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.SPOILER (clicca per visualizzare)Ragazzuoli, benvenuti nella vostra lezione di Difesa Contro le Arti Oscure!
Ciò che dovete far al momento è semplicissimo: entrare in aula, sedervi e rispondere alle domande di Brian.
Dato che si tratta di un semplice start vi chiedo di rispondere entro martedì 10 alle 23:59.
Per qualunque domanda o dubbio contattatemi!
Edited by Alexander Olwen - 8/11/2020, 15:38. -
.Jessica WhitemoreAveva appena finito di pranzare dopo la lezione di Divinazione e dopo poco tempo, sarebbe toccato alla lezione di Difesa Contro le Arti Oscure, una delle sue materie preferite -per quanto fosse inquietante il docente, oltre che poco propenso alla loro presenza. Si alzò dalla banca del tavolo Black Opal in Sala Grande e si diresse verso la propria Sala Comune, dove avrebbe preparato tutto il materiale per un ennesimo pomeriggio di lezioni. Ed era solo martedì. Le settimane sembravano scorrere piuttosto lentamente, alla corvina, ed il weekend sembrava sempre lontanissimo, per quanto le piacesse il corso che aveva deciso di intraprendere.
Una volta arrivata in Dormitorio, raccattò la propria borsa a tracolla e la aprì, cercando di ricordare che lezioni avesse quel pomeriggio e quali fossero i loro orari, per capire se avrebbe avuto tempo di passare di là -e quindi appesantirsi meno la borsa- o meno. Come al solito, avevano un quarto d'ora di stacco tra l'una e l'altra ma alle volte erano fin troppo lontane perché potesse anche fare un salto in Dormitorio, quindi decise di tagliare la testa al toro buttando in borsa tutti i libri che le sarebbero serviti. Inserì qualche quaderno, penne ed i libri di Alchimia, Rune e Magia Verde, oltre a quello della lezione che stava per affrontare. Pronta, salutò Gyll che a quell'ora del martedì, non aveva lezioni, dopodiché si sarebbe diretta fuori dalla stanza e poi dalla Sala Comune, dirigendosi all'ala est e successivamente al terzo piano, dov'era situata l'aula. In poco tempo -mancavano circa dieci minuti all'inizio della lezione- si ritrovò davanti alla grande e pesante porta in faggio. Le sue iridi si soffermarono per qualche secondo sulla chimera che essa aveva disegnata, prima di abbassarsi sulla maniglia. Aveva la solita forma di Salamandra e, come ben sapeva dopo due anni e due mesi, avrebbe dovuto darle fuoco perché si aprisse e le permettesse di accedere. Aveva usato diverse volte le torce disseminate lungo il muro quindi, per variare, estrasse il catalizzatore magico e rifletté su un incantesimo che potesse tornarle utile senza rischiare di fare chissà quali danni. Si allontanò dalla porta, portandosi quasi dall'altra parte del corridoio e sventolando la bacchetta nella direzione della salamandra, disegnando una fiamma in aria. Poi venne un "incendio" pronunciato con fermezza. Si riteneva piuttosto brava negli incantesimi e, d'altro canto, cercava di studiarli al meglio possibile, quindi non si stupì quando la maniglia prese fuoco e la porta si spalancò, permettendole di entrare nell'aula. C'era da dire che aveva provato a stare attenta per regolare al meglio la fiamma perché non prendesse fuoco tutto, però era abbastanza certa che il legno della porta fosse tipo ignifugo o qualcosa del genere, altrimenti non si sarebbe spiegato il suo non andare mai in fiamme. Jessica Veronica Whitemore. Disse il suo nome completo, anche se non lo usava praticamente mai, e superò la soglia dell'aula, ritrovandosi nel solito anfiteatro greco -così lo definiva, vista la particolare planimetria- e mosse i primi passi al suo interno.
Si chiese se il fatto che fuori fosse discretamente buio, senza il sole che illuminava la scuola, fosse solo una coincidenza caduta proprio in concomitanza con la lezione di Difesa o se fosse proprio una peculiarità di Ensor.
Iniziò a scendere quella scalinata, cercando un posto dove mettersi in modo da non perdersi nemmeno una parola del docente. Camminando, il suo sguardo si fissò sull'ormai nota Puffola Pigmea geneticamente modificata in modo da risultare un qualcosa di poco definito e di molto spaventoso, ma ormai la conoscevano. Suvvia, era la loro mascotte ormai. O no? Beh, forse no... ma era meglio prenderla così, che temerla.
Prese posto in prima fila e tirò fuori piuma e calamaio, chiedendosi cos'avrebbero fatto in quella lezione che, ne era certa, sarebbe stata super interessante come quelle scorse.
Era stata praticamente la prima ad arrivare, essendo abbastanza in anticipo, quindi aspettò che anche tutti i suoi compagni entrassero e prendessero posto. Nel mentre, gettò uno sguardo sulla spilla appuntata al suo petto. Durante quell'anno -tranne che a Rune, visto il posto particolare- aveva sempre indossato la divisa e ciò era qualcosa di stranissimo per lei; stava davvero prendendo sul serio il suo ruolo da Prefetto, al contrario di come sicuramente pensavano Lancelot e la preside.
Ad ogni modo, non le restò che attendere che il docente prendesse la parola. Beh, non fece aspettare poi troppo.
Sera, oddio, manca un quarto alle cinque, direi pomeriggio inoltrato. Ma si limitò a pronunciare quel commento a bassa voce e solo chi fosse stato vicino a lei in quel momento, l'avrebbe potuta sentire. Ad alta voce disse invece: Buonasera, professore. Molto semplicemente. Si mise comoda per quanto possibile per ascoltare, stringendosi nel maglioncino per la bassa temperatura dell'aula, anche se il docente decise di provvedere subito, accendendo i bracieri vicini ai gargoyle, prima di iniziare davvero la lezione. Sembrava un argomento interessante, perciò tese le orecchie ed ascoltò con enorme attenzione.
A questo le serviva il cadavere? Domandò, sempre a bassa voce ma abbastanza alta perché l'uomo la potesse sentire. Sicuramente i suoi compagni non avrebbero capito quella domanda, siccome non aveva mai parlato a nessuno di quella loro capatina al cimitero, il maggio precedente. Col senno di poi, si chiese proprio cosa l'aveva spinta ad andare proprio nell'ufficio di Ensor.
Osservò le fiamme formate in aria e, con esse, quelle parole che apparvero e non si stupì affatto del fatto che avesse posto loro delle domande alle quali avrebbero dovuto rispondere. Mise mano alla sua piuma per rispondere.
Fu allora che mosse per la seconda volta la bacchetta e delle lingue di fuoco si generarono in aria, assumendo poi la forma di lettere e componendo così due frasi.
Dunque, intinse la sua piuma nell'inchiostro ed iniziò a rispondere alle due domande.
1) Fate il nome di almeno un essere.
Gli esseri sono davvero moltissimi, ma come esempio posso portarle le Banshee.
Okay, la prima era piuttosto veloce ed indolore, non dovette concentrarsi più di tanto, era facile e se la tolse di mezzo in poco tempo, ma il vero problema arrivava dopo.
2) Vampiri e lupi mannari: indubbiamente sono tra gli esseri più pericolosi del mondo magico, ma in un ipotetico scontro tra i due chi potrebbe aver la meglio? Perché?
Innanzitutto, dipende da diversi fattori. Il lupo è in forma umana o in forma animalesca? Il vampiro è affamato, non è affamato? Inoltre, quanto si potrebbe protrarre questo scontro, considerando il fatto che il vampiro lo è sempre e il licantropo, solo durante la luna piena? Infine, dipende da dove avviene lo scontro, essendo che i vampiri non possono essere esposti alla luce solare, solitamente. Mise il punto, dopo quella premessa che le pareva normalissima. C'erano molte variabili che potevano incidere in uno scontro tra le due creature. Messi in chiaro questi presupposti, ritengo che la risposta non sia scontata. I licantropi una volta trasformati, a meno che non abbiano la possibilità di assumere antilupo, non riescono a ragionare con raziocinio e la loro natura da lupi ha il sopravvento, quindi sarà impossibile per loro preparare una qualsiasi strategia efficace, dando perciò un notevole vantaggio ai vampiri. Essi, quindi, con la capacità di pianificare, avrebbero una possibilità di vittoria non indifferente. Durante il plenilunio, i licantropi avrebbero grande forza e velocità ma incapacità di intendere e volere -salvo rari casi- mentre tutto il resto del mese, perderebbero gran parte di queste loro abilità, mentre i vampiri manterrebbero costantemente la loro forza, velocità e sensi super sviluppati. In definitiva, credo che in una situazione normale, considerando i casi più comuni, i vampiri potrebbero avere la meglio -sebbene molto limitati nell'uso della magia- mentre, se consideriamo ogni variabile, ritengo che non ci sia una risposta esatta a questo quesito, una risposta che valga per ogni caso. Finì di scrivere e mise giù definitivamente la piuma, sperando di aver fatto buona impressione. Inizialmente le era parsa una domanda difficile, ma in realtà così non era -almeno, lo credeva- ed il ragionamento era venuto da sé. Aspettò quindi che i suoi compagni finissero e che il docente ritirasse.CODICE ROLE © dominionpf. -
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Ragazzuoli, eccoci al secondo post!
Ciò che dovete fare è molto semplice, quindi non mi dilungo oltre!
Prossima scadenza: domenica 15 alle 23:59. -
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.SPOILER (clicca per visualizzare)La scadenza viene spostata a lunedì sera, accettando una proroga.
Vedete? Ho anche un cuore. -
.Jessica WhitemoreLe lezioni di Difesa Contro le Arti Oscure riservavano sempre un sacco di emozioni, come per esempio un docente intrattabile, ma insegnava una materia troppo bella per poter dare peso al resto. Sbuffò alla sua risposta, annuendo, ripensando a come formulare la domanda per essere "specifica" come voleva lui. Dunque, si ricorda, no? Maggio, Passaporta, Galles... cose di questo genere. Spiegò quindi, con ovvietà. Insomma, se non lo capiva così... sospirò quando sentì il fastidiosissimo verso dell'adorabile Tortura, quell'affare che tutto era, tranne che una Puffola Pigmea.
Stava giocherellando con la penna, quando sentì quell'ingiusta punizione nei confronti di Blake. Sollevò la testa, gettando un'occhiata a Blake, che stranamente non aveva colpa. Okay, forse era too much sbuffare durante difesa, ma era altresì vero che Brian fosse fin troppo intransigente. Inoltre dovevano vincerla, quella dannata coppa. Solo lui è capace di toglierci punti perché respiriamo sussurrò a Blake, anche se tanto sussurro non era; insomma non si curò di chi potesse sentirla e chi no.
Passati i tre minuti, durante i quali cercò di scrivere quante più cose riuscisse, i fogli iniziarono a svolazzare per tornare da Brian, il quale non sembrava intenzionato a correggere proprio in quel momento. Preferì iniziare a parlare e, quindi, alla corvina non restò che ascoltare cosa avesse da dire.
Sì, in effetti aveva nominato sia la luna che la sete di sangue, se non ricordava male... le occasioni principali durante le quali, i due esseri potevano perdere il controllo ed essere fautori di qualche tragedia. Sì beh si lasciò sfuggire, alzando gli occhi al cielo. Comodo così, è troppo generica come risposta. Come se mille altre creature non morissero, con un proiettile d'argento piantato nel cuore. Aggiunse quindi, stringendosi nelle spalle e lasciando che l'uomo proseguisse con la sua lezione.
Alla fine, vide il modellino di un castello che manco Dracula, quindi si alzò per eseguire gli ordini e mettersi in fila. La lezione si faceva interessante, chissà cos'aveva in serbo per loro, ma ricordava che ogni singola lezione, fosse sempre fantastica e mai noiosa.
Come gli altri, mise la mano su quella che, ora era chiaro, era una passaporta che avrebbe portato la classe chissà dove nel mondo, anche se castelli del genere non potevano essere certo ovunque. La classica sensazione la investì, oscurando il mondo attorno a lei per qualche secondo. Strappo all'altezza dell'ombelico ed in un battito di ciglia, i suoi piedi furono di nuovo saldamente ancorati a terra. Si trovavano in un ambiente nettamente diverso dall'aula di Ensor, ma non per quello, meno triste. Fuori era buio e loro si trovavano in un salottino ben poco arredato e a Jess dava impressione di essere estremamente freddo, cosa che venne confermata non molto tempo dopo da una fredda nebbiolina fastidiosa. C'erano diversi strumenti che facevano luce, come per esempio gli affari con i gargoyle che Brian aveva in aula. Magari andavano di moda.
Sorrise appena alla sua battuta, riflettendo sul fatto che in un posto come quello, non sembrava così impossibile che un clan di vampiri assetati di sangue, potesse uscire allo scoperto e massacrarli tutti. Si guardò ancora un po' attorno, prima che giungesse alla sua richiesta. Beh, non sembrava così tanto difficile, no? Lasciò che parlasse prima Blake, riflettendo su per cosa avrebbe potuto optare lei, che non fosse la luce. Aveva ragione, i vampiri venivano vaporizzati con la luce del sole, ma... non è detto che non ne siano immuni... rifletté ad alta voce, anche se la sua frase non era indirizzata a nessuno. Vampiri molto potenti potrebbero resisterci, eppure... si guardò attorno, meditabonda, cercando una risposta. Certo, non voleva correggere Blake, erano solo pensieri che le erano usciti a voce alta. Poi le venne un'idea. Alzò la mano ed aspettò che il docente le desse la parola. Io invece vorrei parlarle di una loro abilità, ovvero quella del morso. A meno che non si sappiano controllare, non dovrebbero uccidere. Il loro morso, quindi, non fa troppo male e si rimargina senza grossi problemi grazie alla loro saliva, e può creare una sensazione di euforia e dipendenza non dissimile alle droghe. Infatti, come esse, più spesso ne assumi -quindi più volte vieni morso- e più sarai dipendente dal vampiro. Se però a mordere è un vampiro inesperto, l'estrema conseguenza potrebbe essere la morte, se il livello di sangue nel corpo scende entro un certo limite. Spiegò, chiedendosi anche dove l'avesse sentite quelle informazioni. Si ricordava di avere fatto diverse ricerche, tempo addietro, oltre al fatto che le piaceva studiare e avere ampie conoscenze su moltissimi argomenti -incredibile eh, Ste?- e quindi forse lo aveva semplicemente letto in uno dei suoi pomeriggi in biblioteca, passati ad informarsi. Aspettò quindi che il prof desse un verdetto e che anche gli altri, rispondessero.CODICE ROLE © dominionpf. -
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Ragazzuoli, benvenuti in questa bellissima prova pratica.
Ciò che dovrete fare è estremamente semplice: raggiungere la Sala da ballo al piano superiore. Non avete una mappa, quindi dovrete andare a tentoni. Vi chiedo di far un post autoconclusivo, quindi riuscirete ad arrivare senza problemi alla fine, però nel farlo dovrete per forza di cose confrontarvi con lui e sarete liberi di muoverlo a vostra descrizione. Le uniche linee guida che avete su di lui sono le seguenti: è terribilmente spaventoso e aggressivo, non esiterà ad attaccarvi e per quanto possibile vi renderà la prova un inferno
Per correttezza ricordo a tutti che per quanto riguarda la prova pratica buona parte della mia valutazione dipende dalla descrizione delle sensazioni ed emozioni dei vostri personaggi coerentemente con ciò che sta accadendo e uno scontro credibile (niente trasfigurazione del vampiro in una paperella di gomma, insomma).
Scadenza per postare: Venerdì alle 23:59. -
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.Jessica WhitemoreAscoltò la risposta del docente senza più replicare, salvo poi lasciarsi sfuggire un commento durante la spiegazione. Non era errato, eppure dovette ammettere che forse, fatto in un modo diverso, avrebbe ottenuto risultati ben migliori.
Sobbalzò sentendo il rumore del suo pugno sulla cattedra ed il suo tono di voce alzarsi. Non si ricordava se lo avesse mai sentito alzare così tanto la voce e non era nemmeno sicura di voler ripetere quell'esperienza, quindi non si lasciò sfuggire un fiato neanche quando detrasse altri punti ai Black Opal, anche se avrebbe voluto contestare. Era certa, però, che questo avrebbe portato alla detrazione di ulteriori punti e non aveva proprio intenzione di finire in fondo alla classifica, né tantomeno che l'uomo prendesse qualche provvedimento peggiore, come escluderla dalla squadra di Quidditch. Quella è una coppa che voleva assolutamente avere, ancora più di quella delle case.
La rincuorò solo il fatto che, almeno, non aveva detto una cosa completamente stupida, altrimenti avrebbe perso quei punti proprio per niente. Quindi ascoltò quell'ulteriore spiegazione, prima che si avvicinasse Blake e le parlasse. In quel momento, non sapeva se ridere alle sue parole o tirargli uno schiaffo, ma non era il caso di irritare ulteriormente Ensor che già non sembrava bendisposto verso di loro. Non disse nulla, gli rivolse un sorriso tirato, pensando che con lui se la sarebbe vista dopo, quindi presero la passaporta il castello-passaporta per raggiungere il castello in Transilvania, che non prometteva proprio nulla di buono. La porse una domanda alla quale Jess sperò di aver risposto al meglio e senza dilungarsi troppo con aggiunte inutili che, temeva, avrebbero assicurato la rimozione di altri punti. Alla fine, anche tutti i suoi compagni risposero in maniera più o meno accurata e semplice, addirittura Ensor aveva fatto dei complimenti a Blake. Ciò era preoccupante, magari si era concesso uno sgarro perché stava per far morire tutti loro. Dopo che l'uomo commentò la risposta di Jesse, la corvina si rese conto che la nebbia stava peggiorando, così come il sorriso del docente... ed il freddo.
Il docente iniziò a spiegare loro cosa avrebbero dovuto fare e non osava proprio immaginare che tipo di ostacoli avrebbe potuto pensare Ensor per loro, anche se supponeva non sarebbe stato nulla di facile e velocemente superabile. Ensor sparì ed il primo studente iniziò il suo percorso, ma... delle urla terrificanti arrivarono alle loro orecchie, quasi in concomitanza con il primo braciere che si spense. La ragazza deglutì a vuoto ed aspettò che alcuni suoi compagni partissero e guardò i bracieri finché non si spensero, quindi si preparò per affrontare la prova. Afferrò il catalizzatore tra le falangi, stringendolo e tenendosi pronta a qualsiasi evenienza, dopodiché varcò un grosso e pesante portone, trovandosi in un corridoio illuminato solo da una manciata di torce appese alle pareti. A terra, vi era un malandato tappeto color cremisi, mentre il freddo si faceva penetrante, forse anche a causa della scarsa capacità isolante di quelle pietre usate per la costruzione. Jess mosse qualche passo lungo quel corridoio, notando come in fondo si svoltasse a sinistra dove, presumibilmente, avrebbe trovato le scale per raggiungere il piano superiore. Mosse alcuni passi, all'erta. Era solo questione d'istanti prima che qualsiasi cosa avesse aggredito il primo che ci aveva approvato, sbucasse fuori. Ma non aveva paura, avevano sicuramente affrontato di peggio, dall'inizio dell'Accademia. O almeno, così pensava.
Fu un attimo. Una folata di vento molto diversa da quelle precedenti, la investì. Socchiuse gli occhi ed in un battito di ciglia, si trovò davanti un uomo. O meglio, un... vampiro. Jess si bloccò, davanti aveva l'immagine di quella pelle diafana e dei canini spiegati in un sorriso ancor più sadico di quello del docente, un sorriso che presagiva morte. Iniziò a sudare freddo, mentre -se possibile- la sua pelle divenne ancora più gelida. Gli occhi chiari dell'essere, erano fissi su di lei. La ragazza era come paralizzata ed era estremamente strano per lei, visto che ai MAGO aveva dovuto affrontare una prova non molto dissimile, sebbene là fossero in un sogno, però aveva affrontato -si fa per dire- un'enorme sfida poco meno di un anno prima, quindi... che cosa succedeva al suo corpo? Perché non voleva reagire? Cercò di muovere alcuni passi all'indietro, finché la sua schiena non si scontrò con il duro legno del portone iniziale, le unghie che graffiavano il materiale alla ricerca di una via d'uscita, mentre alcune schegge le si infilarono sotto la pelle. Lei nemmeno le sentì. Sembrava passata un'eternità, invece non erano che pochi secondi. Ma il vampiro fu su di lei in un attimo. Solo per un miracolo, Jess ebbe i riflessi abbastanza pronti da non farsi cogliere completamente impreparata. Nebulandromeda! Esclamò, nel panico più totale. Disegnò sopra la sua testa, tre cerchi in senso antiorario ed osservò l'uomo, spaventata. Non poteva muoversi finché doveva reggere quella nebulosa luminosa, perciò si limitò a lasciarsi scivolare contro il portone, cercando di elaborare una strategia ottimale, sebbene il suo cervello non collaborasse. I vampiri temono... non si ricordava più nulla, la sua mente completamente vuota ed il panico che la attanagliava fin nelle viscere. Non capiva perché, persino lei era incredula. La luce... temono la luce. Fu il pensiero flash che le venne in mente. Sospirò appena nel vedere il vampiro tentare di toccare la parete dello scudo e poi allontanarsi appena, come se esso l'avesse ferito in qualche modo. Non aveva però tempo da perdere, il vampiro era forte ed avrebbe distrutto presto lo scudo. Lasciò quindi perdere, liberando la strada al vampiro, ma disegnando in fretta un "8" tra loro. Farfallus Explodit! E guardò lo sciame di farfalle, schizzare sul volto dell'uomo, ostacolandogli la vista e dandole un secondo per scattare e superarlo, anche se poté fare ben pochi passi, prima che il mostro si riprendesse. Se lo ritrovò alle spalle in men che non si dica, sentiva il suo fiato viscido sul collo e le sue mani sulle braccia. Il panico stava tornando ad imprigionarla in una gabbia di immobilità, ma doveva avere i riflessi pronti. Sarebbe morta ed Ensor non avrebbe probabilmente fatto nulla per salvare i suoi studenti, perciò doveva usare la testa. Solis Apex! E grazie a questo, l'uomo fu distratto da una forte luce e si allontanò, mettendosi in un angolo buio. Jess non aveva altra possibilità che mettersi a correre ed arrivare alla svolta che le avrebbe fatto trovare le scale. Ma il vampiro era troppo forte, troppo veloce. Le sbarrò la strada, dopo essersi ripreso. Dovrai inventarti qualcosa di meglio. Le disse, crudele, con gli occhi che brillavano, sadici. In un attimo, si ritrovò contro al muro, sicura che sarebbe morta davvero, stavolta. Una risata rimbombò in tutto il corridoio e la ragazza sospettò che sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbe sentito in tutta la vita, quando... Accio torcia! Esclamò, facendo in modo che una delle torce appese lungo il muro, uscisse dal suo supporto per volare nelle mani della corvina. Mosse il braccio, avvicinando l'oggetto alla faccia del vampiro che dovesse scostarsi, se non voleva ritrovarsi la faccia in fiamme. Svincolò da sotto le sue braccia e si accostò alle finestre dall'altro lato del corridoio, sperando nella luce solare che, però, era assente per via dell'orario. Merda... mormorò, mentre l'essere già si stava riprendendo. Impedimenta! Urlò, senza badare all'effetto del suo incantesimo, che sperava avrebbe rallentato il vampiro. Spiccò un balzo e riprese a correre, protendendo il braccio armato all'indietro. Incendio! Esclamò, accelerando il passo. Sentiva il cuore in gola che batteva all'impazzata, la milza cominciò a farle male ed il respiro si fece corto. Non aveva mai corso così, ma era in gioco la sua vita e niente avrebbe potuto salvarla. La paura era ormai una compagna fedele della giovane, mentre diverse immagini si susseguivano nella sua mente, incomprensibili. Immagini completamente casuali ma, Jess lo sentiva, avevano con lei qualche legame. Dei volti presero ben presto il posto delle immagini, però erano sfuocati e la corvina non capiva proprio. Obscuro! Esclamò con la voce spezzata, mentre una benda andava a coprire gli occhi del presunto assassino. Si fermò, le gambe che le tremavano e l'impossibilità di correre ancora. Non avrebbe retto, ne era sicura. Così com'era sicura che l'essere stesse solo giocando, con lei. Non ce la faceva davvero più. Il panico e quell'ondata di ricordi prepotenti che non volevano però veramente uscire, uniti alla fatica, la buttarono giù. Cadde in ginocchio e si girò, guardando come l'essere si tolse rapidamente la benda per poi riprendere la sua corsa verso di lei. Era velocissimo, un secondo ed era da lei, ma... BOMBARDA! Esclamò la ragazzina, appigliandosi al muro per alzarsi in piedi. Le gambe ancora tremavano ma non poteva restare là. Mosse qualche passo incerto, mentre l'esplosione divideva lei e l'essere. Reggendosi sul muro con una mano, si allontanò per quanto possibile, ma anche questa volta, il vampiro non si lasciò intimorire troppo dall'esplosione, ricomparendo in mezzo al fumo che essa aveva causato. Spumam Infirmi! Una pausa, breve ma carica di tensione. Spumam Infirmi! Lo ripeté due volte, mentre le bolle viaggiavano verso il vampiro. Il corridoio non era abbastanza ampio perché potesse schivarle tutte, nonostante la sua enorme velocità. Fu inevitabile che alcune bolle lo colpissero, inducendo parzialmente quello stato di fiacchezza e costringendolo a rallentare notevolmente per asciugarsi le parti del corpo colpite. Reducto! Approfittò di questo per colpirlo e scagliarlo via, quindi con un'enorme forza di volontà, riprese la corsa. Mancava poco alla svolta. Dieci metri. Otto metri. Sei metri. Quattro metri.
Ti sono mancato? Quella voce le gelò il sangue nelle vene, costringendola a frenare la corsa. È ora di smetterla con i giochetti, ragazzina. Ancora una volta, Jess si trovò costretta contro il muro, mentre il vampiro sfoderava nuovamente i suoi canini acuminati, pronto ad affondarli sulla morbida carne del suo collo... ed ucciderla. INCENDIO! L'incantesimo glielo pronunciò con la bacchetta puntata in faccia, non è difficile immaginare cosa successe. Il catalizzatore generò una fiamma proprio in corrispondenza della sua faccia, causando così uno spaventoso urlo da parte del mostro. Jess ne approfittò e schizzò via. Due metri. Un metro. Everte Statim! un ultimo incantesimo che lo avrebbe spinto via, prima di allontanarsi ulteriormente. Girò l'angolo e finalmente si ritrovò sulle scale che l'avrebbero condotta al piano di sopra. Salì i gradini a due a due, sentendo le imprecazioni del vampiro un po' più in basso. Con le ultime energie residue, spinse il portone che la separava dalla Sala da Ballo, ora il cuore le martellava contro le costole. Là, vi trovò alcuni suoi compagni come Erik e Blake, oltre che il docente. Gli occhi scuri della ragazza trasmettevano una paura profonda che difficilmente aveva mai provato. La sua pelle era più bianca di quella del vampiro, non una parola uscì dalle sue labbra. Andò verso il muro e vi appoggiò la schiena, scivolando contro di esso fino a trovarsi col sedere a terra. Si abbracciò le ginocchia e guardò la stanza con espressione vuota. Nella sua mente, niente era chiaro, c'era una gran confusione. Come sempre quando succedeva qualcosa di simile, si sentiva come in un lungo corridoio che culminava in una porta che però non poteva raggiungere. La strada sembrava infinita eppure quando le sembrava di star per afferrare la maniglia, essa spariva in una nuvola di fumo. Si strinse per sconfiggere il freddo, rimanendo là senza parlare a nessuno, nè guardare nessuno. Non le interessava più di aver perso punti, di aver fatto alterare il prof o di qualsiasi altra cosa di irrilevante, almeno in quel momento. Voleva solo che quella giornata finisse il prima possibile e che tornassero al castello. Aveva bisogno di tornare nella propria camera e restare sola. Non riusciva a capacitarsi di tutta quella situazione, ma sia il suo cuore che il suo cervello sembravano voler esplodere nel disperato tentativo di recuperare qualcosa che sì appena sotto la superficie dei ricordi, però ormai era andato alla deriva da diverso tempo. Le immagini ed i volti continuavano a tormentare la giovane.CODICE ROLE © dominionpf.