L'eco della verità

Tirocinio Lucas Jones

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    Morrigan Maverick

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    Le dita del magitecnico accarezzano le corde di una chitarra acustica facendo risuonare all'interno dei giardini pensili un'ipnotica melodia. Seduto su una panchina a diversi metri d'altezza, Morrigan aveva superato in qualche modo le edere sibiline che - come un groviglio di serpi - ora schiaffeggiavano il terreno ai loro piedi.
    «Calma, ragazze, calma» Il docente non distolse l'attenzione dal suo strumento «Tenete duro ancora per un po' e vi prometto tutto il fertilizzante a base di sterco di erumpent che vorrete».
    Lucas, il protagonista di questo raccontato, aveva ricevuto una letterata da parte del docente in mattinata. La missiva raccomandava al ragazzo di raggiungerlo ai giardini pensili del castello verso le 18 della stessa giornata. Il docente si raccomandava anche, per quanto il luogo fosse romantico, di non portare alcuna ragazza - Morrigan amava avere tutte le attenzioni su di sé -.
    Se il ragazzo avesse fatto quanto richiesto dal docente, si sarebbe trovato di fronte i giardini pensili del castello in tutto il loro splendore. Il sole primaverile rendeva il verde d'un cristallino che ricordava gli smeraldi lavorati e il cielo all'orizzonte, a quell'ora del giorno, era così blu da fondersi coi mari.
    Nell'aria danzava una tempesta di profumi e di aromi; il delicato odore della lavanda, il caldo aroma della terra e l'intenso profumo dei papaveri ammaliatori.
    Non c'erano altri studenti o membri del personale. Degli uccelli canticchiavano in lontananza e il crepitio delle edere fu l'unico rumore estraneo che avrebbe potuto incuriosire Lucas. Se l'ametrino avesse voltato il capo in questa direzione, avrebbe trovato il docente di Magitecnica intendo ad accarezzare le corde di una chitarra acustica. Il ragazzo avrebbe probabilmente riconosciuto la melodia in questione se avesse avuto una passione per il genere rock o per la musica che aveva fatto la storia «... And she's buying a stairway to heaven ♫».
    Percorrendo il sentiero in granito, sarebbe potuto arrivare a una dozzina di metri di distanza dal giardino fluttuante. La Venere di Milo granitica gli avrebbe fatto segno di non proseguire indicando il groviglio d'edera incazzato nero, o forse verde - visto che erano piante -.
    «Buon pomeriggio, Lucas. Mi scuso per l'orario, probabilmente dopo una giornata di lezione avresti preferito riposare» Le dita continuarono a pizzare le corde ma il volto del docente si piegò verso quello dell'alunno a qualche metro di distanza «Ma entrambe le persone che potrai intervistare si sono liberate da poco».
    Il mento indicò l'edera «Puoi salire, ma dovrai pensare a come aggirarle».
    L'attenzione tornò alle corde «So che sei interessato al giornalismo e ma prima di entrare nei dettagli tecnici ti presenterò due storie tra cui scegliere». La canzone si fece più veloce «La prima ha a che vedere con le vicende che stanno scombussolando il mondo magico inglese negli ultimi mesi. C'è un mio conoscente tra gli auror che si è offerto di fare una chiacchierata con noi». Lo sguardo si sollevò per perdersi all'orizzonte lì, dove la foresta si faceva selvaggia «La seconda ha a che vedere con le vicende che hanno visto i denrisiani sfidati da una sacerdotessa oscura. Abbiamo vinto, ovviamente, ma la giustizia ha bisogno di un eco» In questo caso non citò una terza figura lasciando intendere al ragazzo chi sarebbe stata la sua fonte.
    Qualche secondo di silenzio «Rifletti su quale delle due storie vorrai raccontare e nel farlo ricordati che potrai pubblicare un articolo al riguardo. Di quale racconto vuoi essere il portavoce?».

    «Parlato»
    "Parlato"
    Narrato

    Lucas, benvenuto al tuo tirocinio.

    Mercoledì 31 Marzo, ore 18:00. Morrigan si trova nel giardino sospeso di cui potrai leggere una descrizione qui. Non sai come l'abbia raggiunto e non sei obbligato a raggiungerlo a tua volta, eppure, se la tua determinazione ti spingerà a farlo, tieni presente che le edere citate nel relativo paragrafo tenteranno di impedirtelo. Questo anche se deciderai di arrampicarti come suggerito. A te come aggirarle.

    In quanto semplice post di introduzione, per ora sono previste solo chiacchiere.
    In particolare Morrigan ti chiede se sei più interessato a trattare:
    - Gli eventi che hanno scombussolato il mondo magico inglese negli ultimi mesi.
    - Gli eventi che hanno coinvolto i Denrisiani nelle ultime settimane.

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    Quell'anno, per Lucas, stava andando decisamente meglio degli altri. Con molta probabilità era dovuto al fatto che avesse incentrato di nuovo su di sé l'attenzione, fregandosene di quanto potesse apparire indecente agli altri e credendo di dover piacere solo a se stesso. Merito sicuramente di quella serpe che aveva incontrato qualche volta di troppo che lo faceva sentire bene anche quando apparentemente non era socialmente accettabile. I suoi voti erano iniziati a levitare di gran lunga, tuttavia la parte che più stava amando di questo terzo anno erano i tirocini. Lucas aveva deciso di incentrare tutto sulla sua carriera giornalistica, una decisione che aveva abbandonato per un paio di mesi durante il secondo anno, ma che si era fatta sempre più forte come necessità, durante l'estate. Aveva scelto degli ottimi tutor, doveva essere fiero delle sue scelte e tra questi, legati all'Accademia, ce n'era solo uno: Morrigan Maverick.
    Lucas aveva un debole per quello stravagante docente e sentiva, un pochino, di voler prendere da lui tutto quello che potesse prendere, tra cui il carisma e la stravaganza che tanto invidiava all'uomo.
    Quella mattina aveva ricevuto una convocazione vera e propria dal magitecnico che richiedeva la sua presenza, alle ore 18.00 ai Giardini Pensili. La raccomandazione di non portare ragazze fece ridere di gusto il Jones, che si trovò a scuotere la testa e a preparasi per l'occasione. Dopo le lezioni, infatti, il ragazzo tornò in stanza giusto per prendere la sua fidata amica reflex, la sua bacchetta e una barretta di cioccolato, che mangiò strada facendo. Anzi, ne prese due, così da regalarne una al docente, qualora avesse voluto un po' di dolce durante il loro incontro. Insomma, si sa: il cioccolato è sempre una giusta carica.
    Dopo esser salito tra le torri del castello, attraversato la terrazza e goduto di quanta bellezza ci fosse in quella natura così magica stando attento a dove metteva i piedi, per evitare di ritrovarsi in aria, Lucas si trovò davanti alle edere biricchine che tenevano il giardino sospeso ancorato a terra. Non sembravano di buon umore, quel pomeriggio, qualcosa sembrava averle fatte agitare. Dall'alto si sentiva una melodia che Lucas apprezzava, uno dei suoi pezzi preferiti che ricordava quasi quando il papà gliela cantava per farlo addormentare.
    Preso un attimo da quel momento di malinconia, il giovane ametrin scosse il capo, sentendo la voce di Maverick che si era accorto del suo arrivo. Lucas sollevò il capo, non domandandosi se fosse stato lui ad agitare le edere come delle fangirls impazzite, quindi sorrise «Professor Morrigan, ti raggiungo subito! Non avrei riposato, sicuramente. Preferisco impegnare il tempo con qualcosa di interesssante.» - ed era vero, probabilmente avrebbe passato il tempo a stuzzicare Livs per avere un piacere diverso, oppure a giocare con il suo gatto, ma niente era paragonabile al suo probabile futuro lavoro.
    Effettivamente doveva pensare a come aggirare le edere che non ne volevano proprio sapere, quindi decise di puntare alla base di queste e disegnare un'onda «Aqua Eructo.» - mormorò, facendo zampillare dal terreno abbastanza acqua da far fiondare le assetate edere a cibarsene. Lui, quindi, ne approfittò di quella calma momentanea per scalare, stando sempre ben attento a qualche edera non ancora soddisfatta, qualora ce ne fossero state.
    Una volta arrivato in cima, Lucas si sarebbe sollevato dalla scalata e si sarebbe aggiustato la divisa, che non era poi tanto da aggiustare, visto come la portava sempre trasandata. Le storie che Morrigan gli aveva presentato avevano un qualcosa di decisamente affascinante, tuttavia doveva fare una scelta «Direi che Denrise ha bisogno di maggior voce, visto che non ho ancora trovato un vero e proprio articolo su di loro. Sarei lieto di occuparmi delle loro vicissitudini.»
    lucas j. jones

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    Dal canto suo anche il magitecnico preferiva passare i pomeriggi a darsi da fare, con una donna possibilmente, seppur questo scrittore amava parecchio giocare coi gatti.
    Lì dove la bacchetta era stata puntata, prepotentemente degli zampilli d'acqua scavarono il terreno attirando l'attenzione dell'edera. Come serpi i viticci scattarono verso la fonte ignorando l'ametrino e dandogli il tempo e il modo di risalire nel giardino sospeso.
    Il piccolo spazio aveva due grossi elementi di interesse: la spettacolare vista sul lato più selvaggio della foresta eterea e il magitecnico più figo del mondo. Fu quest'ultimo a voltarsi verso Lucas per servire un caldo sorriso.
    «Non chiamarmi professore, Lucas. I titoli servono per stabilire gerarchie ma sono le gesta che dovrebbero gettare le fondamenta per quest'ultime» Il mento indicò la panchina in legno ambrato. Alla destra del denrisiano si trovava uno spazio su cui il ragazzo avrebbe potuto prendere posto. Alla sinistra era poggiato un qualcosa dalla forma circolare, avvolto in un panno che ne impediva di notarne i bordi.
    Le dita continuarono a pizzicare le corde. «Vedi, Lucas, l'autorità cresce come una pianta. Ho coltivato la mia pazientemente, finché i suoi rami si sono estesi al di fuori di quest'isola fino all'angolo più lontano e dimenticato del mondo, dove si sono aggrovigliati intorno a tante storie diverse di un unico racconto» Il capo ruotò verso le piante che l'ametrino aveva sapientemente aggirato «Ma non è per questo che ti ho posto di fronte a quelle piante».
    Le labbra si tesero in un sorriso mentre il battito feroce delle oche fece intuire l'essenza di qualche schermaglia a pochi metri di distanza. «Ho istigato le piante ad aggredirti perché per quanto la tua autorità potrà crescere troverà sempre degli ostacoli e tu dovrai capire come arginarli, o le tue radici cresceranno deformi» Le dita rallentarono e così la sua melodia. «Un giornalista in particolare deve sapere come agire senza freni, come evitare la nebbia, come scovare la luce del faro» Lo sguardo passò dalla chitarra agli anelli celesti dell'ametrino.
    «E questo vale sia nel momento in cui deve cercare un'informazione, sia nel momento in cui deve renderla pubblica» Giorni addietro gli studenti del triennio in Magitecnica avevano lavorato su una campagna pubblicitaria per la scuola. «Sai perché è importante soppesare il mezzo di comunicazione?» La melodia aveva ricordato al ragazzo un ricordo d'infanzia e suo padre aveva probabilmente scelto quella canzone perché la scelta di quelle note, posizionata saggiamente una dopo l'altra, frammentate dal giusto scorrere del tempo, rievocava un'armonia che riscaldava i cuori e calmava i muscoli. «E quindi si, possiamo parlare di Denrise, ma attraverso quale mezzo di comunicazione?» C'era un problema in quella domanda ma ogni erbologo deve studiare la pianta per accorgersi di cosa ha bisogno.
    Una brezza calda sfiorò i due e un drago nano atterrò al centro dello spiazzo sputando poco dopo un paio di piume bianche abbrustolite. «Ah, per caso suoni qualche strumento?» Concluse la sua serie di domande in quel modo lasciando al ragazzo il tempo e il modo di riflettere. O forse uno spunto per non notare come, probabilmente, il numero delle oche dei giardini sarebbe sceso dopo quella giornata.

    «Parlato»
    "Parlato"
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    Morrigan ti parlacchia di diverse cose e ti chiede se hai già pensato al mezzo di comunicazione che vorrai usare per far riecheggiare quella storia.

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    Era riuscito egregemente a salire in cima, con quel colpo di genio che aveva messo a tacere le inquiete edere. Quando arrivò in cima, con non troppa fatica, dopo aver ammansito le edere, Lucas guardò l'orizzonte selvaggio e quasi rimase di stucco a vedere quanto favolosa fosse la vista da lassù. Si avvicinò al docente, con gli occhi chiari puntati sull'orizzonte «Favoloso...» - mormorò quasi incantato, per poi sorridere alle parole di Maverick. «Non mi abituerò mai a questa cosa. E' strano sentire un docente permettere questo ad uno studente. Qui sembrano tutti con la puzza sotto il naso, i professori.» - scrollò le spalle e si forzò di distogliere lo sguardo sul panorama, per concederlo al docente «Sai suonare bene, comunque... complimenti» - apprezzava davvero quella melodia e se la godette appena.
    Sussultò appena quando scoprì che quelle piante erano state aizzate contro di lui dal docente e sgranò gli occhi. Quando poi comprese la metafora, sbuffò un sorriso, scuotendo appena la testa.
    Era una metafora interessante e piuttosto veritiera, ora quelle edere stavano prendendo la forma di tante braccia che avrebbero potuto, un giorno, spingerlo via, cercare di farlo inciampare, distruggere ciò che lui avrebbe costruito con fatica. Ed era vero, doveva essere pronto a tutto, come ad affrontare crude verità e dar voce a chi la società chiamava ladro, assassino... fare notizia era quello che avrebbe fatto nella sua vita e ciò significava che ogni singola persona che avrebbe colpito, poteva volere la sua caduta.
    «Profes--- scusa, Morrigan» - si corresse con un mezzo sorriso «credi che sia giusto usare ogni mezzo per giungere alla verità di una notizia? Mi spiego, c'è chi arriva al "faro" con metodi semplici, talvolta che producono esattamente quello che la gente vuole leggere. Chi invece, scava anche nella merda, scende nelle fogne e prende il diamante grezzo e lo sbatte in faccia a tutti.» - si era lasciato andare con le parole, ma con quel docente era abbastanza facile riuscire a parlare in maniera diretta, che Lucas non pensò nemmeno di moderarsi, alla fine non lo stava mica insultando.
    Annuì alla sua domanda «Il target di riferimento.» - annunciò, prima di argomentare «Ogni mezzo di comunicazione ha un target di riferimento, un gruppo di persone a cui arriva la notizia attraverso quel mezzo. Per esempio, i giovani sono più propensi ai social, al web... Gli adulti verso i sessanta, credo siano ancora troppo legati alle pagine stampate, che hanno il loro fascino, nessuno lo nega. Almeno, non io che scrivo il mio romanzo con la macchina da scrivere, non posso proprio permettermi di criticare un giornale. Ma è chiaro che i mezzi di cui facciamo utilizzo noi giornalisti, debbano essere selezionati in base al pubblico che vogliamo coinvolgere.» - si fermò e lasciò parlare il docente, cercando di tenere l'attenzione alta.
    «Dipende dal pubblico che vogliamo raggiungere: se dovesse essere limitato al pubblico denrisiano, non userei social e web. La carta è il mezzo di comunicazione che più fa per loro. Ma per Londra e i suoi cittadini creerei due tipologie di articoli; quello da web e pagine social e quello da carta stampata. La vera domanda, forse, è: a quale pubblico vogliamo raccontare di loro? E mi piacerebbe che siano gli inglesi, Morrigan. Devono sapere quanto i denrisiani siano un popolo con più coglioni di loro, anche senza tutte le loro manfrine: auror, non auror e cose simili. Denrise è la base dalla quale la civiltà è partita e si regge sulle proprie forze, gli Inglesi hanno provato a soggiogarli, ma loro sono stati più forti e vorrei che sapessero quanto forti diventano, ancora.» - scrollò le spalle quindi, notando il drago nano che planò verso lo spiazzo «E' tuo, vero? Sta facendo uno spuntino, eh?» - rise, quindi scosse il capo «Scrivo testi, ma niente strumenti.»
    lucas j. jones

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    «Probabile scopino poco» Un commento del genere poteva designare due dimensioni: la più banale quantità e la meno banale qualità. E, se per puro caso i docenti di lì potessero avere una donzella o un donzello diverso ogni sera, nessuno tra questi era paragonabile al magitecnico. Insomma, aveva reso simpatica anche quel palo in culo di Kenna McDonald, altro che puzza sotto il naso!
    «Là dove senti cantare, fermati. Gli uomini malvagi non hanno canzoni» Il magitecnico sorrise in seguito al complimento del giovane studente. «Che poi, davanti a un falò estivo, niente rimorchia più di una canzone al limitare del tramonto» C'era un qualcosa di sensuale nel dover accarezzare le corde, o nel pizzicarle con la forza giusta per produrre il suono. A una prima occhiata si sarebbe potuto pensare che fosse stato quello il motivo per cui il magitecnico si era avvicinato alla musica. Niente di più sbagliato.
    Non era stata tanto la voglia di mettersi in mostra quanto la necessità di cercare un qualche mezzo che lo aiutasse a distrarsi. Per una mente in continuo movimento, pronta a dedurre e riflettere in seguito a ogni stimolo, la concentrazione richiesta per suonare era una specie di toccasana.
    «Vedi, Lucas» Le dita accarezzarono le corde. «Come hai detto tu, bisogna scavare nella merda per trovare i diamanti. Personalmente preferisco giocare "pulito". Potrei vincere ogni scontro con un Ardemonio ben piazzato, insomma, ma che gusto ci sarebbe?» Perché alla fine, ancora una volta, l'importante era solo... «...Lasciare ogni posto meglio di come lo si è trovato. Se per farlo dobbiamo appendere a testa in giù il dittatore, va fatto. Ma anche il perdono ha il suo perché».
    Il capo ruotò dunque verso l'ametrino e l'ennesimo sorriso compiaciuto gli contornò il volto. Non aggiunse un "hai ragione" perché non ce ne era bisogno. Erano poche le volte in cui Morrigan si trovava d'accordo con qualcun altro. «Direi che social e carta animata sono un'accoppiata avvincente. Ti devo avvertire, però, che anche nel momento della stesura dovrai pensare al tuo target. C'è chi cerca tragedie e mentre altri ancora cercano storie di speranza: le parole non sono vento, ma macigni e tuoni. Possono fare la differenza».
    La melodia rallentò e le dita raccolsero la bacchetta che, in una nuvole di scintille, si trasformò in un plettro di legno d'acero. «Eh, yep, Smaug ha sempre fame. È come il sottoscritto» Gli occhioni del lucertolone si posarono su Lucas e un velo traslucido coprì l'iride per un istante salvo poi ritrarsi «E comunque dovresti suonare, parole e musica viaggiano su binari paralleli» Una pausa.
    «Dove ero rimasto? Dunque... iniziò tutto un'anno fa, circa. Ludwig, uno tra i più grandi predoni di Denrise sia per potenza quanto per onore, venne coinvolto in una missione esplorativa da un certo Edward Rocket. L'obiettivo era indagare sulle isole che, a oggi, non compaiono sulle carte nautiche» Chi lo avrebbe mai detto. Era già passato un anno. Se non avesse avuto una virilità da difendere, probabilmente gli sarebbe persino scesa una lacrimuccia. «Si trattava di una trappola» L'aria crepitò al ritmo della melodia e nubi di fumo vennero liberate dalla chitarra ricostruendo il mare in tempesta che i due player conoscevano fin troppo bene per scrivere una linea di più al riguardo. «L'isola che Ludwig finì per esplorare era abitata, o meglio, lo era fino al suo arrivo» La nuvola assunse la forma dell'isola della Caria su cui Draghi e altre creature fecero del loro meglio per fronteggiare il valido predone. «Rocket lo sapeva, secondo te quale era il suo fine?».

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    Inutile dire che non potè non ridere alle parole di Morrigan quando commentò la vita sessuale dei suoi stessi colleghi. Era come se quel commento fosse fatto da un suo coetaneo e non da un docente.
    Tuttavia, subito ritornò nel suo essere insegnante ed eccolo a spiegargli quanto la musica fosse importante, per poi tornare su un qualcosa di estremamente stravagante. Insomma, il falò, la chitarra... tutto aveva un tocco di stranezza in quel momento «Anche gli scrittori e i poeti maledetti hanno ancora il loro fascino.» - ammise con un pizzico di ironia, credendo da solo di rientrare in tale categoria.
    La riflessione più interessante, tuttavia, venne successivamente alla sua domanda e Lucas si ritrovò ad ascoltarlo con estrema attenzione, mentre avevano quel sottofondo musicale davvero invitante «Io credo che un giornalista abbia il dovere di raccontare la verità ai propri lettori, anche se questa è una verità scomoda. Eppure vedo molti che scrivono ciò che qualcuno dice loro di scrivere, verità nascoste, celate da un velo di falsità che è diventata oppio per tutti.» - scostò lo sguardo, osservando di nuovo l'orizzonte, come se fosse un ottimo paliativo per poter non sentirsi arrabbiato per quella cosa che aveva appena detto.
    Il suo sorriso riuscì a farlo sentire appropriato, quindi annuì a quel consiglio, prendendolo come una perla da aggiungere alla sua collana di insegnamenti «Certo. E credo che anche il linguaggio debba essere differenziato rispetto al target a cui mi voglio riferire. Vero?» - chiese conferma, non certo che fosse la soluzione giusta, ed ora che poteva avere qualcuno che rispondesse alle sue domande, era giusto approfittarne.
    Lo sguardo poi fu rapito da Smaug, al quale Lucas concesse un sorriso ampio, tentando di avvicinare un dito in sua direzione, sempre nel rispetto degli spazi della creatura.
    «Non sono bravo con gli strumenti, ma ho Moore che mi aiuta a mettere un po' di ritmo su certi testi da me scritti.» - il riferimento alla compagna Ametrin che era entrata nella sua vita sfondando le porte, gli fece addolcire lo sguardo e il sorriso, prima di concentrarsi nuovamente sul docente, prendendo appunto mentale di ogni sua singola parola.
    Aggrottò la fronte e non potè frenare una domanda che gli scivolò spontanea «Se queste cartine non apparivano sulle carte nautiche, cme aveva fatto Edward Rocket a sapere della loro esistenza?» - gli occhi guardavano la scena di quel viaggio, quegli uccelli e le prode gesta, sgranando gli occhi «Sottomettere il popolo di quell'isola?» - domandò quasi incerto, come se gli mancasse qualche pezzo.
    lucas j. jones

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    «Hai pienamente ragione sui poeti maledetti» Morrigan si limitò a dire il vero. I maledetti camminano tra luce e ombra e dove lo sguardo non arriva, recupera la fantasia. Dando modo alla mente di viaggiare, anche il più orribile dei misteri poteva risultare intrigante. Questo valeva sia per gli ambiziosi troppo stretti nei legami scritti da altri, sia per i curiosi assetati di sapere. Lucas, dal canto suo, sembrava entrambi; e alla luce del mestiere che avrebbe voluto ricoprire non ci sarebbe stato bisogno di sorprendersi.
    «Vedi, il tuo punto di vista è interessante, ma ti invito a riflettere: varrebbe la pena dire la verità se questa potesse scatenare una guerra?» Agli occhi di Morrigan non c'era una risposta corretta, ma solo il genuino intento di scoprire cosa ne pensasse l'altro. «Le parole sono uno strumento fortissimo. I maghi possono usarli per evocare incanti ma qualsiasi essere umano può sfruttarli per scatenare gli equilibri. Mentre un incantesimo può essere lanciato senza proferire parole, e lo stesso può dirsi di un sigillo magico nel momento in cui questo viene tracciato, alleanze e conoscenze si sorreggono sulla parola» Era importante che l'altro lo capisse perché l'alchimia insegnava che tutto ha un costo e decidere di rivelare una verità avrebbe avuto un peso.
    A ogni modo c'era ancora tanto altro su cui discutere. «Esatto, anche il linguaggio ha un peso. Quando componi le canzoni con questa Moore immagino tu lo tenga presente» Morrigan alzò le spalle. «Insomma, quello che diresti a lei non è quello che diresti a una sconosciuta» Non aveva la più pallida idea di quale fosse il rapporto tra i due. Lucas sembrava un bel ragazzo e Moore non sembrava una frigida, anzi, a vederla a lezione vestita come nessun altro aveva acquistato la simpatia del docente. Dite no ai pg legali dito in culo, dite si ai pg caotici.
    «Sulle prime pensavo avesse usato dei rituali di natura astro-aritmantica per tracciare il luogo, avrebbe avuto senso, ma anche una difficoltà considerevole. Sarebbe stato come giocare a braccio di ferro, da solo, contro un intero esercito» L'indice andò a sfiorare il pizzetto. «Dunque ho pensato che, forse, avesse letto dell'isola da qualche parte» Le dita si incrociarono tra loro mentre Smaug, notando l'amichevole gesto di Lucas, aveva cominciato a leccargli il dito con la ruvida lingua. Sul volto aveva un'espressione alquanto genuina.
    «Ed è qui che parleremo dell'isola perché, prima di scoprire cosa gli intenti di Rocket, bisogna analizzare il contesto in cui si è mosso. È come una partita di scacchi. Dove porti la regina? Per scoprirlo devi studiare torri, alfieri e cavalli» La bacchetta scosse l'aria modificando l'incanto illusorio.
    Di fronte a Lucas apparve la miniatura di quello che doveva essere un enorme tempio «L'isola era abitata e dove c’è vita, c’è organizzazione». La torre di fumo e vapore si aprì rivelando una minuscola figura dai tratti simili a quelli di una donna. Sarebbe stato impossibile riconoscerla, ma sarebbe andato bene anche così «Al momento dell’arrivo di Ludwig, l’isola era governata da una sacerdotessa chiamata Caria, ma anni prima non era così» Come un orologio le cui lancette tornano sui propri passi, la torre si riempì di altre figure «Non sappiamo esattamente quanto tempo sia passato perché il tempo era distorto nell’isola, ma anni addietro, oltre alla Caria, nell’isola viveva un’altra figura: Anwyn».
    Un’altra donna apparve al fianco dell Caria «Ma la fede è più morbida di quel che può sembrare e questa seconda sacerdotessa abbandonò l’isola per conquistarne un’altra, fingendo la propria morte e portando con sé una manciata di uomini» Continuò lui. «E tra questi vi era Rocket» La miniatura del tempio si sgretolò come neve sorgendo ancora una volta con la forma di un’isola, questa volta avvolta dalla nebbia.
    «Rocket era uno scrittore e, come certi giornalisti, traeva ricchezza dalle tragedie. L’essere umano, a quanto pare, nello scoprire come non sia l’unico a soffrire, sfocia nella catarsi» Anche quella era una decisione che Lucas avrebbe dovuto prendere: fama divorando una carcassa o fame scegliendo di non divorarla? «Rocket seguì Anwyn, che prese il nome di “Madre” e il ruolo di “Alto sacerdote”, nella sua isola e sfruttando le conoscenze di questa, archiviò la distruzione della Caria sfruttando noi, i denrisiani» Rivelare a Lucas che ora Rocket era rimasto intrappolato in una perla trattata come una caccola appiccicata nel cesso di un autogrill sporco da qualche anno Morrigan decise di non farlo «Le parole hanno un peso e devono essere usate come leve per raggiungere un certo obiettivo. Se tu fossi stato a capo dei denrisiani, come avresti affrontato questa situazione?».

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    «Hanno una vena nascosta, che pochi comprendono.» - disse lo studente, accordandosi con quel che concerneva la loro opinione sui poeti maledetti. E lui si sentiva esattamente in quella categoria, rientrandoci a pennello, felice di quel che stava scegliendo per il suo futuro.
    Alla domanda-riflessione del docente, Lucas si strinse tra le spalle «Non so, Morrigan. Credo che a questa domanda non ho una risposta. Ho sempre pensato che la verità non debba mai venir nascosta, anche se questa è una verità scomoda, che fa male...» - rimarcò «... però la tua domanda mi mette in difficoltà, devo esser sincero.» - non aveva ancora una risposta a ciò, doveva rifletterci per più tempo, forse con l'esperienza avrebbe imparato.
    «Le parole sono lame e sono lenitivi. Il tutto sta nel capire come usarle, sono d'accordo. E' un po' come quando lasci la tipa e devi cercare di non ferirla, no?» - tentò di fare una battuta, sbuffando una piccola risata finale a quelle parole.
    Calò lo sguardo quando Morrigan parlò di nuovo di Livs, quindi sorrise annuendo appena.
    Poi restò in ascolto di quella testimonianza data dal magitecnico, aggrottando di tanto in tanto la fronte. La storia era avvincente e Lucas non voleva altro che sapere come finisse o continuasse quello che il docente stava raccontando, mentre la lingua di Smaug fece appena il solletico al ragazzo, che si ritrovò a giochicchiare appena appena con il draghetto. Gli occhi si spostarono sulla scena che Morrigan stava proiettando per aiutare quel racconto.
    Ogni parola sembrava via via prendere vita, grazie a quelle immagini e nella testa di Lucas si crearono degli interrogativi che doveva esporre «Rocket aveva usato il Capitano Ludwig per scrivere una storia?» - il suo tono era un misto tra lo stupore e la curiosità, come se volesse capire fin dove quell'uomo si era spinto con la sua sete di scrittura.
    La sua domanda lo fece drizzare sulla schiena, mentre sbatteva due volte le palpebre per capire cosa realmente rispondere.
    Si prese del tempo per riflettere, mentre il naso si spostava con lo sguardo verso l'orizzonte «Mi sarei informato quanto più possibile, avrei cercato di capire quanto di vero ci fosse nelle parole di Rocket. Avrei cercato di salvare quante più vite possibili, rimaste coinvolte in questo casino creato da Rocket, portando Rocket alle porte della giustizia, magari ad Azkaban...» - rispose semplicemente, con la fronte corrugata dall'incertezza di quella risposta. Avrebbe fatto bene?
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    «Concordo» Annuì compiaciuto all'altro. «D'altronde, se tutti riuscissero a cogliere questa vena nascosta forse nessuno avrebbe più un motivo per considerarli maledetti» Per quanto quelle parole potessero sembrare aliene all'intero discorso o al tirocinio, avevano un'utilità ben precisa. «Figurati, è compito di noi professori mettervi in difficoltà. Darvi limiti da superare, se preferisci» Era quello il punto della discussione. Macchiarsi del ruolo di maledetto rivelando verità scomode o diventare maledetto veramente per non averle dette? E apparire agli occhi degli altri maledetto nel fare però il bene altrui impedendo una guerra con una fuga di notizie? Questo poteva valerne la pena? Vita complicata, quella del giornalista.
    «Esatto» L'esempio del ragazzo era perfetto ma Morrigan non era decisamente l'amante più compassionevole sulla faccia della storia. Si annoiava facilmente e preferiva passare da una barca all'altra senza premura alcuna di porre gli opportuni ringraziamenti ai primi. Aveva un cuore d'oro, era un fuoco sacro, ma in quanto fiamma non si faceva premura alcuna per il terreno che aveva appena deciso di ardere.
    «Esatto anche questo. Hai presente il detto tra i due litiganti il terzo gode? Ecco» Un sadico sorriso comparve sul volto del magitecnico che, conscio del destino infausto di Rocket, non si sarebbe sentito in vena di confermare quel motto popolare.
    «Ottimo punto di vista, ma ancora una volta ti invito a riflettere su altro» La bacchetta scivolò verso la fronte di Morrigan. «Devi pensare a chi devi soddisfare e, in questo caso, parliamo di denrisiani. Magari loro avrebbero preferito il sangue» Silenzio, poi una risata per far intuire che quello fosse uno scherzo (ma non lo era) e continuò.
    «A ogni modo la pista di Rocket ci portò nella terra di Anwyn, una sacerdotessa oscura» Le spalle del magitecnico si alzarono chiudendo il capo dell'uomo tra le spalle. «Ma quest'ultima informazione ti pregherei di non inserirla» La bacchetta riprese a muoversi disegnando ghirigori e arabeschi mentre il fumo prese le forme oscure di un ibrido tra donna e ragno «Lolth, è questo il nome della dea che Anwyn venerava».
    Le sopracciglia schizzarono verso l'alto «Non sono nessuno per giudicare gli dei degli altri, eh» Smaug iniziò a strusciarsi sulla mano di Lucas «Ma se qualcuno prova a sacrificare i miei amici alla loro dea allora io sacrifico la loro religione, easy peasy lemon squeezy».
    Un gesto secco e il fumo finì per dissiparsi. Sperava che l'altro potesse ricordarsi di quella figura «Hai altre domande per l'articolo?» Morrigan attese qualche secondo e poi un'idea parve trafiggerlo a parte a parte «Sai, di Lolth non sappiamo molto, e io ho poco tempo dalla mia. Per scoprire altro ci servirebbe, non so, una delle migliori biblioteche al mondo» L'indice scattò verso il labbro. «Oh, ma la abbiamo» Un sorriso furbo venne lanciato all'ametrino «Se io ti firmassi un permesso, pensi che potrebbe interessarti scoprirne di più?».

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    Non potè che sorridere, annuendo appena a quella considerazione del docente. Chissà se suo padre sarebbe stato così, se fosse stato ancora vivo. Insomma, avrebbe davvero parlato con lui di donne e di come piacere loro? Erano domande che spesso Lucas si poneva, ma che sicuramente non trovavano alcuna risposta in quanto non poteva immaginare davvero che carattere avrebbe avuto suo padre, con un figlio adolescente come lui.
    Scrollò le spalle alla seconda considerazione sui limiti e le difficoltà. Per quanto fosse realmente così, lui era comunque uno studente e più che limiti da superare vedeva spesso rotture di palle da risolvere. Chiaro che questo non valeva per tutti i docenti, ma doveva ammettere che era un buon 90% di loro che creava questo strano senso di rottura di palle.
    Il suo ghigno si amplifico con quelle due risposte esatte che aveva conquistato in così poco tempo.
    Ascoltò con attenzione ogni singola parola di Morrigan e annuiva di tanto in tanto «Da Denrisiano avrei cercato vendetta per la mia gente, credo. Insomma, Morrigan, quando Naga è risorta, non mi sono poi messo così tanto ad informarmi in giro. Ho pensato a buttarmi nella mischia per salvare chi amavo.» - ed era vero, non aveva pensato minimamente alla possibilità che si fosse potuto fare male in qualche modo, in quel momento contava solo ed esclusivamente salvare la vita ad una Elisabeth di cui ormai non sapeva nemmeno come se la passasse. A pensarci bene, Lucas aveva sempre agito d'istinto, quella sua parte che non riusciva mai a mettere da parte lo aveva portato sempre a spingersi ad occhi chiusi verso qualsiasi cosa, quindi poteva ben capire quello stato d'animo di cui i Denrisiani potevano immergersi. Tuttavia la risata di Morrigan fece pensare al ragazzo che stesse scherzando. Anche se qualche dubbio gli venne lo stesso.
    Ascoltò e osservò il resto della storia con molta attenzione «Va bene, non la inserirò.» - anche se questo aveva aperto una grande curiosità al ragazzino. Sorrise alle sue parole, mentre sentì Smaug strusciarsi.
    Scosse quindi il capo, negando e poi sgranò gli occhi per la proposta del docente «Sarei più che felice di fare questa ricerca per te, Morrigan. Conta pure su di me!» - disse il ragazzo entusiasto.
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    «Smaug, portami il rimembra eroi» L'ordine uscì con una sicurezza disarmante dalle labbra di Morrigan e il drago lo colse al volo, letteralmente, lanciandosi verso l'infinito e oltre. Il battito d'ali si fece sempre più lontano e dopo un po' scomparve.
    «Sei più simile a me di quanto immaginassi, allora» Dagli scontri con i golem in cima al Barnes Hotel al Meteor Mundi sparato in bocca all'aberrazione affrontata sull'isola della Madre, Morrigan si era prese mosso seguendo un'unica costante: «Il cuore. Segui il cuore, non la ragione. Senza ragione non si puoi elaborare ragionamenti ma senza cuore non si puoi seguire l'istinto, e l'istinto è ciò che ci permette di sopravvivere giorno dopo giorno. Il battito che aumenta non è sinonimo d'adrenalina, ma voglia di fare».
    La lezione del giorno verteva sull'intuito e sull'istinto, del secondo ne avevamo a bizzeffe, ma anche col primo eravamo messi parecchio bene. Inoltre, accettando l'idea di non trattare quella sporca divinità mezzo ragno mezza tettona - probabilmente uscita dalla fantasia erotica di qualche oscuro sacerdote antico -, il ragazzo aveva dimostrato anche una grande maturità.
    Forse Morrigan sarebbe dovuto scendere in campo, forse spettava a lui l'ingrato compito di indagare su un argomento così spinoso, ma si fidava del ragazzo e delle sue abilità. Gli avrebbe dato il tempo di esplorare il mondo come una madre gatta fa con i cuccioli abbastanza grandi da poter camminare. «Eccoti» La mano scattò verso il vuoto e le dita si chiusero attorno a un oggetto cadente bloccandolo prima che potesse raggiungere terra.
    L'indice e il medio affondarono nella giacca estraendo una lettera e una penna. Con una calligrafia impeccabile persino senza una base di supporto, Morrigan tracciò gli estremi del permesso al giovane Lucas «So che non mi deluderai».
    A siglare il tutto usò il marchio di famiglia, appena recuperato da Smaug. L'oggetto venne passato all'altro con un sorriso e delle fervide aspettative. Forse Lucas aveva perso suo padre, forse non ne aveva neanche bisogno, ma Morrigan lo avrebbe trattato come un figlio comunque.

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    <b>L’eco della verità:</b> La verità è un’eco che sai rendere tuo attraverso ricerca e spirito d’osservazione. Una volta per quest potrai usare un’azione per effettuare un lancio su Intuito o Intelligenza per ricercare o ricordare informazioni su un soggetto o evento. Il master rivelerà segreti o informazioni rivelanti su quest’ultimo e, comprendendo meglio chi hai di fronte, otterrai fino alla fine della giocata +1 alle interazioni sociali con il bersaglio del quirk, +2 se nelle interazioni sfrutti le informazioni ottenute.


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