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.Morrigan Maverick"Be the chaos you want to see in the world"Capitava di rado che il magitecnico più importante del ventunesimo secolo finisse per dare appuntamenti a esseri umani dotati di pene, ma capitava.
Di Krasus ricordava poco. Un ragazzo giovane, auror come lo era stato lui, ma che ancora non aveva abbandonato il mestiere per dedicarsi ad altro. A suo dire il bene è bene sia che lo facciano i ministeriali, sia che sia rimesso agli anarchici. L'importante resta e resterà lasciare ogni posto meglio di come lo si è trovato.
«Mi si congelano le palle se aspetto per un'altra decisa di minuti» La mano indicò un cespuglio secco, reso tale dal tagliente vento che discendeva dai Picchi «Dracarys».
Smaug, disteso sulle spalle del suo padrone, allargò le fauci, ora tinte di un bagliore arancione. La palla di fuoco che il drago nano sputò fu abbastanza potente da generare un piccolo falò in cui il mago trovò breve soddisfazione.
Un magitecnico singolare come Morrigan non poteva scegliere posto più singolare dei Monti di Denrise per estrarre i materiali che avrebbero fatto da scheletro a qualcosa di unico. Mentre i druidi si recavano in un luogo simile per riflettere sugli dei o le stelle, tanto erano alti i loro picchi, tanti altri esploravano le caverne alla ricerca di pietre o metalli preziosi.
«Devono esserci. Ne sono certo» Gli occhi navigarono sulle forme appuntite dei monti studiando bordi e percorsi percorribili. Quelli in prossimità delle baite di legno erano le vie più sicure, ma anche le più trafficate. Di contro allontanarsi dalla civiltà li avrebbe resi più prossimi ai lati meno esplorati di quel territorio, ma c'era un motivo se la gente si era tenuta loro alla larga.
«Ue, alla buon ora» Con un sorriso a illuminargli il volto le mani avrebbero cinto i fianchi «Come è andato il viaggio?» Avrebbe ascoltato ogni parola di Krasus per continuare poi «Da che parte si va? Segui il cuore, non sbaglia mai».
«Parlato»
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.Morrigan Maverick"Be the chaos you want to see in the world"«È raro che qualcuno mi faccia attendere. Da primadonna, capita spesso il contrario» Un diabolico sorriso pregno di malizia e intesa gli curvò le labbra mentre gli anelli di nocciola discorrevano sul corpo di Krasus. Si era vestito in modo adeguato, dove adeguato significava abbastanza bene per non morire congelato. Eppure furono le pieghe del tessuto a raccontargli una storia, storia che vedeva l'auror alle prese con gli imprevisti del luogo meno ospitale di Denrise.
La sua deduzione trovò conferma dalle stesse parole del combattente «In molti mi ritengono un genio e per comprendere un genio serve almeno del talento». Una frase di anticipo che si sarebbe collegata a quanto l'auror avrebbe detto da lì a poco «Dalla lista di oggetti che hai elencato immagino che anche tu sia pratico del mestiere, e non solo per passione. Eppure devo ricordarti che qui, a Denrise, gli apparecchi elettrici funzionano maluccio».
Il braccio destro indicò una direzione non definita, se non prima che al gesto si accompagnassero altre parole «Fa eccezione Hidenstone, l'accademia in cui insegno Magitecnica. Ho apportato parecchie modifiche alla struttura tecnologica del luogo e ora vanta il miglior laboratorio dell'Inghilterra, se non del mondo». Una visione distorta dal suo stesso egocentrismo, ovviamente.
«Il viaggio è andato bene, ormai conosco questa isola come le mie mani, e devo ammettere che solo ciò che verrà potrà stupirmi. Eppure, dalle tue parole, penso che mi stupirà positivamente» Le spalle si aprono e le ossa scrocchiano mentre i passi portano i docenti al fianco dell'auror. Il capo si inclina leggermente e lo sguardo cala sulla mappa con furia e curiosità. Non lo avrebbe mai ammesso, ma si trattava di un'ottima trovata.
«Ciò che mi interessa è il fulmine e la sua influenza» Un cenno del capo per invitare l'altro a seguirlo e Morrigan prese a camminare, accompagnato da Smaug ora disteso sulle sue spalle per riscaldarle. «Per rendere un incanto metereologico perenne è richiesta sia una abilità da parte del mago, sia una propensione del luogo stesso» Un'ultima occhiata alle ripide che, lentamente, si stavano lasciando dietro e poi tornò a studiare il tragitto. «Questo terreno e ciò che ha da offrire sono propensi ad alterazioni esterne del potenziale magico. Immaginati un giocattolo a molla. Se prendi Londra, girando una volta la chiave questa avanzerà di un metro. Se prendi i Picchi, con un giro ne fai almeno cinque di metri» La baita di Munnin era fottutamente lontana e per questo i due avrebbero potuto nerdare benissimo sulla magitecnica, ma dopo chissà quanto, lontano, avrebbero notato un arco di pietra scuro come i fondali marini. Doveva essere l'accesso a qualche tipo di grotta.
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«Mi piace la tua confidenza» Le sopracciglia si alzarono a denotare una certa sorpresa, tradita dal sorriso che manifestava come ciò fosse ritenuto un pregio più che un difetto.
«Sicuro? Il mio laboratorio è un po' come la Sardegna. Così come dopo aver visitato questa regione inizi a comprendere come tutte le spiagge restanti del mondo facciano schifo, così dopo aver visitato il mio laboratorio tutto i restanti ti sembreranno poco forniti o ridicoli» Ci voleva coraggio a fare un salto del genere, o almeno così la pensava Morrigan. Tra i fondi di Victoria e il suo genio magitecnico, nell'arco di un anno aveva trasformato quella bettola che gli era stata lasciata in eredità in un luogo di pellegrinaggio per tutti gli esperti di quell'arte.
Inutile specificare come l'occhio di falco dell'Orso polare notò i progetti dell'altro. Gli bastò una manciata di secondi per soppesarne pregi e difetti, ma non li diede a vedere. Era un tipo diretto, lui, e quel giorno s'erano incontrati per altro. Cosa diversa sarebbe stata se l'altro avesse chiesto un'opinione... a suo rischio e pericolo.
«I miei studenti imparano fin da subito che qualsiasi dato che si riceve da qualcun altro può essere sbagliato. Alle teorie piace cambiare e di me si può dire lo stesso» In molti sensi, tranne quelli più importanti «Non c'è modo migliore di testare una mappa di Thor che recarsi sul campo di persona».
Cosa che entrambi stavano facendo, alla faccia delle doloranti natiche di Morrigan, e della povera pelle che si stava prendendo in faccia ventate tanto gelide da ricordargli la missione in Russia.
«Nop. Senza sapere che tipo di materiali ho tra le mani, non posso progettare a priori ciò che ci farò» Il capo ruotò verso l'altro «Tu si?». Il suo sesto senso, e forse il suo 44 in intuito, gli suggeriva di sì. Krasus sembrava furbo, ecco perché si era accostato al re dei magitecnici.
«Evoco lanterne cinesi» Come bolle d'acqua colorata, dalla punta della bacchetta fuoriuscirono una dopo l'altra delle grosse e calde lanterne di carta. A un'occhiata più attenta Krasus avrebbe notato come qualcosa nella loro struttura fosse particolare. Sembrava quasi che fossero formate da sabbia... o con qualche tecnologia minuscola...
«Ragazzo, cosa vi insegnano all'accademia auror?» Mai tenersi occupata una bacchetta con un Lumos. Si diventa un facile bersaglio e la magia cessa al primo incanto.
In compenso, ancora una volta, Morrigan si ritrovò a sorridere orgoglioso. Il ragazzo aveva potenziale, chissà come avrebbe agito per cercare i materiali.
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Il modo in cui Krasus si pose con Morrigan fu azzeccato. Da prima si presentò come un appassionato alla magitecnica, materia a cui - controvoglia - aveva dedicato corpo e anima; da poi, con un'empatia degna di un esperto di interrogatori, si era mostrato disponibile ad accettare il genio e la stravaganza del docente.
Fu un peccato, al contrario, che non l'altro non si fosse rivelato disponibile a condividere le sue idee. Serviva del talento per comprendere il genio e i protagonisti di quella passeggiata erano sia talentuosi che geniale. Sarebbe stato interessante, in particolare, scoprire con certezza chi tra i due fosse dotato di genio e chi solamente di talento.
nel migliore degli scenari entrambi sarebbero rientrati nella categoria "genii". I predisposti c'erano, ma solo il tempo avrebbe svelato l'arcano.
«Denoto con piacere come tu abbia le idee chiare. Ho svolto diverse regressioni multiple per scoprire quali fossero le chiavi per diventare dei veri e propri esperti nell'ambito della magitecnica» Lo sguardo si spostò sull'altro, un leggero sorriso a illuminargli il volto. «Le capacità tecniche sono alla base di tutto, certamente» Le sue mani sfregiate da bruciature e cicatrici ne erano la riprova, come anche il testamento di anni passati a lottare tra le file degli auror o su una drakkar. «In seguito vengono l'intelligenza e l'intuito» Morrigan possedeva la prima e spiccava per il secondo. «La conoscenza dei materiali e delle tecniche di lavorazione ti permette di non solo di re-levegerare le tue creazione sfruttando tecniche "più" adatte, seppur esotiche» I mesi che avevano sancito il suo esilio da Denrise lo avevano portato in luoghi lontani rispetto a quella che un comune denrisiano avrebbe chiamato "patria" mentre lui semplice "porto per arrivare in altri porti". Lì aveva studiato e appreso, ma aveva perso un'occasione. Il dungeon di ghiaccio sarebbe stato un piacevole mondo da esplorare. Credeva nei suoi amici, gli stessi con cui aveva rischiato la vita, ma dubitava che lo avessero vissuto a pieno. Lui, e ne era certo, lo avrebbe fatto.
«Ma è l'intuito che differenzia un abile magitecnico da un abile alchimista o trasfiguratore. Solo un occhio attento può notare la falla nel sistema, il difetto che va colmato» La mano destra indicò il profilo di alcune montagne. «Piazzando le cariche negli incavi giusti, potresti radere al suolo metà di questa catena montuosa. Eppure, l'unico modo per scoprire quale sia il punto per distruggere o prevenire è osservare» Lo sguardo si soffermò qualche secondo, poi il capo annuì, quasi come se il mago avesse la certezza di quale fosse il posto. Il che, però, non era vero - ma questo Krasus Thunderbolt non poteva saperlo -.
«E le arti elementali coniugano entrambi» Era questo uno dei motivi per cui le aveva scelte come materie da approfondire anche se, a dirla tutta, le apprezzava particolarmente in combattimento: gli incanti elementali, così come quelli trasfigurativi, permettevano di avere controllo sul campo di battaglia, il che era tutto ciò che uno stratega potesse desiderare. «Ma si, un saggio saprebbe come sfruttarli a proprio vantaggio per arricchirsi» Ed era serio, anche se l'altro lo aveva detto per scherzare. I divinatori era i migliori ricercatori al mondo, ma anche gli elementalisti non erano male.
Il rest della passeggiata fu divertente, sopratutto perché Morrigan ebbe modo di sfoggiare le proprie abilità da trasfiguratore «Hai occhio». Non confermò l'ipotesi dell'altro più di quanto avesse appena fatto.
«Sonaris detector» La bacchetta tracciò una spirale salvo poi puntare i punti che Krasus gli avrebbe suggerito. L'incanto di cui aveva appena fatto sfoggio era perfetto per trovare materiali o oggetti interessanti.
«Parlato»
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NarratoApplause @ Lady Gaga - @ArtpopSPOILER (clicca per visualizzare)Nome: Fattura Sonar.
Classe: Percezione
Formula: Sonaris Detector
Movimento: Disegnare una spirale per poi toccare una superficie due volte.
Effetto: Dopo aver toccato una superficie, la bacchetta produce onde sonore che possono essere utilizzate per rivelare la presenza di oggetti o soggetti all'interno della superficie stessa - emulando dunque la funzione di un sonar -.
Note: L'incanto copre Intuito/5 metri cubi di superficie (Intuito/2 metri cubi se in possesso di Divinazione I). Normalmente, il sonar si espande come una sfera che ha come centro la punta della bacchetta ma si può tentare comunque di indirizzare l'intera superficie ispezionale verso un'unica differenza (In questo caso il mago subirà un malus decretato dal fato salvo che la sua Intelligenza sia pari o superiore a 30).
Coloro che possiedono una skill di Magia Verde possono tentare di comprendere la natura della creature all'interno della superficie. Coloro che possiedono una skill di Magitecnica possono tentare di comprendere la natura degli oggetti all'interno della superficie. Con Empatia≥40 è possibile tentare di comprendere le emozioni o lo stato d'animo delle creature percepite dall'incanto.
Questo incanto ha anche una variante offensiva. Con Coraggio≥25, si potrà tentare di danneggiare le creature e gli oggetti all'interno della superficie facendo vibrare le onde sonore. Per tentare di danneggiare soltanto una determinata parte delle creature o degli oggetti all'interno della superficie, il Fato terrà conto della Destrezza dell'Incantatore.. -
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