POZIONI & ALCHIMIA - ESAMI MAGO 2019/2020

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    ESAMI M.A.G.O.
    Pozioni & Alchimia Trasfigurativa

    Il sole e la luna condividevano il cielo rossastro ed il vento estivo faceva risuonare le pareti del labirinto come rami calpestati.
    Ogni alunno che fosse riuscito a giungere fino a quel grande spiazzo d'erba vi avrebbe trovato al centro un tavolo, e, dalla parte opposta a dove era entrato, un arco di pietra; l'uscita che lo avrebbe condotto alla prova finale.
    C'era solo un ostacolo di non poca importanza a bloccar il percorso: quell'arco era completamente invaso da un fuoco magico tinto da ogni colore.
    Chiunque si fosse avvicinato senza precauzioni avrebbe potuto sentire il calore bruciargli la faccia e qualunque incanto non avrebbe avuto effetto alcuno nel tentar di spegnere le fiamme.
    Sul tavolo posto al centro del verde spiazzo, l'esaminando avrebbe trovato moltissimi ingredienti, fra cui alcuni adatti per preparare una Pozione della Resistenza al Fuoco.

    una caraffa d'acqua da 2 litri che si riempiva da sola ogni volta che veniva svuotata
    un cesto di funghi saprofiti
    una pianta di Achillonia e il suo corrispettivo essiccato
    un vaso con dentro semi di Tranello del Diavolo
    un barattolo con Muco di Vermicoli e un altro invece con la Bava dei Vermicoli
    una fiala colma di Sangue di Re'em e una di Sangue di Salamandra
    una provetta con Essenza di Dittamo pronta.

    Oltre a ciò ogni studente avrebbe avuto a disposizione tutta l'attrezzatura e strumentazione che erano soliti trovare nell'aula di pozioni: calderone, fornello da campo, mestoli, becher, pipette e dosatori graduati, una serie di coltelli affilati, dei taglieri e due mortai. Uno dei due mortai emanava un'aura magica. Sembrava capace di sbriciolare addirittura la pietra.
    C'erano tutti gli ingredienti sul tavolo, o forse No?
    Appena gli studenti si fossero avvicinati al banco da lavoro, dai muri di rovi del labirinto sarebbero usciti decine e decine di oggetti dotati di ali nere, lucide e rapidissime.
    L'aria si era riempita di agilissimi ed alati tentacoli di purvincolo, mandragore urlanti, grinzafichi secchi, occhi di avvicino e tanti altri possibili ingredienti tra cui alcune pietre: bezoar, granato, giada e granito.
    I più svegli avrebbero potuto provare ad usare incantesimi di appello od azioni simili, ma se avessero tentato si sarebbero accorti che gli oggetti volanti erano immuni alla magia.
    Per riuscire a cacciare il o gli ingredienti mancanti, gli alunni avrebbero dovuto dar fondo a tutte le conoscenze acquisite nel programma di Alchimia: Trasfigurazione del corpo umano.

    Benvenuti alla quarta prova di questi M.A.G.O! Quella di Pozioni ed Alchimia!
    Qui sotto troverete la pozione da riprodurre, mentre per quanto riguarda le azioni inerenti l'alchimia dovrete sfruttare gli indizi lasciativi per capire cosa dovrete fare e quali incantesimi usare (si, sono almeno 2).
    Il post verrà valutato sia da me che da Samantha ed entrambi vi esortiamo a porre molta attenzione alle fasi di preparazione della pozione ed alla descrizione degli incanti e della caccia agli ingredienti. Vogliamo apprezzare l'impegno de vostri pg per questi M.A.G.O.

    CODICE
    POZIONE della RESISTENZA AL FUOCO
    Si presenta in forma liquida così da essere spruzzato con attenzione sul corpo, oggetti e vestiario, per garantire non solo una protezione totale dalle fiamme ma
    anche dal calore stesso, permettendo di sopravvivere all'esposizione ad elevate temperature.
    Funziona sia con le fiamme magiche, sia con quelle non.

    INGREDIENTI:
    8 litri d’acqua
    3 funghi saprofiti
    6 semi di Trannello del Diavolo
    50 ml di Sangue di Salamandra
    50 gr di Achillonia detta “Ortica del Diavolo”
    Estratto di Dittamo
    Muco di vermicoli
    1 granato (pietra rossiccia)

    PREPARAZIONE:
    Diluire il muco di vermicoli e aggiungerlo al Sangue di Salamandra, poi si aggiunge il liquido all’acqua ancora fredda e accendere la fiamma.
    Affettare finemente i funghi e inserirli quando l’acqua bolle, schiacciare e aggiungere i semi del tranello del diavolo nel Calderone.
    Polverizzare l’Achillonia essiccata e inserirla poco alla volta, girando il composto in senso orario.
    Aggiungere l’estratto di Dittamo.
    Il granato deve sminuzzato il più finemente possibile e inserirlo al composto mescolando in senso antiorario, più sarà fine la pietra, più efficacia farà per resistere al fuoco.
    Versarla in un contenitore che permetta di spruzzarlo sul corpo e oggetti quando si è raffreddata.
    Aspetto: La Pozione resta liquida color marroncino.


    Scadenza entro il 30 luglio


    codice role © Akicch;NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT


    Edited by SamuelBlack - 1/7/2020, 01:16
     
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    Erik Foster | Ametrin | II anno
    Il fruscio del soave vento estivo riecheggiava tra le mura del labirinto, provocando a chiunque lo stesse attraversando una sensazione di smarrimento e solitudine. Man mano che il giovane ametrino percorreva quelle vie tutte uguali tra loro - se non per minimi dettagli - il suo battito cardiaco accelerò la sua cadenza. Era nervosissimo. Sapeva di ritrovarsi a fronteggiare la prova che più lo terrorizzava, quella della disciplina in cui non era riuscito ancora a brillare, la sola per cui si aspettava una possibile insufficienza: Alchimia. Spero solo che facendo bene la parte di Pozioni, posso in qualche modo cavarmela.
    Non sapeva a cosa sarebbe andato incontro e persino le creature che abitavano quelle mura per un solo istante parvero innocue a confronto della prova che da lì a poco avrebbe affrontato.
    Pochi elementi si collocavano di fronte a lui: uno spiazzo d'erba, un tavolo, un arco in pietra e un fuoco magico che risplendeva di ogni colore. La bocca si aprì, creando tra il labbro superiore e quello inferiore un divario di circa cinque centimetri, la presa della mano dominante si ammorbidì con conseguente caduta della bacchetta e per qualche assurdo motivò poté giurare di non aver respirato per una decina di secondi. Acciderbolina, sono fritto!
    Raccolse rapidamente la bacchetta da terra e la puntò contro le fiamme. Aguamenti! Dal catalizzatore magico fuoriuscì un getto d'acqua eseguito perfettamente, purtroppo però il liquido era ben lontano dall'estinguere il fuoco multicolore. Al contatto con l'acqua, infatti, questo non abbassò la guardia e come se fosse impermeabile non vacillò neanche per un istante. Sospirò, dopotutto doveva aspettarsi l'assenza di scorciatoie.
    Con aria impacciata e affatto sicura si appropinquò al tavolo ed esaminò cosa fosse riposto al di sopra di esso: acqua, funghi, semi, piante, provette e miscugli ottenuti grazie a qualche creatura magica. Proviamo a pensare come i nostri insegnanti: cosa farebbero loro in un'occasione del genere? Non appena si pose la domanda, abbassò lo sguardo, deprimendosi ancora di più rispetto a prima. La prima sarebbe capace di creare pozioni adatte per ogni situazione anche con le pietre e i rovi del labirinto, mentre Black opterebbe per trasfigurare l'intero labirinto. E IO CHE FACCIO? Doveva adattarsi con ciò che offriva il grande tavolo. Continuiamo a pensare: quale pozione potrebbe aiutarmi? I pensieri interruppero il loro viaggio non appena dai rovi del labirinto vennero fuori dei particolarissimi oggetti dotati di ali nere. E VOI COSA SIETE? Cercò di seguire con il capo la maggior parte di essi, cercando poi di richiamarne alcuni. Accio grinzafico! Niente. Carpe Retractum! Nisba. Ma fate sul serio? I due docenti erano dei pazzi se si aspettavano che ogni studente dovesse in qualche modo afferrare ogni oggetto volante, quindi da qualche parte doveva esserci la fregatura. Tornò con lo sguardo sugli ingredienti sul tavolo. Per non saper né leggere né scrivere mi porto avanti.
    Si avvicinò alla caraffa e non potendo sapere quanta acqua contenesse decise di travasarla sul dosatore fino al raggiungimento di un litro. Ok, devo attraversare delle fiamme e credo che neanche l'incantesimo Freddafiamma funzioni. Batté due volte le palpebre e sul suo volto si palesò un'espressione apparentemente estasiata. MA ESISTE LA POZIONE FREDDAFIAMMA! no, cioè, la Pozione della Resistenza al fuoco. C'erano i funghi saprofiti, i semi di tranello del diavolo, sangue di salamandra, l'ortica del diavolo, l'estratto di dittamo, il muco di vermicoli. Manca il granato. Dov'era il maledettissimo granato? Una cosa per volta, intanto mi occupo dell'acqua, giacché ho cominciato. Versò il litro del dosatore nel calderone, dopodiché lo riempì nuovamente con un altro litro dalla caraffa e continuò ripetendo il procedimento finché il calderone non sarebbe stato riempito con otto litri d'acqua. Mh, direi che lo copro col suo coperchio per paura che qualcosa possa entrarci dentro.
    Granato, ora a noi due! Impiegò circa due minuti prima di riuscir a individuare la pietra dal colore rossiccio. Beh, se la magia non può farcela, vorrà dire che ci penserò io. Non era affatto sicuro di ciò che stava per fare, ma a conti fatti era l'unica idea valida che riuscì a escogitare. Puntò la bacchetta contro se stesso e chiuse gli occhi. Deve funzionare o questa prova per me è finita. Era titubante, ma il suo polso dominante si muoveva come quello di chi aveva eseguito quell'incantesimo mille e una volta. Con un fluido movimento il catalizzatore magico disegnò un cerchio in sento antiorario, terminando poi con una stoccata al suo centro. Il cuore batteva a più non posso, la lingua inumidì le labbra e la voce accompagnò il deciso affondo. Homofiguro
    Silenzio. Non appena la parola fu pronunciata Erik trattenne il respiro e un fascio di luce arancione lo avvolse. Provò una sensazione strana, estremamente diversa da quella che era abituato a vivere quando si trasformava in licantropo. Non sentiva il dolore estremo delle ossa che crescevano, la pelle bruciare a causa della maledizione, anzi si sentì avvolto da un tessuto più morbido della seta che per un istante lo fece sentire piccolo, molto più piccolo del suo corpo da adolescente. Batté gli occhi e si accorse di come la vista era diventata incredibilmente più nitida, tuttavia il campo visito a causa della nuova altezza era minore. Sentì improvvisamente più caldo e il motivo fu presto detto. Provò a muovere un braccio, rimanendo stupefatto nell'accorgersi di aver invece appena mosso un'ala. C-ci sono riuscito? Provò ad alzarsi in volo con un catastrofico risultato, finendo per sbattere contro il tavolo e far cadere a terra la caraffa, rovesciando l'acqua a terra. Poco male, per fortuna è incantata. Approfittò del liquido a terra per specchiarsi e ammirare la sua nuova forma. Era diventato una splendida aquila delle steppe, ovvero l'esemplare a cui aveva pensato poiché gli ricordava la fedele accompagnatrice di Spirit cavallo selvaggio. Era diventato un rapace grande circa poco più di mezzo metro, ma con un'apertura alare di circa un metro e mezzo. La maggior parte delle piume erano di un intenso marrone, ma man mano che si avvicinavano al corpo diventavano nerastre come l'aggraziata coda che continuava a muovere con fare divertito. Era strano aver un becco, ciò nonostante era estremamente sicuro della sua durezza e per la prima volta si ritrovò a utilizzare una parte del corpo che era abituato a proteggere come arma. Uffa, se solo mi vedesse Jesse, sono bellissimo ora! Ovviamente non si riferiva al fatto che l'amico avesse scoperto da poco il suo amore per gli uccelli, bensì al suo amore per gli animali.
    Vabbé, proverò a trasfigurarmi nuovamente vicino a lui.
    Emise il suo verso da battaglia e tento di riacquistare quota. Ti prenderò! Erik si sentiva invincibile, ma se qualcuno lo avesse visto da fuori avrebbe pensato di non aver mai visto in vita sua un'aquila così sbilenca. Non riusciva a volar dritto, poiché a differenza di quanto pensasse, per rimanere in volo doveva continuamente sbattere le ali e non poteva perdere un solo istante per riposarsi. Granato, ti prenderò!
    Eppure la pietra rossastra era estremamente veloce. Dovette impegnarsi, tuttavia superarla non era la vera difficoltà. Doveva non solo raggiungerla, ma anche trovarsi al di sopra di essa in maniera tale da poterla afferrare con i resistenti artigli.
    Questo è il mio momento! Ha sbattuto contro un Bezoar. Oh, no, no, no! Ho degli occhi di avvincino negli occhi! Scosse rapidamente il capo, ma gli artigli sentirono di essere venuti a contatto con qualcosa di duro, così nel dubbio Aquilerik l'afferrò. Non appena si accorse di cosa aveva tra zampe starnazzò un canto di vittoria, tentando poi di planare. Riuscì nel suo intento senza problemi? Ovviamente no, sbatté anche contro dei tentacoli di vermicolo e per poco non planò rovinosamente contro il muro di fuoco. Pare ancora più caldo!
    Prima di tornar al suo normale aspetto doveva far in modo che la pietra non volasse più. Come fece? Stritolò le ali nere con tutta la sua forza, impedendo all'oggetto di allontanarsi troppo da lui.
    Saltellò fino alla sua bacchetta, ma proprio a un passo da essa si diede dell'idiota: non c'era bisogno del catalizzatore magico per eseguire l'incanto. Revèrto. Aquilerik cercò di scandire la parola al meglio delle sue possibilità, ma l'influenza della creatura si faceva sentire.
    A differenza del primo incantesimo nessun fascio di luce fuoriuscì dalla bacchetta, ma il corpo dell'ametrino per alcuni istanti si illuminò di un giallo intenso. Oh, sono diventato fluo, fico! Spero solo che non sia radioattivo! Il fatto che potesse parlare era un chiaro segno di come il Revèrto avesse avuto un esito positivo. Raccolse da terra la bacchetta e il granato e tornò di fronte al tavolo da lavoro.
    Ora tocca alla parte di Pozioni. Si disse, raccogliendo da terra la caraffa e utilizzare la sua acqua per lavarsi le mani. Per fortuna bisogna aggiungere alcuni ingredienti prima di accendere il fuoco, mi è rimasta impressa per questo motivo. Effettivamente il primo passaggio della maggior parte delle pozioni era quasi sempre uguale: aggiungere acqua nel calderone e accendere la fiamma. Prima ci va il mix di muco e sangue.
    Aprì il vasetto col muco di vermicoli e ci verso l'acqua a filo, affinché potesse fermarsi in tempo prima che la consistenza si rovinasse. Per eseguire la ricetta al meglio necessitava che il composto fosse leggermente diluito, non troppo acquoso o il muco avrebbe perso le sue proprietà magiche. Mescolò con un mestolo finché la consistenza non sarebbe diventata omogenea, dopodiché lo poggiò a un angolo del tavolo. Utilizzò un nuovo dosatore per prelevare 50 millilitri esatti di sangue di salamandra dal suo contenitore, dopodiché vi aggiunse il muco diluito. Bene, sangue non è più scarlatto come prima. Annuì come se volesse darsi fiducia e con estrema calma versò l'intero liquido all'interno del calderone dopo aver tolto il coperchio. Fino a quel momento l'acqua era fredda.
    Impugnò la bacchetta. Wingardium Leviosa! L'obiettivo era spostare il calderone sopra a un fornello da campo in maniera tale da poter accendere finalmente la fiamma. Devo sbrigarmi, non ho tempo da perdere! Si armò rapidamente di coltello, dispose un tagliere di fronte a lui e sopra vi adagiò ben 3 funghi che prese dal cesto. Fu ben attento a sceglierne tre grandi più o meno uguali per evitare possibili squilibri durante la cottura. Con un rapido lavoro di polso li affettò in maniera estremamente fine. Il coltello era estremamente affilato, infatti i funghi non fecero la minima resistenza, aiutando non poco il compito del ragazzo. Meno male non è una radice o avrei fatto un lavoraccio. L'acqua intanto cominciò a bollire, così vi inserì i funghi e andò alla ricerca dell'ingrediente successivo: i semi del tranello del diavolo. Li trovò vicino al cesto dei funghi, così avanzò la destra verso di essi per prenderne un pugnetto. Li dispose sopra il tagliere e cominciò a schiacciarli. Ne aggiunse ben sei nel calderone, dopodiché allontanò gli altri.
    Quando si eseguiva una pozione era estremamente importante lavorare su un piano pulito senza disordine, poiché un tavolo ordinato sinonimo di idee ordinate. Il passo successivo prevedeva l'utilizzo dell'Achillonia. Per le dosi che stava utilizzando ne aveva bisogno di 50 grammi, così dopo averli pesati raggiunse i due mortai e solo allora si rese conto come uno dei due avesse qualcosa di particolare. Non sapeva se il materiale con cui era composto fosse in qualche modo diverso, ma l'ortica del diavolo non era un ingrediente estremamente difficile da polverizzare, così decise di adoperare quello privo di aura magica. Adagiò le foglie della pianta su di esso e col pestello andò prima a disintegrare e in un secondo momento a polverizzare. Il vero segreto del mortaio non era la forza con cui si schiacciava, bensì la tecnica che i pozionisti utilizzavano. Erik con il braccio sinistro teneva ferma la base e con la destra schiacciava in senso orario, ricomprendo volta per volta l'intera area disponibile. Quando fu soddisfatto del suo risultato versò la polvere un poco alla volta per non creare squilibri e aiutò il tutto girando con un mestolo pulito in senso orario.
    Fu allora che si ritrovò di fronte alla parte più facile: l'estratto di Dittamo doveva essere inserito così, com'era. Oh, il colore e la consistenza della pozione è molto diverso rispetto a poco fa. Stava procedendo bene? Non poteva esserne sicuro fino alla fine. Gli ultimi passaggi erano quasi sempre i più importanti e quelli in cui bisognava prestare maggiore attenzione. Insomma, un piccolo errore poteva vanificare tutto l'impegno impiegato finora. Toccava al granato, la pietra che aveva recuperato con tanta fatica.
    Afferrò il mortaio carico di aura magica e vi pose la pietra rossastra al suo interno. Quella non era una semplice pianta, ragion per cui doveva affinare la sua tecnica. La sinistra si occupava sempre di reggere la base del mortaio, mentre la destra schiacciava la pietra, ma questa volta forte anche del peso del ragazzo. A ogni pestata protendeva il suo corpo in direzione del tavolo e ciò gli permise di ridurre la dura pietra in una polvere finissima. Posso fare di meglio, se ci hanno dato questo mortaio è perché questo passaggio è importante. Optò per un risultato più meticoloso: continuò a polverizzare affinché i granuli risultassero tutti grandi uguali e della stessa finezza della sabbia. Toccò con l'indice il composto, dopodiché lo riversò nuovamente nel mortaio. Posso fare ancora meglio. Batté a più non posso, in fin dei conti avrebbe dovuto bere quella pozione. Non voglio ritrovarmi con una scottatura. Proseguì per qualche minuto e solo quando ritenne la polvere degna per una pozione coi fiocchi la inserì nel calderone. Mescolò il composto in senso antiorario e man mano che procedeva la pozione acquisiva un colore marroncino. Mi sembra buona!
    Mentre attendeva il raffreddamento cercò sul tavolo un contenitore adatto da poter riempire col liquido. L'ideale era qualcosa che avrebbe potuto permettere di spruzzarsi addosso la pozione. Oh, ecco! Dopo un paio di minuti riempì il contenitore con l'aiuto del mestolo, dopodiché se lo spruzzò addosso. M-ma mi sto davvero per gettare sul fuoco? Non era estremamente convinto, tuttavia non aveva scelta. Doveva essere fiducioso nelle proprie capacità, in fin dei come poteva pretendere che gli altri credessero in lui quando era il primo a non credere in se stesso? Scosse la testa e si diede altre due spruzzate. Il volto era coperto perfettamente, gli abiti anche e lo stesso valeva per mani e schiena.
    O LA VA O LA SPACCA! Scattò in direzione delle fiamme colorate e si gettò su di esse nella speranza di poter passare dall'altra parte.



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    «Funghi, achillonia e tranello. Acqua, muco e dittamo... sì, ma cosa manca... maledizione a questo ronzio.» - questa era la prova che temeva di più, e con tutto quel ronzio non riusciva a concentrarsi. Era arrivato al bancone da una decina di minuti e sapeva che qualcosa in quel tavolo, con quegli ingredienti non andava. Osservava la porta di fuoco ed era certo che per attraversarla avrebbe dovuto preparare una pozione antifiamme, ma se non avesse trovato la chiave giusta per sbloccarsi, probabilmente avrebbe fallito quella prova.
    Doveva isolare quei suoni, voleva non sentire più nulla, c'era un unico modo. Prese la bacchetta e se la puntò addosso «Muffliatio!» - si castò la fattura bisbigliante, che gli sembrava la soluzione migliore per poter togliere dalla testa quel ronzio fastidioso. Funzionò e Lucas si rilassò un attimino.
    Guardò di nuovo gli elementi che aveva davanti e spostò tutti quelli utili per la pozione che doveva preparare: acqua, muco di vermicoli,funghi saprofiti, sangue di salamandra, acqua, dittamo, achillonia... cercò poi la pietra rossiccia di granato ma non la trovò, quindi tolse davanti i due ingredienti che non erano utili, così da non imbrogliarsi nella procedura e puntò verso l'alto a guardare gli ingredienti volanti. Individuò la pietra e capì che c'era un'unica soluzione per poterla prendere: volare.
    Disegnò una F in sua direzione «Finite Incantatem» e tornò a sentire quel ronzio, che adesso non sarebbe stato più un problema, visto che aveva sistemato tutti gli ingredienti. La sua bacchetta si mosse di nuovo, mentre nella mente - Lucas - focalizzò l'immagine di un bellissimo albatros bianco, quindi tracciando in senso antiorario una circonferenza e stoccando al suo interno, pronunciò la formula «Homofiguro» - con cui si sarebbe trasfigurato in un diomeideide bianco e sveglio.
    Spiccò il volo, lanciandosi alla ricerca della pietra che gli serviva per completare la pozione. L'inseguimento non fu facile, quegli ingredienti erano velocissimi e evitò molto spesso lo scontro con altri che sembravano venirgli addosso per difendere quel granato. Fece diverse virate improvvise, cambi di direzione non programmati. Non era sicuramente facile volare, prima di riuscire a gestire bene le sue ali, dovette fare un po' di pratica.
    Poi arrivò l'occasione che aspettava da diversi minuti. Vide il granato andare verso di lui e Jug lo puntò e gli volò contrò, con un battito d'ali gettò altrove tutti gli altri ingredienti che gli impedivano di volare tranquillo e aprì il becco, afferrando il granato tra le fauci. Poi soffiò, mentre si gettava in picchiata verso il terreno e gracchiò quel «Reverto» che permise lui di ritornare con le sue gambe.
    Barcollò appena, cercando di non cascare a terra e strinse tra le mani il granato.
    Aveva tutto.
    Prese una delle ciotoline e vi versò dentro dell'acqua, diluendovi il muco di vermicoli. Arrivata alla giusta densità, lo aggiunse a 50 ml di sangue di Salamandra. Posizionò il calderone sul fornello magielettrico e vi versò dentro otto litri di acqua, prima misurati con un becher graduato e quindi, nell'acqua ancora fredda, vi verso il miscuglio di muco e sangue. Accese a fiamma media il fornello. Mentre attendeva il bollire dell'acqua, affettò finemente tre funghi saprofiti. Poi nel mortaio schiacciò sei semi del tranello del diavolo e quando l'acqua iniziò a bollire, inserì prima i funghi e poi i semi.
    Dopo aver pulito con un panno, il mortaio appena usato, vi pestò dentro 50 gr di Achillonia essicata e la inserì un po' per volta nel calderone. Girò il composto in senso orario, poi proseguì alla preparazione aggiungendo l'estratto di dittamo. Infine, afferrando il mortaio magico, tritò finemente con movimenti decidi del polso, il granato, sminuzzandolo fino a quando non divenne fine quanto cenere. Quindi lo inserì nel composto e mescolò in senso antiorario.
    Spense la fiamma e attese che si raffreddò, guardandone il colore marroncino del liquido. Quando fu abbastanza fredda, la versò in un dispenser spray e la guardò in controluce. Sembrava tutto andato per il meglio.
    Non restava che provarla: se ne spruzzò diverse quantità addosso, cercando di ricoprire l'interezza di se stesso, compresi i capelli e il cappellino a cui tanto teneva e corse in direzione delle fiamme, per attraversarne la porta.
    ©Scheme Role by Amphetamines' - Vietata la copia anche parziale.
     
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    LILITH CLARKE
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    Tutto stava procedendo per il meglio, o almeno questo sperava la Prefetta. Era ancora concentrata dopo le sue precedenti prove e non sembrava subire stanchezza.
    Ogni prova superata era un passo verso le agoniate vacanze, un passo verso relax e Blake e forse era questo che la spingeva sempre oltre.
    Dopo aver terminato la prova di Verde, era il turno di pozioni e alchimia.
    Quando entrò nella radura che ospitava quei tavoli da laboratorio, si avvicinò con cautela temendo che ci fosse qualche tranello calpestando il terriccio, senza sapere che il tranello era nell'aria e mille ingredienti avrebbero preso a volare.
    Pareva, oltre quello, tutto tranquillo, quindi la Dioptase cercò di concentrarsi sugli ingredienti disponibili sul tavolo da lavoro: acqua, funghi saprofiti, achillonia, tranello del diavolo, muco e bava di vermicoli, sangue di Re'em e di Salamandra. Rese gli occhi due fessure e poi guardò verso la porta infuocata che avrebbe dato accesso all'ultima prova di quegli esami. «La pozione della resistenza al fuoco» - mormorò tra sé, un pochino perplessa - «manca il granato...» - constatò, mettendo poi da parte gli ingredienti che non le sarebbero serviti: bava di vermicoli e sangue di Re'em.
    Ma ora non poteva perdere altro tempo, doveva trovare il granato altrimenti non avrebbe potuto preparare un bel niente.
    Non appena si mise alla ricerca sul bancone, il ronzio parve diventare sempre più insistente alle sue orecchie «E se fosse che...» -sollevò lo sguardo, quindi, osservando che quel ronzio che riempiva la radura, altro non erano ingredienti volanti. Rise appena, sgranando gli occhi celesti, quasi incredula.
    Le parve di notare, molto velocemente, una pietra rossiccia. Sbuffò appena e pensò a quanto si fossero impegnati quei docenti per l'esame. Non solo gli ingredienti volavano, ma avevano aggiunto anche quelli che non c'entravano, per mettere gli studenti alla prova. Quello sì che era un tranello divertente: avevano scelto come ingredienti fuorvianti, quelli che avevano dei nomi molto simili a quelli giusti, per confonderli. Lilith rise ancora, poi di nuovo si trovò a sgranare gli occhi e sperò con tutta se stessa che Blake non si facesse ingannare «Fa' che ricordi la lezione che gli ho fatto su questa pozione, ti prego...» - piagnucolò preoccupata e con la paura che l'opale potesse dimenticare di eliminare quei due ingredienti, usandoli e combinando un casino. Tuttavia era fiduciosa che il ragazzo avesse imparato quante più pozioni possibili con il suo metodo di apprendimento personalizzato, che Lilith si era preoccupata di stilare per lui: un ingrediente esatto, un indumento sparito. E se la pozione veniva memorizzata correttamente, il premio era sicuramente la parte migliore: quello che Blake desiderava, veniva esaudito.
    Ora non le restava che tentare di acciuffare quella pietra e procedere alla preparazione.
    La prima cosa che le venne in mente di fare, fu l'incantesimo di appello, quindi tentò di puntare al granato e «Accio granato» - ma nulla accadde.
    Si massaggiò le tempie con l'indice - «Ma certo! E' una prova d'alchimia, quindi la soluzione è nella trasfigurazione!» - ragionare era una delle sue doti migliori.
    Adesso doveva solo individuare la strategia esatta. La luce della conoscenza si accese di nuovo ed ecco che la bacchetta venne stretta tra le dita affusolate: c'era l'incantesimo che le permetteva di diventare un animale che adesso si sarebbe potuto rivelare davvero molto utile, stava solo da decidere quale animale sarebbe stato quello più adeguato.
    Un volatile, ma doveva essere anche veloce e abbastanza agile, con una vista acuta e capace di battere sul tempo quelle rapide cosette volanti.
    La bacchetta si mosse a disegnare una circonferenza in senso orario - «Homofiguro» - mentre la sua mente faceva i conti con l'immagine di un'aquila reale nella quale si sarebbe trasformata, quando quel fascio arancione si palesò.
    Se tutto fosse andato per il verso giusto, la riccia avrebbe preso le sembianze di quel volatile scelto. Le zampe posarono sul manto del labirinto e sentì l'estremo bisogno di spiccare il volo. Lo fece, librandosi nell'aria, sempre più in alto tanto da poter vedere il labirinto da lassù.
    La vista era spettacolare e l'istinto animale di perlustrare la zona sembrava volere aver la meglio. Uno stridio, emise la riccia, in forma animale, tentando di inquadrare la pietra che stava cercando, quindi - una volta individuata l'istinto della caccia ebbe la meglio e Lilith si lanciò all'inseguimento: virò a destra, poi a sinistra, evito di pochi millimetri il terreno per poi sollevarsi, ricacciò alcuni oggetti con un battito di ali e... l'afferrò! Tra le zampe prese il granato, stringendolo forte per non perderlo e gracchiò «Reverso» - mentre scivolava verso il terreno, così da tornare a camminare sulle sue gambe.
    «Sì!» - esclamò. Adesso non le restava che preparare la pozione.
    Con davanti tutti gli ingredienti sarebbe stata una passeggiata. Per prima cosa posizionò il calderone sul fornello magielettrico, senza accenderlo. Quindi in un recipiente diluì il muco di vermicoli con dell'acqua, mescolando fino a farlo diventare abbastanza liquido. Poi vi aggiunse 50 ml di Sangue di Salamandra e lo mescolò. Una volta raggiunta una consistenza liquida, versò 8 litri di acqua fredda nel calderone e il composto di sangue e muco in esso, poi accese il fornello regolandolo a fiamma media.
    Mentre aspettava che l'acqua arrivasse ad ebollizione, iniziò ad affettare finemente i tre funghi saprofiti che le sarebbero serviti, sul tagliere stando attenta a non ferirsi. Controllò se l'acqua bolliva, ma ancora non era pronta quindi nel mortaio, con il pestello schiacciò sei semi del Tranello del Diavolo.
    Quando finalmente l'acqua raggiunse la temperatura di ebollizione, vi aggiunse i funghi e successivamente i semi.
    Liberato il pestello, polverizzò 50 gr di Achillonia essiccata con movimenti decisi del polso. Un po' per volta la fece scivolare nel calderone, girando il composto in senso orario.
    Prese il mortaio che sembrava emanare un'aura magica e vi mise la pietra di granato: iniziò a pestarla con attenzione per creare una finissima polvere.
    Aggiunse al composto l'estratto di Dittamo, quindi diede qualche altro colpo di pestello al granato per raffinarlo ancora di più e lo aggiunse all'intruglio mescolando in senso orario.
    Quando gli ingredienti furono amalgamati bene e l'intruglio aveva assunto una colorazione marrone, spense il fuoco e fece raffreddare e riposare la pozione.
    Quando questa fu pronta prese un'ampolla con dispenser stray e la verso al suo interno.
    E anche questa era fatta!
    Adesso avanzava una sola ed ultima cosa da fare per superare quella prova.
    Lilith tirò un respiro profondo, c'era solo un modo per provare l'efficacia della pozione appena creata: usarla.
    La spruzzò su se stessa con molta accuratezza, cercando di coprire ogni abito e - soprattutto - parti scoperte e capelli.
    Aveva il cuore in gola, ma doveva andare avanti ed era certa che se avesse preso fuoco, qualcuno l'avrebbe salvata (e poi si sarebbe sorbito le furie di Blake, ma questi sono dettagli).
    Arrivò alla porta infuocata, trattenne il respiro e si gettò ad attraversarla.

     
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    La prima cosa che doveva veramente ammettere a se stesso e congratularsi con se stesso era che finalmente erano arrivati i mago e con una grandissima sorpresa, era stato ammesso nonostante le punizioni, nonostante il suo essere sempre e costantemente ribelle e nonostante il casino che era successo all'hotel con suo fratello. Cominciava veramente a pensare che la sua famiglia fosse maledetta, ma il problema adesso non era quello. Quarta prova dei Mago. Prova che odiava con tutto se stesso, Pozioni. Alchimia era una delle sue materie preferite ma non quella più facile, e messa vicino ad una materia come pozioni, rendeva tutto quanto molto ed assai complicato, almeno per Blake Barnes. Blake che non aveva la pazienza neanche di preparare una pasta al sugo semplice e che l'unica cosa in cui ci metteva veramente dedizione erano i dolci. Si, forse fare dei dolci era l'unico procedimento che riusciva veramente a portare a termine in maniera esemplare. Comunque, non aveva scelta e sopratutto la scelta non gli era stata data da suo fratello maggiore. Doveva superare quei mago oppure, se fosse stato bocciato, lo avrebbe seriamente ritirato da scuola e messo a lavorare. Blake non aveva nessuna intenzione di mettersi a lavorare seriamente, almeno non in quel momento della sua vita e non per quello che diceva Aaron, quindi non aveva alternativa. Quella prova ennesima doveva essere superata, come sperava anche le altre precedenti. Sotto esame, Blake era un'arma a doppio taglio ancora peggio di quando non era sotto pressione, poteva avere semplicemente due risvolti, uno positivo ed uno negativo. Male che poteva andare era un incendio di tutta la scuola e delle ustioni serie su tutto il suo corpo, infondo, nel caso, si sarebbe trattato semplicemente di un omicidio suicidio degno di un Barnes!
    Fece un respiro profondo e cercò semplicemente di concentrarsi al meglio, doveva guardarsi intorno e non avere nessuna fretta, il segreto era la concentrazione. Glielo avevano detto in molti ed adesso che era finalmente pronto ad ascoltare, almeno in parte, e quindi quando si ritrovò davanti a all'entrata del labirinto, non fece altro che chiudere gli occhi e beatarsi di quel rumore di rami calpestati che erano provocati dal vento che sbattevano sulle foglie delle siepi che formavano il labirinto. Il vento gli scompigliava appena il ciuffo e gli accarezzava la pelle, Blake fece qualche altro passo all'interno del labirinto fino a trovarsi davanti ad un enorme spiazzo verde con al centro un tavolo, con degli ingredienti e poi in lontananza un arco di pietra. Rimase li ad osservare tutto quello che aveva intorno prima di arrivare vicino al tavolo, solo in quel momento si rese conto che l'arco di pietra in realtà era completamente infuocato e che quel fuoco era di mille colori. Blake si ritrovò a sgranare gli occhi e poi ridere seriamente. Che bello mettere un piromane davanti ad un arco di fuoco! Ovviamente era autoironico, ma infondo pensava veramente quello che stava dicendo. Fece un altro sospiro profondo e semplicemente si ritrovò a guardare il tavolo con più attenzione, poi si guardò intonro di nuovo. Allora. Se la prova doveva consistere nell'uscire da dentro quel labirinto e c'erano chiaramente degli incgredienti sul tavolo e del fuoco di fronte a loro allora voleva semplicemente dire che dovevano preparare una pozione che avrebbe resistito al fuoco. Si morse il labbro. Dov'era quando la professoressa innamorata di suo fratello stava spiegando tutto quello? E mentre Lilith glielo rispiegava? Ma il fatto era che Blake era dannatamente attratto dal fuoco che non si soffermò immediatamente sul tavolino e sulla vera soluzione, ma andò verso l'arco. Non troppo vicino, non era stupido ma quel calore intenso che gli invadeva il viso e quella enorme voglia di riuscire ad appiccare un incendio tanto grande e graziosolo stava seriamente invadendo, tanto che fece un passo indietro per non bruciarsi ed allungò appena la mano per sentire ancora una volta il calore della fiamma sulla sua pelle. Cominciava a pensare davvero che avesse un problema con il fuoco, ma in quel momento doveva capire come uscire da li vivo e sopratutto vincitore. La paura più grande di Blake Barnes? Aaron Barnes e la sua ira funesta se non avesse eseguito tutte le prove in maniera eccellente. Si erano dati una parola importante e Blake era uno che rispettava le promesse quindi, tornò di nuovo al tavolo e questa volta si concentrò su tutto quello che c'era li sopra. Li avrebbe indicati uno ad uno per fare mente locale davvero nella sua mente ed avrebbe anche cercato di individuare dove fosse la fregatura. Infondo era impossibile che la professoressa gli rendesse le cose così facili. una caraffa d'acqua,
    un cesto di funghi saprofiti
    una pianta di Achillonia e il suo corrispettivo essiccato
    un vaso con dentro semi di Tranello del Diavolo
    un barattolo con Muco di Vermicoli e un altro invece con la Bava dei Vermicoli
    una fiala colma di Sangue di Re'em e una di Sangue di Salamandra
    una provetta con Essenza di Dittamo pronta.

    Li indicò piano piano come se stesse ricordando qualcosa che non ricordava. Doveva fare la pozione di resistenza al fuoco, ma era così innautrale per lui voler resistere a quell'elemento, elemento che tanto gli piaceva e nel quale si rivedeva così tanto, ma gli occhi ghiaccio di suo fratello erano ben impressi nella sua testa e tanto bastò per cercare di cominciare a darsi una mossa. Il tempo di avvicinarsi al banco di lavoro che boom! Ma ti pareva che il professor Black non avesse messo qualcosa di estremamente fastidioso nella prova, come se già preparare una pozione fosse una cosa divertente! Ovviamente, Blake borbottava tra se e se, infondo era nella sua natura e nella sua indole, non poteva risparmiare al mondo intero i suoi commenti, infondo non sarebbe stato da lui, no?
    Ma porca puttana!! Mandracole urlanti? Davvero? Ma ti pare che prima ti rompono le palle perchè devi stare concentrato e poi ci sono tentacoli e ngredienti volanti e co.? Dio santissimo quanto odio tutto questo, quanto odio mio fratello e questa scuola. Preferirei mille volte essere di nuovo picchiato da Phil che fare queste danatissime prove! M A L E D I Z I O N E! E dopo un perfetto sclero alla Blake Barnes che non ci sta mai male, questo fece un grandissimo sbuffo sonoro e cominciò a cercare nella sua mente quanto doveva per preparare quella diavolo di pozione. provò ad appellare i vari incredienti ma si rese conto, immediatamente, che la magia con quei cosi, non funzionava. Quindi... esattamente come doveva prenderli? Fece un altro sbuffo. Che poi, il professore di Alchimia non poteva fare la prova da solo? Insomma... non mi sembra neanche il caso che unissero due materie diffici e che boh.. insomma i professori che tengono la cattedra non sono neanche di questa grande malneabilità, disponibilità e simpatia. Senza contare che o un fratello idiota che da buca alla prof e boh, non lo so Samuel mi adora ed odia allo stesso tempo. Certo, stava davvero pensando e Blake, come sempre, era una persona speciale, quindi doveva farlo a modo suo e parlare da solo ed imprecare contro i suoi professori gli faceva seriamente mantenere la calma. Guardò ancora quel fuoco di mille colori e si calmò. Ecco il fuoco lo calmava. Doveva allora, concentrarsi su quelle fiammelle. Dio quanto era fatto al contrario quel ragazzo! Si guardò intorno, c'era un pezzo di pergamena su quel tavolo? Non aveva tempo di pensare a tutto quello, doveva semplicemente ricordarsi quali erano gli incredienti di quella pozione e farla, ma gli serviva veramente un foglio per scriverlo. Era una questione di concentrazione e sopratutto non era una cosa stupida. Blake si guardò intorno e niente, non c'era assolutamente niente. Ma come cazzo si fa a mettere tentacoli di cose nelle siepi e non pensare che ad un cazzo di esame ci sia bisogno di una penna ed una pergamena? COME? Si chiese poi prendendo la bacchetta. Accio pergamena, accio penna! Attese un pò e poi eccole li. Ok, adesso poteva concentrarsi meglio. Prese semplicemente la penna e cominciò semplicemente a stare in silenzio, guardare attentamente il fuoco e cercare di ricordarsi attentamente quello che Lilith gli aveva spiegato in intimo! Ci mise almeno un quarto d'ora abbondante per ricordarsi tutti quanti gli incredienti tra un'imprecazione ed un'altra ma cercò, seriamente sia di tenere il punto sia di rimanere concentrato. Alla fine sulla pergamena venne scritto un elenco di ingredienti, in maniera disordinata che alla fine si mise a leggere ad alta voce e cercare nel tavolo.
    8 litri d’acqua - e ce ne sono solamente due
    3 funghi saprofiti - e sicuramente li dobbiamo tagliare con quella cosa
    6 semi di Trannello del Diavolo - che cazzo gli viene in mente? non gli è bastato il seme del malboro da tenere in giro?
    50 ml di Sangue di Salamandra - e ci insegnano anche a curare gli animali, chissà come diavolo se lo sono procurato, non lo voglio sapere!
    50 gr di Achillonia detta “Ortica del Diavolo” - dio solo sa perchè ad entrambi i professori gli piace così tanto il diavolo!
    Estratto di Dittamo - per fortuna che ce lo hanno dato fatto!
    Muco di vermicoli - dio che schifo e che puzza!
    1 granato (pietra rossiccia)- dove diavolo è?

    Era il suo dannato esame e lo avrebbe passato, ma lo avrebbe fatto a modo suo. Se era vero quello che avevano detto nelle sue varie punizioni, allora lo avrebbero accettato così com'era ed avrebbero visto semplicemente un ragazzo con un istinto animale sempre pronto a prevalere sulla sua testa, sforzarsi di ragionare e cercare di fare le cose fatte per bene. Ok, non doveva dire parolacce, ma in quel momento era molto più concentrato a cercare di fare una pozione e farla per bene. Ma il punto principale era. Come prendeva il granato? Granato... granato... granato! Si guardò intorno quasi nel panico ma niente, non c'era da nessuna parte e poi boom lo vide nelle grinfie di quelle cose svolazzanti e finalmente fu tutto chiaro. Ma che diavolo! Ok... questa è opera di Black! Lo disse ad alta voce e con ammirazione, e diciamo, che fu davvero la prima volta che si fermò ad osservare quanto aveva preso vita prima, quando si era avvicinato al tavolo. Si, Blake era troppo egocentrico per guardarsi davvero intonro ed in quel momento l'unica cosa che voleva era andare via di li, oppure toccare il fuoco. Si guardò intonro, guardò la sua lista e poi alzò gli occhi al cielo. Accio Granato? Non lo disse con troppa convinzione tanto che la sua bacchetta, ribelle tanto quanto lui, non fece neanche per rispondergli e Blake si ritrovò a guardarla malissimo. Senti... siamo una squadra quindi per favore collabora! Agiunse poi facendo un'altra stoccata ma avendo pressapoco lo stesso risultato, ma era sicuro che questa volta non era certamente colta della bacchetta ma c'era qualcosa che non andava nell'incantensimo. Pensa Blake! Black è un professore di trasfigurazione e non funziona nessun tipo di incantensimo, anche se io ne ho provato solamente uno. Se è uno che crea mostri per farmi saltare i nervi... cosa vorrà che facessimo noi studenti? Si chiese prima di cercare nella sua mente e poi gli si accese una fiammella nel cervello ( dire lampadina mi sembra veramente riduttivo!) Minchia! Ci sono, vorrà sicuramente che proviamo a trasfigurare qualcosa od anche noi stessi, tanto se non funziona, peggio che ci può andare è smontarci un braccio oppure essere fratturati dalla testa ai piedi. E la mia domanda è: perchè i nostri professori sono tutti quanti dei cazzo di sadici? La preside, esattamente, cosa ha valutato per prenderli?E mentre continuava a guardare l'unico ingrediente che gli serviva e cercava di avvicinarsi il più possibile gli venne quasi spontaneo guardare la sua mano sinistra e dire: Homofiguro. Fece velocemente il suo cerchio in senso antiorario e poi una stoccata sicura all'interno di questo. In realtà la sua bacchetta fece qualcosa di magistrale ma non del tutto, il braccio destro, anche se avvolto dal fascio di luce arancione tipico di quell'incantensimo rimase esattamente com'era. Blake doveva concentrarsi di più su quello che stava facendo e di meno sul fatto che i suoi professori fossero degli stronzi. Si morse il labbro, chiuse gli occhi e cercò la concentrazione giusta, doveva farcela perchè sapeva di potercela fare. Era una cosa mentale, la concentrazione era un pò come uno status, uno status che doveva essere semplicemente assimilato da chi aveva intenzione di utilizzarlo. Quindi Blake, isolò qualsiasi altro pensiero se non quello della vittoria. Homofiguro questa volta il cerchio veloce ed in senso antiorario venne fatto verso il suo petto in maniera tale che si potesse trasfigurare interamente e la stoccata al centro dello stesso venne fatta in amniera più fluida e naturale, ma dettata dalla consapevolezza e dal fatto che doveva e poteva farcela, ed infatti fu esattamente così. Sentiva un forte calore avvolgerlo un pò per tutto il corpo, sentiva i suoi sensi molto più sviluppati, sentiva chiaramente il vento a miglia di distanza, sentiva l'odore dell'erba, e sentiva anche l'odore della sua ansia ed agitazione. A chi voleva mettere a credere che di tutta quella faccenda non gliene fregasse assolutamente niente? Sentiva chiaramente ogni sensazione amplificata, ed il suo istinto animale essere sempre più presente nella sua testa e non solo nei suoi sensi. In quel momento, comunque si sentiva effettivamente molto bene. Cosa era? Sentiva chiaramente di essere l'unico animale che poteva davvero diventare, ossia un gatto. Il fatto era che diventare un felino, completamente nero con degli occhi azzurrissimi, in quel momento non era proprio qualcosa di grandioso e che effettivamente aiutava a prendere quel diavolo di coso, ma insomma, non si sceglieva in cosa trasformarsi? Oppure si? Beh, questo non erail momento di ricordarsi quelle informazioni, il fatto era che in quel momento era un gatto ed in quel momento aveva bisogno di quella dannatissima pietra per avere la sua dannatissima pozione e finire quella stramaledettissima prova. Cercò di prendere prima confidenza con il suo nuovo corpo, piccolo ma estremamente agile e poi finalmente guardò il suo obiettivo con gli occhi di un felino, quindi, molto più adatti ad una serata come quella, molto più abituati a rimanere vigili ed attenti e sicuramente molto più veloci. Doveva cordinare in maniera assurda i suoi movimenti e cercò, in tutti i modi di farlo, fece qualche salto di qua e di la in maniera tale da abituarsi a quella nuova sensazione e poi, finalmente decise che era il momento di raggiungere il suo obiettivo e smetterla di cincischiare. I felini, ed in particolar modo i gatti, erano esseri veramente molto agili e sopratutto equilibrati e per lui che soffriva maledettamente di vertigini, era l'ideale. Non voleva volare e non ci sarebbe riuscito, quindi avrebbe fatto in modo di saltare di tanto in tanto sui fari oggetti presenti nei rovi delle siepi, scegliendo accuratamente le pietre più grandi e gli oggetti più ingombranti fino a che arrivò vicino a quello che gli serviva, cacciò le unghie e come un vero gatto stronzo, bastardo ed antipatico ( tutti aggettivi che si potevano tranquillamente associare a Blake umano) tagliò in maniera netta il tentacolo che teneva la pietra facendola cadera a terra. Il felino Blake soddisfatto si sarbbe lanciato vicino la sua bacchetta e non sapendo esattamente come - arte della trasfigurazione abbastanza sconosciuta da parte di uno studente che si impegnava semplicemente per non essere bocciato - pronunciò Revèrto. Doveva ammettere che si era divertito ad essere un gatto e, doveva anche ammettere che quasi gli dispiacque tornare nelle sembianze umane, ma quella volta l'incantesimo riuscì in maniera assoluta e senza troppi sforzi, forse perchè essere un animale gli riusciva molto meglio di essere un umano? A voi l'ardua sentenza!
    Una volta tornato a naturale altezza, Blake prese la pietra che gli serviva e poi tornò al tavolo. Adesso comincia il difficile! Pensò poi dopo aver recuperato anche la sua bacchetta. Si morse il labbro e prese la stessa pergamena degli ingredienti. Doveva asolutamente scrivere anche il procedimento, almeno farlo a modo suo. Ma questa volta doveva sbrigarsi. Allora... se ci riesce Aaron posso riuscirci anche io, anche se io non sono un medimago e lui si e neanche ci voglio diventare, dio santo che schifo!Certo Blake Barnes per essere amico di Jesse doveva essere un divagatore nato, ma in quel momento davvero voleva essere concentrato. Barnes! Prima di accedere il fuoco dovresti fare qualcos'altro, non trovi? Si rifece nettamente la voce di Airwen mentre lo strillava per l'ennesima volta e nel frattempo che lo fece, prese il calderone e diluì il muco di vermincoli che alla fine aggiunse al sangue di salamandra. In acqua fredda! Non dimenticartelo! e così fece. Ma infondo se era l'unico modo per ricordarsi come fare quella posizone, la professoressa di pozioni se ne sarebbe fatta una ragione. Magari avrebbe passato i mago e sarebbe stato in punizione anche al terzo anno perchè aveva preso in giro i professori, ma quello era quasi nella norma e nessuno si sarebbe mai sconvolto. Perfetto adesso accendo il fuoco e mentre il fuoco si è acceso affetto i funghi! Prese uno degli strumenti messi li a loro disposizione e cominciò ad affettare i funghi in maniera fina, come se dovesse fare un'insala mista. Infondo non c'è scritta la dimensione, no? pensò ad alta voce prima di controllare di tanto in tanto se l'acqua bollisse o meno. L'Acqua bolliva e lui inserì i funghi sperando che non esplodesse niente, poi prese i semi del tranello del diavolo che contò almeno tre volte in maniera tale che fosse sicuro che fossero 6. Schiacciò tutti e sei i semi del tranello e cercò di farlo nella maniera più meticolosa possibile fino a che non lo assalì un dubbio. Erano 6 o 7? Si fermò per un istante. Aspetta.. aspetta aspetta... ok... calma... erano sette me lo ricordo... però Aaron mi ha sempre detto che qualcosa la si può aggiungere, invece non si può mai togliere se messa nel calderone! Aveva senso la frase che aveva detto? No, effettivamente era sgrammaticata e forse anche un pò priva di qualsivoglia coniugazione, ma il panico era tanto ed in quel momento doveva fare una scelta. Ovviamente si fidò di suo fratello lasciando che i semi nel tranello del diavolo fossero solamente ed esclusivamente 6. Adesso. Doveva Polverizzare l'Achillonia, quindi prese ancora una volta gli strumenti a loro disposizione e la polverizzò in maniera perfetta, quasi da farla sembrare una polvere fine. Aaron ci avrebbe messo più tempo ma avrebbe comunque fatto qualcosa di perfetto e non ho intenzione di sentirmelo mentre sorseggio il mio drink a Dubai. Questa prova deve essere veramente eccellente così non scasserà i coglioni! borbottò mettendo la polvere di Achillonia nel calderone un pò alla volta e girando in senso orario. Ecco. Adesso era l'ora dell'estretto di Dittamo. Si morse il labbro e lo aggiunse quasi lentamente continuando a mescolare... era così che si faceva? Bah, non ne aveva idea, ma nel dubbio mescolare gli sembrava una buona idea. e dopo di c'ho si andò a dedicare a quella diavolo di pietra, che cercò di sminuzzare in maniera fine. Ricordati Blake, le pozioni sono qualcosa di estremamente preciso, se sbagli anche solo di un granello potresti fare qualcosa di decisamente diverso. Quindi assicurati che tutto sia tagliato alla perfezione o sminuzzato come si deve, se no, Hake sul manuale non c'era scritto tagliare, sminuzzare o polverizzare! Questa volta ad essere preso in giro da Blake fu Aaron, che gli veniva decisamente meglio in quanto si era decisamente allenato di più a farlo. Si morse il labbro. Fece una mescolata e solamente una in senso orario poi sgranò gli occhi e cominciò a girare tutto quanto in senso antiorario. Una piccola bestemmia, sussurrata, gli uscì dalla bocca e Blake si ritrovò a guardare il cielo come se i suoi professori vegliassero da lassù. Che palle! Aggiunse borbottando e continuando a mescolare. Bene. Il composto doveva essere pronto. Adesso doveva solamente versarlo in un contenitore che avrebbe permesso di spruzzarsi il liquido addosso e sperare di non prendere completamente fuoco. Lo fece, si spruzzò il composto addosso e si avvicinò di nuovo a quelle che erano le fiamme di tutti i colori. I suoi occhi finalmente brillarono. Sogghignò. Infondo ho già preso fuoco una volta e mi è sembrato tanto divertente da voler dare la stessa sensazione ad un mio compagno. Cosa succederà di nuovo se la mia pozione non è andata a buon fine? Questo si ritrovò solamente a pensarlo tra se e se mentre attraversava il grande arco di pietra. Era soddisfatto? Si, lo era veramente.
    RevelioGDR



    Ci sono delle cose che ho sbagliato, tipo il girare in senso orario invece che antiorario una volta la pozione. Sono errori che sono stati fatti apposta, in quanto Blake non è mai stato uno studente modello! L'ho specificato in quanto mi è stato sempre rimproverato che dovevo farlo!
     
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    Jessica Whitemore
    Uscì dall'aula di Divinazione e Difesa, lasciandosi alle spalle la sfida onirica che aveva appena dovuto affrontare e dirigendosi verso la sede della quarta ed ultima prova, quella che avrebbe ufficialmente decretato la fine di quell'anno scolastico; quanto non vedeva l'ora! Anche se, c'era da dirlo, l'idea che il suo secondo anno ad Hidenstone stesse finendo, un po' di malinconia gliela metteva. Quell'anno aveva conosciuto o aveva saldato il rapporto con persone che, inevitabilmente, erano entrate nel suo cuore e ci sarebbero rimaste sempre, qualsiasi cosa fosse successa. Come per esempio, aveva conosciuto Lucas e Lilith -già lì conosceva ma, specialmente con la seconda, non c'era chissà che tipo di rapporto... anzi- e via dicendo, e invece Blake, che già conosceva abbastanza, era diventato il suo migliore amico e parte integrante della sua vita, tanto che gli aveva persino chiesto di diventare padrino di Alex. Forse una cosa un po' folle, per chi conosceva il biondo solo superficialmente, ma lei era stata sicura della sua decisione. Credeva di conoscerlo piuttosto bene e sapeva che, a dispetto delle apparenze, davvero ci teneva a quel compito e lo avrebbe svolto con la massima serietà. L'aveva pure abbracciata, quando glielo aveva chiesto! Sorrise al ricordo, mentre i suoi passi rimbombavano piano all'interno del labirinto, di quell'immenso corridoio che stava percorrendo. Il venticello leggero le accarezzava la pelle e i capelli, mentre il cielo si tingeva sempre più di rosso ambrato, segno che quella giornata stava volgendo a termine e sembrava quasi che nulla potesse andare male -solo perché non aveva idea di cosa sarebbe successo una volta finite le prove, beninteso- e quindi si sentiva più leggera. Anche il vento rimbombava tra quelle pareti, quasi ci fosse un'infinita distesa di ramoscelli e Jess li stesse pestando ad ogni suo passo.
    Finalmente, ad ogni modo, la corvina riuscì a raggiungere quello che le pareva un immenso spiazzo d'erba e lo guardò affascinata; che la prova fosse all'aperto, non le dispiaceva per niente. Era quasi sinonimo della libertà che avrebbero avuto di lì a poco. Il suo sguardo, comunque, venne catalizzato da un grande tavolo posto al centro della radura e da un arco di pietra dal lato opposto. La porta finale. Tuttavia... quello che sembrava un fuoco dai mille colori, sbarrava il passo e sembrava impenetrabile. Rabbrividì, immaginandosi già ricoperta di ustioni. Avrebbe potuto andare là vicino e provare con qualche incantesimo d'acqua, tuttavia le sembrava fin troppo inverosimile che fosse così semplice, ma si appuntò di provarci, se le fosse sembrato il caso. Cercò la sua bacchetta, nella tasca, poi la puntò verso le fiamme, avvicinandosi a distanza di sicurezza, siccome non ci teneva troppo a bruciare. Aguamenti tentò, senza nemmeno troppa convinzione, invero. E infatti, il getto d'acqua si perse tra i colori, inutile. Beh, non si poteva dire che non ci avesse provato, no? E con questo fallimento, si avvicinò al tavolo dove, sicuramente, ci sarebbe stato tutto il necessario per superare il fuoco e, trattandosi di Pozioni e Alchimia, sicuro sarebbe stato qualcosa di simile. Mugugnò, a lei non piaceva particolarmente preparar pozioni; la pazienza non era esattamente un suo forte. Era più una ragazza dinamica, cosa che poteva essere Difesa -ecco perché era tra le sue materie preferite in assoluto- , ma si sarebbe comunque impegnata affinché riuscisse brillantemente anche in quella prova.
    Tornò a guardare il tavolo e vide un'incredibile moltitudine di ingredienti per preparare, presumibilmente, una pozione che avrebbe reso gli studenti, resistenti al fuoco. Si avvicinò in modo da accostarsi ad esso ma, subito, uno sbattere d'ali quasi furiose, pervase l'aria insieme ad altri suoni non esattamente ben definiti, ma si spaventò quasi. Alzò lo sguardo verso il cielo e vide tanti oggettini dotati di ali nere che svolazzavano qua e là, quasi a prendersi gioco di lei. Ma a cosa sarebbero serviti...? Aguzzò lo sguardo e... Oh eddai! Dovrei andare a prendere alcuni ingredienti lassù? Ma poi, non poteva usare Accio? Bah, sinceramente manco ci provò, aveva il sentore che sarebbe finita come per il fuoco: non sarebbe servito a niente. I suoi docenti erano più intelligenti di così e sicuramente l'incantesimo di appello non sarebbe servito assolutamente a nulla. Sbuffò, capendo che a niente sarebbe servita la magia verso gli ingredienti e, al contempo, non vedendo nulla che potesse aiutarla a librarsi in aria, come una scopa, per esempio.
    Guardò tutta l'attrezzatura sul tavolo, chiedendosi quali ingredienti avrebbe trovato là sopra e quali sarebbe dovuta andare a procacciare in cielo. Non vi erano lasciate indicazioni, ma era abbastanza intuitiva da capire come procedere. Sia guardando gli ingredienti proposti che pensando alla sfida che avrebbero dovuto superare, una Pozione di Resistenza al fuoco era d'obbligo. Non le veniva proprio in mente cos'altro potesse fare per superare la prova e con gli ingredienti sul tavolo. Chiuse momentaneamente gli occhi per riflettere su quali fossero gli ingredienti e sull'esatto procedimento per arrivare alla fine con una pozione di colore marroncino, proprio come doveva essere. Guardò il tavolo, poi guardò il cielo. Come avrebbe potuto prendere ciò che mancava? Avrebbe potuto trasfigurare in un uccello qualche oggetto là attorno e far sì che prendesse gli ingredienti, ma non era certa di riuscire a controllare un incantesimo del genere. Ok, partiamo per gradi! Si disse, tornando a concentrarsi unicamente sul tavolo. Prima di tutto, avrebbe dovuto verificare gli ingredienti mancanti e mettere insieme ciò che già aveva -non necessariamente in quest'ordine. Prese un grosso respiro e afferrò con entrambe le mani quella caraffa di due litri, per andare verso il calderone. Otto litri erano tanti, sperava che vi sarebbero stati tutti dentro al calderone, anche se supponeva di sì, sarebbe stato stupido fornire loro un calderone non abbastanza capiente. Quindi, vi versò l'acqua osservando poi con stupore simulato, la caraffa che si riempiva di nuovo, tornando alla sua massima pienezza. Così ancora una volta la svuotò e così fece per quattro volte in totale, fino a raggiungere gli otto litri indicati. Okay, suppongo che questa fosse la parte più semplice. Aprì il barattolo di muco di Vermincoli, pronta a diluirlo per poi aggiungerlo al Sangue di Salamandra, tuttavia... No, forse prima è meglio che io prenda gli ingredienti mancanti si disse, con decisione. Sia mai che succeda qualcosa agli ingredienti -magari perdono le loro capacità- nel tempo che prendo il resto. Quindi, coprì il calderone colmo d'acqua e richiuse il barattolo di Vermincoli, posandolo dov'era. Fatto ciò, si allontanò leggermente dal tavolo e tornò a guardare in alto. Come avrebbe potuto fare per raggiungere il granato? Si era accorta, poco prima, che era l'unico a mancare all'appello. Era una pietra rossiccia quindi, in teoria, facilmente individuabile, però... in cielo vorticavano davvero troppi ingredienti che si mescolavano tra loro in un volo frenetico, perciò non riuscì a vedere il suo obiettivo. Poco male, lo avrebbe trovato una volta lassù. Ma come arrivarci, era ancora un mistero, a meno che... Il professor Black non vorrà davvero che noi... si fermò, ricordandosi quella particolare trasfigurazione, imparata durante l'anno, che permetteva al corpo umano di trasformarsi in animale. Non finì nemmeno il suo pensiero, perché la risposta era sì, Black sicuramente avrebbe voluto una cosa del genere da loro. Quindi.... mi devo trasformare in un animale? Domanda retorica, a dire la verità, soprattutto visto che non c'era nessuno che potesse risponderle. Prese nuovamente la bacchetta. Accio Granato. Ci provo lo stesso, fosse mai che avrebbe funzionato. Ma come era logico, nulla si smosse verso di lei, anzi, ebbe quasi l'impressione che gli ingredienti iniziassero a volare ancora più velocemente, mescolandosi tra di loro. Comunque non avrebbe più dovuto perdere tempo, perciò disegnò il cerchio in senso antiorario, concludendo con una stoccata, concentrandosi anche su quello. Prima di dire la formula, si focalizzò in mente l'immagine di un meraviglioso Airone Azzurro. Si ricordava ancora del compito di Alchimia e del fatto che esistessero più incantesimi con la stessa formula e che bisognasse avere bene in mente ciò che si voleva fare. Homofiguro pronunciò quella parola con estrema decisione e fermezza, mentre un lampo arancione, proveniente dalla punta del catalizzatore, la colpiva, illuminandola di quel colore che non le piaceva troppo. Non era altissima -nemmeno troppo bassa, a dire la verità- ma la sua altezza diminuì ancora, fino ad essere alta grossomodo un metro, le spuntarono le piume e le si allungò il collo e, a dispetto del nome, il colore che assunse non era l'azzurro, bensì un bel grigio ardesia, mischiato al color castagna e con delle graziose sfumature nere. A compensare l'altezza, vi era quell'apertura alare di due metri. Davvero niente male. Purtroppo, però, ora non poteva parlare e l'istinto animale tendeva a voler prendere il sopravvento, facendole avere meno controllo sul corpo, ma lei avrebbe dovuto riuscirci. Non esisteva che non passasse i MAGO. Aprì le ali, mostrandosi in tutta la sua imponenza, poi spiccò un balzo e prese il volo, unendosi immediatamente al frusciare d'ali degli ingredienti, anche se il suo era molto più sonoro. La sua vista era senza dubbio migliore! Quindi si guardò attorno, in cerca di quella macchia rossiccia. Era stata cercatrice per anni, ad Hogwarts, era abituata ad individuare un puntino minuscolo in mezzo alla mischia -in quel caso, il boccino, in questo, il granato- solo che quel giorno il buio avanzante non era certamente di aiuto, sebbene la vista fosse in grado di vedere molto più in là. Scorrazzò in mezzo a quel guazzabuglio per diversi minuti, fino ad individuare finalmente l'oggetto di suo interesse: il granato. Evvai! Esultò mentalmente, lanciandosi in quella direzione. Beh, tra il dire ed il fare... infatti, non fu così semplice come se lo era figurato, ovvero afferrare l'oggetto con il becco e scendere. No, c'erano mille altri ingredienti che minavano il suo scopo. Spiegò maggiormente le ali, tentando di schivare bezoar, che però la colpì al becco, strappandole un versetto non ben definito e con esso la colpì a mo' di bolide, scagliandola a svolazzare da qualche altra parte. Dove cazzo è finito quel granato? Pensò, esasperata, vedendo solo all'ultimo una mandragola urlante che le finì addosso, rallentando il suo volo. Ma che palle! Si impose di concentrarsi sul percorso e sul volo, iniziando a schivare qualsiasi cosa non fosse del fottuto granato. Ed eccolo lì, quasi a prendersi gioco di lei, lontano pochi metri, a svolazzare accanto al suo quasi omonimo, il granito. Adesso sei mia, fottuta pietra. Spalancò il becco e si avvicinò velocemente -ma non troppo, non voleva che per la velocità, le andasse di traverso- e la prese nel becco, chiudendolo saldamente perché non scappasse. Finalmente, con la refurtiva, poté planare e tornare a terra, ammortizzando l'atterraggio non proprio ottimale, con le lunghe zampe. Adesso non aveva le mani per reggere una bacchetta, abbandonata a pochi metri da lei, quindi si sarebbe dovuta appellare all'incantesimo senza uso del catalizzatore. Anche perché, come aveva imparato l'anno prima, quell'incantesimo non aveva bisogno della bacchetta. Reverto. Il suo corpo si illuminò di giallo per alcuni attimi e, senza che se ne rendesse conto, si ritrovò a terra, retta dalle ginocchia e dalle mani... e il granato in bocca. Puah che schifo biascicò, sputandolo fuori e stringendolo con una mano. Con un agile balzo, si rialzò in piedi e si stiracchiò, contenta di aver ripreso la sua forma umana. Perfetto, adesso la pozione... si diresse verso il tavolo e fece mente locale del resto del procedimento per preparare ciò che le serviva. Afferrò il barattolo contenente il Muco e lo aprì, versandoci dentro un po' d'acqua, abbastanza perché si diluisse ma non abbastanza perché fosse troppo acquoso. Fatto ciò, lo aggiunge al sangue di salamandra attendendo qualche secondo, poi lo versò nell'acqua. Ovviamente tutto ciò, dopo essersi messa un paio di guanti trovati là affianco. Dai, non sono così male a cucinare ridacchiò, accendendo il fuoco. Ora devo aspettare che questo intruglio bolla... quindi, nel mentre, faccio il resto. Prese i funghi e li posò sopra una specie di tagliere, poi afferrò un coltello parecchio affilato e dall'aria assai pericolosa. Sminuzzò i funghi facendo attenzione a non fare altrettanto con le proprie dita, prestando attenzione che ogni pezzo fosse più o meno uguale al precedente, con calma e concentrandosi. Quando sentì l'acqua bollire, tolse il coperchio -che aveva rimesso dopo aver aggiunto Muco e Sangue- e lasciò cadere i funghi. Fatto ciò, prese un mortaio e aggiunse i semi di Tranello del Diavolo, iniziando a schiacciarli per bene, con forza, finché non ottenne il risultato sperato. Quindi, mise anche quelli nel calderone. Ehi, far pozioni non era la sua attività preferita, ma non per questo non si impegnava, quando doveva.
    Raccolse tra le mani il secondo mortaio e lo pose davanti a sé, aggiunse l’Achillonia essiccata e iniziò a pestare ancora più forte di prima, grazie all'arnese apposito di cui questa player non ricorda il nome. Impresse forza perché si polverizzasse, anche se ci volle un po' di tempo per ottenere la polvere che desiderava. Prese un mestolo e, dopo aver rischiato di girare in senso antiorario, iniziò a girarlo nella direzione giusta -senso orario- inserendo poco alla volta la polvere di Achillonia essiccata, guardando quasi incantata come essa svolazzasse giù come sabbia finissima, andando a miscelarsi al resto dentro il calderone. Fu la volta del Dittamo, che versò fino a svuotare il contenitore. Finora aveva seguito scrupolosamente tutte le dosi e tutto il procedimento, ragion per cui sembrava procedere a gonfie vele.
    Fatto questo, prese il Granato e, con l'ausilio di un altro coltello, iniziò a sminuzzarlo quanto più finemente era consentito dalla prudenza. Nemmeno facendo quel procedimento, voleva che le sue dita finissero insieme alla pozione. Quando fu sufficientemente soddisfatta del risultato, riprese il mestolo e stavolta sì che doveva mescolare in senso antiorario e così fece, aggiungendo poco a poco il granato. La pozione iniziò ad assumere un colore più definito, anche se non era quello marroncino che si auspicava. Forse, però, doveva semplicemente mescolare di più e dare modo a tutti gli ingredienti di mescolarsi tra loro. Ebbene, aumentò i giri finché la pozione iniziò a prendere l'aspetto che voleva lei. Era liquida e marroncina, proprio come doveva essere. Spense la fiamma e si guardò attorno, spostando un po' di oggetti che le bloccavano la visuale, fino ad individuare uno spruzzino. Ne aprì il tappo e, con un'enorme fatica, grazie anche all'ausilio di un imbuto, riuscì a versarla nel contenitore. È fatta! Esultò, richiudendo il tappo. Ora non resta che spruzzarmela addosso. Era passato abbastanza tempo perché si fosse raffreddata, quindi puntò il beccuccio verso di sé e iniziò a spruzzare, finché non fu convinta di essere apposto. Posò tutto e si diresse verso le lingue di fuoco che si ergevano spaventose verso il cielo sempre più scuro. Sperava che funzionasse, che avrebbe finalmente potuto aggrappare la tanto attesa libertà: la fine di un anno per certi versi, infernale. Senza più pensieri, si buttò tra le fiamme. Se non muoio oggi, non morirò mai fu il suo ultimo commento, prima di essere accerchiata dal fuoco che, stranamente, non sembrava bruciarla.
    ❝ This may be the night that my dreams might let me know. All the stars approach you ♪ ❞
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    Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal
    'Meno male che hanno dimezzato le materie e che alcune erano scritte, o morivo' Jesse non era esattamente uno poco atletico, ma c'era un limite a quanto si potesse fare d'estate con l'ansia di un esame.
    Nonostante sapesse non fosse davvero una gara, il ragazzo non poteva non correre tra i cunicoli del labirinto rimbalzando tra una prova e l'altra e pregando solo che finissero quanto prima, possibilmente senza bocciarlo 'Perché l'unica cosa peggiore di dare un esame è doverlo ridare!' glielo aveva detto suo padre e ora che c'era di mezzo ne comprendeva a pieno il significato; fu per quello che giungendo davanti al laboratorio improvvisato il ragazzo non poté che gemere 'Pozioni... se non mi bocciano qui MAGARI ho una possibilità' pensò lui.
    Vi era una sola uscita ed essa era ostacolata dalle fiamme '... E immagino non si spegneranno con l'acqua, vero?' propose lui a sé stesso, avvicinandosi alle fiamme quanto bastava per sentirne il calore, scagliando poi dalla sua bacchetta un Aguamenti, che ovviamente non sortì neanche un effetto rinfrescante, anzi, rendendo per alcuni istanti quel luogo una sauna 'Oh, fantastico, mia mamma adorerebbe!' ma non era sua madre quella da soddisfare, il che implicava solo una cosa 'La pozione per resistere al fuoco...' il che, in effetti, fu da un certo punto di vista un sollievo 'Sì, insomma... la prof ci ha rifilato di MOLTO peggio da fare...'
    Nessuna pozione, ovviamente, era semplice, ma era rassicurante sapere di non avere trecento passaggi da fare 'Sì, insomma... e poi se sbaglio brucio e fine!' pensò tra serio e faceto avvicinando il tavolo e sussultando, tanto da puntare la bacchetta al cielo "Chi è là" ruggì, in pratica, trovandosi davanti ad uno spettacolo che lo lasciò a bocca aperta 'M-ma cosa sono?'
    Incapace di formulare davvero quel pensiero rimase col naso in aria, mettendo pian piano a fuoco, trasfigurando tale espressione in una di orrore "GLI INGREDIENTI VOLANO?!" e fu così che si lanciò sul bancone, iniziando a ribaltare quasi il tavolo, alla ricerca di ciò che poteva occorgli.
    "No, ok, gli ingredienti ci sono... credo!" e quel credo, in vero, era quasi una certezza 'O è una trappola'
    Si sedette e divise i vari ingredienti, trovandone di ogni genere, ma riuscendo anche pian piano a ricollocarli rispetto alla ricetta 'Il dittamo ok, i funghi spero siano quelli giusti che tanto non li so riconoscere, i semi spero siano i semi giusti o è una bastardata, l'achillonia è questa e ne sono abbastanza sicuro, il muco dei vermocoli' e fu così che avvicinò la testa al barattolo "Bleah, sì, direi che è lui" gemette, trovandosi poi davanti due fiale rosse "E c'è anche il sangue... anzi... i sangue... erano due?" in vero, nel vederseli davanti ebbe qualche dubbio, ma su quel punto, stranamente, non aveva ricordi fortissimi.
    Si grattò la tempia e guardò ciò che aveva davanti 'Ok... calma e gesso: facciamo mente locale' e fu così che armandosi di carta e penna (se le era portate dietro per ogni evenienza) iniziò a scrivere la ricetta così come la ricordava, partendo dagli ingredienti ed andando poi a scrivere i passaggi. Fu così che man mano sentì il fiato mancargli 'Ok... la pianta andava essiccata vero? E il sangue... io ricordavo solo... quello della salamandra, ma...' ne era certo?
    'Buttiamo giù i procedimenti' più ci pensava più si confondeva, sicché l'unica soluzione che ebbe fu ragionare al contrario, partendo dai procedimenti per comprendere cosa dovesse lavorare e quando- Buttò giù quanto ricordava, lasciando qui e là degli spazi che andò via via a colmare 'Achillonea era certamente essiccata perché va nel mortaio, lo ricordo... e il sangue... io ricordo solo quello di salamandra, il re'em manco so che cazzo sia ora come ora' gemette lui, pregando che Brian non sapesse leggergli nella mente 'E che comunque non sia in zona'
    Proseguì, ma ad un certo punto si trovò davanti ad un buco, un ingrediente che mancava, uno che andava messo a parte 'E che va lavorato finemente... meglio lavori meglio è la pozione... sì, che lo dicevamo che era un tranello e ci voleva lo schiacciasassi altro che mortaio!' e a quel punto gli cadde l'occhio sul mortaio incantato, che iniziò a toccare iniziando a vedere nella sua mente, nello specifico, comparire un colore rosso 'Una pietra rossa... non preziosa...' e guardandosi intorno, non la vide.
    'Sarà quello l'ingrediente che manca?' era probabile, ma il problema di averne così tanti intorno era che faceva sorgere il dubbio. Rilesse più volte la ricetta, poi alla fine si arrese al suo destino 'Sì, credo sia così... e credo che la pietra fosse il granato'
    Lo scrisse sul foglio e levò ancora la bacchetta 'Tentar non nuoce...' si disse lui "Accio Granato!" strillò lui, non vedendo alcun effetto, cosa che in vero lo sorprese ben poco 'Figurati se era così semplice...' anche se il dubbio che lì non vi fossero proprio dei granati era più che lecito, vista anche la velocità con cui si muovevano 'Vediamo un secondo...' e fu così e compì un gesto brusco della mano verso l'esterno "Relascio ingredienti volanti!" enunciò, notando come, nonostante le corrette scintille, nulla era cambiato negli oggetti volanti.
    'Ok... sono immuni alla magia' sospirò sollevato e frustrato, quasi quanto Catullo davanti a Lesbia 'Quindi sono nella merda, ma almeno so che potrei aver ragione... meglio che avere torto ed essere nel panico totale no?'
    Non è che l'aspirante marine ne fosse poi così convinto. Sospirò infatti ed iniziò a grattarsi la testa 'Niente incantesimi, immagino che le magie erboristiche sul labirinto non servano a niente, quindi... come faccio?'
    Per un istante si cercò attorno una scopa, ma purtroppo per lui, il ragazzo non era Harry Potter e soprattutto Samuel ed Airwen erano ben più severi di Albus Silente: qualsiasi cosa avesse desiderato per recuperare ciò che gli occorreva se lo sarebbe dovuto procurare da solo "Quindi resta la trasfigurazione"
    Alchimia, meglio dire, ma Jesse a riguardo aveva ancora le idee confuse (ma non ditelo a Samuel! (?)).
    Alzò lo sguardo e valutò le sue ipotesi 'Un retino?' ma gli oggetti volavano molto in alto e appena lui si avvicinava scappavano, il che implicava gli occorresse qualcosa di più grande, o che comunque gli permettesse di raggiungere meglio gli obiettivi. Fu a quel punto che comprese 'Trasfigurazione umana...' pensò lui, posandosi entrambe le mani in faccia, letteralmente disperato 'Finirà malissimo!' del resto si trattava di una delle branche più complesse e, come non bastasse, di quelle che in genere lasciava regalini all'inversione della magia.
    "Ok, quindi è ora di diventare una Winx..." si disse lui, alzando gli occhi e convincendosi di dover emulare quanto fatto da Samuel sugli ingredienti, anche se dentro di lui qualcosa lo atterriva 'Sì, ok... ma... io non sono una fata... nel senso sono gay... più o meno... ... aspetta, ma sono gay? boh!' un ottimo momento per chiederselo Jesse, davvero: magari avevi giusto trovato in cosa trasfigurarti: qualcuno di furbo! 'Comunque sì, insomma, non sono una fata... soprattutto non sono leggero come una fata' il che voleva dire un po' tutto e un po' niente, anche se lui stava seguendo un suo filo logico 'Anche se mi crescono le ali mica posso volare: manco tutti gli uccelli ci riescono. Devi avere le ossa cave, devi essere leggero e un sacco di cose... e poi... senza mani come cavolo faccio? E gli arti accessori sono un casino'
    Insomma, più ci pensava più Jesse si vedeva bocciato.
    'Calma... calma e gesso' si disse ancora, posandosi una mano sul cuore, osservando gli ingredienti e cercando di far mente locale 'Devo prenderli... al volo... non ho tempo di inseguirli, e qui non ho manco troppo spazio di manovra: se mi schianto contro il labirinto sono morto!'
    Jesse aveva anche un quirk o due sul rischiare la vita volando, e forse proprio per quello stava riflettendo sul fatto che non fosse una buona idea, annoverando più e più ragioni, crucciandogli il volto almeno finché un'immagine familiare non fece capolino nella sua mente, strappandogli un sorriso "Ciao Roger!"
    Ora, tra le mille stranezze del ragazzo vi era quella di possedere come famiglio un camaleonte, i quali erano celeberrimi per i loro occhi strabici e per il loro mutar colore, ma anche per un'altra caratteristica 'Una lingua estensibile lunga il doppio del loro corpo che in un secondo si schianta contro qualsiasi cosa ed è appiccicosa da far schifo' e lui - specialmente il suo naso - a riguardo ne sapevano parecchio!
    'Funziona... lo conosco... l'ho visto fare infinite volte: mia!'
    Con un sorrisetto il ragazzo si scrocchiò il collo, svuotando la mente e iniziando a concentrarsi 'Roger, visto che ci sei anche tu con me oggi?' pensò lui con affetto (plausibilmente non ricambiato dal rettile, in quanto rettile!) rievocando alla mente quanto sapesse dell'animale e gli avesse visto fare 'La testa... mi serve la testa di camaleonte tutta, ma devo tenere la gola da umano... o sarà un casino enunciare il controincantesimo con una bocca e la gola da animale'
    Al solo pensiero di rimanere in quella forma ibrida storse la bocca 'Beh è chiaro che non si va per il sottile a questi esami' e fu così che si rassegnò.
    Ricordò la pelle fredda di Roger, la sensazione delle scaglie sulla sua pelle, in un senso e per l'altro, ricordò gli occhi dell'animale, strabici, il nasino in cima al muso, quindi si concentrò sulla lingua: rosa, lunga elastica, velocissima, larga nella parte terminale, appiccicosa come poche altre cose sperimentate in vita. Ripassò i dentini appuntiti e la capacità di cambiar colore dell'animale per come lo ricordava e conosceva, quindi si sentì sufficientemente pronto e convinto 'Devo fare tutta la testa perché mi servono i muscoli della lingua tutti per sparare velocemente, e perché mi serve spazio per la lingua in bocca... e poi... chi cazzo l'ha mai usata la lingua per prendere cose al volo: mi serve l'istinto da camaleonte... e il suo sguardo diverso dal normale'
    Un ultimo sospiro e si sentì sufficientemente rassegnato da tracciare un cerchio e puntare, attraverso di esso, alla sua persona "Animalia Figuro" disse lui, pregando non fossero le sue ultime parole per quel giorno prima di un eventuale "Scusi prof se sono così capra".
    Serrò i denti dal nervoso, sentendo pian piano il suo corpo cambiare, così come la sua mente. Sentì certe fastidiose emozioni come la paura farsi via via più lievi, ma concrete 'Se niente può mangiarmi sono al sicuro...' si trovava infatti a riflettere nel mentre la bocca si allungava, i denti si appuntivano e lentamente la sua lingua - lo sentiva - mutava forma, lunghezza e anche gusto 'Meno peggio di quello che pensavo' ammise a sé stesso, dovendo poi allargare le gambe nel mentre i suoi occhi si spostavano di lato e lui iniziava ad essere strabico, per quanto per fortuna il suo cervello da camaleonte si adattò rapidamente a fargli vedere abbastanza logicamente ciò che ora era il suo vastissimo campo visivo.
    'Fico!' parlare sarebbe stato inutile, sicché si portò la mano in faccia, toccando le squame ed emettendo un sibilo quando le percorse controsenso 'Ecco perché Roger ci strippa!' realizzò lui, rabbrividendo per il fastidio, controllando i suoi camaleontici connotati, che trovò meno pronunciati del previsto 'Fanculo... mi sa che ho ancora una specie di faccia... forse sono voldemort con le squame' pigolò, sperando che almeno nella bocca fosse a posto e potesse svolgere il suo porco lavoro.
    Fece alcuni passi e lasciò ruotare attorno a lui gli occhi, alla ricerca di ciò che stava cercando 'Pietre rosse, non troppo lucide, non trasparenti.... rosso scuro' lo sguardo del camaleonte era perfetto per vedere cose in movimento ovunque e rimanere fermo, quindi così fece. Restò lì e cercò il bersaglio, attendendo pazientemente si avvicinasse, inconsapevole del rischio 'Roger ha tipo 80cm di lingua, ma è un microbo, io ho una bocca enorme, immagino ne avrò almeno due metri se non tre' il che doveva essere sufficiente sperava 'Aspetta... ma magari è come il cazzo... non è proporzionale all'altezza... o forse sì, boh, i miei riferimenti sono Josh e Adamas e lì c'è di mezzo la razza anche...'
    Per Jesse era difficile non distrarsi, se non impossibile, ma restava il fatto che sapesse anche mettere da parte le sue paranoie per rimanere focalizzato su un compito importante, del resto il caos era la sua regola e distrarsi con intorno Blake Barnes poteva voler dire detonare. Contrasse i muscoli della bocca, così come quelli del corpo, ingobbendosi e protendendo in avanti il capo, ruotandolo poi di colpo 'Eccolo!' ebbe l'impressione di averne individuato uno, sicchè aprì la bocca e letteralmente diede ordine alla lingua di schizzare in avanti, sfruttando dei muscoli che anche l'uomo possedeva, ma non di quella potenza.
    'Cazzo' fu come sputare fuori la lingua dalla bocca. Questa, aprendosi, centrò abbastanza bene un bersaglio, purtroppo quello sbagliato 'Merda!' si disse lui, nel mentre per istinto, comunque, al sentir un gusto sulla lingua, richiamò l'organo in lui, arrivando a masticarlo, sempre per istinto, o meglio, per arco riflesso.
    "CO-FA! NO!" imprecò lui, sputando vivamente, inorridito, facendoci apprendere come Jesse, in effetti, non avesse trasfigurato anche la sua laringe, possedendo ancora una certa proprietà di linguaggio 'Come sarebbe finita fosse stato un granato?' te lo dico io Jesse: con te senza denti!
    Si passò una mano sulla squamosa fronte e con un nuovo sospiro riprovò a guardarsi intorno 'Ok... devo mirare meglio...' ed istintivamente avanzò alcuni passi, acquattandosi un poco e volgendo il capo di lato nervosamente, sospettoso e attento.
    'Eccolo' ma questa volta non ebbe fretta. Si voltò e lasciò che il granato volasse tranquillo fino ad avvicinarsi a lui abbastanza da semplificare il lancio della lingua 'Ora!' e fu così che ancora aprì la bocca, centrando questa volta il bersaglio giusto 'SI'!' strillò felice nella sua mente, avendo poi un secondo pensiero 'E ORA NON MASTICARE' si disse lui, richiamando la lingua al volo e tenendo fermamente la bocca spalancata, trovandosi comunque in bocca il granato, che poi recuperò 'Ricordiamoci di lavarlo... che schifo!'
    Per paura di sbagliare qualche procedimento, decise di recuperare un secondo granato, inoltre, nel dubbio, decise anche di prendere, siccome lo aveva visto, un bezoar 'Se mi avveleno almeno non muoio...' pensò lui, soppesando gli ingredienti presi e andando appunto alla caraffa per versar acqua sui granati e pulirli, anche solo per paura che la sua saliva potesse influenzare l'esito della pozione.
    Esaminò le pietre, rilesse la ricetta e si rassegnò 'Dovremmo esserci' si disse lui, cercando di porre fine, rassegnandosi appunto, alle sue ansie.
    Con un po' di paura si toccò la gola, scoprendola morbida al tatto, a riprova che la sua trasfigurazione parziale era terminata più o meno ove lui sperava.
    Posò la bacchetta sulla sua fronte e socchiuse gli occhi "Animaleus Subjogare... Animaleus Subjogare... Animaleus Subjogare" iniziò lui a mormorare come poteva, sperando che la bassa voce aiutasse le sue parole ad essere scandite meno peggio e confidando nel fatto che, trattandosi di una sorta di mantra, qualche errorino qui e là potesse essere compensato dal ripetere per più volte la formula.
    Così fu, anche se Jesse a ripeté almeno quattro volte oltre il necessario 'Grazie faccia per essere tornata: se Adamas non mi riconosceva più piangevo!' del resto era riuscito nel raro miracolo di avere un fidanzato: sarebbe stato un peccato perdere tale privilegio per un esame no?
    Tornò al banco da lavoro, ove, sotto al mortaio non incantato, rivolto, si agitavano i suoi ingredienti 'E ora a noi' si disse lui, sollevando un poco il pezzo di pietra e prendendo con due dita, al volo, un ingrediente, nello specifico (casualmente) un granato 'Scusa se ti faccio male, ma non puoi scappare' pigolò lui, cercando la calma oltre la paura di fargli male e oltre tutto, in quanto gli sarebbe servita molta volontà per invertire la magia del docente.
    'Forza Jesse, forza!' si incoraggiava da solo puntando il bersaglio a denti stretti, anche per la fatica di non farlo scappare 'Stai fermo... torna normale... MI SERVI!' si disse lui, quasi rabbioso (forse per l'ansia e la fretta) enunciando infine la formula "Revèrto" ringhiò quasi, osservando le ali sparire ed insistendo finché il granato, oltre a non agitarsi più, fu appunto solo ciò che doveva essere: una pietra dura.
    "Ok..." sospirò lui, ripetendo il procedimento con gli altri due ingredienti extra, anche solo per avere il mortaio libero, quindi iniziò a prepararsi per la pozione.
    'Prima le preparazioni, poi il resto!' si disse lui, iniziando proprio dal granato, che mise (uno solo) nel secondo mortaio, quello incantato, afferrando il pestello e posandolo delicatamente sulla pietra, trovandola, stranamente, fragile 'Cavolo, ma l'ho avuto in bocca: era duro!' il che si sarebbe potuto dire di molte cose che prima erano dure e poi no, ma Jesse, in quel momento, non aveva tempo per le battute a sfondo sessuale: poteva solo constatare come appunto quel mortaio fosse incantato.
    Annuì e quindi sollevò il pestello, iniziando a premere con maggior forza sentendo un sinistro scricchiolio 'Ok...' pensò lui cercando di non assimilarlo ad ossa umane e iniziando a lavorare la pietra, finemente, anche se poi lasciò il lavoro incompiuto 'Lo finisco dopo... era solo per essere sicuri di riuscirci'
    E fu così che sospirò ancora una volta (gli era comune quando era agitato), spostandosi al calderone, che ancora non accese, ove mise l'acqua 'Io ricordo 8 litri... boh' si disse lui, soppesando il contenitore che aveva a disposizione e leggendo come potesse giungere fino a due litri. Versò dunque quattro volte tutta l'acqua, poi tornò al banco ove mise in una ciotola il muco, che andò a rendere più fluido con l'acqua, mischiandoli e unendoli pian piano con un cucchiaino, indossando anche una mascherina chirurgica (ce l'aveva fondamentalmente per le limitazioni COVID).
    Attese che il muco diventasse liquido come il sangue, quindi tornò alle provette, che osservò e rilesse 'Io continuo a pensare che il re'em qualsiasi cosa sia non c'entra un cazzo, mentre la salamandra serve!' e fu così che prese solo una fiala e la unì al muco diluito, cercando di tenerle nelle giuste proporzioni, mischiandoli un poco (ma no troppo, per paura che il sangue coagulasse) e quindi gettò tutto nel calderone, ancora spento.
    'Questa dovrebbe essere la preparazione base' e fu così che accese la fiamma, tenendola al momento moderata ed iniziando invece a lavorare i funghi.
    Ne prese tre e, reggendoli dal gambo, li lavò, iniziando poi a tagliarli a fette sottilissime, il più possibile, cercando di dare tagli netti, precisi e senza seghettare 'Non roviniamo il prodotto' la madre se la cavava da sempre in cucina, essendo anche una cuoca, sicché qualcosa in testa gli era pian piano entrato.
    Fece fette sottili, poi prese i semi del Tranello e li schiacciò 'Sennò l'essenza dentro non passa' si disse lui, avendo un ricordo di quella frase, detta probabilmente con Blake. O pensando a Blake, visto quanto prendeva fuoco facilmente.
    Sollevò gli occhi al cielo per un istante, salutò gli ingredienti volanti e alzò la fiamma, attendendo che bollisse tutto per gettare dentro gli ingredienti in una volta sola.
    Prese l'achillonia essiccata, la mise nel mortaio normale e la pestò fino a farne della polvere, quindi fece per gettarla nel composto ma ebbe un dubbio 'Era così?'
    Qualcosa gli sfuggiva, quindi ci rifletté sopra ed ebbe in mente che solo in quel passaggio fosse necessaria attenzione 'Sì ecco... era così' posò il mortaio, afferrò con cucchiaio di legno con la destra, iniziando a girare il composto in senso orario nel mentre a piccole manciate metteva, poco alla volta, l'achillonia essiccata nel calderone.
    Fece con calma, quindi mise via il mortaio e prese invece l'estratto di dittamo, unendo al tutto anche quello.
    Tornò al granato e lo lavorò un poco ancora, premendo in senso orario a compier semicerchi col polso, al fine di esercitare la massima pressione possibile, pregando che, assieme alla magia, bastasse.
    Insistette un poco, un po' tanto in vero, ma poi l'ansia che tutto si bruciasse lo pervase e per tal ragione corse al calderone e versò il tutto aiutandosi anche con l'indice per immettere l'ultima polvere.
    'Ok... ok... ci siamo... ora il colore era... rosso?' ovviamente non era rossa, era invece marrone, ma il ricordo sbagliato era forse comprensibile, anche se il giovane, logicamente, si accigliò vedendo la pozione virare sul marrone 'Troppo... granato?' si chiese lui, grattandosi la testa.
    Prese una mestolata di composto e lo mise in un flacone con spruzzino, quindi senza troppo pensarci su si ci innaffiò 'Tanto in tasca ho un bezoar' si disse lui, dimentico dei limiti di tale ingrediente, dirigendosi poi alla porta di fuoco.
    Si avvicinò con calma, cercando di cogliere differenze sulla sua percezione del calore, quindi, prudentemente, allungò solo una mano, per vedere cosa sarebbe accaduto. Se non avesse avuto sensazioni negative, si sarebbe azzardato con i piedi ad avanzare, superando infine anche quella prova.
    O morendo nel tentativo (?).
    RevelioGDR
     
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