Non proprio un vero acquisto!

Thomas&Marina

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    Ok, come si poteva essere così coglioni da dare appuntamento a qualcuno senza neanche chiedere il nome alla persona alla quale si era dato appuntamento? Ecco, aveva anche cercato la ragazza da per tutto, e si
    era anche ricordato che era inutile che la cercava da per tutto perché lei aveva detto che non aveva telefoni
    o cose del genere. Stranissima abitudine dei densiriani che non tantissimo capiva, a dire il vero. Comunque,
    l’unica soluzione, era spendere altri soldi e tornare all’osservatorio. Questa volta la trafila per andare a
    Denrise era stata così assurda che Thomas, quando arrivò sull’isola quasi voleva tornarsene a Londra. Come
    diavolo gliene teneva anche solo di fare tutti quei controlli e di prendersi tutti quegli insulti per andare a
    spendere altri soldi, per una ragazza di cui non conosceva neanche il nome. Ecco, sai che figata se alla fine
    della fiera non ci fosse neanche stata lei ma qualche altra commessa o un commesso antipatico, vecchio,
    brutto e che gli avrebbe sputato anche in faccia? Cavolo se era rischioso quello che faceva, ma oramai era li
    e non aveva nessuna intenzione di tirarsi indietro. Questa volta, con se, portò un fiore, precisamente un
    girasole. Era incantato, il suo profumo ricordava la cannella, il thè e le zucche, insomma l’autunno, la
    stagione preferita dell’auror. Quando entrò nell’osservatorio, si guardò comunque intorno, era qualcosa di
    spettacolare e quell’area primaverile, in netto contrasto con il caldo asfissiante che c’era fuori, lo pervase
    completamente. Cosa doveva comprare quella, volta? Certo che era proprio un americano, non c’era niente
    da fare. Si avvicinò con una certa sicurezza al bancone e se la ragazza fosse stata dietro lo stesso le avrebbe
    porto il fiore con un gran sorriso. Per te! E per il fatto che ti ho invitata a prendere una
    birra senza neanche dirti come mi chiamo, o sapere come ti chiami!
    Era qualcosa di indicibile quel
    ragazzo. Thomas Richenford. E tu? Ed eccola la. Aveva recuperato, no? Adesso
    aveva un fiore e il suo nome, e la sua stagione preferita, nel fiore che Thomas pensava la rappresentasse di
    più. Assurdo.
    Thomas Richenford

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    Thomas Richenford - 21 anni
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    Marina Stonebrug
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    Sulla fede ne aveva sentite molte, forse troppe. Alcuni esperti di teologia che aveva avuto modo di incontrare nei suoi viaggi attorno al globo le avevano insegnato tanto a riguardo. Ciò che rendeva quell'elemento di ogni religione o credo tanto importante per quest'ultimi era il sacrificio insito nel privarsi di qualcosa nel nome di più grande. La fatica dava onore alla fede perché senza di essa questa era una semplice ammissione d'intenti senza alcun peso o spessore. Spingersi a tornare da Londra fino a Denrise per concedere un nome, in un mondo di messaggeri elementali o patronus parlanti, non era cosa da poco, anzi, tutt'altro; e fu con un enorme sforzo mentale e d'umiltà che Marina Stonebrug - druida e proprietaria dell'Osservatorio - si spinse a credere che Thomas fosse semplicemente in villeggiatura nella sua isola per qualche giorno.
    Situazione improbabile data la tensione che da mesi spaccava Denrise dal ministero, ma non impossibile. Con il giusto ammontare di fede niente lo era.
    Almeno in teoria.
    «Salve, benvenuto all'Osservatorio. Marina Stoneburg, qui per... servirla?».
    La decisione che era solita dare struttura alle affilate parole che abbandanavo le sue labbra si fece più morbida, costrette in forme di dubbio e indecisione, mentre le pupille acquistavano spessore e il sorriso sulle sue labbra conquistava onestà.
    Solo allora la destra si tese verso l'auror mentre le dita si spalancavano come i petali di un fiore. Con l'eleganza della stessa natura le presa avvolse il gambo con delicatezza, passando il pollice sulla rigida forma di quel verde smeraldo, mentre quell'invitante profumo prese a catturarne l'attenzione, ma non abbastanza da oscurare il virile fascino di Thomas.
    «Chi va per mare si abitua facilmente a provare emozioni intense con persone di cui mesi dopo non ricorda più il nome, forse perché mai saputo o perché intenti entrambi a reprimere qualche mostro marino».
    Il gomito si piegò lasciando ai petali del girasole modo di accarezzare le tiepide labbra della druida celando il mezzo sorriso in cui ora si erano tese.
    «Immagino che siano state le mappe, a colpirti o distrarti, giusto?».
    Il braccio si fece morbido e il gambo scivolò a un dito della scollatura del seno mentre il fiore accarezzava la pelle.
    «Ma comunque grazie del fiore. Dove lo hai colto?».
    Da una druida ci si doveva aspettare che questa conoscesse ogni dettaglio di piante o funghi ma Marina, per quanto se la cavasse a maneggiare entrambi, aveva rivolto il grosso dei suoi studi sul cielo, gli astri, e gli abitanti di entrambi.
    «Marina Stonebrug, e prima di chiederti a cos'altro tu sia interessato, posso offrirti qualcosa per soddisfare la tua sete?».
    Pronunciò quelle parole mentre la destra si apprestava ad avvolgere l'ebano del suo catalizzatore mentre, con pochi ma decisi gesti, quest'ultimo prese a tracciare ghirigori su ghirigori. Così, mentre la sinistra allentava la presa sul gambo del girasole, la poca umidità che pregnava l'aria finì per condensarsi in farfalle d'acqua traslucida che, radunandosi alla base di questa, formarono una sfera d'acqua che avrebbe agito come vaso per mantenere il fiore idratato.
    «Stai passando le tue vacanze sull'isola?».


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    Non poteva farci davvero niente, Thomas era una persona spontanea e trasparente. Bastava guardarlo davvero negli occhi per capire le sue intenzioni, che comunque non erano mai veramente così brutte. Era rimasto semplicemente affascinato e stregato dai suoi modi di fare. Aveva semplicemente capito, che forse, non poteva aspettare quando davvero gli sarebbe servito qualco'altro da li dentro, ma voleva conocere quella creatura che sembrava un angelo, ma che sicuramente, granzie anche alla sua natura da densiriana, nascondeva sicuramente una natura molto più focosa di un semplice angioletto. Comunque, Thomas era una persona, di per se, semplice ma curiosa. Ottneva sempre tutto quello che voleva, ma per il semplice motivo che era una persona gentile, garbata, simpatica, educata, niente a che vedere con l'arroganza, si sarebbe scusato anche se solo lei si fosse sentita offesa per la sua presenza. Era un ragazzo scaltro, che sapeva il fatto suo ma al quale non piaceva veramente per niente calpestare gli altri. Però, questo suo modo di essere lo portava a non avere nessun interesse in particolare, nessuna persona lo colpiva in maniera tale da distrarlo totalmente o comunque da fargli prendere davvero una botta in testa di quelle serie. Marina, ci era riuscita. Da quando era uscito con quella mappa da quel posto, non aveva fatto altro che fantasticare su quella ragazza e non solo perchè era bella da morire, ma perchè era seriamente una persona interessante. Il suo modo di fare, il suo modo gentile anche di imporsi, il fatto che aveva messo apposto quell'omone con un solo gesto della mano, il fatto che venisse anche rispettata da quei densiriani che riuscivano solamente a capire il medioevo! Insomma non voleva offendere la sua stessa gente, ma erano veramente rozzi e retrocrati e lei era stata una libellula, bellissima e letale. Quando le porse il fuore si beatò del suo sentirne l'odore, e del suo riporlo in mezzo alla sua scollatura. Thomas era una persona spontanea e di conseguenza non era uno che si faceva problemi a seguire con lo sguardo una mano che infilava un gambo tra due tette. Su queste cose,forse era un pò troppo sfacciato e la cosa non era del tutto elegante. Voi densiriani avete uno strano modo di vivere le vostre missioni, ma è affasciante. Sarebbe anche carino non stare così in conflitto, ma per fortuna, io non sono inglese, ma americano quindi vi capisco meglio! Perchè anche gli americani erano dei rozzi guerrafondai che basta che spaccavano teste ed era tutto bello? Si, effettivamente si, non staccavano teste, ma facevano cadere bombe, ma il concetto era quello, essenzialmente. Poi quella sua domanda retorica lo fece sorridere. Le mappe. Si. Devo ammettere che mi hanno colpito in maniera che non pensavo e che non mi è mai successo. Interessanti come poche. Ammetto anche che per chi come un auror ne vede tante di mappe, venire colpito da una mappa così all'improvviso, ti mette un pò fuori pista. Ecco appunto. Parlava troppo.
    Sarebbe stato bello dirle che il fiore era stato colto in qualche prato in particolare e con qualche intenzione naturalistica strana, ma non era così.In realtà l'ho comprato da un fioraio, e l'ho incantato, per lasciarti comunque qualcosa di me. Londra ha dei parchi, ma niente a che vedere con dei posti incantevoli come questo di Denrise. E quello lo pensava davvero, non lo diceva per fare colpo. In realtà tutto quello che stava dicendo lo pensava per davvero. Sorrise ancora alla ragazza ed annuì prima di guardarla agitare le mani e fare tutte quelle cose così dannatamete incantevoli. Sorrise ancora e con espressione davvero incantata esclamò un "wao"! Prima di tornare a guardare quegli occhioni grandi e blu e sospirare. In realtà io non sono mai in vacanza, ma Denrise è un luogo che mi piace particolarmente. Ci vengo spesso ad allenarmi, a fare qualche prova con qualche mio amico. Le passeggiate in montagna sono devastanti e possono aumentare piacevolmente la mia resistenza, il lago è un ottimo modo per imparare qualcosa sulle piante ed i veleni, e il mare. Beh, credo che la spiaggia sia il mio posto preferito. Li ci vado per pensare. Ammise poi guardandosi ancora intorno. Questo posto lo gestisci interamente tu? E qual è il tuo posto preferito qui a denrise? Chiese poi posandosi con un fianco sul bancone, giusto per stare un pò più comodo.
    Thomas Richenford

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    Thomas Richenford - 21 anni
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    Marina sollevò il gomito un'ultima volta per portare la corona di petali a un respiro dal naso, le labbra abbastanza vicine alla superficie del fiore per saggiarne la morbidezza. Celato da quell'ostacolo, un sorriso sbocciò rigoglioso come la foresta eterea ma due volte più enigmatico del mar baltico che abbracciava l'isola.
    Con gli occhi cerulei rivolti verso il basso, Marina non riuscì a non riflettere su quanto fosse il gesto più del dono ad avere valore. Lei era una druida del crepuscolo, circolo antico che credeva nell'equilibrio tra la luce e le tenebre in tutte le sue declinazioni. Spesso esseri come i dissennatori venivano ripudiati dai protettori della natura, quelli come lei - invece - si erano posti il compito di proteggerli fin dove possibile. La sua declinazione in tale missione non aveva preso forma nell'ambito più vivo dei vari campi di studi, come animali o piante, preferendo a questo il più etereo clima, i più letali elementi, e gli infiniti spiriti che vegliano sul nostro piano.
    Eppure, quando l'esigenza lo richiedeva, Marina non esitava a fornire il suo supporto ai druidi che avevano bisogno di un paio di mani in più per occuparsi di questa o quella creatura, come anche di quel particolare cespuglio o albero. In queste occasioni aveva avuto tra le dita fiori di una bellezza devastante, di quelle che non possono essere descritte a parole e la cui stessa memoria fatica a tracciarne l'essenza.
    Il girasole che le aveva portato Thomas era un fiore come tanti altri, nulla a che vedere, ma il fatto che si fosse preso la briga di portarlo all'Osservatorio di Denrise per lei lo rendeva più che speciale.
    «Meglio così. Mi farebbe sentire dannatamente egoista sapere che hai privato un parco del suo fiore per far beare solo me del suo profumo».
    Marina egoista sapeva esserlo, come anche gelosa, al punto che d'un collare sapeva fare più di un semplice mezzo di coercizione. Di contro, non voleva rivelare la sua natura così presto, vuoi perché forse temeva di spaventare l'altro, vuoi perché lei stessa era diversa da ciò che si raccontava per dormire serena la notte.
    «Sulle nostre missioni e il modo di viverle, temo di dover concordare con te, Thomas».
    Sibilò il nome dell'altro, tanto atteso, quasi fosse la più preziosa delle formule. Aveva lasciato continuare l'auror prima di tornare a reguardire su missioni e avventure più per il fascino che la sua voce sapeva esercitare che una passiva voglia di ascoltare. Marina portava il nome del mare e di questo rifletteva più le onde e gli tsunami che la pacata attesa di cui marinai o pirati fortunati si beavano per raggiungere i confini del mondo.
    Il braccio avrebbe perso quota e così il fiore da esso sollevato, in un passaggio che ne sancì nella sinistra una nuova presa mentre la destra si concesse di stringere l'ebano della sua bacchetta. Come una pittrice avrebbe tracciato dei ghirigori nel vuoto la cui sagoma avrebbe ben presto iniziato a sprigionare una luce cerulea e una manifestazione magica nell'arco di secondi.
    Attorno al gambo del fiore l'umidità si sarebbe condensata in una costellazione di lacrime d'acqua via via sempre più numerosa e proficua al punto che, nell'arco di pochi respiri o battiti, un vaso liquido lo avrebbe avvolto fino a metà gambo, assicurando al resto del girasole la possibilità di spuntare indomito verso il cielo che lo richiamava in funzione della sua natura.
    «È la natura delle cose. Serve conflitto affinché le cose cambino e finché il mondo non sarà perfetto, il cambiamento sarà necessario, o questo è almeno quello che in molti credono, anche se sarei curiosa di sentire cosa tu ne pensi al riguardo».
    L'indice della sinistra avrebbe sfiorato il vaso d'acqua un'ultima volta prima che questo potesse continuare a fluttuare nel vuoto che circondava i due, più simili ormai a un sole ruggente che due corpi separati.
    «Siamo troppo giovani per poter influenzare le scelte di chi comanda, temo».
    Avrebbe portato entrambe le mani dietro la schiena, tra bacino e spalle, lasciando la sua sinuova figura adornata dalle generose curve più sottile ma non per questo più facile da ignorare.
    «Hai buon gusto e non lo dico perché sono di questa terra. Negli anni che mi hanno visto formare in giro per il mondo ho scoperto come questa terra sia unica. C'è un motivo per cui i nostri antenati l'hanno scelta».
    Il volto sarebbe ruotato verso destra lasciando lo sguardo libero di perdersi all'orizzonte. Sembrava stesse osservando un bersaglio preciso ma sarebbe stato impossibile decretare chi o cosa avesse catturato le sue attenzione. In buona parte queste - e Thomas poteva esserne certo - erano state già concesse in pegno allo stesso auror.
    «Tra le cose che temo, invece, non c'è quella di scandalizzare un auror come te che certamente avrà già avuto modo di avere a che fare con più di una cultura lontana dalla sua».
    Solo allora gli occhi cerulei sarebbero tornati a intrecciarsi a quelli dell'altro prima di anticipare un sorriso a mezza bocca.
    «Le spiagge, certamente. Conosco alcuni posti di cui sono l'unica frequentatrice. Perfette per meditare. Incredibili per godersi il bacio del sole su ogni centimetro del proprio corpo».
    I druidi preservavano la natura e nei vestiti che usavano nel mentre c'era ben poco di naturale.
    Libersene non era mai stato un problema.
    «L'Osservatorio è forse il mio secondo posto preferito. Delle volte vengo aiutata da spiriti asserviti alla mia famiglia in tempi così antichi che lo stesso villaggio aveva un altro nome. Altre volte alcuni membri della mia famiglia mi danno una mano o magari è qualche mio giovane accolito al tempio dei druidi che, in quelli che voi chiamereste straordinari non retribuiti, ne approfitta per scoprirne di più sulle arti che ho studiato.
    La sua famiglia, invece, di cosa si occupa?»
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    Edited by Marina Stonebrug - 7/11/2022, 11:39
     
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