Posts written by Zuleyka.

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    Zuleyka
    Black Opal
    I anno


    L'agonia degli altri, soprattutto se causata da un suo gesto, era per Zuleyka un interessante argomento di studio e analisi. Anche per una cosa così semplice e stupida come un ragno sulla testa di un ragazzo i cui capelli avrebbero potuto essere identificati come nido di cose ben peggiori, riusciva a provare un pizzico di adrenalina. In fondo, quanti altri hobby avrebbe potuto trovare chiusa ad Hidenstone? Bisognava arrangiarsi con quello che c'era.
    "Mi piacciono gli horror" dichiarò candidamente, mostrando un enorme sorriso e incrociando le braccia, appoggiata ad una parete. Osservava scrupolosamente i movimenti del ragazzo, che probabilmente stava dando la colpa del fastidio sulla pelle a qualcosa di poco conto. Un ragno era a tutti gli effetti qualcosa di poco conto, considerando che sarebbe bastato pochissimo per farlo fuori.
    "Ma piuttosto di guardare un film con te, preferirei un faccia a faccia con Freddie Kruger" rispose, ignorando il telecomando che l'altro le stava porgendo. In fondo, Julian avrebbe presto scoperto il motivo per cui l'aveva seguito lì dentro, che nulla aveva a che vedere con il desiderio di Zuleyka - inesistente - di passare del tempo con lui.
    Julian iniziava sul serio ad agitarsi, muovendosi in continuazione, motivo per cui la mente di Zuleyka non ebbe spazio per nient'altro se non per quello. Alzò entrambe le sopracciglia con espressione divertita quando l'altro insinuò intenti che non erano reali.
    "Lo sai vero che uscire con te, in qualsiasi modo, significherebbe diventare una pecora che segue il gregge?"
    Giusto per essere chiari, Zuleyka regalò al Dioptase una generosa dose di schietta sincerità.
    "Non mi interessi."
    Doveva ancora incontrare una persona che accendesse sul serio il suo interesse e sembrava che fosse sempre più difficile in quel contesto.
    Ad ogni modo, la situazione incominciava ad avere dell'esilarante. Improvvisamente, però, divenne assolutamente agghiacciante: accadde quando iniziò a spogliarsi.
    "Merlino, no" il commento al limite del disgustato che borbottò tra sé e sé Zuleyka, che mai aveva approcciato temi tipo ragazzo che si toglie la camicia. Per questo motivo, il suo sguardo rimase irrimediabilmente incollato alla camicia a terra.
    "Sei impazzito?" domandò, mentre il ragno sgusciava fuori dalla camicia, mostrandosi in tutto il suo... schifo.
    "Carino" commentò Zuleyka, facendo finta di nulla. "Chi si occupa delle pulizie in questa scuola?"
    Come se lei non c'entrasse assolutamente nulla. L'angolo destro delle labbra si alzò in un mezzo sorriso. A parte il torso nudo che non avrebbe voluto vedere, non era stata male come reazione.

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    Zuleyka
    Black Opal
    I anno


    Più la serata proseguiva, più Zuleyka si domandava cosa ci facesse lì. Eppure ormai era fatta e non le restava altro da fare se non cercare di sopravvivere. Si sarebbe pentita e punita, in seguito. L'ambiente era fin troppo caotico e, laddove ne avrebbe approfittato per dar bella mostra di sé, riteneva che l'abito compiesse già il suo dovere in quest'ottica e che il livello di confusione fosse troppo persino per lei.
    A distrarla fu una voce che ormai associava a cadaveri di animali morti. Non aveva a che fare con il senso del macabro di Zul, quanto più con quello del professore di Alchimia. Riversava ogni colpa su di lui, oppure ogni merito, perché simili sensazioni non potevano che rendere Fitz O'Connor più piacevole ai suoi occhi.
    Alzò lo sguardo per fissarlo in quello di lui, rispondendo a quel tentativo di complicità, gli occhi strabuzzati come suo solito e l'ombra di un sorriso gelido a distenderle le labbra.
    "Non spreco le mie doti per le cause perse" rispose apatica, mentre il pollice si alzava per indicare la pista di pattinaggio e l'evidenza di quanto la causa fosse tristemente persa.
    "A quel topo farei volentieri crescere delle corna" aggiunse, in riferimento alla lezione che avevano condiviso come compagni di banco; e al fatto che lì gli animali fossero morti. Che poi si trattasse di un panda rosso e non di topo era del tutto irrilevante agli occhi di Zuleyka.
    Come lei, il suo abbigliamento e Deva Lestrange potessero fungere da calamita per chiacchiere da festa era del tutto sconosciuto e incomprensibile. Eppure era proprio quello che stava accadendo.
    "Almeno un'esplosione c'è stata" rispose alla Lestrange con fare quasi sollevato, come se un'esplosione fosse una valida alternativa al ballo di Natale. Lo era, in effetti.
    A proposito di esplosioni, con un entusiasmo talmente evidente da far male allo stomaco, fece la sua comparsa Beauvais. In vena di chiacchiere amichevoli.
    Zuleyka avrebbe davvero potuto vomitare sulle sue scarpe e porre fine alla sua serata.
    "Come se la mia ultima tortura fosse infine giunta" rispose sinceramente al come stava del ragazzo, per poi sgranare gli occhi alla richiesta di lui di andare a pattinare.
    Lei. A pattinare.
    Visibilmente rigida, l'unico segnale di disagio fu il labbro superiore che tremolò per un breve istante. Se non avesse pensato che fare affidamento agli altri fosse solo un passo più vicino alla sconfitta, probabilmente avrebbe trascinato Fitz dall'altro lato della sala e avrebbe così creato una scusa per non dover rispondere ad un'altra domanda di Beauvais. Tuttavia, mettere nei casini qualcuno era molto meglio di affidarsi.
    "Ci tengo al mio osso del collo. Perché non chiedi alla Lestrange?"
    Sicura di aver appena firmato una condanna a morte certa - e percependo già una punta di fibrillazione per la reazione dell'altra - fu costretta a distogliere lo sguardo dal ragazzo per puntarlo su Erin Murphy, che si era appena avvicinata.
    In quella che sembrava essere una soap opera in piena regola, la ragazza con cui aveva finto di osservare il cielo era sicuramente una comparsa appetibile. In particolare, notare l'astio nemmeno troppo celato che nutriva nei confronti della Lestrange accese in Zul una punta di curiosità.
    "Le ragnatele sono squisitamente appiccicaticce, anche se i loro creatori non sopravvivono troppo a lungo in mia presenza" commentò di getto, un sopracciglio perplesso inarcato di fronte alla reazione della Murphy. Si avvicinò al suo orecchio, di modo che potesse sentire solo lei il seguito della frase.
    "Ma sono talmente fragili da distruggersi con estrema facilità."
    Le avrebbe rivolto un sorriso sornione e poi l'avrebbe osservata allontanarsi, lasciandosi andare ad un sonoro sbuffo.
    "Lo giuro" disse poi in direzione di Deva. Chi meglio di lei avrebbe potuto appenderla ad un albero? "So fare degli ottimi nodi scorsoi."
    Mentre pensava che chiunque allevasse una serpe in seno se ne sarebbe accorta troppo tardi, la sua attenzione tornò a Fitz O'Connor. Era sicuramente una delle presenze più interessanti lì in mezzo e lei aveva bisogno di aria.
    "Se hai proposte davvero interessanti, questo è il momento giusto."
    Non era un invito. Assomigliava di più ad un ordine, che però ebbe vita breve. Giusto il tempo che impiegò Brooks per avvicinarsi. Rispose al suo saluto con nient'altro che un cenno del capo e poi scosse la testa nel vederlo rivolgersi a Fitz.
    "E' davvero una serata impegnativa" borbottò tra sé, scrollando le spalle con fare noncurante. Avrebbe lasciato a Fitz l'onere di scegliere di che morte morire.

    Oddio, che maratona. Avevo 44 post da leggere, quindi ho letto solo quelli di chi di voi ha nominato Zul in spoiler, sorry. Se mi sono persa qualche interazione, chiedo umilmente perdono.
    Deva L. Lestrange Erin Murphy Fitz G. O'Connor James Beauvais


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    Zuleyka
    Black Opal
    I anno


    Se solo avesse potuto sopportare la monocromia per più di cinque minuti senza farsi venire l'orticaria, Zuleyka avrebbe affrontato il periodo natalizio vestita a lutto. Nell'aria aleggiava l'atmosfera di soffocante gentilezza che caratterizzava le feste: ogni anno tutti si impegnavano ad essere più buoni sotto il Natale ed era un'attitudine che a Zuleyka causava una tetra depressione.
    I canti natalizi, i colori caldi e la gente in generale più allegra irrigidivano il suo animo praticamente al pari di un lutto. Era quel periodo dell'anno in cui tutti si aspettavano una bontà d'animo considerata scontata e di cui lei era del tutto priva.
    Tuttavia, sembrava che ad Hidenstone il ballo fosse una specie di evento irrinunciabile per la maggior parte degli studenti e, in fondo, Zuleyka non voleva perdersi l'eventualità che tutto potesse andare storto.
    Così, concesse una possibilità al ballo di Natale.
    L'unico accenno alla festività era la metà di capelli rosso fuoco, un colore replicato sulle labbra e sulle sopracciglia. Ai piedi, invece, indossava un paio di anfibi color viola e il vestito esibiva una quantità di colori tali da far invidia alle pezze di Arlecchino. Una combinazione da far male agli occhi di chiunque, ma impossibile da non notare, soprattutto quando dal suo collo, appeso ad una collana, pendeva un teschio sgargiante.
    Non appena giunse all'ingresso della Sala Grande, notò immediatamente due dettagli: il vischio, a cui avrebbe potuto tranquillamente dar fuoco, motivo per cui era molto meglio che stesse alla larga da quella zona della sala; e poi la pista di pattinaggio, scenario perfetto per assistere a qualche rottura di ossa o a capitomboli degni della più profonda vergogna. Oh, sì, lì si prospettava del divertimento.
    Quando si avvicinò alla pista, notò anche come gli organizzatori erano stati abbastanza sensati da non mettere a disposizione degli studenti bevande alcoliche, ma anche abbastanza stupidi da metterle comunque nella sala.
    Da lontano, individuò due figure a terra nella pista da pattinaggio e l'angolo delle labbra si distese in un mezzo sorriso: la Murphy, la rossa ragazzina fragile dell'Osservatorio, e poi Jooqualcosa, il giappo-cinese del suo anno.
    Vederli rialzarsi fu una delusione, ma nel frattempo aveva raggiunto la Lestrange, che si trovava in zona, affiancata da Gyll. La ragazza non rivolse un cenno di saluto a nessuna delle due ragazze.
    "Quali tragici eventi mi sono persa?" domandò alla Lestrange, il tono di voce degno di un memoriale funebre. Era chiaro che non aveva alcuna voglia di trovarsi lì.
    A quel punto, individuò anche il motivo dello scompiglio nella pista di pattinaggio: un qualcosa di non meglio identificato, ma indubbiamente peloso. Le labbra di Zul tremarono dal disgusto.
    "Hanno già ferito il topo con le lame dei pattini oppure si sono già schiantati per terra nel tentativo di prenderlo?" domandò, più una speranza che vera preoccupazione. Non avrebbe mosso un muscolo per aiutare a risolvere una situazione dai risvolti così promettenti.
    Per questo arricciò il naso nel sentire qualcuno lanciare un Carpe Retractum.
    "Sempre ad interrompere sul più bello" soffiò tra i denti, contrariata.
    Distolse lo sguardo per rivolgerlo alla sala: qualcuno stava sotto il vischio e distolse velocemente lo sguardo per evitare di tirar su pure la cena di Natale dello scorso anno, altri si abbuffavano ai tavoli, qualcuno accennava qualche passo a ritmo della pessima musica che riempiva l'aria.
    "Così poco stimolante, non trovi Lestrange?"
    Chissà che non avrebbero potuto movimentare il tutto almeno un pochino.
    C'era sempre l'opzione di prendere ispirazione da Carrie - Lo sguardo di Satana. Peccato che fosse sprovvista di sangue maiale.
    Per sicurezza, controllò che l'unico animale lì intorno fosse ancora vivo e non avesse fatto una fine pietosa tra i pattinatori: non si poteva mai sapere quando la fortuna decideva di sorriderti.

    Zuleyka arriva al ballo da sola, parla con Deva commentando malamente la fuga del panda rosso.


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    Zul presente!
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    Zuleyka
    Black Opal
    I anno


    Aveva deciso di esplorare nuovi orizzonti con i suoi capelli. Due colori iniziavano a starle stretti, così aveva contrapposto al nero sia il blu che il rosa, con un risultato che l'aveva soddisfatta come non accadeva da parecchio tempo. Aveva anche dato un taglio netto, giusto per non esagerare, addobbando il lato monocromatico con delle mollette e abbinando un paio di labbra rosa acceso e le sopracciglia blu.
    Senza più la possibilità di raccogliere i capelli in due code alte e assumere l'aspetto di una bambola di porcellana, inquietante, Zuleyka aveva ben deciso di renderle omaggio mettendosela al collo, sopra la divisa.
    Girava così per i corridoi di Hidenstone, l'unico dettaglio che in lei non era cambiato erano gli occhi strabuzzati che si agganciavano allo sguardo di chiunque la osservasse per un secondo di più, accompagnati dal suo solito sorriso a labbra chiuse.
    La giornata era stata piuttosto impegnativa dal punto di vista delle lezioni e, per quanto il trucco coprisse i segni della stanchezza, Zuleyka aveva bisogno di svago e riposo. In queste condizioni aveva raggiunto il corridoio del terzo piano, alle spalle di Julian: avrebbe riconosciuto quell'ammasso informe di capelli ovunque, etichettati fin da subito come i più orribili della scuola. Aveva occhio per queste cose, considerando la cura che dedicava ai suoi, e riteneva il suo giudizio in merito praticamente insindacabile.
    L'idea di seguirlo non le passò nemmeno per l'anticamera del cervello, tuttavia, abbassando lo sguardo, individuò qualcosa che odiava persino più dei capelli di Miller: un ragno.
    Zuleyka detestava qualsiasi cosa non fosse umana e talvolta arrivava ad odiare persino i suoi simili. Il suo grado di empatia nei confronti degli altri esseri viventi era prossimo allo zero, una caratteristica che non mancava di dimostrare ogni qual volta si presentasse l'occasione. Che un ragno si ponesse lungo il suo cammino era semplicemente inaccettabile.
    Laddove gli avrebbe riservato una bella schiacciata con i suoi anfibi, decise invece che poteva essere l'occasione giusta per divertirsi un pochino e quando Zul prendeva questa decisione, chi la circondava poteva considerarsi in pericolo. I suoi canoni di divertimento non avevano nulla a che vedere con una partita di Quidditch oppure con l'episodio di una serie tv.
    "Wingardium Leviosa."
    La punta della bacchetta indirizzata verso il mostro a otto zampe, Zuleyka lo sollevò da terra e lo tenne di fronte a lei, a distanza di sicurezza. Vide l'animale agitare le zampe sotto l'influsso dell'incantesimo e si trovò a sorridere.
    Quale nido migliore del cespuglio di Miller, per una povera creaturina spaventata?
    Il braccio destro teso per tenere il ragno alla larga da lei, avrebbe cercato di aprire la porta il più silenziosamente possibile, quel tanto che bastava per far svolazzare il ragno all'interno, fin quando non l'avesse depositato tra i riccioli scomposti del ragazzo.
    Solo a quel punto, se Julian non si fosse accorto di nulla, Zuleyka sarebbe entrata nella sala multimediale, sbattendosi la porta alle spalle per far notare la sua presenza.
    "Qualcosa di interessante?" avrebbe domandato in riferimento alla tv, col tono più innocente di cui era capace, sperando che il coso nero peloso che gli aveva messo addosso iniziasse a zampettare allegramente lungo il collo del malcapitato.

    Innanzitutto chiedo scusa per una Zuleyka annoiata. E poi lascio a te scegliere se Julian si accorge prima di quello che sta facendo e decide di fermarla, oppure se lascia andare le cose come vanno... è il motivo per cui l'ultima parte del post è al condizionale! A me vanno benissimo entrambi i casi! ^^

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    Zuleyka
    Black Opal
    I anno


    Dagli interessi di una persona si potevano capire tante cose, talvolta persino quei dettagli che qualcuno cercava di celare al mondo esterno. Erin, che aveva mostrato una certa attrazione nei confronti dell'aliscopio, forse non era la ragazzina tranquilla e fragile che poteva sembrare al primo sguardo.
    Non che questa eventualità anche solo sfiorasse la mente di Zuleyka, che ormai aveva pronunciato la sua sentenza e nemmeno la più grande delle evidenze le avrebbe fatto cambiare idea.
    Il tutto stava nel cercare di capire di cosa fosse realmente in cerca l'Ametrin, una risposta che non aveva ancora pronunciato, ma che le orecchie di Zul anelavano.
    "E tu sei in cerca di qualche visione in particolare?" domandò, il tono di voce soave e alto quanto bastava per farsi udire dall'altra.
    Zuleyka non credeva nelle visioni. In generale, screditava qualsiasi cosa non avesse a che vedere con una scienza esatta e la Divinazione era fin troppo aleatoria e mutevole per poter essere considerata attendibile. Le riservava la medesima stima che rivolgeva ai pianeti, se non addirittura in misura inferiore. Forse era proprio per questo motivo che non le ricercava: sapeva che il futuro era mutevole e cambiava con la stessa frequenza del tempo, smosso dalle scelte di ognuno di loro, fossero esse lodevoli o deplorevoli.
    Le successive parole della rossa le ricordarono chiaramente sua madre. Non seppe identificare la natura delle emozioni che le provocarono, l'unica cosa certa era che nessuna di queste prese forma sul suo viso.
    Isabel non sa nemmeno cosa sia, la paura.
    Eppure Zuleyka - perché Isabel era morta parecchi anni prima - conosceva alla perfezione la paura. Ne aveva tante, probabilmente non erano quelle convenzionali o le prime a cui si potrebbe pensare, tuttavia erano in grado di pervadere il suo animo esattamente come accadeva ad ogni altra persona.
    Tuttavia, l'idea che qualcuno potesse crederla coraggiosa oltre ogni limite non le dispiaceva affatto.
    "Temere qualcosa significa lasciare che ti controlli" rispose quindi, per nulla intenzionata ad una conversazione profonda e sincera. Era molto meglio permettere che le apparenze avessero la meglio. "E se qualcosa ti controlla, allora ha vinto lui."
    E a Zul non piaceva perdere.
    Il suo più grande timore era rappresentato dall'oblio e, in realtà, la controllava eccome. Anche se lei preferiva credere che si trattasse di un desiderio, giusto e incontrollato, di fama. Desiderio preoccupava meno di paura e tanto le bastava.
    "No, l'ignoto non mi spaventa" confermò infine, in un'affermazione vera solo a metà. L'ignoto relativo al suo futuro la spaventava, ma sapeva anche che non vi era una sorta di cura. "E poi, se fosse davvero pericoloso non sarebbe in una scuola, alla portata di tutti."
    Introdurre la logica nel loro ragionamento le sembrò opportuno, fermo restando che se l'intenzione della Murphy era quella di sperimentare l'aliscopio, lei avrebbe assistito volentieri. Magari alle sue spalle, per essere certa che le visioni fossero sufficientemente macabre e inquietanti: forse così si sarebbe liberata di lei e avrebbe riconquistato la sua solitudine.
    Alla ragazza c'era comunque da riconoscere una naturale innocenza, la stessa che Zuleyka tentava spesso di ostentare, seppur con pessimi risultati. Già solo il suo aspetto non sposava la causa e ogni qualvolta tentava uno sguardo rasserenante, gli occhi sporgenti uniti ai capelli strambi le davano l'aspetto di una bambola di porcellana. Di quelle assassine.
    Non sempre questo le tornava utile, se non per incutere un certo disagio.
    Nessuno le aveva mai chiesto delucidazioni sul suo nome, i più fastidiosi tra i suoi compagni si limitavano a chiederle il motivo per cui non utilizzasse quello che le era stato affibbiato alla nascita.
    "E' una derivazione di un nome arabo" rispose, inclinando il volto di lato. "Anche se in genere viene scritto con la i, non la y. E' stato utilizzato da uno scrittore persiano, nulla di più."
    Il nome aveva diversi significati, a seconda delle interpretazioni. "La più bella" per alcuni; "grassottella" anche, perché era una condizione che rispecchiava i canoni estetici del tempo. Tuttavia, Zuleyka non aveva badato a questi significati, quando aveva scelto di farlo suo.
    "Mi piace come suona" specificò, distendendo le labbra in uno di quei suoi sorrisi che mai avrebbe raggiunto gli occhi strabuzzati e impassibili. "E' musicalmente rude."
    Era un suono forte. Come nome d'arte, era semplicemente perfetto.

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    Zuleyka
    Black Opal
    I anno


    Zuleyka prestava attenzione a qualcosa che non fosse se stessa unicamente nel momento in cui ciò era utile per far notare la sua presenza a chi la circondava. Come se i capelli di due colori diversi e il trucco improbabile non fossero sufficienti. Oppure, in extremis, quando non aveva alternative o quando qualcosa stuzzicava sufficientemente la sua curiosità morbosa.
    Forse fu per quest'ultimo motivo che i suoi occhi si alzarono, lentamente, su Julian. Lo squadrò il tempo necessario per elaborare un giudizio sui suoi capelli: pessimi. Lo sguardo impassibile, andò ad aprire il fogliettino che le aveva passato, per trovarci il suo numero di telefono.
    Le sopracciglia di Zuleyka - di un intenso colore blu - scattarono talmente in alto da sfiorare l'attaccatura dei capelli.
    "Se un giorno dovesse mai funzionare con qualcuno, fammi sapere chi è."
    Sarebbe stata un'ottima prima cavia per i suoi esperimenti vudù. E Zul anelava il momento in cui sarebbe passata alla pratica sin da quando aveva scoperto cosa fosse il vudù.
    Ignorò il ragazzo che si sedette accanto a lei fin quando le fu possibile, appallottolando il numero di Julian e infilandolo nella tasca della divisa, con l'intenzione di bruciarlo non appena fosse terminata la lezione.
    Era così gentile a non farlo davanti a lui.
    Le labbra si incurvarono in un sorriso mesto di fronte al commento del suo compagno di banco all'osservazione che aveva fatto all'insegnante e, finalmente, lo degnò di uno sguardo stralunato.
    "Il mio era un suggerimento" confessò in un sussurro udibile solo a Fitz, chiarificando fino a che punto si spingesse l'etica di Zuleyka: nessuno. Assolutamente nessuno.
    E quello sembrava essere il giorno di Natale per il suo spirito essenzialmente macabro, perché poco dopo comparvero nient'altro che dei cadaveri di bestie.
    E lei che aveva sempre pensato che Hidenstone fosse più fiacca di Durmstrang. L'etica era appena stata distrutta nel suo senso più profondo, perché se si trattava di manipolazione creare delle chimere vive, non sapeva dare precisamente un nome allo sfregiare un essere nella morte.
    Deturpazione.
    Ecco il termine. L'insegnante aveva appena proposto loro di deturpare dei cadaveri di animali.
    Zuleyka non poté trattenere una breve risata soffocata, spinta dall'incredulità della richiesta.
    "Pare che non vedremo le conseguenze della manipolazione, oggi" commentò in direzione del compagno di banco, con una noncurante scrollata di spalle.
    Alzò gli occhi al cielo quando l'asiatico dichiarò di non voler effettuare l'esercitazione, riflettendo per un istante sulla fragilità degli essere umani.
    Poi, passato il momento di gioia, non poté fare a meno di domandarsi una cosa.
    "Non deve avere nessun senso?"
    Forse le era uscita male.
    "Intendo, in genere l'obiettivo delle chimere sarebbe quello di migliorare e rafforzare le caratteristiche dell'essere, no? Essendo morti, la trasfigurazione sarà fine a se stessa."
    E in effetti, che utilità poteva avere quella coda di maiale oltre ad essere esteticamente un obbrobrio?
    Un mero esercizio sull'incantesimo, probabilmente.
    Beh, perché lasciarsi sfuggire l'opportunità di menomare qualche corpo?
    I suoi occhi si soffermarono sul corpo di una rana stecchita: le trovava assolutamente disgustose, con tutto quel viscidume a far da padrone.
    Lo sguardo focalizzò unicamente il corpo senza vita dell'animale, notando l'assenza di una zampa.
    "Elego Recresci" scandì, ripetendo il movimento che aveva visto prima, durante la dimostrazione dell'insegnante.
    Nella sua mente focalizzò la zampa di un topo.

    Interagisce con Julian e Fitz, prima di cercare di far comparire la zampa di un topo alla rana fa una domanda al prof.


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    Zuleyka
    Black Opal
    I anno


    Non credeva nel cielo, Zuleyka. Tutto ciò che appariva come troppo aleatorio, troppo ipotizzato e per nulla verificato, ai suoi occhi non era meritevole di attenzione. Aveva imparato a credere nella magia, ma non in quella dei pianeti. Non le avevano dato nulla di incontrovertibile e, come tali, non potevano considerarsi affidabili.
    Il fatto che non credesse nei loro significati, non significava doversi privare dello spettacolo offerto dalla loro bellezza.
    Che il cielo fosse fonte naturale di tranquillità, in serate come quella, era innegabile; che Zuleyka ne anelasse un po', invece, era piuttosto raro ma non impossibile.
    Aveva deciso di sgattaiolare fino all'osservatorio per allontanarsi dalla folla di studenti accalcati nei corridoi e aveva deciso di farlo in compagnia di qualche foglio di pergamena, con scarabocchiati qua e là appunti che nulla avevano a che vedere con la didattica. Erano stati scopiazzati da alcuni libri sul vudù e Zuleyka stava cercando di fissare nella sua testa alcuni elementi e nozioni base, nella speranza che un giorno non troppo lontano la teoria avrebbe lasciato il posto alla tanto agognata pratica.
    Raggiunto l'Osservatorio, Zuleyka aveva preso posto a terra, in un angolino. Incurante del freddo, da sempre si sentiva maggiormente cullata dai climi rigidi, piuttosto che da quelli afosi. Un controsenso, considerando il luogo in cui era nata. Ma, esattamente come aveva ripudiato un nome, non faticava a ripudiare anche le proprie origini, preferendo di gran lunga credere che la sua vera casa si trovasse molto a nord, dove aveva vissuto per parecchi anni e dove aveva frequentato Durmstrang.
    Aveva appena tirato un sospiro di sollievo, che la triste realtà di trovarsi in una scuola piena di studenti rovinò ogni cosa.
    Non si voltò quando alle sue orecchie giunsero delle scuse biascicate, si limitò a strabuzzare gli occhi, palesemente irritata. Solo a quel punto, lentamente, quello stesso sguardo si sarebbe posato sulla ragazza che aveva fatto irruzione.
    Andarsene appariva agli occhi di Zuleyka un'idea splendida, la flebile speranza di poter ancora conservare quel luogo e quel momento per sé. Tuttavia, alla sua attenzione non sfuggi il tremolio dell'altra e, in quel movimento quasi impercettibile, Zul vide un'opportunità.
    Non sapeva se fosse lei a incuterle timore oppure la situazione, o se quello fosse effettivamente timore, tuttavia lo avrebbe scoperto presto e, come di consueto, avrebbe provato a trarvi vantaggio.
    Che quella ragazza fosse o meno una persona fragile, come sembrava, non aveva alcuna importanza nella scala di valori di Zuleyka e in nessun modo avrebbe alterato il suo modo di porsi, se non per accentuarlo.
    Le labbra, ricalcate di un pesante rossetto color viola, presero la forma di un largo sorriso, che mai arrivava a contagiare gli occhi.
    "Non è di certo lo spazio a mancare" rispose con voce velata, anche se avrebbe preferito che l'altra sfruttasse a pieno lo spazio consentendo ad entrambe di mantenere il proprio spazio vitale.
    Gli occhi non lasciarono Erin nemmeno per un secondo mentre appoggiava a terra borsa e libri, l'intenzione di far sentire l'altra osservata e provocare un disagio calcolato.
    Lo stesso disagio che cercò di provocare non rispondendo subito alla domanda della compagna, ma attendendo qualche secondo immobile, lo sguardo che non ne voleva sapere di infastidire qualunque altra cosa ci fosse intorno a loro.
    "No" replicò infine, inclinando il volto di lato. "Non mi è mai importato" aggiunse, tirandosi il lato di capelli fucsia acceso dietro l'orecchio.
    Sull'Aliscopio si sentivano parecchie voci e finché la situazione non fosse stata più chiara ai suoi occhi, Zuleyka non si sarebbe presa l'onore di sperimentare.
    "Tu sei venuta qui per usarlo?" domandò, con tono apparentemente innocente. "Non vorremmo disturbare il cielo" buttò lì infine, lasciando intuire chissà quali conseguenze e contornando il tutto con un nuovo mezzo sorriso.

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    Zuleyka
    Black Opal
    I anno


    Il subbuglio adolescenziale era una piaga che nessuno di loro sarebbe mai riuscito ad evitare, nemmeno Zuleyka. La differenza era che alcuni possedevano una certa dose di autocontrollo, altri invece ne erano del tutto privi. Per altri ancora dipendeva dai momenti.
    Forse era proprio questo il motivo fondamentale per cui si ritagliava brevi istanti da dedicare alla sua musica, in fondo mantenere il controllo era importante.
    A dimostrarlo, puntualissimo in linea con i suoi pensieri, un concasato che aveva un paio di anni in più rispetto a lei e che evidentemente aveva avuto una giornata storta.
    Dire che le dispiaceva per lui sarebbe stato mentire spudoratamente.
    Zuleyka non era una persona tollerante; al contrario, farle perdere la pazienza era impresa piuttosto semplice, tuttavia difficilmente avrebbe urlato. Era più ragazza da insulti sottovoce, maledizioni borbottate dritte in faccia al malcapitato. Mai di spalle, che sarebbe stato sinonimo di codardia.
    Voltò lentamente il viso, gli occhi strabuzzati in due enormi palle che andarono a posarsi sul malcapitato, ponderando per qualche istante se avere pietà di lui o semplicemente ignorarlo.
    "Ti sta per esplodere una vena" il commento apatico, seguito da un movimento della mano con il quale Zuleyka andò a sfiorare la propria tempia. "Proprio qui."
    Informarlo era doveroso, ignorare la sua sfuriata lo era altrettanto.
    Avrebbe persino potuto lasciar correre, ma c'era qualcosa di fisiologicamente opprimente in lei da impedirglielo. L'istinto di tappargli la bocca facendogli sparire la lingua, quello sì che sembrava un ottimo istinto da assecondare. Oppure, segnarsi il suo nome per i suoi primi esperimenti sul vudù, anche questo non suonava male.
    Infine, gli rivolse semplicemente un sorriso disteso.
    "Dovresti rilassarti, non giova alla tua pelle."
    Roteò la bacchetta del violoncello nella mano destra, preannunciando ciò che stava per fare; un istante più tardi tornò a sfiorare le corde dello strumento, assaporando il meraviglioso suono di un metaforico schiaffo in faccia.
    Non stava infrangendo alcuna regola. Se i suoi nervi non erano abbastanza saldi da resistere, avrebbe potuto tranquillamente visitare un qualunque altro luogo del castello che, per loro fortuna, era piuttosto grande.

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    CITAZIONE (Erin Murphy @ 10/11/2022, 10:25) 
    Numero di partecipanti: 1 (alla volta :3)
    Sezione in cui aprire: Da decidere.
    Info aggiuntive: Ad Erin piacciono le avventure e l'ignoto, facciamola divertire **

    Io te la butto lì :3
  11. .


    Zuleyka
    Black Opal
    I anno


    Di tutti gli strumenti che suonava, il violoncello era quello che preferiva. L'ultimo a cui aveva iniziato ad applicarsi, era anche quello in grado di trasmetterle il maggior numero di emozioni. Non sapeva se fosse a causa della tecnica necessaria o del suono che emetteva, ma chiudere gli occhi ed ascoltare unicamente la melodia che sprigionava era per Zuleyka il più efficace dei tranquillanti.
    Per questo motivo, non era raro vederla aggirarsi per i corridoi di Hidenstone con la custodia che ricopriva lo strumento sospesa a mezz'aria, grazie ad un elementare incantesimo di levitazione che le risparmiava la fatica di trasportarlo sulle spalle.
    Erano già passati due mesi abbondanti dal suo arrivo ad Hidenstone, tuttavia non aveva ancora memorizzato alla perfezione corridoi e luoghi. Le persone, invece, le aveva già inquadrate, o almeno così credeva: era solita affidarsi alla prima impressione, quella che secondo lei contava maggiormente, ed era difficile - se non impossibile - che cambiasse idea.
    Ogni tanto, le capitava di provare nostalgia per Durmstrang e per l'estremo nord, dove i climi rigidi che lei apprezzava immensamente erano di casa e dove l'attitudine della maggior parte delle persone ben si adeguava all'ambiente.
    Hidenstone aveva significato un grande cambiamento per lei, per quanto l'avesse desiderato e ben accolto, ma adattarsi era tutto un altro discorso.
    Quando aveva bisogno di evadere, aveva scoperto la terrazza. Un luogo che offriva una vista niente affatto male, di cui Zuleyka godeva piuttosto frequentemente in compagnia del suo violoncello. A lezioni terminate e prima della cena, si era allontanata dal gruppo che usciva dall'aula per fare una veloce tappa nel suo dormitorio e raggiungere infine la terrazza, occupando uno dei posti accanto agli archi e iniziando a suonare.
    Non le era mai importato molto di chi potesse vederla o ascoltarla; al contrario, più gente lo faceva più lei si sentiva bene. Sperava di poterne fare un lavoro. Sapeva di poterne fare un lavoro, un obiettivo che giorno dopo giorno coltivava con dedizione.
    Chiuse gli occhi per qualche minuto, riaprendoli unicamente quando finì di suonare una canzone. Appoggiò la bacchetta sul muretto in pietra e il mento al violoncello, concedendosi uno sguardo all'orizzonte e lasciandosi andare ad un sospiro.
    Percepiva la presenza degli altri come se fosse lontana anni luce da lei, un beneficio che solo la musica le concedeva. Non abbastanza, comunque, da non avvertirla quando qualcuno si faceva più vicino.
    "Un'altra splendida giornata" mentre lasciava che il sarcasmo fluisse libero nell'inflessione della voce, gli occhi si puntarono in quelli di Adrien, uno dei suoi soliti gelidi sorrisi ad incurvarle le labbra.

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  12. .


    Zuleyka
    Black Opal
    I anno


    Il venerdì mattina prevedeva delle regole precise che, se infrante, portavano all'ira di Zuleyka nel giro di mezzo secondo. Una delle principali era il silenzio. Tutte le mattine in generale, ma per quella che concludeva la settimana era ancor più fondamentale per preservare la sua tranquillità d'animo, se mai ne aveva posseduta in vita sua.
    Zuleyka aveva spalancato gli occhi al suono della sveglia, anticipata di qualche minuto rispetto alle compagne per potersi concedere di utilizzare il bagno senza la fretta di qualcuno che attendeva fuori dalla porta.
    Aveva lasciato che i capelli - metà neri e metà blu - ricadessero liberi sulla sua schiena. In un arcobaleno di colori freddi, il viola andò a ricoprire le labbra e le palpebre. Dal momento in cui indossò la divisa non si guardò più allo specchio, rifiutandosi di associare la sua immagine ad un indumento così comune.
    Afferrò lo zaino che aveva preparato la sera prima e, senza degnare nessuno dell'ombra di uno sguardo, si diresse prima alla colazione e poi verso l'aula di Alchimia.
    In genere Zuleyka se la cavava piuttosto bene con i nomi, tuttavia non aveva ancora memorizzato quello dell'insegnante; in parte perché non era di suo particolare interesse, in parte perché era un susseguirsi di vocali fastidioso. Professor A. era più che sufficiente.
    "Buongiorno" un saluto che rivolse unicamente all'uomo, sforzandosi di elargire un sorriso minimamente gentile, che nel suo caso assomigliava sempre a qualcosa di simile al sorriso prima di una seria malefatta.
    Un rapido sguardo all'aula le comunicò che più o meno ogni zona era già stata occupata, quindi lei - e il suo egocentrismo - si piazzarono in prima fila, esattamente di fronte alla cattedra dell'insegnante.
    In parte il centro dell'attenzione, in parte il posto che il docente di solito controllava di meno: chi mai avrebbe potuto combinare disastri, dalla prima fila?
    Esposto e quindi al sicuro.
    Solo a quel punto si accorse dell'argomento della lezione appuntato alla lavagna e questo riuscì finalmente ad attirare la sua attenzione.
    Ascoltò qualche risposta dei compagni, per poi alzare la mano.
    "Credo che dovremmo fare una distinzione tra le Chimere esistenti in natura e quelle che invece vengono create. L'ornitorinco, ad esempio..." ed abbozzò un cenno indifferente della mano in direzione del ragazzo che l'aveva nominato. "... esiste così come l'ha descritto. Se prendiamo anche in considerazione le chimere che si possono creare con l'Alchimia, si aggiunge la questione di quanto questo sia etico. L'unione di due o più specie differenti non sempre favorisce l'adattamento della nuova creatura e può portare anche a farla soffrire."
    Fu un sorriso a condire l'ultima parola. Nel caso non fosse sufficientemente chiaro, a Zuleyka dell'etica importava meno di un calzino bucato.
    "Credo che qualcuno la definisca manipolazione."
    Non aggiunse altro, non perdendosi in esempi. Ne avevano già fatti a sufficienza e lei era già stanca di parlare.

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  13. .
    Nonostante abbia già 2 role in programma, stasera mi sento masochista. Poi 3 è il numero perfetto. Quindi, a vostro rischio e pericolo...

    Numero di partecipanti: indifferente!
    Sezione in cui aprire: Da qualche parte ad Hidenstone, che devo prenderci un po' la mano.
    Info aggiuntive: Zuleyka è un po' strana, quindi si adatta a tutto. Possiamo accordarci oppure possiamo aprire e vedere dove andiamo a finire.
  14. .
    Role Aperte

    - Prefetti imperfetti! Blake Barnes
    - Lezione di Alchimia
    - Escape Adrien Beauvais
    - Ship to wreck Erin Murphy
    - Relax Julian Miller



    Role Chiuse

    -
    -
    -

    Edited by Zuleyka. - 20/11/2022, 22:34
  15. .
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    Zuleyka
    Casata | 16 anni
    L'unico dettaglio di quella giornata che avrebbe anche potuto sembrarle familiare era il vascello, a bordo del quale aveva raggiunto la nuova scuola. La novità di un cambiamento che era solo all'inizio portava con sé l'entusiasmo - contenuto, come le si addiceva - di un nuovo mondo, di cui scoprire anche i più reconditi segreti. O almeno, questo era ciò che si aspettava di fare durante i suoi anni a Hidenstone.
    Chi ben comincia è a metà dell'opera e Zuleyka aveva tutta l'intenzione di cominciare bene. Nel suo caso, aveva significato principalmente restare in silenzio, evento più unico che raro.
    Non sarebbe durata a lungo, incapace com'era di tenere la bocca chiusa, impossibilitata a non mostrare ciò di cui era capace.
    In parte, Zul si esprimeva piuttosto bene con l'aspetto. Per il giorno dello Smistamento, aveva optato per dei capelli metà neri e metà blu, quest'ultimo colore accendeva anche le palpebre e le labbra.
    Detestava le divise di Hidenstone esattamente come aveva odiato quelle di Durmstrang, considerandole un mero strumento di appiattimento dell'io e appartenenza ad un gruppo di cui alla ragazza importava meno di zero; tuttavia, sembrava che le scuole vi fossero affezionate, per qualche motivo a lei oscuro.
    Si era illusa di confondersi nella massa di studenti che avevano percorso a piedi la strada che separava il lago dalle mura della scuola e, infine, si era messa a braccia incrociate ad ascoltare ciò che tre insegnanti - Zul non mancò di squadrarli da capo a piedi, nascosta oltre le spalle di un compagno di scuola cresciuto troppo - avevano da dire alle nuove leve.
    Ai primini, una condizione già di per sé sfavorevole.
    "Così si arrugginiscono le articolazioni delle gambe" il gentile commento che aveva accompagnato le sue prime parole rivolte ad un compagno di scuola, contro il quale aveva rischiato di andare a sbattere a causa della necessità dell'altro di osservarsi intorno con la faccia da ebete e camminare fin troppo lentamente.
    Una volta al cospetto dello Snaso, Zuleyka assistette con rinnovato interesse agli Smistamenti di coloro che l'avevano preceduta, con l'impazienza del suo turno palpabile nelle dita della mano destra, che battevano insistenti lungo la gamba.
    Rabbrividì a vista d'occhio quando si sentì chiamare con il suo nome esteso, non potendo esimersi dallo stringere i pugni e digrignare i denti.
    Per carità.
    "Zuleyka" si sentì in dovere di informare chi la circondava con tono secco, riservando invece un'inflessione più rispettosa all'adulto che aveva pronunciato il nome che non avrebbe mai più dovuto pronunciare.
    Pensò a se stessa, Zul, mentre si avvicinava allo Snaso. Un lusso che probabilmente si concedeva troppo spesso e di cui talvolta avrebbe fatto meglio a privarsi.
    Riteneva di conoscersi piuttosto bene e a fondo. Sapeva chi era: non di certo una comune Isabel Molina ma Zuleyka, quello che lei voleva essere. Sapeva cosa voleva e spesso e volentieri vi anelava con una forza quasi distruttiva.
    Sapeva anche di avere delle paure. Le conosceva tanto bene quanto le celava agli altri, ma sapeva anche che non era il momento di pensarci.
    Sapeva o credeva di sapere, ma aveva davvero importanza?
    "Revelio!"
    No. Non in quel nuovo inizio.
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
    RevelioGDR


    1. SCEGLI TRA I SEGUENTI LAVORI QUELLO CHE RAPPRESENTA MAGGIORMENTE IL TUO FUTURO

    Duellante professionista
    Giocatore di Quidditch
    Ministro della Magia X
    Spezzaincantesimi
    Auror
    Professore

    2. TI AVVICINI ALLO SPECCHIO DELLE BRAME E VEDI...

    Me stesso circondato dei miei successi X
    Aver fatto la scoperta del secolo
    Me stesso accanto alle persone che amo


    3. QUALE ANIMALE PORTERESTI CON TE A HIDENSTONE?

    Gufo
    Gatto X
    Scoiattolo


    4. SEI APPENA ARRIVATO A HIDENSTONE, QUALE LUOGO SEI PIÙ CURIOSO DI SCOPRIRE?

    Sala dei profeti X
    Biblioteca
    Campo di Quidditch
    Labirinto Incantato
    Giardini pensili
    Stanza delle Necessità


    5. SCEGLI UN RUOLO DI QUIDDITCH.

    Portiere
    Cercatore
    Battitore X

    6. COSA TI SPAVENTA MAGGIORMENTE?

    Essere dimenticato X
    Non riuscire a raggiungere i miei obiettivi
    Scoprire che il sapere sia un'arma a doppio taglio
    Ammettere di aver paura
    Ferire le persone a cui voglio bene
    Realizzare che non tutto il conoscibile possa essere conosciuto


    7. QUALE LEZIONE NON VEDI L'ORA DI FREQUENTARE?

    Magitecnica
    Difesa Contro le Arti Oscure
    Alchimia X
    Antiche Rune
    Divinazione
    Magia Verde

    8. A QUALE CARATTERISTICA TI SENTI PIÙ AFFINE ?

    Empatia
    Intelligenza
    Carisma X

    9. IN QUALE DEI SEGUENTI MODI TI DAREBBE PIU' FASTIDIO ESSERE CHIAMATO?

    Ignorante
    Egoista
    Nullità X

    10. SE POTESSI AVERE QUALSIASI POTETE, QUALE SCEGLIERESTI?

    Invisibilità
    Leggere nel pensiero X
    Prevedere il futuro
    Parlare con gli animali
    Telecinesi
    Teletrasporto

    11. IN QUALE CASATA NON VUOI ESSERE SMISTATO?

    a) Ametrin X
    b) Dioptase
    c) Black Opal


    Edited by Zuleyka. - 3/11/2022, 10:18
28 replies since 29/8/2022
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