Lezione di Divinazione - Biennio, Settembre

Anno Scolastico 2022/2023

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    Ametrin
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    ? James Beauvais ?
    « La vita è un’enorme tela: rovescia su di essa tutti i colori che puoi.
    »


    La prova iniziò con quella benda sugli occhi che non gli permetteva di vedere nulla, ma almeno accanto a se aveva il suo spirito guida che poteva guidarlo anfratto dopo anfratto di quel labirinto, ma sapeva già che sarebbe stato forse troppo semplice poter superare gli angoli e ritrovarsi al termine del labirinto, si aspettava qualche sorpresa. Dopo aver fatto delle curve a destra e sinistra guidato dalla "sua aquila" fu proprio essa a fermarlo comunicando con lui.

    Davanti a te hai un muro invalicabile, ma c'è anche un albero forte e resistente che puoi scalare, ti porterà dalla parte opposta. Stai attento a dove metti i piedi se non vuoi cadere.

    Quindi ringraziò il suo spirito prima di proseguire.

    Starò attentissimo.

    Iniziò a salire con i piedi sullo stesso tronco, non sembrava piccolo di dimensioni. Cercò la massima presa con le mani sullo stesso. Il movimento era classico, gamba destra, braccio sinistro, gamba sinistra e braccio destro. Ci mise un po' a salire e evitare tutti gli ostacoli posti dal tronco. Quando fu in cima, fu proprio lo spirito a fermarlo.

    Sei arrivato, ora c'è una scala. Supera anche quella e sei a terra.

    Con i piedi cercò la scala che gli era stata annunciata trovò il primo scalino, ancora una volta cercò di scendere con la massima attenzione fino a che non sentì il terreno sotto i suoi piedi. Tornò a seguire le indicazioni del suo spirito guida per arrivare quindi al suo ostacolo successivo di maggiore rilevanza.

    Salta sulle pietre, ce ne sono una a destra e una a sinistra. In totale sono dieci e sono sfalzate. Lateralmente c'è il vuoto, non cadere così vicino alla fine.

    Con il piede destro cercò la prima pietra sulla quale appoggiarsi. Portò anche il piede sinistro sulla stessa. Lo spazio non era molto ma sembrava poterci entrare. Quindi ripetette la stessa cosa per le dieci pietre, una a destra e una a sinistra sempre più in avanti. Infine toccò nuovamente terra. Però le prove non erano finite, pochi passi in avanti e venne fermato di nuovo.

    Spero che non soffri di vertigini, ora ti aspetta un ponte tibetano. Devi salire dieci scalini, contali bene e poi sarai sopra il vuoto, solo delle assi di legno e delle corde laterali. Ah, il vento potrebbe dare noia.

    Per sua fortuna almeno non soffriva di vertigini, e non c'era troppo vento almeno nella zona degli scalini, poi però la cosa cambiò quando arrivò sul primo passo sul ponte, c'erano delle belle folate di vento come se fosse in aperta natura. Cercò di aggrapparsi con le mani il più forte possibile alle corde laterali, poi iniziò a camminare facendo un passo alla volta su quelle assi di legno. Le folate più forti lo facevano fermare e traballare ma non arrendersi. Con dei piccoli passi arrivò al termine dello stesso, in una buona sicurezza. E grazie al suo spirito guida scese ancora gli scalini e arrivò all'uscita. La voce del professore voleva dire che forse il tutto era concluso, ma non fu così, appena si tolse la benda vide il docente che era in una forma particolare, luccicava e volava in aria. Però ancora una prova era davanti a lui, una rana enorme si mise tra lui e l'uscita. Il combattimento era prossimo, ma prima voleva il deciso aiuto del suo spirito guida.

    Come posso affrontare questa rana gigante? Come posso superarla? Dammi la tua saggezza e il tuo aiuto.

    Lo spirito guida dette il suo esito in merito.

    Usa gli elementi naturali, il ghiaccio la fermerà senza problemi.

    Per un attimo ragionò sulla cosa prima di trovare il metodo di azione contro la rana. La vide saltare su se stessa, prima di saltare accanto a lui, a nemmeno mezzo metro dalla sua figura. Era fin troppo vicino per i suoi gusti. Un paio di volte provò a colpirlo prima con una delle zampe davanti al suo corpo. Un colpo lo prese anche facendolo cadere a terra. Poi quando era a terra provò a usare la lingua per attaccarlo, ma evitò la medesima rialzandosi rapidamente e prendendo un po' di distanza. Se poteva muoversi quell'animale era un pericolo. Quindi con la bacchetta fece velocemente un rettangolo in senso orario per poi dare una stoccata all’interno del medesimo verso la stessa rana. Quindi disse la formula magica.

    Infra Speciem Figuro!

    Le sue zampe divennero delle pinne di un pesce. La rana era ferma e si muoveva molto lentamente, almeno non saltava più. Approfittando della difficoltà dell'animale puntò il suo corpo con la bacchetta e disse nuovamente la formula magica.

    Glacius!

    Il gelido raggio proveniente dalla bacchetta prese in pieno la creatura. Chiaramente il suo scopo non era ucciderla ma bloccarla, e sapeva bene che le basse temperature potevano ucciderla se fosse rimasta troppo in quello stato attuale di congelamento. Quindi con il suo spirito guida arrivò a un passo dall'uscita effettiva del labirinto e a quel punto, quanto era già in sicurezza, fece una F puntando la medesima bacchetta contro la rana, e a quel punto andò di formula magica.

    Finite Incantatem!

    La rana tornò a essere normale, nella sua forma iniziale e fuori congelamento. Infine fece l'ultimo passo che lo portò a uscire da quel labirinto sapendo di aver fatto la cosa giusta nel far tornare normale la creatura.


    ? Scheda Pg ? 16 anni ? Ametrin ? Ricco ?

    © psìche



    1- Nome: Incanto del Salto Extra-Specie Minore.
    Classe: Trasfigurazione
    Formula: Infra Speciem Figuro
    Movimento: eseguire velocemente con la bacchetta un rettangolo in senso orario e poi compiere una stoccata all’interno di questo verso il bersaglio.
    Effetto: dalla bacchetta viene sparato un fulmine bordeaux che se colpisce una determinata parte di un animale la trasfigura in quella di un qualsiasi altro animale.
    Esempi: zampa di un cervo---> zampa da leone. Testa di cane---> testa di gatto
    Note: L'incanto ha un raggio massimo di 2 m.
    la grandezza della parte del corpo post trasfigurazione deve avere come massimo di differenza da quella originale 10 cm. La testa non può essere trasfigurata.
    I Bonus/Malus relativi alle modificazioni delle varie parti del corpo verranno decretati dal Master, soprattutto in base alla descrizione scritta dal utilizzatore dell'incanto.
    Più è alto il livello di Tecnica del PG più alti possono essere i valori da applicare a Bonus e Malus.

    2- Nome: Incantesimo Congelante [Incantesimi]
    Classe: Elementale
    Formula: Glacius
    Movimento: Puntare l'obiettivo
    Effetto: Genera dalla bacchetta un gelido raggio in grado di congelare cose, animali o persone
    Note: con Intelligenza > 45 può ibernare. Con Tecnica > 25 permette di usare questa magia per ricoprire oggetti di ghiaccio e manipolarne la forma e l'affilatura.

    3- Nome: Incanto Finitus
    Classe: Generico
    Formula: Finite Incantatem
    Movimento: Disegnare una F
    Effetto: Annulla gli effetti di un incantesimo generico o di una fattura.
    Note: Se il dado complessivo supera quello che ha determinato la magia, la infrange. Può essere applicato su incantesimi diversi dai generici o dalle fatture minori, a patto che non siano magie oscure e che l’Intelligenza del mago superi il PP di riferimento dell’altro mago. La magia è invece autoconclusiva sugli incantesimi scagliati dal mago.
     
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    La sensazione della benda sugli occhi era allo stesso tempo strana ed entusiasmante. Avrebbe potuto camminare nel labirinto bendato, Merlino, quando mai gli sarebbe ricapitata una cosa simile? Sorrise, riportando la concentrazione tutta sulla piccola lontra che sentiva girargli incontro, per poi cominciare a camminare, sicuro che ad ogni ostacolo sarebbe stato aiutato.
    -Okay, mi affido a te.
    La lontra continuò a dargli piccole indicazioni molto semplici, come dei “gira a destra” o “prosegui dieci passi dritto”, fino a che dopo quello che a nick sembrò un’infinità di tempo, sentì l’animale avvertirlo di fermarsi.
    -Ok, Nicholas. Adesso viene il bello. - lui si fermò, in attesa - Di fronte a te hai una strada sbarrata di linee di rovi, un po’ come se fossero raggi che corrono da destra a sinistra. Se segui alla lettera ciò che ti dico posso fartici passare in mezzo.
    Nick sentì l’adrenalina salire alle stelle, e si rimboccò le maniche della camicia, cercando di rimanere concentrato. Poteva farcela, e si sarebbe affidato al signor lontra per farlo. Annuì, comunicando alla guida di essere pronto, e si avvicinò di qualche passo al primo filo di rovi, sotto sua indicazione. Poi, cominciò una danza fatta di mezzi passi e giravolte, cercando di muoversi più nettamente possibile per evitare ripercussioni. All’ultimo, tuttavia, si fece prendere un po’ troppo dall’entusiasmo, considerato che l’animale lo aveva avvertito che dopo quel passaggio avrebbe potuto risollevarsi, e aveva alzato il braccio destro troppo in fretta, impigliando la camicia in una spina e strappandosela un pochino. Dopo essersi accertato di star bene, tuttavia, non perse tempo e mosse le mani di fronte a lui, indicando la strada che - almeno sperava - aveva di fronte.
    -Sto alla grande, signor lontra, grazie mille! Proseguiamo!
    Fece un altro po’ di strada, camminando sempre con maggior agilità. Si stava decisamente abituando alla benda.
    -Fermo, bambino. Di fronte a te c’è un gigantesco blocco d’acqua. Per superarlo dovrai avanzare esattamente come ti dirò, altrimenti farai sfaldare l’incantesimo e l’acqua ti travolgerà.
    Nick, a dirla tutta, tremò un pochino. Ma ehi, era un ex grifondoro, non poteva mica tirarsi indietro!
    -Ok, sono pronto.
    La lontra, con molta calma guidò i suoi movimenti, facendogli muovere i piedi su quelle che Nick pensava essere pietre particolari, magari incantate per non far rompere l’incanto di stasi sull’acqua. Ogni passo era un colpo al cuore, ma Nick si fidava del suo spirito e seguiva ogni indicazione alla lettera. Uscì dal percorso di pietre incantate e sospirò, felice che fosse finalmente finito. Era solo triste che presto la comunicazione telepatica con il suo spirito si sarebbe interrotta, ma quel pensiero dovette frenare di botto, perchè dopo essersi levato la benda si trovò davanti la rana gigante che il professore aveva menzionato all’inizio e di cui Nick si era completamente scordato. Cacciò un urletto senza volerlo, evitando un colpo di lingua che atterrò a qualche metro da lui, e si girò verso la lontra fumosa.
    -Okay, okay. Allora. Ragioniamo. - Abbassò la testa, spostandosi e evitando un altro colpo di lingua - qual’è il suo punto debole, signor lontra?
    Vide l’animale fare un paio di guizzi per aria, per poi concentrare lo sguardo su una pietra posta sulla fronte dell’animale.
    -Prendi quella pietra, e la rana ti lascerà passare. Fai attenzione, gli incantesimi acquatici non faranno altro che aiutarla!
    Nick annuì, ringraziando lo spirito con un sorriso, e si girò a fronteggiare l’essere. Non voleva far del male alla rana, e chissà cosa gli suggeriva che un’incantesimo di appello non avrebbe funzionato.
    -Colloshoo! - pronunciò chiaramente, puntando la bacchetta verso le zampe della rana. La sostanza non era nociva, e appena completata la prova se ne sarebbe potuto liberare in fretta. Una volta che la rana era ben assicurata al suolo, Nick si premurò di avvicinarsi, correndo a zig zag per evitare la lingua della rana che sembrava ben sicura che lui fosse un insetto. Arrivato alla distanza esatta, puntò la bacchetta sul terreno.
    -Ascendo!
    Nick fu scagliato in alto - con un altro urletto, siamo sinceri - ma essendo preparato alla cosa si limitò a muovere un po’ le braccia e le gambe nel vuoto - leggi “mulinarle all’aria come se stesse morendo” - , per poi atterrare con un piccolo tonfo sulla testa dell’animale….estremamente scivolosa.
    -Oh Merlino benedetto!
    Stava scivolando, ma lo stava facendo dalla parte sbagliata! Si adoperò con tutte le forse e riuscì a salire quei pochi centimetri che gli mancavano per afferrare la pietra penzolante, facendo fermare la rana. Si lasciò scivolare a terra, rimuovendo con un colpo di bacchetta la colla dalla zampe dell animale e sospirando di stanchezza. Un piccolo strato di sostanza viscida lo copriva dalla testa ai piedi, aveva la camicia leggermente strappata e un sorriso da idiota stampato in faccia. Era stato fighissimo!
    -Woo! Ce l’abbiamo fatta, signor lontra! Grazie!

    © code by LaNine e prelevabile Qui




    Nome: Incantesimo Colla Rapida
    Descrizione: Fattura Minore
    Formula: Colloshoo
    Movimento: si punta la bacchetta verso il bersaglio disegnando una spirale in senso orario.
    Effetto: Incolla le scarpe del bersaglio al suolo con una sostanza verdognola
    Note: La forza della colla è in relazione con il Carisma del Mago.
    Con Intelligenza ≥ 12 la colla verdognola può emettere un forte odore sgradevole.
    Con Intelligenza ≥ 25 si può incollare qualsiasi oggetto alla superficie su cui appoggia


    Nome: Incantesimo di Emersione
    Classe: Generico
    Formula: Ascendo
    Movimento: Affondare la bacchetta verso l'alto
    Effetto: Scaglia in alto colui che pronuncia l'incantesimo
     
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Ora che era riuscito ad evocare quella bellissima pantera, non restava che uscire dal labirinto e passare alla prossima lezione, che sarebbe stata sicuramente meno interessante di quella di Andrè, ma che comunque doveva sopportare per sopravvivere fino alla fine della giornata.
    Julian doveva completamente fidarsi del suo spirito guida e cercare la giusta affinità per poter riuscire ad arrivare alla fine di quella prova.
    «Decisamente interessante... non è da tutti rispondere correttamente. Complimenti... ora... vieni con me.» - sentire quella voce calda e piena di sé nella sua testa faceva molto strano, doveva ammettere che ogni volta si stupiva di quanto potesse imparare in così poco tempo.
    Annuì appena «Andiamo.» - confermò il riccio, con un mezzo sorrisetto, pronto alla sfida che lo attendeva.

    Julian fece qualche passo in avanti, forse un po' incerto per quanto fosse strano essere bendato e non riuscire a vedere nulla. Poteva cadere nel vuoto da un momento all'altro e magari morire, chi lo sa «Dovresti fidarti... » - sentì ancora la pantera sicura, quasi avesse sentito i suoi pensieri timorosi «Lo faccio» - «Il percorso non è complicato per due come noi... segui quello che ti dirò e vedrai che saremo fuori da qui in men che non si dica...» - Julian prese un respiro e annuì ancora una volta «Adesso... gira a destra... prosegui per dieci passi, poi dovrai piegarti e strisciare come un soldato... c'è un tronco caduto...» - «Bene.»
    Un respiro e poi Julian svoltò a destra, contò esattamente dieci passi, fino a fermarsi, poi piegandosi sulle ginocchia si spinse verso il basso ed esttamente come aveva detto il suo spirito guida, iniziò a strisciare in avanti, sentendo per un attimo l'aria diventare meno di quella di prima, come se passasse sotto qualcosa... per poi tornare esattamente aperta come poco prima. Aveva passato il tronco? «Ora alzati, ragazzo... quindici passi e svolta a destra. Ci sarà un ruscello, quindi primo salto a destra. Poi a sinistra. Ancora destra. Sinistra e in avanti. Chiaro? Destra, sinistra, destra, sinistra, avanti.» - anche Julian ripetè la combinazione dei salti e fece esattamente quello che la pantera gli disse, sentendo l'adrenalina salire ad ogni salto fino a quando mancava solo l'ultimo, quello di sinistra, prima di arrivare e «FERMO! E' troppo scivoloso!» - Julian d'istinto aprì le braccia, ricercando nuovamente l'equilibrio e sentendo il sudore imperlargli la fronte. Il cuore era in gola «Che faccio...» - chiese «Un lungo salto. Trova la stabilità e poi... spingi con le gambe... ci manca poco.» - Julian stava quasi tremando. Perchè non poteva vedere, dannazione?! Prese un respiro e ... la spinta fu abbastanza, anche se sentì il terreno mancargli dietro i talloni. Ancora una spinta in avanti e ... si buttò in avanti, sentendo l'erba umida. Era salvo. «Grazie...» - ormai era chiaro quanto si fidasse di lei «Avevi dubbi? Ci siamo quasi... ora a destra e... la Rana sarà lì.» - ancora uno sforzo.

    La radura si apriva. Davanti all'uscita ci sarebbe stata quella Rana, stava lì a gracchiare. La sentiva «Che fastidio...» - «Non avrei saputo dirlo meglio...» - erano proprio affini quei due. Rise appena «Proseguiamo...» - «Non ci credo... questa rana è...» - «...brutta?» - «... a parte.... è...» - «...rumorosa?» - «...sì, ma non è questo che volev---» - «... visci---» - «ZITTO.» - beh, si forse aveva esagerato, quindi seguì quel comando, ridendo appena «è strabica...» - ora scoppiò davvero a ridere, toccandosi la pancia e afferrando la bacchetta stretta tra le dita.
    «Il terriccio sotto di lei è fangoso... se ti sposti a sinistra riuscirai a colpire lì, devi cercare di imprigionarla nelle sabbie mobili...» - niente di più semplice, no? «Cumtello!» - disse dopo aver seguito il passo e se fosse andato bene, il fango sarebbe presto diventato un mucchio di sabbie mobili. La Rana prese ad agitarsi, sentendosi ritirare e tentò un salto, che quasi riuscì «ROTOLA A DESTRA!» - dal suono grave nella sua testa, Julian capì che dovette farlo subito, quindi via, come una balla di fieno ad una battuta orribile (ciao Giada, non ti sto pensando eh!) quindi si rialzò «Bene, ora volgiti verso di lei, a sinistra e puntala. Bisogna bloccarla... ma prima va confusa...» - «Flipendo!» - «Bravissimo! E' il momento!» - «Petrificus Totalus!» - e se tutto fosse andato bene, la rana sarebbe diventata una bellissima statua. «Bene, ora volgiti a destra e cammina verso l'uscita... sei stato bravissimo.» - «Siamo stati...» - corresse il suo spirito guida, ghignando appena e avrebbe camminato fino all'uscita.
    Julian Miller

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    Light my fire.
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    Studente, I anno - Dioptase

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    |marlee "mar" beauvais|


    16|NYC|TWIN|Black Opal

    M
    arlee poteva sentire l’impazienza cominciare a salire. Non vedeva l’ora di mettersi alla prova, avrebbe voluto poter prendere la sua scopa q provare a svolgere la prova volando, seguendo le indicazioni di quel grazioso cagnolino che la seguiva. Invece camminava nel labirinto da ore - spoiler, erano cinque minuti - e ancora non succedeva nulla. Poteva giurare che il suo spirito stesse sorridendo, e visto e considerato che la rappresentava era parecchio sicura che sapesse perfettamente cosa stesse provando in quel momento.
    -Bene, signor cagnolone. Parliamo un po’ di noi? Cioè, io so che probabilmente tu sai molto su di me…
    -Marlee.
    -Insomma sei me, circa, ma io non so proprio nulla su di te…o forse si? Cioè, essendo tu me io sono te?
    -Marlee!
    Lei si fermò di botto, leggermente imbarazzata dal suo vagabondare con il pensiero, e si scusò con un mezzo sorriso e portandosi una mano dietro la tasta. Sentì lo spirito saltellarle intorno, completamente a proprio agio e neanche un po’ arrabbiato per il suo meraviglioso sfoggio di (poco) autocontrollo.
    -Quando saremo usciti da qui, promesso, Marlee! Ma ora devi superare delle prove, e preferisco tu non cada in dirupi o simili solo perchè sitavamo chiacchierando. Che ne dici?
    Lei si limitò ad annuire, ancora un po’ imbarazzata, per poi fare un bel respiro ed entrare in modalità “concentrazione”. Era pronta.
    -Ok, allora. Cosa dobbiamo fare?
    Lo spirito le spiegò che di fronte a lei c’era un muro, piuttosto alto, e che l’unico modo per superarlo era sfruttare gli appigli che si vedevano sulla superficie. Lei annuì, avanzando fino a toccare il muro con le mani.
    -Guidami, ti ascolto.
    Procedendo piuttosto a rilento, visto che gli appigli erano piuttosto piccoli, Marlee riuscì a farsi dare la posizione dei più convenienti per lei da seguire, creandosi un percorso e arrivando in cima. Una volta scavalcato, si trovò stranamente seduta a terra: il muro appena superato non c’era più. Lei, naturalmente, non poteva vederlo, quindi dovette fidarsi delle parole del suo spirito, che la esortavano ad alzarsi e le spiegavano la situazione. Combattendo un crescente senso di nausea Marlee fece qualche passo avanti, cercando la stabilità. Dopo qualche secondo - in cui i conati fecero i protagonisti - si rialzò, pronta a proseguire. Insomma, aveva passato la prima prova! Poteva andare avanti e cercare di non morire nella seconda, cosa che sarebbe stata alquanto triste ma comunque molto improbabile, o almeno così sperava. Il labirinto, non visto come stava facendo lei, sembrava ancor più confusionario. Aveva cercato di tener conto delle svolte, ma dopo pochissimo aveva completamente perso il senso dell’orientamento. Si fermò improvvisamente, mettendo le mani avanti e cercando il suo spirito.
    -Io…ho bisogno di un secondo. Per favore, stai qui, almeno sento che ci sei e mi sento meglio. Questa benda mi sta dando alla testa.
    O magari era anche il costante contatto telepatico con uno spirito, ma Marlee non era parecchio votata all’intelligenza, in quel momento.
    Dopo qualche minuto si rimise in forze, e con una mano sempre sopra la testa del cane - o almeno sperava lo fosse - continuò ad avanzare.
    -Bene, Marlee, salta ogni volta che te lo dico io. Invece di saltare sul posto, come faresti se stessi saltando la corda, salta ogni volta più lontano che puoi.
    Alla richiesta di spiegazioni della ragazza, le rivelò che la strada di fronte a loro era dissestata…o per meglio dire distrutta, e rimanevano strisce di terra abbastanza larghe però ben distanziate tra loro. Nulla che un buon salto non potesse superare. Così, con un bel paio di respiri uno dopo l’altro prese una breve ricorsa e saltò quando glielo diceva il cane, superando così la seconda prova. Era arrivata finalmente all’uscita. Con un sospiro di sollievo si tolse la benda, guardandosi dietro e notando che la strada sembrava normalissima. Si girò verso il cagnolino, ma la domanda che aveva sulla punta del cervello non arrivò mai a compimento, perchè la rana gigantesca la stava scrutando, probabilmente decidendo se fosse abbastanza buona da mangiare per pranzo.
    -Ok, perfetto, cosa posso fare? Qual’è il suo punto debole?
    Il cane la guardò con un guizzo negli occhi, per poi lasciar penzolare la lingua.
    -La trasfigurazione, Marlee. Particolarmente debole contro ogni incanto di trasfigurazione.
    Lei si girò la bacchetta tra le dita, ridacchiando tra se.
    La rana, di tutta risposta, fece guizzare la lingua.
    -Non sono buona da mangiareeee! - si trovò ad urlare, per poi scattare verso di lei e puntare la bacchetta verso di lei e fare un bel movimento dall’alto verso il basso, affondando alla fine e urlando - Feramuto!
    La rana, dopo un’iniziale resistenza, rimpiccolì fino a diventare una bici, verde con le ruote di un rosso intenso.
    Ridendo, Marlee diede il cinque/zampa allo spirito, ringraziandolo.
    -Ok, adesso possiamo chiacchierare?


    PARLATO - ASCOLTATO - PENSATO - NARRATO
    bymars


     
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    Quella prova gli pareva interessantissima ed aveva notato come, almeno da quando c'era lui, i docenti erano intenzionati ad evitare lezioni comuni e che costringessero gli alunni a rimanere con il culo incollato alle sedie.
    Sorrise, non c'era niente di meglio a stare all'aperto con le persone che amava. Solo che adesso avrebbe dovuto iniziare la prova.
    Si bendò accuratamente -facendo gli scout, aveva imparato a fare nodi impeccabili- ed a tastoni, riuscì ad entrare nel labirinto, con il suo spirito animale appresso.
    Per i primi venti metri, nulla intralciò il suo percorso, la strada fu tutta dritta senza alcun ostacolo da dover affrontare, ma ovviamente era impossibile che il docente gli avesse preparato una strada completamente dritta.
    Scodinzolando -anche se Brooks non avrebbe potuto vederlo- il suo Pastore Tedesco, lo attraversò, inconsistente, e quel gesto fu sufficiente a far capire a Brooks di doversi fermare, quindi arrestò la sua avanzata.
    Okay, allora... una voce melodiosa gli arrivò dritta alla mente, leggera come una carezza all'anima. Davanti a te hai un tronco piuttosto grosso, come quelli... quelli che trovavo nel bosco, sì completò Brooks per lui, allungando le mani avanti per evitare di scontrarcisi contro.
    Bene, posa due mani avanti, dovresti sentirne la superficie, ecco... solleva la gamba destra e posala lì sopra. Bravo, così... datti la spinta e sei dall'altra parte. Non è molto largo.
    Brooks eseguì diligentemente tutte le istruzioni e con un balzo, lo superò... ma solo per trovarsi immerso fino alle ginocchia in una pozza di fango. Sentì caldo sui polpacci e rabbrividì, anche se era abituato ai boschi. Fin da piccolo, era solito farci escursioni, quindi ne aveva viste di tutte.
    Non rimproverò l'essere per non averlo avvertito, si limitò a scuotere la testa con un sorrisetto ed avanzare finché non ne fosse uscito. Poi guardò dove credeva si trovasse il cane. Scusami, non l'avevo vista! Gli sussurrò, docile, ma l'O'Connor non era offeso né altro, infatti continuò senza alcun problema, finché non ritrovò l'erba sotto le suole delle scarpe.
    Adesso continua per dieci passi, poi fermati che ci sono delle pietre. Vai a destra, ancora a destra, un'altra volta. Ora svolta a sinistra per due volte, adesso salta -è bassa-, ottimo, ci sei, bravo. Si congratulò, quando il ragazzo riuscì agilmente a superare ogni ostacolo, schivando il più possibile senza ferirsi con le rocce.
    Ora c'è un muro di legno con una corda per arrampicarsi, avanti ancora un po'. Allunga la mano e dovresti sentirla.
    Brooks lo fece e sentì il ruvido materiale della corda, stringendola forte. Amava anche andare negli adventure's park ed obbligava costantemente Fitz ad andarci, anche se quel noioso cercava di trovare sempre qualche scusa per evitarlo. Ma Brooks aveva sempre la meglio, complici anche i padri che esortavano il gemello burbero ad uscire all'aria aperta.
    Si arrampicò come uno scoiattolo si arrampica su un albero, con agilità, arrivando ben presto sulla sommità e sedendosi sulla piattaforma, in attesa di ulteriori istruzioni. Sentiva il vuoto sotto i propri piedi, che stavano chiaramente penzolando nel vuoto.
    Sotto di te c'è un materasso bello grosso, devi solo buttarti. Ti fidi di me? Il ragazzo annuì e senza pensarci nemmeno un attimo, si catapultò in avanti senza riflettere. Forse aveva un problema di fiducia all'inverso di come la intendiamo noi, ma non vedeva il perché la gente dovesse mentirgli. Forse era un po' ingenuo. Per fortuna, quella volta ci aveva visto giusto ed atterrò su un materasso che lo inglobò, prima di risputarlo fuori e farlo cadere seduto. Si alzò da esso e si spolverò a caso i pantaloni, continuando a procedere seguendo le indicazioni. I successivi minuti furono piuttosto tranquilli, costellati solamente da varie curve... ed eccola, l'uscita. Lui non la vide ma glielo comunicò lo spirito. Spiccò una piccola corsa per arrivare fuori.
    Quasi non fece un infarto quando la benda gli si tolse dagli occhi e davanti si trovò uno spiritello, che consisteva nel suo docente, svolazzargli davanti alla faccia e parlargli.
    E così vide che il fuori non c'era affatto, ma si lasciò guidare dalle indicazioni di Andrè. Deglutì a vuoto. Non gli andavano a genio le rane, ma ci avrebbe provato. Immaginò il quadrato di luce che metteva fine al labirinto e questo apparve poco dopo, assieme alla famigerata rana.
    Brooks guardò finalmente negli occhi il pastore tedesco, chiedendogli aiuto.
    Lui adorava gli animali con tutto il cuore, persino quelli un po' viscidi.
    Ehm... alle rane piacciono le mosche, vero? Potrebbe... potrei farne apparire qualcuna? Lo spirito annuì con orgoglio e lasciò Brooks lavorare. Con qualche rapido colpo di bacchetta, fece apparire delle mosche svolazzanti. La rana sembrò apprezzare e slanciò fuori la lingua per prenderle, anche se era troppo grande per essere sazia con quelle poche e cercò di mangiarsi persino Brooks, o meglio leccarlo, visto che le sarebbe stato indigesto. Quindi ne fece apparire ancora ed ancora, finché non fu abbastanza distratta da non badare più a lui e lasciarlo uscire.
    Brooks O'Connor


    Black Opal
    II Anno
    Bisex

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  6. Louise De Maris
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    LIBERTÀ
    Stato di autonomia essenzialmente sentito come diritto, e come tale garantito da una precisa volontà e coscienza.
    Non le piaceva affatto il buio, la sensazione di oscurità che le penetrava le palpebre e sembrava entrarle nelle ossa: le ricordava fin troppo quando era stata rinchiusa in quello sgabuzzino per giorni e giorni dai suoi zii dopo il rapimento… ma non poteva sottrarsi alla prova che i due professori avevano assegnato loro; perciò, non appena la benda le fasciò il capo, l’ametrina fece largo all’ossigeno nei suoi polmoni più che poté e, poi, espirò fuori tutta l’aria, cercando di allentare il fascio di nervi che era ormai il suo corpo.
    Si concentrò sul suo udito: quell’incantesimo era stato una manna dal cielo, eppure aveva lo strano presentimento che non sarebbe stato semplice attraversare quel labirinto.
    Fece un piccolo passettino in avanti, allargando le braccia in modo tale da ricercare un certo equilibrio e non cadere a terra come un sacco di patate, e diede inizio al suo inseguimento della libellula. Non sapeva per quanto avesse camminato, dato che il tempo le era sembrato interminabile, ma fu certo che, d’un tratto, l’estremità del suo piede sinistro si scontrò contro qualcosa di duro, provocandole una fitta di dolore alle dita e facendola cadere di ginocchia a terra. Per sua fortuna, aveva allungato le braccia e le mani abbastanza velocemente da non capitolare con la sua testa sul pavimento.
    - Maledetta pietra! – esclamò, arrabbiata.
    Virò il volto verso il punto in cui sentiva la libellula cantare con la sua stessa voce e disse: - Mi dovresti guidare, non far cadere! -
    Si morse il labbro, trattenendo una imprecazione contro l’insetto: non avrebbe mai voluto che quello si offendesse e la lasciasse lì, in balia del suo stesso destino.
    Forse devo ascoltare un po' di più…
    Tese le orecchie: in effetti, udì lo svolazzare delle ali, un fruscio e, infine, il canto al di sopra della sua testa. Stranita tutto sommato, allungò una mano con cautela e le sue dita toccarono una corda tesa. Fece scorrere i polpastrelli lungo questa e capì che, probabilmente, si sarebbe dovuta arrampicare. Non aveva idea di cosa ci fosse sotto di questa e non lo avrebbe voluto sapere.
    Non riuscì a trattenere un lamento di frustrazione.
    - Ma perché proprio a meee…? -
    Era da tanto che Louise non provava ad arrampicarsi lungo una corda: sapeva farlo con i rami degli alberi, certo, ma era da così tanto che non lo faceva che aveva paura di cadere e farsi seriamente male.
    Con uno sbuffo, aggrappò le mani al filo teso e, con una oscillazione ampia di corpo, tentò di attaccare a esso anche le gambe. Dopo due tentativi falliti, riuscì nell’impresa.
    Okay, bene… ora devo solo farmi scorrere lungo la corda…
    Per quanto provasse a farsi governare dalla razionalità, aveva soltanto voglia di scendere, accovacciarsi a terra e piangersi addosso. Era stata l’unica a fallire e, per di più, ora non poteva comunicare con la sua libellula, né sapere a cosa stesse andando incontro. E se avesse lasciato la presa e sotto di lei ci fossero stati dei rovi o della lava o un dirupo? La magia poteva dar vita a cose impressionanti… “Ma no… non c’è niente di pericoloso…” tentò di dire a sé stessa per rassicurarsi. Doveva solo muovere prima una mano, poi l’altra e spingersi verso la direzione del canto della libellula.
    In quella sua disperazione, una luce fu brandita contro l’oscurità di pensieri non appena le sue orecchie udirono una filastrocca che l’ametrina era solita cantar da bambina:

    Il vigile osserva continuamente
    come circola tutta la gente
    è un amico da ascoltare
    se sicuro vuoi viaggiare
    il vigile ti dice quando passare
    anche se non c’è nessun segnale,
    ma se lo senti fischiare
    ti devi subito fermare

    Un… vigile? Perché sta cantando questa stupida filastrocca?
    Cominciò a muoversi lungo la corda, con grande fatica, mentre la libellula ripeteva daccapo la canzoncina. Louise non aveva idea esattamente di quanto tempo fosse passato, ma una cosa fu certa: l’insetto stoppò sé stessa con le parole e iniziò a fischiettare la stessa melodia.
    Il fischio…” - …il vigile ti dice quando passare, anche se non c’è nessun segnale, ma se lo senti fischiare ti devi subito fermale… - sussurrò.
    Un sorriso fu ampiamente dipinto sul volto della ragazzina. Che stupida che era stata: il vigile era la libella!
    Il fischiettio si spostò sotto al suo busto e Louise capì che sarebbe dovuta scendere di lì.
    - Finalmente! – esclamò, mentre lasciava andare le gambe e, poi, le mani. Ci fu un solo problema: i suoi piedi non toccarono subito terra. Cadde nel vuoto per un istante e si ritrovò a ruzzolare sul selciato.

    Son caduto sul pavimento
    l’ho spolverato col naso e col mento.
    Mi sono rialzato con gli occhi piangenti,
    mentre la bocca balbetta lamenti.
    Toccai le ginocchia ad una ad una:
    non avevo nulla per fortuna!


    - Stronza! – esclamò l’ametrina, mentre si rialzava e si spolverava i vestiti alla cieca. – Ha pure senso dell’umorismo, sta cretina… -
    "Ricordati che lei è la tua essenza..." le ricordò la sua coscienza, alla quale Louise rispose con una smorfia.
    Dopo circa quelli che le sembrarono due minuti, la benda improvvisamente sparì e gli occhi della ragazzina furono invasi brutalmente dalla luce del giorno. Bruscamente, portò un braccio sulle sue palpebre, aiutandole ad abituarsi con gradualità al chiarore del sole.
    Ascoltò distrattamente la voce del professore, ma non capì molto della rana fino a quando non vide quella montagna d’anfibio davanti a lei. Le sue labbra si spalancarono… - Santo cielo… -
    Rivolse un’occhiata al suo spirito, quasi implorante.
    - Dovrai dirmi tu cosa fare… ti prego, fa in fretta, prima che ti mangi… -
    Quell’anfibio, infatti, avrebbe potuto benissimo allungare la lingua e soddisfare il suo “fine” palato con la sua libellula, anche se questa era solo uno spirito… non poteva permettersi di perderla, non quando era fondamentale per sconfiggere quella cosa mostruosa. “Mai più… non prenderò mai più una rana tra le mani…” promise a sé stessa, ricordandosi di tutte quelle in volte in cui ci aveva giocherellato con esse. L’ametrina fu fortunata, perché le passò per la mente un incantesimo che avrebbe saziato l’animale. Puntò la bacchetta contro la rana e cantò: - Bellyplenio! -. Quella schioccò il palato, fuoriuscendo la lingua. Louise fece un passo indietro di sicurezza. Risuonò una ninna nanna melodiosa. Era la sua libellula. E cantava in francese.

    À côté de ta mère
    Fais ton petit dodo
    Sans savoir que ton père
    S’en est allé sur l’eau
    Que la vague est en colère
    Et murmure là-bas
    À côté de ta mère
    Fais dodo, mon p’tit gâs

    Louise sgranò gli occhi: era la ninna nanna che le cantava sua mamma da bambina… - SMETTILA! – urlò contro il suo spirito. Non voleva sentirla. Ma lo spirito non accennava a fermarsi, anzi continuò la strofa.

    Pour te bercer, je chante
    Fais bien vite dodo
    Car dans ma voix tremblante


    - Per favore, smettila… -
    La sua vista fu offuscata dalle lacrime che le ciglia, ma non abbastanza da far sì che la studentessa si rendesse conto della minacciosa avanzata della rana gigante.
    Quanto vorrei che si addormentasse! Quando vorrei che la facesse finita!
    Diresse la punta della bacchetta sulle gambe dell’anfibio e urlò la prima cosa che le passò per il capo: - FORMICULUS! -
    I suoi arti avrebbero dovuto addormentarsi e bloccare la sua avanzata. In effetti, l’anfibio si arrestò e l’ametrina potè rilasciare un piccolo sospiro di sollievo. Lanciò un incantesimo formicolante anche sulla sua lingua lunga, così che non potesse essere acciuffata da quella e, vincitrice, uscì dal labirinto, mentre la sua libellula canticchiava un Hip Hip Urrà che Louise non riusciva a capire affatto come la conoscesse.





    18 ANNI
    AMETRIN
    SCHEDA PG
    STATISTICHE
    LOUISE DE MARIS
    Una donna è libera nel momento in cui desidera esserlo.


    Affronta gli ostacoli e sconfigge la rana.

    Azione 1: Lancia un Incantesimo saziante sulla rana.
    Nome: Incanto Saziante
    Classe: Animale
    Formula: Bellyplenio
    Movimento: un cerchio e una stoccata
    Effetto: scaglia una scintilla verde smeraldo che induce sazietà nell’animale bersaglio, rendendolo meno aggressivo, specialmente nel caso in cui si trattasse di un predatore carnivoro
    Note: Molto efficace su creature primordiali come i rettili e l’efficacia della magia è comunque secondaria anche alla reale fame dell’animale. Con Empatia > 25 può indurre sonnolenza; con Carisma ≥ 35 genera il falso ricordo di essersi nutriti, rendendo la magia indipendente dalla reale fame dell’animale.

    Azione 2-3: Lancia due Incantesimi "Arto Dormiente" sugli arti e sulla lingua della rana.
    Nome: Arto Dormiente
    Classe: Fattura Minore
    Formula: Formiculus
    Movimento: Disegnare una spezzata in direzione dell'arto bersaglio, dall'alto verso il basso e ricalcarla dal basso verso l'alto
    Effetto: Causa un senso di torpore all'arto colpito, come se si stesse addormentando
    Note: Se il Carisma dell'incantatore supera di 5 punti la Resistenza del bersaglio, l'arto colpito si addormenterà completamente, con le relative conseguenze.
     
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  7. Adrien Beauvais
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    Il coraggio è resistenza alla paura e dominio della paura, ma non assenza di paura.

    "Allora, andiamo o no?"
    Per essere il lupo il suo spirito guida e la sua stessa essenza, Adrien non avrebbe fatto il gentile con quell'animale e il lupo dal pelo nero non si sarebbe risparmiato a parole con il Black Opal.
    "Se continui a parlarmi così, ti faccio fallire ogni prova."
    Fu una minaccia così valida che Adrien si ritrovò a sbuffare sonoramente e ad annuire, con gli occhi chiusi e un'espressione stizzita.
    "Okay..."
    Gli occhi di ghiaccio del canide lupino si concentrarono sul suo "protetto", scrutandolo da capo a piedi. Quando fu sicuro che, per il momento, Adrien avesse imparato la lezione, continuò: "Seguimi, ragazzino". Non gli diede alcuna indicazione sulla direzione da seguire.
    "Come posso seguirti se non mi dici dove devo andare?!" sbraitò telepaticamente l'opale.
    Con tonò annoiato, il lupo affermò, seccamente: "Destra."
    Così fece lo studente: allungò due passi sicuri e si ritrovò a sbattere contro una parente del labinto.
    - Ahia! - esclamò, a voce alta. - Ma cosa fai?! -
    Udì una risatina nel suo capo. "La prossima volta che mi urli contro in quel modo, sai cosa ti capiterà. Forse il dolore dei bernoccoli ti aiuteranno a capire come comportarti adeguatamente. Forza ora, girati a sinistra e prosegui dritto!".
    Era peggio di un generale dell'esercito, oh!
    "Ti ho sentito, ragazzino."
    Adrien scosse il capo e abbozzò un veloce "Scusa!".
    Il canide lupino continuò come se nulla fosse accaduto: "Di pancia a terra. Subito!".
    Il Black Opal non se lo fece dire due volte: si distese sul selciato, sentendo le pietroline scavargli la pelle tesa delle sue braccia e dei palmi delle sue mani.
    "Dovrai strisciare fino a quando non ti dirò di rialzarti"
    "Perchè?"
    "Non sei nella posizione di fare domande. Muovi il culo, ora!"
    Si, era proprio come si sarebbe comportato Adrien: antipatico, inflessibile, bastardo. "Forse quello strizzacervelli di Barnes ha ragione..."
    Un braccio dopo l'altro e una spinta dopo l'altra, si trascinò sul terreno, ignaro di ciò che vi era sopra il suo capo.
    Il lupo nero non fece altro che abbaiare ordini: "Non alzare il capo"; "Spostati leggermente a destra"; "Che cazzo fai?!".
    Stremato e ansimante, Adrien si permise di domandargli: "Manca tanto ancora?".
    Un minuto di silenzio e "No. Hai già finito da un pezzo."
    - COSA?! COME DA UN PEZZO?! -
    Seguì una risatina. "È stato interessante vederti continuare a strisciare come un piccolo verme!"
    L'opale digrignò i denti. "Se non fossi un cazzo di spirito, ti staccherei la testa dal collo, stupido coglione bastardo!".
    Il lupo fece finta di non aver udito. "Non è ancora finita. Fossi in te mi seguirei... non vorrai mica finire in un burrone, vero?"
    "Non ci sono burroni nel labirinto, quindi non dire stronzate!"
    "Ah-ah, ragazzino, hai dimenticato che la magia può far cose impossibili?"
    Conscio che tutto potesse esserci, il diciottenne fece tutto quello che gli fu ordinato senza più fiatare, fino a quando la benda non gli fasciò più il capo e non se ne uscì con una nuova imprecazione per colpa del sole che lo accecava e, poi, della rana gigante che si ritrovò davanti.
    - Ah, sì... e quando mai non affrontiamo creature pericolose? Maledetta Burke e tutta la sacra famiglia al suo seguito... -
    "Invece di pensare a maledire persone, che ne diresti di affrontare l'anfibio qui prima di essere spiaccicato sotto il peso dei suoi genitali?"
    "Ah.ah, molto divertente!"
    "Muoviti, Adrien. Prendi quella dannata bacchetta tra le mani e smettila di fare la femminuccia!"
    Era la prima volta che lo chiamava per nome. E gli aveva persino dato della femminuccia, proprio come aveva fatto lui un giorno con Aidan... "Bastardo..."
    "Non sarebbe difficile farti soffrire un pò, sai? Forse potrebbe ingurgitarti con quella bellissima lingua lunga che-"
    "Qual è il suo punto debole?"
    Nessuna risposta.
    "Qual è il suo punto debole."
    "Per favore."
    "Cosa?"
    "Devi dire per favore."
    L'opale sbuffò.
    "Mmmmh, OKAY.... Per. Favore."
    Lo vide ghignare, per quanto fosse possibile per un animale.
    "Semplicemente, basta togliergli i sensi, no?"
    "Cioè? Lo devo stordire?"
    "Pensa, ragazzino. Usa quel cervello nel tuo cranio, per una fottuta volta!"
    "Grazie, eh! Molto gentile!"
    "Ti ho detto già troppo"
    Si liquido con un "Buona fortuna!" proprio mentre la rana faceva un salto avanti. Adrien si voltò e cominciò a correre.
    "SE CORRI TI SEGUIRÀ, STUPIDO CRETINO!"
    Ma lo studente non gli diede ascolto, catturando l'attenzione della lingua dell'anfibio, che fu allungata abbastanza quasi da catturarlo, se l'opale non si fosse gettato a terra a sinistra. D'improvviso, si rialzò, continuando a darsela a gambe.
    "Un incantesimo, un incantesimo, cazzo!" pensò, in preda all'esasperazione. Era così in paranoia che non gli veniva in mente nulla.
    "I SENSI, RAGAZZO!"
    "I sensi... i sensi... che CAZZO significa?!"
    Non gli avrebbe risposto nulla.
    Adrien si ritrovò più volte a ruzzolare sul pavimento, sentendosi una mosca dalle ali spezzate, incapace di volare.
    Aveva graffi dappertutto e il suo spirito non gli avrebbe spifferato altro, nonostante l'insistenza dell'opale.
    Poi, d'un tratto, gli si accese una lampadina.
    Puntò la bacchetta contrò l'anfibio e urlò: - VISUS PRIVATIO! -
    La vista della rana si sarebbe oscurata del tutto e non avrebbe potuto più individuarlo.
    Tirò un lungo e sofferto sospiro di sollievo.
    "Ci sei arrivato, finalmente!"
    "STA ZITTO!"
    "Le mie minacce sono sempre valide, ricordatelo"

    ADRIEN BEAUVAIS
    n(ST):02.05.2004
    2043:18 ANNI
    once:BLACK OPAL
    year:II ANNO


    Battibecca con il suo spirito. Supera la prova e sconfigge la rana.
     
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    Black Opal
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    «Quindi... dovrei fidarmi di te per uscire di qui», O'Connor suonava scettico mentre se ne stava bendato, nel labirinto, a parlare con uno spirito sotto forma di coniglio. Si era aspettato un'anaconda o una tarantola, ma non di certo un coniglio dallo sguardo vispo ed il manto caramello. O almeno era quello il colore che aveva assunto prima di esser privato dalla vista. «Sei per caso un ossessivo compulsivo? Ripeti le cose di tre in tre», il fastidio nelle parole dal suono dolce dell'animale con vibresse. Era vero: non era la prima volta che aveva dato fiato a quell'osservazione, ma per lui affidarsi a qualcun altro non era poi così facile. Allungò la mano priva di bacchetta, muovendo le dita nell'aria alla ricerca di qualcosa di solido contro cui scontrarsi. Non trovò nulla, ma in compensò sentì tipo un sibilo provenire dal coniglio. «Un po' più a destra» il sarcasmo era palpabile. Che fosse come lui ma in versione zannuta? «Un paio di passi ancora e poi abbraccerai una catasta di tronchi traballanti». Appunto. Scosse la testa, riportando la mano lungo il fianco e puntando in avanti la bacchetta. «E dove dovrei andare allora?» Si stava infastidendo. Un fruscio alla caviglia sinistra gli fece compiere un piccolo saltello in avanti, con un versetto che di profondo e roco aveva ben poco. «Dieci passi in avanti e cerca di mantenerti sulla sinistra», nonostante il movimento del capo in segno di sconforto la benda resisteva perfettamente attorno alla sua testa. Seguì il comando, a cui ne seguirono altri sulla stessa linea. Niente indovinelli, numero di passi esatto ed indicazioni standard, precise e fredde proprio come piacevano a lui. Il coniglio gli aveva fatto evitare un tappeto di fogliame che nascondeva una corda a cappio che avevano circumnavigato con ventisette passetti -passetti eh, non passi- a destra e una mezza dozzina verso nord; una pozzanghera verso cui però lui era saltellato lungo il bordo schizzandogli la piega dei pantaloni della divisa -era consapevole di come il coniglio si fosse vendicato di una sua battutina sul volerlo fare al forno con due patate extra croccanti- ed un'innumerevole insieme di svolte improvvise e rettilinei che però gli avevano graffiato l'avambraccio perché non aveva calcolato bene la distanza, nel rapporto saltelli conigli e larghezza dei passi umani, i suoi passi. In realtà era una questione di fiducia profonda che mancava del tutto. «Spero che i tuoi salti siano meglio di come tieni l'equilibrio su un tronco», la manica della camicia passò per l'ennesima volta sulla fronte imperlata di sudore. «Che vorresti dire?» Articolò biascicando, con la bacchetta posata sul ginocchio, il busto leggermente verso il basso e il tentativo di recuperare un po' di respiro ed energie in un colpo solo. «Stiamo per arrivare all'uscita ma per farlo dovrai saltare una decina massi disposti ad una distanza irregolare». L'aplomb con cui aveva detto tutto ciò era invidiabile, soprattutto perché l'animale aveva degli occhi di cui servirsi. Lui no. «E fossi in te eviterei di cadere». Aggiunse, con non curanza, senza rivelargli altro. «Altrimenti?»
    «Meglio che tu non lo sappia».
    Voleva strangolarlo. Ma era giunto fino a lì, non valeva la pena mettere tutto a rischio quando mancava poco al traguardo.
    «Okay, dimmi che devo fare».
    Ora: immaginate di essere su un piede solo -e perché proprio quello su cui vi sentite maggiormente malfermi?- con le braccia aperte e mosse a mulinello nel tentativo di riprendere l'equilibrio dopo un salto che aveva sbagliato a dosare la forza di salto. «Abbassa l'altra gamba, non fare la gru» ed in effetti un po' ridicolo lo era in quella posizione, «ma non pensarci neanche di posarla sul masso e spostare il piede su cui sei. Piede a martello!!»
    «Com'è il piede a martello?» La tensione iniziava a farsi sentire e la gamba tremare.
    «Dritto, semplicemente dritto» sarebbe stato meglio dire parallelo al terreno, per apprezzare la sua puntigliosità ma... alla fine ci riuscì. Per pochi secondi, ma lo fece, giusto il tempo per caricare il prossimo salto. «Quanti ne mancano?»
    Il sudore ormai colava lungo le tempie e sentiva l'umidità lungo la schiena. Non vedeva l'ora di tornare nel dormitorio per farsi una doccia. «Uno solo, principino».

    Odiò la luce che lo accecò una volta che la benda fu tolta via -magicamente, che domande- e mandò l'etichetta a farsi un giro quando sollevò il lembo della camicia per passarsela sul volto. «Coniglio, è stato un piac-» si interruppe, vedendo una proiezione del docente fluttuare a pochi passi di distanza da lui e dal coniglio. Non era ancora giunto il momento del commiato, visto che... una volta sparito De Long-Prèe, apparve una rana gigante. «Amica tua?» sibilò a denti stretti, sollevando il catalizzatore per muoverlo in quella che era un'onda. «Aqua eructo» pronunciò, mentre il famiglio spiritico diceva «troppo debole per lui», ed infatti lo zampillio che avrebbe dovuto essere un piccolo gayser d'acqua non ebbe la forza che aveva voluto. Riprovò con un «anteoculatia», ma le corna non si generarono neanche per sbaglio, visto che mancò il testone della rana. «Confundus, farfallus explodit, oppugno» il lampo colorato degli incanti illuminava lo spiazzo davanti a lui, con il coniglio che saltellava di qua e di là con una espressione di disgusto sul muso. «Cosa c'è?»
    «O lo tratti come un animale o lo trasformi in una cosa, usa la testa», ma anche l'intuito. E così Garrett eseguì un triangolo in senso orario seguito da una stoccata al suo centro. «Elego muto», il getto blu avrebbe puntato alla zampa posteriore più vicina, immaginando che essa divenisse un blocco unico di granito. «Elego muto», colpire anche una anteriore non sarebbe stata male.
    «Vediamo un po' che hai fatto, ragazzino».
    Fitz O'Connor

    "
    I etched the face of a stopwatch on the back of a raindrop and I did a swap for the sand in an hourglass.
    "

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    Ed il ronzio prodotto dalle ali del suo scarabeo personale fu effettivamente la sua colonna sonora mentre si inoltrava nel labirinto. «Come ti chiami?» Se dovevano avere un rapporto e soprattutto se la ragazzina doveva fare fede alle sue indicazioni, voleva almeno conoscere il suo nome. «Nessuno», la voce era flebile, come un trillio di cristalli che si scontrano nel momento di un cin cin. «Hmm», era a disagio. Mica poteva rivolgersi a lei sempre e soltanto come "ehi tu", "scarabeo" o "nessuno". «Che ne pensi di Scar?» Diminutivo di scarabeo, ma anche significato di cicatrici, come quelle che si portava dietro. Qualcuna visibile e superficiale, altre invisibile ma dolorosa e profonda. «Allora Scar ti dice che stai andando dritta contro la siepe». Il ronzio era costante intorno alla testa, come se aleggiasse da una spalla all'altra, per poter essere udita al meglio ma anche alla ricerca di calore. «Fermati e gira sui piedi verso sinistra, ti dico io quando fermarti». Una punta dietro l'altra venne trascinata fino a ruotare quasi di centottanta gradi. «Basta, ora vai dritto», i gira a destra e a sinistra vennero sprecati, così come il mandarla in ricerca di essere nella giusta direzione e non a fare marcia indietro. «Non sei di molte parole», sussurrò l'ex corva mentre tastava la fine di un tronco con le mani prima di superarlo alla sua destra. «Come te».
    «Non è vero».
    «Sì che lo è, sono come te».
    «Ma se tutti mi dicono che parlo troppo!» Il piede scivolò sul terreno un po' troppo fangoso. «Solo con chi vuoi te. Attenzione, non è...» il ronzio si fece più lontano, segno che Scar si fosse allontanata. «Come te la cavi con l'arrampicata?»
    «Cosa? Che vuoi dire Scar?» Arretrò di un passo, sentendo la melma appesantire la suola della scarpa destra.
    «Sabbie mobili. Ma se ti arrampichi sulla siepe e ti aggrappi ai vari rami dovresti riuscire a superarla».
    «No». Fu veloce e lapidaria la sua risposta. «Torniamo indietro, troveremo un'altra strada».
    «Non fare la stupida. Puoi farcela!»
    «No».
    «Sì».
    «No, non ci pens-» ma il continuo ronzio di Scar la spinse verso la siepe, facendola aggrappare. «Non ce la faccio, non sono atletica».
    «Non sei sola, ti aiuto io, ti guido io». Provò a rassicurarla, ma la Davidson continuava a tremare come una foglia. «Ti prego», un lamento, mentre i piedi comunque cercarono di infilarsi nell'insenatura naturale di foglie e rametti.
    «Mano destra in alto, muovila fino a che io non ti dico stop, poi ti aggrappi», un ronzio che si allontanava e avvicinava come un'onda sulla battigia. E lo fece. Allungò il braccio tremante, le dita contratte come il suo corpo, fino a che Scar la fermò. Toccò al piede e poi alla parte sinistra del suo corpo. E continuò così con lei che implorava pietà, che non credeva in se stessa, e Scar che la spronava ad andare avanti. Mano dopo mano, passo dopo passo. «Vai, sì, proprio lì».
    «Per favore...»
    «Ora girati e tieniti solo con la sinistra».
    «Cosa?»
    «Al mio tre salta».
    «No».
    «Non riprenderemo daccapo».
    «Per favore».
    «Uno».
    «Scar!»
    «TRE!» E saltò.
    Forse fu il salto, forse la sua goffagine, ma nel momento in cui atterrò la benda sparì e nel suo campo visivo entrò Scar.
    «Oddio, ce l'ho fatta».
    «Te l'avevo detto». Ma la Davidson scosse il capo.
    «Ce l'abbiamo fatta! Oh, vorrei che fossi grande Scar, così potrei abbracciarti». Ma effettivamente avrebbe potuto abbracciare un fantasma animale? Era corporeo? Poteva sentirla? Poteva... Il ronzio si fece vicino, sentendo un calore, come una carezza sulla sua guancia.
    «In piedi, non siamo sole». Ed in effetti il prof, senza accompagnatore apparve come una visione, informandole dell'ultima prova da superare. Una rana gigante. «Tu rimani dietro di me, Scar»
    «Cosa? No, devo aiutarti».
    «Non voglio che tu diventa il suo spuntino», delle undici e delle tre ancora non lo sapeva. Ma la volontà di Amalea era ferrea. Spirito o meno, non avrebbe dato in pasto la sua amica porta fortuna. «Potrei distrarla».
    «No». Sibilò per l'ennesima volta e sperava fosse l'ultima, mentre avanzava verso il big boss finale. «Non voglio farle del male», i pensieri scorrevano veloci, mentre una strategia iniziava a formarsi nella sua testa. «Che ne pensi se la stordissi un po'? Giusto per farle fare un bel pisolino?»
    «Potrebbe andar bene», il ronzio non si allontanò mai da lei, mentre la sua bacchetta tracciava una elle verso la testa della rana. «Dicono sia come la sindrome premestruale», un sorrisetto di scuse. «Illacrimaris», seguito poi dall'incanto dell'arto dormiente, «formiculus», giusto per darle il senso di torpore. «E se la riportassimo alla sua stazza naturale?» Domandò ad alta voce, avvertendo solo come risposta il calore sulla sua guancia, da parte di Scar, mentre la rana iniziava a vacillare -sperava- tra zampe addormentate e lacrime copiose. «Sì, una ranocchietta sarebbe perfetta. Speciem figuro».
    Amalea Davidson

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    Fill your paper with the breathings of your heart.
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    Dioptase
    Corvonero

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    Dioptase
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    Non le piaceva moltissimo essere bendata, Regina era una ragazza alla quale piaceva osservare, piaceva guardare, catturare ogni minima sfaccettatura del mondo esterno. In quella prova le si chiedeva di evitare di utilizzare la vista e di far diventare molto più acuti gli altri sensi. Effettivamente non era qualcosa di così sbagliato. Erano sempre così abituati a vedere che l'udito e l'olfatto rimanevano sempre poco attivi, quindi poteva essere un modo per riuscire ad arguire gli altri sensi. Sorrise al suo gatto, sentiva la sua codona folta toccarle il naso, poi le sue zampe morbidissime essere li, sulla sua spalla.Mi piaciPensò quasi a voler dare un momento di approvazione. Poi però, proprio come un gattino reale, lo spirito infilò le unghiette, in maniera quasi fraterna, nella spalla della ragazza che sentì un lieve dolore e solamente allora cominciò a camminare. Cosa vedi? Mi piacerebbe documentare l'interno del labirinto, sai è sempre stato proibito ed io non sono una che trasgredisce le regole...!Il micino, senza veramente mai rispondere alle domande di Regina le fece un altro piccolo punto, questa volta sulla spalla destra, lei, si girò verso destra e cominciò a camminare, sempre lentamente. Aveva le mani davanti, per toccare qualsiasi cosa le si fosse parato davanti o di lato. Tra 10 metri, avrai davanti un buco, molto profondo, dovrai fare un salto, slanciarti in avanti. Ce la farai senz'altro. Sei una brava ballerina Solo in quel momento il gatto parlò ed aveva una voce suave, molto molto sensuale, pacata e femminile. Forse anche la sua voce rispecchiava quello che era veramente Regina. Sicuramente non una grande guerriera, ma aveva le sue armi. Regina annuì e quando arrivò in quel punto esatto si fermò e fece un piccolo balzo. Che altro vedi? Chiese questa volta più puntuale nella richiesta. Le foglie qui dentro sono molto curate e verdi, anche se è settembre e cominciano ad ingiallire, se respiri bene l'aria sembra non essere del tutto pulita, come se le creature che abitano questo posto riescono ad assorbirne tutta la purezza e rilasciare qualcosa di vagamente tossico. Adesso vai a sinistra. La ragazza stava ascoltando cercando di immaginare tutto nella sua mente, fece un respiro profondo e costatò quello che il suo spirito guida aveva detto. Poi girò a sinistra. Dei fiori, bellissimi ma letali, spostati verso la destra e non odorare il profumo degli stessi, sono gialli, letali, ma con un odore denso, potrebbero annebbiarti la mente. Regina trattette il fiato ed andò verso la destra, cercando di non toccare neanche le foglie della siepe del labirinto. Avrebbe voltuo vedere quei fiori così belli e letali. Bravissima.Sei una che si fida molto del proprio intuito, oppure credi che ci sia ancora del buono in questo mondo? La coda del gatto si era posata sui due forellini che Spike le aveva procurato, come se lo spirito sapesse esattamente dove e cosa andare a cercare. Regina si arrestò, divenne rossa. Sono una che si fida molto del proprio istinto e del proprio intuito, ma sono anche una persona che crede che del buono c'è in tutte le persone e nelle cose. A volte sono le situazioni che ti portano ad essere più o meno cattiva o a fare delle scelte rispetto ad altre. é tutta una questione di prospettiva e punti di vista. Era un'itellettuale, brava con le parole. Sentì un Miao nella sua testa di approvazione, come se adesso il suo spirito stesse facendo delle fusa. Ancora, sorrise e ricominciò a camminare, sempre lentamente catturando ogni odore che sentiva. Ci sono dei limoni qui vicino? Chiese poi girandosi quasi istintivamente verso destra. C'è una pianta di limoni, abbassati, è pericolosa, qui dentro tutto a vita, devi strisciare per almeno 5 metri, non toccare le sue foglie, sono veleno puro, potresti rimanere paralizzata ed io non potrei chiedere neanche aiuto in quanto legata a te. Tieni le gambe strette, sii forte, respira, ma non ti muovere troppo. Si paralizzò un momento. Lei non era per quelle cose, ma alla fine si abbassò e cominciò a strisciare sotto le radici. Una volta sotto l'alberò sentì il peso di tutta la pianta addosso, sapeva esattamente dove si trovava. Fece esattamente quello che il suo spirito guida le disse, ed infine uscì dal quel tunnel completamente nero. Ti ho fatto fare una strada alternativa. Volevi conoscere il labirinto ed io ti ho voluto mostrare che non ci sono solamente creature pericolose, ma anche alberi, frutti, fiori bellissimi ad essere letali. Regina, impara che la bellezza è un'arma esattamente come un pugnale. Era arrivata alla fine del labirinto dopo che il suo spirito guida aveva dettato un destra, sinistra, avanti, ed ancora sinistra, per altri e 100 metri, quando la benda si levò ed il professor andrè era svolazzante e brillante davanti a lei. Una winx bellissima! Regina sorrise e guardò soddisfatta il suo spirito. GRAZIE. Veramente, ma non andare via, sicuramente anvrò ancora bisogno di te! Disse semplicemente prima di sorridere e sentire quello che avrebbe dovuto affrontare. Il gatto fece un miagolio di assenzio e poi si diede a delle fusa matte e disperate.
    Quando la rana gigante apparve davanti a Regina, la stessa non fece altro che stringersi nelle spalle ed avere u brivido di disgusto lungo la schiena. Si morse il labbro. Nella sua mente fece tutta una descrizione analitica della rana, di cosa si nutriva e del fatto che c'era un test del disturbo della concentrazione e dell'attenzione che la prendeva a modello ed esempio. Ma non servivano certe informazioni. Circularis Avrebbe fatto l'incanto più volte fino ad arrivare vicino alla rana, ovviamente non troppo, poi avrebbe detto Feramuto! Oltre alle pozioni, Regina amava la trasfigurazione. Se tutto fosse andato secondo i suoi piani, l'animale enorme sarebbe divenuto un animale di plastica, il tempo di farla passare e poi tornare nelle sue dimensioni normali. Avrebbe evitato il duello a prescindere. Non era tipa da duelli, non era neanche tipa da grandi discorsi, la sua forza era tutta nella strategia e nell'intelligenza e quella cosa gli sembrava la cosa meno offensiva e più intelligente che potesse fare. Sorrise ed avrebbe risceso le piattaforme circolari per uscire definitivamente dall labirinto. Il gatto non aveva fatto altro che suggerire qualche mossa o comunque indirizzare la ragazza nel migliore dei modi.
    Regina Beauvais

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    citcitcit
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    Regina Beauvais - 17 anni
    Pureblood
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    Ametrin
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    CASSEDY (CASSANDRA) HARTMANN
    Non si vive per accontentare gli altri! Davvero? Non lo avevo capito!
    30.07.2006, BERLINO - 16 ANNI - AMETRIN
    La divinazione era nelle sue corde? Ancora non riusciva a capirlo a dirla tutta, ma stava capendo che tutta quella situazione le piaceva, infinitamente. Non aveva mai partecipato a delle lezioni tanto belle ed interessanti, e soprattutto così interattive. Li ti lasciavano fare un pò quello che volevi e la cosa era buona, ma anche drammatica per una come cassedy. Lei non sapeva seriamente scegliere quale fosse la cosa migliore per lei, non aveva veramente idea di tutto quello che poteva fare e che era capace di fare. In quelle situazioni si rendeva conto che voleva essere solamente come sua sorella: capace, sempre pronta a fare la miglior cosa. Sorrise al suo piccolo pipistrello chiedendosi se ancora lui fosse il suo animale protettore, il suo patronus. Poi, le bende sugli occhi e tutto nero. Non le piaceva per niente, ma si ricordò immediatamente che i pipistrelli vedevano meglio al buio e sentirlo svolazzare intorno a lei era rassicurante. Era riuscita veramente ad evocare uno spirito guida? Non ci poteva credere e non vedeva l'ora di dirlo a sua sorella. Cavolo sarebbe stata finalmente fiera di lei. Si morse il labbro. Adesso fidati di me, ti dirò io cosa dovrai fare! Ecco, esattamente quello che lei voleva accadesse. Cammina lentamente, davanti a te c'è una tavola, i tuoi piedi entrano se li metti uno davanti l'altro, e se non tremerai non cadrai. Perchè io devo cominciare immediatamente con un buco davanti ai miei piedi? Non mi sembra neanche giusta questa cosa! Pensò ad alta voce, ma alla fine era così abituata a fare quello che le veniva chiesto che non esitò ulteriormente e con un piede davanti all'altro camminò cercando di tenersi in equilibrio, con le braccia larghe e perpendicolari, fino a che lo spirito guida non le disse che aveva superato la sua prova. Sai che si dice? Che alle persone forti, Dio manda sempre le sfide più difficili!Gira immediatamente a destra oppure finirai... Non fece in tempo a dirlo che Cassedy sentì le foglie della siepe del labirinto dritte dritte in faccia. AHIO! Si massaggiò la fronte. Era una ragazza sbadata, c'era da dire anche quello. Poi girò a destra, esattamente dove il suo spirito le aveva richiesto. Devi fidarti di me, non di te. Cassedy, io sono i tuoi occhi e se ti dico una cosa... magari è davvero così. Salta. Quella volta, la ragazzina rossa non se lo fece dire due volte, saltò non appena inutì nel suo cuore il comando. Per l'entusiasmo di aver fatto qualcosa di davvero buono, Cassedy inciampò tra i suoi stessi piedi e un altro "AHIO" venne urlacchiato di qua e di la. Il piccolo pipistrello si portò un'ala sugli occhioni. Era comunque la sua protetta e doveva per forza renderle giustizia. Non dire niente, lo so che sono un disastro! Si rimise in piedi. Non importava che le ginocchia erano sbucciate, oramai era abituata. Si sistemò i suoi guanti e proseguì.
    Destra, sinistra, abbassati, hai un muretto di fronte, se riesci alza prima il piede destro e poi il sinistro con una certa cautela, davanti a te ci sono tre bastoni sospesi nel vuoto che hanno un ritmo diverso. Ascoltami, e quando ti dico "vai" tu avanza, come se stessi facendo un passo un pò più lungo. Per Cassedy fu quasi una prova insostenibile. Non aveva mangiato e quello che aveva mangiato lo aveva vomitato, era fragile e soprattutto era una che non si muoveva poi così tanto. Tutto quel movimento associato a quella concentrazione l'avevano devastata, ma ci teneva a fare bella figura con il professor Andrè. Non lo aveva mai conosciuto ma si vedeva che i suoi studenti non facevano altro che adorarlo e guardarlo con sguardo innamorato, inoltre proprio i suoi compagni la preoccupavano: e se avessero pensato che era una buona a nulla e non le avrebbero parlato neanche? Era possibile una cosa del genere? Si, forse era possibile. Forse non doveva essere neanche li, perchè una scuola del genere l'aveva presa? Ad ogni vai del suo pipistrello lei eseguì un piccolo balzo in alto, fino alla fine del percorso che sembravano non finire mai. Poi si fermò un momento, si piegò appena e posò le sue mani sulle ginocchia ancora pulsanti. Ho bisogno di acqua e sicuramente di qualcosa di zuccheroso. Non troppo a dire il vero, ma... fu interrotta dal suo spirito guida ed anche in maniera ferma. Basta. Basta di continuare a fare tutte queste congetture, basta di continuare a fare la debole. Sei stata bravissima, devi crederci solamente un pò di più. Se tu non ci crederai abbastanza anche io svanirò! Disse seriamente. Poi altre istruzioni che la rossa eseguì alla lettera con delle smorfie in faccia assurde. Finalmente arrivò a vedere il professore brillantinoso e svolazzante. Si morse il labbro e sbiancò. Io... non posso affrontare qualcosa. non so veramente come fare? E se faccio male alla rana? Chiese al suo spirito guida. Adesso, vedendolo meglio era anche più bello, gli sorrise e forse, l'averlo guardato, la rese molto, ma molto più sicura. Ok. Ce la posso fare. E la rana era di fronte a se. Impedimenta! Le rane avevano dei movimenti veloci ed erano fin troppo saltellanti per i suoi gusti. Immobilus! Lo immobilizzò e corse verso l'uscita sprecando le sue ultime energie, era una strategia semplice ed efficace. Alla fine le debolezze di una rana quale potevano essere? O gli insetti, in quanto l'avrebbero distratta per mangiare, oppure impedirgli di avere i suoi soliti movimenti. Se non poteva saltare, non poteva muoversi e di conseguenza era limitata. Il pipistrellino la guardò fiero di lui.
    do it for the aesthetic -- ms. atelophobia
     
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    Colui che può trovare la sua strada al chiaro di luna e vedere l'alba prima del resto del mondo
    Aveva osservato tutti quanti fare il loro percorso ad ostacoli, si era soffermato su tutti, nessuno escluso. Avevano tutti quanti degli animaletti molto performanti e che, effettivamente, somigliavano, anche nell'aspetto ai loro padroni. Amaela lo aveva colpito molto per il suo modo di fidarsi/non fidarsi del suo spirito, il suo continuo battibeccare per qualsiasi cosa, ma la scenetta delle sabbie mobili aveva semplicemente confermato qualcosa che Andrew aveva intuito: la ragazzina era brava, ma aveva un'insicurezza di fondo che tendeva a frenarla. Era contento che aveva davvero deciso di sentire il suo spirito guida, pur rimanendo dubbiosa di se stessa e di quello che faceva. Voleva dire che non assimilava nozioni solamente per sentito dire, ma era una che voleva toccare le cose con mano, e poi decideva se farle o prenderle sul serio, oppure no. La sua decisione di riportare la rana alle sue dimensioni naturali, era sicuramente qualcosa di incredibilmente razionale e logico e con quella mossa, Andrew rafforzò il suo pensiero sulla ragazzina. A differenza di Cassedy che aveva una personalità molto flebile, ma comunque era riuscita a farcela. Aveva una fortissima forza di volontà, nonostante non sapesse ancora davvero chi fosse. Poi c'era Fiz. Andrew l'aveva osservato e non avrebbe mai neanche immaginato che il suo spirito guida potesse essere un coniglio. Non gli sembrava un tipo del genere, eppure mentre lo osservava pensava anche che se lui stesso aveva scelto quell'animale, allora doveva esserci un perchè. Il suo rapporto con quello spirito era contrastato, ma se il coniglio così docile dava delle rispostine così piccate, era ovvio che lo stesso Fitz sapeva essere bello che pungente, gli piaceva. Un Elego muto, fu utilizzato dal ragazzo che decise di bloccare l'animale in maniera tale che questo non potesse muoversi. Ancora una volta fu una sorpresa per il biondino, si aspettava cose molto meno statiche, ma fu una piacevolissima sorpresa.
    Adrien non poteva essere un lupo nero. Non poteva essere che un animale che conteneva tremila contradizioni. Non rispose alla sua provocazione del castorino, non aveva idea di quanto i castori potevano essere pericolosi e lentali, ma anche la sua prova andò esattamente come lui aveva previsto: litigava con se stesso ed alla fine riusciva a prevalere sempre la parte buona e razionale. Nonostante dicesse di essere qualcosa di marcio, riusciva sempre a trovare la retta via. Il suo ultimo incantensimo ne fu la conferma: aveva utilizzato giusto un incanto per togliere la vista, c'era qualcosa di stranamento autobiografico in quell'incanto. Forse anche lui aveva perso di vista quello che davvero gli interessava?
    Ma la vera sorpresa fu la De Maris. Non avrebbe mai immaginato che sbagliasse davvero la risposta, ma se la stava cavando comunque. Una libellula. Le piacevano le libellule, ma potevano essere invisibili o troppo invadenti e di conseguenza non riusciva a mettere la cosa a fuoco. Il suo incantesimo canterino riuscì alla grande ed alla fine riuscì a sbrigarsela in poco tempo. La cosa che più lo sorprese è come decise di affrontare la rana. Quel formiculus fu inaspettato ma saggio e nelle corde della ragazzina. Era paradossale ed affasciante come ognuno di loro aveveva scelto proprio degli incantensimi che riuscissero a descrivere ogni loro situazione. Brooks, invece aveva deciso di vincere facile: il suo animale guida era uno dei cani più intelligenti che esistevano, e la cosa lo aveva incuriosito davvero tantissimo. I ragazzi di quell'accademia erano veramente molto, molto bravi a dire la verità. Non si aspettava che tutti riuscissero a comunicare telepaticamente con i loro spiriti guida e neanche che li avessero evocati interi, ma si doveva ricredere. L'opalino sembrava essere equilibrato, forse uno dei pochi che aveva eseguito una strategia semplice ma efficace. Tutti si erano scervellati su qualcosa, lui, invece, aveva seguito la semplicità, quindi mosche, distrazioni e via. Invece, la riccia, addifferenza di sua sorella Regina, sembrava essere una tipa veramente, ma veramente ilare, dedita all'avventura, infatti il cane che aveva evocato, era tipico di ragazzi che amavano l'avvenutra, ridere, scherzare e fare pazzie. La sua bicilcetta verde, con le ruote fiammeggianti di rosso, furono molto apprezzate da Andrew. E poi c'era Julian. Una pantera. Si, gli si addiceva senza ombra di dubbio. Era stato dinamico, era stato preciso e sempre fiero. Era qualcosa che gli piaceva intensamente e gli ricordava un pò Erikir. Era come se le persone come loro avessero sempre la vittoria in tasca, certo era stato forse un pò aggressivo nel voler fermare la rana, che era completamente inoffensivo, ma in fondo le pantere erano predatori, forse i più lentali, non poteva fare altrimenti. Andrew vedendolo gli fece un piccolo occhiolino. Era stato veramente molto bravo.
    Signor Lontra!Andrew ed il suo castoro avevano riso veramente da morire. Sicuramente Nicholas era un personaggio veramente niente male, era solare, attento, spiritoso e soprattutto ironico. La sua prova era stata qualcosa di decisamente divertente, emozionate e non priva di colpi di scena. Andrew avrebbe voluto parlare con tutti loro e capire davvero se il loro animale guida aveva qualcosa di loro, oppure era quella parte che nascondevano al mondo per paura di non piacere, o semplicemente perchè non sapevano di averla. Aveva incollato con le zambe la rana. Cassedy aveva voluto usare la sua stessa tecnica, andando a rallentare la rana. Entrambi avevano decisamente utilizzato una buona tecnica.
    James beauvais. Praticamente l'esatto opposto di suo fratello Adrien. Un'aquila, animale fiero, predatore letale, con una visuale spiccata, ma troppo istintivo. Quel ragazzo prometteva veramente molto bene. Sorrise osservandolo, scrisse degli appunti interessanti su di lui e su come trattava il suo spirito guida, il fatto di chiedergli consigli era importante, era esattamente quello che dovevano fare. Sorrise quando decise di utilizzare proprio il ghiaccio per fermare/distrarre la rana. Ci riuscì, i suoi incantesimi furono veramente magistrali. Giada. Una leonessa. In genere le leonesse erano delle leader nel loro "braco" di leoni. In genere erano quelle che comandavano davvero seppur dalle retrovie. Se un leone non aveva una buona leonessa, allora non sarebbe divenuto il vero re della foresta. Ma se la potenza e l'influenza non viene affiancata da un buon controllo, allora è tutto vano. Giada era brava, impeccabile, ma era giovane, aveva ancora moltissime cose da imparare. Anche la sua tecnica fu efficace. Regina aveva trasfigurato, esattamente come sua sorella, la rana in qualcosa di molto meno fantasioso di una bicicletta, ma comunque, da una ragazzina così intellettuale come lei, così attaccata ai libri ed alla realtà non poteva aspettarsi che un gatto come animale spirituale e una rana giocattolo come escamotage per uscirne.

    Alla fine, quando ognuno di voi è uscito dal labirinto, avreste visto un Andrew e il suo castoro farvi un grandissimo applauso. Ragazzi siete stati meravigliosi. Non è facile fidarsi di qualcosa che non conosciutamo e soprattutto non è per niente facile riuscire a mantenere la calma in certe circostanze. MA la cosa davvero difficile è evocare un animale guida nella sua interezza. Io e il mio animaletto vi abbiamo osservato per tutta quanta la prova. Per superare la rana avete individuato tutti quanti il vero punto debole della stessa: il movimento. Avete pensato tutti quanti, anche se in maniera decisamente diversa, che i movimenti veloci, saltellanti e soprattutto imprevedibili di un anfibio come la rana fosse la vera minaccia. Bravi. Veramente molto molto bravi. Si vede che Hidenstone vi ha fatto già affrontare delle belle sfide. Non Fece un respiro profondo. La lezione è finita, spero che vi siate divertiti. Ovviamente i vostri animali guida rimarranno con voi fin quanto voi vogliate. Siate sempre rispettosi di loro, sappiate che il vostro animale è una parte di voi, in quanto viene evocato da una parte della vostra energia. Siate Pantere, lupi, conigli, aquile,gatti, leonesse, aquile, pastori tedeschi, golden retriver, libellule o pipistrelli. Ogni animale ha un pregio ed ogni vostro pregio fa di voi una persona unica. Fidatevi di voi stessi, non sbaglierete mai. Aggiunse poi guardandoli uno ad uno. I ragazzi, avrebbero potuto sapere gli appunti di Andrew, se a loro interessava, in qualsiasi momento. Alla fine della lezione gli spiriti guida sarebbero svaniti. Il loro lavoro era stato concluso.
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    ANDREW BARBER
    Felici sono coloro che sognano dei sogni per i quali sono pronti a pagare il prezzo per far sì che si realizzino




    Eh siamo giunti alla fine della lezione di Astronomia!Siete stati bravissimi e per questo vi meritate dei bei premietti! <3


    AMETRIN: 80 punti casata
    James Beauvais: 3 + 7 + 10 = 20, E. 1 PP Carisma, 1 PP Intuito, +6 EXP
    Louise De Maris: 3 + 7 + 9 = 19, E. 1 PP Carisma, 1 PP Intuito, +4 EXP
    Cassedy Hartmann: 3 + 7 + 9 = 19, E. 1 PP Carisma, 1 PP Intuito, +4 EXP.


    BLACK OPAL: 88 punti casata
    Marlee Beauvais: 3 + 7 + 9 = 19, E. 1 PP Carisma, 1 PP Intuito, +4 EXP
    Adrien Beauvais: 3 + 7 + 9 = 19, E. 1 PP Carisma, 1 PP Intuito, +4 EXP
    Brooks O’Connor: 3 + 7 + 10 = 20, E. 1 PP Carisma, 1 PP Intuito, +6 EXP
    Fitz O’Connor: 3 + 7 + 9 = 19, E. 1 PP Carisma, 1 PP Intuito, +4 EXP

    DIOPTASE: 97 punti casata
    Giada McCarthy: 3 + 7 + 10 = 20, E. 1 PP Carisma, 1 PP Intuito, +6 EXP
    Julian Miller: 3 + 7 + 9 = 19, E. 1 PP Carisma, 1 PP Intuito, +4 EXP
    Nicholas McCallister: 3 + 7 + 10 = 20, E. 1 PP Carisma, 1 PP Intuito, +6 EXP
    Amalea Davidson: 3 + 7 + 9 = 19, E. 1 PP Carisma, 1 PP Intuito, +4 EXP
    Regina Beauvais: 3 + 7 + 9 = 19, E. 1 PP Carisma, 1 PP Intuito, +4 EXP

    André De Long-Prée: 1 PP Carisma, 1 PP Intuito, +8 EXP
    Andrew Barber: 1 PP Carisma, 1 PP Intuito, +8 EXP
     
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41 replies since 1/9/2022, 20:14   875 views
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