Guarda mamma, sono un Targaryen

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    Erano passate settimane dalla spedizione in Papua Nuova Guinea. Il magitecnico aveva speso diverse ore della sua notte insonne a chiedersi dove avesse sbagliato. A conti fatti, - alla faccia di Philipp -, il partito progressista era riuscito a strappare una pace che avrebbe favorito entrambe le fazioni. I Denrisiani avrebbero avuto modo di lavorare, facendo girare l'economia, e la Caria avrebbe avuto nuovamente un'isola pulita a puntino. Ma il grande bottino che le parti avrebbero condiviso era qualcosa di ben più interessante: una vendetta. Ecco, Morrigan non sapeva ancora il nome, l'aspetto o il luogo in cui avrebbe trovato il vero responsabile - ma sapere che ci sarebbe riuscito era già una mezza vittoria -.
    Mezza, perché quelle spedizione era costata la vita ad un altro membro della spedizione. Il magitecnico non aveva avuto il coraggio di informarsi al riguardo ma drago + denrisiano ignorante = denrisiano morto. La matematica non sbagliava.
    "Se fossi andato al suo posto... forse le cose sarebbero andate diversamente" Quei dubbi gli tormentavano la mente ma non il corpo. Tagliò la distanza che separava la sua villa dalla fattoria Kaleel con rapide falcate. Era il primo pomeriggio e il sole si era fatto timidamente sentire attraverso un manto di nubi grigi. Per l'occasione, forte di quel calore invernale che solo Denrise poteva offrire, Morrigan aveva optato per una camicia di lino bianca sormontata da un mantello variopinto che spaziava dal viola al blu notte.
    «Ah, il buon vecchio odore di sterco. Mi sembra di essere tornato undicenne» Era stato proprio l'arrivo ad Hogwarts che lo aveva separato definitivamente dalla natura. Quel divorzio, causato da un'amante chiamata "Babbanologia", era durato fin troppo. Per questo motivo il mago aveva colto l'aiuto della Caria per avvicinarsi alla magia verde. Non era un esperto come altri Denrisiani e doveva migliorare: Kaleel Skolen sembrava il posto adatto per farlo
    La nocchia colpì la porta tre volte e poi il mago entrò, senza attendere il permesso. A chiunque avrebbe avuto il piacere di incontrare si sarebbe limitato a dire «Buonasera, voglio un drago.»

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    Gerd Caleel
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    Il partito progressista denrisiano aveva vinto contro quello reazionario? Forse sì forse no, ma la verità era che un osservatore esterno avrebbe potuto non poco esser traviato da simil discorsi, in fondo Denrise era un'isola esattamente come l'America, e i partiti di quella terra erano simili a quelli statunitensi: c'era la destra, e l'ultra destra. Quindi, per un progressista, diciamo che forse era meglio, in generale, cambiare aria.
    E infatti Morrigan lo aveva fatto da anni: non a caso era un genio!
    'Mh?' e anche le sue entrate in scena erano geniali.
    Gerd era dietro al bancone, come spesso capitava: osservava compiaciuta i propri animali e lasciava che altri (uno stuolo di elfi domestici) badasse a tutto, in fondo quello per lei era il paradiso in terra ed essendosi dovuta rintanare per diverse ragioni in quel buco di mondo che per lei era Denrise, ciò era il minimo.
    "Un magitecnologo denrisiano vuole un drago?" Gerd rise alla bizzarra entrata dell'uomo, fin troppo deciso, forse più di come lei se lo era sempre immaginato: conosceva ovviamente di fama l'uomo, sicché non lo mascherò e con eleganza aggirò il bancone per avvicinarlo.
    Indossava abiti classici da strega, cui aveva sommato la sua arma segreta: due gocce di chanel e soprattutto il suo enigmatico sorriso "E' rinsavito o impazzito?" propose lei con graffiante ironia, tendendo a lui la mano "Gerd Kaleel. Sono la proprietaria, professor Maverick" spiegò lei, mordicchiandosi poi lievemente il labbro "Un drago è una bestia feroce e con tutto il rispetto, non credo che lei sia in grado di gestirne uno: ci vogliono anni di addestramento, di allenamento, e un certo tipo di formazione, e lei si è specializzato in ben altro"
    Si poteva dire che ammirasse l'uomo: non era da lei conoscere qualcuno senza averlo davvero incontrato, ma Maverick era uno dei pochi che lei reputava davvero moderno, e per questo lo rispettava, quanto bastava per non vendergli la prima cosa che le capitava a tiro per far soldi "Possiedo però dei draghi domestici" perché, diciamocelo: drago nano suonava di merda se volevi vedere! "E sono disposta a farglieli incontrare"
    Si voltò e fece alcuni lunghi passi, invitato l'uomo a seguirlo nel retro, fino al cortile, ove lo condusse in un altro capanno.
    Al suo interno, come in una voliera, vi erano una decina di esemplari di draghi nani.
    RevelioGDR


    decrivi la tua interazione coi draghetti e anche il loro aspetto, ma non essere autoconclusivo sull'eventuale addomesticamento
     
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    Morrigan Maverick
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    Morrigan Maverick aveva superato da un pezzo la ventina. Ai tempi era ancora un arrogante - quanto intraprendente - tirocinante auror. Ora, al contrario, si reputava un saggio professore e magitecnico. Tuttavia, l'ultimo punto nella lista delle sue competenze era stato aggiunto al suo CV da poco: magibiologo. Ora, non serviva essere un esperto di creature magiche per comprendere come le bestie più pericolose fossero quelle alla parvenza più innocue. "Ecco, ragazzi, un bell'esemplare di pianta carnivora" Un sorriso amichevole si fece spazio sul volto del docente. "Che ti attira con il suo profumo" Le narici si dilatarono per cogliere quelle sfumature di chanel. "Per poi sbranarti quando la calpesti" Il sopracciglio destro scattò verso l'alto notando l'enigmatico sorriso che avrebbe potuto nascondere sia una rosa di piaceri che una fila di zanne.
    «È un piacere, Gerd. Ma saltiamo le formalità, puoi chiamarmi Morrigan» La mano dell'uomo avrebbe sfiorato quella di lei, accompagnandola verso il volto contornato dalla barba. Si sarebbe fermato ad un centimetro di distanza, come voleva il galateo. Dunque, riprendendo il contatto visivo se ne sarebbe uscito con una delle sue frasi da Grifo «Dicono lo stesso anche di me. Ma non ho mai dato fuoco ad una Drakkar» Immediatamente gli tornò alla mente il Fulgur et tonans che aveva sfondato la nave di Ludwig «Anzi, lasciamo stare. Mi fido di lei, vediamo cosa ha da propormi.»
    Morrigan non spiccava per umiltà e questo Gerd avrebbe anche potuto saperlo. Era una persona che nella vita aveva avuto molto, e perso poco. Eppure, eccolo lì, a dipendere dalle labbra della donna dal sangue di serpe. Non ne temeva il veleno come tanti altri, tantomeno era ben lontano dal cadere vittima del suo fascino: semplicemente rispettava lei e le sue competenze. E la curiosità di vederle in mostra non fece altro che alimentare quel fuoco.
    E a proposito di fiamme... Un paio di rapide falcate prive di esitazione portarono il docente al fianco della magibiologa. Lasciò all'altra il compito di guidare l'avanzata perché la sua attenzione finì per cadere sul capanno, da prima, e sulla voliera, da poi.
    «Bel luogo» Il mago socchiuse gli occhi per qualche secondo cercando di percepire gli odori presenti. Avrebbe giurato di sentire dello zolfo, ma anche un qualcosa di simile al guano. «Che rune ha usato per evitare che questi piccoli diavoletti scatenino un inferno?» In effetti, di draghi domestici lì dentro era pieno.
    Un piccolo esemplare grigio come il ferro eseguì una piroetta a mezz'aria. Poi, una femmina dalle scaglie purpuree lo colpì a mezz'aria facendogli perdere quota. «Hanno carattere» Una mano si sarebbe posata sul fianco mentre gli occhi continuarono a godere di quello spettacolo. In un certo senso sembravano uno sciame di meteore che ruotava in tondo. «Per ogni cerchio... c'è un centro» Il mento puntò in alto e Morrigan lo vide.
    Chiunque avesse creato quell'esemplare, Dio o scienzato americano che fosse, doveva essere partito dal genoma del nero delle ebridi. La forma, nonché l'ossatura, ricalcava perfettamente quella di questo esemplare. Tuttavia, di nero aveva ben poco: file e file di scaglie rosse come l'armatura di Iron Man - E a Morrigan Iron Man era sempre piaciuto - sormontate da protuberanze ossee dorate.
    Nel suo sguardo vi era orgoglio, ma anche noia. «Lui» Le palpebre si socchiusero e il magitecnico e la bestia strinsero un primo contatto visivo. «Lui ha voglia di viaggiare» L'uomo allungò la mano verso la donna. «Hai della carne che posso lanciargli? Voglio testare i suoi riflessi e le sue fiamme» Quelle parole non erano frutto di una mancanza di fiducia; bensì di una curiosità che voleva soddisfare: la stessa curiosità che sembrava condividere con quella creatura.

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    Poteva chiamarlo Morrigan "Va bene, Morrigan..." disse lei, per nulla a disagio, neanche a qualche millimetro da lui: si limitò a sollevare il capo e sorridere, pericolosa ma disponibile 'Sai di essere un bell'uomo e te ne approfitti?' si chiedeva lei, forse un po' piccata dalla cosa: in genere quello era il suo ruolo.
    Annuì alle sue battute, certa di dover leggere tra le righe pompose (che rendevano un Fulgur et Tonans un mero Electro ben scagliato) la verità, per quanto poco le interessasse, in fondo a lei interessavano ben poche cose: principalmente i soldi. E il rispetto: non a caso schiuse piacevolmente le labbra, prima leggermente serratesi quando egli si affidò a lei.
    "Sei un uomo saggio" disse lei, lievemente enigmatica, conducendola nel casolare con voliera nel retro, ove l'uomo poté rimanere sorpreso, e quindi soddisfatto.
    "Sono state impiegate le migliori rune, che domande" la donna rise alle sue domande, e al suo stupore, incrociando le braccia sotto i seni e non aggiungendo altro, non essendo la runistica proprio la sua materia di riferimento, manco alla lontana, lasciando invece le creature interagire tra di loro e con lui. Nei limiti del civile.
    "Ehi, tu!" esclamò lei vedendo due azzuffarsi in cielo, cosa che la spinse ad agitare il catalizzatore e far scoppiare l'aria vicino al draghetto rosso, il più aggressivo, affinché capisse l'antifona "Hanno tutti un carattere: sono stati allevati nei migliori allevamenti del mondo e sono stati cresciuti liberi, forti e rispettati: io vendo solo il meglio, specialmente quando si parla di carnivori"
    Lasciò il magitecnologo libero di ammirare le sue bestie, annuendo alle sue parole e lasciandolo riflettere, osservando poi la sua scelta, sorridendo (ma solo dentro di sé) delle sue motivazioni 'Secondo il mio intuito ha solo fame e lo trova strano...' ma il fatto che fosse ammirata dall'uomo non implicava che intendesse essere davvero sincera, sicché si limitò ad agitare la bacchetta, portando da in fondo alla stanza un cofanetto che poi offrì all'uomo, nel mentre diverse lucertole volanti si avvicinavano, ben sapendo cosa contenesse.
    "I draghi amano la carne cruda, cuocendosela da soli... attenzione a non tenerla troppo in mano: potrebbero mangiarsi anche la sua mano" e a quel punto lo guardò di lato, si volse e si allontanò di qualche metro, osservando cosa sarebbe successo.
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    Nello scoprire come l'altra lo reputasse saggio, Morrigan ricambiò il complimento - o la semplice verità dei fatti - con un sorriso felino. L'uomo sapeva vedere lontano ma non abbastanza e il piano di scoprire quali fossero le rune più adatte per far fronte a quegli esserini di carne e fuoco ottenne una risposta vaga "Dovevo essere più diretto. Con le donne decise il vedo non vedo funziona poco, aye" Il docente si tenne quel pensiero per sé perché la sua attenzione venne catturata da qualcosa di ben più dinamico dei sigilli magici.
    Quando i due arrivarono alla voliera, la magibiologa generò un'esplosione per intimorire uno dei draghi «Hanno paura dei rumori forti?» Il capo ruotò verso Gerd «O hanno semplicemente paura di te?» Il docente era saggio ma quelle creature, avendo il sangue dei draghi ancestrali, avrebbero potuto fiutare il pericolo persino più facilmente. Non tutti gli avventurieri inciampano nelle piante carnivore E fu così che allo Snaso venne un'idea per il dungeon.
    «Sono sicuro che sia così» La denrisiana aveva uno sguardo tanto deciso quanto furbo. Morrigan era bravo a capire le persone ma non abbasta; però su una cosa era certo: il lungimirante non ti frega oggi se può fregarti dieci volte domani. Insomma, Gerd sembrava essere una donna sveglia, qualcuno che non sapeva rinunciare all'occasione di mangiarsi frittate per un decennio solo per un vassoio di chicken mcnuggets oggi (?). «Immagino che valga lo stesso per il loro lignaggio, puoi raccontarmi qualcosa sui loro creatori o, almeno, su come vengono creati?» Quei diavoli erano qualcosa di affascinante e, nelle sue basse competenze di alchimia e magibiologia, Morrigan avrebbe voluto scoprire qualche altro dettaglio.
    «Grazie, Gerd» Come una spugna, il denrisiano assorbì i consigli della strega. Poi la mano scivolò sul fianco e le dita si chiusero attorno al catalizzatore. «Wingardium Leviosa» La bacchetta dondolò e un pezzo di carne delle dimensioni di un pugno emerse dal cofanetto della magibiologa.
    I draghi presero a scodinzolare. Le loro pupille acquistarono spessore. Le zanne cozzarono tra di loro. Un rumore costante e tetro che fece accapponare la pelle del mago "Preferirei farmi rincorrere dalle mie ex che trovarmi in questa stanza ricoperto di salsa barbecue".
    La semi-bistecca fluttuò verso destra e un trio di draghi spalancò le ali per spiccando il volo. Le bestie seguirono l'esca e arrivati ad un metro di distanza questa perse quota per sfuggire dai loro predatori "Non pensano, sono creature che seguono l'istinto... tutte..." Il capo ruotò verso l'alto "Tranne lui".
    Il drago che Morrigan aveva puntato aveva preso quota. Persino a quella distanza Morrigan riuscì a distinguere il suo battito d'ali costante e rumoroso. Gli occhi del rosso-oro avevano puntato l'esca e Morrigan avrebbe persino potuto giurare che le sue palpebre si fossero ristrette per metterla a fuoco "Perché non attacca?".
    Il braccio del magitecnico cominciò a scricchiolare dopo i primi minuti. Poi se ne rese conto. Il drago che aveva attirato la sua attenzione stava studiando lui, non più l'esca.
    "Ops" Morrigan deglutì. Il pezzo di carne raggiunse l'estremità della voliera. Lo stormo di draghi al suo seguito fece per spalancare la bocca. Il braccio schizzò in alto e così la carne. Poi, la voliera si illuminò. "Protego!" L'aria si condensò in un velo infrangibile. Il wingardium venne spezzato. I draghi si schiantarono verso la gabbia provocando un enorme frastuono. Tutti i draghi, tranne lui, ovviamente.
    Con le mani avvolte nel sudore, Morrigan riuscì ad aprire gli occhi ancora una volta cogliendo un forte odore di zolfo e sangue. Il drago nano, in uno sfoggio di intuito, empatia e un pizzico d'intelligenza, doveva aver capito chi era che stava muovendo la carne. «Già, hanno molto carattere» Il rettile, circondato dalle sue scaglie rosso-oro, era ai piedi di Morrigan. La carne venne divorata in due bocconi. Nei suoi occhi percepì ostilità e curiosità, la creatura aveva voglia di essere sfidata «Lui mi piace».

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    Avrebbe dovuto essre più diretto con Gerd?
    Beh la donna un invito a cena lo avrebbe certamente apprezzato, ma gli avrebbe detto dia più sulle rune? Assolutamente no, del resto lei era una donna pigra: tutto ciò che non le interessava lo rimuoveva. E lei si era sempre mortalmente annoiata con le rune!
    'Ci sono tanto bravi maghi pronti a farmi tutte le rune che sanno per un sorriso: perché devo impegnarmi?' si diceva infatti lei, lasciando intanto il docente libero di scoprire come lei custodisse dei draghetti nel suo negozio abbastanza impunemente, cosa che non mancò di affascinare il magitecnologo "I draghi temono solo il vero pericolo" rispose lei enigmaticamente al docente, pronta a saziare ogni sua curiosità.
    "Esistono diverse tecniche per ottenere questa particolare specie" spiegò lei, annuendo "La prima scuola ha scelto di incrociare specie via via più minute fino ad arrivare il drago nano. Io non le vendo: sono spesso draghi rachitici e dalle ossa delicate, estremamente eleganti ma fragili. Sono molto diffuse perché, non essendo ibridi si riproducono autonomamente" ammise lei "Una seconda varianza deriva dall'incrocio di uova di drago gallate da sauropodi più o meno magici. Questa varietà è molto più forte e resiliente della precedente, ma nessuno degli allevamenti da cui mi rifornisco le tratta, e non è ovviamente un caso" disse allargando un sorriso quasi felino "Io tratto solo draghi nani derivati da uova di drago gallate uccelli" spiegò "Nello specifico, quel drago è un incrocio tra un drago e un falco: la componente del falco lo rende più domestico, più empatico e capace di riconoscere un padrone. Per questo li prediligo alle varianti derivate da rettili: sono più domestici, e quindi anche più feroci verso il nemico"
    Saziata la curiosità dell'uomo, lasciò che egli studiasse ancora i draghi con la carne, trovandosi poi curiosamente studiato dal proprio bersaglio, cosa che divertì la donna, almeno finché il docente non si divertì a far sbattere i suoi animali contro la voliera.
    Il vantaggio era che lui si era convinto. Lo svantaggio era che lei forse no.
    "Sono felice che il suo esperimento sia giunto a termine, ma la pregherei di portare maggior rispetto alle mie creature, specialmente se spera che io possa vendergliene qualcuna" affermò lei, gelida, chiaramente indispettita da quanto accaduto, per quanto fosse un piccolo evento, certo, ma comunque significativo 'Non sono giocattoli'
    La cosa si sarebbe conclusa lì, ma l'esemplare additato dall'uomo si avvicinò al docente, iniziando a giragli intorno. Lei lo osservò "Sicuro?" chiese lei, sospirando poi alla fine "E' fortunato: lui ha scelto lei." e detto così si voltò, per riaccompagnarlo nel negozio, ove, scevra ormai di moine, si sarebbe limitata a parlare di prezzo "Sono 125 galeoni" chiarì infatti, chiaramente priva di quell'ammirazione che aveva ostentato fino a qualche minuto prima.
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    Morrigan sprofondò in quel buco nell'acqua che la domanda sulle rune aveva scavato; e fu una fortuna. Le informazioni che Gerd gli seppe dare sui draghi nani furono estremamente interessanti. "L'ibridazione tra draghi porta a risultati rachitici" Nella sua pragmaticità, questo fu il sunto che il mago riuscì a cogliere. La sua mente sprofondò nella possibilità di ibridare draghi sempre più grandi per creare un qualcosa che potesse trascinare un'isola. Quello si che sarebbe stato divertente.
    "Se invece ibrido con altre creature, allora otterrò risultati più robusti" Probabilmente quegli animali, previo il loro peso, avrebbero potuto avere problemi nel volare ma sarebbero differiti ben poco da dei carri armati babbani. Poi, arrivò il piatto forte: la ricetta per quella perfezione che gli stava volando attorno "Prendere un animale fedele e unirlo ad una creatura impossibile da ammaestrare, è questa la chiave?".
    Gerd, dato l'alto livello di empatia che la caratterizzava, avrebbe potuto percepire un genuino interesse da parte del docente. Le mani furono portate dietro la schiena, come a voler evitare ogni ostacolo. Poi le pupille si dilatarono per cogliere qualsiasi dettaglio. «Quindi potrei ibridare una manticora con un gatto per avere un risultato simile. Oppure, potrei provarci con un Nundu» Un oceano di scenari calò sopra al magitecnico. Il player aveva inserito nel suo albero la skill Intrecciavite e ora sapeva anche come sfruttarla (Tra qualche anno)!
    Agli occhi di una esperta come Gerd, quelle parole potevano sembrare sinonimo di stupidità, ma la verità era un altra: Morrigan era un sognatore.
    «Ah, giusto, mi scuso» La mano sinistra gli scivolò sulla nuca e le unghie misero a tacere un fastidioso prurito. Il denrisiano non amava ammettere i propri sbagli. Forse l'ultima volta che lo aveva fatto aveva ancora meno di quindici anni. Eppure, le informazioni della magibiologa, unite a quello sciame di draghi, lo avevano riportato a quell'età. «Per sdebitarmi incanterò qualcosa per te, prima o poi» E non ci sarebbe stato bisogno di alcun sorriso «Perché io sono Morrigan Maverick e lascio sempre ogni posto meglio di come l'ho trovato» Nel suo tono c'era un misto tra genuinità e sicurezza. Detto ciò, con il drago alle sue spalle, il mago avrebbe pagato per poi uscire dal negozio «Io e te ci divertiremo un casino...» Morrigan era sempre più lontano e le sue parole sempre più difficili da comprendere «...Hai mai giocato ad acchiapparella con degli studenti?».

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    Cosa si poteva dire davanti a dei draghi nani che volava selvatici (ma non troppo) nella voliera, e cosa si sarebbe mai potuto dire del magitecnologo che, osservandoli e ascoltando le parole della mai-troppo-gnocca Gerd, fantasticava su quanti ibridi al mondo avrebbe potuto costruire, inventare, manco fosse la celeberrima canzone di Mina su Tassoni?
    Avremmo potuto cantare degli snasi, rannicchiati in un angolo a gemere il nome di Lorenzo supplicando pietà nel mentre egli proponeva combinazioni sempre più estreme, sempre più XXX (e no, purtroppo non parlando di porno), oppure dei poveri admin e moderatori, costretti a livellare, codificare, rivedere e rimaneggiare regolamenti e skills, sapendo come ci fosse un countdown sulla loro vita, sulla loro sopravvivenca, un orologio che ticchettava in funzione dei pp di Morrigan che, inesorabilmente, come granelli di una clessidra, calavano e avvicinavano Morrigan ad Intrecciavite, primo ed inequivocabile segno dell'apocalisse.
    Oppure potevamo anche non farlo, e magari riportare Morrigan sulla Terra tutto bagnato dalle sue visioni (?).
    "Ibridare gli animali fantastici con versioni babbane è rischioso, ma molto proficuo, se si vuole ottenere una specie più domestica e gestibile... lo scotto da pagare, ovviamente, è nella loro forza, che cala" spiegò lei, sempre gentile, non avendo ancora visto l'uomo giocar troppo con le sue bestiole, cosa che ben presto mutò, e radicalmente, il suo atteggiamento, rendendola la feroce donna denrisiana che in fondo sapeva essere.
    Non nascose il proprio rancore, la propria delusione persino, ma quando egli si propose di incantar qualcosa per lei, allora mostrò un ghigno feroce ma soddisfatto "Qualcosa di grande, maestoso e degno dela mia e della tua fama" chiarì lei, puntando il suo sguardo predatorio su di lui, chiarendo come non si sarebbe mai scordata quella promessa e sarebbe piombata a reclamarla quando più l'avrebbe reputato opportuno 'Ma per ora puoi andare' si disse lei, osservando l'uomo lasciare quel posto meno bello (e più vuoto) di come lo aveva trovato, nel mentre socializzava con la sua creatura ed immaginava di mandarlo in giro a bruciar studenti. Dimentico del fatto di essere nella scuola di Blake Barnes, e che quello si dava fuoco già da solo e probabilmente un drago nano se lo mangiava crudo a colazione. Come spuntino (?).
    Ma Gerd quello non lo sapeva, e mai avrebbe ammesso come probabilmente Morrigan, nel creare il suo anticristo, sarebbe dovuto partire da un drago e da Blake.
    RevelioGDR
     
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