Un Acquisto per me!

Thomas&Marina

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    La verità era che ci metteva sempre troppo cuore in tutto quello che faceva e di conseguenza ci rimaneva sempre troppo male quando succedevano le cose che lui non prevedeva. Era rientrato a casa, Madison non c’era e soprattutto cominciava, solamente in quel momento, a metabolizzare quello che davvero gli mancava: sua sorella Evelyn. Dio solo sapeva quanto quella rossa mancava in quella casa e soprattutto alla sua stessa persona. Avrebbe voluto raccontagli di tutto quello che gli stava succedendo nella vita e voleva anche dirle che la sua assenza lo aveva destabilizzato: insomma un’altra madre che lo lasciava, o comunque quella giusta e buona che non era più con lui. Ma Thomas non era uno al quale gli piaceva farsi prendere dalla tristezza e di conseguenza decise che andare a Denrise e spendere due trecento galeoni era veramente una cosa buona e giusta. Quindi, dopo almeno due ore tra controlli, navi, densiriani che ti facevano il terzo grado se eri un londinese, auror e sapevano che lo eri, e tutte quelle cose assurde, finalmente arrivò nell’isola. Girò per un po’ a dire il vero e decise, alla fine di entrare nell’osservatorio per due ragioni: la prima non ci era mai stato, la seconda era che forse poteva trovare qualcosa di interessante. Quindi entrò con il suo miglior sorriso e salutò qualsiasi persona ci fosse al suo interno con un bel e vivace Buon pomeriggio! Poi cominciò a guardarsi intorno andando via via verso l’interno del locale. Si morse il labbro varie volte, gli piaceva quel posto. Salve, mi servirebbe qualcosa che mi possa aiutare leggermente nel mio mestiere. Sono un auror, e vengo in pace! Cordiale e carino come sempre, Thomas si avviò verso il bancone per chiedere direttamente aiuto. Tanto alla fine era inutile che girava come una trottola senza capire, esattamente, di cosa si trovasse li dentro. Oggetti estremamente interessanti a dire la verità, ma comunque era meglio andare dritti al sodo e soprattutto, nel caso avere delle spiegazioni immediate. Era un tipo da shopping, quello si, ma sempre un po’ guidato visto che era anche uno che si perdeva nei suoi pensieri e sproloqui.
    Thomas Richenford

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    Thomas Richenford - 21 anni
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    Marina Stonebrug
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    Entrare nell'Osservatorio, per Thomas, fu come varcare la linea che separa la realtà dai sogni. Se della temperatura di Denrise si poteva dire molto, compreso il fatto che il clima - di questi giorni - fosse tanto arido da bruciare anche la pelle del marinaio più navigato o del drago più giovane -, della lieve brezza che vegliava all'interno dell'Osservatorio ci potremmo limitare a dire il sufficiente, ovvero che accarezzava gli ospiti del negozio come farebbe un'amorevole madre in un fresco pomeriggio di Primavera.
    Per un ragazzo attento come il Richenford sarebbe risultato facile concludere come l'idilliaco clima di quel luogo fosse dovuto agli incanti di qualche esperto d'elementi o astronomia, ma su questo torneremo in un secondo momento.
    Perché, sebbene l'auror fosse pieno d'entusiasmo, lo stesso non poteva dirsi del primo denrisiano che incontrò. Un uomo grosso come un'armadio, alto almeno un piede in più dell'americano, con una pelle tanto spessa da ricordare la cotenna di un cinghiale marino.
    «Fottuti inglesi».
    Il predone - data la stazza, questo doveva essere il suo mestiere - fece ruggire la gola come sono soliti fare i leoni prima di menare la prima artigliata che sancirà l'inizio dello scontro con qualche rivale.
    Dunque, fece per sputare contro Thomas.
    Una palla di catarro, delle dimensioni di un proiettile, fece per volare contro il volto dell'americano.
    Poi si fermò.
    A mezz'aria.
    Come se il tempo non fosse più una costante.
    E, quasi come se quest'ultimo dovesse rivolgersi, lo sputo tornò indietro, colpendo nell'occhio il predone.
    «Nel mio osservatorio si osservano le mie regole».
    Voltando il capo in direzione di questa voce al sapore d'estate, Thomas avrebbe notato una figura slanciata come la principessa di qualche raccolto. Piedi e talloni fasciati da sandali estivi, risalendo questi due fiumi di una pelle candida come il latte, il ragazzo avrebbe notato un vestito a fantasia - richiamante la coda di un pavone - tanto trasparente da lasciare intravedere le forme del suo fisico - così come l'assenza di un reggiseno -.
    La mano destra reggeva una bacchetta, portata al fianco in un gesto lento che scosse la collana in pietre di cianite e i capelli d'un bruno ruggente.
    Gli occhi, del colore del cielo primaverile, calarono lenti sul Predone che fece per dire qualcosa salvo poi tacere e uscire dal locale.
    «Bene».
    Solo allora Marina si concentrò pienamente, anima e corpo, sul ragazzo, sfoggiando un sorriso ad addolcirgli zigomi e sguardo da mezza veela.
    Alle sue spalle un listino elencava i prodotti del negozio, ma nessuno li conosceva meglio di chi il negozio lo possedeva, e ora Thomas questa persona l'aveva davanti.
    «Marina Stonebrug, proprietaria dell'Osservatorio, lieta di servirla. Ha già in mente qualcosa di particolare?».


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    Sapeva che gli inglesi non erano davvero i benvenuti in quell'isola e sapeva che dopo quello che aveva fatto Cora, nesusno era il benvenuto a Denrise se non i densiriani, ed anche li bisognava fare una selezione. Erano sempre stati un popolo che Thomas ammirava moltissimo, un pò si riconosceva in quelle loro credenze ed usanze, in fondo gli americani erano fin troppo patrioti, belligeranti e soprattutto grezzi, dai modi non proprio elegantissimi. Non erano mai stati aristocratici come lo erano i londinesi e si erano sempre vantati dei loro soldi, delle loro conquiste e delle loro ricchezze d'animo, anche se alla fine loro facevano come volevano e poi andavano a dichiarare diriti umani fondamentali negli altri paesi. L'europa era la loro meta preferita per quelle cazzate: in fondo gli europei venivano da una storia romantica, piena di dibattiti letterari ed era la culla della cultura, se non erano loro a bersi tutte quelle stronzate sui diritti umani dettati da americani, chi popolo poteva mai farlo? Ma non era quello il momento per pensare a tutto quel dibattito che aveva in testa. Sorrise entrando in quel luogo che sembrava quasi avere un altro clima, e forse, per il fatto che gli venne da respirare e non da soffocare vivo, era proprio così. Si stava guardando in giro, stava cercando di capire esattamente cosa e come lo voleva, per dirlo magari a qualche proprietario o commesso che nel frattempo si fosse rivelato a lui, quando vide quell'omone gigante. Stava per dire qualcosa di gentile e di ammirevole, ma dopo aver sentito quelle parole vide un tocco di catarro arrivargli quasi dritto in faccia, non fece altro che pararsi con una mano, anche se quel tocco venne rispedito direttamente al mittente. E comunque non sono un inglese, ma sono americano!E... Stava per finire la frase, ma questo stava guardando la voce che aveva proferito parola, lui si era girato e vedendo tutto quello le sue parole morirono direttamente dentro la sua gola. Era stratosferica quella ragazza. Oh, grazie! Insomma non sarebbe stato carino ricevere tutto quella roba in faccia! Ammise sorridendole cortesemente, e quando lo ammonì in quel modo e l'omone se ne andò, Thomas non fece altro che mordersi appena il labbro ed ammirare quello che c'era sotto quel vestito poco coprente e comunque che non avrebbe potuto coprire assolutamente niente. Ma non voleva sembrare un maleducato. Complimenti per il negozio! E l'ossigeno che si respira ad una temperatura umana è merito tuo? Chiese poi allargando un pò il colletto della sua camicia. Sorrise ancora alla sua domanda e poi face un lungo sospiro.In realtà non ho niente di particolare in mente, ed adesso che ti guardo sono anche abbastanza distratto, ma! come ho detto, mi servirebbe qualcosa che mi aiuti nel mio mestiere. Ultimamente le missioni sono diventate sempre più assurde e pericolose e... ecco cercavo qualcosa che mi faccia vedere le persone esattamente dove sono, poi se rivelassero anche la loro vera identità sarebbe perfetto, ma mi accontento anche solo della prima caratteristica!Aggiunse poi soffermandosi su quegli occhioni azzurri. Era veramente ipnotica.
    Thomas Richenford

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    Thomas Richenford - 21 anni
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    Non temeva il diverso, Marina, al contrario ne rimaneva affascinata.
    Di Thomas Richenford avrebbe potuto dire molto anche dopo una semplice occhiata. Il portamento e i modi rivelarono come il ragazzo non fosse di Denrise, ad esempio. La sicurezza con cui reagì ai modi del predone, poi, tradirono un certo spessore caratteriale, tipico del lupo che non ha bisogno di abbaiare per ricordare al resto del branco come fosse lui a essere l'alpha. Lo sguardo, disteso lento sul corpo della negoziante, infine, mise dunque in mostra quanto il probabile acquirente preferisse seguire il cuore alla ragione.
    Tutte qualità interessanti, sopratutto se il rapporto tra i due non si fosse limitato a quello d'un semplice acquisto.
    «La ringrazio, signore».
    Lente come le onde di una fascia di bonaccia, le mani si sollevarono come cullate dal vento a indicare disegni e glifi impressi nelle mura dell'Osservatorio. A una prima occhiata sarebbe stato possibile notare come il bordo dei simboli pulsasse di una tiepida luce celeste e, senza faticare con l'ingegno, sarebbe stato facile intuire quanto la loro natura fosse magica.
    «Si, la temperatura è merito mio. O quasi.
    Mi sono limitata a imprigionare venti primaverili a sufficienza da rilasciare al momento opportuno, ovvero in questa torrida estate»
    .
    Concluse la spiegazione con un sorriso per poi portare l'ultima falange del medio dietro una ciocca di capelli che venne cullata subito dopo dietro il lombo d'un orecchio.
    Un gesto di poco conto, forse, che avrebbe tradito il desiderio di non perdersi una singola parola tra quelle che Thomas avrebbe potuto sussurrare.
    Le bastò comprendere gli intenti dell'altro per sprigionare sull'algido volto di cristallo una smorfia soddisfatta, la stessa di un'amante che poteva dirsi certa di sapere come soddisfare l'amante.
    «So cosa farebbe per lei».
    La mano venne portata sul fianco e il pollice andò a liberare la bacchetta dalla fodera che la teneva prigioniera. Con le dita ad accarezzare il rigido legno, pochi gesti bastarono alla strega per far venire nella sua direzioni delle levitanti carte incantate.
    «Queste sono delle mappe del malandrino. Possono rivelare la posizione e il colore dell'aura dei soggetti nei paraggi.
    Sfortunatamente non rivelano il nome, ma se la userà per studiare l'aura di eventuali criminali, potrà avere grandi possibilità di riconoscerli anche sotto polisucco»
    .
    Lasciò quelle parole libere di riecheggiare, avide del desiderio di colmare le distanze che separavano lui da lei, per poi continuare con una frase sorretta da un sorriso.
    «È qualcosa di simile, che cerca, o preferisce che le mostri altro?».


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    Era un auror e di conseguenza era nella sua natura stare attento ai dettagli e quello che vedeva davanti a lui non solo lo mandava completamente in tilt, ma gli faceva dimenticare completamente il perchè di quel momento. Per quanto fosse un ragazzino attento e servile, Thomas era pur sempre una persona che si lasciava andare, troppo spesso e troppo facilmente, ai piaceri della vita, il sesso era il suo punto debole, e le belle ragazze, le ragazze come lei lo erano davvero, davvero senza riserve. Era gentile, era bella, era competente, si sapeva esprimere, era autoritaria, e seppur sembrasse una ragazzina si vedeva lontano un miglio che avesse un coraggio ed una determinazione che neanche un omone come quello di prima, con tanto di catarro pronto a fuoriuscire dalla bocca, le metteva paura. Aveva detto che nel suo negozio dovevano seguirsi le sue regole e Thomas aveva già una mezza erezione per quelle parole, poi con quel non vestito, e quegli occhi come il mare, e quelle movenze come se fosse la figlia della dea Athena (ciao percy), mancava un tocco e sarebbe venuto. Ma si ricompose, insomma non doveva essere poi così evidente, quindi, alla fine, il tutto poteva essere rachiuso con un sorriso stampatissimo in faccia e degli sguardi eloquenti su di lei. Non voleva essere molesto, anche perchè non era nel suo carattere, cioè, poi dipendeva da cosa si intedesse per molestia, ma in quel momento tutto voleva tranne che sembrare uno di quegli americani a caccia di botte. Igegnosa. Mi piace. Negli altri negozi trovi solamente aria condizionata che finisce per farti del male e dare un'altra bella mazzata all'ambiente! Disse poi distogliendo per qualche attimo lo sguardo, ma solo per beatarsi dei simboli e di tutto quel posto che sembrava essere comunque così assolutamente curato e disordinato allo stesso tempo. Si voltò verso di lei nel momento in cui disse che sapeva cosa fare per lui. Si avvicinò al bancone dove lei gli fece vedere delle mappe del malandrino molto, molto interessanti. Poi sorrise appena per la spiegazione ed i suoi occhi scuri si alzarono verso quelli chiari di lei, mentre guardava semplicemente quella mappa e pensava che effettivamente non sarebbe stata male. Chissà quante persone si sarebbero potute salvare nelle missioni precedenti, chissà quante persone potevano davvero essere viste prima e impriginate prima. Oh! Ci sa proprio fare. Senza neanche saperlo mi ha dato esattamente quello che cercavo. Poi per "l'altro" ci potremmo mettere d'accordo! Lo disse in maniera spiritosa e sentendosi anche un idiota a dire il vero, ma Thomas era fatto in quel modo. Non riusciva a non fare il "cretino" quando aveva di fronte una come lei. Era bella, interessante e cavolo! Aveva sempre a che fare con tipi super rozzi, quindi a volte, flertare un pò e prendersi dei complimenti non doveva essere così brutto. Anche se poi, pensandoci non era del tutto un complimento. Era stato sessista? Forse un pò, ma il suo tono diceva esattamente altro, anche perchè mentre le rivolgeva quelle parole, l'aveva guardata dritta in quegli occhioni blu e non in altre parti. Sono tutte uguali, oppure si differenziano per qualcosa? Chiese poi interessato e tradendo, forse, un pò di imbarazzo per quello che aveva detto poco prima.
    Thomas Richenford

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    Thomas Richenford - 21 anni
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    Marina Stonebrug
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    Quello che da prima era stato un sussurro si tramutò in un concerto tanto potente da mettere in crisi le fondamenta stesse della torre.
    Se il bastione si sarebbe potuto piegare sotto al carisma e al fascino dell’auror, lo stesso non poteva dirsi della druida dagli occhi di ciano e l’animo di ghiaccio.
    Non concesse alle iridi quartiere necessario per vibrare scosse dal vento dell’esitazioni, ormai puntate su Thomas come un paio di manette avrebbero fatto premendo contro i polsi di un prigioniero.
    Era quella dedizione, prima ancora dell’udito, che le avrebbe permesso di cogliere ogni nota con cui l’auror stava dando colore al fuoco della passione. Fiamme, si, di cui raramente ci si sarebbe potuto privare, quasi fossero acqua per il naufrago.
    «Temo che le persone, dotate di magia o meno, tendano a ricercare nell’agio a loro disposizione risposte alla loro portata per l’oggi senza dare l’opportuno peso a quali domande queste scelte porteranno un domani».
    Le dita raggiunsero i fianchi premendo quel poco che bastò affinché i tessuti finissero a rivestire la sagoma di carne e lascivia che dava carattere alle forme della druida.
    Scosse da una risata che le gonfiò il petto per poi chetarsi con un tintinnio delle maniche, la negoziante si ritrovò a malincuore a dover dare forma alla sua vocazione al commercio.
    «Non proprio.
    Le dimensioni contano»
    .
    E nel dirlo mosse i passi necessari per poi colmare le distanze fino a portarsi al fianco del ragazzo, puntellando con gli occhi da prima i suoi luminosi anelli d’acero e solo allora le varie mappe.
    «La versione Free Trial ricopre un intero piano e risulterebbe dunque perfetta per proteggere una villa. L’aggiornamento For Dummies si spinge a un intero edificio e per questo si adatta a templi maledetti o interi hotel. Pro, invece, abbraccia un intero villaggio o città e - per questo - viene usata da diversi popoli del mare. I più ricchi tra loro, invece, mi commissionano la versione OP, in grado di vegliare su un’intera isola ».
    Le applicazioni di un oggetto simile erano molteplici. Marina le apprezzava particolarmente su una nave quando, grazie ai poteri divinatori, permettevano di anticipare l’arrivo di mostri marini con chilometri di anticipo.
    «Guarda».
    La mano sarebbe passata sulla versione più basic della mappa e, dove l’ombra scompariva, sarebbe comparsa una piantina nell’enorme stanza in cui i due si trovavano.
    Una fiamma di un viola affilato come un cespuglio di bosco indicava la posizione di Marina e un’altra, del colore più adatto a rappresentare Thomas, quella del ragazzo.






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    Era un ragazzo che, in generale, prediligeva le ballezza sia fisica che mentale e sentire quelle parole uscire da una bocca tanto bella non solo erano una poesia ma avevano anche un certo senso. Sorrise alla ragazza, era intelligente e per essere così giovane ci sapeva anche fare. Chissà da chi aveva ereditato quel negozio, oppure se era proprio lei che aveva avuto tanta prodezza nel prenderlo in gestione completamente da sola. Era interessante, a dire il vero e doveva anche ammettere che cominciava a piacergli quel flertare in maniera così sottile, così effimero. Thomas era abituato a ben altro, ma tutto quello non gli dispiaceva affatto. Hai una visione della vita molto, molto interessante. E questa volta lo disse senza malizia, lo disse perchè lo pensava per davvero, lo disse perchè era raro riuscire a parlare con persone così belle e così affascinanti. Doveva ammettere che era la prima volta che aveva un corpo tanto bello, con un abito semitrasparente di fronte, e successivamente accanto, e non riuscire a levare i suoi occhi dagli occhi dell'altra persona. Era incredibile, davvero incredibile che stesse succedendo.
    Ma era li per fare degli acquisti e la ragazza disse quella frasetta che lo fecero sogghignare, ma quando gli arrivò vicino picchiettando sulla mappa e mostrandogli le sue dita così affusolate e quegli anelli che le fasciavano a pennello, Thomas tornò a destare attenzione sulla mappa. Si morse un pò il labbro guardandole un pò tutte e tre. Doveva ammettere che erano molto interessante, ma un'isola gli sembrava esagerata per quello che doveva fare lui, forse poteva essere ancora interessante quella Free Trial e For Dummies. Guardò poi il suo esempio e sorrise appena. La sua aura era di un colore blu elettrico, ma non sapeva esattamente da cosa provenisse quel colore. Ogni aura ha un proprio colore. In realtà era più una considerazione fatta ad alta voce che altro. Sfiorò appena la carta della mappa e poi si voltò a guardarla. Considerando il fatto che ultimamente a Londra va di moda prendere d'assalto, ville e Hotel, credo che la For Dummies sia quella più adatta. In fondo se questa riesce a coprire un'hotel intero, credo che riuscirà a coprire anche uno spazio di una villa. Certo dipende dalle Ville, ma me la farò bastare, e nel caso saprò doveve venire per comprarne altre! Ammise poi cercando di trattenere l'inrrefrenabile voglia di toccarle una ciocca di capelli. Doveva ammettere che aveva quasi paura che gli facesse cadere le mani, ma andava bene così. Allora... prendo questa. Dimensioni giuste e che si possono sfruttare in varie occasioni. Non mi piace avere qualcosa che non solo non riuscirei a sfruttare a pieno. Quanto ti devo? Chiese poi sorridendole ancora quasi imbambolato. Ma perchè ogni volta che andava su quell'isola ne usciva sempre con qualche fantasia o erezione? E, se posso permettermi, un'offerta per una birra insieme! Non ce la faceva, doveva uscire con lei!
    Thomas Richenford

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    Thomas Richenford - 21 anni
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    «La mia visione abbraccia solo gli argomenti più interessanti da approfondire e la mia lingua si limita a narrarne pregi e difetti».
    Scoccò quelle parole come se fosse un'arciera in procinto di far sua una preda mentre gli anelli del colore del cielo primaverile risalirono la mappa, da cui aveva colto il blu elettrico dell'altro, fino a intrecciarsi nello sguardo fertile d'energia dell'altro.
    Il modo in cui sorrideva aprendo con le labbra un mondo d'inviti senza preoccuparsi di celare i propri istinti era una boccata d'aria fresca, ben più gioviale della stessa espressa dai sigilli astrali con cui la druida aveva incantato il negozio.
    Marina era una dominatrice, così in cielo così in terra. Sapeva asservire a sé uomini come spiriti ma né dei primi né dei secondi aveva ancora imparato ad apprezzare l'assenza di colore.
    Voleva sentirsi viva tra le fiamme della passione la druida, della certezza del tedio non sapeva che farsene.
    «Scelta saggia, auror».
    Apprezzò che spiegasse la logica dietro il suo acquisto perché era sulla stessa che Marina aveva elaborato la sua offerta. Per quanto Denrise si stesse facendo vanto delle politiche di isolamento, allo stato attuale delle cose la druida sentiva il bisogno di tenersi aggiornata sul mondo che l'avrebbe attesa al di là dell'abbraccio marino. Leggere i giornali, e i relativi eventi di cronaca - attentati annessi - era il suo pane quotidiano.
    «Per te fanno duecento galeoni».
    Era un prezzo elevato, certo, ma quale valuta aveva veramente valore di fronte alla vita di altri esseri umani? O, ancor più importante, di fronte alla propria?
    Fu forse in quello spirito di celebrazione della vita che Marina tornò al bancone, mappa del malandrino alle mani, sorriso a coronarle uno sguardo angelico. Le dita seguirono la carta nell'impacchettare l'oggetto appena acquistato per poi atterrare lievi su un biglietto in carta lavorata dal lieve sentore di lavanda.
    Portando la destra su una piuma e immergendone poi il contenuto nel calamaio, Marina lasciò che una densa e calda striscia di nero potesse segnare il suo indirizzo e un numero di cellulare.
    «Qua al villaggio i metodi di comunicazione babbani riscontrano qualche problema, ma ti invito a tentare di raggiungermi con qualsiasi mezzo tu preferica».
    Un occhiolino prima che il suono di una campana potesse segnare l'entrata di un altro cliente.
    «È stato un piacere, caro».
    Capitava di rado che qualcuno la invitasse a bere una birra prima ancora di elargire il proprio nome, ma il banale non le era mai piaciuto.


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