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.■ Data di nascita + Età: 21.07.99 (20)
■ Provenienza: Londra
■ Professione: Tirocinante
■ Sangue: Purosangue
■ Orient. sessuale: BisessualeSamuél Starosta ›››Sam morse il suo pollice mentre gli occhi si persero tra i tetti di Denrise. I vicoli erano stretti. L'odore di sudore era acre. Le persone lo guardavano con sospetto. Per quanto i suoi pantaloni in cotone o la maglietta in lino color fango potessero renderlo
ad un denrisiano, l'ansia che gli danzava sul volto lo avrebbe tradito da un momento all'altro. Anzi, c'era già riuscita.
Sam amava quel villaggio in cui gli abitanti vivevano in comunione con la natura. Durante gli anni di Hidenstone era riuscito persino a svolgere qualche lavoretto per dei druidi che, in cambio, gli avevano dato del buonissimo miele. Eppure, chiunque gli aveva fatto capire di non essere il benvenuto in quel villaggio. Dunque, perché tornarci?
Londra era una città meravigliosa, con abitanti meravigliosi e artigiani meravigliosi. Ma nessuno manipolava i metalli meglio di Brugnir.
A breve, il giovane Sam avrebbe cominciato il suo tirocinio come auror. Avere con sé del buon equipaggiamento avrebbe potuto fare la differenza tra la vita e la morte. Suo padre gli aveva suggerito di recarsi nel nuovo continente ove la magitecnica aveva raggiunto livelli tali da ridisegnare i confini tra realtà e fantasia. Eppure, l'idea spaventava il tirocinante. Al contrario, Denrise aveva imparata a conoscerla come le proprie tasche.
Rosso nelle gote e con un sorriso genuino sulle labbra, l'ex ametrino approcciò un uomo tanto largo da sembrare un tenero grizzly. Con questo sembrò condividerne l'aggressività e, dopo un disgustoso rumore guttorale, Sam si ritrovò con uno sputo sulla guancia. Il ragazzo si pulì con l'orlo della manica e poi strinse le labbra così forte che la sua mente finì per punirlo con un'emicrania "Se c'è un forno, deve esserci odore di pane."
A vincere su quella mancanza di logica fu la fortuna. Dopo qualche ora passata a vagare tra le strette strade di Denrise, Sam notò alto nei cieli una lingua di fumo nera. Le sue pupille si dilatarono come quelle di un gatto che scova un topo. Dopo essere rimasto qualche secondo a studiare quella nuvola danzante si incamminò in quella direzione.
Le sue palpebre si aprirono come un bocciolo notando l'insegna. Con l'entusiasmo di un bambino che ha appena trovato uno shiny, Sam si tuffò dentro all'edificio passando attraverso la porta scivolante. Cercando di trasferire il peso da un piede all'altro il ragazzo arrivò al centro della stanza dove, sorridendo, si sarebbe rivolte al primo membro del personale che avrebbe trovato disponibile «Buongiorno signore, vorrei comprare qualcosa che non mi faccia morire al primo schiantesimo! Grazie mille ♥»
Detto ciò, Sam avrebbe distolto lo sguardo per guardarsi attorno. Le armi avevano catturato la sua attenzione e fu solo il timore di doversi spogliare per prendere le misure a riportarlo a terra. Ancora una volta il suo stomaco si strinse e le sue mani scivolarono nelle tasche percependo qualcosa di ruvido e appiccicoso "Mi ero scordato di essermi portato delle caramelle con me. Magari a questo signore farebbe piacere averne una."
«Parlato»
"Pensato"
Narrato©Scheme Role by Amphetamines' - Vietata la copia anche parziale.SPOILER (clicca per visualizzare)Role di Sam per comprare degli abiti scudo. -
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.Le pupille si dilatarono notando le armi e il suo sorriso si fece ancora più largo udendo il nome di Victoria. Quella donna era veramente in gamba e Sam avrebbe voluto diventare forte quanto lei per salvare quante più vite possibili. Sebbene non l'avesse mai vista in azione, il ragazzo si immaginava che la preside facesse proprio questo tra un consiglio con i docenti e altro.
Quando il vecchio Brugnir sputò nella sua sputacchiera, Sam ne ammirò la mira e trovò curioso quanto una singola sfera di catarro potesse fare rumore. Poi toccò a Philip. L'aspirante Auror non si accorse minimamente dello sbuffo che avrebbe potuto intimorire persino un Auror già formato (Sempre che quest'ultimo non fosse rimasto già intimorito dalla braccia muscolose quanto quelle d'un orso). Al contrario, Sam inclinò il capo verso destra studiando prima l'occhio destro, poi quello sinistro e poi ancora quello destro "Ma sono di due colori diversi. Che cosa carina."
Quando poi il suo lento cervelletto finì per processare anche le parole di Philip, Sam rimase colpito dalla sua gentilezza. Quel denrisiano gli aveva appena indicato dei luoghi che, sebbene conoscesse, gli avrebbe fatto piacere rivedere. E con quanta passione, tra l'altro, quel fabbro doveva essere veramente gentile.
«Sono spagnolo» Rispose il ragazzo, aspettando qualche secondo prima di portare il palmo alla fronte «Ah, no, Ametrin. Hai buon occhio! Funzionano entrambi, giusto?»
Sam si morse un labbro assottigliando le palpebre per mettere a fuoco Philip «Oh, ma è carinissimo.»
Il tirocinante fece un passo verso l'aspirante fabbro per poi chinarsi in avanti ed osservare lo scudo che aveva afferrato per lui. Rimase qualche secondo a studiarne i bordi e le placche in legno per poi realizzare che, forse, portarsi in missione qualcosa di così ingombrante sarebbe stato un problema «Signor Fabbro, è bellissimo! Però vorrei qualcosa da poter indossare sotto i miei vestiti, ecco, per portarlo con me senza essere notato.»
Poi, con quello stupido sorriso stampato sulla faccia, si sarebbe voltato verso il cacciatore di vampiri allungando la mano destra verso nella sua direzione. Se il denrisiano avesse accettato il gesto, avrebbe facilmente capito dalla stretta quanto l'ex ametrino mancasse di personalità «Comunque piacere, io sono Sam. Sam Starosta.»
«Parlato»
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NarratoThings die. Some come back.©. -
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.Sam inclinò il capo udendo le parole del signor fabbro. Dunque il suo indice cominciò a sbattere sul mento in modo sostenuto. Erik Foster? Chi era? E Calypso? E poi l'unica Grey che conosceva faceva la studentessa solo in qualche film. Mentre queste domande turbinavano nella mente del tirocinante l'unica cosa che quest'ultimo riuscì a fare fu annuire. Il signor fabbro sembrava sapere la sua e Sam non poteva conoscere tutti.
Il sorriso si fece ancora più largo udendo tutte quelle informazioni su scudi e protezioni. Sam cercò di ricordarsi ogni singola parola del signor Fabbro ma era tutto così complesso. Addestrandosi come auror, il ragazzo aveva avuto modo di maneggiare scudi e armi eppure della loro fabbricazione sapeva ben poco. Amava usarli, ma saperli creare era un discorso molto più complesso. Dunque, se il volto di Philipp assunse l'entusiamo di uno studente che apprende di un compito a sorpresa, quello di Sam assunse le sfumature di uno studente che viene a sapere di uno sciopero dei bidelli che lo avrebbe fatto restare a casa nel giorno del compito stesso «Uaaa, ma sai tantissime cose!»
Le pupille di Sam si dilatarono tra una spiegazione e l'altra diventando due enormi buchi neri quando il signor fabbro tirò fuori quei stupendi abiti scudo. Fin da subito la felpa nera conquistò lo spagnolo che iniziò a toccarla con la punta dell'indice per poi avvicinare il naso in modo da percepirne l'odore. Il colore era perfetto, Sam lo aveva imparato con gli anni. Il bianco e i colori simili, delle volte, lasciavano intravedere l'ombra deforme che il ragazzo si portava sulla schiena. Al contrario, il nero era un'armatura al di là del materiale che lo componeva «È bellissimo! Per il colore credo che vada benissimo il nero! Però forse lei ha più occhio? Mi starebbe meglio un altro colore? Cioè, non so, di Estate mi abbronzo facilmente quindi divento più scuro. Oh, e comunque con che materiali sono fatti? Ferro incantato? Cotone incantato? O altro?»
Dopo aver ripreso fiato, Sam iniziò ad ispezionare anche il dolcevita. Era stupendo per i suoi gusti però le missioni che avrebbe dovuto affrontare erano rischiose. Difficilmente avrebbe saputo il tipo di incanto da cui si sarebbe dovuto proteggere. Al contrario, un oggetto del genere sembrava più adatto per i denrisiani abituati a scontrarsi con animali marini «È bellissimo anche questo! Credo che l'abito scudo, poco efficace ma efficace con tutto, si adatti più facilmente ai miei bisogni! Grazie comunque.»
Detto ciò, finalmente l'apirante auror ebbe modo di conoscere il nome del signor Fabbro. Quando la mano esperta di Philip si chiuse su quella delicata di Sam, l'arto sembrò avvolto dal fuoco mentre delle fitte gli penetrarono fino alle ossa come chiodi roventi. Eppure, mentre qualcuno sano di mente avrebbe ritratto il braccio, Sam si limitò a fissare dritto negli occhi il signor Garlic, regalandogli il sorriso più luminoso della giornata.
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.SPOILER (clicca per visualizzare)E' l'ultimo post per te: acquista quello che vuoi e poi dì pure che lasci il locale poi chiudo io col mio post.
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.Fu semplice per Sam fraintendere l'assottigliarsi degli occhi del signor Garlic - intento a fulminarlo - come uno strizzamento di palpebre per vederci ancora meglio. Il fabbro stava sicuramente analizzando la pelle dello spagnolo allo scopo di trovare un colore che si adattasse bene al suo tono e al suo contrasto. Quando dalle labbra del fabbro uscì la parola "rosa", Sam ebbe la conferma che entrambi gli occhi di quel signore funzionassero a meraviglia. In effetti, a Sam il rosa era sempre piaciuto. Era un colore mite e tiepido che gli stava particolarmente bene addosso «Vero? Lo penso anche io!»
Tuttavia, di rosa esistevano milioni di tonalità mentre di vero nero ne esisteva solo una. Era un colore che il ragazzo apprezzava perché risultava un "porto sicuro". Qualsiasi colore andava bene con il nero. Tranne alcune tonalità di blu, solo i criminali indossano il nero con quel tipo di blu.
Quando poi vide quegli stivali la bocca del ragazzo finì per spalancarsi. Il modello che aveva adocchiato ricordava, per quanto ne potesse sapere un fabbro di Denrise, i chelsea boots resi famosi da una band londinese quasi mezzo secolo fa. La mano sinistra del ragazzo scivolò sotto la suola di gomma mentre l'indice e il medio della mano destra cominciarono a disegnare cerchi sulla tomaia in cuoio. Il peso sembrava ragionevole e così la qualità. Le rifiniture interne sembravano così perfette da ricordare la struttura naturale di alveari o fiori. Inoltre, l'idea che si potessero estendere in base all'utilizzatore lo eccitò ancora di più. Il ragazzo aveva un piede molto più grosso della norma e trovare delle scarpe che riuscissero a cingerlo in modo perfetto senza problemi era un'occasione più unica che rara.
Eppure, forse per curiosità, i suoi occhi si posarono sulla maglia e poi sulle braccia di Phil. In quanto fabbro, il signor Garlic avrebbe dovuto avere il braccio dominante più muscoloso dell'altro. «Estensibili? Che magia avete usato per ottenere questa proprietà? Comunque, si, boh, cioé, non so, provi quella maglia. Sembra molto stretta, sarei curioso di vedere se può adattarsi persino alla sua muscolatura così pronunciata.»
Se il fabbro lo avesse fatto, Sam si sarebbe goduto lo spettacolo arrossendo in volto per poi distogliere lo sguardo. Dunque, il tirocinante avrebbe indossato con piacere il paio di stivali da lui selezionato -Garlic permettendo- in modo da testarne il comfort. Infine, si sarebbe rimesso le sue scarpe per poi avvicinarsi alla cassa e lasciare i cinquanta galeoni richiesti assieme a qualche foglia arrotolata, contenente caramelle alla liquirizia e alla menta, e due bustine di tè ai mirtilli.
«Ah, e comunque si, il nero nasconde bene il sangue privando l'avversario della speranza di vincere da un momento all'altro. Eppure, mostrargli le ferite allo scopo di fargli abbassare la guardia per poi strappargli vita e speranza mi è sempre sembrato molto più efficace» Sam si portò un dito sul mento fissando il pavimento come se quelle parole non fossero le sue. Dunque scrollò le spalle per poi salutare con la mano sia il signor Garlic che il signor Brugnir prima di scomparire dalla porta di ingresso «Grazie di tutto! Buona giornata, prima o poi tornerò a fare altre compre! Oppure a testare queste armi, sempre che a lei vada.»
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"Pensato"
NarratoThings die. Some come back.©. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Grazie per il bell'acquisto. Come ti dicevo, chiudo io.
Un abbraccio.