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.Samuel Starosta"Death is just a pause."« There are three things all wise men fear: the sea in storm, a night with no moon, and the anger of a gentle man. »
[Scheda][Statistiche]Il ragazzo che trottava sul selciato di Nocturn Alley teneva stretto tra le mani vissute un vaso di terracotta colmo di terriccio scuro da cui, come uno scoglio, spuntava una singola massa ovale verde. Su questa erano disposte acuminate spine e principi di gemme che, al momento opportuno, sarebbero diventati fiori.
"Chissà se alla proprietaria di Sinister piacciano i cactus" Per l'occasione Samuel aveva indossato lunghi jeans scuri accompagnati da stivali Philipp Couture. Memore del rigido clima londinese, il busto allenato era avvolto da una felpa rosa con cappuccio - che gli copriva il capo - e da una giacca militare completamente nera. A completare il tutto c'erano due spessi occhiali da sole, neri dalla lente alla montatura "Chissà cosa penserebbero i miei colleghi se mi vedessero in questo luogo".
In seguito alla semi-sconfitta di Excalibur sui cieli di Liverpool, i suoi superiori avevano deciso di promuoverlo. Ora il ragazzo che camminava su quelle vie non era più un semplice tirocinante ma un auror fatto e finito. O così dicevano le carte perché la sua testa, in quel momento, schizzava a destra e sinistra per assicurarsi che nessuno lo riconoscesse. Le mani tremavano, perché l'ansia era forte e lui debole.
"Ci siamo" Un sospiro di sollievo gli abbandonò i polmoni quando gli occhi d'ardesia misero a fuoco il numero civico 13/b. Aveva deciso di fare compre da Sinister perché alcuni colleghi presenti alla di lei inaugurazione erano rimasti colpiti da ciò la proprietaria aveva messo in vendita. "Poi magari, ecco, si lascia scappare qualche dritta su criminali da acciuffare" Quella sarebbe stata la scusante che avrebbe usato se qualcuno gli avesse chiesto spiegazioni sulla sua presenza in quel luogo. La verità era che il suo interesse era stato conquistato dal fascino dell'occulto.
«C'è nessuno?» Era un tardo pomeriggio e probabilmente il grosso dei clienti aveva già abbandonato il locale. Tuttavia, Samuel si augurò che non fosse così. L'odore di antico colpì il naso del maghetto che non poté far altro che iniziare a esplorare di sua spontanea iniziativa. «Ho un cactus per lei» Il capo ruotò a destra e sinistra studiando gli oggetti presenti in quel luogo «E sono qui per fare acquisti».
«Parlato»
"Pensato"
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[Scheda][Statistiche]Le palpebre di Samuel sbatterono più volte per mettere a fuoco la curiosa figura che comparve dalle ombre. Dal punto di vista del ragazzo, Sélène sembrava proprio figa, nel senso "cool" del termine. Con quei rasta gli ricordava tantissimo qualcuno dei suoi ex amici di Castelbruxo! I ragazzi, e li rispettava moltissimo per questo, usavano i loro stessi capelli per allevare pidocchi o insetti simili! "Chissà se anche lei fa lo stesso".
Il peso scivolò sulla punta dei piedi e Samuel si alzò di qualche centimetro per tentare di scorgere nella chioma della donna "È altissima!".
Il boccheggiare si trasformò in un semplice sorridere quando le mani si fecero morbide per trasferire proprietà e possesso del vaso all'altra «Oh, si, non si preoccupi!». Gli occhi di ardesia brillarono «I cactus sono piante super resistenti» Sorrise perché lui, a differenza di altri miei personaggi, non agiva a cactus (?) «Durante i miei studi nelle Americhe ho avuto modo di scoprire come questa varietà sia parecchio resistente anche ai veleni».
La spalla destra si piegò verso Sélène e a seguitare fu un occhiolino «Non che lei lavori con veleni pericolosi e non regolamentati».
«Oh, è la prima volta» L'indice destro schizzò all'altezza del petto per poi disegnare un cerchio a mezz'aria «Negozi simili mi affascinano parecchio».
Quando fu il momento di arriva al dunque sentì il cuore premergli contro il petto. Samuel si ritrovò a deglutire e una goccia di sudore gli rigò il volto «Non le nego che sono un'appassionato di armi». Gettò l'amo sperando di sentire ciò che l'altra avrebbe potuto offrire anche se difficilmente avrebbe tradito il suo Garlic di fiducia «Ma lei sembra proprio in gamba e scommetto che i suoi occhi sapranno scegliere per me qualcosa che si adatti perfettamente alle mie esigenze» Le mani scivolarono sui fianchi «Forse ha anche qualcosa che possa aiutare coloro che... faticano a distinguere tra menzogne e realtà?» Domandò. «O magari qualcosa che possa aiutare contro creature oscure» I recenti avvenimenti che avevano coinvolto Licantropi e simili sarebbero stati colti sicuramente da una negoziante così astuta come Selene.
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[Scheda][Statistiche]«Già, gli auror sanno proprio tutto» Il capo prese a dondolare in segno d'assenso. Samuel tendeva a fare il sottone in diverse situazioni, eppure in quel frangente disse quanto aveva pensato non per paura di contrariare la sua interlocutrice, bensì perché ci credeva realmente. «C'è un certo Jamie Mors nei loro ranghi che è incredibile. È il mago più potente del paese. Non mi stupisco che ora gli auror sappiano tutto» Non aggiunse altro perché il "saper tutto" di Jamie indicava anche il suo avere una mente al di fuori degli schemi e un intuito senza pari. Inoltre Sélène fece per presentare il resto e disturbarla sarebbe stato scortese.
"Oh, il veritaserum sarebbe utile però la signora ha detto di non averlo perché è in pari con la legge. Quindi immagino avrà qualcos'altro" Gli occhi d'ardesia seguirono la sinuosa figura della negoziante mentre le ombre del negozio le scivolavano addosso come il drappo di un semidio.
"I boccini mi ricordano le partite di quidditch in Brasile. Mi ha già conquistato" Il labbro inferiore scavalcò il superiore e il volto di Samuel si ritrasse come una prugna per cercar di nascondere i suoi pensieri. Gli acquirenti non dovevano cadere nella trappola di miele che i negozianti stilavano per le loro vittime, giusto? "Devo prenderlo in mano" Si diede quell'indicazione da solo allungando il braccio e aprendo i pollici come i petali di un fiore. "Mi chiedo se con questo riuscirò a scovare il Corvo" Quando l'oggetto gli cadde sul palmo, Samuel sentì il braccio più pesante. Forse si trattava di una suggestione, eppure gli parve di percepire un'aura corrotta provenire dall'oggetto.
"Una fame per qualsiasi falsità" La voce di Sélène rimbombò nel cranio dell'auror. "Sarebbe utile contro i giocatori della Juvidditch... loro e i loro falli simulati" Che schifo quella squadra... buh...
«Ah! Sono felice per lei io ancora non sono spos- Auch!» La frase gli si strozzò in gola e il dolore lo spinse a saltare sul posto. «Ok, ok, credo di aver capito» Il volto si sciolse come neve attorno al fuoco. «Lo prendo» Le dita gli scivolarono attorno e le falangi finirono per pizzicarlo delicatamente in modo che un eventuale morso non sarebbe stato causa alcuna di dolore. «Ma se lei dovesse sconfiggere un auror o qualcuno che punta a sconfiggere un auror, cosa userebbe?» Finì per domandare nella speranza di rendere quell'incontro quanto più fruttuoso possibile.
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[Scheda][Statistiche]Samuel notò le lunghe braccia della fattucchiera intrecciarsi come rami secolari. Da un momento all'altro percepì l'atmosfera nella stanza cambiare come se, di fronte al sole, si fosse posato un manto di nuvole.
Pochi secondi prima il cuore del ragazzo aveva vacillato nello scoprire come Sélène fosse non felicemente sposata. "Non è che magari è tristemente sposata?" Finì per domandarsi lui. Il boccino svelava le menzogne, ma non scendeva nel particolare di queste. "Oddio, non è che ha un consorte che abusa di lei?" La bocca era rimasta a forma d'ovale per qualche secondo e quando il clima cambiò, quasi non si accorse che ad aver causato quel cambiamento fossero state proprio le sue parole.
«Oh? No, no» La mano sinistra scivolò dietro la nuca per sorreggerla e la destra danzò a destra e a sinistra più volte in segno di negazione. «Maghi, streghe, non maghi, non streghe: tutti noi siamo animali» Gli occhi d'ardesia brillarono. Cresciuto tra i banchi e le rocce del Brasile, l'attaccamento a Castelbruxo lo aveva portato a mutare la sua visione sull'essere vivente. Per lui definire una persona "animale" non era un'offesa; anzi, molti umani avevano da invidiare gli animali stessi.
«Siamo tutti animali. Poi, tra questi, c'è chi si comporta da bestia» Uno sguardo andò al boccino i cui denti sembravano affilati come rasoi. «E tra le bestie c'è chi lo fa per necessità» Le dita della mano sinistra si arcuarono per emulare gli artigli di un leone. «E chi lo fa per divertimento» Il capo si chinò e il ragazzo spostò l'attenzione sulla testina parlante.
Il terzo in comodo aveva nominato un metalupo ma, per quanto brutale, persino questa creatura uccideva per necessità.
«Oscuro o meno, chi uccide per divertimento è una bestia che non merita la civiltà» La voce di Samuel, morbida fino a quel momento, si fece dura come il granito e le palpebre smisero di battere «Chi uccide per divertimento è una bestia, e merita di stare in catene. Fino a quando non ottiene l'educazione necessaria per tornare libera» Silenzio «Perché me lo chiede?».
«Parlato»
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[Scheda][Statistiche]«E lei sa come abbondare di gentilezza, Sélène» Le labbra si piegarono verso l'alto e gli occhi d'ardesia ricercarono quelli della fattucchiera. «Le parole sono il mio punto debole, preferisco l'onestà al soppesarle ogni volta» La tensione sembrò spezzarsi ma la mano sinistra continuò a sorreggergli la nuca.
Con una curiosità che aveva superato la stessa timidezza, le lunghe gambe di Samuel lo trascinarono nel ventre d'ombre della negoziante. Le mani erano tornate sui fianchi, pericolosamente vicine alla fodera della bacchetta. Sélène sembrava affidabile, ma anche potente, e prevenire sarebbe stato meglio che curare.
L'attenzione venne colta dal palco e si, il ragazzo dedusse che sarebbe stato perfetto per svolgere una messa nera. Sperò che l'ostia usata non fosse la pelle essiccata di un qualche bambinello, però. L'attenzione passò anche ai diversi libri, cercando di leggerne il titolo, più per curiosità che per vera attenzione. In tenera età era stato maltrattato da maghi che l'altra avrebbe definito oscuri e lui semplici bestie, e dopo averli uccisi tramite i preparati degli stessi, Samuel aveva sviluppato un certo interesse verso l'occulto: un piacere che si era insinuato tra pelle e anima, senza che lui potesse riconoscerlo, o tentare di esorcizzarlo.
«La musica non è il mio forte» Il volto ruotò verso il predatore e le pupille parvero dilatarsi. «Ma ho un interesse per i costrutti alchemici e gli animali» Sibilò subito dopo. «Potrebbe agire come un famiglio?» Se non avesse avuto un addestramento da auror alle spalle, probabilmente in questo momento starebbe sbavando. E le sue tasche brontolando per la fame.
Forse non se la sarebbe potuta permettere senza uno sconto, ma se questo gli fosse stato concesso ci avrebbe certamente fatto un pensiero. Se non altro avrebbe voluto scoprirne le proprietà. La magia nera la ripudiava, almeno quando i suoi pensieri erano lucidi, ma forse i suoi pensieri sarebbero mutati se la strega gli avesse offerto un'altra prospettiva: usare l'oscuro per domare oscuro a sua volta.
«Parlato»
"Pensato"
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