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.Stava ancora cercando di prendere la sua biancheria quando dietro Jean apparve una figura inquietante e a dir poco amichevole.
Gyll aveva sentito parlare di quella gente che era venuta a sostituire i loro docenti, e che il sostituto di Ensor fosse inquietante quasi quanto lui, tuttavia non aveva avuto a che fare con il denrisiano per tutto il tempo in cui loro giravano per l'accademia ma quando lo vide dietro Jean, la mezza veela sgranò gli occhi e smise di saltellare verso la sua mutandine, sbiancando prima ancora che Philipp potesse dire qualcosa.
Cercò di fare qualche passo indietro, facendo segno a Jean di voltarsi, però non riuscì ad avvisarlo prima che quella frase del predone annunciasse la sua presenza alle spalle del concasato.
Gyll sentì un brivido lungo la schiena e prontamente cercò di dare una spiegazione plausibile a quel che stavano facendo «Pixie mi ha rubato le mutandine e Jean le ha trovate e... Me le stava per dare. Vero, Jean?» il ragazzo che si era voltato per trovarsi faccia a faccia con il predone scosse la testa dicendo un semplice veramente no di cui si pentí subito dopo quando sentì un calcetto di Gyll vicino il piede destro «Eheheh.. Che mattacchione, Jean.» - la voce le tremava appena, gli occhi non si staccavano dal volto di Phil «Ridammela» - mormorò la ragazzina con un finto sorriso sul volto.
Non voleva sicuramente scoprire se quel denrisiano fosse anche solo un minimo simile ad ensor anche nelle punizioni, quindi stava cercando di fare il possibile per risolvere la questione senza far perdere le staffe all'uomo.
Tentò di nuovo di prendere le sue mutandine, ma Jean le spostò nuovamente «Non credo sia vietato prendere in giro una propria amica, vero? » - domandò sfacciato al predone.
Gyll sgranò gli occhi e quasi voleva scomparire. Cercò quindi di trovare coraggio e fare qualche passo in avanti per mettersi tra Jean e Philipp «Guardi, professore? Dottore? Avvocato? Insomma... Lei... Io e Jean stiamo sicuramente risolvendo la situazione. Che ne dice se... Beh, se adesso io magari regalo le mie mutandine a Jean così me ne torno in stanza e abbiamo risolto tutti?» - sorrise timidamente, la mezza veela, anche se in cuor suo non voleva minimamente cedere i suoi slip al ragazzo che invece se ne stava ridendo e bonfochiava un fifona fingendo una tosse.Gyll McKenzy"Non puoi attraversare la vita, cercando di non farti male."Black Opal, II anno"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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.All'arrivo di Philipp, il sangue nelle vene della mezza-veela si raggelò all'istante. Ma Jean non sembrava pensarla a questo modo, forse perché aveva l'abitudine di fronteggiare chiunque avesse davanti con la sua faccia da spocchioso. Jean faceva spesso degli scherzi a Gyll, ma finivano immediatamente e la prendevano a ridere entrambi. Tuttavia, quel giorno sembrava voler andare oltre il limite che aveva sempre avuto.
Solitamente non erano mai arrivati al far giungere Ensor, consapevoli entrambi che il docente li avrebbe puniti duramente. Forse il fatto che Jean sapesse che Ensor non era presente, lo aveva spinto a credere che il suo sostituto non fosse poi così tanto in grado di gestirli. Invece, specchiandosi nello sguardo di Philipp, Gyll si era completamente raggelata.
Annuì appena «Io sono Gyll.» - mormorò appena, con una piccola vibrazione nella voce che sembrava quasi un tremore e un tono molto basso e affievolito.
Si spostò, rabbrividendo al suo tocco. Si godette la scena, voleva quasi ridere per la lezione che Phil stava dando a quel ragazzino, ma non lo fece per paura di godere anche lei dello stesso trattamento.
Ancora si bloccò il respiro quando un altro sguardo di Philipp venne concesso alla mezza-veela. Poi sussultò ancora alle sue parole rivolte al ragazzino e... un paio di calzini? Aveva davvero trasfigurato Jean in un paio di calzini?
Sul volto sorpreso di Gyll, si allargò un sorriso quasi di serenità, come se qualcuno, per la prima volta l'avesse difesa come si deve. Non era certa che si potessero usare incantesimi sugli studenti, ma al momento questo non era di suo interesse.
Prese la sua mutandina rapidamente, quando le venne ordinato, quidni la mise in tasca e annuì diverse volte, con gli occhi stretti.
Poi quando annusò l'idea che il cacciatore potesse andar via, Gyll scattò sull'attenti «P-Philipp, giusto? Può aspettare un attimo?!» - cercò di allungare una mano verso il braccio del cacciatore, quasi d'istinto, senza pensare che il predone avrebbe potuto staccarglielo a morsi «Voglio diventare come lei.» - sbottò all'improvviso, come se stesse cercando un modello da seguire. Poveretta, che modello orribile aveva scelto.Gyll McKenzy"Non puoi attraversare la vita, cercando di non farti male."Black Opal, II anno"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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.Dovette guardarsi attorno, per capire che nessuno degli studenti lì presenti aveva realmente voglia di rispondere a quell'invito che Philipp Garlic stava facendo loro. Gyll tornò a guardare i calzini. Tuttavia, tra gli Opali si fecero avanti due ragazzi che sembravano aver preso la cosa quasi come una liberazione e un divertimento. Uno di questi sembrava moto più propenso all'idea di camminare con il proprio compagno ai piedi e Gyll si chiedeva che sensazione si potesse mai provare a fare una cosa del genere. E poi, chi mai l'avrebbe detto che Jean potesse diventare un paio di calzini?
Sussultò sentendo l'offerta di bere con lui, fatta al ragazzo che aveva vinto il trofeo e Gyll si chiese se tutto quello fosse realmente possibile. Insomma, Ensor non aveva mai trasfigurato nessuno dei suoi studenti e nemmeno aveva offerto da bere. Poteva farlo? Per un attimo Gyll si chiese come sarebbe stata la scuola se al posto di Ensor, ci fosse stato sempre il cacciatore denrisiano. Vedeva - nella sua testa - i Black Opal diventare ligi alle regole e non dare fastidio più a nessuno, ma non per il timore di una sgridata dalla Burke, ma per la fine che avrebbero fatto una volta entrati nello studio di Garlic. Forse avrebbe potuto anche far di loro un bersaglio umano, chi lo sa. Scosse il capo, per cancellare quell'idea malsana e terrificante dalla sua testolina, per tornare lucida e sul presente, che era molto più fiorente di una realtà alternativa con Philipp a capo dei B.O.
Però quei punti li aveva assegnati davvero, era davvero motivante nel fare quelle cose strane. Gyll iniziava ad osservarlo con occhi diversi, come se fosse qualcuno da cui prendere ispirazione. Un'ispirazione che da Ensor ancora non aveva trovato, forse perché molto più scostante nel girare intorno al docente, per qualche suo timore.
Una volta messa via la biancheria, quasi iniziava a sentirsi un po' meno a disagio di prima. Fu forse questo il motivo per cui decise di tentare di fermare il cacciatore, a suo rischio e pericolo, addirittura fermandolo per il braccio.
Se la mezza-veela avesse ancora avuto il braccio attaccato, sarebbe già stata una favolosa notizia, ma Gyll ci pensò dopo all'evenienza di rimanere mutilata per aver toccato il predone. Sentì gelare, infatti, la mano quando il sostituto di Ensor la folgorò con lo sguardo, che valeva più di mille parole. Si sentì osservata e quasi sotto valutazione, da quello sguardo freddo che le viaggiava addosso.
Sgranò gli occhi a quella domanda e sbattè le palpebre più volte? «Chi?!» - rispose quasi con un'espressione confusa. Ritirò di scatto la mano, sotto quello strattone e strinse un piccolo pugnetto.
Chinò lo sguardo alle sue parole, quindi digrignò appena i denti. Gli occhi si fecerò lucidi, alla mezza, ma cercò di ricacciare indietro le lacrime «NO!» - urlà con lo sguardo ancora calato a terra e i pugni lungo le braccia. Sollevò le iridi di ghiaccio a cercare di sostenere lo sguardo di Philipp, con il cuore che le batteva all'impazzata, in gola «Non andrò da nessun professore! Loro sono capaci di insegnare, ma sono anche tenuti a farlo e ad essere comprensivi anche quando sbagliamo. Io... io voglio imparare da te! E non mi importa se ti rompo le p-palle» - sembrava quasi come se avesse detto una parola vietata «Verrò a bussare alla tua porta anche se me la chiuderai in faccia ogni giorno. Voglio essere come te.» - ok, ora poteva anche svenire. Le gambe, infatti, si erano fatte mollicce per aver tentato di imporsi davanti a quell'uomo.Gyll McKenzy"Non puoi attraversare la vita, cercando di non farti male."Black Opal, II anno"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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