Orario di chiusura al pubblico. Era quello il momento in cui Livs si era infilata in quel locale particolare, come un gatto, in punta di piedi per cercare qualche cosa che facesse al caso suo. Quel posto nel mondo che continuava a cercare ovunque e non trovare in alcun posto (tranne che tra le braccia di Lucas è.é).
Quando il Rouge era chiuso, questo posto era silenzioso e cupo, il bancone era la sola cosa accesa che si potesse intravedere in lontananza e non c'erano voci intorno a indicare una presenza umana.
Eppure qualcuno c'era.
Seduta sul bancone, gambe aperte, di spalle all'entrata; una rossa di capelli, da quel che Livs poteva vedere. Le mani stringevano il bordo del banco, mentre la testa si muoveva appena, a destra e sinistra. Se la ragazzina si fosse avvicinata appena, avrebbe potuto sentire anche qualche piccolo gemito, respiri soffocati che avrebbe potuto riconoscere come di piacere.
Eh già, Alyce era indaffarata in qualcosa di diverso dal pulire il locale o sistemare gli ordini. In mezzo alle sue gambe, Livs non avrebbe potuto vedere la testa di un Luke, intento a donare piacere alla rossa, che invece sembrava spingere su quel capo per infilarlo ancora di più tra le sue cosce.
Quando la rossa riaprì lo smeraldo, in uno fremito di piacere, dallo specchio in cui si riflettevano le bottiglie del bancone, notò la presenza di Livs. Sgranò gli occhi, non tanto di stupore e nemmeno l'imbarazzo fece capolinea sul suo volto, quanto più di fastidio perché con due colpi sulla testa del barman, questo dovette fermarsi «Quei due cretini hanno lasciato la porta aperta.» - sibilò la rossa, mentre Luke si alzava, leccandosi le labbra e con un sorriso divertito e lei scivolava giù dal bancone su cui era seduta, senza nemmeno preoccuparsi di infilarsi le mutandine che erano cadute in terra.
Girò il bancone a grosse falcate, sul volto vi era solo fastidio per non aver completato quell'orgasmo che tanto le serviva per rimettersi in sesto. Alyce non aveva alcuna relazione di nessun genere con Luke, ed anzi, usava il ragazzo e il suo debole per lei, per far sì che soddisfasse le sue necessità, quando Brian non c'era. Tradimento? Alla fine questa parola non sapeva nemmeno dove esisteva, una come Alyce: bipolare, ninfomane e con una passione per il sadismo.
Luke sapeva che Alyce non ci metteva sentimento in quel che faceva, anche perché lui stesso non otteneva nulla e doveva continuare ad accontentarsi della sua stessa mano o di qualche scappatella con qualche collega o cliente; sapeva che non avrebbe mai ricevuto le attenzioni che Ensor riceveva dalla bionda e un po' lo invidiava per quello, ma si accontentava pur di quel rapporto a senso unico.
Quando gli occhi smeraldo si posarono sul volto di Livs, Alyce non la squadrò da capo a piedi «Sai che questo posto non è per ragazzini?» - disse con un tono mellifluo, roteando gli occhi al soffitto.
Aveva una gonna a quadri, nera e rossa e sopra un corsetto che le sollevava il seno, tacchi a spillo neri e uno sguardo completamente psicopatico «Vieni da Hidenstone?» - domandò, assottigliando lo sguardo su di lei «Ti sei persa o ti serve qualcosa?» - non si stava preoccupando nemmeno di quello che lei avesse visto.