavano e, soprattutto, le persone che gli volevano bene.
    - Modestia portami via! – affermò, prendendo in giro il fratello. La mancanza di quella caratteristica, infatti, era preponderante nei due maschi Beauvais, che si consideravano degli dei scesi in terra in alcuni campi: James con le donne e l’amore, Adrien con lo studio e l’approccio agli altri che, ultimamente, aveva un po' perso il suo spessore.
    - Preferirei che tu non finissi in questo – sottolineò l’ultima parola, rivolgendo al ragazzo uno sguardo serio – tipo di guai. Ti ho salvato il culo un sacco di volte e non lo farò più, soprattutto con la Farley di mezzo -.
    Patti chiari, amicizia lunga! Probabilmente non lo pensava nemmeno o, forse, sì: al momento, il Black Opal era abbastanza titubante e a “singhiozzi”. Avrebbe potuto seguire le sue parole o fare tutto il contrario.
    - Mi sembra che tu cerchi solo divertimento, James, e non va bene, né per te né per gli altri. Lo sai come la penso. -
    Era parecchio infastidito: l’atteggiamento da farfallone era l’unica cosa del fratello minore che gli dava parecchio sui nervi. Lui stesso non era un santo, ma non pensava fosse bello divertirsi con uno o una per una o qualche notte e scaricarlo/a non appena ci si fosse scocciati.
    L’allenamento non durò molto, perché il suo cellulare decise di squillare proprio quando stava per far un nuovo tiro.
    - Aspetta un attimo – affermò, togliendosi i guantoni. Saltò giù dal ring e si diresse verso il telefono.
    - Pronto? – rispose, con tono innervosito e sguardo corrucciato. Sbuffò.
    - Sì, sì, va bene. Ora arrivo, ma mi avete rotto il cazzo, tutti e due! -
    Chiuse la chiamata in faccia all’interlocutore e cominciò a raccogliere le sue cose.
    - Scusa, Jamie, ma i miei coinquilini sono due coglioni! Devo andare, ci sentiamo per i prossimi giorni, ok? -
    Detto ciò, varcò la porta d’uscita, scomparendo alla vista dell’ametrin.





    17 ANNI
    BLACK OPAL
    SCHEDA PG
    STATISTICHE
    ADRIEN BEAUVAIS
    I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedirgli di nuocere.


    Edited by Adrien Beauvais - 25/6/2022, 12:17
     
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