Le armi non facevano di certo parte della lista di competenze che Kàra sosteneva di avere. Non era mai stata una dedita al combattimento, o alla violenza in generale, e preferiva sempre la via più pacifica e diplomatica rispetto allo scontro fisico. Ma la vita si sa, prende spesso pieghe inaspettate, e dall’ultima volta in cui si era ritrovata coinvolta in una missione aveva capito che forse avrebbe dovuto smetterla di sottovalutare così tanto quell’aspetto. Continuava a non sentirsi a suo agio all’idea di avere tra le mani un’arma vera e propria, temendo di poter fare più danni che altro, ma dopo averci ragionato parecchio –quello di fare troppe domande, al contrario del combattimento, era invece un talento che la caratterizzava fin da quando era solo una ragazzina- aveva deciso che la scelta migliore era procurarsi qualcosa che, all’occorrenza, potesse servirle come difesa. Ma che cosa? Dopo aver letto l’avviso nella bacheca dell’isola e aver saputo della nuova partenza di Ludwig, aveva sentito l’esigenza di dirigersi al Brugnir Forgen e procurarsi qualcosa prima dell’imminente partenza. Forse una parte di lei voleva anche accertarsi di come stesse Philipp, dal momento che non lo vedeva dalla prima missione che avevano vissuto assieme e non aveva avuto modo di parlarci direttamente da allora. D’altro canto era abbastanza sicura che Garlic fosse molto più esperto di lei, non solo perché lavorava al Brugnir ma anche perché in battaglia aveva dimostrato ampiamente quanto fosse abile nel combattimento, indipendentemente da quanto la fortuna gli fosse stata, almeno in alcuni momenti, avversa. La sua entrata si era rivelata più rumorosa di quanto avrebbe voluto e previsto: tra la porta cigolante e le assi di legno che scricchiolarono nonostante stesse cercando di avere un passo leggero, di certo era impossibile non sentire la sua presenza, così come era impossibile non notare il disagio, palese nel suo volto. Chiunque avrebbe colto quanto si sentisse a disagio in quel posto e quanto tutte quelle armi affilate e, almeno per lei, minacciose, facessero ben poco parte della sua personalità. Lei era quella abituata alla natura, al canto degli uccelli, alla forza dirompente di piante e animali e una parte di lei aveva sempre percepito le armi come qualcosa in grado di rompere l’equilibrio del mondo e non certo di ristabilirlo. Non che gli incantesimi stessi non facessero lo stesso, alle volte, e allora tanto valeva provare ad ampliare le proprie vedute, proprio lei che credeva nell’importanza del cambiamento. Se avesse trovato Philipp all’ingresso, come si augurava, gli avrebbe rivolto un sorriso impacciato dei suoi, inclinando appena la testa e scusandosi con lo sguardo chissà poi per cosa. “Ehi. Come stai?” avrebbe chiesto con gentilezza, sicuramente più interessata alle sue condizioni che al resto. “Hai letto l’avviso nella bacheca? Ludwig salperà all’alba di domani e io ho pensato che partire disarmata non fosse una grande idea.” avrebbe ammesso, senza riuscire a liberarsi del tutto da quell’imbarazzo. “Ammetto di essere ignorante però, non sono così ferrata nel combattimento per quanto sappia le basi dell’autodifesa.” proseguì poco dopo, e per quelle conoscenze di base avrebbe dovuto ringraziare unicamente il suo patrigno e la sua fissazione perché nella vita si fosse pronti a tutto, una visione che ora riusciva a comprendere molto di più che in passato. Si sarebbe guardata intorno, quindi, cercando di sconfiggere quell’immotivato senso di inadeguatezza. Avrebbe passato lo sguardo su lance, sciabole e spade, senza riuscire a pensare che nessuna di queste potesse essere adatta, almeno fino a che non individuò un bastone a (s)comparsa che catturò la sua attenzione. All’apparenza le parve addirittura innocuo e si avvicinò per poterlo tastare, soppesandone la leggerezza e trovandosi sorpresa da quanto risultasse maneggevole. Ne avrebbe scrutato quindi la fattura, e solo una volta accortasi di come la Runa Dagaz fosse leggermente in rilievo si sarebbe resa conto della presenza delle lame, a scomparsa. “Oh, questo potrebbe essere perfetto.” sussurrò sorpresa, voltandosi poi verso Philipp. “ Di che materiale sono fatte le lame? Sarebbe possibile averle in acciaio?” avrebbe domandato, appigliandosi alle pochissime conoscenze che aveva di quel materiale. Se fosse stato possibile avrebbe chiesto di fare sostituire l’acciaio all’argento, in caso contrario avrebbe comunque provveduto ad acquistare l’arma così come era senza lamentarsi.
|