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.18 YO ✕ Dioptase ✕ Big bro“NEVER TRUST ANYONE TOO MUCH, REMEMBER THE DEVIL WAS ONCE AN ANGELQuel pomeriggio, Cameron, si stava veramente annoiando. Possibile che non vi fossero altre cose interessanti da fare, in quell'Accademia, quando non c'erano le lezioni? Tipo una palestra; sì gli sarebbe stata davvero utile per tenersi in allenamento in modo diverso dall'uscire a correre ogni mattina all'alba -quando riusciva a svegliarsi- e ritrovarsi congelati.
Avrebbe potuto esplorare il castello visto che, ad essere onesti, non aveva mai mostrato molto interesse per quell'attività, quindi in tutta probabilità non lo conosceva nemmeno per un quarto, quindi perché no? Piuttosto che stare chiusi in quella sala comune piena di concasati noiosi e scocciatori, l'esplorazione era quasi un'opzione piacevole. Prese quindi Axe sulla spalla e si diresse fuori dalla sala comune, ignorando chiunque tentasse di rivolgergli la parola. Una volta fuori, il magnifico silenzio lo avvolse; un toccasana per le sue orecchie martoriate da inutili e continue chiacchiere senza senso. Quindi, a passo lento, si diresse verso l'ala est. Non sapeva esattamente per quale motivo, eppure era all'opposto del dormitorio dioptase, quindi perché no?
Mentre camminava, osservava ogni dettaglio di quella scuola, anche se presto ben altri pensieri gli si fiondarono nella mente. Come sarebbe stato camminare in quei corridoi, tra quelle mura, con Arya? Cam era abbastanza certo che sarebbe stata smistata tra gli Ametrin per la sua bontà, la sua dolcezza... un po' come Mia Freeman. Già, la biondina le ricordava in un modo allucinante sua sorella, forse era davvero per quello che non riusciva a starle lontano, che non aveva mantenuto la promessa fatta prima del ballo di lasciarla in pace. Era più forte di lui, non riusciva davvero ad ignorare quella ragazzina che, giorno dopo giorno, si stava insinuando nella sua testa in modo man mano sempre più radicato e, probabilmente, non sarebbe mai più riuscito ad allontanarla. Anche se non era sicuro di volerlo, non era affatto sicuro di voler Mia fuori dalla sua vita. Con questi pensieri che gli stavano vorticando in testa, quasi andò a sbattere contro la porta della torre dell'orologio. Come ci era arrivato? Non ne aveva propriamente idea, ma ormai era lì, tanto valeva entrare. La spinse lievemente con le nocche e questa si aprì con un sinistro cigolio -un po' come tutte le porte in quella scuola- palesando alla sua vista una scalinata che saliva verso l'alto. Ora che la tecnologia stava avanzando anche nel mondo magico, costava così tanto mettere dei dannati ascensori? E poi si chiedono perché gli studenti tardano a lezione... sbuffando, salì gradino dopo gradino finché gli si aprì davanti agli occhi una stanza. Non ricordava di esserci mai stato. Lasciò una carezza sul pelo di Axe -che gli stava graffiando tutto il collo con le sue piccole unghiette- e si guardò in torno, finché una voce lo fece voltare verso una direzione precisa. Oh, Lightcoso disse, puntando le sue iridi nocciola verso l'Opale che si trovava già là. Ma davvero? In tutti i posti in cui poteva andare, proprio là? Sbuffò sonoramente. Non hai proprio nulla da fare? Tipo andare ad abusare del tuo potere da prefetto su qualcuno? chiese, alzando gli occhi al cielo. Dopo tutte le scale che aveva dovuto fare per arrivare fino a là, non aveva nessuna intenzione di andarsene.[code by psiche]
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.18 YO ✕ Dioptase ✕ Big bro“NEVER TRUST ANYONE TOO MUCH, REMEMBER THE DEVIL WAS ONCE AN ANGELQuel giorno, Cameron, non aveva nessuna voglia di parlare con qualcuno, quindi aveva pensato che la torre dell'Orologio potesse essere il luogo perfetto dove rimanere in pace e tranquillità da solo con Axe a pensare. Pensare come fosse colpevole della morte di sua sorella, come se lui fosse stato più svelto e avesse saputo nuotare, avrebbe potuto salvarla. Come non era stato in grado di proteggere sua madre da quel mostro che era diventato il padre. Pensare ai suoi sentimenti per Mia che non sapeva né definire né gestire, pensare... a Jamie. Insomma, era un periodo buio per lui -ma lo era da sempre- e di tutto si poteva aspettare, ma non un confronto con il prefetto degli Opali. Per lo meno, il maschio. La prefetta non la vedeva da un bel po' ed era un peccato, aveva davvero un bel culo.
Certo, provava qualcosa, sebbene non capisse cosa, per la Freeman, ma ciò non gli impediva di certo di farsi qualche bella ragazza; in fin dei conti, la scuola ne era davvero zeppa. Forse era una delle pochissime cose belle che l'Accademia aveva da offrire. Quindi, al massimo, sperava di trovarci qualche donzella, non certo qualcuno del suo stesso sesso.
Non che fosse omofobo, ma passare il suo tempo in compagnia di un altro, non gli sembrava l'opzione migliore. E, come al solito, lo apostrofò con il suo fare arrogante e presuntuoso.
Le sue labbra si distesero in un sorrisetto freddo, mentre ascoltava le sue parole. Vogliate scusarmi, prefetto Lighthouse! Spero accettiate le mie scuse lo canzonò, per poi ridacchiare, ma senza vera allegria. Non gli conveniva usare la sua autorità su di lui, non era il tipo che davanti ad un prefetto se ne tornava in dormitorio con la coda tra le gambe. Era un duro, Cohen.
Ma fu la frase dopo a farlo davvero ridere, senza però reale divertimento. Davvero? Tre punti? Come farò a sopravvivere?... fammi un grande favore e stai zitto tagliò corto, volgendo poi il suo sguardo nocciola verso il panorama che si estendeva all'orizzonte.
Lo guardò avvicinarsi, cercando di fare il minaccioso. Ma serviva ben altro per intimorire Cameron. Ragazzino, io non do conto a nessuno, nemmeno ai miei di prefetti, quindi vedi di abbassare la cresta e volare basso sbuffò, posandosi con una spalla al muro vicino all'ingresso della torre.
Non ti conviene metterti contro di me, Lighthouse. Non me ne frega un cazzo che tu sia prefetto, che tu sia il migliore amico di quella mezza sega di Blake -che è talmente stupido che pur di attirare l'attenzione da fuoco a se stesso o agli altri- e che quindi per questo ti credi invincibile. Non lo sei, non sei assolutamente un cazzo di nessuno, almeno per me, quindi vedi di levare le tende o, se proprio vuoi, stai zitto in un angolino e non rompere le palle. Concluse, pacato. Per fortuna, non sentiva ancora montare la rabbia. Per ora, almeno.[code by psiche]
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.18 YO ✕ Dioptase ✕ Big bro“NEVER TRUST ANYONE TOO MUCH, REMEMBER THE DEVIL WAS ONCE AN ANGELSi stava davvero scocciando di quel ragazzino. Cameron non era un ragazzo con una pazienza infinita. Anzi, a dire il vero ne aveva ben poca. Si chiese, per un attimo, chi fosse stato quell'idiota che aveva deciso di dare ad un essere simile la carica di Prefetto. Non aveva mai visto nell'Opale, una persona adatta per quel ruolo. Lui lo considerava decisamente senza carattere, così come considerava senza carattere molte altre persone, come per esempio Ayla. Ma Lighthouse gli stava veramente dando sui nervi con quelle sue arie da superiore. Magari un volo giù dalla torre gli avrebbe fatto capire chi comandava. Ammesso che non fosse morto prima, cosa che a Cameron non è che tangesse poi così tanto.
Sostenne il suo sguardo, puntando le iridi nocciola dritte dritte in quelle di Jesse, che sembrava quasi volerlo sfidare... e forse era così. Ma Cam non si faceva intimidire da un paio di muscoli e da una spilla insignificante. Chissà se sarebbe mai diventato Prefetto, ma ne dubitava davvero. Non che lui ambisse a quella carica, anzi. Con quella stupida spilla avrebbe avuto dei compiti, delle responsabilità e un determinato comportamento da tenere che non gli si addicevano. Cameron voleva essere libero di fare quello che voleva senza sentirsi delle catene, quali erano le vesti da capetto. Sicuramente erano vesti che gli sarebbero state strette e non era certamente quello che voleva.
Quando il ragazzo levò tre punti alla sua casata, il giovane si portò la mano destra al cuore, stringendo la maglietta tra le dita. Non farmi soffrire così, ti prego replicò roteando gli occhi al cielo e sbuffando. Non siete certo più importanti degli altri studenti, anche se vi credete dio, quindi come manco di rispetto a loro, lo manco anche ad uno stupido prefetto precisò, tornando a guardarlo con altrettanta aria di sfida.
Cameron, fin da piccolo, aveva avuto un caratterino piuttosto focoso ed irascibile, però ciò era comunque messo in ombra da un lato del suo carattere molto solare e quasi gentile. Ma dalla morte di sua sorella, ogni traccia di quel precedente carattere solare, era stata spazzata via. Come una foglia autunnale veniva staccata da un albero a causa di una forte folata di vento.
Non mancò di osservare come stesse stringendo i pugni, probabilmente prossimo a tirargliene uno. Beh, ci sarebbe stato da divertirsi. Forse il dioptase non aveva un fisico chissà quanto muscoloso, almeno all'apparenza, tuttavia sapeva tenere testa a qualsiasi rissa. Ne aveva fatte davvero tante, soprattutto a Dumstrag, soprattutto con Mark come alleato.
Barnes cominciò il ragazzo è solo un coglione troppo pieno di sé, lo nomino finché mi pare per enunciare la sua dannata stupidità concluse, sistemandosi il ciuffo con due dita. Inarcò un sopracciglio quando Jesse si avvicinò a lui, ma Cameron non fece nemmeno un singolo passo indietro, reggendo nuovamente il suo sguardo. Dire che l'aria era carica di elettricità, era un eufemismo. Sarebbero potuti picchiarsi da un momento all'altro, ma Cameron aveva abbastanza sale in zucca da comprendere che, con i suoi precedenti, non avrebbe potuto iniziare una rissa con un Prefetto ed uscirne indenne... e non nel senso fisico. Però, per fortuna di tutti, Cam scattava quasi non gliene fregasse di niente e di nessuno, solo quando si trattava di Arya. Se qualcuno osava nominarla, si incazzava e parecchio. Sia che la prendesse in giro, sia che semplicemente la nominasse.
Una risata uscì dalle sue labbra altrimenti serrate. Ma non era certo una risata allegra, quanto più una risata colma di sprezzo. Se pensi che sia così poco intelligente da tirarti un pugno, così che tu possa denunciarmi ai professori e farmi dare una punizione o farmi espellere, ti sbagli di grosso, ragazzino. L'unica cosa che fece, fu portare una mano sulla sua spalla e dargli una spinta per allontanarlo da lui. Quindi, se lui non si fosse scansato o avesse opposto resistenza, avrebbe fatto forza sul braccio per allontanarlo da se stesso senza però usare la violenza vera e propria.[code by psiche]
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.18 YO ✕ Dioptase ✕ Big bro“NEVER TRUST ANYONE TOO MUCH, REMEMBER THE DEVIL WAS ONCE AN ANGELLa miglior qualità di Cameron era sicuramente quella di mettersi nei guai con le "autorità" della scuola, che fosse Hidenstone, Hogwarts o Drumstrag... cosa? Non è una qualità, dite? Beh, per Cam era una specie di piccolo orgoglio personale. Era riuscito persino a farsi togliere tre punti da uno dei prefetti più tranquilli -almeno così aveva sentito dire- della scuola. Tranquilli si fa per dire, in quell'Accademia!
Il ragazzo non distolse i suoi occhi nocciola dal ragazzo nemmeno per un secondo, chiedendosi a cosa stesse pensando e, nel mentre, sbeffeggiandolo ancora mentalmente. Il problema di Cam era che non sapeva rispettare chi di dovere, mostrandosi sempre strafottente, quasi al di sopra delle regole e di ogni persona. Ma non era sempre stato così, oh no. La vita lo aveva esasperato a tal punto da portarcelo. Non si comportava così per caso, ma perché gli eventi si erano concatenati fino a creare quel nuovo Cameron, totalmente diverso dall'innocente neonato che suo fratello aveva tentato di soffocare con un cuscino solo per fermarne il pianto. Era certo che non fosse l'unico ad aver subito disgrazie nella vita. Anche il Black Opal davanti a lui magari aveva avuto una vita con diversi avvenimenti nefasti, Cameron non poteva saperlo. Anche se era certo che c'era un sacco di gente che aveva preso ispirazione da ciò che di brutto gli era accaduto per migliorarsi nella vita. Beh, quello non era il caso di Cohen.
Una risata fuoriuscì dalle sue labbra a sentire le parole del prefetto. Ehi, ragazzino. Se fosse qui glielo direi. Ma non temere. Lo farò appena ce ne sarà l'occasione. Non ho paura. Replicò, alzando gli occhi al cielo. Mai possibile che Cameron non riuscisse a farsi neanche mezzo amico in mesi e mesi di scuola e due attentati? Sospirò. Da come ne parli, sembra che tu ne sia innamorato. Dovresti dirglielo. Ed era anche serio nel fare questa affermazione. Insomma, per una volta non lo stava prendendo in giro e il suo tono di voce era neutro, seppur sulle sue labbra permanesse quel ghigno sardonico.
Si misurarono per lunghi attimi con lo sguardo e Cameron capì ben presto quanto fosse ostinato e quanto i suoi spintoni non servissero a niente. Ma tutti a me gli svitati? pensò, facendo un passo indietro. Non lo fece per paura, certo che no, ma perché odiava avere una persona troppo vicina a sé, qualsiasi fosse il motivo. Lui doveva sempre avere controllo sul suo spazio vitale e su chi lo invadeva. E fino ad ora lo aveva permesso davvero solo a Mia Freeman.
Sospirò sentendo quelle parole. Ragazzino, attento a come parli. Anche la mia pazienza ha un limite. Minacciò. Non sapeva come sarebbe andata a finire quella serata, non poteva di certo... eppure sentiva che non sarebbe riuscito a resistere ancora a lungo alle sue provocazioni. Stava cercando di essere cauto, ma... c'era un limite a tutto.
E le sue parole non furono altro che la goccia che fece traboccare il vaso. Cam alzò il pugno, mirando proprio a colpire la faccia di quell'idiota, colpirla in pieno. Il dioptase caricò il colpo reclinando il braccio all'indietro e poi lo lasciò andare verso il viso di Jesse con tutta la forza che aveva. Indipendentemente dall'esito, avrebbe indietreggiato. Se lo avesse colpito, comunque, avrebbe sbuffato, per nulla soddisfatto. Quel coglione era troppo presuntuoso per i suoi gusti. Perché, tu non lo sei, Cameron? gli fece presente la sua coscienza. Ed in effetti era vero, Cameron era un cazzo di presuntuoso idiota.
Se invece lui si fosse difeso, parando o rimandando il colpo al mittente... beh, Cam avrebbe di sicuro incassato con dignità. Perché lui cercava di rimanere sempre a testa alta, sia quando vinceva che quando gli altri avevano la meglio su di lui. Ma cosa diamine stava facendo? Sentiva la vocetta di Arya dentro la sua testa che gli chiedeva se fosse impazzito, se pensava che fosse una buona idea e tante altre moine del genere. La verità era che non lo sapeva nemmeno lui cosa voleva fare. Aveva provato a colpirlo ma non aveva mai davvero razionalizzato quella mossa che era stata dettata puramente da un feroce istinto che si stava facendo strada dentro di lui.[code by psiche]
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.18 YO ✕ Dioptase ✕ Big bro“NEVER TRUST ANYONE TOO MUCH, REMEMBER THE DEVIL WAS ONCE AN ANGELForse davvero l'intelligenza non era una peculiarità di Cameron, almeno secondo la player. Ma, insomma, buono e zitto non ci riusciva a stare. Non riusciva a portare rispetto nei confronti di nessuno, nemmeno di chi era più grande di lui, figurarsi di un ragazzino (anche se avevano solo un anno di differenza).
La verità era che ben prima di arrivare a quel punto, avrebbe dovuto girare sui tacchi ed andarsene, non cadere nelle solite brutte abitudini e non cedere alle altrui provocazioni. Ma non ci poteva fare nulla, era una sua peculiarità che solo il tempo e la pazienza avrebbero potuto smussare, ma lui non ci stava mettendo un minimo di impegno, ecco come stavano le cose. A lui andava bene di essere quel che era, non faceva nemmeno mezzo passo in direzione degli altri!
Sbuffò alle parole di Lighthouse, inarcando un sopracciglio e sfoderando un sorrisetto davvero da schiaffi su quella sua faccia altrettanto da schiaffi. Per il castano era estremamente importante non tentennare mai davanti a nessuno, mostrarsi forte ed indistruttibile, per quanto non fosse così. Ma questo gli altri non dovevano saperlo. Sospirò. Mi dispiace, non riesco ad averne paura. Nemmeno quando me lo trovo davanti. Sì, in quel momento non c'era Barnes, ma la sua presenza era così esplosiva da non poter mancare a lungo. Se lo trovava praticamente ovunque, anche se lo osservava da lontano non sprecando nemmeno un secondo cercando di capire se fosse realmente un idiota, anche se Cameron stesso non era certo tanto meglio. Si vede che per lui provi qualcosa, dai scosse le spalle, sorvolando sulla questione che, a dire la verità, gli interessava talmente poco. Oh esclamò poi, alla sua affermazione successiva. Non sapeva proprio cosa dire... ma non perché lo avesse colto alla sprovvista, bensì perché non credeva valesse tempo spenderci una parola di troppo, quindi glissò completamente sull'argomento.
All'ennesimo scherno, proprio non resistette e il pugno arrivò, dritto dritto in direzione del viso dell'Opale, eppure...
Il ragazzo non fece un minimo accenno a difendersi, non provò a spostarsi, a parare o restituire il colpo, non subito almeno. Si lasciò passivamente colpire, quasi non avesse aspettato altro dall'inizio del loro incontro. Cam inarcò un sopracciglio, scrutandolo con i suoi occhi nocciola. Non aveva provato alcuna soddisfazione in quel pugno, forse proprio perché era stato Jesse stesso a voler essere colpito, come se non gli importasse. Inoltre non uscì un minimo suono, dalla sua bocca, che potesse recargli anche un minimo di soddisfazione. Suo malgrado, il dioptase dovette ammettere con sé stesso che aveva incassato egregiamente il pugno, senza un fiato. Ecco, forse un minimo rispetto se lo meritava... ma no, Cam non se lo sarebbe mai permesso. Ma il prefetto non perse tempo a, che so, sfiorarsi la guancia, capire l'entità della "ferita" (anche se è un termine improprio), ma contrattaccò. Cameron vide chiaramente la sua gamba muoversi, avrebbe potuto tentare di spostarsi... ma quel movimento aveva un che di magnetico, quasi fosse frutto di duri allenamenti.
Quindi gli arrivò un calcio dritto dritto al torace. Troppo forte e preciso per permettergli di evitarlo, anche se, quando si riprese, ci provò. Ma non ebbe esattamente i risultati sperati, poiché un minimo riuscì a scansarsi, ma non a sufficienza e il colpo lo prese, facendolo indietreggiare verso il muro per quanto era forte. Il ragazzo sentì per un attimo mancargli il fiato, sembrava che il suo respiro avesse appeso dentro di lui un cartello con scritto "Torno più tardi" perché in quel momento gli sembrava di annaspare sott'acqua a corto di ossigeno, ma fu solo un momento. Cameron protese le mani all'indietro, posandole sul freddo muro di pietra. Come aveva fatto Jesse in precedenza, anche lui non si lasciò sfuggire un suono dalle labbra, anche se il dolore era stato parecchio.
Passato questo momento che era parso terribilmente infinito, il ragazzo rialzò lo sguardo puntandolo su quello più chiaro di Jesse. Complimenti, Lighthouse. Dovette dire, sebbene avesse ancora quel suo ghignetto. Non male davvero concluse, prima di girarsi ed imboccare la porta. Avrebbe avuto tempo più tardi per vedere gli effetti fisici di quel calcio. Ma aveva cercato di incassare il più dignitosamente possibile.
Ci rivedremo furono le sue ultimissime parole.[code by psiche]
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