Ferro & Sangue

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    ■ Data di nascita + Età: 21.07.99 (20)
    ■ Provenienza: Londra
    ■ Professione: Tirocinante
    ■ Sangue: Purosangue
    ■ Orient. sessuale: Bisessuale
    Samuél Starosta ›››
    Sam morse il suo pollice mentre gli occhi si persero tra i tetti di Denrise. I vicoli erano stretti. L'odore di sudore era acre. Le persone lo guardavano con sospetto. Per quanto i suoi pantaloni in cotone o la maglietta in lino color fango potessero renderlo
    ad un denrisiano, l'ansia che gli danzava sul volto lo avrebbe tradito da un momento all'altro. Anzi, c'era già riuscita.
    Sam amava quel villaggio in cui gli abitanti vivevano in comunione con la natura. Durante gli anni di Hidenstone era riuscito persino a svolgere qualche lavoretto per dei druidi che, in cambio, gli avevano dato del buonissimo miele. Eppure, chiunque gli aveva fatto capire di non essere il benvenuto in quel villaggio. Dunque, perché tornarci?
    Londra era una città meravigliosa, con abitanti meravigliosi e artigiani meravigliosi. Ma nessuno manipolava i metalli meglio di Brugnir.
    A breve, il giovane Sam avrebbe cominciato il suo tirocinio come auror. Avere con sé del buon equipaggiamento avrebbe potuto fare la differenza tra la vita e la morte. Suo padre gli aveva suggerito di recarsi nel nuovo continente ove la magitecnica aveva raggiunto livelli tali da ridisegnare i confini tra realtà e fantasia. Eppure, l'idea spaventava il tirocinante. Al contrario, Denrise aveva imparata a conoscerla come le proprie tasche.
    Rosso nelle gote e con un sorriso genuino sulle labbra, l'ex ametrino approcciò un uomo tanto largo da sembrare un tenero grizzly. Con questo sembrò condividerne l'aggressività e, dopo un disgustoso rumore guttorale, Sam si ritrovò con uno sputo sulla guancia. Il ragazzo si pulì con l'orlo della manica e poi strinse le labbra così forte che la sua mente finì per punirlo con un'emicrania "Se c'è un forno, deve esserci odore di pane."
    A vincere su quella mancanza di logica fu la fortuna. Dopo qualche ora passata a vagare tra le strette strade di Denrise, Sam notò alto nei cieli una lingua di fumo nera. Le sue pupille si dilatarono come quelle di un gatto che scova un topo. Dopo essere rimasto qualche secondo a studiare quella nuvola danzante si incamminò in quella direzione.
    Le sue palpebre si aprirono come un bocciolo notando l'insegna. Con l'entusiasmo di un bambino che ha appena trovato uno shiny, Sam si tuffò dentro all'edificio passando attraverso la porta scivolante. Cercando di trasferire il peso da un piede all'altro il ragazzo arrivò al centro della stanza dove, sorridendo, si sarebbe rivolte al primo membro del personale che avrebbe trovato disponibile «Buongiorno signore, vorrei comprare qualcosa che non mi faccia morire al primo schiantesimo! Grazie mille ♥»
    Detto ciò, Sam avrebbe distolto lo sguardo per guardarsi attorno. Le armi avevano catturato la sua attenzione e fu solo il timore di doversi spogliare per prendere le misure a riportarlo a terra. Ancora una volta il suo stomaco si strinse e le sue mani scivolarono nelle tasche percependo qualcosa di ruvido e appiccicoso "Mi ero scordato di essermi portato delle caramelle con me. Magari a questo signore farebbe piacere averne una."

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    Non omnes arbusta iuvant humilesque Myricae
    ©Scheme Role by Amphetamines' - Vietata la copia anche parziale.


    Role di Sam per comprare degli abiti scudo
     
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    Philipp Garlic
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    "Bella l'accademia di stocazzo, eh?" Brugnir poteva anche essere uno dei migliori fabbri al mondo, ma sicuramente non era uno dei più a modo, come chiarì anche il sonoro tintinnio della sua sputacchiera, uno strumento decisamente poco raffinato, ma che Philipp si era ben guardato dal togliere all'uomo, preoccupato di doverne poi prendere il posto, specialmente in quelle situazioni.
    "Non rompere, vecchio di merda, non è piaciuto né a me né a te né a Sigurd, ma porco Odino gliel'ha ordinato quella stronza di Victoria: cazzo doveva fare, dire di no e far venire i ministeriali, qui?" in effetti la finezza non era propria neanche di casa Garlic e quel colorito scambio di battute ne era la prova.
    "Sono ragazzini pestiferi e viziati, se ci andava da solo li ammazzava tutti, che avrebbe anche fatto un bene all'umanità, ma poi sai che rottura di coglioni con il Ministero?" ammise lui, allargando le braccia "Nonci volevo andare. ME-LO-HA-ORDINATO, vecchio di merda, sturati quelle cazzo di orecchie!"
    Una discussione interessante, non trovate? Non avreste voluto essere lì, magari da non-denrisiano ed assistere al fuoco incrociato? No? Oh beh, Samuel non poté scegliere: aprì la porta e quella era la situazione.
    "Chi è?!" chiese lui decisamente alterato, volgendo uno sguardo rosso di rabbia alla porta, cogliendo il cliente e notando il suo spaesamento 'Ah, fantastico, ci mancava il foresto che si è perso!' si disse lui, nel mentre il vecchio puntava il ragazzino e sputava nella sua sputacchiera.
    Lo guardò ancora e ripeté il gesto, quindi se ne andò, nel mentre il prezioso strumento in ottone iniziava a zompettargli dietro.
    Philipp sospirò e si portò al bancone, osservando la porta che dava sullo studio nel retro chiudersi. Ascoltò la richiesta del cliente e soffiò l'aria dal naso manco fosse un toro "La palestra è al porto, ragazzino. O nella stramaledettissima arena accademica, se impari ad usare quel cazzo di tablet" gli disse lui, cordialissimo "Se invece sei in cerca di un miracolo vai dai druidi"
    Non c'era che dire, Phil sapeva mettere a suo agio le persone, non trovate?
    Indossava un completo nero da battaglia, quel giorno (forse perché si era preparato a bisticciare tutto il giorno con il suo datore di lavoro). Si sistemò i capelli ed osservò il ragazzo "Non sei sicuramente un Dioptase" disse lui, aggirando poi il bancone ed afferrando per il ragazzo uno scudo tondo di medie dimensioni (un metro di raggio) in legno, con lacci in cuoio e placcato in oro "Ottima difesa e incantato con una benedizione che aumenta la resistenza: ideale per chi non vuole svenire al primo starnuto" affermò lui, completamente fuoristrada, non essendo in effetti abituato a vendere abiti scudo (per quanto fossero in listino).
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    Samuel Starosta
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    Le pupille si dilatarono notando le armi e il suo sorriso si fece ancora più largo udendo il nome di Victoria. Quella donna era veramente in gamba e Sam avrebbe voluto diventare forte quanto lei per salvare quante più vite possibili. Sebbene non l'avesse mai vista in azione, il ragazzo si immaginava che la preside facesse proprio questo tra un consiglio con i docenti e altro.
    Quando il vecchio Brugnir sputò nella sua sputacchiera, Sam ne ammirò la mira e trovò curioso quanto una singola sfera di catarro potesse fare rumore. Poi toccò a Philip. L'aspirante Auror non si accorse minimamente dello sbuffo che avrebbe potuto intimorire persino un Auror già formato (Sempre che quest'ultimo non fosse rimasto già intimorito dalla braccia muscolose quanto quelle d'un orso). Al contrario, Sam inclinò il capo verso destra studiando prima l'occhio destro, poi quello sinistro e poi ancora quello destro "Ma sono di due colori diversi. Che cosa carina."
    Quando poi il suo lento cervelletto finì per processare anche le parole di Philip, Sam rimase colpito dalla sua gentilezza. Quel denrisiano gli aveva appena indicato dei luoghi che, sebbene conoscesse, gli avrebbe fatto piacere rivedere. E con quanta passione, tra l'altro, quel fabbro doveva essere veramente gentile.
    «Sono spagnolo» Rispose il ragazzo, aspettando qualche secondo prima di portare il palmo alla fronte «Ah, no, Ametrin. Hai buon occhio! Funzionano entrambi, giusto?»
    Sam si morse un labbro assottigliando le palpebre per mettere a fuoco Philip «Oh, ma è carinissimo.»
    Il tirocinante fece un passo verso l'aspirante fabbro per poi chinarsi in avanti ed osservare lo scudo che aveva afferrato per lui. Rimase qualche secondo a studiarne i bordi e le placche in legno per poi realizzare che, forse, portarsi in missione qualcosa di così ingombrante sarebbe stato un problema «Signor Fabbro, è bellissimo! Però vorrei qualcosa da poter indossare sotto i miei vestiti, ecco, per portarlo con me senza essere notato.»
    Poi, con quello stupido sorriso stampato sulla faccia, si sarebbe voltato verso il cacciatore di vampiri allungando la mano destra verso nella sua direzione. Se il denrisiano avesse accettato il gesto, avrebbe facilmente capito dalla stretta quanto l'ex ametrino mancasse di personalità «Comunque piacere, io sono Sam. Sam Starosta.»

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    Philipp Garlic
    Predone | 26 anni
    'Questo vive sulla luna peggio del solito'
    L'opinione circa gli inglesi di Philipp non era delle migliori, era risaputo in tutto il regno (?), tuttavia Samuel, col suo modo di fare stava raggiungendo nuovi picchi: aveva quell'aria beata, trasognante, che davvero avrebbe preso a sberle, non perché preferisse i musoni, ma... no, ok, preferiva i musoni, MA il problema era proprio l'approccio a lui, alle cose in generale, troppo lasso per i suoi gusti, cosa che si traduceva nel fatto che l'altro non reagisse come lui voleva o si attendeva, il che lo infastidiva.
    Lo infastidiva il suo sorriso, il suo sguardo, il suo non temerlo in generale, che, per un ego fragile come il suo, equivaleva ad una messa in discussione. Lo infastidiva anche il suo essere spagnolo 'E sticazzi?' pensò quando l'altro comunicò quel dettaglio, al quale egli non risposte neanche con un gesto del capo, sia perché lui stava parlando delle casate di Hidenstone, sia perché per lui Spagnolo o Inglese era la stessa merda. Annuì invece quando l'altro ammise di essere un Ametrin "Con Tessa Grey e Erik Foster: vi è andata di lusso ad avere una mollacciona come Calypso come responsabile." commentò lui, convinto, al 100%, che lui andasse ancora a scuola.
    'Vediamo di sbrigarcela alla svelta' non erano lì per chiacchierare (del resto chi mai avrebbe chiacchierato con Phil? Nel senso, questo umile narratore avrebbe voluto fare mooolte cose con lui, ma certamente parlare non era in cima all'elenco ecco... (?)) ed infatti rapidamente, su stimolo del biondone, entrarono in argomento acquisti: si parlò di difese. Philipp mostrò un paio di scudi al ragazzo, curioso di capire come e cosa volesse farsene, ma apprese ben presto come questi puntasse a tutt'altro genere di difesa "Ah, vuoi abiti scudo" affermò lui, con l'entusiasmo con cui generalmente i ragazzi, a scuola, accoglievano un docente quando annunciava un compito a sorpresa.
    Parlando di scudi si era fatto quasi loquace, il ragazzo, ma gli abiti scudo non erano tra le sue cose preferite, cosa che lo accumunava a Brugnir; da lì il suo scarso entusiasmo, che lo portò dietro al bancone, di nuovo, a prendere da sotto di esso alcuni abiti, cominciando da una serie di maglie e magliette.
    "Siamo un'armeria. Non ne abbiamo molte, non ne abbiamo di tanti tipi e se le vuoi colorate vediamo cosa riusciamo a fare" chiarì lui le poche regole necessarie, aprendo quella che sembrava proprio una felpa nera girocollo "Questo è un abito scudo classico: riduce in una certa misura il danno subito. Qualsiasi magia ci sbatta sopra, anche colpi fisici" chiarì lui.
    Aprì quindi una dolcevita, sempre nera "Abbiamo poi gli abiti elementali e sigillanti: i primi assorbono parzialmente un elemento, i secondi una classe magica" spiegò, mostrando poi anche un paio di jeans "Costano di più, sono più efficaci, ma solo su una data categoria. Gli abiti scudo classici funzionano meno ma funzionano su tutto. Ti possono andare bene?"
    L'entusiasmo era sempre il medesimo, ma almeno aveva occhi solo per l'altro, per quanto, storcendo la bocca, si trovò davanti la mano dell'altro senza alcuna voglia di stringerla. Lo fece comunque "Philipp Garlic" affermò lui, stringendola con tutta la sua forza.
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    Samuel Starosta
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    The world is full of magic things, patiently waiting for our senses to grow sharper.
    Sam inclinò il capo udendo le parole del signor fabbro. Dunque il suo indice cominciò a sbattere sul mento in modo sostenuto. Erik Foster? Chi era? E Calypso? E poi l'unica Grey che conosceva faceva la studentessa solo in qualche film. Mentre queste domande turbinavano nella mente del tirocinante l'unica cosa che quest'ultimo riuscì a fare fu annuire. Il signor fabbro sembrava sapere la sua e Sam non poteva conoscere tutti.
    Il sorriso si fece ancora più largo udendo tutte quelle informazioni su scudi e protezioni. Sam cercò di ricordarsi ogni singola parola del signor Fabbro ma era tutto così complesso. Addestrandosi come auror, il ragazzo aveva avuto modo di maneggiare scudi e armi eppure della loro fabbricazione sapeva ben poco. Amava usarli, ma saperli creare era un discorso molto più complesso. Dunque, se il volto di Philipp assunse l'entusiamo di uno studente che apprende di un compito a sorpresa, quello di Sam assunse le sfumature di uno studente che viene a sapere di uno sciopero dei bidelli che lo avrebbe fatto restare a casa nel giorno del compito stesso «Uaaa, ma sai tantissime cose!»
    Le pupille di Sam si dilatarono tra una spiegazione e l'altra diventando due enormi buchi neri quando il signor fabbro tirò fuori quei stupendi abiti scudo. Fin da subito la felpa nera conquistò lo spagnolo che iniziò a toccarla con la punta dell'indice per poi avvicinare il naso in modo da percepirne l'odore. Il colore era perfetto, Sam lo aveva imparato con gli anni. Il bianco e i colori simili, delle volte, lasciavano intravedere l'ombra deforme che il ragazzo si portava sulla schiena. Al contrario, il nero era un'armatura al di là del materiale che lo componeva «È bellissimo! Per il colore credo che vada benissimo il nero! Però forse lei ha più occhio? Mi starebbe meglio un altro colore? Cioè, non so, di Estate mi abbronzo facilmente quindi divento più scuro. Oh, e comunque con che materiali sono fatti? Ferro incantato? Cotone incantato? O altro?»
    Dopo aver ripreso fiato, Sam iniziò ad ispezionare anche il dolcevita. Era stupendo per i suoi gusti però le missioni che avrebbe dovuto affrontare erano rischiose. Difficilmente avrebbe saputo il tipo di incanto da cui si sarebbe dovuto proteggere. Al contrario, un oggetto del genere sembrava più adatto per i denrisiani abituati a scontrarsi con animali marini «È bellissimo anche questo! Credo che l'abito scudo, poco efficace ma efficace con tutto, si adatti più facilmente ai miei bisogni! Grazie comunque.»
    Detto ciò, finalmente l'apirante auror ebbe modo di conoscere il nome del signor Fabbro. Quando la mano esperta di Philip si chiuse su quella delicata di Sam, l'arto sembrò avvolto dal fuoco mentre delle fitte gli penetrarono fino alle ossa come chiodi roventi. Eppure, mentre qualcuno sano di mente avrebbe ritratto il braccio, Sam si limitò a fissare dritto negli occhi il signor Garlic, regalandogli il sorriso più luminoso della giornata.

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    Philipp Garlic
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    'Perché non lo impalo con la mia alabarda e lo appendo sul pennone della mia drakkar a monito di come gli inglesi non debbano venire a rompere il cazzo?' il fatto che fosse spagnolo, in fondo, a Philipp non importava poi molto "Fa lo stesso." disse infatti laconico, all'osservazione di questi, osservando anche il suo picchiettarsi il mento.
    Dicevamo, appunto, perché non lo aveva ancora scotennato? Beh, perché, in fondo, tra i denrisiani, lui era uno dei più bigotti, ma anche dei più buoni 'E i soldi sono soldi... anche se sono inglesi' o spagnoli: come si era già detto, era indifferente!
    Spiegò all'aspirante auror degli scudi e poi fece lo stesso per gli abiti scudo, incontrando il clamore dell'altro "E' il mio lavoro" rispose prontamente lui a quella profusione di complimenti, anche se involontariamente aprì comunque un sorriso, segno di come comunque avesse apprezzato (e forse ne volesse di più).
    'Beh, forse è una donna inglese nel corpo di un uomo troppo magro e scheletrico per avere un cazzo tra le gambe, ma non cretino completo' ovviamente i complimenti avevano sortito il loro effetto, ma ciò che davvero stava muovendo il Cacciatore era il suo approccio alla sua merce: poco estetico, molto pratico, al punto che persino il colore incontrò i suoi gusti. Quando l'altro ammise di amare il nero annuì "Il nero è il colore più pratico e sicuro: nasconde anche molto bene il sangue" fece presente lui, folgorando con lo sguardo brevemente l'altro quando affermò che lui dovesse avere più gusto di lui "Tirei che ti si addicerebbe il rosa!" ringhiò quasi, sarcastico a tratti, servendo lì un congiuntivo di un verbo aulico come se fosse routine, tradendo, come spesso accadeva quando si inferociva, la sua cultura opportunamente omessa nella vita comune.
    Mostrò i capi al ragazzo, li distese tutti sul bancone, quindi risposte alle sue osservazioni "Tessuto incantato: lana o cotone" spiegò lui brevemente, offrendolo all'altro perché lo toccasse "Guanti e stivali sono invece rigorosamente in cuoio di prima fattura"
    Spiegò i materiali e le proprietà magiche e il ragazzo scelse quello di fattura più intermedia. Il biondone annuì "Ok, sono cinquanta galeoni a pezzo: puoi acquistare una maglia, dei pantaloni, un paio di guanti o un paio di stivali. Ci sono vari modelli, scegli quello che stracazzo vuoi" era comunque un denrisiano, ogni tanto doveva essere scurrile "Ma non chiedermi la taglia: sono estensibili, se non ci credi ti faccio vedere che stanno pure a me" ammise lui, in conclusione, fissando il ragazzo quasi con sfida, sollevato che quell'acquisto stesse giungendo alla conclusione.
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    E' l'ultimo post per te: acquista quello che vuoi e poi dì pure che lasci il locale ;) poi chiudo io col mio post
     
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    Fu semplice per Sam fraintendere l'assottigliarsi degli occhi del signor Garlic - intento a fulminarlo - come uno strizzamento di palpebre per vederci ancora meglio. Il fabbro stava sicuramente analizzando la pelle dello spagnolo allo scopo di trovare un colore che si adattasse bene al suo tono e al suo contrasto. Quando dalle labbra del fabbro uscì la parola "rosa", Sam ebbe la conferma che entrambi gli occhi di quel signore funzionassero a meraviglia. In effetti, a Sam il rosa era sempre piaciuto. Era un colore mite e tiepido che gli stava particolarmente bene addosso «Vero? Lo penso anche io!»
    Tuttavia, di rosa esistevano milioni di tonalità mentre di vero nero ne esisteva solo una. Era un colore che il ragazzo apprezzava perché risultava un "porto sicuro". Qualsiasi colore andava bene con il nero. Tranne alcune tonalità di blu, solo i criminali indossano il nero con quel tipo di blu.
    Quando poi vide quegli stivali la bocca del ragazzo finì per spalancarsi. Il modello che aveva adocchiato ricordava, per quanto ne potesse sapere un fabbro di Denrise, i chelsea boots resi famosi da una band londinese quasi mezzo secolo fa. La mano sinistra del ragazzo scivolò sotto la suola di gomma mentre l'indice e il medio della mano destra cominciarono a disegnare cerchi sulla tomaia in cuoio. Il peso sembrava ragionevole e così la qualità. Le rifiniture interne sembravano così perfette da ricordare la struttura naturale di alveari o fiori. Inoltre, l'idea che si potessero estendere in base all'utilizzatore lo eccitò ancora di più. Il ragazzo aveva un piede molto più grosso della norma e trovare delle scarpe che riuscissero a cingerlo in modo perfetto senza problemi era un'occasione più unica che rara.
    Eppure, forse per curiosità, i suoi occhi si posarono sulla maglia e poi sulle braccia di Phil. In quanto fabbro, il signor Garlic avrebbe dovuto avere il braccio dominante più muscoloso dell'altro. «Estensibili? Che magia avete usato per ottenere questa proprietà? Comunque, si, boh, cioé, non so, provi quella maglia. Sembra molto stretta, sarei curioso di vedere se può adattarsi persino alla sua muscolatura così pronunciata.»
    Se il fabbro lo avesse fatto, Sam si sarebbe goduto lo spettacolo arrossendo in volto per poi distogliere lo sguardo. Dunque, il tirocinante avrebbe indossato con piacere il paio di stivali da lui selezionato -Garlic permettendo- in modo da testarne il comfort. Infine, si sarebbe rimesso le sue scarpe per poi avvicinarsi alla cassa e lasciare i cinquanta galeoni richiesti assieme a qualche foglia arrotolata, contenente caramelle alla liquirizia e alla menta, e due bustine di tè ai mirtilli.
    «Ah, e comunque si, il nero nasconde bene il sangue privando l'avversario della speranza di vincere da un momento all'altro. Eppure, mostrargli le ferite allo scopo di fargli abbassare la guardia per poi strappargli vita e speranza mi è sempre sembrato molto più efficace» Sam si portò un dito sul mento fissando il pavimento come se quelle parole non fossero le sue. Dunque scrollò le spalle per poi salutare con la mano sia il signor Garlic che il signor Brugnir prima di scomparire dalla porta di ingresso «Grazie di tutto! Buona giornata, prima o poi tornerò a fare altre compre! Oppure a testare queste armi, sempre che a lei vada.»

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    Philipp Garlic
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    Perché Philipp aveva assottigliato lo sguardo? Stava cercando la corretta nuance per la tonalità di pelle del ragazzo, stava cercando di incenerirlo che Ciclope poteva accompagnare solo, oppure, ancora, stava chiedendosi se esistesse sulla terra miglior anello di congiunzione tra uomo e donna?
    'Migliore... peggiore al massimo!' si disse lui, rispondendo forse parzialmente alla domanda di cui sopra, del resto il Cacciatore era sempre stato incline ad odiare tutto di tutti.
    "Vedi che sono un fabbro coi controcoglioni?" rispose con sarcasmo all'ingenuità del ragazzo 'Questo è scemo completo' si disse bollandolo ancora più di quanto avesse già fatto, anche se poi, nel prosieguo della conversazione, dovette ricredersi un poco 'Aspetta un attimo...'
    Capiamoci, non è che di colpo lo reputasse un genio, ma Phil era un Cacciatore, uno con lo sguardo comunque attento ai dettagli ed era difficile non riconoscere mani esperte e domande intelligenti: il ragazzo poteva anche aver parlato di colori e futilità, di abiti da tenere sotto ai propri per sicurezza, ma le domande tecniche non gli erano sfuggite, così come il suo tocco sugli stivali, chiaramente non di uno che esaminava l'estetica, ma quanto la foggia 'Forse per essere un inglese testa di cazzo non è così male... come cliente' si disse lui, incrociando le braccia, lasciando all'altro il tempo che gli occorreva, sollevando quindi un sopracciglio non tanto alla sua domanda, quanto come, ancora una volta, avesse preso un po' troppo alla lettera una sua battuta.
    Lo fissò alcuni istanti, poi contò mentalmente fino a tre 'E' un cliente... e probabilmente se io gli spiego capisce anche il cazzo che dico' che era molto più di quanto si potesse dire del 50% dei denrisiani. E poi, sotto sotto, era anche carino, ma quel pensiero non sfiorò mai davvero la coscienza del biondone, essendo lui troppo chiuso e inquadrato per concedersi di provare attrazione per un ragazzo del genere.
    "Inglesi di poca fede" sospirò quindi, togliendosi dapprima la maglia da battaglia, rimanendo con una canotta nera, al che afferrò la dolcevita, notando l'arrossire dell'altro, cosa che comunque gli fece girare gli occhi al cielo "Sei un cazzo di uomo o una femminuccia? Mi hai chiesto di farti vedere che si adatta e quindi guardami"
    Sadicamente si tolse anche la canottiera e quindi, a petto nudo, affondò le mani nella dolcevita "In questa forgia usiamo due sistemi per rendere elastici gli abiti" avrebbe ammesso lui, infilando le mani nelle maniche "Gli abiti meno preziosi, come le divise da battaglia senza particolarità, sono incantate con rune che rendono permanenti modifiche all'elasticità. Per abiti più di lusso o aderenti, come questa dolcevita, usiamo il Rito di Miglioramento Magitecnico trasferendo le proprietà della pelle dell'occamy nei capi" chiarì lui, indossando solo quel punto la maglia, che in effetti gli calzava comodamente, tanto che gonfiò anche un bicipite, per far vedere come esso reggesse perfettamente "Convinto ora?"
    Si tolse la maglia e rimise le proprie cose, nel mentre l'altro, alla fine, decideva di acquistare gli stivali precedetemente adocchiati "Ah, quindi mi hai fatto vestire solo per divertimento" fece notare lui, forse stuzzicandolo un poco "La prossima volta ti faccio provare tutto sulla tua pelle direttamente..." ringhiò, anche se più che arrabbiato sembrava divertito dalla reazione del ragazzo 'Mammoletta' si diceva lui infatti, prendendo i cinquanta galeoni e vedendo il ragazzo trottare fuori, salutandolo alzando una mano "Se non mi fai spogliare a caso e spendi soldi, torna tutte le stracazzo di volte che vuoi" chiarì lui, vedendo la porta che si chiudeva e tornando al proprio sgabello, afferrando una spada a caso per controllarne il filo.
    RevelioGDR

    Grazie per il bell'acquisto. Come ti dicevo, chiudo io.
    Un abbraccio
     
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