Votes taken by Marina Stonebrug

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    Scheda: https://reveliohogwartsharrypottergdr.foru...8633949#newpost

    In seguito all’aggiornamento vorrei spostare 2 coraggio, 1 intelligenza, 1 carisma, 1 Resistenza in +5 Intuito
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    Denrise
    Marina Stonebrug
    "Eventually, everything connects."

    In molti avevano sottovalutato Marina e la druida non aveva mai mancato di trarre vantaggio da quell'ingenuità caratterizzante gli uomini che, dall'alto del loro essere, spesso osavano nel credersi superiore alle controparti femminili. Il concetto che Eva fosse stata generata da una costola d'Adamo aveva condizionato per secoli diverse popolazioni, inducendo uomini su uomini a ritenersi superiori in funzione della loro forza bruta, ma nel mondo dei maghi e delle streghe la differenza non era così scontata. Cosa poteva essere un pugno di uomo messo al confronto con il bombarda di un'abile strega?
    A Denrise non si era mai sentita inferiore a nessuno, ma viaggiare tra i babbani vestendo i panni di una donna qualunque l'aveva iniziata a quel mondo fatto di sguardi e giudizi, riflessioni errate e pensieri contorti.
    Niente di più stupido.
    Alla luce di questa nuova alba del sapere, Marina aveva imparato a esitare prima di giudicare perché anche lei, come Blake, sapeva essere simile al fuoco quanto solo chi possedeva il sangue di una veela famelica poteva essere. Nell'ardire delle fiamme e nel loro osare vedeva riflessa non una forma indistinta ma la sua stessa ambizione al punto che, negli anni di Hogwarts, più e più volte si era chiesta il motivo per cui i Serpeverde fossero affiliati all'acqua e non al fuoco.
    Non aveva commesso neanche per un istante l'errore di sottovalutare Blake Barnes perché la fiamma ferisce ma sterilizza, distrugge ma crea calore, e qualsiasi secondo di quel tirocinio l'aveva resa orgogliosa o divertita di averlo scelto come tirocinante.
    «Non vorrei ammetterlo ma sento di poter confidare nell'assenza di tuoi pregiudizi nel rivelarti che il patronus non prende soltanto la forma della propria felicità, ma è un riflesso della propria anima».
    Le sue parole fecero eco al fruscio del vento e allo sfrigolare della magia, mentre le onde che si schiantavano sulle coste a decine di metri di distanza avvolgevano entrambi di un sentore di salsedine ed esotico.
    «Il mio circolo druidico presidia l'equilibrio tra tenebre e luce, imponendomi di portare rispetto sia per le creature più oscure che per le divinità più sacre».
    Non avrebbe voluto annoiare l'altro introducendo quell'argomento, ma la discussione gli diede un importante spunto che avrebbe potuto colmare le conoscenze dell'altro in termini di incanti esorcistici.
    «Oltre alla forma tradizionale che un patrono può assumere, ve ne sono altre nove a cui possono corrispondere nove manifestazioni differenti, in quanto creature totemiche a rappresentare aspetti diversi dello stesso individuo. Se avrai modo di specializzarti nell'arte del duello, e di studiare con ancora più attenzione l'universo degli incanti esorcistici, rimarrai sorpreso di quanto questa e questo siano vasti».
    Lo disse con umiltà perché lei alle arti esorcistiche prediliggeva le abiurative, motivo per cui delle prime non si considerava maestra ma, anche in funzione del suo lavoro con gli spiriti, non poteva che rimanerne affascinata.
    Non avrebbe continuato oltre, troppo attenta alla magia che il ragazzo si stava prestando a padroneggiare per lasciarsi distrarre dalla tentazione di perdersi nel blu dei suoi occhi o in tangenti sul mondo degli spiriti.
    «Sei stato bravissimo, Blake, manca poco».
    Le labbra si trasformaro in un sorriso nel confermare quanto gli sforzi del ragazzo avessero sorpreso positivamente la druida. Lasciò le mani morbide, la sinistra ad accarezzare l'avambraccio dell'altro, l'altra - in cui era stretta la bacchetta - ad aiutarlo a gestire il calore rovente della sfera di fuoco.
    «Ora, di fronte a te, hai due vie. La prima ti richiederà di fare appello ai tuoi ricordi più felici. Sei un ragazzo coraggioso, Blake, pensa alle battaglie che hai combattuto ma non al dolore che ne è scaturito, bensì alla gioia che hai provato nel combattere per delle persone o cause a cui tenevi e tieni» Il fuoco sapeva sterilizzare e fornire calore. «La seconda strada prevede che tu faccia appello alla tua rabbia. Pensa ancora alle battaglia della tua vita, figurate o metaforiche che fossero, e alla rabbia che hai provato nell'affrontrarle» Eppure il fuoco sapeva anche ferire e distruggere. «Scegline una e porta alla mente quei ricordi lontani».
    Non lo avrebbe giudicato perché tenebre e luce erano due lati della stessa medaglia che lei, a cuore leggero, non avrebbe esitato a sostenere.


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    Bellismo post, complimentiii

    Siamo quasi alla conclusione, ora ti chiedo di focalizzarti su una delle due strade e, a scanso di equivoci, di specificarla in spoiler.
    In entrambi i casi il fuoco prenderà l'aspetto del tuo animale totemico, e lascerò a te la scelta a riguardo, ma la scelta di una o dell'altra influenzerà la natura del quirk finale.

    Buon divertimento <3
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    Denrise
    Marina Stonebrug
    "Eventually, everything connects."

    Marina sollevò il gomito un'ultima volta per portare la corona di petali a un respiro dal naso, le labbra abbastanza vicine alla superficie del fiore per saggiarne la morbidezza. Celato da quell'ostacolo, un sorriso sbocciò rigoglioso come la foresta eterea ma due volte più enigmatico del mar baltico che abbracciava l'isola.
    Con gli occhi cerulei rivolti verso il basso, Marina non riuscì a non riflettere su quanto fosse il gesto più del dono ad avere valore. Lei era una druida del crepuscolo, circolo antico che credeva nell'equilibrio tra la luce e le tenebre in tutte le sue declinazioni. Spesso esseri come i dissennatori venivano ripudiati dai protettori della natura, quelli come lei - invece - si erano posti il compito di proteggerli fin dove possibile. La sua declinazione in tale missione non aveva preso forma nell'ambito più vivo dei vari campi di studi, come animali o piante, preferendo a questo il più etereo clima, i più letali elementi, e gli infiniti spiriti che vegliano sul nostro piano.
    Eppure, quando l'esigenza lo richiedeva, Marina non esitava a fornire il suo supporto ai druidi che avevano bisogno di un paio di mani in più per occuparsi di questa o quella creatura, come anche di quel particolare cespuglio o albero. In queste occasioni aveva avuto tra le dita fiori di una bellezza devastante, di quelle che non possono essere descritte a parole e la cui stessa memoria fatica a tracciarne l'essenza.
    Il girasole che le aveva portato Thomas era un fiore come tanti altri, nulla a che vedere, ma il fatto che si fosse preso la briga di portarlo all'Osservatorio di Denrise per lei lo rendeva più che speciale.
    «Meglio così. Mi farebbe sentire dannatamente egoista sapere che hai privato un parco del suo fiore per far beare solo me del suo profumo».
    Marina egoista sapeva esserlo, come anche gelosa, al punto che d'un collare sapeva fare più di un semplice mezzo di coercizione. Di contro, non voleva rivelare la sua natura così presto, vuoi perché forse temeva di spaventare l'altro, vuoi perché lei stessa era diversa da ciò che si raccontava per dormire serena la notte.
    «Sulle nostre missioni e il modo di viverle, temo di dover concordare con te, Thomas».
    Sibilò il nome dell'altro, tanto atteso, quasi fosse la più preziosa delle formule. Aveva lasciato continuare l'auror prima di tornare a reguardire su missioni e avventure più per il fascino che la sua voce sapeva esercitare che una passiva voglia di ascoltare. Marina portava il nome del mare e di questo rifletteva più le onde e gli tsunami che la pacata attesa di cui marinai o pirati fortunati si beavano per raggiungere i confini del mondo.
    Il braccio avrebbe perso quota e così il fiore da esso sollevato, in un passaggio che ne sancì nella sinistra una nuova presa mentre la destra si concesse di stringere l'ebano della sua bacchetta. Come una pittrice avrebbe tracciato dei ghirigori nel vuoto la cui sagoma avrebbe ben presto iniziato a sprigionare una luce cerulea e una manifestazione magica nell'arco di secondi.
    Attorno al gambo del fiore l'umidità si sarebbe condensata in una costellazione di lacrime d'acqua via via sempre più numerosa e proficua al punto che, nell'arco di pochi respiri o battiti, un vaso liquido lo avrebbe avvolto fino a metà gambo, assicurando al resto del girasole la possibilità di spuntare indomito verso il cielo che lo richiamava in funzione della sua natura.
    «È la natura delle cose. Serve conflitto affinché le cose cambino e finché il mondo non sarà perfetto, il cambiamento sarà necessario, o questo è almeno quello che in molti credono, anche se sarei curiosa di sentire cosa tu ne pensi al riguardo».
    L'indice della sinistra avrebbe sfiorato il vaso d'acqua un'ultima volta prima che questo potesse continuare a fluttuare nel vuoto che circondava i due, più simili ormai a un sole ruggente che due corpi separati.
    «Siamo troppo giovani per poter influenzare le scelte di chi comanda, temo».
    Avrebbe portato entrambe le mani dietro la schiena, tra bacino e spalle, lasciando la sua sinuova figura adornata dalle generose curve più sottile ma non per questo più facile da ignorare.
    «Hai buon gusto e non lo dico perché sono di questa terra. Negli anni che mi hanno visto formare in giro per il mondo ho scoperto come questa terra sia unica. C'è un motivo per cui i nostri antenati l'hanno scelta».
    Il volto sarebbe ruotato verso destra lasciando lo sguardo libero di perdersi all'orizzonte. Sembrava stesse osservando un bersaglio preciso ma sarebbe stato impossibile decretare chi o cosa avesse catturato le sue attenzione. In buona parte queste - e Thomas poteva esserne certo - erano state già concesse in pegno allo stesso auror.
    «Tra le cose che temo, invece, non c'è quella di scandalizzare un auror come te che certamente avrà già avuto modo di avere a che fare con più di una cultura lontana dalla sua».
    Solo allora gli occhi cerulei sarebbero tornati a intrecciarsi a quelli dell'altro prima di anticipare un sorriso a mezza bocca.
    «Le spiagge, certamente. Conosco alcuni posti di cui sono l'unica frequentatrice. Perfette per meditare. Incredibili per godersi il bacio del sole su ogni centimetro del proprio corpo».
    I druidi preservavano la natura e nei vestiti che usavano nel mentre c'era ben poco di naturale.
    Libersene non era mai stato un problema.
    «L'Osservatorio è forse il mio secondo posto preferito. Delle volte vengo aiutata da spiriti asserviti alla mia famiglia in tempi così antichi che lo stesso villaggio aveva un altro nome. Altre volte alcuni membri della mia famiglia mi danno una mano o magari è qualche mio giovane accolito al tempio dei druidi che, in quelli che voi chiamereste straordinari non retribuiti, ne approfitta per scoprirne di più sulle arti che ho studiato.
    La sua famiglia, invece, di cosa si occupa?»
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    Edited by Marina Stonebrug - 7/11/2022, 11:39
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    Denrise
    Marina Stonebrug
    "Eventually, everything connects."

    Lo stoicismo era un vanto di molti druidi ma non il suo e il modo in cui sul suo volto riecheggiò l'alba rovente di un fervido sorriso ne fu la riprova. Le labbra risposero alla risata dell'altro come le fredde carne scavate dall'acqua reagiscono al più sciocco dei rumori con una nobile eco.
    «Girano voci che numerosi membri del mondo artistico siano supporter di Cora Delaine e del suo movimento, Excalibur. Non esito a credere alle sue parole, quindi, ma mi interesserebbe comunque saperne di più».
    Sarebbe stato interessante e utile alla stessa maniera scoprire il punto di vista di un auror sulla terrorista che aveva portato alla scissione di Denrise dal resto del mondo. Cora Deleine era stata blasfema per molti denrisiani, altri ancora - come Marina - credevano che la scelta della donna fosse stata incredibilmente ponderata. Da aritmante ad aritmante poteva capirne le linee di pensiero che l'avevano portata a tanto, ad esempio. Se Denrise si fosse scissa dal Ministero a causa dell'inefficienza di quest'ultimo nel trattare con questa terrorista, lo stesso Organo Statale avrebbe potuto investire meno risorse nella lotta al terrorismo di quanto avrebbe potuto fare in tempo di pace.
    Un piano elegante e ben bilanciato come un sigillo aritmantico di cui erano stati soppesati tutti gli angoli e tutte le relazioni numeriche.
    «La ringrazio per la disponibilità, allora».
    La voce calda e dolce come una scia di miele avrebbe potuto portare alla più ambita delle morti sia le zanzare che le mosche, ma di fronte a sé Marina aveva un essere bene diverso. Non sarebbe stato facile far valere il proprio charm sull'altro.
    «E credo lei abbia ragione. Sbaglio nel paragonare gli auror di Londra ai più grezzi guerrieri di Denrise».
    Aveva dell'ipnotico il modo in cui sillabe e parole lasciavano le sue labbra in un ritmo che, più della canzone, ricordava lo stendere trame di un ragno intento a disegnare tele per la sua preda.
    Non era malizioso, invero, il suo rituale al punto che, mentre le serpi di fumo dilaniavano la carne di un atroce dolore fin troppo umano per spaventare un auror, scaglie da rettile sparivano a vista dalla pelle. Il braccio destro venne purificato completamente tornando non solo ai fasti che avevano caratterizzato uno dei più affascinanti auror del ministero, Krasus, prima della fatidica missione, ma la stessa pelle parve acquistare una brillantezza che avrebbe rischiato l'occhio persino del più stoico. Figuriamoci del meno.
    «Il vostro compito non è vincere una battaglia ma difendere».
    C'era un motivo per cui mai degli auror erano riusciti a piegare Denrise. Ciò che per i primi era un'occasione da evitare, gli abitanti dell'isola la ricercavano per scontare in cielo la più nobile delle fini. Non c'era morte più onorevole di quella di fronte a un valido avversario, nemici abbattuti o alleati salvati risultava marginale per un credente delle vecchie tradizioni.
    «La scelta dei termini con cui dà forma ai suoi pensieri è estremamente affascinante. La parole gita lascia intendere un qualcosa di innocuo ma sappiamo entrambi che non sia stato così. Il piano astrale è pregno tanto di occasioni quanto di pericoli e mi scopre a invidiarla per non aver preso parte a tale avventura».
    Sorrise serafica ed enigmatica come una sfinge.
    «Ma se vuole ricongiungersi ad Apollo, saprà chi contattare nel caso lei voglia una guida o una mano a riguardo».
    Marina si concesse un occhiolino in direzione di Krasus per lasciare quest'ultimo libero di trarre ogni possibile conclusione a quanto appena detto.


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    Denrise
    Marina Stonebrug
    "Eventually, everything connects."

    L'ombra di quel sorriso serafico scivolò tetramente nel baratro, lasciandosi alle spalle un volto indifferente e un'occhiata indagatrice ma vergine di giudizio. Che Krasus Thunderbolt fosse coraggioso e pronto a dar battaglia sembrava ormai un dato di fatto, che le sue strategie e tattiche si basassero su conoscenze hollywoodiane era invero segno di autentica follia.
    Fece appello alla sua determinazione e al suo controllo per rivolgere lo sguardo verso il basso, il celeste dei suoi occhi a decriptare il labirinto di scaglie e artigli che ne aveva martoriato la carne, al non banale compito di trattenere una risata.
    «Che stolta che sono. A Denrise mi ostino a rimanere aggiornata sul piano spiritico cercando percorsi e similitudini tra il cielo stellato e il mondo che ci circonda, o pagando a peso d'oro tomi antichi quando basterebbe guardare un film per farlo».
    Da parte sua Marina vantava una professionalità che aveva imparato a vestire come un cavaliere fa con un'armatura, motivo per cui persino i più misogini tra i capitani di Denrise tendevano a catturarne le attenzioni per averla al loro fianco come druida o navigatrice. Non sarebbe stato l'infernale fascino del londinese a sciogliere il solido metallo di una reputazione che aveva temprato e raffreddato nel proprio sudore e sangue, certo, ma forse l'altro era riuscito ad aprire una crepa da cui certamente aveva iniziato a passare un filo di luce.
    Tornò in sé per continuare con il rituale, le attenzioni equamente divise tra Krasus e il fumo del prugnolo.
    «Se è così che ora si formano gli auror, tornerei indietro per rivalutare il percorso che ho scelto di seguire. O forse potrei imbucarmi in uno dei vostri cinema se lei avesse il piacere di farmi da guida».
    La sinuosa figura di Marina riprese a camminare attorno a Krasus, il corpo a tracciare vuoti nella nube di fumo nero come la pece, le dita a danzare nel vuoto silenziose come stelle in un cielo notturno. Silenti come questo, serpi di pece prive di corpo o solidità azzannarono la pelle del guerriero. Al morso, un uomo navigato come l'americano, avrebbe potuto percepire un dolore pungente ma trascurabile, simile al pizzico di una vespa mandarinia o al morso di un ragno violino.
    «Passerà più in fretta di quel che può immaginare, mi creda. Il dolore è fondamentale in rituali simili, così come lo è il pentimento: maggiore è il secondo, minore sarà il primo».
    Quanto avrebbe sofferto e quanto si sarebbe pentito lo avrebbe potuto sapere soltanto l'altro. Marina non avrebbe messo in discussione l'altrui virilità per un paio di lacrime.
    «Per distoglierla da questa sofferenza potrebbe parlarmi di altro. Le consiglio di farlo. Una mente che resta immobile durante questo rituale si scopre fiacca e pigra, delle volte si addormenta senza più destarsi».
    Iniziò con tono alieno, inarcando le sopracciglia sulla fronte di ceramica per rivelare l'assenza di cattiveria in un gesto simile. Era una druida, era una professionista, non avrebbe goduto nel far soffrire un cliente più del dovuto. Neppure il più arrogante. Neppure se questo era riuscito a fare un solco nell'armatura della sua professionalità.
    «Ad esempio potrebbe dirmi se valuta come migliore una battaglia che si conclude con il maggior numero di vittime tra gli avversari o con il minor numero di perdite tra i propri ranghi».
    Sentire l'opinione dell'altro avrebbe fatto bene alla druida quasi un decimo di quanto sarebbe giovato all'auror.
    «Apollo? Apollo è una divinità vera e propria. In quale occasione i vostri percorsi si sono intrecciati?».


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    Denrise
    Marina Stonebrug
    "Eventually, everything connects."

    Le numerose foglie costituivano un labirinto di scaglie verdi di cui Marina aveva conquistato il centro. Al centro dello spiazzo, col vento a proceare fruscii ai più trascurabile e ad accarezzarle i capelli con la delicatezza di un padre, la druida si voltò ancor prima che il ragazzo potesse superare l'ultimo ramo.
    Non sorrise per il profumo del sale o quello della sabbia, ma per la presenza del suo pupillo. «Non si giudica mai una nave da come questa stia solcando il mare, ma solo da come questa attracca in porto» Rispose assorta, Marina, con gli occhi di un ciano cielo a intrecciarsi a quelli d'un blu mare dell'altro. «Quando concluderemo questo tirocinio, vedremo» Era stanca, in un certo senso, di pensare al futuro. La guerra di Denrise con i cavalieri maltesi e, attraverso loro, il grosso della comunità magica la stava stremando. Tesa nelle giunture e nei legamenti, il corpo di Marina non ricordava più le morbide vele di un galeone quanto più i duri nodi del suo sartiame. Se Blake avesse avuto l'opportunità di sfiorarla, se ne sarebbe accorto, ma il loro rapporto non era ancora così intimo. Per fortuna o sfortuna nessuno avrebbe saputo dirlo.
    «All'incirca» E qui giunse l'inizio del racconto come il primo passo della strega che la portò a tracciare, secondo dopo secondo, una circonferenza perfetta di cui Blake aveva conquistato il centro.
    Non aveva degnato dell'attenzione che molte altre avrebbero concesso il fisico dell'opale nero, temprato dagli sforzi dell'accademia nata tra le più aspre delle isole e intonso dagli eccessi che si sarebbe potuto concedere. Marina sapeva delineare forme e consistenze senza dover far appello alla vista perché i suoi sensi, il divinatorio per primo, erano allenati allo stesso modo. Poteva percepirla, l'energia di Blake, vibrare come un fuoco che ignorava le interperie.
    «Il Patronus è una proiezione della propria felicità che prende la forma di un essere vivente, non per forza un animale, che si dice sia una proiezione dell'animo di chiunque riesca a evocarlo» La mano destra sarebbe scivolata lenta verso la bacchetta per poi tenderla verso il bicipite del ragazzo, legno contro pelle, a sfiorare la carne di Blake per invitarlo tacitamente a farci scivolare sopra la medaglia che le aveva offerto.
    Al di là del gesto o meno dell'altro, il braccio destro si sarebbe concesso un altro movimento lento e calcolato come se Marina si stesse muovendo su un fondale oceanico e non sulla sabbia. Ciò che accadde dopo fu un sibilo seguito da una ventata d'anice e un lampo di luce mentre, dalla bacchetta, scivolò via un fiume di magia bianca e traslucida che s'ammantò di spire e scaglie, in metri e metri di lunghezza.
    A chiunque avesse studiato qualche pagina di un qualsiasi manuale di Difesa contro le Arti Oscure sarebbere risultato impossibile confondere quell'immensa creatura per un ofide che non fosse un basilisco.
    L'immenso patrono della ragazza sibilò, il capo a ergersi oltre le palme, e gli occhi trasparenti come il fumo puntati su quelli di Blake.
    Fortunatamente per il ragazzo, trattandosi di un patrono, l'opale nero non sarebbe né morto né rimasto pietrificato.
    «Gli spiriti elementali sono altro ancora» Cominciò lei. «Le ombre che vediamo, durante il nostro vivere, non sono che le sagome d'altri oggetti generate dal confronto di questi a un qualsiasi stimolo sotto forma di luce» Solo allora la strega si sarebbe fermata a un paio di passi di distanza dal giovane mago, separati tanto poco che l'altro avrebbe faticato a ignorarne il profumo della carne, così come il sentore di rose e aice che le profumava la chioma.
    «In modo similare, gli elementi che costituiscono il nostro mondo non sono altro che l'ombra degli spiriti elementali. Un mago su cento è in grado di percepirle. Un mago tra i cento in grado di percipirli è in grado di dominarli» Con quelle parole che fecero eco al fruscio del vento, la ragazza mosse ancora una volta la bacchetta a disegnare ghirigori estranei al sapere di Blake, fin quando questi non assunsero consistenza a mezz'aria come farebbe un ologramma.
    L'aria avrebbe vibrato poco dopo per poi raggrumarsi in delle rondini tanto piccole che le lunghe dita di Blake avrebbero potuto custodirle come fossero una gabbia, ma non gliene avrebbero dato il tempo.
    In un istante avrebbero preso a ruotare attorno al ragazzo sfiorandone la carne in un tocco tanto delicato da ricordare sia il bacio di un amante che l'abbraccio di una madre. Avrebbero continuato così a lungo, per rinfrescare la carne nuda dell'opale nero, salvo che l'altro avesse preferito scacciarle da lì.
    «Rune e simboli astro-aritmantici. Tieni» Con un movimento lento ma deciso Marina avrebbe passato la sfera ricoperta di simboli a Blake. Se il ragazzo l'avesse presa, avrebbe notato al tatto come questa fosse simile per tatto e peso a una palla da basket. I simboli li avrebbe potuto tradurre alla bene e meglio grazie alle conoscenze trasmesse da Lancelot: sembravano rimandare a un uovo o a una bussola che, in un modo o nell'altro, avrebbe dovuto guidare la madre che portava in grembo. «Vorrei dirti che sarai completamente tu a decidere cosa faremo, ma purtroppo tendo a dominare in ogni situazione. Quindi, si, inizieremo dallo scoprire l'elemento a te più affine, in modo insindacabile, ma dopo ti darò una certa libertà» Gli concesse un occhiolino.
    «Cerca di trasferire la tua magia dalla tua anima alle tue mani, e dunque dalle tue dita alla sfera. Nel farlo concentrati sull'elemento che a te è più affine» Un passo verso di lui «E pensa intensamente a come il suo completo dominio su questo avrebbe potuto risolvere un tuo fallimento: un amico perso per l'assenza di potere, ad esempio». Le sue parole avevano del contraddittorio: morbide come i petali di un fiore, erano affilate però come le spine di una rosa, al punto da sembrare più simili a ordini che consigli.


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    Salve cara
    Quello che dovrai fare in questa fase è già esplicitato da Marina.
    A seconda dell'elemento a te più affine potrai determinare ciò che succederà alla palla:

    Acqua: la palla diventerà una sfera liquida fluttuante circondata da schegghe volanti di ghiaccio. Se sarai distratto, la punta delle tue dita potrebbe congelarsi.
    Fuoco: la palla diventerà una sfera di fuoco e magma fluttuante. Se sarai distratto, la punta delle tue dita potrebbe ustionarsi.
    Terra: la palla diventerà una sfera di roccia fluttuante che attirerà a sé, come se fosse dotata di gravità, granelli di sabbia. Se sarai distratto, le tue unghie potrebbero spezzarsi per la pressione.
    Aria: la palla diventerà una sfera di vento sibilante. Se sarai distratto, la punta delle tue dita potrebbe scheggiarsi come se graffiata da un puma.
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    Denrise
    Marina Stonebrug
    "Eventually, everything connects."

    Assumere Blake Barnes come suo tirocinante era stata una delle idee più brillanti, per lo meno dal punto di vista commerciale, che la negoziante avesse mai avuto.
    Sebbene l'Osservatorio avesse di fatto il monopolio d'oggetti di carattere astrale quasi mappe o lenti e vantasse anche un valido mercato in termine di strumenti spirituali o degli stessi spiriti, i clienti a cui il negozio faceva riferimento erano limitati: adulti, per lo più, con una forte marcatura denrisiana.
    La presenza di Blake ad aiutarla a smuovere pesanti mappe in tessuto tanto spesso da ricordare stendardi medievali o carichi tanto delicati da esser sfregiati al minimo sentore di magia aveva avuto un effetto che la druida aveva auspicato, ma di cui non era riuscita a calcolare la portata. A quanto pare il Barnes era una star a Hidenstone, e forse anche altrove, e diverse ragazzine in preda alle loro tempeste ormonali aveva raggiunto più di una volta l'Osservatorio per sperperare galeoni al solo fine di affogare, anche per pochi istanti, in quel blu magnetico che erano le iridi di Blake Barnes.

    Blake, raggiungimi alle Coste di Levante questo sabato pomeriggio non più tardi delle tre. Porta con te qualche oggetto a cui sei legato ma che sei disposto a sacrificare per scoprire lati di te che non hai ancora avuto modo di approfondire.
    In allegato a questa lettera troverai una mappa che potrai usare, se i miei insegnamenti si sono rivelati utili, per trovarmi.
    Non fare tardi.
    Il sole di Denrise non perdona e neanche io.



    Aveva scritto quella lettera concatenando una serie di 'tu' privi della rigida formalità tipica dell'accademia perché Marina ambiva alle cariche di spessore dell'isola ma si riteneva ancora giovane e indomabile come la marea. A quelle poche parole era seguito un bacio sulla carta e la forma di questo, impresso nel rossetto al sentore di rosa e anice, aveva firmo l'epistola che un gabbiano avrebbe recapitato al ragazzo.
    Se Blake fosse riuscito a decifrare la mappa allegata, come da promessa, dalla druida, si sarebbe ritrovato in uno spiazzo verde formato da palme alte almeno un paio di metri le cui spesse foglie svelavano un velo d'ombra soffice e invitante, perfetto per annichilire il rigido clima estivo. A questo anello di un verde caraibico seguiva una piccola striscia di sabbia fine e dorata che anticipava uno dei mari più mozzafiato al mondo, quello di Denrise.
    Lì avrebbe trovato anche la druida dalla pelle di latte e lo sguardo di tempesta, Marina Stonebrug, indossava dei sandali, un paio d'occhiali da sole, un enorme capello di paglia, e un provocante bikini rosso come le fiamme dell'Inferno. Tra braccio destro e fianco stringeva quella che sembrava una palla da basket ma su cui erano incisi simboli misteriosi.
    «Buon pomeriggio, Blake» Avrebbe accolto l'altro con un sorriso salvo poi dargli il tempo di presentarsi a sua volta «Quanto ne sai di spiriti elementali e patronus?».



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    Denrise
    Marina Stonebrug
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    Sulla fede ne aveva sentite molte, forse troppe. Alcuni esperti di teologia che aveva avuto modo di incontrare nei suoi viaggi attorno al globo le avevano insegnato tanto a riguardo. Ciò che rendeva quell'elemento di ogni religione o credo tanto importante per quest'ultimi era il sacrificio insito nel privarsi di qualcosa nel nome di più grande. La fatica dava onore alla fede perché senza di essa questa era una semplice ammissione d'intenti senza alcun peso o spessore. Spingersi a tornare da Londra fino a Denrise per concedere un nome, in un mondo di messaggeri elementali o patronus parlanti, non era cosa da poco, anzi, tutt'altro; e fu con un enorme sforzo mentale e d'umiltà che Marina Stonebrug - druida e proprietaria dell'Osservatorio - si spinse a credere che Thomas fosse semplicemente in villeggiatura nella sua isola per qualche giorno.
    Situazione improbabile data la tensione che da mesi spaccava Denrise dal ministero, ma non impossibile. Con il giusto ammontare di fede niente lo era.
    Almeno in teoria.
    «Salve, benvenuto all'Osservatorio. Marina Stoneburg, qui per... servirla?».
    La decisione che era solita dare struttura alle affilate parole che abbandanavo le sue labbra si fece più morbida, costrette in forme di dubbio e indecisione, mentre le pupille acquistavano spessore e il sorriso sulle sue labbra conquistava onestà.
    Solo allora la destra si tese verso l'auror mentre le dita si spalancavano come i petali di un fiore. Con l'eleganza della stessa natura le presa avvolse il gambo con delicatezza, passando il pollice sulla rigida forma di quel verde smeraldo, mentre quell'invitante profumo prese a catturarne l'attenzione, ma non abbastanza da oscurare il virile fascino di Thomas.
    «Chi va per mare si abitua facilmente a provare emozioni intense con persone di cui mesi dopo non ricorda più il nome, forse perché mai saputo o perché intenti entrambi a reprimere qualche mostro marino».
    Il gomito si piegò lasciando ai petali del girasole modo di accarezzare le tiepide labbra della druida celando il mezzo sorriso in cui ora si erano tese.
    «Immagino che siano state le mappe, a colpirti o distrarti, giusto?».
    Il braccio si fece morbido e il gambo scivolò a un dito della scollatura del seno mentre il fiore accarezzava la pelle.
    «Ma comunque grazie del fiore. Dove lo hai colto?».
    Da una druida ci si doveva aspettare che questa conoscesse ogni dettaglio di piante o funghi ma Marina, per quanto se la cavasse a maneggiare entrambi, aveva rivolto il grosso dei suoi studi sul cielo, gli astri, e gli abitanti di entrambi.
    «Marina Stonebrug, e prima di chiederti a cos'altro tu sia interessato, posso offrirti qualcosa per soddisfare la tua sete?».
    Pronunciò quelle parole mentre la destra si apprestava ad avvolgere l'ebano del suo catalizzatore mentre, con pochi ma decisi gesti, quest'ultimo prese a tracciare ghirigori su ghirigori. Così, mentre la sinistra allentava la presa sul gambo del girasole, la poca umidità che pregnava l'aria finì per condensarsi in farfalle d'acqua traslucida che, radunandosi alla base di questa, formarono una sfera d'acqua che avrebbe agito come vaso per mantenere il fiore idratato.
    «Stai passando le tue vacanze sull'isola?».


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  9. .
    Denrise
    Marina Stonebrug
    "Eventually, everything connects."

    Ad anticipare il suo arrivo non fù alcun rumore ma una lieve brezza di profumo che attraversò il portone del negozio fino a sfiorare i lembi di Edward.
    Un lieve sentore di pesca e mirto che avrebbe benedetto chiunque con dei vaghi ricordi di Primavera, spodestando per pochi ma interminabili istanti il calore più spietato dell'Estate. Solo quando l'altro avrebbe avuto modo di coglierne ogni sfumatura e dettaglio, il silenzio del pomeriggio scheggiato dai suoni soffusi di una villaggio in procinto di gettare l'ancora e dedicarsi ai piaceri della sera avrebbe accolto il cigolare del legno secolare che divideva il cuore dell'osservatorio dall'osservato circostante.
    Una sagoma sinuosa come le ombre della notte ma invitante quanto la foce d'acqua in un'oasi altrimenti deserta, illuminata dalle tiepidi luce alle sue spalle, la druida avrebbe raggiunto Edward con pochi passi tanto lenti quanto ambiziosi.
    Dei sandali borchiati d'argento anticipavano gambe d'un bianco simile al latte, tanto lunghe da far invidia alla via che del liquido prendeva il nome, fino ad anticipare a un vestito dalle maniche a blouson che si apriva sul petto con una scollatura a v abbastanza indecente da lasciar intendere come la druida non indossasse alcun reggiseno ma allo stesso modo odiabile nel ricoprire le forme più intime. Il collo era cinto da un collare in lino tanto fragile da sussurrare d'essere strappato alla prima occasione.
    Non sarebbero stati gli orecchini a goccia o i bracciali in metallo lunare, però, il suo accessorio più prezioso quanto il suo sorriso.
    Labbra pregne di vita tese in un sorriso dal sapore di fragola, matura al punto giusto per essere colta.
    «Mi dispiace per il ritardo, non ti facevo un tipo puntuale, e lo dico senza il minimo intento di recarti offesa. Una giornata poco fruttuosa o sono semplicemente molto fortunata?».
    Portandosi al fianco dell'altro avrebbe lasciato che la destra raggiungesse il fianco alla ricerca della bacchetta. Le dita avrebbero cinto il legno per cullarlo verso l'alto mentre, con pochi ed eleganti ghirigori, il catalizzatore avrebbe rilasciato una carezza magica che avrebbe sigillato la porta alle sue spalle.
    «Preferenze sul dove trascorrere il resto della serata?».
    La sua volontà era di ferro ma i ragazzi dall'animo e il cuore deciso sapevano esercitare su di lei un ascendente impossibile da ignorare.


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  10. .
    Denrise
    Marina Stonebrug
    "Eventually, everything connects."

    Non capitava di rado che il destino preposto dal Fato presentasse bivi o alternative in grado di minare le sicurezze del singolo viaggiatore. Ferrea nel suo credo e nella sua crociata, Marina ringraziò Victoria per le cure ricevute e le parole spese. Era certa che l'aiuto di Thor sarebbe stato fondamentale perché i suoi antenati potevano contare sul supporto degli dei e questo gli aveva soltanto permesso di incatenare il demone, seppur senza sconfiggerlo.
    L'aiuto degli spiriti sarebbe stato il punto di partenza.
    «Ci troviamo in uno spazio espanso».
    Lo precisò, anche se non dubitava minimamente che Victoria o i vari esperti di alchimia se ne fossero già accorti.
    L'illusione dell'infinito si compresse fino a diventare un'idea più concreta, quasi tangibile. Se il loro nemico era presente in quel luogo allora doveva essere finitamente vicino a loro in modo da tenerli sott'occhio, quindi a portata di attacco, e a breve ne ebbe la conferma.
    Fu quasi come sé le avessero apposto sulla chioma d'ebano una corona di chiodi e rovi gelati. Poteva sentirne le punte affondare nella pelle fino a grattare il cranio in un dolore ancestrale tanto profondo da piegarne gli stessi ideali o sicurezze.
    La gravità la investì come un velo di ferro lasciando che le ginocchia rovinassero a terra affondando quel poco che bastava nella sabbia per farla sentire debole. Sull'orlo del baratro valutò di annullarsi e tornare indietro alla ricerca di una casa distante che potesse accoglierla, lontana da Denrise e dalla guerra. Sognava di diventare la più giovane Anziana che Denrise avesse mai avuto, ma sotto la pressione di quella coercizione mentale ogni motivazione parve sgretolarsi dietro la realtà dei fatti.
    Fù allora che percepì la forza di Thor e vide la luce.
    Una luce che si presentò sotto forma di tuono e folgore, rombo e orgoglio.
    «Non mi avrai».
    Sarebbe tornata in piedi, la bacchetta stretta in mano.
    «Preside, non sono riuscita a scovare il demone con il mio cannocchiale e temo sia disilluso. Professore».
    Questa volta si sarebbe rivolta a De Long Prée.
    «Cercherò di annichilire le disillusioni della creatura, riusciresti a scovarne la posizione con le tue doti divinatorie?».
    Il ragazzo si era fatto vanto delle proprie abilità e l'eleganza con cui si muoveva lo aveva rivestito di un istantaneo velo di simpatia.
    «Philipp, Edward, Joanne. Gli occhi vitrei dell'essere ricordano i bersagli della maledizione Imperio. Ne sapete più di me a riguardo, ma se riuscissimo a creare un campo scherma influenza mentale, credete che potremmo portare questo essere dalla nostra parte?».
    Non avrebbe potuto sperare di competere con le conoscenze di un predone perché le sue competenze erano altre. Vassalla degli dei e druida, il suo compito sarebbe stato portare luce per gli uomini o le donne che si erano persi nella via più oscura.
    «Tu non hai alcun potere qui, servo di Morgoth. Tu sei senza nome, senza volto, senza forma. Ritorna nel vuoto da cui tu sei venuto».
    La bacchetta avrebbe sfidato i cieli cercando di radunare il supporto della luce degli dei.
    «ETERNA LUMINA».


    Le sue competenze in ambito spirituale approfondivano solo il rapporto con le anime degli elementi, ma sé ne avesse avuto modo, non le sarebbe dispiaciuto richiamare a sé gli spiriti della luce per congiurare in quel luogo un fulgido kraken. Il nero che vestiva quel luogo era assenza di luce, dopotutto.
    «Templi Mentis...».
    Pronta a coprire le spalle del professore di Denrise, era certa che le abilità divinatorie di quest'ultimo gli avrebbero permesso di scovare il nemico. Non ci sarebbero state alternative, del resto. Quello che stavano affrontando era diverso dalle classiche battaglie per mare a cui i predoni erano ormai abituati, anzi, era quanto di più simile a un assedio potessero temere di affrontare: solo che erano loro gli assediati e l'offensiva dell'essere avrebbe potuto minarli uno alla volta.
    «Per il martello di Thor... dove ti nascondi».
    Portando ancora una volta il cannocchiale all'occhio, avrebbe rivolto la sua attenzione verso il mare.
    «Preside, crede sarebbe possibile liberare quei fedeli dal giogo del demone?».
    Non sapeva sé il desiderio di spezzare quella prigionia fosse alimentato dalla pietà o dalla mira di avere altri alleati dalla sua parte ma, se nessuno glielo avesse impedito, si sarebbe limitata a seguire la linea verso cui erano raccolte quelle ombre di uomini nella speranza che le preghiere fossero proprio rivolte al demone.


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    Azioni -

    Azione 1: cerca di danneggiare il demone e vanificarne le disillusioni nella speranza che ciò faciliti l'atto di scovarlo - Carisma = 40, Intelligenza = 32
    Skill: Magiastronomo, Omnioji ?
    Quirk:
    CITAZIONE
    Nome: Incanto dell’Illuminazione Suprema
    Classe: Astrale Avanzato
    Formula: Eterna Lumina
    Movimento: disegnare il simbolo astrale del sole e puntare il cielo
    Effetto: genera in aria una potentissima fonte di luce che illumina a giorno tutta la zona e rende vane le disillusioni, provocando danno alle creature oscure.
    Note: Provoca Fatica. La durata della magia è proporzionale all’intelligenza del mago.

    Mezzazione: Cerca il demoncello, sperando che la luce aiuti e che si trovi verso cosa i fedeli stiano venerando Intuito = 32
    Skill: divinatore
    Quirk:

    Azione 2: Templi Mentis per schermare attacchi mentali Empatia = 30, Carisma = 40
    Skill: divinatore, omnioji (se approvata)
    Quirk:
    CITAZIONE
    Nome: Santuario della Mente
    Classe: Scudo
    Formula: Templi Mentis
    Movimento: Alzare la bacchetta verso l'alto
    Effetto: dalla bacchetta prorompe una cupola dorata che cura o lenisce gli effetti delle magie mentali e illusorie in un area massima di 10 mq, ed indebolisce quelli lanciati su bersagli all'interno di quest'area.
    Note: La magia può protrarsi per tutto il tempo in cui il mago tiene alzata la bacchetta, rinunciando a scagliare altri incanti. Con Dif I tutti gli incanti lanciati contro chi è all'interno della cupola dorata, quando si scontreranno con questa, verranno come avvolti da una pellicola d'oro che li rallenterà dandogli un malus massimo di -3. Con Magipsicologia questo incanto avrà un bonus pari a +4
    Con Carisma ≥35 l'area massima aumenta a 20mq
    Con Carisma ≥45 l'area massima aumenta a 35mq

    Statistiche
    Coraggio: 21
    Empatia: 29 + 1 (Anello di Jorth)
    Intelligenza: 32
    Resistenza: 28
    Tecnica: 20
    Intuito: 32
    Destrezza: 20
    Carisma: 35 + 5 (Post conversione) = 40

    Statistiche
    - Magiastronomo
    - Resilienza
    - Divinatore
    - Magiecologo

    Equip
    - Anello con bronzite di jorth: anello sacro alla dea della terra. +2 agli incanti di terra; +1PP empatia
    - Veleno di velenottero
    - Set da navigatrice

    - Bacchetta, free
  11. .
    Denrise
    Marina Stonebrug
    "Eventually, everything connects."

    Varcare le soglie del tempio di Denrise era sempre un imparagonabile atto di fede. Addentrarsi in quel labirinto in cui tempo e spazio erano distorti sapeva far rivalutare le proprie scelte anche al più ferreo dei predoni ma, seppur privi di muscoli da fiera e pelle alla stregua di una cotenna, i druidi non si arrendevano così facilmente.
    Solidi, nel loro credo.
    Eterni, nelle loro fatiche.
    Imperturbabili, nelle loro battaglie.
    In altre parole guerrieri, seppur la loro guerra misurasse la forza d’animo e non quella del corpo.
    «Thor, signore del tuono e della tempesta, protettore dell’umanità, veglia su di noi e la nostra patria affinché i miei fratelli e le mie sorelle possano continuare a venerarti fino alla fine dei nostri giorni».
    La voce al retrogusto di miele e menta avrebbe riecheggiato nella stanza dedicata alle offerte con facilità, trascinandosi dietro di sé una lieve folata d’aria che di poco avrebbe minato la stabilità delle candele ma non l’intensità della loro luce.
    «Possano i nostri fulmini piegare le tenebre del Ragnarok».
    La mano sinistra venne sollevata su un’altare in pietra invaso dal muschio, vecchio forse di un migliaio di anni, per poi essere raggiunta dalla destra.
    Un istante mentre la luce faceva da riflesso sulla lama tenuta con la destra dalla druida e poi un colpo secco.
    Dal palmo sinistro della ragazza sarebbero discese lacrime cremisi che avrebbero dovuto sancire nel dolore del sacrificio quella tacita richiesta d’aiuto all’aesir che aveva fatto della lotta all’oscuro la sua missione.

    […]



    La richiesta di Victoria avrebbe raggiunto Marina a rituale ormai concluso. Con la destra a massaggiare le bende che le avevano avvolto la ferita in un morbido tepore, la druida si era concessa solo un’ultima occhiata all’enorme tempio prima di accettare.
    Non sapeva se gli dei sarebbero stati con lei, ma era certa che senza quell’assenza di certezze la sua fede sarebbe stata alla stregua della scienza.
    «Buonasera, signore, signori. Marina Stonebrug, druida, qui per aiutarvi».
    Avrebbe raggiunto il punto di incontro da sola, un sacro drappo di un blu Marino ad abbracciarle l’incarnato ceramico come avrebbe fatto un’ombra abissale nel più angusto degli abissi. L’anello di Jorth a coronarle l’anulare, quasi a sancire il suo sposalizio con il divino, e il veleno di Velenottero celato tra le pieghe del suo abito, a ricordare al mondo intero come quella creatura tanto luminosa fosse più simile a una infida rana pescatrice che a un’innocua lucciola.
    «Preside Burke, mi scusi il disturbo».
    Qualora la donna avesse acconsentito, Marina avrebbe poi continuato.
    «Conosco la gravità e la potenza del nemico che ci attende e ho fatto il possibile per scoprirne di più, seppur con scarsi risultati. Lei ha qualche informazione non nota da condividere con noi?».
    Il tragitto sarebbe stato lungo e avrebbe messo alla prova persino il più terribile dei guerrieri, ma non certo chi aveva fatto della fede la sua bussola e ragione d’essere.
    Giunti nel ventre del portale fu proprio una scena di fede ad attirarne le attenzioni. Mentre il giovane Black, la cui presenza era già un motivo sufficiente per sopravvivere, interagiva con la sabbia, il professor Black studiava il faro, e il professor De Long Prée le figure, lei decise di dedicarsi a ciò che conosceva meglio: gli elementi.
    Portando il cannocchiale all'occhio avrebbe atteso per analizzare tutto ciò la separasse dal piccolo gruppo non tanto per notare trappole o altro, quanto più per cercare di cogliere dettagli che non aveva ancora notato. Alterazioni nello spazio, tipiche delle disillusioni, o tremori nella sabbia a tradire eventuali predatori celati.
    «Preside, se me ne darà il permesso, posso cercare di analizzare gli elementi che ci circondano».
    Solo allora avrebbe fatto appello al suo terzo occhio per cercare di cogliere qualsiasi informazione utile su qualsiasi affanno stesse contaminando quel luogo.
    Il primo passo per sconfiggere un nemico è conoscerlo.



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    Azioni -
    Saluta i presenti e si tiene spaventosamente vicina a Victoria

    Azione 1: prega Thor affinché la aiuti a difendere Denrise - Carisma = 40
    Skill: divinatore
    Quirk: nessuno ma...
    CITAZIONE
    Le Mezze-Veela possiedono poteri affini a quelli delle veela purosangue, tanto che hanno un enorme ascendente sui maschi (+3 a Carisma se tentano di convincere un uomo).

    Mezzazione: Check di percezione verso le figure e il mare, o altro qualora il master lo reputi adatto, propedeutico alla seconda azione Intuito = 32
    Skill: divinatore
    Quirk:

    Azione 2: Se Victoria non ha nulla da obiettare, cerca di percepire gli spiriti elementali presenti in quel luogo nel tentativo di comprenderne di più delle eventuali alterazioni elementali Intuito = 32
    Skill: divinatore, omnioji (se approvata)
    Quirk:
    CITAZIONE
    Il mago ha affinato il suo terzo occhio fino a portare la propria affinità con la Natura ad un livello superiore, potendo comunicare, concentrandosi ed investendo un’azione, con gli spiriti elementali: captando la loro voce potrà intuire dove siano degli elementi, vicini a lui, ma non visibili ad occhio nudo e di quali elementi si tratti, compresi i sottotipi.

    Statistiche
    Coraggio: 21
    Empatia: 29 + 1 (Anello di Jorth)
    Intelligenza: 32
    Resistenza: 28
    Tecnica: 20
    Intuito: 32
    Destrezza: 20
    Carisma: 35 + 5 (Post conversione) = 40

    Statistiche
    - Magiastronomo
    - Resilienza
    - Divinatore
    - Magiecologo

    Equip
    - Anello con bronzite di jorth: anello sacro alla dea della terra. +2 agli incanti di terra; +1PP empatia
    - Veleno di velenottero
    - Set da navigatrice

    - Bacchetta, free
  12. .
    Denrise
    Marina Stonebrug
    "Eventually, everything connects."



    Quello che da prima era stato un sussurro si tramutò in un concerto tanto potente da mettere in crisi le fondamenta stesse della torre.
    Se il bastione si sarebbe potuto piegare sotto al carisma e al fascino dell’auror, lo stesso non poteva dirsi della druida dagli occhi di ciano e l’animo di ghiaccio.
    Non concesse alle iridi quartiere necessario per vibrare scosse dal vento dell’esitazioni, ormai puntate su Thomas come un paio di manette avrebbero fatto premendo contro i polsi di un prigioniero.
    Era quella dedizione, prima ancora dell’udito, che le avrebbe permesso di cogliere ogni nota con cui l’auror stava dando colore al fuoco della passione. Fiamme, si, di cui raramente ci si sarebbe potuto privare, quasi fossero acqua per il naufrago.
    «Temo che le persone, dotate di magia o meno, tendano a ricercare nell’agio a loro disposizione risposte alla loro portata per l’oggi senza dare l’opportuno peso a quali domande queste scelte porteranno un domani».
    Le dita raggiunsero i fianchi premendo quel poco che bastò affinché i tessuti finissero a rivestire la sagoma di carne e lascivia che dava carattere alle forme della druida.
    Scosse da una risata che le gonfiò il petto per poi chetarsi con un tintinnio delle maniche, la negoziante si ritrovò a malincuore a dover dare forma alla sua vocazione al commercio.
    «Non proprio.
    Le dimensioni contano»
    .
    E nel dirlo mosse i passi necessari per poi colmare le distanze fino a portarsi al fianco del ragazzo, puntellando con gli occhi da prima i suoi luminosi anelli d’acero e solo allora le varie mappe.
    «La versione Free Trial ricopre un intero piano e risulterebbe dunque perfetta per proteggere una villa. L’aggiornamento For Dummies si spinge a un intero edificio e per questo si adatta a templi maledetti o interi hotel. Pro, invece, abbraccia un intero villaggio o città e - per questo - viene usata da diversi popoli del mare. I più ricchi tra loro, invece, mi commissionano la versione OP, in grado di vegliare su un’intera isola ».
    Le applicazioni di un oggetto simile erano molteplici. Marina le apprezzava particolarmente su una nave quando, grazie ai poteri divinatori, permettevano di anticipare l’arrivo di mostri marini con chilometri di anticipo.
    «Guarda».
    La mano sarebbe passata sulla versione più basic della mappa e, dove l’ombra scompariva, sarebbe comparsa una piantina nell’enorme stanza in cui i due si trovavano.
    Una fiamma di un viola affilato come un cespuglio di bosco indicava la posizione di Marina e un’altra, del colore più adatto a rappresentare Thomas, quella del ragazzo.






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  13. .
    Denrise
    Marina Stonebrug
    "Eventually, everything connects."

    Coloro che trovano gioia nel distruggere le altrui credenze vengono spesso appellati come 'avvocati del diavolo'. Persone pericolose, se avute come nemici, opportunità imperdibili, se esiste la possibilità di averle al proprio fianco.
    Marina sapeva valutare una rotta come un investimento ed entrambi le doti si erano rivelate infinitamente utili nel suo mestiere. Se la cavava anche con le persone, la druida, ma non abbastanza da cogliere come la natura dell'altro potesse coincidere con quella di un avvocato del diavolo.
    Ma del resto, lei, era più simile a un demone tentatore che a un innocuo angelo, e la cosa non le avrebbe generato astio. Anzi.
    «Se non del progresso, le idee sono certamente il motore dei pochi sviluppi - tra persone o meno - che meritano di essere ricordati».
    Non sapeva quanto l'altro fosse appassionato alla magia nella sua forma più intrinseca, quella che oltre alla manifestazione costituiva le vere trame di energia che solo un essere magico sapevano piegare. Lei, dal canto suo, ne sapeva rimanere estremamente affascinata, come qualsiasi cosa potesse prevedere la sperimentazione.
    «Sarò lieta di mostrargli ogni dettaglio».
    Cantilenò lei, sillabando ogni parola con la sua voce al retrogusto di miele, mentre un sorriso compiaciuto tornò ad arricciarle la labbra decorando l'algido volto di lievi fossette.
    Mentre le mani raggiunsero la mappa, un lieve cenno del capo suggerì all'altro di seguirla. Pochi passi avrebbero portato i due ai piedi di un'enorme finestra circolare che dava sul Villaggio in tutto il suo splendore. Dal tempio alle case, dalle ville al porto, e fu proprio verso questo che l'artefatto venne sollevato.
    «In modo similare a una lente, le basterà puntare la mappa su un bersaglio... concentrarsi... e lei farà il resto».
    Una delle drakkar ormeggiate aveva al suo interno un'enorme gabbia incantata le cui sbarre fungevano da prigione per quello che sembrava essere un Erumpent giovanile. Non era raro vedere un attivo commercio di creature magiche a Denrise, sopratutto se utilizzabili come famigli.
    In una questione di istanti, sulla superficie della mappa ricomparve il disegno dell'Erumpent ma diverse parti del suo corpo erano cosparse di scritti o cerchi, quasi a volerle evidenziare. Della corazza si diceva che fosse meglio evitare di colpirla, salvo con colpi penetranti infinitamente precisi, perché altrimenti il colpo sarebbe rimbalzato indietro. Gli occhi, invece, privi della pelle coriacea sarebbero stato un buon punto su cui riversare l'offensiva, sopratutto tramite incanti mentali. Le giunture della bestia, poi, per sorreggere tal peso dovevano anche essere particolarmente allenate.
    «Sarò libera alle diciannove».
    Qualche secondo.
    «E mezza».
    Capitava di rado che un negozio restasse aperto così a lungo e, probabilmente, Marina avrebbe chiuso almeno un'ora prima. Di contro avrebbe avuto bisogno di più di un minuto per tirarsi a lucido.
    Del resto, anche un demone tentatore tanto esperto quanto lei avrebbe dovuto sfruttare ogni suo asso nella manica per tentare un avvocato del diavolo tanto sveglio come Edward.


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  14. .
    Denrise
    Marina Stonebrug
    "Eventually, everything connects."

    Non temeva il diverso, Marina, al contrario ne rimaneva affascinata.
    Di Thomas Richenford avrebbe potuto dire molto anche dopo una semplice occhiata. Il portamento e i modi rivelarono come il ragazzo non fosse di Denrise, ad esempio. La sicurezza con cui reagì ai modi del predone, poi, tradirono un certo spessore caratteriale, tipico del lupo che non ha bisogno di abbaiare per ricordare al resto del branco come fosse lui a essere l'alpha. Lo sguardo, disteso lento sul corpo della negoziante, infine, mise dunque in mostra quanto il probabile acquirente preferisse seguire il cuore alla ragione.
    Tutte qualità interessanti, sopratutto se il rapporto tra i due non si fosse limitato a quello d'un semplice acquisto.
    «La ringrazio, signore».
    Lente come le onde di una fascia di bonaccia, le mani si sollevarono come cullate dal vento a indicare disegni e glifi impressi nelle mura dell'Osservatorio. A una prima occhiata sarebbe stato possibile notare come il bordo dei simboli pulsasse di una tiepida luce celeste e, senza faticare con l'ingegno, sarebbe stato facile intuire quanto la loro natura fosse magica.
    «Si, la temperatura è merito mio. O quasi.
    Mi sono limitata a imprigionare venti primaverili a sufficienza da rilasciare al momento opportuno, ovvero in questa torrida estate»
    .
    Concluse la spiegazione con un sorriso per poi portare l'ultima falange del medio dietro una ciocca di capelli che venne cullata subito dopo dietro il lombo d'un orecchio.
    Un gesto di poco conto, forse, che avrebbe tradito il desiderio di non perdersi una singola parola tra quelle che Thomas avrebbe potuto sussurrare.
    Le bastò comprendere gli intenti dell'altro per sprigionare sull'algido volto di cristallo una smorfia soddisfatta, la stessa di un'amante che poteva dirsi certa di sapere come soddisfare l'amante.
    «So cosa farebbe per lei».
    La mano venne portata sul fianco e il pollice andò a liberare la bacchetta dalla fodera che la teneva prigioniera. Con le dita ad accarezzare il rigido legno, pochi gesti bastarono alla strega per far venire nella sua direzioni delle levitanti carte incantate.
    «Queste sono delle mappe del malandrino. Possono rivelare la posizione e il colore dell'aura dei soggetti nei paraggi.
    Sfortunatamente non rivelano il nome, ma se la userà per studiare l'aura di eventuali criminali, potrà avere grandi possibilità di riconoscerli anche sotto polisucco»
    .
    Lasciò quelle parole libere di riecheggiare, avide del desiderio di colmare le distanze che separavano lui da lei, per poi continuare con una frase sorretta da un sorriso.
    «È qualcosa di simile, che cerca, o preferisce che le mostri altro?».


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  15. .
    Denrise
    Marina Stonebrug
    "Eventually, everything connects."

    Con quei capelli d'oro antico e quelle iridi di zaffiri preziosi, Edward avrebbe saputo dare valore e pregio a qualsiasi detto, persino il più popolare.
    Proprio per questo Marina si ritrovò a sorridere, le mani a sorreggerle il mento e le labbra intrecciate come i petali di una rosa.
    «Capita di rado incontrare persone che approcciano diplomazia e interazioni sociali con un fare così sopraffino, signore».
    Rivelò lei, tanto delicata nei tomi quanto nel movimento che la riportò eretta con la schiena, mostrandola in tutta la sua altezza e assenza di spigoli.
    «Edward Heart, soprannominato Darkness, non le nego di aver già sentito parlare di lei».
    E la leggerezza con cui fece scivolare quelle parole tra i suoi respiri lasciava intuire quanto fosse sincera. Del resto, di Ulwandile Isigodi aveva letto quanto nella stessa misura aveva indagato: dalle domande a Sigurth, il predone, al convocare addirittura una Valchiria, messaggera del padre degli dei.
    «Un uomo dalle idee chiare che non teme il combattimento, vedo».
    Le scelte di un cliente rivelavano di lui quel poco che bastava per accendere in Marina una sana vena di curiosità. Mentre lo sguardo del colore di cielo continuava a studiare la slanciata figura dell'Heart, la mano destra accarezzò la base della bacchetta, disegnando poi glifi a mezz'aria accompagnati da un incanto.
    «Accio mappa dell'aggressore».
    Con il suono di una serpe, l'oggetto sarebbe scivolato di fronte alla negoziante, per poi levitarle tra seno e bancone. Edward avrebbe avuto modo di esaminare la mappa e, se non avesse avuto nulla da ridire, Marina si sarebbe prestata a incantarla.
    «Sono lieta di fare la sua conoscenza. Temo che degli Heart abbia avuto solo il piacere di conoscere suo fratello in una situazione che, sfortunatamente, ci ha dato comunque poco modo di conoscerci a pieno».
    Della discesa negli abissi di Denrise si era parlato molto e, a breve, la situazione avrebbe dovuto richiedere una soluzione. In un modo o nell'altro. Eppure, per ora, le priorità della negoziante erano altre.
    Soddisfare il suo cliente, in primis.
    «Sfortunatamente non ho avuto modo di prendere parte alla spedizione verso Ulwandile Isigodi. Lei si? Sarebbe interessante ascoltare la sua storia, magari alla fine del mio turno».
    Sibilò, con un tono che l'altro avrebbe potuto percepire più vicino all'animo che all'udito.
    «Posso aiutarla con altro?».


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40 replies since 17/8/2021
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