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Zuleyka

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Lezioni finite, compiti fatti e Cameron fuori con Lilith.
    Una di quelle giornate dove non aveva proprio nulla da fare.
    Una di quelle giornate dove avrebbe preferito partire per tornare a New York e non rimanere in quella cazzo di scuola che odiava in ogni angolo che poteva formarla. Ma come cazzo aveva fatto a ritornarci?
    Doveva trovare un posto per stare solo, per poter pensare di non essere in Inghilterra e di non avere Regina intorno.
    Dove cazzo era finita, pure lei?
    Ma era possibile che nonostante fosse tornato solo per lei, la ragazza non aveva fatto altro che evitarlo?
    Per me non è cambiato niente.
    Questo gli aveva detto, peccato che a parole era stata bravissima, mentre a fatti... beh, la sola dimostrazione era che lui era da solo a girovagare per la scuola, mentre lei non faceva altro che andare chissà dove con chissà chi. Il riccio continuava a credere che gli stesse nascondendo qualcosa, voleva proprio sapere cosa fosse e prima o poi l'avrebbe sicuramente seguita per scoprirlo, tuttavia non era quello il giorno, più che altro perché nervoso com'era, non voleva il peso anche di una discussione con lei.
    Sbuffò, tirandosi indietro i ricci, mentre vagava per i corridoi del terzo piano.
    Cosa poteva fare per ammazzare il tempo?
    Sfogliò le pagine di instagram, cercando ispirazione, quando dovette fermarsi per far passare una coppia di studenti che uscirono dalla Sala Multimediale, commentando una delle ultime serie Netflix uscite.
    Julian guardò loro, poi guardò la stanza e prima che si chiudesse la porta, scivolò in mezzo per entrarvi.
    Sembrava non esserci nemmeno Isaac, ma la cosa non era definitiva, quello stronzo di fantasma appariva dal nulla quando meno ce lo si aspettava, facendo prendere una paura a tutti.
    Quindi non restava che approfittarne e cercare qualcosa da vedere, alla fin dei conti non era niente male quella sala e lui la utilizzava davvero troppo poco. Si gettò su uno dei puff sparsi per la sala della smart-tv e afferrò il telecomando.

    «Hey, riproduci i trailer delle ultime uscite.»

    La tv si accese e lui iniziò a farsi mostrare cosa c'era di interessante, ben consapevole che non sarebbe stato facile trovare qualcosa che potesse soddisfare la sua noia.
    Julian Miller

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    Zuleyka
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    Aveva deciso di esplorare nuovi orizzonti con i suoi capelli. Due colori iniziavano a starle stretti, così aveva contrapposto al nero sia il blu che il rosa, con un risultato che l'aveva soddisfatta come non accadeva da parecchio tempo. Aveva anche dato un taglio netto, giusto per non esagerare, addobbando il lato monocromatico con delle mollette e abbinando un paio di labbra rosa acceso e le sopracciglia blu.
    Senza più la possibilità di raccogliere i capelli in due code alte e assumere l'aspetto di una bambola di porcellana, inquietante, Zuleyka aveva ben deciso di renderle omaggio mettendosela al collo, sopra la divisa.
    Girava così per i corridoi di Hidenstone, l'unico dettaglio che in lei non era cambiato erano gli occhi strabuzzati che si agganciavano allo sguardo di chiunque la osservasse per un secondo di più, accompagnati dal suo solito sorriso a labbra chiuse.
    La giornata era stata piuttosto impegnativa dal punto di vista delle lezioni e, per quanto il trucco coprisse i segni della stanchezza, Zuleyka aveva bisogno di svago e riposo. In queste condizioni aveva raggiunto il corridoio del terzo piano, alle spalle di Julian: avrebbe riconosciuto quell'ammasso informe di capelli ovunque, etichettati fin da subito come i più orribili della scuola. Aveva occhio per queste cose, considerando la cura che dedicava ai suoi, e riteneva il suo giudizio in merito praticamente insindacabile.
    L'idea di seguirlo non le passò nemmeno per l'anticamera del cervello, tuttavia, abbassando lo sguardo, individuò qualcosa che odiava persino più dei capelli di Miller: un ragno.
    Zuleyka detestava qualsiasi cosa non fosse umana e talvolta arrivava ad odiare persino i suoi simili. Il suo grado di empatia nei confronti degli altri esseri viventi era prossimo allo zero, una caratteristica che non mancava di dimostrare ogni qual volta si presentasse l'occasione. Che un ragno si ponesse lungo il suo cammino era semplicemente inaccettabile.
    Laddove gli avrebbe riservato una bella schiacciata con i suoi anfibi, decise invece che poteva essere l'occasione giusta per divertirsi un pochino e quando Zul prendeva questa decisione, chi la circondava poteva considerarsi in pericolo. I suoi canoni di divertimento non avevano nulla a che vedere con una partita di Quidditch oppure con l'episodio di una serie tv.
    "Wingardium Leviosa."
    La punta della bacchetta indirizzata verso il mostro a otto zampe, Zuleyka lo sollevò da terra e lo tenne di fronte a lei, a distanza di sicurezza. Vide l'animale agitare le zampe sotto l'influsso dell'incantesimo e si trovò a sorridere.
    Quale nido migliore del cespuglio di Miller, per una povera creaturina spaventata?
    Il braccio destro teso per tenere il ragno alla larga da lei, avrebbe cercato di aprire la porta il più silenziosamente possibile, quel tanto che bastava per far svolazzare il ragno all'interno, fin quando non l'avesse depositato tra i riccioli scomposti del ragazzo.
    Solo a quel punto, se Julian non si fosse accorto di nulla, Zuleyka sarebbe entrata nella sala multimediale, sbattendosi la porta alle spalle per far notare la sua presenza.
    "Qualcosa di interessante?" avrebbe domandato in riferimento alla tv, col tono più innocente di cui era capace, sperando che il coso nero peloso che gli aveva messo addosso iniziasse a zampettare allegramente lungo il collo del malcapitato.

    Innanzitutto chiedo scusa per una Zuleyka annoiata. E poi lascio a te scegliere se Julian si accorge prima di quello che sta facendo e decide di fermarla, oppure se lascia andare le cose come vanno... è il motivo per cui l'ultima parte del post è al condizionale! A me vanno benissimo entrambi i casi! ^^

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Che disastro era la vita? Un dolce e amorevole disastro, uno scontro continuo di anime ribelli, pronto a creare distruzione, un po' come un battito d'ali di una farfalla. E questa narratrice è certa che in un qualche spazio lontano da Hidenstone, una farfalla stava battendo le ali, ne bastavano solo due, di battiti, per generare quell'uragano che stava per accadere in quella tranquilla giornata di Novembre, presso quella Sala che tante cose aveva visto, ma mai l'inizio di un travaglio complesso di due anime agli antipodi.
    Per natura, il riccio dei Dioptase era egocentrico, spocchioso, secchione e molto poco attento a cosa accadeva alle sue spalle, credendo che se non fosse sotto il suo stesso naso, non era roba che poteva interessargli, qualora qualcuno cercasse il suo interesse, in fin dei conti, non si sarebbe certamente posto alle sue spalle. Tutto questo per dire che l'altro non si era accorto dello sgusciare di Zuleyka alle sue spalle, prima che la porta si chiudesse, complice il fatto che la sala era ancora completamente buia, tipo cinema da quattro soldi, per aver accolto i due precedenti studenti che bene avevano pensato di non riaccendere le luci.
    Lui faceva la sua entrata, mentre dietro di lui la ragazzina del primo anno che aveva tentato di approcciare, anche solo per divertimento, durante la lezione di Alchimia, metteva in atto il suo strano divertimento. Il ragno mise le sue otto zampette nei ricci dell'altro, muovendole un po', provando un leggero solletico sulla testa, che l'altro ignorò, confondendolo con una leggera folata di vento che forse proveniva da una qualche finestra nascosta dietro le pesanti tende nere che oscuravano ancora di più la sala.
    Non si accorse nemmeno che la porta non si fosse chiusa, o si fosse riaperta nel caso fosse successo, per far entrare l'altra a godersi la fine della sua scenetta.
    Solo il rumore dell'altra lo portò alla realtà, facendolo rizzare sul pouff, giusto per affacciarsi a guardare chi fosse entrato.
    Un angolo delle labbra si andò a flettere, piegandosi in un sorriso sghembo, prima di poggiarsi nuovamente sul pouff. Proprio in quell'istante iniziò a sentire un leggero fastidio al collo, quindi portò una mano a scivolare pigramente sulla pelle, cercando di eliminarlo.

    «Stavo decidendo. Vuoi vedere qualcosa in particolare?»

    Rispose, allungando verso di lei il telecomando, lasciando che i trailer continuassero a scorrere sullo schermo, creando un gioco di ombre e luci su di loro. Quel fastidio iniziò a protarsi, tuttavia, scivolando verso la schiena e facendo muovere un po' di più il ragazzo, che cercava di rimuovere quel solletichino che lo rendeva nervoso. Sbuffò provando ad ignorarlo, mentre si sfilava la giacca della divisa, già troppo agitato.

    «Quindi hai preferito intrufolarti in una stanza buia, piuttosto che chiamarmi, così da essere diversa dalle altre?»

    La punzecchiò appena, ancora muovendo le scapole per cercare di togliersi il frizzante passaggio delle zampette addosso, mentre rimbeccava l'argomento che avevano toccato in aula.
    Scattò in piedi, ad un tratto.

    «Ma che cazzo...»

    Iniziò a sbottonarsi la cravatta, velocemente, lanciandola a terra, quindi - quasi nevroticamente - sbottonò tutti i bottoni e lanciò via la camicia, afferrandola mancò stesse andando a fuoco. Il fastidio sembrò terminare, quindi Julian guardò il candido indumento, aspettando che apparisse da lì a poco il motivo del suo fastidio, che probabilmente si sarebbe affacciatto tra le pieghe malmesse del pezzo della divisa, rimanendo a dorso nudo, senza troppi problemi.
    Julian Miller

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    L'agonia degli altri, soprattutto se causata da un suo gesto, era per Zuleyka un interessante argomento di studio e analisi. Anche per una cosa così semplice e stupida come un ragno sulla testa di un ragazzo i cui capelli avrebbero potuto essere identificati come nido di cose ben peggiori, riusciva a provare un pizzico di adrenalina. In fondo, quanti altri hobby avrebbe potuto trovare chiusa ad Hidenstone? Bisognava arrangiarsi con quello che c'era.
    "Mi piacciono gli horror" dichiarò candidamente, mostrando un enorme sorriso e incrociando le braccia, appoggiata ad una parete. Osservava scrupolosamente i movimenti del ragazzo, che probabilmente stava dando la colpa del fastidio sulla pelle a qualcosa di poco conto. Un ragno era a tutti gli effetti qualcosa di poco conto, considerando che sarebbe bastato pochissimo per farlo fuori.
    "Ma piuttosto di guardare un film con te, preferirei un faccia a faccia con Freddie Kruger" rispose, ignorando il telecomando che l'altro le stava porgendo. In fondo, Julian avrebbe presto scoperto il motivo per cui l'aveva seguito lì dentro, che nulla aveva a che vedere con il desiderio di Zuleyka - inesistente - di passare del tempo con lui.
    Julian iniziava sul serio ad agitarsi, muovendosi in continuazione, motivo per cui la mente di Zuleyka non ebbe spazio per nient'altro se non per quello. Alzò entrambe le sopracciglia con espressione divertita quando l'altro insinuò intenti che non erano reali.
    "Lo sai vero che uscire con te, in qualsiasi modo, significherebbe diventare una pecora che segue il gregge?"
    Giusto per essere chiari, Zuleyka regalò al Dioptase una generosa dose di schietta sincerità.
    "Non mi interessi."
    Doveva ancora incontrare una persona che accendesse sul serio il suo interesse e sembrava che fosse sempre più difficile in quel contesto.
    Ad ogni modo, la situazione incominciava ad avere dell'esilarante. Improvvisamente, però, divenne assolutamente agghiacciante: accadde quando iniziò a spogliarsi.
    "Merlino, no" il commento al limite del disgustato che borbottò tra sé e sé Zuleyka, che mai aveva approcciato temi tipo ragazzo che si toglie la camicia. Per questo motivo, il suo sguardo rimase irrimediabilmente incollato alla camicia a terra.
    "Sei impazzito?" domandò, mentre il ragno sgusciava fuori dalla camicia, mostrandosi in tutto il suo... schifo.
    "Carino" commentò Zuleyka, facendo finta di nulla. "Chi si occupa delle pulizie in questa scuola?"
    Come se lei non c'entrasse assolutamente nulla. L'angolo destro delle labbra si alzò in un mezzo sorriso. A parte il torso nudo che non avrebbe voluto vedere, non era stata male come reazione.

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