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.ESAMI M.A.G.O.Pozioni & Alchimia Trasfigurativa
Il sole e la luna condividevano il cielo rossastro ed il vento estivo faceva risuonare le pareti del labirinto come rami calpestati.
Ogni alunno che fosse riuscito a giungere fino a quel grande spiazzo d'erba vi avrebbe trovato al centro un tavolo, e, dalla parte opposta a dove era entrato, un arco di pietra; l'uscita che lo avrebbe condotto alla prova finale.
C'era solo un ostacolo di non poca importanza a bloccar il percorso: quell'arco era completamente invaso da un fuoco magico tinto da ogni colore.
Chiunque si fosse avvicinato senza precauzioni avrebbe potuto sentire il calore bruciargli la faccia e qualunque incanto non avrebbe avuto effetto alcuno nel tentar di spegnere le fiamme.
Sul tavolo posto al centro del verde spiazzo, l'esaminando avrebbe trovato moltissimi ingredienti, fra cui alcuni adatti per preparare una Pozione della Resistenza al Fuoco.una caraffa d'acqua da 2 litri che si riempiva da sola ogni volta che veniva svuotata
Oltre a ciò ogni studente avrebbe avuto a disposizione tutta l'attrezzatura e strumentazione che erano soliti trovare nell'aula di pozioni: calderone, fornello da campo, mestoli, becher, pipette e dosatori graduati, una serie di coltelli affilati, dei taglieri e due mortai. Uno dei due mortai emanava un'aura magica. Sembrava capace di sbriciolare addirittura la pietra.
un cesto di funghi saprofiti
una pianta di Achillonia e il suo corrispettivo essiccato
un vaso con dentro semi di Tranello del Diavolo
un barattolo con Muco di Vermicoli e un altro invece con la Bava dei Vermicoli
una fiala colma di Sangue di Re'em e una di Sangue di Salamandra
una provetta con Essenza di Dittamo pronta.
C'erano tutti gli ingredienti sul tavolo, o forse No?
Appena gli studenti si fossero avvicinati al banco da lavoro, dai muri di rovi del labirinto sarebbero usciti decine e decine di oggetti dotati di ali nere, lucide e rapidissime.
L'aria si era riempita di agilissimi ed alati tentacoli di purvincolo, mandragore urlanti, grinzafichi secchi, occhi di avvicino e tanti altri possibili ingredienti tra cui alcune pietre: bezoar, granato, giada e granito.
I più svegli avrebbero potuto provare ad usare incantesimi di appello od azioni simili, ma se avessero tentato si sarebbero accorti che gli oggetti volanti erano immuni alla magia.
Per riuscire a cacciare il o gli ingredienti mancanti, gli alunni avrebbero dovuto dar fondo a tutte le conoscenze acquisite nel programma di Alchimia: Trasfigurazione del corpo umano.SPOILER (clicca per visualizzare)Benvenuti alla quarta prova di questi M.A.G.O! Quella di Pozioni ed Alchimia!
Qui sotto troverete la pozione da riprodurre, mentre per quanto riguarda le azioni inerenti l'alchimia dovrete sfruttare gli indizi lasciativi per capire cosa dovrete fare e quali incantesimi usare (si, sono almeno 2).
Il post verrà valutato sia da me che da Samantha ed entrambi vi esortiamo a porre molta attenzione alle fasi di preparazione della pozione ed alla descrizione degli incanti e della caccia agli ingredienti. Vogliamo apprezzare l'impegno de vostri pg per questi M.A.G.O.CODICEPOZIONE della RESISTENZA AL FUOCO
Si presenta in forma liquida così da essere spruzzato con attenzione sul corpo, oggetti e vestiario, per garantire non solo una protezione totale dalle fiamme ma
anche dal calore stesso, permettendo di sopravvivere all'esposizione ad elevate temperature.
Funziona sia con le fiamme magiche, sia con quelle non.
INGREDIENTI:
8 litri d’acqua
3 funghi saprofiti
6 semi di Trannello del Diavolo
50 ml di Sangue di Salamandra
50 gr di Achillonia detta “Ortica del Diavolo”
Estratto di Dittamo
Muco di vermicoli
1 granato (pietra rossiccia)
PREPARAZIONE:
Diluire il muco di vermicoli e aggiungerlo al Sangue di Salamandra, poi si aggiunge il liquido all’acqua ancora fredda e accendere la fiamma.
Affettare finemente i funghi e inserirli quando l’acqua bolle, schiacciare e aggiungere i semi del tranello del diavolo nel Calderone.
Polverizzare l’Achillonia essiccata e inserirla poco alla volta, girando il composto in senso orario.
Aggiungere l’estratto di Dittamo.
Il granato deve sminuzzato il più finemente possibile e inserirlo al composto mescolando in senso antiorario, più sarà fine la pietra, più efficacia farà per resistere al fuoco.
Versarla in un contenitore che permetta di spruzzarlo sul corpo e oggetti quando si è raffreddata.
Aspetto: La Pozione resta liquida color marroncino.
Scadenza entro il 30 luglio
Edited by SamuelBlack - 1/7/2020, 01:16. -
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.UN RAGAZZO SOGNA SEMPRE DI ESSERE IN UN GRUPPO, ROCK: TUTTO È PIÙ GRANDE DELLA REALTÀ.«Funghi, achillonia e tranello. Acqua, muco e dittamo... sì, ma cosa manca... maledizione a questo ronzio.» - questa era la prova che temeva di più, e con tutto quel ronzio non riusciva a concentrarsi. Era arrivato al bancone da una decina di minuti e sapeva che qualcosa in quel tavolo, con quegli ingredienti non andava. Osservava la porta di fuoco ed era certo che per attraversarla avrebbe dovuto preparare una pozione antifiamme, ma se non avesse trovato la chiave giusta per sbloccarsi, probabilmente avrebbe fallito quella prova.
Doveva isolare quei suoni, voleva non sentire più nulla, c'era un unico modo. Prese la bacchetta e se la puntò addosso «Muffliatio!» - si castò la fattura bisbigliante, che gli sembrava la soluzione migliore per poter togliere dalla testa quel ronzio fastidioso. Funzionò e Lucas si rilassò un attimino.
Guardò di nuovo gli elementi che aveva davanti e spostò tutti quelli utili per la pozione che doveva preparare: acqua, muco di vermicoli,funghi saprofiti, sangue di salamandra, acqua, dittamo, achillonia... cercò poi la pietra rossiccia di granato ma non la trovò, quindi tolse davanti i due ingredienti che non erano utili, così da non imbrogliarsi nella procedura e puntò verso l'alto a guardare gli ingredienti volanti. Individuò la pietra e capì che c'era un'unica soluzione per poterla prendere: volare.
Disegnò una F in sua direzione «Finite Incantatem» e tornò a sentire quel ronzio, che adesso non sarebbe stato più un problema, visto che aveva sistemato tutti gli ingredienti. La sua bacchetta si mosse di nuovo, mentre nella mente - Lucas - focalizzò l'immagine di un bellissimo albatros bianco, quindi tracciando in senso antiorario una circonferenza e stoccando al suo interno, pronunciò la formula «Homofiguro» - con cui si sarebbe trasfigurato in un diomeideide bianco e sveglio.
Spiccò il volo, lanciandosi alla ricerca della pietra che gli serviva per completare la pozione. L'inseguimento non fu facile, quegli ingredienti erano velocissimi e evitò molto spesso lo scontro con altri che sembravano venirgli addosso per difendere quel granato. Fece diverse virate improvvise, cambi di direzione non programmati. Non era sicuramente facile volare, prima di riuscire a gestire bene le sue ali, dovette fare un po' di pratica.
Poi arrivò l'occasione che aspettava da diversi minuti. Vide il granato andare verso di lui e Jug lo puntò e gli volò contrò, con un battito d'ali gettò altrove tutti gli altri ingredienti che gli impedivano di volare tranquillo e aprì il becco, afferrando il granato tra le fauci. Poi soffiò, mentre si gettava in picchiata verso il terreno e gracchiò quel «Reverto» che permise lui di ritornare con le sue gambe.
Barcollò appena, cercando di non cascare a terra e strinse tra le mani il granato.
Aveva tutto.
Prese una delle ciotoline e vi versò dentro dell'acqua, diluendovi il muco di vermicoli. Arrivata alla giusta densità, lo aggiunse a 50 ml di sangue di Salamandra. Posizionò il calderone sul fornello magielettrico e vi versò dentro otto litri di acqua, prima misurati con un becher graduato e quindi, nell'acqua ancora fredda, vi verso il miscuglio di muco e sangue. Accese a fiamma media il fornello. Mentre attendeva il bollire dell'acqua, affettò finemente tre funghi saprofiti. Poi nel mortaio schiacciò sei semi del tranello del diavolo e quando l'acqua iniziò a bollire, inserì prima i funghi e poi i semi.
Dopo aver pulito con un panno, il mortaio appena usato, vi pestò dentro 50 gr di Achillonia essicata e la inserì un po' per volta nel calderone. Girò il composto in senso orario, poi proseguì alla preparazione aggiungendo l'estratto di dittamo. Infine, afferrando il mortaio magico, tritò finemente con movimenti decidi del polso, il granato, sminuzzandolo fino a quando non divenne fine quanto cenere. Quindi lo inserì nel composto e mescolò in senso antiorario.
Spense la fiamma e attese che si raffreddò, guardandone il colore marroncino del liquido. Quando fu abbastanza fredda, la versò in un dispenser spray e la guardò in controluce. Sembrava tutto andato per il meglio.
Non restava che provarla: se ne spruzzò diverse quantità addosso, cercando di ricoprire l'interezza di se stesso, compresi i capelli e il cappellino a cui tanto teneva e corse in direzione delle fiamme, per attraversarne la porta.©Scheme Role by Amphetamines' - Vietata la copia anche parziale.. -
.LILITH CLARKEDioptase - PrefettoCode ©#fishbone
Tutto stava procedendo per il meglio, o almeno questo sperava la Prefetta. Era ancora concentrata dopo le sue precedenti prove e non sembrava subire stanchezza.
Ogni prova superata era un passo verso le agoniate vacanze, un passo verso relax e Blake e forse era questo che la spingeva sempre oltre.
Dopo aver terminato la prova di Verde, era il turno di pozioni e alchimia.
Quando entrò nella radura che ospitava quei tavoli da laboratorio, si avvicinò con cautela temendo che ci fosse qualche tranello calpestando il terriccio, senza sapere che il tranello era nell'aria e mille ingredienti avrebbero preso a volare.
Pareva, oltre quello, tutto tranquillo, quindi la Dioptase cercò di concentrarsi sugli ingredienti disponibili sul tavolo da lavoro: acqua, funghi saprofiti, achillonia, tranello del diavolo, muco e bava di vermicoli, sangue di Re'em e di Salamandra. Rese gli occhi due fessure e poi guardò verso la porta infuocata che avrebbe dato accesso all'ultima prova di quegli esami. «La pozione della resistenza al fuoco» - mormorò tra sé, un pochino perplessa - «manca il granato...» - constatò, mettendo poi da parte gli ingredienti che non le sarebbero serviti: bava di vermicoli e sangue di Re'em.
Ma ora non poteva perdere altro tempo, doveva trovare il granato altrimenti non avrebbe potuto preparare un bel niente.
Non appena si mise alla ricerca sul bancone, il ronzio parve diventare sempre più insistente alle sue orecchie «E se fosse che...» -sollevò lo sguardo, quindi, osservando che quel ronzio che riempiva la radura, altro non erano ingredienti volanti. Rise appena, sgranando gli occhi celesti, quasi incredula.
Le parve di notare, molto velocemente, una pietra rossiccia. Sbuffò appena e pensò a quanto si fossero impegnati quei docenti per l'esame. Non solo gli ingredienti volavano, ma avevano aggiunto anche quelli che non c'entravano, per mettere gli studenti alla prova. Quello sì che era un tranello divertente: avevano scelto come ingredienti fuorvianti, quelli che avevano dei nomi molto simili a quelli giusti, per confonderli. Lilith rise ancora, poi di nuovo si trovò a sgranare gli occhi e sperò con tutta se stessa che Blake non si facesse ingannare «Fa' che ricordi la lezione che gli ho fatto su questa pozione, ti prego...» - piagnucolò preoccupata e con la paura che l'opale potesse dimenticare di eliminare quei due ingredienti, usandoli e combinando un casino. Tuttavia era fiduciosa che il ragazzo avesse imparato quante più pozioni possibili con il suo metodo di apprendimento personalizzato, che Lilith si era preoccupata di stilare per lui: un ingrediente esatto, un indumento sparito. E se la pozione veniva memorizzata correttamente, il premio era sicuramente la parte migliore: quello che Blake desiderava, veniva esaudito.
Ora non le restava che tentare di acciuffare quella pietra e procedere alla preparazione.
La prima cosa che le venne in mente di fare, fu l'incantesimo di appello, quindi tentò di puntare al granato e «Accio granato» - ma nulla accadde.
Si massaggiò le tempie con l'indice - «Ma certo! E' una prova d'alchimia, quindi la soluzione è nella trasfigurazione!» - ragionare era una delle sue doti migliori.
Adesso doveva solo individuare la strategia esatta. La luce della conoscenza si accese di nuovo ed ecco che la bacchetta venne stretta tra le dita affusolate: c'era l'incantesimo che le permetteva di diventare un animale che adesso si sarebbe potuto rivelare davvero molto utile, stava solo da decidere quale animale sarebbe stato quello più adeguato.
Un volatile, ma doveva essere anche veloce e abbastanza agile, con una vista acuta e capace di battere sul tempo quelle rapide cosette volanti.
La bacchetta si mosse a disegnare una circonferenza in senso orario - «Homofiguro» - mentre la sua mente faceva i conti con l'immagine di un'aquila reale nella quale si sarebbe trasformata, quando quel fascio arancione si palesò.
Se tutto fosse andato per il verso giusto, la riccia avrebbe preso le sembianze di quel volatile scelto. Le zampe posarono sul manto del labirinto e sentì l'estremo bisogno di spiccare il volo. Lo fece, librandosi nell'aria, sempre più in alto tanto da poter vedere il labirinto da lassù.
La vista era spettacolare e l'istinto animale di perlustrare la zona sembrava volere aver la meglio. Uno stridio, emise la riccia, in forma animale, tentando di inquadrare la pietra che stava cercando, quindi - una volta individuata l'istinto della caccia ebbe la meglio e Lilith si lanciò all'inseguimento: virò a destra, poi a sinistra, evito di pochi millimetri il terreno per poi sollevarsi, ricacciò alcuni oggetti con un battito di ali e... l'afferrò! Tra le zampe prese il granato, stringendolo forte per non perderlo e gracchiò «Reverso» - mentre scivolava verso il terreno, così da tornare a camminare sulle sue gambe.
«Sì!» - esclamò. Adesso non le restava che preparare la pozione.
Con davanti tutti gli ingredienti sarebbe stata una passeggiata. Per prima cosa posizionò il calderone sul fornello magielettrico, senza accenderlo. Quindi in un recipiente diluì il muco di vermicoli con dell'acqua, mescolando fino a farlo diventare abbastanza liquido. Poi vi aggiunse 50 ml di Sangue di Salamandra e lo mescolò. Una volta raggiunta una consistenza liquida, versò 8 litri di acqua fredda nel calderone e il composto di sangue e muco in esso, poi accese il fornello regolandolo a fiamma media.
Mentre aspettava che l'acqua arrivasse ad ebollizione, iniziò ad affettare finemente i tre funghi saprofiti che le sarebbero serviti, sul tagliere stando attenta a non ferirsi. Controllò se l'acqua bolliva, ma ancora non era pronta quindi nel mortaio, con il pestello schiacciò sei semi del Tranello del Diavolo.
Quando finalmente l'acqua raggiunse la temperatura di ebollizione, vi aggiunse i funghi e successivamente i semi.
Liberato il pestello, polverizzò 50 gr di Achillonia essiccata con movimenti decisi del polso. Un po' per volta la fece scivolare nel calderone, girando il composto in senso orario.
Prese il mortaio che sembrava emanare un'aura magica e vi mise la pietra di granato: iniziò a pestarla con attenzione per creare una finissima polvere.
Aggiunse al composto l'estratto di Dittamo, quindi diede qualche altro colpo di pestello al granato per raffinarlo ancora di più e lo aggiunse all'intruglio mescolando in senso orario.
Quando gli ingredienti furono amalgamati bene e l'intruglio aveva assunto una colorazione marrone, spense il fuoco e fece raffreddare e riposare la pozione.
Quando questa fu pronta prese un'ampolla con dispenser stray e la verso al suo interno.
E anche questa era fatta!
Adesso avanzava una sola ed ultima cosa da fare per superare quella prova.
Lilith tirò un respiro profondo, c'era solo un modo per provare l'efficacia della pozione appena creata: usarla.
La spruzzò su se stessa con molta accuratezza, cercando di coprire ogni abito e - soprattutto - parti scoperte e capelli.
Aveva il cuore in gola, ma doveva andare avanti ed era certa che se avesse preso fuoco, qualcuno l'avrebbe salvata (e poi si sarebbe sorbito le furie di Blake, ma questi sono dettagli).
Arrivò alla porta infuocata, trattenne il respiro e si gettò ad attraversarla.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Ci sono delle cose che ho sbagliato, tipo il girare in senso orario invece che antiorario una volta la pozione. Sono errori che sono stati fatti apposta, in quanto Blake non è mai stato uno studente modello! L'ho specificato in quanto mi è stato sempre rimproverato che dovevo farlo!.
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.Jessica WhitemoreUscì dall'aula di Divinazione e Difesa, lasciandosi alle spalle la sfida onirica che aveva appena dovuto affrontare e dirigendosi verso la sede della quarta ed ultima prova, quella che avrebbe ufficialmente decretato la fine di quell'anno scolastico; quanto non vedeva l'ora! Anche se, c'era da dirlo, l'idea che il suo secondo anno ad Hidenstone stesse finendo, un po' di malinconia gliela metteva. Quell'anno aveva conosciuto o aveva saldato il rapporto con persone che, inevitabilmente, erano entrate nel suo cuore e ci sarebbero rimaste sempre, qualsiasi cosa fosse successa. Come per esempio, aveva conosciuto Lucas e Lilith -già lì conosceva ma, specialmente con la seconda, non c'era chissà che tipo di rapporto... anzi- e via dicendo, e invece Blake, che già conosceva abbastanza, era diventato il suo migliore amico e parte integrante della sua vita, tanto che gli aveva persino chiesto di diventare padrino di Alex. Forse una cosa un po' folle, per chi conosceva il biondo solo superficialmente, ma lei era stata sicura della sua decisione. Credeva di conoscerlo piuttosto bene e sapeva che, a dispetto delle apparenze, davvero ci teneva a quel compito e lo avrebbe svolto con la massima serietà. L'aveva pure abbracciata, quando glielo aveva chiesto! Sorrise al ricordo, mentre i suoi passi rimbombavano piano all'interno del labirinto, di quell'immenso corridoio che stava percorrendo. Il venticello leggero le accarezzava la pelle e i capelli, mentre il cielo si tingeva sempre più di rosso ambrato, segno che quella giornata stava volgendo a termine e sembrava quasi che nulla potesse andare male -solo perché non aveva idea di cosa sarebbe successo una volta finite le prove, beninteso- e quindi si sentiva più leggera. Anche il vento rimbombava tra quelle pareti, quasi ci fosse un'infinita distesa di ramoscelli e Jess li stesse pestando ad ogni suo passo.
Finalmente, ad ogni modo, la corvina riuscì a raggiungere quello che le pareva un immenso spiazzo d'erba e lo guardò affascinata; che la prova fosse all'aperto, non le dispiaceva per niente. Era quasi sinonimo della libertà che avrebbero avuto di lì a poco. Il suo sguardo, comunque, venne catalizzato da un grande tavolo posto al centro della radura e da un arco di pietra dal lato opposto. La porta finale. Tuttavia... quello che sembrava un fuoco dai mille colori, sbarrava il passo e sembrava impenetrabile. Rabbrividì, immaginandosi già ricoperta di ustioni. Avrebbe potuto andare là vicino e provare con qualche incantesimo d'acqua, tuttavia le sembrava fin troppo inverosimile che fosse così semplice, ma si appuntò di provarci, se le fosse sembrato il caso. Cercò la sua bacchetta, nella tasca, poi la puntò verso le fiamme, avvicinandosi a distanza di sicurezza, siccome non ci teneva troppo a bruciare. Aguamenti tentò, senza nemmeno troppa convinzione, invero. E infatti, il getto d'acqua si perse tra i colori, inutile. Beh, non si poteva dire che non ci avesse provato, no? E con questo fallimento, si avvicinò al tavolo dove, sicuramente, ci sarebbe stato tutto il necessario per superare il fuoco e, trattandosi di Pozioni e Alchimia, sicuro sarebbe stato qualcosa di simile. Mugugnò, a lei non piaceva particolarmente preparar pozioni; la pazienza non era esattamente un suo forte. Era più una ragazza dinamica, cosa che poteva essere Difesa -ecco perché era tra le sue materie preferite in assoluto- , ma si sarebbe comunque impegnata affinché riuscisse brillantemente anche in quella prova.
Tornò a guardare il tavolo e vide un'incredibile moltitudine di ingredienti per preparare, presumibilmente, una pozione che avrebbe reso gli studenti, resistenti al fuoco. Si avvicinò in modo da accostarsi ad esso ma, subito, uno sbattere d'ali quasi furiose, pervase l'aria insieme ad altri suoni non esattamente ben definiti, ma si spaventò quasi. Alzò lo sguardo verso il cielo e vide tanti oggettini dotati di ali nere che svolazzavano qua e là, quasi a prendersi gioco di lei. Ma a cosa sarebbero serviti...? Aguzzò lo sguardo e... Oh eddai! Dovrei andare a prendere alcuni ingredienti lassù? Ma poi, non poteva usare Accio? Bah, sinceramente manco ci provò, aveva il sentore che sarebbe finita come per il fuoco: non sarebbe servito a niente. I suoi docenti erano più intelligenti di così e sicuramente l'incantesimo di appello non sarebbe servito assolutamente a nulla. Sbuffò, capendo che a niente sarebbe servita la magia verso gli ingredienti e, al contempo, non vedendo nulla che potesse aiutarla a librarsi in aria, come una scopa, per esempio.
Guardò tutta l'attrezzatura sul tavolo, chiedendosi quali ingredienti avrebbe trovato là sopra e quali sarebbe dovuta andare a procacciare in cielo. Non vi erano lasciate indicazioni, ma era abbastanza intuitiva da capire come procedere. Sia guardando gli ingredienti proposti che pensando alla sfida che avrebbero dovuto superare, una Pozione di Resistenza al fuoco era d'obbligo. Non le veniva proprio in mente cos'altro potesse fare per superare la prova e con gli ingredienti sul tavolo. Chiuse momentaneamente gli occhi per riflettere su quali fossero gli ingredienti e sull'esatto procedimento per arrivare alla fine con una pozione di colore marroncino, proprio come doveva essere. Guardò il tavolo, poi guardò il cielo. Come avrebbe potuto prendere ciò che mancava? Avrebbe potuto trasfigurare in un uccello qualche oggetto là attorno e far sì che prendesse gli ingredienti, ma non era certa di riuscire a controllare un incantesimo del genere. Ok, partiamo per gradi! Si disse, tornando a concentrarsi unicamente sul tavolo. Prima di tutto, avrebbe dovuto verificare gli ingredienti mancanti e mettere insieme ciò che già aveva -non necessariamente in quest'ordine. Prese un grosso respiro e afferrò con entrambe le mani quella caraffa di due litri, per andare verso il calderone. Otto litri erano tanti, sperava che vi sarebbero stati tutti dentro al calderone, anche se supponeva di sì, sarebbe stato stupido fornire loro un calderone non abbastanza capiente. Quindi, vi versò l'acqua osservando poi con stupore simulato, la caraffa che si riempiva di nuovo, tornando alla sua massima pienezza. Così ancora una volta la svuotò e così fece per quattro volte in totale, fino a raggiungere gli otto litri indicati. Okay, suppongo che questa fosse la parte più semplice. Aprì il barattolo di muco di Vermincoli, pronta a diluirlo per poi aggiungerlo al Sangue di Salamandra, tuttavia... No, forse prima è meglio che io prenda gli ingredienti mancanti si disse, con decisione. Sia mai che succeda qualcosa agli ingredienti -magari perdono le loro capacità- nel tempo che prendo il resto. Quindi, coprì il calderone colmo d'acqua e richiuse il barattolo di Vermincoli, posandolo dov'era. Fatto ciò, si allontanò leggermente dal tavolo e tornò a guardare in alto. Come avrebbe potuto fare per raggiungere il granato? Si era accorta, poco prima, che era l'unico a mancare all'appello. Era una pietra rossiccia quindi, in teoria, facilmente individuabile, però... in cielo vorticavano davvero troppi ingredienti che si mescolavano tra loro in un volo frenetico, perciò non riuscì a vedere il suo obiettivo. Poco male, lo avrebbe trovato una volta lassù. Ma come arrivarci, era ancora un mistero, a meno che... Il professor Black non vorrà davvero che noi... si fermò, ricordandosi quella particolare trasfigurazione, imparata durante l'anno, che permetteva al corpo umano di trasformarsi in animale. Non finì nemmeno il suo pensiero, perché la risposta era sì, Black sicuramente avrebbe voluto una cosa del genere da loro. Quindi.... mi devo trasformare in un animale? Domanda retorica, a dire la verità, soprattutto visto che non c'era nessuno che potesse risponderle. Prese nuovamente la bacchetta. Accio Granato. Ci provo lo stesso, fosse mai che avrebbe funzionato. Ma come era logico, nulla si smosse verso di lei, anzi, ebbe quasi l'impressione che gli ingredienti iniziassero a volare ancora più velocemente, mescolandosi tra di loro. Comunque non avrebbe più dovuto perdere tempo, perciò disegnò il cerchio in senso antiorario, concludendo con una stoccata, concentrandosi anche su quello. Prima di dire la formula, si focalizzò in mente l'immagine di un meraviglioso Airone Azzurro. Si ricordava ancora del compito di Alchimia e del fatto che esistessero più incantesimi con la stessa formula e che bisognasse avere bene in mente ciò che si voleva fare. Homofiguro pronunciò quella parola con estrema decisione e fermezza, mentre un lampo arancione, proveniente dalla punta del catalizzatore, la colpiva, illuminandola di quel colore che non le piaceva troppo. Non era altissima -nemmeno troppo bassa, a dire la verità- ma la sua altezza diminuì ancora, fino ad essere alta grossomodo un metro, le spuntarono le piume e le si allungò il collo e, a dispetto del nome, il colore che assunse non era l'azzurro, bensì un bel grigio ardesia, mischiato al color castagna e con delle graziose sfumature nere. A compensare l'altezza, vi era quell'apertura alare di due metri. Davvero niente male. Purtroppo, però, ora non poteva parlare e l'istinto animale tendeva a voler prendere il sopravvento, facendole avere meno controllo sul corpo, ma lei avrebbe dovuto riuscirci. Non esisteva che non passasse i MAGO. Aprì le ali, mostrandosi in tutta la sua imponenza, poi spiccò un balzo e prese il volo, unendosi immediatamente al frusciare d'ali degli ingredienti, anche se il suo era molto più sonoro. La sua vista era senza dubbio migliore! Quindi si guardò attorno, in cerca di quella macchia rossiccia. Era stata cercatrice per anni, ad Hogwarts, era abituata ad individuare un puntino minuscolo in mezzo alla mischia -in quel caso, il boccino, in questo, il granato- solo che quel giorno il buio avanzante non era certamente di aiuto, sebbene la vista fosse in grado di vedere molto più in là. Scorrazzò in mezzo a quel guazzabuglio per diversi minuti, fino ad individuare finalmente l'oggetto di suo interesse: il granato. Evvai! Esultò mentalmente, lanciandosi in quella direzione. Beh, tra il dire ed il fare... infatti, non fu così semplice come se lo era figurato, ovvero afferrare l'oggetto con il becco e scendere. No, c'erano mille altri ingredienti che minavano il suo scopo. Spiegò maggiormente le ali, tentando di schivare bezoar, che però la colpì al becco, strappandole un versetto non ben definito e con esso la colpì a mo' di bolide, scagliandola a svolazzare da qualche altra parte. Dove cazzo è finito quel granato? Pensò, esasperata, vedendo solo all'ultimo una mandragola urlante che le finì addosso, rallentando il suo volo. Ma che palle! Si impose di concentrarsi sul percorso e sul volo, iniziando a schivare qualsiasi cosa non fosse del fottuto granato. Ed eccolo lì, quasi a prendersi gioco di lei, lontano pochi metri, a svolazzare accanto al suo quasi omonimo, il granito. Adesso sei mia, fottuta pietra. Spalancò il becco e si avvicinò velocemente -ma non troppo, non voleva che per la velocità, le andasse di traverso- e la prese nel becco, chiudendolo saldamente perché non scappasse. Finalmente, con la refurtiva, poté planare e tornare a terra, ammortizzando l'atterraggio non proprio ottimale, con le lunghe zampe. Adesso non aveva le mani per reggere una bacchetta, abbandonata a pochi metri da lei, quindi si sarebbe dovuta appellare all'incantesimo senza uso del catalizzatore. Anche perché, come aveva imparato l'anno prima, quell'incantesimo non aveva bisogno della bacchetta. Reverto. Il suo corpo si illuminò di giallo per alcuni attimi e, senza che se ne rendesse conto, si ritrovò a terra, retta dalle ginocchia e dalle mani... e il granato in bocca. Puah che schifo biascicò, sputandolo fuori e stringendolo con una mano. Con un agile balzo, si rialzò in piedi e si stiracchiò, contenta di aver ripreso la sua forma umana. Perfetto, adesso la pozione... si diresse verso il tavolo e fece mente locale del resto del procedimento per preparare ciò che le serviva. Afferrò il barattolo contenente il Muco e lo aprì, versandoci dentro un po' d'acqua, abbastanza perché si diluisse ma non abbastanza perché fosse troppo acquoso. Fatto ciò, lo aggiunge al sangue di salamandra attendendo qualche secondo, poi lo versò nell'acqua. Ovviamente tutto ciò, dopo essersi messa un paio di guanti trovati là affianco. Dai, non sono così male a cucinare ridacchiò, accendendo il fuoco. Ora devo aspettare che questo intruglio bolla... quindi, nel mentre, faccio il resto. Prese i funghi e li posò sopra una specie di tagliere, poi afferrò un coltello parecchio affilato e dall'aria assai pericolosa. Sminuzzò i funghi facendo attenzione a non fare altrettanto con le proprie dita, prestando attenzione che ogni pezzo fosse più o meno uguale al precedente, con calma e concentrandosi. Quando sentì l'acqua bollire, tolse il coperchio -che aveva rimesso dopo aver aggiunto Muco e Sangue- e lasciò cadere i funghi. Fatto ciò, prese un mortaio e aggiunse i semi di Tranello del Diavolo, iniziando a schiacciarli per bene, con forza, finché non ottenne il risultato sperato. Quindi, mise anche quelli nel calderone. Ehi, far pozioni non era la sua attività preferita, ma non per questo non si impegnava, quando doveva.
Raccolse tra le mani il secondo mortaio e lo pose davanti a sé, aggiunse l’Achillonia essiccata e iniziò a pestare ancora più forte di prima, grazie all'arnese apposito di cui questa player non ricorda il nome. Impresse forza perché si polverizzasse, anche se ci volle un po' di tempo per ottenere la polvere che desiderava. Prese un mestolo e, dopo aver rischiato di girare in senso antiorario, iniziò a girarlo nella direzione giusta -senso orario- inserendo poco alla volta la polvere di Achillonia essiccata, guardando quasi incantata come essa svolazzasse giù come sabbia finissima, andando a miscelarsi al resto dentro il calderone. Fu la volta del Dittamo, che versò fino a svuotare il contenitore. Finora aveva seguito scrupolosamente tutte le dosi e tutto il procedimento, ragion per cui sembrava procedere a gonfie vele.
Fatto questo, prese il Granato e, con l'ausilio di un altro coltello, iniziò a sminuzzarlo quanto più finemente era consentito dalla prudenza. Nemmeno facendo quel procedimento, voleva che le sue dita finissero insieme alla pozione. Quando fu sufficientemente soddisfatta del risultato, riprese il mestolo e stavolta sì che doveva mescolare in senso antiorario e così fece, aggiungendo poco a poco il granato. La pozione iniziò ad assumere un colore più definito, anche se non era quello marroncino che si auspicava. Forse, però, doveva semplicemente mescolare di più e dare modo a tutti gli ingredienti di mescolarsi tra loro. Ebbene, aumentò i giri finché la pozione iniziò a prendere l'aspetto che voleva lei. Era liquida e marroncina, proprio come doveva essere. Spense la fiamma e si guardò attorno, spostando un po' di oggetti che le bloccavano la visuale, fino ad individuare uno spruzzino. Ne aprì il tappo e, con un'enorme fatica, grazie anche all'ausilio di un imbuto, riuscì a versarla nel contenitore. È fatta! Esultò, richiudendo il tappo. Ora non resta che spruzzarmela addosso. Era passato abbastanza tempo perché si fosse raffreddata, quindi puntò il beccuccio verso di sé e iniziò a spruzzare, finché non fu convinta di essere apposto. Posò tutto e si diresse verso le lingue di fuoco che si ergevano spaventose verso il cielo sempre più scuro. Sperava che funzionasse, che avrebbe finalmente potuto aggrappare la tanto attesa libertà: la fine di un anno per certi versi, infernale. Senza più pensieri, si buttò tra le fiamme. Se non muoio oggi, non morirò mai fu il suo ultimo commento, prima di essere accerchiata dal fuoco che, stranamente, non sembrava bruciarla.❝ This may be the night that my dreams might let me know. All the stars approach you ♪ ❞code © psìche. -
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