Waiting for you

Mia&Cameron

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Master of Graphic
    Posts
    1,126
    Reputation
    +356

    Status
    🗲
    Mia Freeman
    Ametrin

    SHEET | STAT| SOCIAL| DRESS
    parlato - pensato- ascoltato
    Aveva la sensazione che il suo amato uovo si sarebbe schiuso presto, se ne stava occupando da un po’ ormai e non passava giorno senza chiedersi che cosa sarebbe successo nel momento in cui avrebbe conosciuto il suo contenuto. Aveva provato a fare qualche ipotesi, ma infondo la creaturina che ne sarebbe uscita sarebbe stata comunque ben accetta, Mia non avrebbe fatto altro che adorare ogni cucciolo e occuparsene al meglio delle sue possibilità. Certo, doveva ammettere che se ne fosse uscita una delle creature di Ensor, tipo quella Puffola assurda che aveva visto a lezione, forse avrebbe provato un minimo di paura almeno per qualche istante, ma si era imposta di non avere pregiudizi, di accettare qualsiasi risultato. Di certo non avrebbe potuto affermare lo stesso per Zeus, non era sicura che lui sarebbe stato felice di capire che dentro a quell’uovo c’era qualcosa di vivo e che avrebbe potuto in qualche modo fare a gara con lui per avere le attenzioni della sua padrona, ma per quanto Mia avesse provato a spiegarglielo il gatto non sembrava intenzionato ad ascoltarla. Almeno al momento.
    Lei e Cam si erano sentiti giusto qualche ora prima per darsi appuntamento per il pomeriggio, sapeva che anche lui si stava occupando di un uovo e anche se si erano visti spesso ultimamente non ne avevano parlato granchè e la ragazza era curiosa di vedere come stesse andando. Dalle spiegazioni che avevano ricevuto dopo la lezione di Cura alle Creature Magiche e Astronomia, aveva appreso che come il suo uovo richiedeva la sua voce, quello di Cam sembrava particolarmente sensibile al freddo e così Mia aveva ben pensato di preparargli un regalo, qualcosa che almeno potesse rivelarsi utile.
    Ora, non pensiate che Mia fosse brava in tutte quelle cose da nonna, come fare all’uncinetto e cucinare ma…beh infondo quando era una bambina aveva dovuto imparare a tenersi impegnata quando rimaneva da sola, che fosse a casa Nott o negli anni a Hogwarts, e aveva cominciato a provare una serie infinità di attività che potessero essere silenziose, poco dispendiose e facili da replicare. Se leggere rimaneva comunque il suo passatempo preferito, aveva provato anche un’altra serie di hobby, tra cui l’acquerello, le parole crociate e anche l’uncinetto. Quest’ultimo non rappresentava certo uno dei suoi migliori talenti, ma se non altro sapeva come arrangiare qualcosa di carino e aveva confezionato una sciarpa di calda lana blu e verde che avrebbe dovuto far sentire al caldo l’uovo di Cameron.
    Munita del suo uovo, quindi, della sciarpa e di poco altro uscì dal suo dormitorio e si diresse nella sala da tè, dove si erano dati appuntamento. Ormai vedersi con Cam stava diventando qualcosa di normale, stava riprendendo il ritmo che avevano prima dei problemi con Mark e vederlo spesso stava diventando sempre più piacevole. Non avrebbe saputo nemmeno spiegare che cosa provasse di preciso, ancora era troppo presto per dire che lo aveva perdonato del tutto ma almeno il ragazzo sembrava intenzionato a prendere tutta quella storia sul serio e impegnarsi abbastanza, questo era se non altro piacevole e confortante. Era felice quel pomeriggio, e quando arrivò alla sala da tè cercò Cameron con lo sguardo, entusiasta all’idea di vedere lui e il suo uovo e unirsi a loro. La stanza era illuminata da una luce calda e accogliente, in quel momento del pomeriggio, e Mia non potè evitare di pensare –come sempre- quanto quel posto fosse sempre affascinante. Lo aveva pensato la prima volta in cui ci era stata, quando aveva pensato che fosse proprio uguale a uno di quei posti che trovava sempre descritti nei suoi amati libri, e non poteva fare a meno di pensarlo anche ora, anche se ci era stata ormai diverse volte. Considerato l’orario, con ogni probabilità, sarebbero anche riusciti a prendere parte all’ora del tè, uno dei suoi eventi preferiti della giornata almeno per quanto riguardava quella stanza dell’Accademia.
    code made by gin





    Cameron Cohen
     
    .
  2.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar




    Group
    Dioptase
    Posts
    580
    Reputation
    +259

    Status
    🗲
    1rxxpjj
    pcmj5zk
    8prht58
    Cameron Cohen
    20.07.2001
    Dioptase18StudentStat.sheet
    Chissà cosa si nasconde qui dentro si chiese il castano, picchiettando appena l'uovo con l'indice della mano destra. Gli era stato spiegato che apprezzava il calore e che era molto utile per la schiusa, ragion per cui gli aveva avvolto attorno una vecchia coperta di Axe. Per un nanosecondo aveva pensato di dargli la sciarpa di Arya, ma poi aveva desistito senza nemmeno più rifletterci; si sarebbe sicuramente sporcata e lui voleva evitare una cosa del genere; quella sciarpa era sacra per lui e mai a nessuno avrebbe permesso di metterci le sue sudice mani, tantomeno ad un uovo. Aveva quindi pensato che questa fosse la soluzione migliore, senza sprecarsi troppo.
    In quel momento era steso sul divano della loro sala comune con il futuro esserino appoggiato a pochi centimetri dal suo fianco e lo accarezzava distrattamente, guardando il soffitto. Presto avrebbe dovuto vedersi con Mia alla Sala da Té, con le loro rispettive uova e Cam non aspettava altro che quel momento. Chissà come la biondina si stava prendendo cura dell'uovo, cosa gli stava dicendo e se effettivamente gli stesse parlando. Anche se, conoscendo Mia, probabilmente passava tutto il giorno a raccontargli chissà cosa.
    Una risatina lasciò le sue labbra, mentre si alzava a sedere, rischiando di far cadere l'uovo che sarebbe successivamente diventato un'omelette, ma riuscì ad afferrarlo prima che ciò avvenisse e sospirò. Perché i professori avevano affidato proprio a lui un compito che richiedeva tale delicatezza e per il quale era in gioco una vita? Non lo sapeva proprio; l'unica cosa che sapeva, era che voleva arrivare -per una volta- in anticipo, quindi prima della biondina stessa. Era un'impresa ardua, ma ci avrebbe provato. Proprio per questo, partiva così presto. Indossava un paio di jeans neri, una t-shirt dello stesso colore e delle vans nere. Total black, insomma, se non fosse stato per quella sua chioma color castano. Sorrise, avviandosi verso la sala comune.
    Non ci volle poi così tanto ad arrivare a destinazione, con l'uovo sottobraccio, ed entrare. Quel luogo non lo aveva mai ispirato ed infatti era la prima volta che ci metteva piede, ma ora che lo vedeva bene... non era così male. E, con sua grande sorpresa, ancora non vide Mia. Decise perciò di posare l'uovo su un tavolo vicino alla finestra -tanto chi lo avrebbe rubato?- e successivamente si diresse al buffet, osservando le varie tipologie di té. L'occhio gli cadde immediatamente sul Té Pu'er -sì, si era informato visto che Mia sapeva fare tutte quelle cose da nonnina, magari era pure un'appassionata di bevande- non era una tipologia conosciuta e il nome derivava dalla provincia di coltivazione delle sue foglie. Insomma, una roba incredibilmente noiosa e molto da Mia. Ne versò in due tazze, buttando l'occhio verso i dolci. Mise su un piattino alcune fette di cheesecake alla fragola, dei macarons di tutti i colori e gusti, dei cupcakes al cioccolato con sopra una spolveratina di zucchero a velo, alcune fette di foresta nera e, per finire, una sacher alla marmellata. Oh sì, dei bigné al cioccolato. Tornò quindi al tavolo, facendo due giri, posando prima le due tazze, poi il piattino e affianco al tutto, ci mise un origami a forma di gattino -una specie di Zeus-, quindi attese.
    Ovviamente la sua bella non ci mise molto ad arrivare, perché poco dopo -aveva fatto appena in tempo- vide una chioma bionda comparire oltre l'ingresso, ragion per cui alzò il braccio sventolando la mano per indicare la propria posizione. Ehi chica, sono qui disse, con la sua solita aria di superiorità, aspettando che lei lo raggiungesse. Ho preso qualcosina, spero non ti dispiaccia le avrebbe detto, una volta che lo avesse raggiunto, indicando il suo bottino. Tè Pu'er e vari dolci che non puoi non conoscere, non sapendo con precisione i tuoi gusti. Fece una piccola pausa, sistemandosi il ciuffo. Ah sì, ti ho fatto un piccolo origami. E così dicendo, indicò la piccola figura rosa, con tanto di occhietto disegnato, che sembrava proprio star guardando la sua futura padroncina. Come sta Zues? Altra pausa disinteressata. E spero che tu ti stia occupando bene dell'uovo, come sto facendo io e indicò l'oggetto avvolto da una malconcia coperta. E che non lo stia asfissiando con le tue chiacchiere concluse.

    HELL IS THE PARADISE OF THE BAD GUYS
     
    .
  3.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Master of Graphic
    Posts
    1,126
    Reputation
    +356

    Status
    🗲
    Mia Freeman
    Ametrin

    SHEET | STAT| SOCIAL| DRESS
    parlato - pensato- ascoltato
    Di certo non pensava che riprendere il suo legame con Cameron sarebbe stato così semplice. Nonostante all’inizio fosse stato complesso lasciarsi andare ancora una volta, ora riusciva ad accettare con più leggerezza l’idea di stare con lui, di rivalutare il suo impegno, la sua serietà, la sua effettiva intenzione di impegnarsi ora e di rimediare ai suoi passati errori. Mia non era un tipo che riusciva a covare rabbia e voglia di vendetta, era una persona semplice e non era difficile che dimenticasse del tutto la ragione della sua rabbia.
    Anche in quel caso era certa che Blake non avrebbe affatto apprezzato tutto quello: stava perdonando Cam piuttosto in fretta, nonostante la gravità di quel che aveva fatto, e il processo non le stava richiedendo alcuno sforzo. C’era qualcosa di naturale nella loro chimica, qualcosa che la faceva sentire bene all’idea di passare del tempo assieme, di incontrarsi da qualche parte, di trovare un modo per vedersi nonostante le ultime lezioni e gli ultimi compiti.
    Quel pomeriggio, per esempio, era stata più che contenta di ritagliarsi un po’ di tempo da passare con lui nella Sala del tè: l’anno stava giungendo a conclusione, non aveva la benché minima idea di che cosa avrebbero fatto una volta lontani, se si sarebbero sentiti o meno, e per il momento preferiva non pensarci proprio. Però, nel frattempo, potevano sempre godere l’uno della compagnia dell’altra ancora per un po’ no? Non sembrava una prospettiva così spiacevole.
    Aveva ovviamente portato con sé il proprio uovo, in parte si erano incontrati anche per quello e lei era più che contenta di poter far incontrare le due creature misteriose prima ancora che fossero nate. C’era qualcosa di meraviglioso e affascinante in tutto quello, che l’aveva portata a passare ore a confezionare quella sciarpa che ora aveva con sé, avvolta con cura in qualche strato di carta velina, piegata nella propria borsa.
    Messo piede nella stanza fece passare lo sguardo tra i tavoli e non fu troppo brava a nascondere la sorpresa quando vide Cameron già seduto con il suo uovo e uno stuolo di dolci e tè davanti a sé. Era sicura che avrebbe dovuto aspettarlo, era lei di solito quella puntuale, e di certo vedere la tavola già imbandita e il ragazzo pronto ad accoglierla non poterono non metterla di buon umore. Era evidente che si fosse impegnato per arrivare in orario e anche per scegliere qualcosa che potesse piacerle ed erano i gesti come quello che le facevano capire quanto davvero si stesse impegnando per lei.
    Sorrise quindi, avvicinandosi a lui. Il tavolino che aveva scelto era ben illuminato, dava sull’esterno della sala e dalla grande finestra filtrava un calore gradevole e accogliente. Si avvicinò quindi, senza smettere di sorridere. ”Smetterai mai di chiamarmi chica?!” domandò, ormai in realtà già arresa a quel soprannome, che forse nemmeno le dispiaceva troppo. “Oh, hai fatto bene, sembra tutto delizioso… e il tè Pu’er è uno dei miei preferiti!” ammise prendendosi posto e sedendosi, estraendo con delicatezza l’uovo e anche l’involto di carta velina verde bosco che conteneva la sciarpa. Guardò l’origami e non potè evitare di illuminarsi, quasi commossa. “Oh…ma è meraviglioso, grazie! Io ti ho portato una cosa per l’uovo.” replicò, allungandogli il pacchetto con un altro sorriso per poi inclinare la testa. “Ma si da il caso che il mio uovo adori le mie chiacchiere, gli servono per crescere.”

    code made by gin
     
    .
  4.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar




    Group
    Dioptase
    Posts
    580
    Reputation
    +259

    Status
    🗲
    1rxxpjj
    pcmj5zk
    8prht58
    Cameron Cohen
    20.07.2001
    Dioptase18StudentStat.sheet
    Tutto quello era davvero un toccasana per il castano. Il tempo passato con Mia, era del tempo durante il quale riusciva a non pensare a nulla di negativo. Non che la morte di sua sorella non lo accompagnasse ogni singolo istante della sua vita, ma almeno riusciva a staccare un po' la spina e concentrarsi solo su quegli occhioni blu dentro i quali, ne era certo, sarebbe riuscito a perdersi per ore, anche se niente di tutto ciò lo avrebbe forse mai ammesso alla diretta interessata. Sperava che, prima o poi, lo avrebbe compreso dai suoi gesti. Era stato uno stupido a volerla usare, ma alla fine aveva chiesto scusa -non che bastasse, ma era un inizio- e aveva fatto di tutto per redimersi e migliorare se stesso, per rendersi il ragazzo che di cui Mia sarebbe poi potuta essere estremamente orgogliosa. Sapeva che il percorso era molto lungo e per nulla facile, ma già il fatto che si fossero dati appuntamento quel giorno, era un qualcosa di speciale! Cam era disposto a smussare gli angoli del suo carattere per lei, era persino disposto a tornare a studiare costantemente! L'unica cosa che non era disposto a fare, era socializzare con i suoi amici, soprattutto quel Blake. Ma chi si credeva di essere? Parlava di quanto lui fosse un bulletto stupido, ma quel biondo si era mai fatto un esame di coscienza? Mia sarebbe sicuramente stata molto più al sicuro lontana da lui, ma il ragazzo sapeva perfettamente di non potersi imporre; sia perché non avrebbe voluto sentire la risposta -magari avrebbe scelto Blake, cosa molto probabile- sia perché non era certo quello il modo per dimostrarle che a lei ci teneva davvero, che non era solo un giocattolo ma una ragazza che gli piace.
    Una cosa che fece, anche per far colpo, fu senza dubbio quella di arrivare prima della ragazza e di preparare qualcosa, prendendolo dai tavolini, sperando di non cannare completamente i suoi gusti. Ma ehi, lui ci stava provando ed era quello e solo quello che contava, no? Forse non era proprio così che funzionava il mondo, ma a Cameron importava poco, lui ragionava così!
    Un ghigno gli si dipinse sulle labbra, vedendo chiaramente la sorpresa disegnarsi sul volto della bionda e capì che aveva fatto centro e che il suo pensiero le era piaciuto eccome. Per fortuna! Ci mancava solo che, conoscendo le donne, trovasse un motivo per lamentarsi anche di un gesto spontaneo e genuino come quello; del tipo "Hai fatto tutto questo solo per portarmi a letto!". Quel pensiero gli procurò un piccolo sbuffo perché, contrariamente a ciò che aveva deciso al momento della scommessa, ora il portarsela a letto era meramente racchiuso in un angolino dei suoi pensieri. Voleva prima conoscerla meglio e farsi conoscere, dopodiché... beh, avrebbe voluto chiederle di diventare la sua ragazza! Ma lo avrebbe fatto quell'estate; stava organizzando qualcosa assolutamente non da lui, in quanto non era per nulla un tipo romantico, infatti aveva dovuto fare un po' lo scemo con una ragazza, provarci fintamente con lei, per farsi dire cosa potesse fare per fare colpo. Probabilmente quella stupida, pensava che lui volesse farle un regalo... ma chi la conosceva? Era una dioptase... e dire che dovevano essere loro quelli intelligenti!
    No chica iniziò, quando lei si avvicinò e parlò. Non smetterò mai di chiamarti così! Ma ho altri mille nomignoli, se vuoi. Sapere tante lingue, ha un suo vantaggio. Propose, ammiccando alla biondina, invitandola a sedersi di fronte a lui. Non stare là in piedi, mi sembri un palo. Era una frase con il secondo scopo di prenderla -bonariamente- in giro per la sua taglia? Chissà, probabilmente nemmeno Cameron stesso lo aveva capito.
    Sapevo di aver fatto bene... ma anche avessi sbagliato, tu lo berresti lo stesso, perché chi può resistere proprio a me? gongolò, scuotendo appena il ciuffo castano e gettando un'occhiata fuori, tramite la grande vetrata che dava sull'esterno. Doveva ammettere che quella scuola iniziava a non dispiacergli nemmeno troppo. Felice che ti piaccia, principessina replicò, con un mezzo sorriso, afferrando il pacchetto morbido che lei gli porgeva. Certo, la voce gli serve per crescere... ma purtroppo non può evitare che gli arrivino chiacchiere noiose, bambola! Decise di rispondere, mentre le sue dita entravano in contatto con la morbida lana della sciarpa. Uh, wow! Così starò caldo caldo e non mi verrà mal di gola! ridacchiò, avvolgendosi la sciarpa al collo. Certo, Mia la potrà pure avere fatta per l'uovo, ma Cameron... era una causa persa. Anche se con la voce roca, sarei molto sexy.

    HELL IS THE PARADISE OF THE BAD GUYS
     
    .
  5.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Master of Graphic
    Posts
    1,126
    Reputation
    +356

    Status
    🗲
    Mia Freeman
    Ametrin

    SHEET | STAT| SOCIAL| DRESS
    parlato - pensato- ascoltato
    Di certo aveva faticato ad interiorizzare quel che era successo, aveva impiegato un po’ ad accettare l’idea che Cameron fosse il ragazzo che si era dimostrato comprensivo e dolce con lei, ma al contempo anche il migliore amico di Mark. Sapeva che poteva essere entrambe le cose, infondo tutte le persone avevano più di una “facciata” no? Eppure stentava a credere che potessero esserci differenze così profonde, come poteva averla conquistata –perché suo malgrado era successo- pur essendo così vicino a Mark e pertanto non poteva essere poi così tanto diverso da lui. Era possibile? Come era successo? Di certo ormai era troppo tardi, quello era sicuro, e non poteva più tirarsi indietro.
    Anche in quel momento la stava facendo sentire speciale, e doveva ammettere che spesso era difficile riuscire a mantenere il distacco e ricordarsi che il loro rapporto era iniziato per colpa di una scommessa, non certo un inizio molto promettente. Era difficile tenerlo a mente quando lui le prendeva del thè e ordinava metà caffetteria solo per trovare qualcosa che le piacesse.
    Aveva imparato a leggere oltre la sua maschera, ormai, e notava quanto si stesse sforzando per farla sentire bene: certo, si conoscevano solo in parte ormai, non avrebbe potuto metterci la mano sul fuoco sicuramente, ma cominciava ad intuire i suoi ragionamenti e si sentiva comunque speciale sapendo che si stava impegnando tanto solo per lei. Lo aveva fatto anche con altre? In quello stesso momento avrebbe potuto esserci chiunque altra al posto di lei? Non avrebbe saputo dirlo, ma le sembrava difficile credere che Cameron fosse in grado di fare così con chiunque. Infondo, si era presentato come un bastardo patentato, aveva finto? Non aveva ragione di crederlo.
    Alzò gli occhi al cielo alla sua risposta, anche se il fatto che potesse conoscere così tante lingue la affascinava e, dopotutto, non le dispiaceva nemmeno così tanto il modo in cui la chiamava. Okay, forse non era una cosa da lei ma ci si stava praticamente abituando. Prese posto di fronte a lui e cercò di ignorare le sue solite frecciatine. “In effetti come fai a sapere così tante lingue?” domandò con innocente curiosità. Alzò gli occhi al cielo alla sua battuta, ma le parve quasi di scorgere un sentore di insicurezza: Cameron Cohen si era davvero chiesto se la sua scelta le sarebbe piaciuta o meno?! O era solo una mera illusione? Probabilmente si stava sbagliando, ma certo.
    Non potè trattenere un mezzo sorriso a quel nuovo nomignolo, comprendendo che la partita era persa per questa volta, ma infondo era troppo di buon umore per insistere ancora e cercare di convincerlo. “Beh sei stato bravo, ma non era scontato che indovinassi.” puntualizzò, perché infondo non avrebbe potuto dargliela vinta su tutto. “E io non sono mai noiosa, Cohen, il mio uovo crescerà molto acculturato.” gli fece notare con orgoglio per poi scoppiare a ridere, arrossendo leggermente. Mia non era tipo che parlava di certe cose con leggerezza, ma la scena era indubbiamente divertente. “Oh beh se ti piace tanto posso fartene una in coordinato, ma credo che il tuo uovo abbia più bisogno di te di stare al caldo, per ora.” osservò con dolcezza ma infondo vederlo così felice per il suo regalo non fece altro che scaldarle il cuore.
    Mia era solita dimostrare così il suo affetto, lo faceva con i biscotti ma anche con i regali, la maggior parte cose che costruiva lei o che trovava per caso, collegandole alle persone che erano vicine. Non era una che si perdeva in troppi fronzoli, faticava spesso ad ammettere ad alta voce quel che provava anche se stava migliorando, ma era facile intuirlo dal modo in cui tendeva a viziare i suoi amici e le persone che reputava più care. Lo guardò con la sua sciarpa per poi assaggiare uno dei biscotti che aveva scelto, trovandolo delizioso. “Allora, come sta il tuo uovo?”.


    code made by gin
     
    .
  6.     +1   -1
     
    .
    Avatar




    Group
    Dioptase
    Posts
    580
    Reputation
    +259

    Status
    🗲
    1rxxpjj
    pcmj5zk
    8prht58
    Cameron Cohen
    20.07.2001
    Dioptase18StudentStat.sheet
    Fin da quella notte nella Stanza delle Necessità, in Cameron era scattato qualcosa. Non gli sembrava più molto giusto scommettere su Mia, scommettere sul fatto che sarebbe riuscito a farla innamorare e portarsela a letto. Era riuscito a vedere oltre il velo del proprio egocentrismo e aveva scorto una ragazza timida ma caparbia, intelligente e simpatica... non la stupida biondina che credeva, all'inizio, lei fosse. E ogni passo avanti compiuto quell'anno, stava dimostrando a Cameron, quanto fosse profondo il suo cambiamento. Forse doveva essere grato a Mark per aver svelato l'unico segreto che, se portato avanti, avrebbe potuto logorare una fantastica possibile relazione e ne sarebbero usciti distrutti entrambi; meglio mettere subito tutte le carte in tavola e liberarsi dei propri scheletri e da lì, solo da lì, avrebbero potuto ripartire verso un futuro roseo. E anche il fatto di essere là di fronte a lei, dimostrava quanto si stesse impegnando perché gli errori del passato rimanessero tali e non si trasformassero in un ostacolo per il futuro; non aveva idea di cosa avesse combinato quella ragazzina, ma era riuscita a fare breccia nel suo cuore in maniera analoga alla sua sorellina, Arya. Il carattere era più o meno lo stesso ed era un qualcosa che Cameron apprezzava oltre ogni misura; non gli era mai saltata addosso come avevano fatto molte altre che, certo, si erano dimostrate ottime per una sana notte di sesso... ma nulla di più! Non se ne ricordava mai né nome né aspetto, invece con la Freeman sentiva di voler costruire un rapporto più profondo e niente affatto basato sul sesso. Dovevano esserci solo loro due. Cameron e Mia. Fine.
    Ad ogni modo, a Cameron piaceva proprio molto parlare di se stesso, finché non si toccavano argomenti dolorosi come la morte della sorella, quindi fu oltremodo contento della sua domanda e non seppe nascondere al meglio la sua felicità. In primis, Drumstang è una scuola severissima, quindi offre un'istruzione abbastanza completa in ambito accademico... secondo, mia madre ci teneva particolarmente affinché riuscissi a destreggiarmi in parecchie lingue. Sono nato in Norvegia, ma forse te l'ho già detto... quindi, per forza di cose, so alla perfezione il norvegese, ma lei ci teneva ad insegnarmi inglese -che ora mi sta tornando utilissimo-, italiano, greco e spagnolo! Fece una pausa, soddisfatto di quel piccolo escursus su di lui, convinto di aver svelato a Mia un pezzettino innocuo della propria vita, un pezzettino che non avrebbe fatto del male a nessuno.
    Pian piano, le avrebbe svelato molto di più... ma preferiva non correre troppo, non voleva riporre il proprio doloroso passato in qualcuno che non fosse abbastanza degno di fiducia; non che di Mia non si fidasse ma... meglio andarci con i piedi di piombo. Non era scontato, dici? sbuffò una risatina, scuotendo la testa. Tesoro, ma se tu sei il cliché fatto persona! Anche se pensi che io lo sia! Non era poi così difficile intuire cosa ti piacesse e, inoltre, io so essere un ottimo osservatore Replicò, pensando a come "cliché" fosse diventata una specie di parola chiave all'interno della loro relazione -relazione che non sapeva ancora come definire. Inoltre non si accorse nemmeno di averla chiamata "tesoro".
    Il tuo uovo crescerà in una campana di vetro! Non potrà uscire a giocare con i suoi amici ovetti, non potrà andare a scuola con loro, andrà sempre in giro imbacuccato come se fosse perennemente inverno... avrà un'infanzia terribile! La schernì, apparentemente serio, prima di scoppiare a ridere ed unirsi a lei. Non provava quelle sensazioni da molto tempo e sentiva le classiche farfalle nello stomaco, con la preoccupazione che momenti come quelli fossero troppo effimeri per carpirne la vera essenza.
    Hai ragione! Forse maggio non è il mese ideale per mettere la sciarpa ammise, levandosela di dosso e, dopo, avvolgendola accuratamente attorno all'uovo. Ma per il prossimo inverno, non mi dispiacerebbe affatto sai? le propose, anche se era difficile capire se fosse serio o la stesse prendendo in giro. Ma apprezzava davvero i suoi regali, anche se non lo diceva proprio apertamente. Si sistemò il ciuffo, infilandoci le lunghe dita, poi abbassò lo sguardo sul piccolo uovo maculato. Sta bene, credo... l'ho tenuto bene al caldo... e poi in dormitorio si muore. Per la prima volta, una nota di incertezza gli attraversò la voce. Non era molto avvezzo alla cura di altri esseri viventi, perciò sperò di aver fatto tutto giusto. E il tuo? E... hai già pensato ad un nome?
    [/color]
    HELL IS THE PARADISE OF THE BAD GUYS
     
    .
  7.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar
    Group
    Member
    Posts
    9,444
    Reputation
    +234
    Location
    Winterfell

    Status
    🗲
    Mia Freeman
    Ametrin

    SHEET | STAT| SOCIAL| DRESS
    parlato - pensato- ascoltato
    Faticava ancora a capire come le cose tra lei e Cameron potessero funzionare, era sorpresa dal fatto che avessero trovato un loro equilibrio e che proprio loro due, così diversi tra loro, fossero in grado di andare d’accordo e di trovare una loro sintonia. Cameron l’aveva colpita dal primo istante, forse non nel modo più positivo a cui si potesse pensare ma di certo non l’aveva lasciata indifferente. Aveva accettato con sé stessa di ammettere che le sarebbe dispiaciuto abbastanza perderlo, che se non fossero riusciti a rimettere insieme il loro rapporto almeno un po’ le sarebbe dispiaciuto.
    Le piaceva quell'atmosfera, il fatto che fossero così tanto in sintonia, così naturali e così felici tra loro nonostante quel che avevano passato. Di certi poco tempo prima non avrebbe pensato che si sarebbero trovati a bere un tè e mangiare qualche dolce assieme, così tranquilli e sereni senza troppi pensieri per la testa. L'allontanamento di Mark dalla scuola sicuramente aveva aiutato il suo umore e aveva cominciato a farla sentire più al sicuro di prima, anche con Cameron. Non sapeva se i due si sentissero ancora. Forse pensandoci non voleva nemmeno saperlo, non le serviva sapere se loro avevano ancora un rapporto, se erano ancora degli amici, non aveva nemmeno idea di quanto fosse profondo il loro rapporto e le piaceva rimanere nell'ignoranza. Era di certo un rischio non fare troppe domande in merito, sapeva che avrebbe potuto benissimo tradire la sua fiducia, farla soffrire ancora una volta, ma per il momento non era pronta ad affrontare quel tipo di questione.
    Decise quindi di ignorare la cosa e di rinviare quei pensieri per il futuro, focalizzandosi su quello che Cameron le stava raccontando , infondo lui era molto più bravo di lei a parlare di se stesso. “Non sapevo che Durmstrag fosse così severa ma beh ha senso… deve essere bello saper parlare e comprendere tutte queste lingue.” osservò affascinata, chiedendosi quante amicizie avrebbe potuto fare se non avesse parlato unicamente la sua lingua madre.
    Alzò gli occhi al cielo quanto le disse che era lei il clichè, scuotendo la testa. “Non è affatto vero! Sei tu quello banale a prevedibile, hai solo imparato a conoscermi.” ribadì con sicurezza e un sorriso sornione, con sicurezza, per poi scoppiare a ridere. Sì, effettivamente lei sarebbe stata proprio la classica madre apprensiva anche se la faceva ridere l’idea che si stesse parlando di un uovo come qualcosa di effettivamente senziente. “Non è vero, cercherò di essere una brava madre!” cercò di difendersi anche se il suo sorriso suggeriva quanto sapesse che Cameron aveva ragione, dopotutto.
    Da brava osservatrice intuì al volo il dubbio nella voce di Cameron, era chiaro che non fosse troppo abituato a prendersi cura di altre creature e aveva qualche incertezza. Anche per Mia era così, lei era la prima a volersi prendere cura del prossimo ma aveva sempre paura di farlo nel modo sbagliato. Si appuntò comunque mentalmente di confezionare qualche sciarpa e magari qualche cappello per Cam, allungando una mano ad accarezzare la sua. “Sono sicura che tu l’abbia trattato al meglio e che stia bene...” provò a confortarlo per poi fare spallucce. “Ancora no, voglio prima conoscerlo per scegliere il nome migliore.”



    code made by gin
     
    .
6 replies since 8/7/2020, 08:35   112 views
  Share  
.
UP