Skyler Mave
Infermiere | 24 anni
“Sai, è meglio chiedere il consenso per coccolare gli animali - solitamente, anche loro preferiscono essere interpellati”: mentre guardava la ragazza sbiancare per la sorpresa e accasciarsi sulla sedia che aveva avvicinato (‘Ci mancava solo un bel trauma cranico a coronarel’esperienza lavorativa ad Hidenstone…’) non poté fare a meno di notare il po’ po’ di roba che la studentessa - Olive - si era portata dietro.
‘Oh, sì - altri esami da scartabellare. Non vedevo l’ora - mmm, fammi indovinare: o è una patologia cronica - fa’ che non sia di nuovo Lupus, per amor del Cielo - o ha bisogno di supporto psicologico. Beh, in questa gabbia di matti chi non ne ha bisogno, effettivamente…’
“Esattamente come la bibita!” esclamò Skyler, forse con eccessivo entusiasmo, mentre Luna si avvicinava (come temuto dalla studentessa), avvertendo le vibrazioni negative nell’aria.
“Direi che in questa scuola tutti abbiamo problemi con i limiti, no? Luna non fa eccezione; io ti consiglio di coccolarla - ti farà stare meglio.”: accarezzò il gattino bianco di peluche, prima che questi iniziasse a strusciarsi sulle gambe dell’Ametrin per salirle in braccio. Emetteva delle leggere fusa ovattate, come se nel suo corpo cotonato e batuffoloso fosse nascosto un qualche ripetitore.
“Allora, quale vento ti porta qui?”: evitando spontaneamente la parola buon, avrebbe aiutato la ragazza ad alzarsi (con Luna che le stava attaccata in braccio per portare conforto), per poi guidarla nell’ufficio. Lì avrebbero avuto una privacy maggiore: parlava dei problemi dei pazienti in mezzo all’Infermeria solo in condizioni di estrema necessità.
Una volta nell’ufficio, avrebbe fatto accomodare Olive sul lettino, prendendo per sé la poltroncina.
Notò il tentativo della ragazza di sfuggire a Luna, sogghignando internamente: nessuno era ancora riuscito a liberarsi delle sue attenzioni, e dubitava che la studentessa avrebbe trovato un modo pacifico per farlo. Se avesse provato ad allontanarla con la forza, Olive si sarebbe trovato contro Artemis, meno collaborante e più agguerrita.
“Pasticche… se con questa parola intendi droga, qui non la troverai” ammise Skyler, con un sorrisino sornione che faceva intendere che da qualche parte, ben imboscata e segreta, ci fosse una scorta di qualche droga leggera che non usava da molto tempo. Non sarebbe stato professionale, dopotutto.
“Tuttavia, se per pasticche intendi i medicinali che ti sono stati regolarmente prescritti, vedremo che si può fare…”: scorse velocemente la lista, chiedendo qua e là qualche informazione alla ragazza. Pur essendo un Nato Babbano, non conosceva alla perfezione i nomi di molti principi attivi Babbani, per cui era meglio interpellare la diretta interessata.
“Per quanto riguarda la pillola, eccoti servita”: richiamò una confezione di anticoncezionali da uno stipetto, aggiungendo però di sua sponte qualche preservativo dalla S fino alla XXXL (che si trovava in una sobrissima scatola verde acido con strisce giallo evidenziatore) e qualche confezione monouso di lubrificante.
“Immagino che ne sarai a conoscenza, ma ripeterlo fa sempre bene: la pillola non protegge dalle MST. In quel caso, meglio essere sicuri, no?”: le rivolse un sorriso spontaneo, che non conteneva alcuna traccia di giudizio. Ricordava com'era essere un adolescente arrapato ('Diamine, lo sono ancora!'), e quindi aveva a cuore la salute sessuale dei suoi pazienti.
'E, soprattutto, di bebè in Accademia uno basta e avanza.'
“Comunque, come stai? Sai, sono ufficialmente il Magipsicologo dell’Accademia, quindi... se hai bisogno di supporto psicologico, puoi rivolgerti a me”; le avrebbe offerto una vasta scelta di bibite analcoliche (‘Sul lavoro non si beve’), per poi procedere nel colloquio.