Sélène Du Marais

Link scheda · 35 anni · Proprietaria di Magie Sinister ·

A seguito della tragica disavventura nelle profondità dell'Inferno, dire che volessi morire, dopo tutto quello che era capitato, era un eufemismo...
Al di sotto delle Paludi Stigee, dinnanzi a Monsieur Aaron, avevo dato il peggio di me: la paura della morte, mai come prima di allora, si era insinuata nel mio essere, ed avevo compiuto un errore dopo l'altro; presa dal panico, temendo per la sorte di colui che tanto ammiravo, avevo scagliato più Maledizioni Senza Perdono senza ritegno, fallendo in ogni singola di esse. L'orso infernale non era morto sotto il mio Avada Kedavra, né era stato del tutto influenzato dal mio Imperio, portandolo ad attaccarci ancora ed ancora, senza che io potessi fare nulla pur di fermarlo. Non mi ero mai sentita così inutile... così impotente come in quel frangente... così umiliata.
Avevo posto in essere un giuramento nel Libro di Marthock, assieme ad Ilith avevo deciso la strada da prendere nel mio percorso, ma in quel viaggio negli abissi dell'Inferno non mi ero dimostrata degna della guida del tomo; la vergogna per il mio comportamento, per la mia incapacità di proseguire nel mio ideale, traviata dalla paura rivolta alla morte nella sua forma più pura, mi aveva impedito di rivolgere parola al custode del sapere oscuro... non me la sentivo di guardarlo in faccia, dopo quello che era accaduto.
E se già non fosse bastato tutto questo, se il carico di rimorso non fosse stato già troppo pesante, c'era anche il fatto che di Magie Sinister, del mio negozio, non era rimasto che un cratere. Nuove voci si erano sparse dopo il mio viaggio negli Inferi, dicerie e malelingue, di cui però non avevo il minimo interesse... anni ed anni di lavoro, tanto mio quanto di quel bastardo di Sinister erano andati persi. Almeno, questo se non avessi fatto carte false pur di salvare il salvabile!
Troppi articoli unici erano finiti all'Inferno, troppa magia nera irreplicabile, e ovviamente, per quanto non avessi intenzione di ritornare giù in quei tunnel per recuperare tutto, non potevo di certo lasciare la mia merce lì!
Dovetti fare un qualcosa che mai, sinceramente, avrei pensato di dover fare: fui costretta a rivolgermi, per quanto sottobanco, al M.A.C.U.S.A.; non avevo un buon rapporto con il Ministero della Magia degli Stati Uniti, lo deprecavo dopo quello che avevano fatto a mia nonna assieme agli sgherri di Grindelwald, ma non potei far altro pur di riottenere ciò che era mio.
Dovetti cedere molto, diversi articoli che il mio predecessore aveva ottenuto tramite traffici legati a furti direttamente dagli archivi del M.A.C.U.S.A., ma, mentre il negozio veniva ricostruito ad immagine e somiglianza delle sue fattezze originali, un gruppo di Auror americani si era prodigato per recuperare quantomeno i pezzi unici, riducendo la mia perdita.
Ed ora eccomi qui, in dirittura d'arrivo rispetto ai lavori di ricostruzione: gli interni erano stati completamente rimessi a nuovo, ricreati da cima a fondo dagli operai, e ciò che mancava, alla fin fine, era la facciata di ingresso, di cui attualmente stavano venendo risistemate le vetrine; la merce, in più casse di legno, era stipata all'interno, pronta ad essere risistemata sugli scaffali, anche quelli ricostruiti da poco, e tutto in generale, grazie al cielo, sembrava star andando per il verso giusto.
Sospirai. Finalmente qualcosa di buono, mi ritrovai a sentenziare, mentre all'esterno osservavo gli operai alle prese con le vetrine, mentre piazzavano nuovamente la cornice metallica che avrebbe dovuto sostenere i vetri.
Quando ti crolla l'Inferno addosso... non si può far altro che risalire.

Sélène Du Marais

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Che razza di creatura era quell'orso? Quell'essere non solo aveva resistito all'Anatema Che Uccide, bensì anche alla Maledizione Imperius, Non... non è possibile. Come può sfuggire ad incanti del genere? Mi ritrovai a pensare, terrorizzata, proprio mentre l'orso rigettava il controllo che avevo su di lui. La sua forza di volontà, oltre al fatto che quella non era ovviamente una bestia ordinaria, gli fece visibilmente abbattere il mio comando, superando un attimo di titubanza con facilità immane: non riuscimmo ad agire, io e Monsieur Aaron, che il bestione ci soffiò contro una strana polvere d'argento... e lì il buio.
Non... voglio... non... posso... permettere che Aaron si faccia del male, riuscii a pensare in quell'oscurità che mi aveva colpito, Questo luogo non avrà la meglio su di me e su di lui, non lascerò che gli Inferi ghermiscano la sua anima, continuai, prima di sentir il mio corpo ad atterrare su qualcosa di duro.
Il pavimento sotto me e Monsieur Aaron era crollato, e ora ci trovavamo in un'altra parte della grotta, in una delle situazioni più bizzarre in cui mi fossi mai trovata: dal nostro lato v'erano facce... amiche? Almeno così pensai vedendo Monsieur Aaron interagirvi, ed oltre ad esse un cucciolo di Grifone; dal lato opposto, invece, delle creature mostruose che mai aveo visto prima d'allora. Non ci stavo davvero capendo più nulla.
Perché eravamo stati trascinati all'Inferno? Perché non solo noi eravamo finiti lì? Chi muoveva le fila in quel gioco di cui eravamo tutti pedine, e che stava tenendo Ilith lontano da me? Non lo capivo, non lo comprendevo, e mi stava dando al cervello quella situazione.
Immersa in quel mio flusso di pensieri, venni interrotta da Aaron, quando questi mi diede un ultimatum: niente più Maledizioni Senza Perdono da quel momento in poi, Non vi preoccupate... sono del tutto inutili qui, come ho potuto constatare, replicai senza mezzi termini, accettando quelle condizioni: le creature infernali come l'orso erano immuni, o comunque resistenti a quegli incantesimi... lo avrei potuto anche immaginare; dopotutto era dall'Inferno che nasceva la magia nera.
E forse proprio questa aveva infettato Monsieur Aaron: lo vidi prendere una pietra affilata, e, sotto il mio sguardo sconcertato, ecco che si tagliò sul braccio, sanguinando copiosamente, COSA DIAVOLO STATE FACENDO!? Gli gridai contro, cercando di corrergli incontro, solo per essere poi fermata quando uno dei due apparenti come nostri alleati mi lanciò una frusta contro, facendomi cadere al suolo a poca distanza da Aaron. Lo vidi soffrire, crollare al suolo, e, in quello stato pietoso, venire attaccato dal grifone, che gli lanciò un'artigliata molto pesante per essere un cucciolo... le lacrime iniziarono a scendermi lungo il viso a quella vista: non potevo permettere che finisse così, non avrei lasciato che Monsieur Aaron perisse a quel modo.
Non vi permetto di morire, è chiaro!? Gli gridai in preda allo sconforto, cercando di avvicinarmi il più possibile, e, lo avessi raggiunto, con la bacchetta avrei eseguito un movimento lineare da sinistra verso destra, lanciando un Protego, attorno a noi, così da evitare successive incursioni.
Non posso lasciare che periate, non... non ho intenzione di lasciare che la visione che ho avuto in precedenza divenga realtà, avrei detto, mentre calde lacrime mi avrebbero solcato il viso, Siete la prima persona che non mi ha giudicata... che non mi ha trattata come fossi un'appestata da cui fuggire e tenersi alla larga. Vi proteggerò con ogni mio mezzo, dovesse costarmi la vita; ecco, lo avrei fatto: avrei confessato così, in quel momento di disperazione, tutta la mia ammirazione per l'uomo che mi stava dinnanzi. Gli volevo un bene dell'anima, la sua vita era troppo, TROPPO, importante per me, e non lo avrei lasciato al giogo delle bestie che dimoravano in quel loco: avrei tracciato una C in aria, dinnanzi a lui, scoccando quindi una stoccata in sua direzione, Salus Augere, avrei enunciato. Quell'incanto, fosse andato a buon fine, avrebbe dovuto curarlo e restituirgli vigore; dovevo riuscire a proteggerlo e rimetterlo in sesto, o non me lo sarei mai perdonato.

Sélène Du Marais

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Non ebbi decisamente il tempo di disquisire con Monsieur Aaron, che altri clienti si fecero avanti: il primo dei due lo riconobbi... un Auror; Monsieur Krasus, che più d'una volta, dalla mia denuncia da parte di Alexander Olwen, aveva effettuato dei controlli nel mio negozio, in cerca magari di merci abbastanza oscure da farmi chiudere bottega, Come se merci del genere le tenessi alla luce del sole, mi ritrovai a pensare, rimembrando le sue visite passate, mentre egli si avvicinava al bancone. La seconda venuta, invece, mi era del tutto nuova: una ragazza dall'aria visibilmente timida e spaurita... non dissimile da Mademoiselle Aurore quando l'avevo incontrata a New Orleans.
Per una strana coincidenza del fato, entrambi decisero di acquistare il medesimo articolo, Oui, oui, Madame et Monsieur, sentenziai abbassandomi verso uno dei cassetti del bancone; lo aprii senza troppe smancerie, prendendone la merce richiesta e poggiandola sul tavolo: sette piccoli specchietti ovali, dalla cornice lignea e grandi quanto il palmo d'una mano, Ecco qui, i vostri sette Specchi Gemelli, esordii, Sarebbero solitamente costevoli di venticinque Galeoni l'uno, ma, essendo quest'oggi il Vendredi Noir, la merce qui presente è scontata del venti percento, spiegai, dividendo gli specchietti trai loro nuovi proprietari, Per lei, Madame, sono quaranta Galeoni in totale, le sorrisi, Mentre per voi, Monsieur Krasus, la spesa ammonta a cento Galeoni, sentenziai, Spero che l'acquisto sarà di vostro gradimento, conclusi infine.
Completato quel giro di vendite, stavo per tornare ad interloquire con Monsieur Aaron, quando però mi ritrovai a bloccarmi: gelida, densa, spettrale oserei dire, una fitta nebbia comparve dal nulla al di fuori del negozio; sentii i mormorii della gente all'esterno, che pensava magari ad una mia trovata pubblicitaria... ma no, io non avevo nulla a che fare con ciò che si stava dipanando in quel momento, ed anzi, quella nebbia mi riportava alla mente solo brutti ricordi.
Mi sembrava simile, sin troppo, a quella all'interno del Libro di Marthock, oscurità pura in stato gassoso che di certo non avrebbe portato buone nuove, e che questa volta avrebbe potuto portare Monsieur Aaron a soffrire per davvero!
Stavo per mettermi ad intimare ai clienti di uscire, di allontanarsi per mettersi al sicuro, ma non feci in tempo: del ghiaccio, freddo come il Cocito dell'Inferno Dantesco, spense ogni fonte di luce del negozio, dalle finestre alle lampade, prima che un boato assordante, accompagnato dalle tenebre più totali, inglobasse qualsiasi altro suono, e da lì il buio.
Non so quanto tempo fosse passato, e nemmeno mi importava sinceramente, ma appena riaprii gli occhi un singolo pensiero mi balenò nella testa: Monsieur Aaron! Mi ritrovai a gridare, sinceramente preoccupata per lui. Nel Libro di Marthock, l'infausta nebbia mi aveva torturata psicologicamente, mi aveva fatto assistere a scene che mai e poi mai avrei permesso accadessero alla reale versione di Aaron Barnes, e se la nebbia che aveva causato quel disastro era la medesima, non le avrei permesso di far lui del male!
La situazione, comunque, era decisamente peggio di quel che potessi aspettarmi: le vetrine del negozio erano sfondate, con i vetri ormai in pezzi tutti sparsi sia all'interno che all'esterno del locale, al di fuori del quale si poteva notare ancora quella mefistofelica coltre ad aleggiare nell'etere; oltre essa, si poteva ben vedere che non eravamo più a Nocturne Alley.
All'esterno di Magie Sinister ormai si stagliava una grotta, illuminata da piante e licheni luminescenti... dove eravamo finiti?
Non persi tempo a rimuginare sulla questione, ed anzi, corsi diretta verso Monsieur Aaron non appena lo avessi visto, S-state bene? Nulla di rotto spero, avrei chiesto lui, notando, solo in quel momento, tanto le statue di ghiaccio all'esterno, quanto i tunnel... mi sarei allontanata di qualche passo, Devo... devo entrare in contatto con qualcuno che potrebbe farmi sapere di più in merito a quello che sta accadendo, vegliate sul mio corpo per il tempo necessario, vi prego, chiesi ad Aaron, prima di cercare di entrare in contatto con il figliol prodigo di Marthock.
Mi sarei concentrata, cercando un contatto con il tomo oscuro, ed avrei cercato così di accedere al piano astrale ove il figliol prodigo risiedeva; Ilith, lo avrei chiamato una volta entrata eventualmente in contatto con lui, Ho bisogno di te: una nebbia, che mi è parsa simile a quella della mia prova per ottenere i tuoi favori, ha attaccato il mio negozio, ed ha trasportato tanto me quanto altra gente in una sorta di strana grotta. Ti dice qualcosa una situazione del genere? Ci sono informazioni in merito qui nel libro? Gli avrei chiesto.
Speravo davvero con tutta me stessa che il figliolo di Marthock mi aiutasse a comprendere, non avrei lasciato che Monsieur Aaron rischiasse la vita andando alla cieca in una terra sconosciuta.

Sélène Du Marais

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Spike, questo il nome del vampiro mio interlocutore; un nome più tipico dell'America che dell'Inghilterra... da cane più che da essere vivente o non morto, non che mi sarei mai azzardata a proferir parola in merito, Il signore ha già un bel caratterino, meglio non inimicarmelo, mi ritrovai a pensare, nel sentir quella implicita richiesta di non scavar nei di lui affari. Ognuno aveva i suoi segreti, e per quanto mi desse un lieve fastidio il trovarmi dinnanzi a qualcuno di così poco loquace, beh, mangiai la foglia ed accettai quel suo comportamento... d'altronde c'era altro su cui eravamo invece d'accordo.
Il Signor Burke intende? Domandai quando, dopo i miei ed i suoi commenti in merito all'incapacità di Sinister, il cliente nominò il socio dell'ex proprietario del negozio, Immagino sia fuggito con la coda tra le gambe dopo essersi fatto beffare dal Signore Oscuro, commentai, So che si è fatto rubare numerosi artefatti da un giovane Voldemort da lui assunto, e dopo quegli avvenimenti, nei registri del negozio non v'è più traccia di sue dichiarazioni. Immagino che la vergogna sia stata troppa, sospirai portandomi una mano al volto, Un peccato visto che, almeno lui, sembrava essere competente nel dare una direzione all'ordine del negozio.
In ogni caso, pareva che il bel vampiro tenebroso avesse trovato un anello di suo gusto e misura, ed ecco che mi chiese il prezzo. Sorrisi. Normalmente sarebbero 200 Galeoni più un canino di voi regnanti della notte, esordii, Ma con l'offerta attuale, ciò che chiedo è la metà: 100 Galeoni e niente canino, questo è il prezzo che vi offro, gli lanciai un occhiolino, Prende o lascia questa opportunità, Monsieur Spike?

Sélène Du Marais

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Non potei che vedere, tanto nelle parole quanto nel suo sguardo, la risolutezza di Monsieur Aaron: si poteva vedere l'amore che provava per la sua famiglia, lo spirito di sacrificio che lo permeava, portandolo a dare tutto se stesso nel salvaguardare il prossimo prima di se. Era una persona con un cuore davvero, davvero grande, e quel giorno ne era ancora una volta la dimostrazione: E sia allora, sono disposta ad insegnarvi, come avrei potuto tirarmi indietro, dopotutto, in seguito alle sue parole? Come ho già detto, non sarà cosa semplice, ma visto che cotanto lo desiderate, vi farò da precettrice in merito, vi farò sapere io quando venire da me per la prima lezione, spiegai, solo per poi bloccarmi, vedendo qualcuno giunger di volata in direzione del tavolo mio e di Aaron.
Non ebbi neppure il tempo di proferir parola in merito, che il bel fanciullo prese una sedia e di prepotenza si posò nelle nostre vicinanze: con tono visibilmente di stizza, si presentò come il fratello di Monsieur Aaron, tempestandomi di informazioni a lui note; mi disse di come sapeva a menadito tanto del risultato del primo incontro tra me e il proprio fratello maggiore, quanto della mia identità, il tutto con un velato dissapore nei miei confronti, dovuto sicuramente all'essere stato spiato. Sospirai lievemente all'ultimo quesito del nuovo venuto, prima di puntar su di lui lo sguardo e prender parola.
Il piacere è mio, Monsieur Blake, esordii io gentilmente, alzandomi dal mio posto per poi dirigermi verso il giovane, tendendogli la mano destra in segno di saluto, Sono lusingata di fare finalmente la vostra conoscenza... continuai ...per quanto posso intuire di non essere nelle vostre grazie, constatai; il risentimento verso di me era palese ormai, Per quel che può valere, comunque, le chiedo perdono per ciò che è accaduto: sì, non nego di aver venduto l'artefatto a Monsieur Aaron, ma non è stato fatto in cattiva fede; quando è entrato nel mio negozio, la prima volta, ho potuto vedere un anima pia con un grande cuore, e con un amore smisurato verso di voi, lo sguardo si fece serio, mentre avrei cercato di guardare dritto negli occhi il fratello di Aaron, in quelle mie sincere apologie, Se Monsieur Aaron non vi avesse voluto bene, non si sarebbe di certo spinto a tanto, pur di sapervi al sicuro.

Sélène Du Marais

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La risposta del mio interlocutore fu invero interessante: egli diceva di non temere per la propria esistenza, ma, al contempo, necessitava di cotal garanzia sulla vita in quanto invischiato in lavori pericolosi, in cui i nemici erano frequenti e conoscerne le mosse era parte fondamentale del gioco. Presi lo specchio da egli designato, quello più piccolo e maneggevole, il più adatto per la descrizione dell'impiego esplicata dal cliente, e glielo porsi, Ecco a lei, esordii, con un malizioso sorriso sulle labbra, Fanno settantacinque Galeoni per questo gioiellino, che immagino vi servirà per la caccia ai maghi oscuri, Monsieur Auror, ipotizzai: da ciò che mi aveva detto, quella fu la prima opzione che mi era venuta in mente. Un Auror doveva sempre stare in allerta, perennemente sull'attenti in quanto possibile bersaglio di vendette o assalti di maghi oscuri, un motivo più che valido, fosse stata quella la sua professione, per volere un oggetto del genere. Ci avevo preso?

Sélène Du Marais

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Sélène, replicai alla richiesta di presentazione del vampiro, E voi, come mi posso appellare alla vostra persona, Monsieur Vampire? Gli domandai quindi di rimando: occhio per occhio, dente per dente, ed in quel caso presentazione per presentazione; non volevo mica parlare ad uno sconosciuto dopo aver rivelato la mia di identità.
Non trattenni una lieve risata alle parole del vampiro, nel momento in cui quello mi disse che mai si sarebbe strappato un canino pur di soddisfare la mia richiesta per l'anello, Suvvia, quante storie per un canino, e via di altra risata, Le vostre affilate appendici sono un ottimo ingrediente per pozioni e affini, oltre ad essere indubbiamente poco reperibili con facilità: mi pare giusto che voi le doniate per aver la possibilità di camminar alla luce del sole, non crede? Domandai, ritrovandomi poi ad udire il suo commento in merito al motivo dell'acquisto, oltre alla sua domanda successiva... era indubbiamente molto curioso.
Starei volentieri ad interrogarvi in merito a quale lavoro possiate fare che necessiti del mio servigio, ma non credo siate così loquace da rivelarmelo, esordii, In ogni caso sono qui da qualche anno, dopo che quell'incapace del vecchio proprietario è sparito a seguito della sconfitta di Voldemort... lasciandomi mesi e mesi di polvere e disordine da sistemare. Quell'uomo era un vero disastro nel catalogare le proprie merci, sospirai, puntando poi lo sguardo nuovamente sul cliente, Trovato qualche pezzo della vostra misura? Chiesi infine.

Sélène Du Marais

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Uno specchio capace di mostrare i propri nemici, dite? Replicai alle parole di Xavier, così si presentò il cliente, fingendo di rimuginarci su: sapevo benissimo di cosa aveva bisogno, ma non mi dispiaceva, se potevo, far tribolare un po' la mia clientela; dopotutto era in casa mia che si trovava, e quindi, purtroppo per lui, era alle mie regole che doveva sottostare.
Mi mossi velocemente verso gli scaffali posti dalla parte opposta al camino, ed ecco che, in poco tempo, ne uscii con degli specchi di differente misura: uno grande, a dimensione umana, uno di medie dimensioni, adatto a stare volendo appeso ad un muro, ed infine uno piccolo, come un palmo di mano, perfetto per essere portato ovunque si volesse. Poggiai i due specchi più piccoli sul bancone, lasciando quello più grande sul terreno, sostenuto dalla propria impalcatura, E' un Avversaspecchio, ciò che cercate, Monsieur, sentenziai, Questi gioiellini, come voi ben sapete, non riflettono le immagini: mostrano i volti delle proprie nemesi, dei propri nemici, come voi desiderate, e vi possono indicare anche la loro distanza. Più nitida e chiara sarà l'immagine del volto, più il vostro nemico vi sarà vicino... utile per chi teme per la propria vita, non concordate? Domandai indi con un sorriso dei miei sulle labbra.
Come potete vedere, ne ho anche di diverse dimensioni, come lo preferite? Conclusi infine.

Sélène Du Marais

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Nel marasma della lotta, tra il Mietitore, i miei compagni, ed il vampiro nuovo venuto, probabilmente finii per distrarmi: non mi accorsi dell'offesa nemica, non repentinamente almeno, e non potei far altro che spalancare gli occhi quando le mie vesti si tinsero di cremisi, mentre il mio ventre veniva trapassato da parte a parte da una lancia d'ombra. Me...la... pagherai... riuscii unicamente a sentenziare, mentre sempre stringendo a me la lama del cavaliere della morte, venni sbalzata via, con l'odio, la rabbia ed ogni possibile augurio di morte che mi ribollivano in corpo per quell'onta: nessuno, vivente o meno, poteva permettersi di ridurmi in cotal stato, nessuno aveva il diritto di portarmi così vicina alla morte senza che io avessi lottato con tutta me stessa pur di vendicarmi. Mai, mai, mettersi contro di me!
In quel buio avvolgente che era la mancanza di sensi, tutto ciò che stavo provando andò solo ad amplificarsi: sentivo un forte calore partire dalla ferita sul mio ventre, spandersi lungo tutte le vene, andando a farmi ribollire il sangue sempre più a mano a mano che la mia rabbia saliva; avevo affrontato possessioni spirituali, inganni del Buon Baron Samedì nel Libro di Marthock, avevo rischiato la vita più e più volte, sull'orlo della disperazione e della paura, e di certo, di certo, non avrei lasciato che fosse stato il primo vampiro millenario con manie di grandezza a fermare il mio cammino. Mi fossi riuscita a riprendere (aiutata da un salvatore invisibile per quanto non lo potessi sapere), avrei usato la spada del Mietitore come appoggio per rialzarmi, con la morte negli occhi rivolta verso Gannicus: Il Principe Vampiro di Londra? Signore delle Tenebre? Così ti definisci? Avrei domandato sprezzante diretta al vampiro con tono derisivo, Potrai anche aver governato questo luogo, potrai anche essere il legittimo padrone della meravigliosa bacchetta di Ollivander, ma dell'oscurità dell'animo umano, avrei riso, Non hai idea di cosa possa essere: se c'è qualcuno qui che può capirne, che vi convive, spingendosi sempre più in profondità negli abissi della Magia Nera, quella sono io, e sinceramente non accetto che il primo folle esaltato che mi si trova dinnanzi venga a parlare del MIO MONDO, come se ne conoscesse ogni sfaccettatura, avrei continuato, portando poi lo sguardo su Olwen, Se trai vivi siamo sotto la giurisdizione del Ministero, qui sul confine del Velo è la Morte a dettar legge: lascia indi, Olwen, che mostri al caro Monsieur Gannicus, qual sofferenza possono causare le vere Tenebre!
A quell'ultimatum rivolto ad Olwen, sul fatto che, almeno in quel piano astrale, avrebbe dovuto lasciarmi fare senza pensar neppure di corrermi dietro quando ci saremmo trovati fuori di lì, la mia bacchetta sarebbe stata puntata su Gannicus, pronta a scagliare l'incanto: la rabbia, il desiderio di rivalsa, ed il puro desiderio di infliggere dolore a chi osava farmi del male e proclamarsi come il fautore della mia intera esistenza, mi avrebbe attraversato il corpo come una potente scarica di energia, come linfa vitale che dalle vene sarebbe stata convogliata dapprima nel braccio ed infine nella bachetta stessa, lanciata poi sotto forma di un singolo, crudele incantesimo, che l'Auror conosceva molto bene.

Crucio!

La Maledizione Cruciatus, questa era la mia sentenza per Gannicus, un dolore sadico e crudele, per il puro gusto di vederlo soffrire e contorcersi dal dolore. Doveva pagare, e gli avrei dato più che volentieri ciò che meritava!

Sélène Du Marais

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La risposta di Monsieur Aaron mi lasciò particolarmente colpita: aveva sì un interesse per le arti oscure, ma, al contrario di me, non per farne parte della propria vita; era pronto a passare la linea che divideva la magia bianca da quella nera, era pronto a compiere quel passo, e, viste le mie capacità, aveva deciso di chiedermi di fargli da guida in quel percorso nelle tenebre. Non vedeva, al contrario di altri, il mondo come una divisione di bianco e di nero, bensì come una scala di grigi, in cui nulla era assoluto: ognuno aveva male e bene dentro di se, in egual misura, e stava solo ai singoli decidere la via da intraprendere... nulla di più vero. Avevo stretto un patto con un libro demoniaco, inoltrandomi nelle tenebre più oscure della magia, sia per la mia passione personale, sia per proteggere chi mi era caro, tanto per un motivo puramente egoistico, quanto per uno molto profondo e personale, La Magia Nera, come qualsiasi altra, non è malvagia di per sè, è il come la si usa che ne svela i lati migliori e peggiori: io, per quanto ne faccia aperto uso, non mi sognerei mai di arrivare ai livelli del Signore Oscuro o di Gellert Grindelwald, ma al contempo so che, per capire al meglio questa particolare arte magica, si deve esplorare la più nera ombra dell'animo umano, spiegai, Non è un percorso semplice, affatto, e non vi nascondo che sarà ricolmo di insidie, via via che vi entrerete a contatto... e sinceramente non vorrei che mi abbandonaste, una volta visto quanto le tenebre possono spingersi nel cuore di una persona. Ve lo chiedo quindi un'ultima volta: volete davvero conoscere le Arti Oscure? Questo è il mio ultimo avviso, sentenziai.
Quello della magia nera, per quanto usata a fin di bene, era un percorso impervio e costellato di ostacoli via via che si sprofondava nelle tenebre... volevo essere sicura al 100% che Monsieur Aaron volesse andare avanti, o non avrei mai accettato di esporlo a rischi che non era certo di voler fronteggiare.

Sélène Du Marais

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Hoy masochista da ricovero, c'è clientela! Gridò Donovan, la testa voodoo appesa all'ingresso del negozio, nel momento in cui tanto il cliente quanto il lupo al suo seguito varcarono la soglia, alché, con un sospiro scocciato, comparii da dietro gli scaffali che stavo sistemando, lanciando un'occhiataccia alla testaccia maledetta, Ci sento anche io, sai? E devi decisamente smetterla di farmi fare certe figure con i clienti, lo ammonii, ritrovandomi a roteare gli occhi quando quello sbuffò scocciato, lasciandomi poi all'acquirente lì presente, già intento a curiosare tra le merci.
Bonjour Monsieur, piacere, sono Sélène Du Marais, proprietaria di Magie Sinister, al vostro servizio, esordii, presentandomi, Vedo che, prima che QUALCUNO vi interrompesse, la testaccia dura sbuffò nuovamente, Avevate già dato un'occhiata in giro, avete trovato qualcosa di vostro interesse? Domandai, Da artefatti oscuri, a pozioni, passando per maledizioni già pronte o anche su commissione, ho una vasta scelta, cerca per caso qualcosa in particolare? Chiesi infine, attendendo replica.

Sélène Du Marais

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E' un piacere fare affari con voi, Monsieur, sentenziai io, lanciando un occhiolino al Goblin, quand'egli asserì che se gli avessimo portato la spada la Gringott avrebbe mostrato tutta la propria riconoscenza... anche se un dubbio ammetto mi venne: il caro funzionario spettrale asserì che Ollivander aveva preso dei suoi averi, quindi la bacchetta forse non era lì, Starò a vedere, e se la bacchetta non è qui, troverò il modo di averla non appena tutto questo sarà finito, mi ritrovai a pensare, prima di portarmi all'esterno.
In ogni caso è andata come volevamo, esordii alle parole di Hedwin, quando uscimmo dalla banca per affrontare il cavaliere... solo per ritrovarmi quel vecchio porco alle spalle, pronto ad usarmi come scudo. Mi trovai sorpresa, sì, nel vedere come il cavaliere tagliò in due il mio incanto, ma la sorpresa venne subito sostituita da stizza, nel sentir il pervertito alle mie spalle che mi toccava e faceva allusioni, Osa anche solo alzare un dito su di me, Hedwin, e giuro che te le taglio quelle mani, mi ritrovai a sentenziare, Concentrati su ciò che è importante, ovvero la bacchetta, se non vuoi trovarti senza mezzi per il tuo compiacimento personale, lo minacciai, e parve proprio che quell'esortazione fece effetto: tra il levicorpus del vecchio pervertito, e gli incantesimi dell'Auror, ecco che il cavaliere cedette, lasciando cadere pesantemente a terra la propria lama, e lasciando altresì il proprio destriero senza una guida a deciderne le azioni. Era il mio momento.
Avrei puntato il catalizzatore in direzione di quell'antico spadone, e, effettuando un semicerchio con la punta della bacchetta, avrei generato attorno alla spada una piccola area, del diametro di tre metri più o meno, in cui il cavallo non sarebbe potuto entrare, il tutto per mezzo di un Sanctuarium atto a fornirmi lo spazio per analizzare quell'arma senza impedimenti di sorta da parte del compagno del caduto. Fossi riuscita in ciò, mi sarei avvicinata alla spada, rientrando nell'area precedentemente delimitata, e mi sarei accovacciata nelle vicinanze della lama per analizzarla: Un'arma antica, senza dubbio, sentenziai a pelle, immaginando che comunque, per essere possedimento di uno spettro doveva essere estremamente vecchia, forse anche più di quel matusalemme di Hedwin... e visto il suo precedente proprietario, forse non era neppure sicuro toccarla così a mani nude. Avrei portato il catalizzatore a toccar con lentezza la lama, poi l'elsa ed il manico, recitando la formula dello Specialis Revelio, così da analizzare quello spadone molto probabilmente di pregiata fattura. Era pur sempre di proprietà di una creatura dell'Oltretomba, chissà che non potessero esserci maledizioni o fatture nascoste al suo interno per i viventi.

Sélène Du Marais

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Uhuhu un vampiro che vuole camminar trai comuni mortali immagino, mi ritrovai a sentenziare, spuntando da dietro ad uno scaffale che stavo giusto finendo di sistemare, catalogando le ultime merci che mi erano giunte, tra amuleti portasfortuna e simili, che però lasciai per dirigermi al bancone.
Mi posizionai dietro di esso, e, da uno dei cassetti, ecco che tirai fuori un cofanetto: Normalmente chiederei un canino di voi creature della notte, ma al momento diciamo che mi sento generosa, sentenziai, aprendo il ligneo forziere, rivelando una sfilza di anelli d'oro cinereo incisi di cremisi, rune color del sangue che riluceva in quella serata, Ne ho di differenti misure, spiegai, ogni diametro era indicato da una targhetta corrispondente alla fila di anelli nel cofanetto, Provate pure per vedere quello che più vi è consono, lo esortai quindi: non ero il tipo di persona che accettava resi, quindi se avesse voluto una determinata misura, quello era il momento di scegliere.

Sélène Du Marais

Link scheda · 35 anni · Proprietaria di Magie Sinister ·

Oh l'amour, un sentimento davvero troppo, troppo complesso, commentai, prendendo quindi il calice pieno di quel liquido cremisi, per poi alzarlo e colpir lievemente quello di Monsieur Aaron, A noi, e che l'amour non ci ferisca, replicai io, portandomi indi quel dolce alcolico di buona annata alle labbra... ebbi solo però il tempo di sporcarmi le labbra, prima di posar il calice sul tavolo, abbastanza spiazzata dalla successiva affermazione del mio interlocutore. Si era detto interessato a conoscere la Magia Nera.
Tralasciai il suo successivo commento, per quanto il sorriso che sfoggiai di seguito a quelle parole tradì il loro apprezzamento da parte mia, e, con lo sguardo fisso nelle palle degli occhi del mio compagni in quella dolce serata, ecco che con un tono di malizia ripresi a parlare: Davvero, Monsieur Barnes, siete interessato? Domandai sinceramente curiosa, Apprendere le Arti Oscure non è compito semplice, la avviso: persino io che vi convivo da anni sto cominciando a carpirne i più intrinsechi segreti solo di recente, e non senza sacrifici. Siete davvero sicuro di voler intraprendere questo percorso? Chiesi, Non è un qualcosa da cui si torna indietro.
Nel dir tali parole, non poté che ritornarmi alla mente il momento nel Libro di Marthock: avevo visto lì Monsieur Barnes, preda del lato oscuro, un'ombra di se controllata dalle pagine di quel crudele tomo, ridotta ad un misero burattino nelle mani altrui; non desideravo vederlo ancora così, non volevo vederlo distrutto come lo era stato il suo replicante nei tenebrosi meandri della dimensione di Ilith, e quindi volevo essere certa al cento per cento della sua decisione.
Non avrei rischiato di ridurlo a quel pietoso stato, se non ne fosse stato del tutto sicuro... lo ammiravo troppo per anche solo pensare di vederlo soccombere alle proprie debolezze.

Sélène Du Marais

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La domanda a seguito di quel mio discorso, beh, mi spiazzò alquanto: Monsieur Aaron, così dal nulla, se n'era uscito chiedendomi se mi ero mai innamorata. Non potei che divenir paonazza, voltando lo sguardo nel medesimo momento in cui ad egli capitò la medesima cosa, a quella domanda, così personale ed inaspettata... ma a cui volli comunque replicare; No, non vi preoccupate, esordii, Capisco che dopo quel discorso vi sia venuta tal curiosità, e, personalmente, posso rispondervi di sì, anche se il mio non è mai stato un amore in stretto senso romantico, continuai. Feci una pausa, con un lieve sospiro, ed ecco che ripresi: Le Arti Oscure, per quanto non siano persone, hanno sempre ricevuto amore da parte mia: è un concetto che da sempre mi ha affascinato, intrigato, e sin da bambina sono state parte integrante della mia vita: il Voodoo è stato la guida della mia famiglia, e posso considerar il Baron Samedì come un angelo che veglia su di me... un angelo dedito al tradimento ed all'alcool, ma questo direi si può tralasciare, una lieve risata uscì dalle mie labbra, volendo alleggerire il discorso con quella simil battuta, Eccetto ciò, c'è stato qualcuno nella mia vita, che per il tanto affetto che provavo, mi ha fatto soffrire con la sua scomparsa: Louis, l'alligatore che avevo da bambina. I miei genitori lo avevano addestrato sin da piccolo, e mi aveva sempre protetto, e proprio ciò lo ha portato via da me, quando, per evitare che dei NoMag mi facessero del male, si è sacrificato, altra pausa, Sono passati decenni da quel giorno, ed ho accettato la cosa, ma non posso fare a meno di pensare come una creatura solitamente aggressiva come un alligatore, abbia invece dato la vita per salvare la mia. L'amore è un qualcosa di indubbiamente misterioso, non trovate? Domandai infine, chiudendo, almeno dalla mia parte il discorso, e passando poi al ristorante.
Gli occhi di molti, come nel mio primo ingresso al Paiolo Magico, eran puntati su di me, ma stavolta non ne ero infastidita: vedevo invidia ed ammirazione, non sdegno e paura, ed il commento di Monsieur Barnes non poté che alimentare quel senso di pace e gioia, facendomi sorridere: Mi ripeterò, ma siete davvero un adulatore, Monsieur Aaron, non che mi dispiaccia, sentenziai, E sì, gradisco del vino, un rosso dovrebbe andare, conclusi poi.