Red Hot Chily Pepper

Anthony Lovegod-Alyce Coffey

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    Anthony Lovegood

    Diagon Alley. Quel posto era ormai nel suo cuore. Come molti altri posti naturalmente. Ma in quel luogo ci aveva passato i migliori anni. E a dire il vero era da un po' che non ci faceva un salto. Ci stava pensando quella mattina, mentre si rilassava in doccia, appena sveglio. E così, aveva deciso che la sera sarebbe andato a Diagon Alley.
    Aveva sentito parlare, tra l'altro, di un nuovo locale che aveva aperto di recente, magari ci avrebbe dato un'occhiata.
    Aveva passato il resto della giornata a leggere o a fare la spesa o, ancora meglio, a non fare assolutamente nulla e a godersi le ferie. Fino a quando non decise di alzarsi da quel divano e sistemarsi per uscire. Decise di vestirsi normalmente, con una semplice maglietta bianca a maniche corte ed un paio di Jeans. Si sistemò i capelli, indossò le sue scarpe preferite e prese le chiavi di casa. Abitava a Londra, casa di suo padre, che era praticamente vicino al Paiolo magico, l'ingresso per Diagon Alley. Quindi non aveva nessun bisogno di smaterializzarsi. E poi aveva voglia di fare quattro passi. Quando, dopo dieci minuti, arrivò di fronte al paiolo, entrò, Sembrava non fosse cambiato nulla, da quando ci entrò per la primissima volta con suo padre. Ricordava che Lui era emozionato più di suo figlio. Gli ripeteva sempre che per lui Hogwarts e Diagon Alley erano la sua seconda e terza casa. Hogwarts era diventata la sua famiglia, Diagon Alley era il posto dove, con la sua famiglia, passava le migliori giornate. A volte si divertivano a comprare dolci a Mielandia, ma Francis Preferiva più i posti ed i negozi di Diagon Alley. Anthony ovviamente preferiva le stesse identiche cose. Lui adorava i negozi di quel posto ed era assolutamente affascinato dall'architettura stranissima della Gringott.
    Sorrise al pensiero di rivedere quel posto, mentre attraversava la porta dietro il bancone per dirigersi verso il muro che conduceva alla via. Appena si ci trovò davanti, prese la bacchetta e toccò le mattonelle, cercando di ricordare l'ordine. Con sua grande sorpresa ci riuscì al primo tentativo. A dire il vero non c'era nulla di cui sorprendersi, dato che aveva fatto quella sequenza milioni e milioni di volte. Quando il muro si aprì gli occhi di Anthony furono travolti da quell'immagine che ricordava perfettamente. La folla che si accalcava negli ingressi dei negozi, i bambini che guardavano le vetrine estasiati. Rivide olivander, ricordò il primo giorno che entrò lì dentro e comprò la sua bacchetta che ormai lo accompagna in ogni momento della sua vita, vide il ghirigoro, il serraglio stregato...e poi la gringott, con quella facciata che a momenti sembrava per crollare ma che ad Anthony dava una sensazione piacevole...era come se la vedesse ondeggiare, danzare come una danzatrice del ventre. Si mise quasi a ridere a quel pensiero. Forse era l'unico idiota a paragonare quella facciata ad una danzatrice del ventre. Leviamo anche il “Forse”.
    Ma ora voleva vedere quel nuovo posto aperto da poco. Aveva sentito che si chiamava “La vie en rouge” o una cosa del genere, ma nella via principale non aveva ancora visto niente di diverso.
    Poi vide la segnaletica che indicava la direzione di quel posto e si avviò.
    Quando arrivò, gli piacque molto come si presentava l'ingresso. Era molto elegante, già da fuori: Due colonne in stile classico ed una porta di legno che attirò subito il suo interessa. Anthony si avvicinò e osservò attentamente quella porta. Due figure danzano magicamente un ballo molto molto curioso. La voglia di entrare lì dentro, adesso, sembrava più grande. Voleva sapere cosa si nascondeva dietro quella porta incantata. Abbassò la maniglia ed aprì subito la porta. Entrò, richiudendo la porta, e subito un profumo di Glicine e gelsomino bianco invase le sue narici. Gli parve di essere tornato a casa di sua madre. Un piacere immenso.
    Non sapeva cosa fare, adesso. Però davanti a se vide un bancone di marmo e vi si avvicinò alla ricerca di qualche Barista che lo servisse.
    Non conosceva nulla di quel posto, non sapeva com'era e non aveva la minima idea dei cocktail che servivano. Ma va bene, Anthony era entrato lì per conoscere quel posto. Finora quel posto gli piaceva molto, doveva dire. Era quasi sicuro che ci sarebbe tornato un altro giorno.
    Mentre si girava da una parte all'altra alla ricerca di qualcuno che potesse servirlo, una folta chioma rossa gli passò davanti. Lui si voltò per seguirla con lo sguardo ma poi sparì subito dopo dietro ad una porta.

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    «Dovresti vestirti.» - la voce roca di un ragazzo borbottava quelle parole ad una certa tonalità, mentre sembrava che qualcuno, dall'altra parte, sbuffava annoiata «Dai, Luke, nemmeno mio fratello è così noioso.» - questo era una bugia. Il suo caro fratellone era davvero molto più iperprotettivo del barman che era uscito dal bancone per andare a ricordare ad Alyce quanto il suo abbigliamento succinto potesse attirare l'attenzione di qualche malintenzionato «Se ti toccano il culo, poi siamo costretti a ripulire il casino che combini. E non possiamo fare la stessa storia ogni sera.» - rimbeccò il ragazzo, mentre aveva iniziato a pulire qualche bicchiere.
    Alyce sbuffò ancora «Ricordati che sono io la proprietaria qui, Luke e mi vesto come diamine voglio.» - disse, poi passando davanti al bancone per svanire poi dietro una porta senza accorgersi che era entrato un cliente.
    Aveva bisogno di fumare una sigaretta, e il posto migliore per farlo, al momento era la stanza delle torture dove nessuno sarebbe arrivato, per il momento, almeno.
    La sigaretta durò davvero troppo poco e questo fece in modo di far innervosire ancora di più la povera rossa, che si ritrovò a dover tornare di sopra con uno sbuffò ancora più plateale.
    Ma qual era, poi, il problema del suo abbigliamento? Alla fine aveva solo indossato qualcosa di davvero sfizioso e in quel locale giravano ragazze che si spogliavano per i clienti, quindi quale sarebbe stato il problema del suo short di pelle, attillato, che tirava su i glutei, con delle fasce nere borchiate e un cordone che stringeva in vita? E qual era il problema di quel top che sembrava più un reggiseno, che si incrociava in petto, richiamando lo stesso stile del suo pantaloncino molto corto? O forse era il collare con gli spuntoni che rendeva Luke nervoso [x]?
    Questo non lo avremmo mai saputo, perché quando Alyce ritornò dietro il bancone, notò la presenza del cliente a cui prima aveva sfilato davanti. Lo smeraldo dei suoi occhi incastonati nel candido della sua pelle ed incorniciato dalla folta chioma rossa, ribelle, si posò sul volto del ragazzo, un po' superficialmente, per poi afferrare un bicchiere e piazzarlo davanti a lui «Immagino tu sia qui per bere, no?» - sollevò un sopracciglio, mentre il volto di porcellana mostrava un leggero ghigno, quindi prese una bottiglia di vodka e ne versò un po' nel bicchiere di Anthony. Poi si voltò di spalle al bancone e con un balzo e la spinta delle sue stesse mani (lasciando la bottiglia) si sedette poco distante, sul ripiano dove il bicchiere era stato riempito. Guardò dall'alto Anthony, accavallando la gamba proprio davanti a lui, non curante che quella posizione potesse mettere a disagio qualcuno.
    «E' davvero scortese mostrare il culo alla gente.
    Io non sto mostrando niente, sto solo seduta comodamente sul mio bancone.
    Sei indecente.
    Taci, zitellona.»
    - l'io di Alyce era sempre in combutta, con la mancanza di Brian nei paraggi, poi, era davvero difficile metterlo a tacere. Ed oggi, era uno di quei giorni che solo l'alcol avrebbe potuto zittire quella mente logorroica. Alyce riafferrò la bottiglia, quindi e ne bevve un sorso molto lungo, per poi tornare con l'attenzione sul cliente «Allora? Non ti ho mai visto qui... come mai hai scelto il Rouge?» - una domanda semplice, ma con un interesse davvero particolare: Alyce voleva sapere perché la gente scegliesse quel posto anche se non lo conoscesse, forse per sollevare il suo ego.
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    Anthony Lovegood

    Ancora un po' intontito da quella ragazza che aveva appena superato la porta, Anthony si voltò di nuovo verso il bar alla ricerca di qualcuno che poteva servirlo. Ma il pensiero, ormai, era fisso su quella rossa. Ne aveva conosciute belle ragazze ma come lei non era sicuro di averle mai incontrate. Forse lo avevano attirato quei capelli rossi o forse il modo in cui era vestita ma, qualunque sia il motivo, adesso non riusciva a levarsela dalla mente. Non se ne era innamorato, no no, assolutamente no. Era solamente attratto da lei. Poche volte, in 24 anni, Anthony si era innamorato, senza badare alle sue storielle estive. Solamente con due ragazze aveva avuto delle lunghe storie. La prima fu Melanie, una dolce ragazzina irlandese, coi capelli rossi e le lentiggini, durante il terzo anno ad Hogwarts. La storia con lei durò solo 1 anno perché alla fine lei si innamorò di un altro. E la seconda fu Daphne, una ragazza di origini Greche coi capelli rossi anche lei. Si misero assieme dal quarto anno e con lei durò per 4 anni e si dovettero lasciare solamente perché lei doveva partire in Australia per lavoro. Però ancora ogni tanto si scrivono. Rispetto alla prima cotta, Daphne fu una storia più 'Seria' ed erano praticamente d'accordo su tutto, stavano bene, insieme.
    In tutti questi pensieri nostalgici e un po' malinconici e anche qualcuno un po' troppo...spinto, si era dimenticato cos'era venuto a fare lì. Tutta colpa delle rosse.
    Ed a proposito di rosse, qualcuno rivolse finalmente la parola al biondo.
    "Immagino tu sia qui per bere, no?"
    Anthony voltò lo sguardo verso alla persona che aveva parlato. Eccola. La ragazza coi capelli rossi che aveva varcato quella porta, sparendo dalla sua vista, solamente qualche minuto fa. Ed ora poteva vederla meglio in viso. Gli Occhi verdi smeraldo, la pelle candida e quei capelli rossi gli fecero perdere un battito. Tutto in una volta. Una bellezza rara, doveva dire. Pensò quasi che si trattasse di una mezza veela.
    Con lo sguardo, e senza ancora rispondere alla sua domanda (anche se non ce ne era bisogno), seguì i movimenti della ragazza. Aveva riempito un bicchiere con della vodka e gliel'aveva avvicinato. Poi si alzò e si sedette sul bancone, praticamente accanto al bicchiere che aveva riempito poco prima. Per evitare che il suo sguardo cadesse sulle sue gambe, Anthony alzò velocemente lo sguardo per guardarla in viso.
    “Beh...direi...di si?”
    Finalmente riuscì a dire qualche parola. Quattro per la precisione e molto probabilmente molto inutili per aprire una conversazione.
    Ma fu lei, subito dopo a riprendere a parlare.
    "Allora? Non ti ho mai visto qui... come mai hai scelto il Rouge?" Disse.
    Il biondo, forse con eccessivo entusiasmo, bevve la vodka tutto d'un sorso, e trattenne con tutte le sue forze un colpo di tosse cercando di ingoiare quella bevanda per evitare di sputare addosso alla ragazza. Voleva evitare figuracce, quella sera. Lui beveva, non tanto al punto di ubriacarsi, ma qualche bicchiere lo beveva. Ma, ecco, non aveva mai bevuto un alcolico così velocemente.
    “Ecco...” Si portò la mano a coprire la bocca per tossire “Volevo...conoscere questo posto” Iniziò a parlare con la voce un po' rauca “Ho saputo che questo locale ha aperto da poco. Non è così?” tossì “sei...Lavori qui?” infine tossì di nuovo, sempre con la mano sulla bocca. Facendo forse una domanda estremamente idiota.
    Tutta colpa delle rosse.

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    Alyce, quella sera, non aveva propriamente voglia di lavorare, a dirla tutta. Però era lì e qualcosa doveva fare: da quando aveva preso il Rouge in gestione, il suo divertimento si era dimezzato e spesso era nervosa, tanto da dover sfogare con l'alcol (che novità, poi!)
    Forse era per questo che quando aveva visto Anthony, aveva deciso di prendere lei iniziativa e avvicinarsi, forse con un fare molto poco professionale, ma pur sempre mostrando la sua merce (la vodka, ovviamente, mal pensanti!)
    Notò il suo sguardo insistente e il sorriso si trasformò in un ghigno divertito, quindi poi lo vide bere di colpo il bicchierino, fidandosi di cosa ci fosse dentro (prendi appunti, Aly!) e quasi soffocare per il gusto alcolico della vodka «Viene direttamente dalla Russia.» - commentò, indicando con il mento il bicchierino svuotato.
    Lei anche bevve, attaccandosi alla bottiglia e prendendo un grosso sorso, come fosse acqua «Vuoi qualcosa di più leggero?» - domandò con un tono un po' punzecchiante, dopo che senza fare un minimo di sforzo, gettò dentro il liquido trasparente, che le scese nello stomaco.
    Ascoltava le parole del nuovo cliente, giochicchiando con i nastrini del suo reggiseno/top «Hm?» - si voltò a quella domanda e poi si guardò attorno, quindi il capo vermiglio si prodigò ad assentire, mentre le labbra carnose si mossero ancora lentamente per rispondere alle sue curiosità «Da poco, confermo. E ... in un certo senso ci lavoro, qui dentro, certo. Tu sei?» - era chiaro che non voleva sbilanciarsi con le informazioni, fin quando non avrebbe saputo chi era colui che aveva davanti «Sembri troppo grande per Hideonstone e troppo piccolo per essere un dipendente della Gringott in carriera. Allora? Chi è il mio nuovo amichetto?» - un sibilo, sull'ultima domanda, come se fosse un attimo più perversa delle altre che aveva appena proferito.
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    Meglio vivere una vita di rimorsi che di rimpianti! Aaron era un Barnes e come tale amava avere sotto controllo tutto. Ovviamente non riusciva a stare dietro a tremila cose e di conseguenza aveva persone fidate al suo fianco che svolgevano dei lavoretti per lui, ma in genere amava seguire da vicino quello che succedeva alle persone con cui lavorava e che amava. Con Alyce era successo qualcosa di strano. Non erano paziente e dottore in maniera normale e non erano neanche amici, erano... beh, Aaron ed Alyce. Non sapeva come definire quel loro rapporto non sapeva come interaggire con lei in maniera formale. Gli veniva spontaneo essere suo amico ed aiutarla. Le aveva promesso che ci sarebbe sempre stato e così avrebbe fatto. infodno i barnes erano tante cose, ma sicuramente non erano delle persone che non mantenevano le promesse. La loro parola era sacra per questo non la davano quasi mai a nessuno. Ma Aaron era una persona umana e con Alyce aveva toppato alla grande. Nonostante anche Markab gli aveva chiesto di andare quella sera dell'innaugurazione lui era rimasto a casa a studiare per un caso che aveva preso particolarmente a cuore. Ovviamente anche Alyce era un caso che aveva preso particolarmente a cuore, ma in quel momento, in quel momento preciso si era reso conto che le sue priorità erano non stare tra le persone e la cosa non poteva cambiare. Ma in quel momento si rendeva anche conto che magari, la sua presenza, sarebbe stata veramente d'aiuto per la rossa e di conseguenza si sentiva in colpa.
    Si vestì in maniera meno ufficiale, cercò di stare allo stesso livello di quel posto quindi evitando cose tipo il suo rolex, braccialetti in oro, camicie che costavano più dell'arredamento di tutto quel posto - non che ci volesse molto che Aaron indossasse qualcosa che costasse più del luogo dove andava, ma per Alyce avrebbe fatto un eccezione - quindi un pantalone di jeans con un lavggio chiaro, fregato dall'armadio di Blake, una maglietta blu notte, semplice anche se con un modello polo, polsi liberi.
    Quando entrò nel locale le luci erano soffuse e l'atmosfera era bollente. Insomma Alyce ci sapeva veramente fare e sul volto di Aaron si dipinse un sogghignetto. Chiese in giro dove fosse la gestrice di quel posto e venne indirizzato immediatamente, mentre qualcuno faceva dei commenti poco opportuni su tutto il contesto di quel posto. Aaron era un damerino, proprio non ci sarebbe riuscito a confondersi tra le persone. I capelli tirati all'indieto perfettamente e i suoi occhi ghiaccio che spiccavano si posarono sulle nudità della ragazza intenta a parlare con qualcuno. Speyside Single Malt Scotch Whisky - The Balvenie, invecchiato 40 anni! Quella bottiglia costava 4.811,30 euro per la precisione e l'aveva fatta arrivare dall'Europa appositamente per lei. La posò sul bancone e le sorrise. Poi si rivolse anche adl ragazzo. Aaron Barnes! Allungò la mano per presentarsi. Infondo Alyce lo aveva sicuramente conosciuto in maniera singolare ed Aaron, da quel giorno, era cambiato parecchio, anche solo per il fatto che si faceva fottere da un ragazzo come Markab e che si voleva fottere una ragazza come Evelyn. Una volta presentatosi al ragazzo la sua attenzione si spostò di nuovo sulla rossa. Locale impeccabile! Aggiunse gentile incanenando il suo sguardo di ghiaccio negli occhi della ragazza.
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    Anthony Lovegood

    'Viene direttamente dalla russia'
    Sentì la voce della rossa parlare 'Vuoi qualcosa di più leggero?' Lì Anthony scosse la testa. “No...no no. E' stato solo perché ho respirato mentre bevevo e mi era andata di traverso la vodka. E'...è buona comunque.” Cazzate, era solo perché non era abituato a bere superalcolici.
    Mentre lui parlava il suo sguardo non riusciva a posarsi sugli occhi di lei che, per quanto siano belli, era piuttosto interessato alla mano di lei che giochicchiava con la bretellina del reggiseno.
    'Da poco, confermo. E ... in un certo senso ci lavoro, qui dentro, certo. Tu sei? '
    Finalmente lei rispose alla sua domanda e gli occhi di Anthony riuscirono a posarsi di nuovo su quelli della rossa.
    'Sembri troppo grande per Hideonstone e troppo piccolo per essere un dipendente della Gringott in carriera. Allora? Chi è il mio nuovo amichetto?'
    Anthony la guardò e a quel punto sorrise. Probabilmente il coraggio era tornato...sperava solo che le figuracce fossero finite, da quel momento in poi.
    “Il tuo nuovo amichetto, si chiama Anthony, è un auror ed è un ragazzo di 24 anni.
    Tu invece, chi sei? So solo che sei una che lavora in questo posto..ma non conosco il tuo nome. O magari ti avrò già vista da qualche parte...solo che ne dubito...una ragazza così bella non me la dimenticherei facilmente.”

    Disse infine accennando un sorriso. Anthony non era così timido, in realtà. Aveva solo fatto una figura di merda colossale ed era in imbarazzo. Tossì un altro po', e tornò a guardare la ragazza (o meglio, cercava di guardarla negli occhi, cercando di non far scendere i suoi più giù).
    Poco dopo però, fu distratto da un'altra voce, questa volta maschile.
    'Speyside Single Malt Scotch Whisky - The Balvenie, invecchiato 40 anni!'
    Si voltò e vide il ragazzo che parlò posare una bottiglia sul bancone presentarsi subito dopo.
    'Aaron Barnes!' disse.
    “Anth...Anthony Lovegood, piacere...” Mormorò.
    Rimase un po' deluso dal fatto che qualcuno lo stesse disturbando mentre parlava con quella donna. Ma non poteva mica evitarlo. D'altronde lei lavorava lì. Ma...ora che ci pensava, quell'uomo le aveva appena regalato una bottiglia di Scotch, invecchiato 40 anni, per giunta! Probabilmente, solo quella bottiglia costava più del suo stipendio.
    Quell'Aaron Barnes, poi, continuò a parlare con lei. Le disse 'Locale Impeccabile!' ma quindi...
    “Ma quindi tu sei la proprietaria di questo posto!” parlò, guardando la ragazza e ignorando un attimo il nuovo arrivato.
    Chi era, adesso quel ragazzo che si era intrufolato nella conversazione con la rossa e che sicuramente lei conosceva molto bene e che le aveva appena regalato una bottiglia apparentemente costosa di Whisky?
    Sperava di capirlo, più avanti.
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    «Ma voi auror avete qualcosa di represso, per caso? Non sei il primo che giunge da me.» - disse leggermente annoiata dalla cosa. Anche questo sarebbe finito sulla lista di Brian, e avrebbe dovuto trovare informazioni su di lui al più presto. «Io... io sono... io sono tutto quello che vuoi che io sia per te. Ogni tuo desiderio, ogni tuo segreto recondito. Tutto. Puoi chiamarmi come desideri.» - ghignò perversa, mentre le parole furono dette in un sospiro caldo, leggermente suadente. Tuttavia, la serata era appena iniziata e Alyce non ci mise tanto a scoprire che quella era una giornata piena di sorprese, a riempire di gioia la piccola rossa pazza.
    Il Rouge aveva aperto da poco, ma le voci si erano sparse non poco. Qualcuno, in quel momento, varcò la soglia, mostrando il suo faccino quasi dimenticato dalla rossa, come se avesse voluto cancellare anche lui dalla sua memoria, così come la collega precedentemente incontrata. Eppure, Aaron era stato diverso, in fin dei conti, si era fatto sentire anche quando lei lo aveva ignorato e doveva ancora raccontargli del grande passo avanti che aveva fatto quando aveva finalmente ottenuto quel bacio da Brian.
    Quando sentì la sua voce, la ragazza balzò in piedi sul bancone, mostrando le sue gambe lunghe e snelle anche all'altro ragazzo e lo smeraldo dei suoi occhi si rallegrò, mentre si tuffava a peso morto tra le braccia di Aaron, avvinghiandosi a lui con gambe e mani.
    Se non fosse caduta a terra, ovviamente.
    Questo avrebbe fatto sì che il suo bel culetto sodo, sarebbe stato sporgente e tra le mani di Barnes, senza ritegno.
    Come se questo non bastasse, la rossa avrebbe stampato sulla guancia del suo psicologo, un bacio che avrebbe lasciato il segno del suo rossetto «Ma allora sei vivo! Non sei venuto all'apertura, non te lo perdono, nemmeno con quella bottiglia di quarant'anni. Devi fare di meglio, mio caro teppistello!» - lo appellò, ricordando ad entrambi come si fossero conosciuti, in quella notte folle di sesso nel magazzino del porto, dopo aver derubato un povero pescatore che si stava procurando la sua cena. Non voleva scendere dalle braccia del magipsicologo, che strinse ancora di più volgendo la guancia su quella del ragazzo «Povero piccolo Barnes! Non sai che ti sei perso alla mia inaugurazione. Ma... potrai recuperare, rimanendo mio ospite per l'intera nottata.» - storse il naso, con quel sorriso pervertito, mentre si allontanava con il collo appena appena per puntare gli occhi smeraldo su di lui, con quello sguardo che voleva dire ciò che Aaron ben sapeva.
    Si mosse appena appena su di lui, come se fosse appena salita sul suo cavallo, quindi indicò Anthony «Potremmo invitare anche lui, che ne pensi?!» - disse con un sorriso smagliante e psicopatico, mentre la sua mente già immaginava scenari pazzeschi che solo lei avrebbe potuto creare. Annuì, scrollando le spalle, ancora in modalità koala su Aaron «A quanto pare sì. Sono io la proprietaria.» - sorrise appena alle sue stesse parole «Ruby. Visto che prima non ti ho detto il mio nome.» - si morse il labbro e diede una stretta ancora più forte ad Aaron, al quale era ancora avvinghiata, sperando che lui le reggesse il gioco «Allora? Che ne dite? Ci divertiamo un pochetto?» - ormai era partita, bisognava solo fermarla.
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    Meglio vivere una vita di rimorsi che di rimpianti! Mentre il Barnes più piccolo manteneva la sua linea di stronzaggine con tutti e nella sua assurda incoerenza diventata la persona più coerente del mondo, Aaron non era così. Aaron era una di quelle persone che avevano veramente una doppia vita, cominciava a pensare che non fosse il fratello ad avere qualche disturo della personalità ma fosse semplicemente lui a non riuscire a controllarsi in determinate situazioni. Si sentiva, delle volte, come dottor Jekil e mr Hyde o come Hulk e il dottor Banner. Al suo interno aveva due personalità completamente diverse che si uccidevano per farsi strada in qualsiasi situazione. Era un medimago attento, ed amorevole, ma all'occorrenza diventava un cazzo di trafficante di sangue, in maniera del tutto illegale e completamente immorale. Aveva fatto affari che si, potevano veramente spedirlo ad azkaban e farlo rimanere per sempre li, ma continuava a curare le persone ed essere la gentilezza in carne ed ossa. Delle volte non sapeva davvero chi era! Si morse il labbro e non fece neanche in tempo a rispondere a quel ragazzo affianco ad Alyce che se la ritrovò addosso. Non fece altro che prenderla al volo e stringerla a lui. Era sempre imbarazzante quella situazione specialmente perchè, veramente non sapeva dove mettere le mani, quindi alla fine le incrociò sotto sul suo sedere, in maniera tale che glielo toccasse ma neanche eccessivamente. é sempre così, non spaventarti! Disse poi al ragazzino sorridendogli in maniera cordiale e del tutto amichevole. Ovviamente stava scherzando! Non c'era niente di cui spaventarsi, almeno fino a quel momento. La ragazza, comunque non aveva intenzione di staccarsi da lui, quindi alla fine la sistemò un pò meglio. Si, lo so, sono stato pessimo e ti giuro che ci sono state delle buonissime ragioni, ma comunque mi farò perdonare! Aggiunse poi lasciandole un dolce bacio sulla guancia che, comunque, gli procurò un imbarazzo non indifferente. Un0intera nottata? io domani devo andare a lavoro! Le disse prima di vedere il suo sguardo, quello sguardo e sospirare. Che nottata sia! Ma tu devi promettermi che non salterai mai più uno dei nostri incontri! Aggiunse prima di avvicinarsi ad uno sgabello. Era piccolina, ma dopo un pò cominciava a pesare anche lei. Ridacchiò quando chiese se potevano portare anche lui. Devi chiedere a lui se è d'accordo e se una nottata con te non intacchi la sua divisa! Questo lo sussurrò all'orecchio di Alyce in maniera tale da farlo sentire solamente a lei. Infondo gli sembrava veramente scorretto sottolineare che era un auror e che quindi certe cose anche no, ma infondo lui chi era per giudicare altri? Infondo lui era un Barnes, aveva praticamente la metà delle cose che non andavano realmente.
    Ruby. Allora fai gli onori di casa e facci divertire... e non ti spogliare! Era comunque molto protettivo con Alyce e forse il problema era esattamente quello. Non erano amanti, non c'era un semplice rapporto di paziente e dottore ma non erano neanche del tutto amici, il loro rapporto era cominciato in maniera ambigua e, purtroppo, sarebbe continuato in quella maniera per sempre!
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    Anthony Lovegood

    'Ma voi auror avete qualcosa di represso, per caso? Non sei il primo che giunge da me.'
    Alyce si rivolse a lui in modo annoiato. Anthony corrucciò la fronte confuso. “In...in che senso...qualcosa di...represso? Sono venuto qui perché non conoscevo il posto...non avevo la minima idea del fatto che ci fossi stata tu...”.
    Non gli aveva ancora detto il suo nome. Alla domanda di Anthony lei aveva risposto vagamente.
    'Io... io sono... io sono tutto quello che vuoi che io sia per te. Ogni tuo desiderio, ogni tuo segreto recondito. Tutto. Puoi chiamarmi come desideri.'
    “Ok...” accennò un sorriso e poi li guardò in silenzio. Sembravano molto affiatati, uniti...magari era il suo fidanzato?
    'Povero piccolo Barnes! Non sai che ti sei perso alla mia inaugurazione. Ma... potrai recuperare, rimanendo mio ospite per l'intera nottata.'
    A quel punto distolse lo sguardo, giochicchiando col bicchierino vuoto. Ma poi tornò a guardare la ragazza quando sentì ciò che disse 'Potremmo invitare anche lui, che ne pensi?!'
    No, non lo aveva detto davvero...se l'era solamente immaginato. Ma invece no, non era solo un'immaginazione perchè venne ripetuto altre due volte. La prima dal ragazzo, Aaron che disse 'Devi chiedere a lui se è d'accordo e se una nottata con te non intacchi la sua divisa!'
    Lui socchiuse le labbra sorpreso. Ma allora non era una sua allucinazione. Aveva davvero proposto una...cosa a tre?! 'Allora? Che ne dite? Ci divertiamo un pochetto?' disse poi la ragazza che disse alla fine di chiamarsi Ruby. E questa era la seconda conferma del fatto che non se l'era sognato.
    “Io...” Cominciò confuso, rimanendo in silenzio un po' imbarazzato. Si, ovviamente era già stato con una donna, più volte. Ma...beh...nessuno gli aveva mai proposto una cosa del genere.
    Chi non avrebbe voluto una nottata con una ragazza così bella come Alyce?! Non ci avrebbe pensato due volte, se avesse ricevuto la proposta solamente con lei. Ma adesso, assieme a quell'altro ragazzo, in tre...a meno che non si trattava a ciò che pensava...
    Quindi, prima di dare una risposta decise di voler essere sicuro di aver capito. “In...in che senso?”

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    Prima dell'arrivo di Aaron, Alyce si stava chiedendo che problema avessero tutti quegli auror ad arrivare in quella dimora di piacere e perdizione che aveva messo su.
    Sicuramente non era un ottimo biglietto da visita per la sua organizzazione, tuttavia doveva ammettere che fingere di avere una buona clientela non era nemmeno troppo sbagliato, poteva fungere da ottima copertura.
    Scrollò le spalle e alzò un sopracciglio al dire di Anthony «Che ci fossi stata io? In che senso, scusa?» - domandò quasi incuriosita della sua affermazione.
    Era una di quelle giornate dove Alyce aveva proprio necessità di occupare la sua mente, eppure sembra che non trovasse una vera e propria occupazione fino a quando quella malsana idea di fare una nottata intera con quei due lì, non le balenò in testa. «Oh, non è vero. Sono anche peggio a volte, ma non mi pare ti sia mai dispiaciuto, no?» - disse al medimago, quasi stuzzicandolo con quello sguardo che voleva lasciar intendere ben altro.
    L'invito che aveva fatto ad entrambi, aspettava risposte che da parte di Aaron avevano avuto subito un riscontro positivo «Beh anche io, devo lavorare domani, ma che vuoi che sia una notte con me!» - rise appena, mordendosi il labbro. Poi lo smeraldo si poggiò su Anthony e lo guardò balbettare confuso. Inclinò il capo «Forse il tuo capo non vuole che tu frequenti un medimago di alto lignaggio e una donna di ottimo aspetto?» - domandò con fare provocatorio. Poi stupita, allargò la bocca a quella domanda che l'auror le fece. «In che... senso? Beh, nel senso che ora beviamo un po', poi vediamo che succede, no?» - rise appena, quasi divertita dell'ingenuità del ragazzo che aveva davanti.
    Con gli occhi tornò ad Aaron «Ok, non salterò nessun appuntamento, ma non posso garantirti di non spogliarmi. Sai che dopo un po', inizio a sentir caldo e odio mettermi dei freni.» - gli fece un occhiolino complice, mentre riempiva tre bicchierini con della vodka secca «Giochiamo a ... non ho mai.» - propose, senza che fosse una vera e propria domanda. «Beve chi non ha mai fatto quello che l'altro dice, che ve ne pare? Chi di voi inizia?» - il suo sguardo era eccitato di sapere cosa realmente gli altri non avessero fatto.
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    Aaron Barnes
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    Non avrebbe dovuto farlo. Non di certo. Avrebbe dovuto dire ad Alyce di smetterla e di comportarsi da persona matura e non provocare un auror. Infondo lei non era una persona stabile, e quello lo si capiva dalle proposte che faceva, ed ancora non doveva esporsi in quel modo ad alcool in quanto, aveva delle medicine da prendersi, che, ovviamente, Aaron aveva deciso di togliere. Infondo alcool e medicine facevano solo che peggiorare la sua situazione mentale. Comunque, in quel momento, dopo una giornata completamente confusa ed assurda, Aaron Barnes decise di assecondare le voglie di Alyce e stare un pò al suo gioco, ma no, non sarebbe andato a letto con lei di nuovo ne con quel ragazzino. Le cose erano cambiate perchè Aaron aveva un codice morale ed il suo culetto di burro apparteneva a quello stronzo di Castelwine. Non lo avrebbe mai detto ad alta voce ma era così che si sentiva. Bevve tutto d'un sorso quello che aveva nel bichcierino davanti a se e tornò a posare il bicchierino guardando Anthony. Stai tranquillo, le piace giocare e disorientare le persone, non fare il suo gioco! Era in difficoltà ed Aaron non era uno a cui piaceva mettere in difficoltà le persone, anzi, era più una di quelle persone che cercavano di salvare chi lo era, inoltre sembrava giovanissimo quel ragazzo ed ancora lui conosceva un sacco di auror nonchè il capo auror quindi... Fece un respiro profondo ridacchiando ancora alle parole ed alle movenze della rossa e poi fece per chidere un altro bicchierino di sambuca. No, tu non ti spoglierai perchè nel mio studio io sono il tuo medico e non un tuo amico, ma su questo punto ci torneremo in altra sede! Aggiunse prima di bersi il secondo bicchierino di samuca e poi tornare di nuovo a guardare Anthony. Nel senso che beviamo insieme. Non faremo cose a tre in quel senso specifico! Lo rassicurò prima di sentire la proposta di Alyce. Ok. Quello era un gioco divertente e non troppo assurdo quindi potevano tranquillamente giocare, anche se per lui sarebbe stato mooolto compromettente visto e considerato che Aaron aveva sempre avuto una sorta di doppia vita. Una vita che non lo rappresentava, o comunque rappresentava il suo lato più oscuro ed una vita che, invece, non faceva altro che assecondare la sua natura. Era una cosa strana, ma a lui piaceva così e comunque non aveva poi tantissima scelta. Inizio io. Non ho mai utilizzato un nome diverso dal mio. Lui si era sempre presentato come Aaron Barnes, il che era così facile da fare in quanto la sua faccia era stata spammata talmente tanto sui giornali e da per tutto che era impossibile mentire sulla sua identità.
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    Doveva ammetterlo. Quella ragazza stava facendo andare in tilt il cervello di Anthony. Quegli occhi, quei capelli rossi e quel...quel corpo gli stavano facendo fondere il cervello. Poi come lo muoveva, come provocava soltanto parlandogli...non gli faceva bene. Assolutamente no.
    Aveva sempre frequentato ragazze romantiche e per nulla provocanti, e lui si ci era sempre trovato bene. In fondo era un ragazzo romantico anche lui.
    'Che ci fossi stata io? In che senso, scusa?'
    La ragazza guardò Anthony curiosa di sapere che cosa voleva dire ciò che lui aveva affermato. Anthony la guardò sistemandosi un ciuffo dei capelli ribelle.
    “Beh...così...bella. Non avevo mai incontrato ragazze così interessanti come te. Certo, quelle con cui sono stato erano belle, davvero...ma caratterialmente diverse da te. Molto diverse...”
    Lei continuò a parlare ed Anthony la osservava. Era piuttosto vivace. Quasi la trovava divertente.
    'Forse il tuo capo non vuole che tu frequenti un medimago di alto lignaggio e una donna di ottimo aspetto?' - Chiese la ragazza prima. E poi rispose alla domanda che lui le aveva fatto.
    'In che... senso? Beh, nel senso che ora beviamo un po', poi vediamo che succede, no?'
    “ Non sarà certo il mio "capo" a dire cosa devo o non devo fare nella mia vita privata. Dipende da me...”
    Poi guardò la ragazza accigliato "Cosa vuoi che succeda?"
    Fu poi Aaron a rispondere come sperava lui'Nel senso che beviamo insieme. Non faremo cose a tre in quel senso specifico! ' e questa risposta lo fece tranquillizzare un po'. Non aveva intenzione di fare una cosa a tre con un ragazzo ed una ragazza appena conosciuti. Ma avrebbe rifiutato anche se si trattavano di due persone che conosceva. Non era il tipo, Anthony.
    Sempre Ruby aveva proposto un gioco che conosceva ma che non aveva mai provato. Era lì, stavano chiacchierando...cosa c'era di male in un gioco?
    “Ok, va bene!” Disse, prendendo poi il bicchiere che aveva riempito la ragazza.
    'Inizio io. Non ho mai utilizzato un nome diverso dal mio. '
    Per fortuna, questa volta non avrebbe bevuto. Ovviamente si presentava sempre con il suo vero nome e non aveva ancora avuto la necessità di trovarne uno falso, per missioni al ministero. E sinceramente non sapeva se ne avrebbe avute, prima o poi. Quindi lasciò il bicchiere pieno “Nemmeno io. Mi sono sempre presentato come Anthony. Anche se in Italia mi chiamano con la versione italiana del nome. Ma è pur sempre il mio nome!” Quindi si voltò verso la rossa “Tu invece, Ruby?”
    Anthony Lovegood

    "
    .Non si può essere infelici quando si ha questo: l’odore del mare, la sabbia sotto le dita, l’aria, il vento.
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    Auror, 24 anni

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    Aaron Barnes
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    Era un auror ed era li dentro. Allora era proprio vero che anche loro avevano dei piccoli vizietti. Sorrise al ragazzo, quel giochetto con Alyce era divertente, ma sapeva anche come fosse la ragazza e quanto era impeganta in quel periodo. Era contento del fatto che si fosse presa una responsabilità del genere, in fondo con quella patologia non era propriamente qualcosa di scontato. Sorrise ancora e si fece versare un altro bicchiere. Ah quindi sei Italiano! Mi piace! é un luogo magico e spettacolare anche se non capisco propriamente la vostra politica! Di dove sei precisamente? Aaron era sempre stato molto fortunato, con il fatto di avere due lavori riusciva sempre a viaggiare molto e sopratutto ad avere una buona cultura. La cosa essensiale, comunque era quella che parlava veramente molte lingue e comunque il fatto di essere madre lingua inglese lo aveva salvato in tantissime occasioni. In genere gli italiani hanno una pronuncia pessima in inglese invece tu sembri essere davvero uno di noi! Aggiunse poi in tono cordiale e gentile. Aaron non era una persona che offendeva e non aveva nessuna intenzione di cominciare in quel momento. Inoltre Anthony era un auror e di conseguenza non aveva intenzione di mettersi contro nessuno al ministero! Lui aveva degli affari non sempre puliti quindi era benissimo farsi i fatti suoi e portare rispetto. Sorrise ancora per le parole del ragazzo rivolte ad Alyce e sogghignò prima di guardare la rossa e scuotere il capo. Tornò al biondissimo. Beh si, hai assolutamente ragione, i capi dovrebbero fare i capi e spesso e volentieri, invece, si intromettono nella vita privata delle persone! Solo che in genere chi fa questo mestiere evita di andare in un locale dove il 90% delle cose che si fanno sono di dubbia moralità! Ma anche io sono un medimago quindi... ecco beh, beviamo e divertiamoci! Disse poi alzando un'altra volta il bicchierino con dentro il liquido trasparente della sambuca e scolandoselo di nuovo. Sorrise al ragazzo. Comunque ti do un consiglio... non dire mai alle ragazze belle che sono belle, perchè si montano la testa con un attimo! questo, comunque glielo sussurrò appena avvicinandosi al ragazzo e ridacchiando un pò sotto i baffi.Dovevano pur passare la serata e lui aveva tutto il sacrosanto bisogno di farlo e di svagare la testa. Auror o no, in quel momento erano solamente due ragazzi che si volevano divertire, o almeno quello era lo scopo di Aaron!
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Il medimago si rivolse a lui, appena rivelò di avere origini italiane. Anthony lo guardò ed annuì rispondendogli.
    “Beh si, ho origini italiane...” non disse nulla riguardo alla politica, anche se doveva ammettere che non aveva tutti i torti, però, alla domanda che fece dopo, rispose con una punta d'orgoglio.
    “Mia madre proviene da un paesino della costa orientale della Sicilia. E' davvero un posto molto molto caratteristico. Ci sei mai stato?”
    A ciò che disse dopo Aaron, Anthony rispose prontamente “Ma io non sono italiano...sono di origina italiana ma sono nato in Inghilterra. La mia lingua madre è l'inglese ma so parlare bene anche l'italiano!” Però non fu d'accordo con ciò che disse riguardo agli italiani che avevano un pessimo inglese. “In realtà conosco gente italiana che non se la cava male con l'inglese, sai?”
    Il suo tono era tranquillo, non era per nulla offeso o arrabbiato. Sorrideva anche e ascoltava le parole del ragazzo “In mia discolpa posso dire che non conoscevo questo posto e non avevo la minima idea di ciò che trovavo qui dentro. Però, devo ammettere che non mi sto trovando così male, in questo locale. Anche se credo di non essere adatto per le attrazioni che vi si trovano” lì a quel punto fece una leggera risata. In effetti, Anthony non era uno che frequentava posti del genere. Magari doveva cominciare a farlo?
    Alle parole che Barnes sussurrò al tassorosso sorrise divertito. Ed a sua volta rispose “dipende da quale ragazza ti ritrovi davanti. Ci sono ragazze che, dicendole sempre che è bella, lei continua a negare. Forse è solo una tattica per fare in modo che continuiamo a dirlo?”
    Il biondo guardò l'orologio, dopo un po'. “Comunque...credo che sia arrivata l'ora che io torni a casa. Anche se sono ancora in ferie, è meglio togliere il disturbo." Salutò Alyce con un sorriso ed un cenno della mano e si rivolse nuovamente al medimago “Ti saluto, Aaron. Spero che avremo un'altra opportunità di incontrarci, uno di questi giorni. Divertiti!” Lanciò un'occhiata ad alcune ragazza che giravano in quel locale, facendogli l'occhiolino e uscì dal locale, diretto verso casa sua.
    Anthony Lovegood

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    Auror, 24 anni

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