Il Passaggio

Black Opal

Abbattere il surrogato di Brian era una impresa epica che ne implicava due conseguenti: la prima era sopravvivere all'ira di quello vero, la seconda era prendersi ciò che aveva difeso strenuamente assieme al sempre più fumoso thretral.
A nemico che fuggiva si facevano ponti d'oro, ma prima mollava il malloppo, e a ricordarglielo ci pensarono gli incantesimi di Harry, Blake, Elisabeth e Brooks, che bloccarono la cavalcatura a mezz'aria, dando tempo a Jesse di evocare la sua daga luminescente ed accoppare l'ultima Tortura ancora integra, e quindi lanciarsi contro la creatura.
Anche Jessica aveva grazie agli amici guadagnato tempo, ma la fretta le giocò un brutto scherzo e la panterona dei Black Opal non divenne un puma, sebbene ciò non l'avrebbe certo fermata dal tentare comunque il balzo della vita, del resto si stava parlando di una che non si era fermata davanti neanche ad un docente vampiro per avere ciò che voleva!
La ragazza saltò nel mentre Jesse tranciava la testa dell'equino e Brook usava il Carpe Retractum per supportarla nello strappare la gemma, che, alla fine, fu nella sua mano quando ella toccò nuovamente terra.
Complimenti, Campioni, siete riusciti a recuperare l'Opale Primordiale e ottenerne la lealtà
La voce si diffuse direttamente nei loro cuori con la severità della voce di Ensor nel mentre su tutti i petti dei ragazzi compariva una Thurisaz di bronzo con incastonato un opale.

Dioptase

Ai più saggi e colti erano toccati i mostri più imponenti, ma era anche vero che si trattava di coloro che in premio avevano ricevuto accesso alle magie Avanzate.
La strana coppia aveva a volte agito in sintonia ed altre in oppposizione, come in quel momento: mentre il loro atteggiamento mutava, divenendo meno aperto, il docente assumeva fattezze rettili e si ingrandiva, nel mentre il vero Occamy si faceva via via più piccolo e liquido. E nessuna delle due cose era positiva, tant'è che Regina e Cameron lavorarono, ciascuno con le proprie forze, a bloccare quei procedimenti, ridonando una certa solidità all'occamy e riducendo le dimensioni del docente.
Gli incanti dei ragazzi bloccarono la curiosa coppia di nemici, permettendo di far partire una corsa alla pietra che vide diversi contendenti: il Carpe Retractum di Cameron e l'Accio di Regina risuonarono assieme, favorendo non poco il distaccamento della pietra dall'ombra, ma il colpo di grazia, se così si poteva dire, lo aveva dato Howard, che, battendo in velocità Aidan, riuscì a recuperare la pietra, la quale, nella sua mano, risplese.
Siete riusciti a recuperare il Dioptasio Primordiale. Ma siete certi di poter uscire da questo luogo?
La voce di Samuel era calma, ma immediatamente tutti i ragazzi ebbero un brivido, quasi come se, risvegliandosi da quella sorta di corsa all'oro, si fossero ricordati di una banale verità: il recupero della gemma non aveva annichilito i loro nemici.
L'Occamy si dissolse in un'onda d'acqua e così ben presto fece anche Samuel, allagando la stanza e iniziando a vorticare fino a generare un mulinello.
La ferocia della forza dell'acqua era tale che i ragazzi ben preso si sarebbero trovati ad annaspare, lottando per rimanere in superficie, dove potevano respirare, nel mente implacabili e spietate catene li trascinavano sul fondo.
Si opposero spietatamente, ma pian piano tutti cedettero, trovandosi inghiottiti dai flutti, diretti verso un unico punto, dove avrebbero trovato la gigantesca bocca spalancata di un Occamy, evidentemente pronto a risucchiarli e divorarli.
Il mondo si faceva sempre più buio, sempre più freddo, e le speranze via via più flebili e quando ormai i ragazzi si erano rassegnati o erano preda del più cieco terrore, un rumore sordo li destò dai loro pensieri, mentre qualcuno nuotava veloce come un delfino verso di loro, un uomo massiccio e feroce che avevano incontaro qualche mese prima: Sigurd Vikkar, Capovillaggio di Denrise.
L'uomo indossava solo dei pantaloni in pelle e per il resto appariva nudo con a tracolla un enorme spadone, che alla fine impugnò a due mani, sollevandolo sopra la testa e andando incontro alla massima velocità possibile alla creatura, sfruttando anche il gorgo che lui stesso stava generando, abbattendo infine l'arma con una ferocia magica tale che non solo tranciò in due la testa del serpente, ma anche il pavimento attorno a lui.
Il risucchio cessò istintivamente e l'acqua svanì, lasciando i ragazzi a cadere al suolo, abbastanza dolorosamente.
"Tsk, allora Victoria aveva ragione, accidenti a lei!" imprecò lui, osservando i ragazzi e scurendosi quando notò appuntato sul loro petto una Thurisaz in bronzo con incastonata un piccolo dioptasio "Siete stati scelti come campioni. Non so se congratularmi o fare le condoglianze ai vostri genitori" concluse lui, rimettendosi la spada lungo la schiena e portandosi poi due dita alla bocca per fischiare, lasciando che delle fune nere discendessero, al chiaro scopo di riportare tutti in superficie.

Ametrin

Mia era a terra a farsi mettere cose in bocca da Leah nel mentre il nemico decideva di portar via la pietra. In tutto questo, il Capitano Adamas fronteggiava l'ombra di Lancelot, nel mentre il suo cuore, instancabilmente, correva verso Jesse, il suo disagio e le sue citazioni nerd, che però a volte, tornavano utili.
Lancelot non pareva molto convinto del fatto di controllare l'ippogrifo, e in effetti quando Adamas lo osservò meglio si rese conto di come questi non paresse essere in qualche modo sincronizzato all'animale, pur in effetti parlando spesso all'unisono e nonostante entrambi stessero venendo divorati da una oscura forza.
Al nero emerse comunque chiaro il fatto che Lancelot non fosse davvero concentrato su di lui, non come prima almeno: la sua lotta interiore continuava ed era la sua occasione per approfittarne. E così fu.
Il ragazzo scagliò contro il docente un getto d'acqua gelido e salato, cui fece seguire un violento electro, che illuninò l'intera caverna con un fulgido bagliore, che, alla fine, lasciò il corpo dell'ombra in dissoluzione.
"Ben fatto... non perdete di vista il nemico, né i vostri cari, né l'obiettivo" sussurrò Lance, quasi orgoglioso e forse un po' dispiaciuto, quando le sue rune, ancora attive, colpirono con due piccoli lampi Adamas, in risposta alla sua azione.
Intanto, gli altri si occupavano dell'ippocgrifo: Mia informò tutti della critica situazione rappresentata dalle rune, quindi si occupò di ricambiare il favore a Leah, che infatti tornò discretamente in salute, quanto bastava per osservare Ben e James tentare il tutto per tutto, bloccando il cavallo alato e accecandolo, andando poi a prendere la pietra con la forza.
L'Accio di James fu un fiasco, così come il carpe retractum di Benjamin, che raggiunse a malapena la fronte dell'anima, con un filo troppo sottile perché si potesse anche solo pensare di farvi sopra forza e tirare la pietra.
Il Lux Bulla di Mia lo stava trattenendo e facendo urlare, ma per quanto quel sottile equilibrio avrebbe retto? L'ippogrifo agitava sempre più furiosamente le ali, tentando la fuga nel mentre sollevava poderose folate di vento, e proprio quando tutti stavano ormai perdendo la speranza, Benjamin si ricordò di aver ricevuto un dono, e che fosse maleducazione ignorarlo: la sua nuova sciarpa si librò in fili, che avvolsero il carpe retractum del ragazzo, rendendolo più forte e saldo, quanto bastava perché finalmente si potesse esercitare forza e strappare la pietra, nel mentre l'animale iniziava ad ululare dalla rabbia.
Giovani Campioni, avete strappato alle tenebre l'Ametrino Primordiale. Molte battaglie contro l'Oscurità vi attendono, o almeno, questo noi vi auguriamo...
La voce del docente risuonò un'ultima volta nel mentre l'ippogrifo diveniva completamente nero ed iniziava a gridare con una potenza aliena ai ragazzi, che li gettò tutti in ginocchio nel mentre questi iniziava a sbattere le ali fino a sollevarli in aria immersi in violenti turbini di vento, che iniziarono a sbatterli qui e là senza pietà o ritegno.
I ragazzi sbattevano ovunque, anche tra di loro, difficoltosamente protetti dai loro gomitoli, che tentavano di ammortizzare come riuscivano, ma il destino appariva ormai segnato, e chiariva il perché di quel bizzarro augurio: l'alternativa era il non lottare contro null'altro, almeno in vita.
"Lascia stare i miei ragazzi."
Una ben nota voce, potente ed austera, si diffuse per la stanza nel mentre le rune del finto Lancelot venivano coperti da simboli astronomici e motivi geometrici, nel mentre, improvvisamente, il vento cessava e i ragazzi rimanevano sospesi in aria, quasi la gravità più non esistesse.
Fili di dipanarono dai simboli alle pareti, tutti colorati, anche se, osservandoli meglio, i ragazzi li avrebbero notati costrituiti da puri elementi: era così, dunque, che aria, acqua, fuoco, terra, fulmine, luce, tenebra, ghiaccio, oro, acciaio e molti alti elementi cingevano e bloccavano inesorabilmente l'ippogrifo in ogni piano dimensionale, nel mentre dall'alto discendeva Victoria Burke in tutta la sua gloria e furia.
"State bene, ragazzi?" chiese la donna nel mentre l'ombra dell'animale si faceva solida e quindi ametrino, esplodendo in mille frantumi, cosa che permise alla preside di ripristinare dolcemente la gravità e portarli a terra.
"L'ametrino..." la donna li osservò tutti preoccupata, ma poi si fermò quando vide la mano di Ben risplendere di viola, generando dei fasci di luce che colpirono al cuore tutti i presenti, lasciando sopra di essi una Thurisaz in bronzo con sopra incastonato un ametrino.
Esterrefatto, la donna restò senza parole, poi sospirò "Non abbiamo fatto in tempo." sentenziò, decisamente non di buon umore, nel mentre ancora una volta giocava con la gravità e sollevava in aria i ragazzi, portandoli velocemente verso l'ingresso.

Epilogo
I black opal tornarono all'ingresso principale da soli, dove trovarono a terra i Capiscuola e gli altri ragazzi: non si erano arresi alle ombre, ma era chiaro come gli Incantamenti dell'ombra di Eva e l'enorme Golem Meccanico di Morrigan li avesse prostrati, per quanto avessero resistito quanto occorreva, permettendo ai docenti di far ritorno e dar loro manforte fino a portare alla sconfitta delle due ombre.
"In qualche modo, ce l'abbiamo fatta" nel mentre Eva e Morrigan tornavano unici ed inimitabili come giusto che fosse (?), Victoria fece il suo ingresso con dietro, sospesi in aria, i ragazzi dell'ametrino.
"Beh,peggio de così c'era solo da scavà"
Anche Sigurd aveva fatto il suo ingresso con dietro i Dioptasi. Il suo viso era scuro e quando incrociò Victoria e posò l'attenzione sui petti dei ragazzi, sputò a terra: non fosse stato favolosamente mezzo nudo e muscoloso, forse qualcuno lo avrebbe anche trovato volgare.
"Le Pietre Primordiali hanno scelto i tuoi ragazzi" e dal modo in cui lo stava dicendo, era chiaro quanto la cosa scontentasse il Capovillaggio "E hanno la lealtà solo dell'Opale" concluse lui, folgorando parimenti i ragazzi di tutte le casate.
"Non guardarmi così Sigurd: non appena le gemme hanno iniziato a reclamare dei campioni, mi sono gettata al settimo piano per risparmarci questa minaccia, ma non è servito a niente, e noi non possiamo che prenderne atto: le pietre potevano scegliere i docenti o i ragazzi del villaggio, ma hanno voluto i miei studenti. Nonostante io li volessi al sicuro da questa storia e tu volessi che la salvezza dell'Isola dipendesse come sempre solo dagli abitanti di Denrise"
Lo sguardo del Capovillaggio si fece ancora più ardente, poi si fece strada tra i ragazzi, cercando di uscire dalle segrete "Ho accettato su tua richiesta questi ragazzi sull'Isola, prima fisicamente, e poi anche nei nostri riti - siano stramaledetti i druidi, che ti danno sempre troppa retta!" ringhiò lui, voltandosi "Spero che tu sappia cosa stai facendo Victoria, perché potresti ucciderci tutti e credimi, se la tua tracotanza porterà alla rovina l'isola, tu sarai la prima a morire. Sotto il filo della mia lama." e così dicendo, l'uomo se ne andò, lasciando che tutti gli sguardi tornassero ai ragazzi.
Victoria osservò l'ex allievo lasciare la sua accademia, quindi sostenne lo sguardo di tutti "Una leggenda narra che gli dei abbiano imbevuto il loro potere in tre pietre, il cui compito è nominare dei campioni tra le giovani speranze dell'isola quando questa è minacciata dalle forze oscure. Nei secoli, molti ragazzi sono stati così scelti, compiendo imprese degne di essere narrate nelle leggende e nelle cronache del mondo intero. E ora, questo onere ed onore è caduto su di voi: non sappiamo ancora chi sia il nostro pericoloso nemico, né cosa voglia, ma una cosa è certa. Le pietre hanno chiamato i propri studenti a sé, il che significa che da oggi saremo costretti ad essere al fianco del villaggio contro questo nemico. O moriremo tutti."
E con questa punta di ottimismo, la donna richiamò a sé le tre pietre originali e se ne andò senza più nulla riferire.