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.SPOILER (clicca per visualizzare)Ps. Guardate il post di Victoria di tre anni fa e guardate questo. Dopodiché amatevi perché vi ho risparmiato 4000 parole..
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.Un ennesimo ballo.
Un ennesimo ballo a cui lei non avrebbe potuto non presenziare. La sua carica e la sua reputazione andava oltre quello che aveva dentro, quel fastidio di dover giungere a quell'evento da sola, lei che aveva sempre preferito non mostrare agli altri le sue debolezze, ora si mostrava sola e non accompagnata.
Aveva scelto il vestito con Jessica e l'amica le aveva proposto di stare con la sua famiglia allargata, ma Lilith preferiva affrontare quell'evento così come doveva affrontarlo: da sola.
Era davanti allo specchio della sua stanza, a cercare di guardarsi mentre quel vestito scelto per l'evento. Era bellissimo e lo aveva scelto per la bellezza, ma soprattutto come riscatto del fatto che nessun accompagnatore si fosse fatto avanti. Era più una vendetta per tutti quelli che le avrebbero puntato gli occhi addosso, quasi a voler gridar loro quanto avevano sbagliato, quell'anno.
Aveva indossato il vestito, rigorosamente senza reggiseno sotto, così come aveva deciso con Jessica. Lo spacco sul petto sembrava quasi proseguire fino alla coscia sinistra e quel vestito lasciava scoperta più pelle di quanta avrebbe dovuto. Brillava come avrebbe brillato un cielo nero pieno di stelle, lo aveva scelto perché nella sua eleganza, dava un tocco di unicità e - nonostante come stesse andando a quell'evento - lei doveva apparire sempre perfetta.
Anche con gli strappi dentro.
Perfetta agli occhi di tutti.
Aveva lisciato i suoi capelli, rendendoli seta che scivolava sulle sue spalle nude, quindi aveva indossato un paio di orecchini semplici, due punti luce che si coordinavano al brillante del vestito, così come il decolleté che aveva indossato, con tacco tredici, a slanciare di più la sua figura allenata e il suo trucco semplice che ne risaltava la grandezza degli occhi e ne colorava le labbra di un rosso abbinato al Natale.
Si guardò attorno, cercando in Seth un po' di appiglio per tentare di mandare giù al meglio quella serata. Si sedette sul letto, accanto al suo bengalese, che di tutta risposta si poggiò alla sua coscia nuda.
«Non farò tardi, Seth. Il tempo di farmi vedere, qualche giro di saluti e tornerò qui.»
Lo rassicurò, ma quelle parole, lei sapeva, erano dirette più a se stessa. Si sollevò con un pesante sospiro, dopo un altro gattino al micione, la Caposcuola si diede un altro sguardo allo specchio.
«Puoi farcela, Lily. E' solo un'ennesima facciata.»
Uscì dalla sua stanza, ora toccava alla cosa più difficile: il tragitto fino alla Sala Grande. Qualche ragazzina del primo anno le sfrecciò davanti urlando, mentre ancora si stava aggiustando i bigodini in testa, qualche ragazzo stava usando il suo inalatore forse preda ad un attacco d'ansia. Erano tutti in visibilio e lei, invece, non vedeva l'ora che quell'evento già finisse.
Si mosse fuori dalla Sala Comune, senza inciampare in una ragazzina che sveniva a causa di un invito andato a farsi friggere, quindi uscì nei corridoi e la cosa non migliorò: ovunque vi erano cavalieri e dame, gente che veniva accompagnata al ballo, ragazze che sembravano incontrare l'amore della propria vita.
«Posso farcela.»
Continuava a ripeterselo in mente, quasi fosse un mantra da seguire.
Scese la grande scalinata e arrivò alle porte della sala grande. Socchiuse gli occhi celesti e tirò un grande respiro, prima di far ticchettare i suoi piedi sul pavimento della grande sala.
Ammirò le decorazioni, guardandosi attorno, quindi si ritrovò a ridere per il vischio che gli altri anni aveva combinato fin troppi disastri al ballo.
Si mosse lentamente, cercando di memorizzare tutte le immagini di quegli addobbi, essendo l'ultima volta che li avrebbe visti, quindi la prima tappa che avrebbe fatto sarebbe stata quella al baracchino della cioccolata calda, per prenderne una tazza.
Si guardò attorno.
Non c'era nessuno ancora di quelli che conosceva.
Jessica, Lucas, Elisabeth, Cameron, Joshua, Blake, chissà se sarebbe venuto e con chi...
Mentre cercava loro con li sguardi, si rese conto di come cercasse anche un altro volto che sembrava non essere ancora arrivato.
Aggrottò la fronte e assottigliò lo sguardo, ma niente.
Beh, c'era ancora tempo...SPOILER (clicca per visualizzare)Niente: entra in sala e prende una cioccolata calda che fa freddo, oh!Lilith Clarke"La cosa bella dei rapporto è che dimentichi come sono iniziati."Dioptase, Caposcuola"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Benjamin D' Angelo1 Giada aspetta Ben nella sala comune della sua casata, in attesa che arrivi per andare insieme alla festa in Sala Grande.
Edited by Giada McCarthy - 2/12/2022, 23:15. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Harry arriva appena fuori dalla sala comune di Cassedy, Ametrin, e si mette ad aspettarla con un bel mazzo di fiori, di rose rosse, un regalo per lei.
Edited by Harry Wood - 1/12/2022, 00:57. -
.? James Beauvais ?« La vita è un’enorme tela: rovescia su di essa tutti i colori che puoi.
»
Il Natale era una festa sempre presa sul serio dalla città dalla quale veniva, New York. La città era sempre splendida e piena di decorazioni, e soprattutto quel grande albero al centro di Times Square dava il vero senso delle feste. Quindi da una festa di Natale si aspettava sempre tanto seppur sapeva che come nella "grande mela" era quasi impossibile, voleva vedere la vera essenza di quello che era il Natale in quella giornata, in quella festa che amava. E la scelta iniziava sempre con l'abito della festa, avrebbe voluto usare un maglione in stile natalizio come si faceva a New York, nella grande mela, ma optò per un qualcosa di un po' più classico.SPOILER (clicca per visualizzare)
Una giacca grigia, una camicia nera e un pantalone nero, il tutto unito a una scarpa elegante chiara per staccare dal colore scuro del resto del vestito, ci voleva un piccolo tocco di classe in ogni cosa. Un po' stile americano, un po' classico effettivamente. Controllò che fosse tutto al meglio addosso al suo fisico, poteva ritenersi soddisfatto. Lasciato il dormitorio si diresse verso la Sala Grande dove sperava di vedere un sacco di attrazioni. Di fatto non rimase deluso da cosa vide, un grande albero al centro della sala addobbato alquanto alla perfezione con palline di ogni casata, una trovata magnifica, un banchetto di cibo e bevande, una Pista da Pattinaggio, e tanto altro ancora che lo attirava molto. Era decisamente anche un piccolo american style dal suo punto di vista e apprezzava la cosa. La prima attrazione che scelse fu quella dove c'era una bella cioccolata calda, a vederla era magnifica, ma anche l'odore era spettacolare. Quindi iniziò a sorseggiare la stessa mettendosi a sedere su una panchina che non era lontana dal baracchino, la musica che scorreva era interessante e poteva essere l'anima della festa.? Scheda Pg ? 16 anni ? Ametrin ? Ricco ?© psìche
SPOILER (clicca per visualizzare)James arriva alla Sala Grande mettendosi a sorseggiare una cioccolata calda, se volete interagire con lui siete liberi di farlo.. -
Joshua B. Evans.
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Edited by Joshua B. Evans - 1/12/2022, 14:49. -
.Aveva considerato a lungo la possibilità di saltare a piè pari quella serata e restarsene nella sua camera. In Corea del Sud il Natale non era mai stata una festività così eccezionalmente sentita come lo era in Occidente e, in genere, aveva sempre dedicato ai festeggiamenti il tempo di una sola giornata.
Non era dunque abituato a tutto quello sfarzo né a tutta l'emozione che derivava dal prendere parte ad eventi del genere.
Tuttavia, la sua presenza in Sala Grande quella sera voleva essere un tentativo di acclimatarsi ad una delle tante cose alle quali non riusciva ancora a dare un senso. Ma semplicemente perché erano troppo lontane da lui e dalla sua cultura per poterle comprendere.
Questo era stato in larga parte il motivo per il quale non si era degnato di invitare nessuno quella sera. Non poteva immaginare quanto importante potesse essere quell'evento - e quel periodo in generale - per i suoi compagni di scuola, compresi quelli ai quali aveva avuto modo di avvicinarsi almeno un po'.
La sua non aveva voluto essere una mancanza avuta di proposito, semplicemente per lui quello era un giorno come un altro. Peccato che quel suo atteggiamento avrebbe potuto lasciare campo libero ad una sfilza di interpretazioni che non erano da biasimare.
Quando il taglio affilatissimo dei suoi occhi si posò sulla sala addobbata, non riuscì a fare a meno di stupirsi per l'attenzione che era stata messa nell'organizzazione di quella serata. Non che non avesse mai partecipato a delle feste in vita sua, ma sicuramente niente del genere.
Mahoutokoro era sempre stata più sobria da questo punto di vista.
No, non l'ho vista e non so dove sia, Andor.
Venne immediatamente assalito dal concasato che più di tutti lo stava tampinando nell'ultimo periodo: Miguel Andor. Non riuscì a fare a meno di fulminarlo con lo sguardo, mentre inchiodava il passo all'ingresso della sala e nascondeva le mani nelle tasche del pantalone nero che indossava.
Nero come la giacca, il dolcevita e i chelsea boots che completavano il suo outfit di quella sera.
Sei ossessionato, ti servirebbe un hobby.
Suggerì, con un tono di voce talmente pacato da riuscire a nascondere la velata offesa che stava cercando di rivolgergli. Il ragazzone latino, dal canto suo, sembrava in piena frenesia. Continuava a guardarsi attorno con una foga tale che pareva quasi che stesse per svitarglisi la testa dal collo.
Sembravano uno la nemesi dell'altro: Miguel così eccezionalmente colorato nel suo abito di un rosso acceso e cangiante affiancato al sud coreano che, invece, era calato in un abbigliamento total black che ne metteva in risalto i tratti affilati.
Mentre uno continuava a muoversi con movimenti ampi e fastidiosi, l'altro se ne stava piantato a terra a scrutare tutto ciò che aveva davanti, sperando intimamente di riuscirsi a liberare dell'esuberante Black Opal per concedersi un drink. Ma il danzatore di salsa per eccellenza non sembrava intenzionato a lasciarlo in pace, tant'è che appena si mosse, quello prese a seguirlo come un'ombra.
Sospirò profondamente, socchiudendo ancor di più le palpebre sugli occhi neri, e tornò a fermarsi solo dopo aver raggiunto una delle tavolate. Afferrò una pizzetta e tornò a fronteggiare il resto della sala, sollevò dunque lo stuzzichino che aveva trovato, ma fu nel compiere quel movimento che adocchiò Lilith nel suo campo visivo, ad una scarsa quindicina di passi da loro.
Bloccò il braccio a mezz'aria, mentre il sopracciglio destro invadeva la fronte in una smorfia tanto sorpresa quanto un filo, inspiegabilmente, infastidita.
Chi è quello?
Non un commento circa la Dioptase, solo un quesito a sollevarsi in direzione di Andor che intanto si era ficcato in bocca una quantità spropositata di gambi di sedano.
Fofhua Efanf. Amefìn.
Non ci aveva capito un accidente, in verità, tant'è che serrò la mascella irrigidendosi e sbuffando anche sonoramente dalle narici.
Chi?
Il suo invito a ripetersi dovette aspettare il lasso di tempo utile a Miguel a deglutire, voltarsi e rendersi finalmente conto che la sua adorata Lilith era in compagnia di qualcun altro.
Joshua Evans, Ametrin. E che ci fa con lei?!?!?
L'ululato di Andor lo infastidì talmente tanto che dovette abbandonare la scenetta che si stava consumando poco più avanti per dirigere lo sguardo sul compagno e trafiggerlo per qualche lungo istante, invitandolo tacitamente a non alzare troppo la voce.
Non urlare.
E a quel punto non riuscì più a comprendere se il fastidio che stava provando fosse per la voce intollerabile del Black Opal o per quell'inattesa parentesi alla quale si era trovato ad assistere. Prese un profondo respiro, mentre mentalmente non potè fare a meno di domandarsi per quale ragione si sentisse a quel modo.
Il fatto di non riuscire a capirsi lo infastidì ancora di più, se possibile.
Torse il busto e abbandonò la pizzetta intonsa nello stesso vassoio dal quale l'aveva recuperata, ripulendo rapidamente le dita dall'olio così da poter tornare a nascondere entrambe le mani nelle tasche.
C'è qualcosa di decente da bere?
Che non fosse succo di zucca, probabilmente.Joo-hyuk
Kwon"If I was you, I'd wanna be me too."black opal - I annocode by ©#fishbone
SPOILER (clicca per visualizzare)Arriva in sala e viene accalappiato dal fantastico Miguel Andor. Poi adocchia Lilith e Joshua, mentre Miguel strilla di dolore per la sua amata in compagnia di un altro, quindi cerca da bere qualcosa di forteche non troverà.. -
Deva L. Lestrange.
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Arriva da sola, intercetta Joo-Hyuk poco prima di notare Joshua circondato da femmine (?), quindi propone al primo una pattinata..
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.Cercare volti conosciuti a quel ballo stava diventando davvero una noia. Alla fin dei conti di conoscenze ne aveva fin troppe e ogni volto pareva ormai troppo familiare. Quello che realmente cercava era qualcuno che potesse almeno un attimo affievolire quel senso di inadeguatezza che aveva addosso, trovandosi da sola a sorseggiare quella cioccolata calda che pareva addirittura troppo dolce per essere assaggiata dalle sue labbra, colorate di un rosso molto acceso, quasi a voler cozzare con il restante del suo abito dalle tonalità elgantemente scure.
Già ne aveva abbastanza e non aveva ancora superato la prima decina di minuti, aveva promesso a Seth che sarebbe tornata il prima possibile e per lei quello poteva già essere il prima possibile. Giusto il tempo di salutare Jessica e augurarle una buona serata, poi tra un ballo e l'altro, non appena l'amica sarebbe stata distratta, sarebbe sgusciata fuori da quel ballo fino a prendere una boccata d'aria sana.
Almeno, questi erano i suoi programmi.
Era poggiata al parapetto, con in mano la sua tazza fumante, con cui ogni tanto si inebriava il respiro, cercando di comprendere quando fosse il momento giusto di berla senza che si bruciasse. Distratta dalla pista di pattinaggio, Lilith non si accorse minimamente dell'arrivo dell'Ametrino che era ormai un fantasma nei suoi ricordi da circa tre anni.
Raddrizzò la schiena a quel sussurro, quindi le rosse si mossero ad addolcirsi in un sorriso, mentre lo sguardo piano si muoveva a cercarlo con la coda dell'occhio, per scorgerne appena il profilo.
«Se ti avessi aspettato lì, sarei invecchiata nella speranza, Evans.»
Scivolò appena la lingua su quel cognome, con un tono che era un connubio perfetto tra il divertito e l'offeso. Si girò lentamente, facendo cadere le iridi celesti sull'intera figura dell'ametrino, trovandolo piuttosto elegante. Si soffermò solo quando l'analisi arrivò all'altezza dei suoi occhi, che si sarebbero flessi in conseguenza di quelle labbra che sorridevano enigmatiche.
«Hai mai sentito parlare di emancipazione, Evans? La liberazione dalle restrizioni tradizionali? Bene, hai davanti a te una delle migliori streghe emancipate di tutta Hidenstone.»
Lo disse con un pizzico di saccenza, quel poco che bastava per rendere credibile l'idea che avesse scelto di andare al ballo da sola.
«Ciao, Evans.»
Il calore che impresse in quel saluto convenevole fu quasi stupefacente, era come se avesse appena ritrovato almeno una delle facce che potevano strapparle una minima percentuale di quel senso di inadeguatezza che provava a star lì da sola.
Non rispose alla domanda se potessero parlare o meno, forse perché ritrovò più importante salutarlo, quando il cristallo dell'altra sciovolò oltre la sua spalla, solo per un frangente di troppo, riconscendo due volti ben noti alla Dioptase: Andor e Kwon.
Si distrasse momentaneamente da Joshua, per cercare di capire cosa stavano facendo.
Davvero Kwon aveva preferito accompagnare Andor al ballo, piuttosto che lei? «Allora avevo ragione che aveva fin troppe attenzioni per il messicano, quella notte...» pensò l'altra, riscoprendosi quasi infastidita dalla cosa. Il ghiaccio si attanagliò per qualche attimo di troppo sul primino, lasciando che lui notasse il freddo del suo sguardo, prima che lei stessa ci tenesse a mostrargli come - lentamente - avrebbe discostato la vista da lui, per concederla nuovamente all'Ametrin che aveva davanti.
«Possiamo parlare quanto vuoi, non c'è nessun cavaliere da attendere. Mi fa piacere che tu sia tornato, Josh e, devo ammettere, in forma smagliante per questo ballo.»
Fece indietro il capo, facendogli notare con un sorriso che lo stava osservando da capo a piedi; aveva scelto un ottimo accostamento di colori, non c'era che dire, e soprattutto apprezzava la mancanza del cappellino sulla sua testa, lo rendeva meno pazzo psicopatico maniaco stalker (?).
«Ma, piuttosto, come mai senza dama?»
Adesso la curiosità non poteva essere spenta, visto che non sembrava l'unica ad essere emancipata, in quel momento. Tuttavia, mentre le parole e la conversazione erano rivolte a Joshua, completamente, di tanto in tanto, lo sguardo dell'altra si spostava a notare i movimenti del coreano, trovandosi a fare i conti con una scena che non aveva minimamente calcolato. Chi era quella ragazzina che si era avvicinata al Black Opal? Che fosse lei l'accompagnatrice e non Andor? Per quanto il messicano fosse entrato fianco a fianco del coreano ed era sicuramente più plausibile che fosse il suo accompagnatore, o almeno era lei a sperarlo.
«Com'è stato il rientro in questa scuola? E soprattutto... come stai?»
Ancora una volta si constrinse a posare lo sguardo di Joshua, domandandogli quello che realmente preoccupava la sua presenza lì: le condizioni dell'altro.SPOILER (clicca per visualizzare)Intrattiene conversazione con Joshua B. Evans concedendosi qualche lancinante sguardo a Joo-hyuk Kwon e non facendo caso a Deva, troppo presa a dover capire mille situazioni.Lilith Clarke"La cosa bella dei rapporto è che dimentichi come sono iniziati."Dioptase, Caposcuola"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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.Emancipazione.
Giochi di sguardi.
Conversazioni e ascolti.
Tutto questo che stava avvenendo in quella sala, non era decisamente all'altezza di Gyll. No, la ragazzina aveva cercato di rendersi il più normale possibile, indossando uno degli abiti che Jessica le aveva regalato, bocciandole quello che aveva comprato lei, dove sembrava un albero di natale con anche le lucine ad intermittenza e aveva addirittura tirato su i suoi biondi capelli in due trecce che partivano dal basso e finivano in due chiocciole sul capo, così da avere il volto libero da ogni filamento color paglia. Anche il make up non era esagerato, aveva voluto risaltare i suoi occhi, lasciando comunque tonalità neutre a fare da protagoniste, eccezione fatta per il tocco di luce che aveva posto sugli occhi, brillantini che ne illuminavano lo sguardo, mentre sulle labbra aveva scelto delle gradazioni tenue, così da non attirare troppo l'attenzione su di lei. Non aveva la minima intenzione di essere osservata da nessuno, per questo motivo aveva cercato di rimanere anonima e di andare al ballo con... Pixie.
Sì, il panda rosso che le faceva ormai da migliore amica, confidente e cuscino su cui piangere, quel giorno sarebbe stato anche la sua accompagnatrice per il ballo, in barba a tutte le leggi tradizionali dove il cavaliere dev'essere un ragazzo e che abbia due piedi. Lei aveva scelto una femminuccia e con due zampe e molto pelosa.
L'unico problema fu che quando Pixie arrivo nella Sala Grande, qualcosa andò storto...Erano giorni che stava in ansia per quel ballo e più pensava a cosa indossare, più la mezza-veela sentiva che non andava bene niente di quello che aveva, soprattutto dopo che Jessica le aveva detto di dover indossare qualcosa che non la rendesse una bambina, perché ormai lei non lo era più. E questo era anche vero, però...
Qualche giorno dopo, trovò sul suo letto un pacco morbido, con un bigliettino sopra. Pixie lo stava annusando, lei invece pensò a leggere il biglietto.
«Ecco, dovrebbe starti. E' tuo.»
Gyll prese il vestito e lo guardò. Forse era un po' troppo per lei ma poteva darsi una possibilità e rendersi un po' più donna a quell'evento.
«Pixie, quest'anno verrai con me al ballo, in barba a tutti i cavalieri che potrebbero esserci! Io e te saremo splendide.»
Si gettò sul letto afferrando la panda, quindi la sollevò e la guardò.
«Però devi fare la brava, cerchiamo di non farci riconoscere. Niente assalti al cibo e niente cose... strane. Ok?»
L'animaletto la guardò un po' stranita, ma sembrò accettare quelle coccole che la ragazza le fece poco dopo, quindi se ne stette.
Era arrivato il giorno del ballo e lei si era intrufolata in quel vestito come mai aveva fatto prima d'ora. Quasi ci stava rimanendo impiccata, uscendo prima dal buco delle ascelle, poi infilandoselo al contrario, insomma, dopo mille peripezie, era giunta nel buco giusto (?) ed era uscita da lì, facendo cadere i veli di quell'abito celeste addosso al suo corpo, come se fossero stati cuciti per lei.
Si guardò allo specchio e sotto la gonna, Pixie sollevò il lembo, guardandola anche lei allo specchio squittendo.
«Tu dici? Io mi sento strana.»
Quindi il panda sgusciò fuori e spinse anche le scarpe che aveva trovato con il pacco dell'amica, osservandole. Quanto ci avrebbe messo a cadere da quelle? Non tanto dai, sui tacchi non era poi così male. Forse.
Beh, era pronta, no?
Giusto una sistematina ai capelli...Presente.
Dicevamo, qualcosa andò storto e Pixie sembrò non mantenere proprio la sua promessa da panda rosso riguardante il non attirare l'attenzione su di loro, infatti con il suo cappellino a molla con sopra una stella cometa, Pixie pensò bene di sgambettare verso il tavolo del cibo e rubare qualche pizzetta, prima di scendere e correre verso...
«No, Pixie, lì no.»
La mezza-veela arricciò il tessuto del suo vestito, fino a scoprire le gambe fino ai polpacci e iniziò a correre verso la pista di pattinaggio, fermandosi proprio al baracchino del cioccolato, dove si fermò a guardare a destra e sinistra che fine avesse fatto il suo animaletto.
«Un disastro, lo sapevo.»
Non notò Lilith e Joshua, ben intenta a cercare dove fosse invece Pixie. Finì per arrivare accanto ad una ragazzina del primo anno, che aveva visto girovagare poco per la Sala Comune, non che fosse molto attenta a chi entrasse ed uscisse di là.
«Hai visto un---»
Proprio mentre stava rivolgendo parola a Deva, alle sue spalle vide scivolare a pancia in giù il panda rosso. Sgranò le iridi e le puntò sulla ragazzina.
«Dimmi che sai pattinare, ti prego.»
I suoi occhi si fecero languidi e il volto erano contrito da una strana espressione imbarazzata, mista al disagio totale.SPOILER (clicca per visualizzare)Chiede aiuto a Deva L. Lestrange per recuperare Pixie che ha deciso di pattinare a pancia in giù sul ghiaccio.Gyll McKenzy"Non puoi attraversare la vita, cercando di non farti male."Black Opal, III anno"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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Joshua B. Evans.
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.Tra le tante cose che non aveva considerato c'era il fatto che, mentre lui ignorava il significato ed il prezzo di quella serata, altri invece conferivano a quelle poche ore un valore inestimabile. Almeno dal loro punto di vista, che era quello di adolescenti in preda a chissà quale baraonda emotiva.
Inviti fatti più per ripicca che per piacere, malumori dovuti ad intrecci impensabili e chissà quanti altri meccanismi troppo lontani da lui per essere concepibili.
La presenza di Miguel Andor al suo fianco non faceva altro che incrementare il suo senso di inidoneità alla situazione. Si stava sforzando, ma il latino gliela stava rendendo davvero complicata. Dovette infatti cercare di escludere la sua voce petulante per provare ad analizzare la situazione che gli si era parata davanti.
Dovette cominciare a fare i conti con il fatto che Lilith gli stava lì davanti in compagnia di qualcun altro e si ritrovò a domandarsi per quale motivo non gli fosse passato per la testa di provare ad invitarla quella sera.
Mostrarsi in giro in sua compagnia non era nei suoi piani, eppure la Dioptase gli aveva inondato i pensieri per giorni a seguito dei loro incontri. Non che non volesse approfondire la sua conoscenza con lei, ma subconsciamente aveva forse dato per scontato che l'altra avesse già un accompagnatore.
Il rischio di beccarsi un "no" dritto in faccia non sarebbe stato tollerabile.
Erano state troppe le variabili ad accavallarsi in quell'ultimo periodo, quindi lasciar perdere completamente l'idea di recarsi al ballo con qualcuno era stata la soluzione più semplice da adottare.
E la situazione alla quale stava assistendo gli diede ragione: la mora era già con qualcuno, quindi lui si era matematicamente evitato una figura di merda colossale.
Peccato che, in realtà, l'equazione non fosse proprio quella che aveva immaginato lui.
Evidentemente sono insieme stasera, sì.
Senza neanche provare a nascondere il tono di voce seccato, si rivolse a Miguel nel tentativo di placare il suo ciarlare a riguardo di Lilith in compagnia di Josh Evans. Il ragazzone gli stava rendendo quell'esperienza ancora più pesante di quanto non fosse già.
Fu in quell'istante che avvertì le iridi glaciali della Caposcuola stridere contro il suo viso. Agganciò i suoi occhi dalla distanza e ne sorresse lo sguardo per una manciata di interminabili istanti.
Avrebbe potuto giurare di aver letto un po' di risentimento in tutto quell'azzurro, ma non seppe spiegarsi il perché. Dopotutto lui era lì con Miguel Andor, che non era il suo accompagnatore, mentre lei era lì con Joshua Evans.
Quindi? Cosa l'aveva messo nella posizione di meritarsi quella stilettata?
Cominciò a spostare lo sguardo verso altri lidi solo per la necessità che avvertiva di bere qualcosa di decente e togliersi dalla testa lo sguardo algido della mora, quindi non prestò particolare attenzione al fatto che qualcun altro gli si stava avvicinando.
Fu il profumo di Erin, prima ancora che la sua figura, ad aggrapparsi ai suoi sensi, portandolo a voltare il capo cercando con gli occhi affilati la fonte di quella fragranza.
Nel processo, fulminò Andor con lo sguardo, portando il ragazzo a dileguarsi di lì a qualche breve istante così da potersi crogiolare nel dolore di non essere in compagnia della Clarke, quella sera.
Ho le spalle multifunzione, nel caso. Nascondiglio, muro del pianto, muletto...
Rispose al suo sorriso con l'angolo destro delle labbra che si arricciò in un ghignetto divertito, quindi estrasse entrambe le mani dalle tasche del pantalone solo per accostare i palmi alle cosce e piegare poi il busto in avanti, in un cortese quanto breve inchino alla volta di lei.
Certe abitudini che si portava dietro erano dure a morire, ma la compagna ormai avrebbe dovuto esserne più che consapevole dopo tutti quei mesi trascorsi tra le mura dello stesso istituto.
Mi sa che di forte, da queste parti, c'è solo la mia voglia di bere.
Aggiunse, tornando ad affondare le mani nelle tasche e percorrendo con lo sguardo la stessa traiettoria degli occhi di lei. Non poteva essere sicuro di aver inchiodato le attenzioni esattamente dove le aveva dirottate anche lei, quindi nel ritrovasi l'oggetto del suo fastidio di nuovo a portata di mano arricciò le labbra in una smorfia molto poco divertita.
Non commentò in alcun modo, tornando a guardarla per permettersi così di liberare la mente e concentrarsi su ciò che aveva davanti. Non potè fare a meno di focalizzarsi sull'eccezionale contrasto che le ciocche rosse di lei creavano a contatto con la trama del vestito. Veniva da una terra dove i colori di Erin non esistevano, almeno non in natura.
Non era abituato alle rosse né alle bionde, così come non era abituato all'ipnotico movimento di labbra dipinte voluttuosamente di rosso.
Mentre l'altra si martoriava in silenzio alla vista di Josh con qualcun altro, lui si prese il tempo per distrarsi dal ricordo del sapore di Lilith, restando magnetizzato sulla visione della bocca di Erin che riposava nel suo doloroso silenzio di contemplazione.
Certo.
Si affrettò soltanto ad aggiungere, in risposta alla sua domanda, vedendosi costretto a sbattere le palpebre un paio di rapide volte mentre la rossa spariva dal suo campo visivo dirigendosi fin troppo velocemente verso la pista di pattinaggio.
Non potè fare a meno di maledirsi mentalmente per il suo ennesimo momento di black out.
Gli capitava spesso, fin troppo spesso, quando si ritrovava ad affrontare situazioni non prevedibili.
E lo odiava.
Finiva con l'estraniarsi senza apparente motivo, mentre la sua testa lavorava in maniera febrile nel tentativo di sviscerare tutto ciò che lui non riusciva a spiegare.
Afferrò a sua volta un paio di pattini, affrettandosi a seguirla per poi appiedare sulla pista e volgendosi in sua direzione porgendole il palmo di una mano.
Muletto o renna da slitta, quello che preferisci.
Dovette combattere con tutte le sue forze contro l'impulso di cercare Lilith e Joshua con gli occhi, tant'è che fossilizzò lo sguardo sul volto di Erin, invitandola a seguirlo, mentre un'ombra alle sue spalle sgusciava lentamente sul ghiaccio.
Un'ombra troppo piccola per poter essere quella di Miguel Andor accasciato sulla pista.
Allungò un piede dietro di sé, puntellando la lama del pattino nel ghiaccio nel tentativo di bloccare lo slittamento del panda rosso di Gyll, peccato che nel processo finì con il perdere l'equilibrio, divaricando un po' troppo le gambe e sbilanciandosi in avanti.
Come risultato, a meno che Erin non fosse scivolata via, sarebbe inevitabilmente finito addosso alla rossa, costringendola a slittare all'indietro fino ad incontrare il bordo della pista con il bacino. Lui, dal canto suo, avrebbe cercato di restare in piedi agganciando entrambe le mani al metallo dello stesso bordo, accogliendo la figura di lei tra le braccia.
Non dire una parola. In realtà è una coreografia che ho studiato appositamente per oggi.
Una parafrasi delle sue ultime parole sarebbe potuta essere "che stratosferica figura di merda", ma per evitare ulteriori danni, restò in silenzio scostando il busto da lei nel tentativo di tornare a raccogliere i suoi occhi nei propri.Joo-hyuk
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SPOILER (clicca per visualizzare)Elucubrazioni mentali su Lilith e Josh mentre chiacchiera con Erin, poi segue la rossa sulla pista di pattinaggio e quasi cade cercando di bloccare il panda di Gyll. Finisce addosso a Erin (o per terra, nel caso in cui lei si scansi). C'è del post in questo disagio.. -
.«Carini e coccolosi, ricorda. Come i tre pinguini di quel film demenziale, ok bro? Niente casini, almeno per un paio d'ore. Ma se dovesse succedere qualcosa, io sono nella tua stessa sala e corro.»
Si stava vestendo mentre continuava a parlare con Cameron, facendosi le ultime raccomandazioni per quella serata che sembrava essere speciale più per loro che per le dame che avrebbero portato. Erano usciti dalla doccia, inondando la stanza di vapore e anche di acqua, lanciando abiti sui letti non solo i loro, ma anche quelli del povero Howard, che aveva in stanza i più pessimi dei Dioptase. Era davvero contento che Regina avesse accettato il suo invito al ballo e allo stesso modo era nervoso perché non sapeva quanto sarebbe stato all'altezza. Ricordava bene tutti i passi dei balli lenti, anche se non era favoloso a ballare, ma per lei avrebbe fatto un'eccezione e avrebbe tentato di comportarsi come un vero cavaliere.
Si stava sistemando la camicia nei pantaloni, quando qualcosa sembrava non andare. Guardò il colletto, allungò le braccia e...
«Cazzo, bro. Questa è tua!»
Quindi si ritrovò a dover sbottonare di nuovo tutti i bottoni della camicia, sfilarla e lanciarla all'altro che invece si era preso la sua. Rise, finalmente un po' di tensione allentata per quella ridicola scena che avevano appena vissuto, scosse il capo e riprese a vestirsi.
Si sistemò la cravatta, tirandola al meglio, quindi mise la giacca nera e si sistemò il bottone sul petto. Si mosse appena, dentro quel vestito, non era la prima volta che si vestiva così elegante, visto le cene e le feste a cui era abituato con la sua famiglia, ma quella volta sembrava che stesse soffocando.
Corse verso Cameron, lo afferrò per il braccio di colpo e gli alitò in faccia un misto di menta ed eucalipto fortissimo, manco una vigorsol.
«Mica mi puzza l'alito, oh?!»
Era nervosissimo.
Solo dopo il via libera dell'amico e un'altra ondata di profumo gettata addosso al riccio, si avviò a scendere le scale per giungere alla sala comune dei Dioptase. Il riccio avrebbe atteso la sua dama alla fine di quelle scale, con l'intento di andarle incontro per afferrarle la mano per aiutarla a scendere, solo a quel punto le avrebbe messo in capo l'ultimo dei suoi regali materiali per quella serata.SPOILER (clicca per visualizzare)Parla con Cameron Cohen in stanza, e attende Regina Beauvais alle scale della Sala Comune.Julian Miller"Light my fire."Studente, II anno - Dioptase"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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