Posts written by Olive Moore

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    In realtà una grande cosa che cozzava con il suo aspetto e modo di fare, era la voglia di lottare anche con le unghie e con i denti per la propria sopravvivenza. Lucas aveva aiutato nel farla riprendere a mangiare come una persona normale, senza fare assolutamente nulla. Ma di sicuro, lei non cercava aiuto da nessuno. Era più in realtà il tipo che preferisce aiutare, che farsi salvare. Non poté far a meno di ridacchiare alle sue parole, alzando un sopracciglio. Mi ricorderò di te, se ti renderai ricordabile. Ma sembri una persona interessante, quindi ci posso stare. Facendo semplicemente spallucce, rida poco dopo, quando l'altro conferma che sia un rompicoglioni. Si alza, andando a stiracchiarsi. Per quanto il primo impatto fosse importante, lei in realtà non ci si soffermava mai. Potevi andare d'accordissimo con una persona al primo, secondo, terzo incontro... per poi scoprire di detestarla. Oppure il contrario. Preferiva prendere con le pinze le informazioni e lasciare al tempo la scelta. Motivo per cui normalmente era abbastanza tranquilla.. farla scazzare dal primo incontro significava abbastanza, insomma, essere veramente dei pali in culo. Alla sua domanda pare pensarci qualche momento, prima di stringere le labbra. Non saprei... Mi piace truccarmi, ma non fare trucchi complessi. Ne essere troppo truccata, tante volte metto la matita e basta. Penso che mi piaccia finché è semplicemente voler rispecchiare cosa piace personalmente, e non fatto per apparire socialmente accettabili. spiega lentamente, prima d'aggrottare le sopracciglia. Schiude le labbra per aggiungere altro, per poi lasciar evdentemente perdere. Continuò semplicemente a seguirlo, per poi alzare un sopracciglio alle sue parole. Non ti piacciono le puzze... come ad appuntarselo, ignorando la domanda con un leggero sorriso. Alzò invece il dito medio alle sue parole, alzando gli occhi al cielo. ...E' così importante, essere coraggiosi? In generale. ed ecco che si distrae completamente un altra volta, continuando a fumare.
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    Olive Moore - 20 anni
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    « Ah si? » alzò semplicemente un sopracciglio, ma non sembrò infastidirla. In realtà il suo cognome non le dava problemi, era il nome quello che la infastidiva. « Io mi ricordo solo che il tuo nome è Blake. » che diceva davvero, l'aveva sentito una volta forse il nome completo e se l'era scordato. Principalmente perché non era sua abitudine impicciarsi degli affari di Lucas, quindi non sapeva neanche quanto si sentissero o cose del genere. Ricordava solo vaghe informazioni e d'averlo visto quel giorno. Questa era sia una cosa positiva dal suo punto di vista - adorava non impicciarsi dei fatti altrui - ma negativo perché.. non aveva la più pallida idea di chi si trovava davanti. E a dirla tutta, non le stava dispiacendo. Forse perché aveva optato per il cognome, ma caratteri che facevano quel che volevano come e quando lo volevano, erano quelli che in realtà preferiva. « Certo che rompi i coglioni peggio di una suocera. » schietta e diretta nel momento in cui si mette a parlare del freddo, lasciandosi sfuggire uno sbuffo divertito, allungando la mano ed andando ad accendersi la sigaretta con un "Grafhie" bofonchiato. « E sono vestita troppo truccata per sembrare un sacco della spazzatura... » alza giusto lo sguardo verso i capelli rovinati e scompigliati. « Anche se i miei capelli sembrano quegli spaghetti cinesi.. come cazzo si chiamavano? » si distrae facilmente, mentre va a fare un altro tiro, torna a guardarlo andando invece a fare spallucce. « Senti c'è una cazzo di coperta che cerca d'abbracciarti, o la brucio o fuggo. Non so neanche perché cazzo ci sono finita lì, m'è preso un cazzo di colpo quando ho visto quel colpo... » borbotta, andando però poi a guardarlo curiosamente. Sembra per un momento analizzarlo, prima di arricciare un angolo delle labbra. « Ah ti seguo, ma se mi porti in un cassonetto mi ti trascino dietro. »
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    Gli occhi ghiaccio si aprirono lentamente per andare a mettere a fuoco la figura del ragazzo. Il piede si era fermato, così come le note, i pugni s'aprirono lentamente con un lungo respiro. Sentiva il pizzicare della pelle che l'informava del fatto che si, si era tagliata con le unghie. Altri segni che difficilmente sarebbero andati via in poco tempo. Ma comunque, si era tranquillizzata abbastanza da riuscire a guardarlo. Ovviamente, come sempre, le sue espressioni non erano il massimo. Era gelida, palese che non le importasse proprio nulla di essere amichevole con qualunque essere umano. « Livs. » seccamente, corresse il proprio nome. Detestava sentirlo completo, la faceva fremere di rabbia, accendere lo sguardo di furia e difficilmente riusciva a controllarsi. Ma una vaga voce le ricordava che quello che aveva davanti era una persona a cui Lucas teneva quindi avrebbe preferito non sfogare la propria emotività su di lui. In realtà, preferiva evitare con chiunque, per quanto poco dopo si sentisse decisamente meglio e scarica, dopo un po' si sentiva vagamente in colpa. « Non sono proprio cazzi tuoi, ma se proprio non resisti da ficcare il naso, mi stavo rilassando. Il dormitorio degli Ametrin è troppo dolce e carino per i miei gusti. » tagliò corto, mentì, ma non usò comunque un tono scontroso, era piatto e lento, come se le facesse fatica tirare fuori le parole, farle rotolare sulla lingua e trasformarle in suoni. « Tu che cazzo ci fai qui? » Ed alzò un sopracciglio, stavolta era lei ad essere curiosa, di sicuro non s'aspettava di vedere qualcuno in quel tugurio di corridoi che aveva trovato personalmente senza fine. Ma proprio non le passava per la testa di dirgli che ci faceva in realtà lì, invece di godersi il suo maialino che sicuro in quel momento si stava lamentando per il mancato cibo nella ciotola come ventesima merenda del giorno. S'alzò lentamente, andando a spolverarsi vagamente la divisa, ma tornando posata subito dopo al muro. Okay che aveva ricominciato a mangiare un po' grazie alla compagnia di Lucas, ma non era comunque abbastanza per farle avere tutte le energie di cui aveva bisogno. « Ne hai un'altra? » accennando alle sigarette con il mento. Si, se può, scrocca pure.
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    Erano quasi due anni che frequentava quella scuola ed ora... si era persa. Le veniva da ridere e urlare allo stesso tempo. Non voleva chiamare Lucas o chiunque altro in soccorso, insomma non era mica il tipo da piagnucolare ad ogni problema... ma era già almeno un ora che camminava senza capire dove realmente andare. Sospirò, andando a passarsi una mano sul viso. Non sapeva manco come ci fosse arrivata nelle segrete e dire che si era distratta solo pochi minuti con il cellulare per vedere le novità su uno dei suoi gruppi preferiti che finalmente aveva deciso di riunirsi, e che avevano già annunciato due nuove canzoni per il primo d'aprile. Scelta strana, aveva quasi paura fosse solo uno scherzo, ma sarebbe stato crudele perfino per loro. Si allentò il colletto della camicia, non si sarebbe mai abituata alla divisa. In realtà era consapevole che fosse quell'intensa rabbia mista a panico a non farle trovare la strada e continuare a quel modo sarebbe stato inutile. Ma rilassarsi non era tra le cose che le venivano meglio. Decise solo per questo di posarsi alla parete e scivolare lungo questa, sistemandosi a terra e cominciando a respirare profondamente. I pugni erano stretti tanto da conficcare le unghie corte nei palmi, ferirli, mentre cercava la calma che avrebbe smesso di farle vedere tutto appannato neanche fosse una talpa bisognosa di tappi di bottiglia come occhiali. « If you're a lover, you should know, The lonely moments just get lonelier... » Poteva essere la cosa più strana ed assurda del mondo, una ragazza dai capelli scompigliati e truccata a panda, con la divisa sgualcita, nelle segrete seduta a terra a sussurrare delle parole a ritmo, gli occhi chiusi e i pugni ancora serrati, le spalle rigide, che man mano cercava la calma nelle note, tenendo il tempo solo con il piede che batteva lentamente sul pavimento umido. « ...The longer you're in love, Than if you were alone... » e nota dopo nota, sembrava almeno un po' calmarsi, il petto prendeva a muoversi a ritmo più regolare, le spalle si rilassavano. Ma erano solo semplici sussurri, tutto il resto era unicamente nella sua testa. Prima si sarebbe calmata, prima avrebbe potuto vedere l'uscita.
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    Per quanto non si facesse problemi d'alcuna sorta, non s'aspettava comunque una scena del genere. Non che non ne abbia mai viste, ha passato la sua adolescenza in mezzo a persone ancor meno pudiche... ma mai, quando non avrebbe dovuto essere lì. In genere, cominciavano - e cominciava lei stessa - fregandosene di chi c'era attorno. In quel caso, lei era l'intrusa, ed era giusto questo a metterla in una leggera sorta di disagio. Comunque, molto leggera. Perché continua a guardarsi intorno come se si aspettasse che all'improvviso spuntasse qualche altro essere vivente, respirante e in grado di formulare frasi di senso compiuto, a cui domandare effettivamente informazioni.
    Non era molto pratica a dire il vero, quando si trattava di luoghi non babbani, non sapeva se il modo di porsi fosse differente e o se ci fosse uno strano e tutto magico modo di chiedere un colloquio. Comunque, smise di pensarci nel momento in cui l'altra s'accorse della sua presenza, andando anche a fare un cenno con le dita a mo di saluto prima di rinfilarsele in tasca. Aspettò quindi nello stesso punto senza muoversi lei stessa, che l'altra arrivi a grandi falcate. Ne osserva l'abbigliamento, e probabilmente in un altro momento le avrebbe anche chiesto da dove provenissero quelle scarpe. Ma è la domanda a farle appena arricciare le labbra, prima di lasciar andare un sospiro. « Si, ma non sono una ragazzina.. » Alla fine era consapevole di sembrarlo, perfino Lucas la chiamava in quel modo dimenticandosi che fosse perfino più grande di lui. Non era un gran problema, ma a volte avrebbe voluto avere un viso meno infantile. « Si... e no. Non mi sono persa... sto cercando un lavoro. » la voce la tiene sempre bassa, roca di chi non parla da un po'.. per quanto si fosse tranquillizzata da quando conoscenza un certo moro, oltre che con lui non aveva molte occasioni di comunicare o parlare. « Mi andrebbe bene anche fare delle semplici pulizie... avendo l'accademia non posso cercare un lavoro mattutino. Quindi volevo chiedere per un colloquio, ma posso passare un'altra volta se serve. » il tono è comunque piatto, senza una vera emozione. Probabilmente non è il primo posto dove si presenta, ma non demorde per quanto la stanchezza di faccia sentire. In ogni caso, sarebbe sempre pronta a tirare fuori i fogli che formano quel penoso curriculm da ragazza... classica dei bassifondi.
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    ☃️ Nome e cognome PG: Olive Moore
    ☃️ Numero scelto: 25

    ☃️ Nome e cognome PG: Dermot G. Barker
    ☃️ Numero scelto: 35
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    Si divertiva a guardare Lucas rigirarsi tra le persone come una trottola. O meglio, era semplicemente essere persone sociali, ma lei preferiva buttar giù liquidi e godersi il stare il più in disparte possibile. Ascoltare, non parlare. Almeno per il momento. E godersi le attenzioni dell'altro, anche se dondolava appena a tempo con la musica attorno. Sembrava piacere alla biondina tinta, mentre leccava il bordo del bicchiere. < Cazzo se è buono.. > ed un occhiata quindi al barman, sbircia, cerca di rubare con gli occhi. < Ancora. > ovvio, quando il moretto le chiede se ne vuole altro. Insomma, è alcool, sia mai che rifiuti un qualsiasi giro. Si guarda un po' intorno, insomma, c'è un piccolo spettacolino, per quanto generalmente non s'interessi a niente di cose del genere. Ma sorrise alle parole di Markab, andando a lasciare un occhiata a Lucas prima di tornare in realtà a guardare come vengono fatti i cocktail, sembra decisamente interessata. E se arriva o meno un'altro giro lei lo butta comunque giù. < ...Soon may the Wellerman come, to bring us Sugar and Tea and Rum! > L'ha già detto che la cazone l'ha presa a bene? Si volta quindi verso Lucas alla sua domanda, andando ad inclinare la testa di lato. < Beh, con questo caos, penso proprio di no. > divertita quindi, guardando curiosamente il ragazzo mettersi in mezzo al triangolo, scuotendo appena la testa divertita. < Vuoi farne tu uno di porno migliore? > mormora a bassa voce in modo che solo il moro la senta, andando ad incastrarsi contro di lui. < Mh... no, sto bene... > mormora piegando il capo di lato, guardandolo con la coda dell'occhio. < Ma non stuzzicarmi troppo o potrei dirti di si. > mettiamo i puntini sulle i. Lei il cellulare ce l'ha in mano, ma non ci sta facendo molto caso al momento, forse perché non è neanche abituata che in quel posto non prenda. < Davvero? > chiede quindi a Markab, quando la informa che l'aggiungerà lui poi, visto che non c'è campo. < A me pare di si... > ma è un pensiero che spunta fuori un po' distratto visto che Lucas le sta facendo la telecronca su la ragazza di cui sta ignorando i discorsi impostati. < Con Blake? > e questa sembra l'unica cosa che le sa di strano, ma ehi, lei quello lo conosce poco. Ma poi il telefono vibra e va a leggere, con un sopracciglio alzato. Scrolla le spalle, andando a metterlo via, non ha neanche finito di leggere a dire il vero: il messaggio è troppo lungo. E' invece Lucas che la mette in allarme con la reazione, s'irrigidisce e lo guarda confusa. < Che succede? > perché la bacchetta? ...per un articolo?
    Aspetta quindi che le dica qualcosa, andando poi a posare il volto contro la mano altrui, rimanendo comunque tesa, è davvero così strano che in quel posto prenda? < Non mi muovo, ma devo preoccuparmi? > chiede semplicemente, perché lei questa Cora non ha idea di chi sia. E dire che il compagno è un giornalista, mentre lei vive nel mondo delle favole.


    Interagisce con Markab Castlewine Lucas Jughed Jones mentre con lo sguardo spia jonathan baker, di base rimane ferma al suo posto a bere(?)

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    < Sei proprio un sognatore Jones. > rise la bionda quando l’altro finse di riprenderla, andando a guardarlo con un leggero sorrisetto di sfida. Ma lo sta solo prendendo in giro, non sta seriamente parlando della carriera scolastica. Si metterà sotto? Probabilmente ci proverà, ma non puntando all’eccellenza, non ha un vero metro di paragone da poter usare per capire se possa riuscire o meno. La voglia attualmente non ce l’ha, potrebbe migliorare come peggiorare, no?
    Lo seguì senza farsi quindi troppi problemi, andando ad alzare gli occhi al cielo un momento. < Io ho sempre ragione. > istintivo ma ancor sempre giocoso, mentre trascina le parole una dopo l’altra fuori dalle labbra neanche le stesse buttando fuori a forza. Ma lo lasciò fare, andando poi ad afferrare se ci riuscisse, con la mano libera, la maglia altrui per portarselo un poco più in basso, giusto per mordergli una guancia e poi lasciarlo andare. Che sia un tipo fisico che non si fa troppi problemi di dove siano, non è mica qualcosa che nasconde, neanche l’essere più un felino che un essere umano e i morsi sono all’ordine del giorno.
    Comunque, una volta arrivati, alza un sopracciglio interrogativo vedendo l’altro emozionarsi per… qualcuno che avrebbe dovuto ricordare. Si, si lascia trascinare e poi presentare, andando quindi ad annuire e facendo un cenno con la mano, mentre se lo esamina con lo sguardo, quel Markab. L’ha un po’ adorato ed un po’ odiato durante l’anno, felice che fosse così entusiasta Lucas di passarci tempo assieme ad imparare, infelice che glielo facesse tornare così stanco. < Il tuo modello di vita è letteralmente un modello, ha senso. > afferma tranquilla visto come si mette a posare l’altro, andando quindi a fare anche un cenno con il capo. < Piacere mio, non ti seguo ma rimedierò. > e cerca quindi lo sguardo dell’ametrino, tirando su il solito cellulare mezzorotto, ma che ancora va, quindi perfetto così. < Lo cerchi tu? > chiede quindi, andando a passarglielo in caso, passando lo sguardo tra entrambi, posando poi gli occhi anche su Blake, facendo un semplice gesto della mano. Insomma, a lei basta bere, poi magari diventerà più socievole. E qualcuno dovrà fermarla dal buttare giù il bicchiere in un sorso solo, appena le finirà tra le mani.

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    Interagisce con Lucas, Blake, Markab
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    Benvenuta!!

    Posso assicurarti da giocatrici di entrambi che non è affatto traumatico il passaggio uu basta farci un po' di abitudine e qui sono tutti gentilissimi, quindi sono sicura ti troverai benissimo ♡♡

    In ogni caso spero di trovarti presto per una giocata **
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    Anche l'anno scorso l'ha pensato, e questo anno è stato confemato.
    Andare in barca le da davvero fastidio, tutto quel dondolare e dondolare. E poi non saper nuotare è qualcosa che non la fa viaggiare affatto tranquilla.
    Almeno s'è passata il viaggio in compagnia di Lucas, principalmente puntando all'infastidirlo e stuzzicarlo per la noia, o pizzicando le corde della chitarra che ora hanno fatto puff insieme al resto della sua roba per finire direttamente in stanza.
    < Ma dobbiamo proprio tornarci, mh? >
    Si lamenta, andando a guardarsi intorno con un sospiro una volta scesa. Non è che non le piaccia studiare, ma non ha lo stimolo per farlo. A differenza delle persone che occupano quell'istituto, non sa cosa fare ancora, una volta finito il tutto. Non ha scelto una carriera, non ha un sogno preciso. E cercare d'inserirsi non le risulta tanto facile visto che è facile che non sopporti nessuno a giorni alterni.
    In più, dopo aver passato una vacanza in convivenza con l'altro, l'idea di ficcarsi in un letto da sola con altre persone che non conosce - perché figurarsi se ha legato con qualcuno tutto l'anno prima, è un gatto, offrigli la mano e ti soffia contro - non le va giù.
    Però alla fine sono lamentele vaghe, non è davvero pressante, e si sta comunque trascinando a guardarsi intorno. Un ringraziamento con un gesto del capo, al sacchetto, che va ad infilare in una delle tasche della cintura.
    Come al solito, è più svestita che vestita. Il top leggero di un verde scuro, che lascia in mostra le spalle e la clavicola sinistra dove c'è in bella mostra un tatuaggio in via di guarigione, una semplice scritta "Egoist."
    I polsi sono sempre coperti con dei polsini spessi in pelle, ma gli avambracci comincia a tenerli scoperti. Giusto ad occhio attento si possono notare vecchi e sottilissimi tagli cicatrizzati in piccole lineette più chiare della pelle, e sul sinistro c'è un'altro tatuaggio, una chiave di violino immersa nei colori. Essendo il top decisamente corto, si possono notare anche delle macchiette nere spuntare fuori dal lato destro, precisamente degli zoccoletti di qualche animale.
    Se ne sta vicino all'altro ametrino, ma neanche troppo appiccicata, giusto la mano senza neanche farci troppo caso, andrebbe a cercare quella altrui prima di spostare il volto in sua direzione.
    < Io direi di sfasciarci prima che non si possa fare più, almeno si comincia in grande stile. >
    Ed alza le sopracciglia, accennando un piccolo sorrisetto divertito.
    Ha decisamente preso peso dall'anno precedente, per quanto sia ancora particolarmente magra. I capelli lunghi sono lasciati sciolti, il trucco è sempre a panda, a nascondere le occhiaie.
    Sbadiglia, come a confermare il fatto che abbia in qualche modo sempre sonno, prima di guardarsi intorno. Andrebbe quindi ad indicare con un gesto del capo lo spazio per le bevande, cercando il suo sguardo.
    < Vediamo se riusciamo a farci dare qualcosa di alcolico lo stesso? >
    Chiede semplicemente, per poi tentennare.
    < Senti ma quella roba che ha detto Foster, che era? Che voleva? >

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    Interagisce con Lucas
  11. .
    Per quanto sia comodo, non sono le cose comode che le piacciono. Affatto. Quindi per quanto si sia adagiata sull'aiuto di Lucas, non vuole comunque pesargli. Che poi, probabilmente per l'altro non è neanche così.. ma non importa. L'indipendenza è comunque sempre stato uno dei suoi pregi alla fine no? E averla non è niente di male, non è che non si sarebbe fatta comunque coccolare... ma non voleva essere un peso. Si, la base rimaneva sempre quella.
    Non voleva essere un pensiero, e non voleva avere lei pensieri per una cosa del genere. Quindi quello che serviva, era un lavoro. Un semplice lavoro.
    Certo, con il passato che si ritrovava non era molto semplice, non aveva finito... praticamente nessuna scuola. Il giusto per avere la bacchetta, ma anche all'accademia, non riusciva a seguire più di tanto. Quindi meglio mettere le mani avanti fin da subito.
    Ed è quello che sta facendo, gironzolando lentamente da una parte all'altra, alla fine sarà in quel particolare locale che entrerà. Manca ancora un po' al reale orario d'apertura, e lei come al solito si trascina un po', i capelli scompigliati, il trucco pesante sugli occhi e sulle labbra, i vestiti succinti e troppo corti, troppo scoperti... soprattutto con quel caldo.
    Il corpo magro ma non più sottopeso ben visibile, neanche lo stesse mostrando al mondo, ma è solo per mera comodità a conti fatti. L'odore forte di cioccalato per colpa delle sigarette aromatizzate le vortica intorno. E' una figura alta alla fine, con tanto di scarpe arriva a sfiorare il metro e ottanta. E vuole solo arrivare nel posto giusto per chiedere un lavoro. I documenti alla fine ce l'ha, non è una bambina, per quanto dell'accademia frequenti ancora il primo anno.
    L'espressione è sempre stanca, le unghie corte con lo smalto nero sbeccato, mentre aspetta pazientemente di capire cosa dovrebbe fare.
    Nella borsa ha comunque un po' di fogli di carta dove ha scritto cosa ha fatto in precedenza: pulizie, cassa, barista, cubista, un po' di tutto a dire il vero. Per campare questo ed altro no?
    E se si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato, tanto meglio. A lei interessa semplicemente trovare un modo per sopravvivere, da sola o con qualcun'altro non le interessa.
    E non sembra neanche sentirsi a disagio in nessun luogo, si guarda semplicemente intorno ed aspetta. Nient'altro.
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  12. .
    Quanto tempo è ormai che passa a casa dell'altro? Quanto tempo è che sta tranquilla vivendosi giorno per giorno? Non se lo vuole neanche chiedere. O meglio, non è questione di volere: non le interessa. Può rimanere stesa su quel letto per ore, giorni, e stare completamente in pace.
    Lì, stesa, con solo una maglietta del ragazzo e le mutande addosso, come in quel momento.
    La convivenza con l'altro, è forse una delle cose migliore che le sia capitata. Non c'è niente di.. programmato, studiato. Può essere se stessa, lì stesa con la testa che pende verso il pavimento, guardando al contrario quello a cui l'altro sta giocando.
    Le vacanze devono proprio finire? Non possono rimanere ancora così?
    L'idea che tra poco non potrà più dormire nello stesso letto dell'altro non le piace, il fatto che non potrà fare quello che vuole quando lo vuole non le piace.
    Ricorda bene la sensazione di desiderio di averlo vicino, e non poterlo avere. Dormire sul divano del dormitorio non sarebbe neanche bastato ad un certo punto. Non dopo tutta l'estate.
    Mugugna quindi insoddisfatta, lasciandosi scivolare a terra del tutto, per poter gattonare fino all'altro, posando ora la testa sulle sue gambe, ma senza realmente disturbarlo.
    < Ci facciamo un tatuaggio? >
    Totalmente a caso, mentre lo sguarda dal basso, dopo diversi minuti di più totale silenzio.
    Allunga una mano, andando a giocare con i capelli al lato del volto altrui, strofinandoli tra le dita. Come le è venuto in mente, in realtà non saprebbe dirlo. Forse perché le manca tatuarsi, alla fine oltre quello sull'avambraccio e quello sul fianco, non si è fatta più nulla, per quanto siano abbastanza vistosi.
    Ed ora, decide di disturbarlo, voltandosi in modo da mettersi a gattoni, avvicinando il volto al collo altrui, posandoci le labbra, scivolando poi a seguire la linea della mascella con la punta della lingua, finendo a mordergli il mento. Ma fa comunque attenzione a non bloccargli la visuale, se vuole giocare non sarà di certo lei ad interromperlo. Avrà capito in quel tempo, che l'altra fa semplicemente quello che le viene voglia di fare, nel momento esatto in cui lo pensa. Senza freni. E il contatto fisico, lo cerca spesso.

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    Gli occhi chiari si aprirono lentamente, mugolando mentre si rigirava nel letto, andando a tastarlo per capire se fosse sola o meno... quindi se sarebbe potuta rimanere a letto a molestare l'altro, o se invece questo si era svegliato prima. Sfortuna per lei volle che il letto fosse già libero.
    Si alzò lentamente a sedere, i capelli già scompigliati di solito, sembrano ancor più in disordine del solito, mentre sbadiglia, andando a strofinarsi un occhio. Senza trucco, senza ninete addosso se non i braccialetti a mo di polsino.
    Si trascina giù, ed in realtà ci manca poco che non inciampi nelle coperte, mentre si tira su, borbottando qualche epitaffio poco gentile nei confronti delle lenzuola.
    Bagno, prima tappa. Ma giusto per usarlo qualche minuto, non si mette mica a farsi bella, non sembra interessarle. Ed è sempre così, segue lo stile "a cazzo di cane e figa di gatto" con parecchio impegno. La casa del compagno di casata, o compagno e basta, o semplicemente Lucas e facciamola finita... è fin troppo grande. Lei è abituata a molto meno, ma insomma, se può lasciarsi coccolare chi è lei per dire di no? Le giornate sono semplici, genuine, si sente al sicuro e tranquilla.. quindi va più che bene così. Poche domande per poche risposte. Non c'era bisogno di dire altro se non quello che veniva detto.
    E quando scende lentamente di sotto, ancora le gira la testa per il sonno. Addosso? Solo le mutande. Nient'altro. Ah si, anche una bella collezione di succhiotti, se qualcuno vuol iniziare a unire i puntini magari esce fuori anche qualche forma o costellazione, chissà.
    Che abbia un risveglio lento in quei casi, Lucas dovrebbe ormai averlo capito, e non sembra neanche notare lo sconosciuto inizialemente, avvicinandosi all'ametrino per sfilargli dalle dita la canna del buongiorno, se riuscisse, farebbe giusto un paio di tiri prima di ripassargliela, andando a sbuffare il fumo del secondo, direttamente sulle labbra altrui.
    Ed è dopo quindi, che nota il fatto che ci sia un ospite.
    < Mh... buongiorno. >
    Borbotta, a tutte e due, tirandosi quindi dritta. Un occhio in giro, ed andrebbe a fregare una delle maglie del ragazzo, per infilarsela, lasciando che arrivi in quel vestitino corto mentre si avvicina alla cucina.
    < Ci sono i pancake? >
    E sbadiglia anche, andando a coprirsi la bocca con una mano, mentre si posa da una parte, gli occhi che si chiudono di tanto in tanto e la testa che scatta in avanti.
    < ...Caffè... >
    Borbotta poi, mettendosi a cercarlo.
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    E la bionda è tranquilla nella sua bolla di non consapevolezza, mentre la mano cercherà di raggiungere il pelo del cane giusto per passarci le dita attraverso, che riuscisse o meno, il gatto si limiterebbe ad osservarlo. Per quanto lei sia intensamente un gatto randagio, non ha mai capito come rapportarsi con i gatti, preferendo quindi i cani per il loro modo forse più semplice di essere. Ma guarderebbe il golden quindi allontanarsi, mentre si tira su sospirando e guardandosi intorno, andando a saltare sul posto e fare un paio di passi indietro quando il cane.. diventò l'infermiere. <porca PUTTANA.> naturale proprio le esce dalle labbra, mai visto un animagus? Mai visto un animagus, lei povera anima nata babbana che con il mondo magico ha avuto davvero poco a che fare. Si lascia quindi a sedere sulla sedia, guardandolo ancora scandalizzata e stringendo la cartella con dentro la roba diagnosticata tanto da far sbiancare la pelle e raggrinzire la carta, mentre piano piano si calma. La mente ragiona sempre in fretta, ma è probabile che il fatto che forse mai si abituerà alla magia non può non passare. <olive.. Moore...> si presenta, ancora tentennante, andando ad abbassare lo sguardo sul gatto. <tipo la bibita?> la voce è sempre bassa e strascicata, prima che torni a guardare in volto il ragazzo. Ed è probabilmente Luna che andrà a disturbare la ragazza, che si alzerà di scatto facendo un passo indietro con una leggera smorfia. Sembra che non sopporti molto gli sforzi alle gambe, che hanno un leggero tremito al movimento d'impulso. Né che sopporti qualsiasi tipo di contatto. <perché in questa scuola tutti gli oggetti cercano di starti appiccicati?!> stralunata, forse riferendosi anche alla copertina degli Ametrin. Alla fine, il fondo di tristezza e disperazione è sempre anelato nella sua mente, sempre presente in ogni gesto, che sia meno o più. Ma la rabbia ora è quietata, proprio dalle pasticche che sta finendo e per cui è lì. Cerca quindi di sfuggire al gatto bianco se insistesse, mentre si avvicina all'altro allungando la cartella. <mh.. mi sono quasi finite le pasticche, ed anche la pillola, non ho la più fottuta idea di come funzioni in questo cazzo di posto questa roba del cazzo.> Pillola, le medicine per il borderline, i calmanti per riuscire a dormire con gli attacchi di panico, ed anche le bustine per gli integratori alimentari stanno finendo. Quello che potrà trovare nella cartella, sono i problemi alle gambe dati dal rifiuto di mangiare qualsiasi cosa che sia solido oltre alla mancata fisioterapia dopo fin troppo tempo passato senza muoverle. Il borderline basato sull'ira da cui soffre da bambina, altre ricette e prescrizioni semplicemente per rimanere lucida. Ma è ovvio che il tutto sia datato di qualche mese addietro, un paio prima dell'inizio della scuola, dove non è neanche più stata seguita da uno psichiatra.
    LivsTheFake

    Olive Moore - 20
    Mudblood
    Ametrin I
    Outfit
    Song

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    Olive Moore - 20
    Ametrin I years
    Mudblood
    Sistemata ad una delle panchine, sembra abbastanza allegra. La divisa abbandonata da qualche parte quel giorno per riuscire a stare comoda almeno in un momento di pace. La divisa in genere le cala tutta, le camice non le sono mai piaciute, ed almeno in quel posto può stare tutta tranquilla. Sempre che non passi qualcuno a romperle per l'abbigliamento, ma in caso, non è il tipo da fare polemica. Sta seduta scomposta, la schiena poggiata contro il tavolitno, le gambe portare quasi fino al petto visto che tiene i piedi sulla seduta. Niente calze, solo gli anfibi, un paio di pantaloncini consumati e troppo corto, il reggiseno con sopra la maglia a rete. I capelli sono legati in due treccine che arrivano a sfiorare i fianchi, la frangia scompigliata. Il trucco è sempre a panda, tra le labbra una sigaretta completamente nera, da cui esce l'odore del cioccolato. Le unghie corte laccate di nero, un collarino, e le braccia invase di braccialetti, lasciando che la pelle pallidissima sia nascosta ad ogni sguardo per nascondere quel che non vuole mostrare: il che è strano visto che il suo abbigliamento non lascia molto alla fantasia, ma gli avambracci sono.. privati. Sulla seduta accanto a lei uno zainetto che sembra vuoto, sul tavolino invece un contenitore tipo quelli delle bibite dei fastfood ma in ferro. Ed un cellulare con il vetro rotto ma che sembra ancora funzionare - visto che la musica la tiene alta per farsi compagnia. Precisamente al momento sta andando "The Drug in Me is You" dei Falling in Reverse. Pochi possono fare il collegamento al suo maialino - che è da qualche parte, probabilmente in stanza - con il cantante. Lo stesso nome. Ronnie. La destrorsa tiene la sigaretta, spostandola di tanto in tanto dalle labbra mentre sbuffa il fumo, e dell'altra le dita sono sporche di nero e grafite. Chi osasse avvicinarsi per dare un occhiata, dovrebbe un ritrattino del professore di difesa contro le arti oscure... vestito da donna, con baffi e la testa gonfia a caricatura, con un espressione davvero sciocca in volto. Insomma, il professore non sembra starle particolarmente simpatico, eppure il disegnino è comunque decisamente ben fatto, quelle dita sanno disegnare meglio di quanto pizzichino le corde: ed anche in quella è brava.< I lost my fucking mind! > se la canticchia pure, apparendo abbastanza allegra per quanto è difficile vedere un espressione solare su quel volto, mentre la mano a tentoni torna a cercare la bibita per poterla sorseggiare, con una smorfia. Alla fine gli integratori non è che sono la cosa migliroe del mondo, ma in qualche modo deve pur tenersi in piedi visto che... è impossibile vederla ingerire del cibo solido. Forse qualche zuppa, milkshake, succhi. Ma niente che abbia effettivamente il gesto della masticazione per finire nello stomaco. < Mh--mh... > e torna quindi a disegnare. < The drug in me is you... > il tono è basso, prima che vada ad aspirare dal filtro. In realtà, è così che passa la maggiorparte delle giornate - il soggetto ovviamente non è sempre l'adorato professore - se non sta suonando o scrivendo. Ma insomma, vederla in compagnia di qualcuno per il momento... è piuttosto difficile.
    Livs
    TheFake

    Where is my self control?

44 replies since 11/8/2020
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