La prudenza si oppone intelligentemente all'astuzia.

Role d'acquisto

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  1. Edward Heart
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    Corteggiatore impenitente di donne, audace e fortunato, talvolta millantatore.
    La vita era davvero troppo breve per non armarsi di tutto ciò di cui si poteva disporre per difendersi da aggressioni correnti. Da quando Edward aveva preso la via del mare, scegliendola nonostante i pericoli ad essa connessi, aveva dovuto fare i conti, forse più di quanto lui stesso aveva previsto, con attentati alla sua vita e a quella della ciurma a cui apparteneva. Un esempio lampante ne era stata una delle ultime missioni a cui aveva partecipato: il villaggio africano Ulwandile Isigodi era stato pieno di sorprese e il capitano della nave brasiliana lì presente, Ferreira, non aveva certo applicato alcuno sconto, sostenendo uno scontro a tutto fuoco e rinforzato da uno strano incantesimo esorcistico, davvero faticoso da buttar giù. Questo era stato uno dei motivi che l’avevano convinto a recarsi presso l’Osservatorio, il negozio-faro di Denrise, per accaparrarsi una gran bella mappa di cui aveva sentito molto parlare: la mappa dell’Aggressore. Non è che fosse esattamente ricco, anche perché la maggior parte dei suoi soldi li buttava a prostitute, ma pensava che, dato il suo ruolo di navigatore ed essendo esperto nella lettura di cartine, qualcuna in più con funzione speciale avrebbe potuto essere di grande utilità per le prossime missioni. Se fosse stata in suo possesso già durante quella breve, ma intensa, avventura, quel bastardo di Ferreira avrebbe potuto rimanere stecchito in un batter d’occhio e loro avrebbero potuto darsi alla ritirata con maggiore celerità e sicurezza.
    Vestito della sua solita camicia bianca, abbinata a un pantalone scuro, tenuto su da una cinta di cuoio, si era incamminato da un bel pezzo lungo la via per l’Osservatorio, ma, come accadeva d’altronde ogni giorno, era stato fermato da alcuni suoi conoscenti per lo scambio dei noiosi abituali convenevoli “Buongiorno. Come stai? Come va la vita?”. Li trovava davvero di cattivo gusto, soprattutto perché gli facevan perder tempo: un pensiero davvero paradossale per Edward, dal momento che era il primo a spendere il suo tempo, appunto, in cose che non avevano senso e che non costruivano di certo il suo futuro.
    Giacca nera sulla spalla, prese l’ennesimo tiro dalla sigaretta incastrata tra le sue dita, esattamente indice e medio: la nicotina aveva un effetto calmante sul suo sistema nervoso, rendendolo sovraeccitato, più di quanto lo fosse già. Dopo ben un quarto d’ora, finalmente, i suoi occhi cristallini avvistarono l’ingresso del tanto agognato locale. Spense la cicca accesa sul muro di pietra di una delle case che lì si ergevano e la gettò a terra, senza troppe cerimonie. Lisciò indietro i suoi capelli biondi, nel tentativo di dar loro una forma più ordinata, i quali, però, ricaddero sulla fronte, abbastanza sbarazzini, secondo l’andatura dei suoi passi.
    Spalancò le ante in legno e si fece avanti, varcando l’ingresso, per approdare in uno spazio abbastanza ampio e ricco di oggetti che avrebbero potuto catturare l’attenzione del predone, se non fosse stato che Edward aveva occhi solo per la persona che stava cercando: Marina Stonebrug.

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    Il pubblico si è sempre aspettato che io fossi un playboy, e un bravo ragazzo non delude mai il suo pubblico.
     
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    Marina Stonebrug
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    Circondata dal bancone del suo negozio, Marina Stonebrug avrebbe potuto ricordare una principessa che si affaccia dalla cima del suo castello. Attorno ai fianchi sinuosi come le onde nel mare pendevano - circondando degli shorts del medesimo materiale - dei drappi di cotone, tanto trasparente e lungo da coprire sì le gambe, ma senza porre la minima difficoltà nell'osservarne l'invitante contorno. Il busto, ancora, era abbracciato da una blusa i cui estremi - intrecciati in un fragile nodo - fluttuavano a un dito dall'ombelico, disegnando un ovale dai bordi morbidi nello spacco del seno.
    Del mare, la strega portava sia il nome che le movenze, e nel sollevare la bacchetta in legno d'ebano poté ricordare più una sirena che una donna.
    Poche formule vennero mormorate in una specie di nenia che al sacro univa una dose d'antico e una d'ambizione, mentre la punta del catalizzatore disegnava una diagonale da cui si aprì quella che sembrava, a tutti gli effetti, una finestra per un altro mondo.
    «Gïbs minh ond ur-ah».
    Quasi stesse accarezzando le corde d'un'arpa più che giocando con le trame del tempo e dello spazio, le dita della druida si portano sugli estremi della finestra interdimensionale, per poi affondare alla ricerca di qualcosa.
    Risorsero, in superfice, stringendo con la cura di una madre quella che sembrava una balena delle dimensioni di un salmone. Lentamente le mani ammorbidirono la presa e lo spirito elementale prese a nuotare nell'aria lasciandosi alle spalle una scia di pulviscolo luminoso e gocce di rugiada.
    «A lei, signore».
    Un vecchio denrisiano dal volto arcigno come uno spicchio d'aglio sollevò la mano, raggiunta immediatamente dal cetaceo, mentre l'altra ispezionava la tasca alla ricerca del conio. Pagato il tutto, l'anziano mosse diversi passi verso l'uscita urtando con la spalla il giovane Heart.
    Giovane e fresco, pieno di potenziale, come il sorriso che la druida gli rivolse.
    «Scusi Grunt, ma la sua nave doveva salpare un'ora fa e lo attendono al porto con estrema urgenza».
    Le iridi ricordavano due anelli di cielo primaverile ad abbracciare una pupilla fulcro di curiosità e desiderio.
    Le mani, lisce come il dente di uno squalo e non meno bianche, vennero passate su del tessuto per privarsi delle gocce di rugiada deposte dallo spirito elementale poco prima.
    Fatto ciò, i gomiti andarono a ricercare il bancone mentre i palmi, congiungendosi l'un l'altro, finendo per formare un trono su cui Marina cullò il mento.
    «Benvenuto all'Osservatorio di Denrise, signore. Marina Stonebrug, lieta di servirla».


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  3. Edward Heart
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    Corteggiatore impenitente di donne, audace e fortunato, talvolta millantatore.
    Non era un novellino di fronte a certi incantesimi di magia elementale: dopotutto, Edward era specializzato in quel campo. Nonostante ciò, continuava a rimanerne palesemente affascinato, perché prendeva sembianze diverse rispetto alla persona che la eseguiva. La magia era tanto generale quanto particolare nei contenuti; su di essa influivano una serie di variabili: umore del mago o della strega, stimoli dell’ambiente circostante ecc. Avrebbe potuto elencarne una sfilza infinita, ma, oggettivamente, non era tempo né luogo per pensare a liste interminabili di motivi che avrebbero finito per annoiarlo a morte. Non era mai stato un tipo accademico il bel biondino: quel vecchio bitorzoluto di Grunt era cento volte meglio della vita da studioso scolastico, seppur la spinta che gli aveva appena tirato involontariamente – o, almeno, Edward sperava che fosse tale, perché, vecchio o no, non avrebbe avuto alcun remore a buttarsi a capofitto in una litigata - non fosse stata proprio la più leggera e innocua della sua vita.
    - Per essere un vecchio, ne ha di forza in corpo, eh! – affermò, rivolgendosi alla bella denrisiana, con il solito linguaggio da popolano, mentre si strofinava l’avambraccio con il palmo di mano opposto. Non rivolse alcuna parola all’anziano, che uscì dal negozio con passo celere, in accordo con quanto affermato dalla negoziante. Possedeva una bellezza davvero particolare, per nulla scontata: il predone era sì un donnaiolo, ma sapeva riconoscere le donne di “buona fattura” da miglia di distanza e Marina era una di quelle pregiate. Questo non voleva dire che Edward mettesse un freno alle sue doti da dongiovanni, tuttavia, preferiva, solitamente, utilizzare tecniche leggermente diverse, più fini e sicuramente più subdole.
    Si avvicinò al bancone, sprigionando tutto il suo fascino nell’andatura sicura.
    - La ringrazio, signorina Stonebrug. Ho sentito molto parlare di lei e credo di averla vista, circa un paio di volte, salpare per nave – disse.
    La sua attenzione fu catturata dallo scaffale in marmo bianche alle spalle della donna.
    - Devo ammettere sia proprio un posto incantevole! È singolare che sia stato scelto un faro come luogo per aprire un negozio, ma chiunque abbia avuto l’idea è stato sicuramente un genio! -


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    La ventata d’aria fresca che cullò Edward nell’osservatorio aveva del singolare. Il ragazzo era fresco come la Primavera, eppure della stessa stagione dei fiori la sua aura ricordava le spine e la terra. Una conoscenza da approfondire, indubbiamente, piena di potenziale come ogni seme sa essere.
    «Il Capitan Grunt resta uno dei predoni più validi dell’isola».
    A provarlo non era la forza in sé, di cui Edward avrebbe potuto farsi testimone dopo la rozza spallata, ma il fatto che si servisse al negozio di Marina.
    Una consapevolezza, quella, che le fece arricciare gli estremi delle labbra in un sorriso a metà tra il malizioso e il divertito.
    Se la sicurezza le aveva gonfiato l’orgoglio come un lieto vento in pieno mare, l’avvicinarsi di Edward la spinse a portare un palmo sulla piana superficie del bancone, per ergersi in tutta la sua altezza, pronta a servire un cliente come il mare faceva con i denrisiani da secoli.
    «Se la mia fame mi precede, mi auguro che lo faccia nel migliore dei modi».
    Gli scoccò un occhiata al sapore di miele, tanto dolce da poter creare dipendenza ma non abbastanza melliflua da provocare attrito.
    Anzi, persino la vitrea fragilità di quelle parole si fece più esile e sottile ora che Edward si era fatto tanto vicino da poter cogliere il profumo di pesca della druida.
    «Ultimamente non ho avuto modo di prestare servizio a tutte le spedizioni indette dal capo villaggio, ma conto di rimediare nel futuro prossimo.
    Posso contarla tra i presenti, signor…?»
    .
    Lasciò l’ultima parola sospesa come fosse la piuma di una fenice e il giovane denrisiano uno scrittore alla ricerca di qualcosa che potesse aiutarlo a trasformare l’inchiostro in parole e poesie.
    Solo dopo l’eventuale risposta avrebbe mosso un passo indietro, lenta come le onde ma senza privarsi del sinuoso sorriso.
    «La ringrazio per le belle parole».
    E l’aver appena testimoniato di aver buon gusto.
    «Fin dalla fondazione di Denrise, gli Stonebrug si occupano di fornire mappe o accessori nautici a predoni, denrisiani o meno.
    Il mio ruolo é solo stato quello di rendere questo osservatorio quanto di più fruibile possibile.»
    .
    La mano destra indicò un tomo pesante e spesso come un quarto di biblioteca da solo.
    «Se ha bisogno, all’interno troverà la lista dei beni o dei servizi che vendiamo.
    Oppure può chiedere direttamente a me: ha di fronte il listino migliore che potrebbe mai trovare.
    Sarò felice di servirla»
    .
    Un cenno del capo a coronare quelle parole.
    Lungi da lei ammetterlo, ma la carne sapeva comunicare meglio della carta, e Marina oltre a carne era tanto altro.


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  5. Edward Heart
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    Corteggiatore impenitente di donne, audace e fortunato, talvolta millantatore.
    Che Grunt fosse un predone con tutti gli attributi Edward non aveva dubbi, ma rimaneva, comunque, un vecchio scorbutico e, sicuramente, un grande ineducato, visto che non gli aveva nemmeno rivolto le sue scuse per essersi scontrato, seppur inavvertitamente, con lui. Sì che i giovani dovevan portar rispetto ai vecchi, ma questi avrebbero pur dovuto ricambiare! Il biondino era sempre stato di quell’avviso: mostrare rispetto a chi ne dava, altrimenti la differenza di età non sarebbe valsa come buona motivazione per non reagire. Nel caso di Grunt aveva fatto un’eccezione, visto che si trovava in un luogo in cui avrebbe preferito fare una buona impressione, per tutti i vantaggi che avrebbero potuto derivarne.
    - Non ho mai dubitato della validità come predone di quell’uomo. Credo solo che l’eleganza non si compri e che la classe non sia acqua. -
    Detti popolari erano quelli che abitavano la bocca del giovane uomo. Rivolse un sincero sorriso alla negoziante, per rassicurarla: - Non credo di aver mai sentito spettegolare su di lei, se non per quanto riguarda le sue doti, quindi, direi proprio che non ha nulla di cui preoccuparsi! -
    Avvinatosi al bancone e alla figura della signorina, non poté non percepire un profumo fresco, per nulla stucchevole e a dir poco affascinante: pesco. Avrebbe pensato che Marina Stonebrug, dato il suo carattere e la sua personalità, nonché fisionomia, avrebbe utilizzato una colonia mista di fior di sale, un preziosissimo sale marino della Carmague, e loto. I profumi scelti dalle donne erano sempre intriganti per Edward perché, spesso, contrastavano con la sua percezione, esterna rispetto alla figura femminile a cui si approcciava.
    - Edward Hearth, soprannominato Darkness – si presentò, con un leggero inchino.
    - Probabilmente, lei conoscerà mio fratello maggiore, Black Heart. E, comunque, può contare sulla mia presenza! Credo si veda da miglia di distanza che esser predone è, di fatto, il mio lavoro -
    Si concesse una risatina. La ascoltò attentamente mentre gli riassumeva l’obiettivo di quel negozio-faro.
    -Oh, no, non mi servirà consultarlo, so già cosa devo chiederle. Ecco, a proposito di mappe – si avviò nella sua richiesta. – Ho saputo che vendete la cosiddetta mappa dell’Aggressore. Vorrei comprarne una. Lei ha partecipato alla spedizione al villaggio africano Ulwandile Isigodi? Mi sembra di averla intravista. -
    Poggiò il gomito del braccio sinistro sul bancone.



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    Con quei capelli d'oro antico e quelle iridi di zaffiri preziosi, Edward avrebbe saputo dare valore e pregio a qualsiasi detto, persino il più popolare.
    Proprio per questo Marina si ritrovò a sorridere, le mani a sorreggerle il mento e le labbra intrecciate come i petali di una rosa.
    «Capita di rado incontrare persone che approcciano diplomazia e interazioni sociali con un fare così sopraffino, signore».
    Rivelò lei, tanto delicata nei tomi quanto nel movimento che la riportò eretta con la schiena, mostrandola in tutta la sua altezza e assenza di spigoli.
    «Edward Heart, soprannominato Darkness, non le nego di aver già sentito parlare di lei».
    E la leggerezza con cui fece scivolare quelle parole tra i suoi respiri lasciava intuire quanto fosse sincera. Del resto, di Ulwandile Isigodi aveva letto quanto nella stessa misura aveva indagato: dalle domande a Sigurth, il predone, al convocare addirittura una Valchiria, messaggera del padre degli dei.
    «Un uomo dalle idee chiare che non teme il combattimento, vedo».
    Le scelte di un cliente rivelavano di lui quel poco che bastava per accendere in Marina una sana vena di curiosità. Mentre lo sguardo del colore di cielo continuava a studiare la slanciata figura dell'Heart, la mano destra accarezzò la base della bacchetta, disegnando poi glifi a mezz'aria accompagnati da un incanto.
    «Accio mappa dell'aggressore».
    Con il suono di una serpe, l'oggetto sarebbe scivolato di fronte alla negoziante, per poi levitarle tra seno e bancone. Edward avrebbe avuto modo di esaminare la mappa e, se non avesse avuto nulla da ridire, Marina si sarebbe prestata a incantarla.
    «Sono lieta di fare la sua conoscenza. Temo che degli Heart abbia avuto solo il piacere di conoscere suo fratello in una situazione che, sfortunatamente, ci ha dato comunque poco modo di conoscerci a pieno».
    Della discesa negli abissi di Denrise si era parlato molto e, a breve, la situazione avrebbe dovuto richiedere una soluzione. In un modo o nell'altro. Eppure, per ora, le priorità della negoziante erano altre.
    Soddisfare il suo cliente, in primis.
    «Sfortunatamente non ho avuto modo di prendere parte alla spedizione verso Ulwandile Isigodi. Lei si? Sarebbe interessante ascoltare la sua storia, magari alla fine del mio turno».
    Sibilò, con un tono che l'altro avrebbe potuto percepire più vicino all'animo che all'udito.
    «Posso aiutarla con altro?».


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  7. Edward Heart
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    Se non avesse avuto davanti una donna che considerava così importante, probabilmente le sarebbe scoppiato a ridere in faccia, senza alcun ritegno. Nessuno lo aveva mai definito con i termini legati alla sfera semantica della “diplomazia”: Edward sembrava aver un certo tatto nel trattare di questioni delicate, mantenendo calmi gli animi di persone del tutto suscettibili, ma, in realtà, questo accadeva solo per un interesse puramente personale. Il suo ego, infatti, prosperava nella distruzione delle argomentazioni della gente comune per ottenere più conoscenza possibile, in modo tale, quindi, che la ragione fosse sempre dalla sua parte. Ma sapeva benissimo come la cultura si costruisse solo a seguito di attacco e difesa di modalità di pensiero prevalenti da ogni angolazione, per conseguire una maggiore comprensione di idee opposte. Discuteva, perciò, di argomenti in cui non credeva realmente, sostenendo posizioni che, umanamente, avrebbe ripudiato senza pensarci due volte. Ecco perché Marina Stonebrug avrebbe potuto definirlo come tale. La sua finezza, poi, era puramente e prevalentemente ricercata: Edward, dopotutto, era un uomo di mare e aveva comunque assunto le espressioni rozze tipiche dei predoni, ma aveva imparato presto che l’arte di seduzione delle donne richiedeva una certa maestria nell’interloquire, nel mangiare – perché non lo si poteva fare come se fosse un maiale, ovviamente -, nel bere, nei movimenti del corpo.
    Nonostante la sfilza di quei pensieri, il giovane predone optò per un leggero inchino, senza che i propri occhi perdessero la rete di connessione con quelli della negoziante, e per un onesto: - La ringrazio -.
    Il biondino osservò il sorriso della donna: intrigante, misterioso, affascinante. Tutti attributi che non facevano altro che attirarlo nella trappola.
    - Spero siano state parole di buona referenza – rispose e anche il suo volto fu marcato da un sorriso che espose i denti bianchissimi. Non credeva esattamente che sul suo conto fossero state riferite parole di buon auspicio, più che altro perché l’intero villaggio di Denrise era a conoscenza per lo meno del suo nome e della sua fama da dongiovanni, alimentato dai pettegolezzi delle gentili signorine a cui si concedeva ogni giorno, senza alcuno sconto. Edward, poi, non era uno che teneva la bocca chiusa e, a volte, anzi, bisogna ammetterlo, troppo spesso, si lasciava sfuggire cose di cui sarebbe stato meglio non parlarne, che condiva di grandi imprese che effettivamente non erano mai avvenute. Un giorno, aveva udito la parola “fanfarone” uscire dalla bocca di un’anziana signora, mentre si dedicava all’arte che gli veniva meglio, quella teatrale applicata alla vita comune, in presenza di una bella giovane ragazza. Voleva far colpo su di lei, perciò si era inventato un paio di cosette sulla sua persona e la vecchina lo conosceva abbastanza da sapere che erano tutte soltanto balle. La sua interlocutrice lo lasciò in asso e il predone continuò ad avanzare per la sua strada, senza perdere mai la speranza (anche perché coloro che gli avevano detto di “no” erano un quinto della totalità).
    - Preferisco le idee chiare agli ideali – le rispose, con sincerità. – Non ricordo chi l’abbia detto, ma sono d’accordo sulla frase che le idee siano il progresso dell’umanità! -
    Pochi istanti dopo, la mappa scivolò con un movimento di bacchetta fino al piano del bancone. Edward la prese tra le mani e la esaminò con curiosità.
    - Può spiegarmi come funziona? Ne ho sentito parlare, ma, come può capire, ho necessità di una certa sicurezza sul suo utilizzo -
    Solo per quella volta, Edward non si sarebbe lasciato distrarre dagli attributi femminili, ma avrebbe mantenuto la sua concentrazione sull’oggetto da acquistare.
    - Capisco, ma credo che ci sarà sicuramente una nuova occasione a breve! Girano alcune voci su una nuova spedizione, ma non ne ho certezza, eppure so che, a prescindere da quel che sarà, le spedizioni per mare sono quasi all’ordine del giorno e noi Heart salpiamo sempre! Comunque, non vi siete persa molto. Esistono solo tre Heart sulla faccia della terra – a me conosciuta -. Una risatina gli illuminò lo sguardo.
    - Sono io, ovviamente, mio fratello e mio padre, che sarebbe meglio non conoscere mai. Direi che lei ha avuto modo di conoscere la parte migliore della famiglia. E sì, ho tempo libero, quindi volentieri! A che ora termina il turno? La passo a prendere, se non le dispiace e non sono di disturbo e invadenza
    Raccolse il sacchetto delle monete, contò 150 galeoni e li porse alla negoziante.
    - No, davvero. Nient’altro, la ringrazio! -



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    Coloro che trovano gioia nel distruggere le altrui credenze vengono spesso appellati come 'avvocati del diavolo'. Persone pericolose, se avute come nemici, opportunità imperdibili, se esiste la possibilità di averle al proprio fianco.
    Marina sapeva valutare una rotta come un investimento ed entrambi le doti si erano rivelate infinitamente utili nel suo mestiere. Se la cavava anche con le persone, la druida, ma non abbastanza da cogliere come la natura dell'altro potesse coincidere con quella di un avvocato del diavolo.
    Ma del resto, lei, era più simile a un demone tentatore che a un innocuo angelo, e la cosa non le avrebbe generato astio. Anzi.
    «Se non del progresso, le idee sono certamente il motore dei pochi sviluppi - tra persone o meno - che meritano di essere ricordati».
    Non sapeva quanto l'altro fosse appassionato alla magia nella sua forma più intrinseca, quella che oltre alla manifestazione costituiva le vere trame di energia che solo un essere magico sapevano piegare. Lei, dal canto suo, ne sapeva rimanere estremamente affascinata, come qualsiasi cosa potesse prevedere la sperimentazione.
    «Sarò lieta di mostrargli ogni dettaglio».
    Cantilenò lei, sillabando ogni parola con la sua voce al retrogusto di miele, mentre un sorriso compiaciuto tornò ad arricciarle la labbra decorando l'algido volto di lievi fossette.
    Mentre le mani raggiunsero la mappa, un lieve cenno del capo suggerì all'altro di seguirla. Pochi passi avrebbero portato i due ai piedi di un'enorme finestra circolare che dava sul Villaggio in tutto il suo splendore. Dal tempio alle case, dalle ville al porto, e fu proprio verso questo che l'artefatto venne sollevato.
    «In modo similare a una lente, le basterà puntare la mappa su un bersaglio... concentrarsi... e lei farà il resto».
    Una delle drakkar ormeggiate aveva al suo interno un'enorme gabbia incantata le cui sbarre fungevano da prigione per quello che sembrava essere un Erumpent giovanile. Non era raro vedere un attivo commercio di creature magiche a Denrise, sopratutto se utilizzabili come famigli.
    In una questione di istanti, sulla superficie della mappa ricomparve il disegno dell'Erumpent ma diverse parti del suo corpo erano cosparse di scritti o cerchi, quasi a volerle evidenziare. Della corazza si diceva che fosse meglio evitare di colpirla, salvo con colpi penetranti infinitamente precisi, perché altrimenti il colpo sarebbe rimbalzato indietro. Gli occhi, invece, privi della pelle coriacea sarebbero stato un buon punto su cui riversare l'offensiva, sopratutto tramite incanti mentali. Le giunture della bestia, poi, per sorreggere tal peso dovevano anche essere particolarmente allenate.
    «Sarò libera alle diciannove».
    Qualche secondo.
    «E mezza».
    Capitava di rado che un negozio restasse aperto così a lungo e, probabilmente, Marina avrebbe chiuso almeno un'ora prima. Di contro avrebbe avuto bisogno di più di un minuto per tirarsi a lucido.
    Del resto, anche un demone tentatore tanto esperto quanto lei avrebbe dovuto sfruttare ogni suo asso nella manica per tentare un avvocato del diavolo tanto sveglio come Edward.


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7 replies since 12/6/2022, 21:13   106 views
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