Natura selvaggia

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    Markab Castlewine
    Reporter| 22 anni
    'Beh, dai, fico qui!'
    Quando si pensava a Markab Castlewine si pensava ad inquinamento acustico, ninfomania, muscoli scattanti e sudati, smartphone e forse ancora inquinamento acustico (decisamente era un suo tratto distintivo), tuttavia a volte il ragazzo tirava fuori tratti di sé che non si sarebbero definiti inaspettati - perché non lo erano - ma quantomeno inusuali: Markab quella settimana aveva detto a tutti che avrebbe staccato la spina e si sarebbe preso una vacanza fino ai primi di settembre e tutti se lo erano immaginato ad Ibiza tra cocktail e donne nude, ed invece si era davvero preso una settimana per sé per esplorare terre incontaminate, allorché (più o meno civilizzate). In altre parole, avrebbe trascorso una settimana a Denrise.
    Quella mattina era giunto con un battello ed aveva preso alloggio in una bettola come tante, quindi aveva posato i propri bagagli, aveva indossato una canotta verde cui aveva sommato dei pantaloncini in jeans e, scarponi da trekking ai piedi e zaino in spalla, si era avviato verso l'entroterra per esplorare ciò che durante il Rainbow aveva solo assaggiato.
    Non si era informato su nulla, aveva solo preso una mappa - sì, una mappa cartacea - nel villaggio e si era messo in cammino, raggiungendo il lago per poi risalire fino alle scascate.
    Era stato divertente mettersi a scalare, del resto l'attività fisica lo aveva sempre messo di buon umore e spogliarsi, per natura, migliorava tutto questo 'Porca puttana c'ho una voglia di scopare che fa luce, se trovo una tipa la trapano!' si disse lui divertito, chiedendosi se sarebbe riuscito a tenersi quella voglia fino alla sera, quando aveva in mente di fare un salto nel locale di jonathan, tanto per cenare e scaldarsi un po'.
    In vero, ne dubitava, ma erano le 16.00 al momento e la cena era ancora lontana dal giungere, e comunque di persone non ve n'erano in zona, sicché era difficile prevedere dove e come avrebbe sfogato i suoi ormoni in subbuglio.
    Si era tolto la canotta, lasciandola penzolare da una fibbia per la cintura che non portava ai pantaloni, in compenso indossava degli occhiali da sole piuttosto importanti, quasi a mosca, unico neo su un viso perfettamente rasato. Si guardava intorno, osservando le rapide e alla fine non resistette alla tentazione di togliersi le scarpe e immergere nell'acqua gelida i piedi.
    "Ah, Merlino, sì, è come uno stracazzo di pompino con ingoio!" strillò lui (strano vero?) evocando anche un certo eco nella vallata.
    Si era seduto su una roccia levigata dai secoli e si stava godendo il fresco dell'acqua, ma alla fine la sua natura influencer lo richiamò all'ordine, costringendolo a farsi un selfie. Allungò il più possibile la mano e si riprese con un sorriso gagliardo mettendo tra gli ashtag parole come #outdoor #climb. Osservò il risultato del suo scattare, inclusi i suoi muscoli guizzanti, resi evidenti dal fatto che si fosse depilato, sorrise compiaciuto, pubblicò e quindi si gettò all'indietro, posando la schiena sulla roccia rovente e, messe le mani dietro la nuca, senza un vero perché iniziò a prendere il sole, o forse a riposare e basta.
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    Denrise
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    Jonathan Baker | Predone
    Indovinate quante parole aveva Jonathan per descrivere la sua gioia quando questa mattina, di ritorno dall'ennesima missione affidatagli da quel bastardo di Knut, venne a sapere che la legna a disposizione della sua locanda fosse terminata. Come? Nessuna? Ne siete certi?
    ANDATE A FARVI FOTTERE, PUTTANE DI MERDA! Probabilmente se qualcuno avesse giudicato male Jonathan a causa delle sue parole, probabilmente non le aveva mai viste all'opera presso il Canto della Sirena. Odino squartato e impalato, come cazzo è possibile consumare tutta quella legna in tre maledettissimi giorni? Possibile che Rose non avesse detto nulla? Se mia madre è complice di questo scempio, possa Thor folgorarmi, la schiaffo in cucina insieme a Xhiu. Eh sì, quello per il predone era il peggiore dei mali. Ecco cosa c'era di negativo nell'aver uno staff prettamente femminile: ogni qualvolta si presentava un problema doveva essere Jonathan a risolvere le cose. Quella mattina per poco e non spaccava il muso a Lynn. Se si è salvata è grazie a quelle labbra da bocchinara con cui si fa tanto pagare. Sì, a mente lucida aveva fatto bene a non colpire nessuna di loro in pieno volto. Ciò nonostante Jonathan era stressato e tutti a Denrise avevano avuto modo di apprendere come non fosse un campione a trattenere la rabbia.
    Morale della favola? Eccolo trasportare un carro reso leggerissimo grazie alla magia presso le zone più interne all'isola, passando in neanche mezza giornata da Jack Sparrow a Indiana Jones. Addosso aveva una canottiera bianca a maniche corte che ben evidenziava i propri muscoli, jeans che presentavano non pochi strappi e stivaletti che all'apparenza non centravano nulla, ma non aveva voglia di cambiarsi per dover tornare a lavorare.
    Il suo obiettivo era la foresta eterea. Lì diede sfogo a tutta la sua rabbia divampante e diffindo su diffindo i rami cominciarono a cadere, i ceppi tagliarsi e le radici ad estirparsi. Man mano che privava la Foresta Eterea dei suoi alberi - generando un possibile infarto a Lance se solo l'avesse visto - sentiva la propria tensione scemare secondo dopo secondo. Sì, forse essere giunto fin lì in completa solitudine non era stata una cattiva idea. Le alte fronde degli alberi impedivano al sole di battere senza sosta sul terreno e un fresco venticello dava sollievo al volto e a quei lembi di pelle che i vestiti lasciavano intravedere.
    Aveva completamente eliminato due alberi, tuttavia lo fece in maniera pulita, senza lasciar residui di ogni sorta. Ogni denrisiano teneva in modo particolare alla propria terra e quando si apprestavano a far lavori del genere tendevano sempre a non buttar via niente come se fosse una sorta di forma di rispetto per ciò che la natura aveva loro concesso. Lasciando perdere qualunque Wingardium Leviosa, il predono caricò a mano il carro di legna, potendo contare su una maggiore velocità. Ora posso tornare.
    Fu proprio nella via del ritorno che udì una voce che di denrisiano aveva solo la scelta delle parole. Ma una casa non ce l'hanno? Non riconobbe Markab a causa della lontananza e in fondo poteva anche trattarsi di un qualunque docente dell'accademia. E invece passo dopo passo si rese conto che l'individuo in questione fosse proprio lui. Loki, perché vuoi scatenare un nuovo Ragnarok? Vaffanculo, prenditi una pausa anche te! Avrebbe potuto salutarlo in diversi modi, avrebbe potuto lanciargli contro un ceppo di legno e se avesse preso la mira forse sarebbe anche riuscito a ferirlo gravemente se non a ucciderlo, tuttavia optò per il non fare niente. Proseguì in direzione del villaggio nella speranza di non essere notato. In fin dei conti il reporter stava prendendo il sole e se gli fosse andata bene non si sarebbe accorto del proprio passaggio. E così fu: Jonathan con un passo felpato fu silenziosissimo, fece attenzione anche a non produrre rumore col carro, tuttavia una zanzara aveva preso di mira il proprio braccio destro e lì andò a pungere. PORCA PUTTANA, MUORI! SCHIATTA! CREPA! TI DISINTEGRO! Ecco, dopo due tentativi riuscì a schiacciarla tra le proprie mani, tuttavia nessun sorriso si palesò sul volto. Mi avrà notato. Si disse ruotando lo sguardo verso di Markab. VAFFANCULO! Sì, insomma, quello ci stava sempre bene.



    RevelioGDR


    Edited by jonathan baker - 25/8/2019, 09:47
     
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    Markab Castlewine
    Reporter | 23 anni
    L'animo edonistico di Markab era piuttosto semplice nel suo esprimersi: se Oscar Wilde aveva dichiarato di aver gusti semplici, accontentandosi del meglio, il Castlewine era di bocca ancora più buona, al punto che si accontentava del semplice piacere.
    Che si parlasse di sesso, di lavoro, di un pomeriggio o di una persona, Markab misurava la qualità del tempo e delle energie investite in funzione solo ed unicamente del piacere: quanto lo avrebbe appagato quella attività, quanto piacere ne avrebbe tratto? Maggiore era il piacere, maggiore era la sua soddisfazione e quindi il suo impegno nel perseguire quel dato obiettivo.
    Andava in palestra perché allenarsi gli piaceva, inoltre la palestra scolpiva il suo fisico, il quale era cruciale per garantirgli il piacere di essere ammirato, nonché il piacere sessuale, che così veniva assicurato con una frequenza soddisfacente per la sua ipersessualità. Andava con una persona a letto per il piacere animalesco del sesso e andava in un locale per il piacere dell'ebrezza e della caccia.
    Markab viveva solo per sé stesso, e talora per Skyler, sicché non si poneva, a 23 anni, vincoli morali eccessivi perseguendo come la cicala della fiaba il proprio leggero tornaconto, sicuro che l'estate fosse ancora lunga e che l'autunno, e quindi il tanto amato dagli Stark inverno, fosse lontano. Se e quando fosse giunto, avrebbe deciso cosa fare, ma al momento il solleone di giugno imperava nella sua vita e a lui non restava che mettersi la crema solare e prendersi una bella pina colada e godersi a pieno la stagione.
    L'estate era da intendersi in senso metaforico, ovviamente, tuttavia l'estate era anche la stagione del momento e quindi perché mai Markab sul piano concreto avrebbe dovuto agire diversamente? Si era arrampicato, aveva esplorato ed era arrivato in un piccolo anfratto di paradiso selvaggio, sicché si era sdraiato, mettendo a mollo un po' i piedi per poi prendersi bello goduto il sole 'Porca puttana, il sole in montagna è una figa: caldo e fresco assieme!'
    Mani dietro alla nuca, il giovane se ne stava su una roccia a crogiolare, completamente dimentico di come attorno a lui ci fosse un intero mondo e pochi mesi prima avesse rischiato in quei luoghi la vita affrontando dei troll, del resto il ragazzo restava infantilmente legato alla sua immagine di invincibilità, che lo spingeva a valutare i rischi come una forma interessante di divertimento per pochi intenditori. Astratto dal mondo com'era, forse anche un po' sonnecchiante, il reporter non notò minimamente Jonathan e probabilmente questo, anche senza fare troppo silenzio sarebbe potuto sfuggire dalle acute corde vocali del ragazzo, tuttavia un insetto, un singolo, insulso coleottero, mandò tutto a ragazze che lavorano per Jonathan (?).
    "Mh?" le imprecazioni del predone furono evidenti al Castlewine, che si risvegliò dal proprio torpore, girandosi su un fianco ed alzando gli occhiali al fine di comprendere cosa stesse accadendo. Quando vide di chi si trattava scoppiò a ridere "Toh, guarda chi si vede, e io che mi stavo chiedendo se questa sera ti avrei beccato alla Locanda!" propose lui.
    Il ragazzone smise di lottare (o essere umiliato?) dal coleottero e finalmente si rese conto di non poter sfuggire al reporters, sicché lo salutò in maniera molto denrisiana, facendo ridere ancora più sguaiatamente Markab "Vaffanculo anche a te!" rispose lui corredando l'ossequio con un bel dito meno "Cazzo ci fai in mezzo al nulla? E soprattutto, dove sono le tue donne?"
    Siccome Jonathan lo divertiva e aveva una locanda che soddisfava in una volta molti degli appetiti del castano, questi si mise seduto, andando poi ad incrociare le gambe, cercando di capire cosa stesse combinando il suo conoscente. Ovviamente anche un cieco avrebbe impiegato tempo zero a comprenderlo e quando il ragazzo avvistò la legna non poté che, ancora, ridere. Del resto, alla fine della favola, il riso abbondava sulla bocca degli stolti no? E solo uno stolto avrebbe potuto trovare interessante e simpatico Jonathan, non trovate? "Minchia, ma sei sempre a spaccar legna tu?" propose lui, rammentando quanto l'avesse menata al riguardo anche al Rainbow "Cazzo sei, un locandiere o un segaiolo?"
    Markab aveva appena dato del segaiolo a Jonathan?
    Oh sì che lo aveva fatto, e ora si stava anche spanciando dal ridere, del resto non avevamo detto poco fa che era uno stolto?
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    Denrise
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    Jonathan Baker | Predone
    L'umore del denrisiano era fin troppo suscettibile al mondo esterno, come aveva potuto permettere ad una zanzara di mandar in malora tutti i suoi sforzi per non essere notato dalla classica cozza in attesa di uno scoglio robusto su cui attaccarsi per chissà quanti secoli. Ecco, a conferma di questa sua teoria sopraggiunse l'intenzione del reporter di recarsi al Canto della Sirena quella stessa notte. Ancora? Ma che palle! Disse a se stesso, evitando di dar voce a quel suo pensiero non perché teneva in un certo senso all'amicizia con l'inglese, bensì per salvaguardare gli interessi della sua locanda. Invece io me chiedevo se stasera c'avessi lasciato 'na mancia un po' più alta. Ce voi mannà in bancarotta? Sì, insomma, forse Markab era uno dei clienti con maggiore disponibilità economica che veniva a bere qualcosa alla locanda, perché non cercare di approfittarne?
    Nel frattempo si accorse che aver ucciso il coleottero non migliorò il suo umore, tuttavia quando questo cadde a terra fece per schiacciarlo con forza sotto al suo stivale in maniera tale da eliminare qualsivoglia dubbio riguardante la sua esistenza. Odio le zanzare. Istintivamente portò la sinistra a grattarsi nel punto in cui l'insetto l'aveva pizzicato. Era ancora presto per la bolla, ma era certo che presto o tardi si sarebbe palesata.
    Poi la discussione si spostò sull'ovvietà. Ignorò il vaffanculo del ragazzo, invece riguardo a cosa stesse facendo lui o dove si trovassero le ragazze, beh, suscitò in lui il suo classico e generoso sorriso. Mi sta prendendo per il culo perché sto lavorando. Senza poi volerlo ciò gli ricordò il motivo per cui era lì: quelle puttane delle sue puttane in soli tre giorni avevano consumato chissà come la legna che aveva loro accumulato per tutta una settimana. Che poi manco fosse inverno, cazzo! Loro sono al Canto della Sirena. Sai, non le pago per starsene a casa Io, invece... Indicò il carro davanti a sé pieno di legna e subito dopo riportò lo sguardo sul reporter. Odino sventrato, devo davvero spiegartelo?
    Ciò che più non sopportava di Markab non erano le sue tremila domande o il tono acuto come il protagonista di uno shonen di medio successo, bensì la sua risata. Lo stronzo rideva sempre e senza motivo, almeno per Jonathan. Scopriamo insieme se si può ridere senza denti? Cercò di impegnarsi affinché riuscisse ad ottimizzare tutto il suo autocontrollo, purtroppo però poi Markab ironizzò sul fatto che stesse sempre prendendo legna e sulla possibilità che fosse un segaiolo, così il locandiere si ricordò di essere Jonathan Baker e di non possedere nessun autocontrollo a cui potersi appellare.
    Prese un grosso ceppo di legno e fece per lanciarlo contro Markab, dopodiché impugnò la sua bacchetta e le parole uscirono da sole dalla propria bocca: Diffindo! Se il ragazzo fosse restato completamente immobile l'incantesimo avrebbe tagliato in due il ceppo di legno e si sarebbe limitato far cadere pochi centimetri di capelli dal ciuffo del moro. Ripetilo se hai il coraggio e ti giuro che la prossima volta mirerò alle palle. Era un avvertimento e se Markab avesse imparato un minimo a conoscere Jonathan doveva sapere che non stesse affatto scherzando.
    Cazzo vuoi saperne? Mandar avanti la baracca non è semplice. Sbuffò, facendo poi spallucce. Ora però alza il culo e riportami quei due ceppi. Ovviamente avrebbe potuto rifiutarsi se avesse voluto, ma se quella sera lui e Ober avessero fatto a gara di sputi nel suo rum sarebbe stato un avvenimento puramente casuale.
    Ad ogni modo non chiese neanche cosa ci facesse l'inglese in un luogo del genere. Non era certo se in Inghilterra esistessero luoghi come quello, caratterizzati da una natura dominante e incontaminata, libera da ogni costrizione sociale e politica che l'ordinamento inglese imponeva. Lì addirittura bestie come i licantropi possedevano i diritti civili e gli metteva rabbia il solo pensare che poi erano i denrisiani coloro che venivano considerati come incivili. Mah, fanculo all'Inghilterra. Si disse mentre un soffio di vento gli scompigliò i capelli e il caldo incessante lo indusse a privarsi della maglietta, mostrando così il suo fisico almeno nella parte superiore del suo corpo. Rivelò i due grandi pettorali sotto ai quali mostrava un fisico asciutto e delicatamente definito, ma ciò di cui andava maggiormente fiero erano quei grandi bicipiti formati dal fuoco di mille battaglie, risse e mascelle spaccate. Ora il vento accarezzava il suo corpo e con un gesto poco elegante la maglia venne lanciata sul carro.
    Tu ora non stai facendo un cazzo, vieni con me a prendere l'acqua. No, questa volta non avrebbe accettato un no come risposta.


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    Markab Castlewine
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    Tra tante persone che Markab si poteva immaginare di incontrare, l'ultima era di certo Jonathan Baker: il ragazzo pareva essere sempre per mare o a controllare che le sue donne strozzinassero all'osso i clienti, sicché il castano proprio non riusciva ad immaginare altrove il ragazzone, al punto che per lui andare a trovare Jonathan coincideva con l'andare al Canto della sirena, nonostante fosse già capitato di non incrociarlo in quella sede.
    Lo salutò a modo loro e gli fece subito presente che quella sera sarebbe andato al locale: era certo che alla terza parola il denrisiano gli avrebbe rinfacciato di andar troppo poco e non intendeva disquisire al riguardo. In effetti Jonathan non la menò con la sua frequenza, la menò su quanto lasciava di mancia "Che avido del cazzo che sei!" esclamò lui divertito, alzando gli occhi al cielo comunque "E comunque tutto il rum che versano le tue donne dubito tu possa andare in rovina" gli ricordò, giusto per far presente come anche lui avesse occhi e sapesse perfettamente di dare una mancia congrua e abbondante, soprattutto per qualcuno che dalle ragazze chiedeva solo attenzioni e non extra.
    Nella mente del reporte Jonathan era sempre nel locale e comunque era sempre con le donne, sicché fu per lui normale chiedergli che ci facesse lì e pure senza donne, ottenendo una risposta che semplicemente lo lasciò senza fiato "No vabbè, muoio!" il ragazzone dapprima accoppò definitivamente il coleottero più molesto di Markab (forse), poi spiegò come le donne fossero al loro posto e che lui fosse lì a far qualcosa che però si rese conto che non fosse tenuto a spiegare.
    Nel vedere il ragazzo sentirsi in dovere di giustificarsi non poté non ridere a crepapelle, spanciandosi proprio e rotolandosi sulla roccia nel mentre in testa sua ricordava il primo loro incontro, quando praticamente aveva dovuto pagare Jonathan un galeone a parola. Pobabilmente il predone si era solo confuso per il caldo, ma il reporter vi volle leggere il germoglio di un'amicizia, o almeno di una simpatia.
    Il reporter trovava simpatico Jonathan, lo divertiva il locale e trovava interessante anche il burbero mix offerto dall'uomo, ma di base lui era uno che parlava anche coi muri e che in generale imponeva il proprio stile in qualsiasi tipologia di relazione, modulandosi pochissimo; con uno come Jon diventava ancora più scurrile ed infatti alla terza parola chiese all'altro se fosse per caso diventato un segaiolo a suon di tagliar legna.
    La reazione dell'altro fu immediata e limpida, allorché inattesa, del resto era la classica tipologia di persona che avrebbe potuto chiedere agli dei la pazienza, perché avesse ricevuto la forza avrebbe fatto una strage.
    "Morgana puttana dominatrice sadomaso!" il ragazzo imprecò contraendo gli addominali e svuotando in un attimo i polmoni. Non appena vide il ragazzo afferrare e gettare il ceppo verso di lui, rotolò sulla roccia e aiutandosi con le braccia balzò in piedi e di lato, facendo affidamento sulla sua grossa agilità, ottenendo un posto privilegiato per vedere l'efficacia del Diffindo dell'altro, che, decisamente, non avrebbe voluto provare né sul suo ciuffo, né sulle sue palle.
    "Ehi, no, le palle mi servono! Mi piace troppo venire in faccia alla gente!" protestò lui non lamentandosi neanche per un istante del ceppo lanciato - perfettamente nelle corde di Jonathan come gesto - né dubitando del fatto che l'altro avrebbe davvero fatto seguito alle sue parole: lo aveva visto prendere a pugni la gente per molto meno.
    Il ragazzo condì la propria lamentela (o supplica?) con un po' tanta too much information, ma ben presto tornò a protestare veementemente quando l'altro gli disse, come una madre con la ciabatta, di riportargli il ceppo "Oh, cazzo è? Mi lanci il bastone e devo prenderlo al volo e riportartelo, che è poi mi chiedi di abbaiare?" latrò lui (lol) prendendo dal proprio zaino il proprio catalizzatore e scodinzolandolo un po' affinché un incantesimo di esilio soddisfacesse quanto richiesto dal predone senza che però lui si abbassasse a farlo di persona, giusto per chiarire che era disponibile ed aperto, ma non accettava ordini da nessuno. Neanche da due metri per due di puro manzo denrisiano.
    Tanto agitarsi doveva aver accaldato Jonathan che, dopo aver spaccato legna per ore, si rese conto che potesse rimanere a torso nudo "Miiinchia, quanto cazzo sei grosso oh?"
    Distrattamente Markab aveva sentito come l'altro volesse chiedergli di andare a prendere l'acqua, ma l'unica cosa che lui registrò fu la muscolatura dell'uomo, con una grande punta di ammirazione, ma soprattutto di invidia.
    Prese lo zaino e si avvicinò all'altro, iniziando a girargli intorno "Nel senso, ok, si vede che sei grosso, ma non pensavo così tanto! Fai vedere un po' quei bicipiti? Porca troia, io sono alto un metro e un cazzo mollo, se mi definissi come te sarei un fottuto comodino del cazzo, ho potuto solo spaccarmi di addominali, Merlino transone!"
    Il ragazzo mise in mostra anche i propri bicipiti, mostrando un fisico scolpito e massiccio, ma comunque proporzionato alla sua non-alta statura, limite che invece l'altro non possedeva "Comunque, oh, cazzo è 'sta storia dell'acqua? Che, non ce l'avete un lavandino?" chiese lui, gettando nel dubbio canotta e zaino nel carro, curioso di capire cosa intendesse dire l'altro.
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    Denrise
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    Jonathan Baker | Predone
    Jonathan era davvero avido? Era proprio questa la domanda che si pose quando Markab lo definì in quel modo e la risposta non tardò ad arrivare. Avoja se lo sono, cazzo se gestisco una locanda è per fa' i sordi. Più ci pensava e più se ne convinceva: per gestire la baracca si spaccava la schiena un giorno sì e l'altro pure, senza contare il dover preoccuparsi della sicurezza delle sue ragazza e escogitare chissà quale malefico piano per negare a Xhiu qualsivoglia contatto con i clienti. Ambiva al denaro, ma di certo non si aspettava che questo piovesse dal cielo. A Denrise nessuno ti regalava niente, quindi se c'era un cliente fisso inglese doveva essere sua premura spennarlo a dovere.
    O ammazzarlo. Sì, Jonathan non era mai stato quel tipo di ragazzo che lasciava perdere dopo esser stato insultato. Questo fu il motivo del suo Diffindo, tuttavia Markab come il più molesto dei coleotteri diede prova della sua agilità, mostrando come avrebbe potuto schivare il colpo se solo avesse voluto. 'Sta mano po esse ferro, po esse Stupefium. Avvicinate e te cambio i connotati. Pensò quando il giornalista aggiunse come le palle gli servissero per scopi ben poco nobili. Ad ogni modo ora voleva la legna che gli aveva lanciato, proprio per questo motivo alle successive parole annuì. Vedo che hai capito alla perfezione e sì, se ho voglia di sentirti abbaiare te lo chiedo senza troppe cerimonie, chiaro? Il suo tono era limpido, ma nel caso mancasse ancora qualcosa mosse rapidamente il proprio pugno all'indietro mimando quello che sarebbe potuto essere uno di quei ganci che la mascella avrebbe ricordato per molto, molto tempo.
    Forse per il caldo, forse per rendere più iconico il momento facendo sì che il sangue dell'altro potesse macchiare la propria pelle, si spogliò lasciando liberi gli arti superiore, suscitando così l'ammirazione dell'inglese. Ora, secondo voi, un uomo burbero, iracondo e opportunista come Jonathan poteva immaginarsi una reazione del genere? Rimase letteralmente a bocca aperta. CHE CAZZO FA? Si avvicinò a lui e cominciò a commentare il proprio aspetto comparato al suo. Quanto era gay come cosa? Troppo? Forse, ma come ogni maschio alpha quando si parlava bene della propria muscolatura si limitava a portar a casa i complimenti.
    Che Loki vi strafolgori tutti, ma quanto cazzo è stupido far gli addominali per definire il vostro corpo? Fate credere a tutti che vi date da fare quando vi limitate a far gli stessi movimenti un'infinità di volte, perdendo solo tempo. Purtroppo ancora una volta la differenza tra le due culture si faceva sentire. A Denrise gli uomini erano possenti e forti non perché c'erano le palestre - anzi, probabilmente i compaesani di Jonathan non sapevano neanche cosa fossero - ma perché sin da giovani tagliavano la legna, trasportavano sulle loro spalle chissà quanti ceppi, costruivano gli edifici alla vecchia maniera perché le cose fatte a mano avevano sempre quel qualcosa in più rispetto a quelle ottenute per magia. Inoltre, cosa da non sottovalutare, i Denrisiani potevano contare su un tipo di alimentazione estremamente sana o perlomeno priva del cosiddetto junk food, quindi per gli abitanti dell'isola era estremamente più semplice mantener asciutto il proprio fisico e metter su muscoli.
    La mia locanda non usa l'acqua dei lavandini per produrre la birra. Lo so, dovrebbe essere la stessa, ma la tradizione ha sempre voluto così e per me è così. Le variazioni che il liquido assumeva nelle tubature doveva essere davvero minima, ma d'altro canto l'acqua delle loro fonti era purissima e si poteva dir tutto a Jonathan, ma non che risparmiasse sulle materie prime. O forse sì, insomma, tendeva sempre a prendere quelle che poteva non pagare.
    Però, tornando a noi, anziché far addominali - scimmiottò quella parola come se avesse detto che si stesse truccando - porta a mano un paio di bottiglie d'acqua e vedrai la differenza. Sul carro c'erano una ventina di bottiglie completamente vuote. Sempre se ci riesci, vedo questi cosi - figuriamoci che fosse abituato ad usare una parola come bicipiti - un po' debolucci, non vorrei che poi ti scambino per una donna del mio locale. Questa volta aveva mentito. Era palese come la fisicità di Markab fosse molto curata, tuttavia l'oste preferì provocarlo per indurlo a dargli una mano o quanto meno farlo sgobbare un po'.

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    Markab Castlewine
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    Jonathan era rozzo, xenofobo, razzista, volgare, uno sfruttatore di donne, un aguzzino violento e anche avido. Ma poi aveva anche dei difetti (?).
    L'uomo mise in mostra le proprie doti dialettiche e magiche esibendosi in un tentativo di tranciamento di gonadi al volo, schivate grazie alla pigrizia di lui e all'agilità dell'altro. L'uomo aveva nel dubbio anche lanciato un tronco (cose normali a Denrise, nel Jonathiense equivaleva ad un poke su Facebook), che però ora, giustamente, si sarebbe anche potuto dire, rivoleva indietro, manco fosse un cane da riporto.
    Markab poteva accettare di essere pestato, le minacce di castrazione, affogamento e anche quelle di essere cacciato dal locale perché taccagno o non interessato alla sifilide (?), tuttavia forse non era abbastanza intimo per farsi dare del cane, eppure Jonathan pareva molto convinto di quello che stava dicendo, arrivando anche al punto di caricare il pugno, per chiarire come lui comandasse e l'altro dovesse subire, manco fossero costretti a stare insieme e in gerarchia rigida.
    "Sai come si dice no? Domandare è lecito, rispondere è cortesia" ghignò semplicemente lui alzando una mano ed avvicinando poi l'altro, lasciando che fosse la magia a riportare il tronco al ragazzone, nel mentre lui osservava per la prima volta quanto fosse manzo davvero Jonathan, iniziando a coprirlo di complimenti, attività che stordì non poco il denrisiano, che decisamente non era abituato a quelle normali virili attenzioni.
    Markab non era un bodybuilder, ma passava molte ore in palestra e aveva imparato ad ammirare i corpi altrui anche per interessi diversi al mero sesso, scoprendo come gli uomini, a volte, sapessero essere più vanesi delle donne, se posti nel giusto contesto, e Jonathan Baker, per quanto pensasse di avercelo d'oro e solo lui, non faceva in questi eccezioni.
    Ovviamente non ricambiò gli apprezzamenti (era tirchio fino al midollo) però non prese a pugni in faccia l'altro: era comunque un segnale, no? Non potendo insultare lui dopo tutti quei complimenti, dovette ripiegare sugli inglesi e il loro allenamento. Markab alzò un sopracciglio alle sue parole non capendo quasi cosa stesse dicendo tanto lo trovava fuori dal suo vissuto, ma poi sgranò gli occhi e scoppiò a ridere, di nuovo, sonoramente, piegandosi in due "Ma per chi cazzo mi hai preso. Io mi alleno in palestra, faccio aerobico e anaerobico e mi ammazzo di pesi e simili, faccio allenamento a 360 gradi per essere sempre perfetto ed equilibrato per il mio tipo di fisico. Gli unici piegamenti che faccio spesso e volentieri è sopra una bella ragazza" concluse lui, chiudendo la sua risata sguaiata con un ghigno.
    Lo divertiva molto che l'altro lo immaginasse a fare addominali come nel milleottocento, quando lui in fondo entrava in un locale, si caricava un sacco di musica, si sparava Spotify a cannone e dispensava ammiccamenti a chiunque posasse il suo sguardo sul suo corpo sudato per più di tre secondi, ma eradicare un'idea da Jon era dura e il ragazzo si era ormai fissato, del resto era il tipo di persona che quando iniziava una cosa continuava in quel modo, come si poteva dire anche per l'acqua.
    "Aaaah, per la birra. Oh, fré, in effetti ci sta un botto sai? L'acqua del rubinetto ha porcate varie, per cose artigianali l'acqua pura è un plus ultra!" esclamò lui facendosela da intenditore, riciclando frasi fatte e cose apprese passivamente dalla madre di Skyler, manco a Jonathan servisse la sua approvazione, o anche solo interessasse la sua opinione: lo aveva disturbato solo perché non aveva potuto farne a meno, inoltre lo stava trattenendo solo perché poteva essergli utile per portare l'acqua.
    "Ehi, vaffanculo, non sembro una donna, che cazzo!" allargò lui le braccia, gonfiando poi i pettorali manco fosse il cugino nano di King Kong "E poi VORRESTI che lavorassi nel tuo locale: tra contatti social che ho e gente disposta a pagarmi faresti il grano vero!" ghignò lui non rendendosi conto di quanto non fosse il caso di dire certe cose, per troppe ragion, ma del resto si stava parlando di Markab, ovvero una persona incapace di star zitta, o non correre tutti i rischi possibili.
    "Non hai proprio capito un cazzo di me oh, io sono uno che si spacca in due di sport, mi arrampico, faccio di tutto, io dieci bottiglie te le porto da qui a Denrise anche correndo, oh!"
    Un po' imbufalito il ragazzo parlò come suo solito troppo, ma poi incrociò le braccia e fissò l'altro, alzando un sopracciglio e poi osservando il carro "Beh... dai, non c'ho un cazzo da fare, quindi ti accompagno a prendere sta cazzo di acqua, ma stasera poi una cazzo di birra voglio che me la offri, oste taccaglio dei miei stivali!" esclamò lui puntando un dito accusatore verso l'altro, che durò giusto due secondi, quando poi affondò le mani in tasca, curioso di sapere dove l'avrebbe portato l'altro.
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    Jonathan Baker | Predone
    La cortesia era un valore positivo che si sviluppò in Europa con la cosiddetta età cortese e si concentrava nel sottolineare quali fossero i comportamenti che doveva tener un uomo che viveva nella corte di un signore, spesso andando in contrasto col le tipiche abitudini che il popolo teneva a casa propria.
    Gli usi e i costumi di corte non giunsero mai a Denrise, neanche in epoche passate. Markab diceva che rispondere era cortesia, ma se a Denrise qualcuno avesse anche solo provato a rispondere a malo modo sarebbe stato l'inizio di una guerra. Molti Denrisiani erano estremamente orgogliosi, ragion per cui di fronte ad una richiesta non c'erano molti scenari probabili:
    1) Si esegue il comando senza far troppe storie;
    2) per conflitto di interessi si discuteva riguardo all'ordine emesso e di solito vinceva chi dava per primo una testata contro chi stava ancora parlando;
    3) ci si rifiuta categoricamente e lì erano botte e uno dei due ne sarebbe uscito così male da non poter più eseguire il comando.
    La cortesia, così come la buona educazione, era un valore che Denrise non aveva e non ci teneva ad avere, perché gli inglesi si ostinavano a non capirlo?
    Beh, un consiglio: quando sei qui pensa poco alla cortesia. In fondo Jonathan rimaneva colui che l'aveva minacciato di castrazione per molto poco e il lupo di mare non amava far minacce a vuoto. E se continui a schivare come 'na scimmia, stasera te faccio fuori quando sei mozzo. Insomma dove voleva scappare? Se Jonathan avesse davvero voluto spaccargli la faccia in un modo o nell'altro avrebbe avuto la possibilità di farlo.
    Ad ogni modo Markab riusciva ad essere più simpatico quando elogiava il fisico di Jonathan piuttosto che quando cercava di far il simpatico. Sì, infatti quando poi parlò del suo metodo di allenamento con termini come aerobico e anaerobico il denrisiano non ci capì più nulla. Trucidatelo, ve prego, pure pe' allenarse vole fa lo scienziato! Ad ogni modo la risposto di Jonathan a questo punto fu un semplice annuire senza argomentare ulteriormente. Sì, se lo avesse preso per il culo per questo poi lui avrebbe dovuto ucciderlo e quella mattina aveva già troppi impegni da dover portare a termine.
    Oppure, anche cambiando argomento, che cazzo era il plus ultra? Dal contesto della frase il significato era più che comprensibile, ma perché parlare in quel modo così strano davanti ad un uomo che si e no capiva la metà di ciò che stava dicendo? Che poi se dici plus ultra a Liv, lei ti risponde tua mamma. Ok, forse no. Lei era più posata delle altre donne, ma quella era la tipica risposta che ti rifilava il denrisiano medio.
    Un ghigno comparve sul proprio volto solo quando Markab parve prendersela quando gli fu detto che poteva sembrare una ragazza del suo locale. Poggiò il proprio bacino contro il carro e ascoltò la sue successive parole con un falso scetticismo. Mi spiace, assumo solo persone che lavorano. Oggettivamente non aveva mai visto Markab sforzarsi fisicamente per far qualcosa. Quando Jonathan chiedeva una mano a qualche membro della sua ciurma era perché c'erano da far dei lavori di ristrutturazione, rompere qualche muro e piazzarci a forza una porta o cose del genere. Insomma, Markab aveva un fisico ben definito ma nuovamente il pregiudizio secondo il quale gli inglesi erano dei pigri del cazzo era vivo in lui. Infatti sta facendo storie anche per l'acqua.
    Poi arrivò una proposta interessante: Markab avrebbe potuto portar da solo ben dieci bottiglie d'acqua da lì fino a Denrise e in cambio il lupo di male avrebbe dovuto offrirgli una birra. Ma se sei sicuro di poterlo fare non è una sfida. Quindici bottiglie. Terminata la frase allungò la destra verso di lui per stipulare l'accordo, ma nel caso in cui il reporter avesse accettato, Jonathan avrebbe tentato di stritolargliela appena, giusto per fargli sentire quanto potesse essere forte la sua presa.
    E taccagno lo dici a tuo padre. Ora andiamo. Sì, insomma, l'acqua non si riempiva da sola.
    Jonathan riprese ad incamminarsi verso il vicino fiume dal quale si generava voi la grande cascata, Prese un paio di bottiglie e man mano ne immergeva completamente alcune per riempirle sempre senza l'uso della magia. Tu riempi quelle altre.
    Nella fortuna o nella sfortuna Markab stava vivendo una parte di quella che era la classica routine di Jonathan settimanale. Non era un caso che tutto quel lavoro avesse contribuito a formar la sua massa muscolare e forse in quei momenti di fatica era persino più propenso a parlare. Hai già scritto degli articoli su Denrise? O hai già trovato ciò che cerchi? Insomma, la prima volta che si erano conosciuti il reporter era lì per scrivere una storia e se i suoi progetti erano cambiati, insomma, cosa ci faceva lì? Esistevamo mille mete turistiche a questo mondo, perché scegliere di generar inquinamento acustico proprio a Denrise?


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    Markab Castlewine
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    Il mondo magico aveva il brutto vizio di essere molto simile: la magia era quasi completamente unica e anche molti leggi, per ovvie ragioni, si erano omologate, sicché un mago inglese e cinese potevano scoprire molti più punti in comune di quanto avrebbero potuto fare due omologhi babbani. In questo mondo ibrido spiccava come una mosca bianca Denrise: reazionaria, diversa, dura e fiera.
    I valori dei denrisiani non erano completamente assurdi o distonici con quelli degli altri maghi inglesi, tuttavia erano lontani dallo standard mondiale al punto da estraniare, quasi alienare una persona abituata a quel piattume al punto da considerare i propri punti di riferimento gli unici.
    La reazione di Markab all'alienazione era una rabbia petulante.
    'Nessuno mi ha mai dato della donnina, e lui praticamente lo fa ogni volta, enorme bastardo!' il castano era sempre stato convinto che come primadonna fosse sua preprogativa sbottare solo per chi lo ignorava o comunque non gli dedicava tutte le attenzioni che meritava, ma Jonathan Baker scoprì un altro tallone d'Achille del ragazzo, per quanto egli non fosse forse troppo felice di tale acquisizione di conoscenza.
    Il taverniere suggerì all'altro di abbandonare ogni speranza i valori di riferimento che usava fuori da quell'isola, inclusa la cortesia, ma il reporter non parve capire troppo la cosa "E io lavoro un sacco: mi faccio un culo enorme!" sbottò poi ad un certo punto, incrociando infastidito le braccia, arrivando quasi a gonfiare le guance come un bambino di cinque anni, cosa che però, per la propria dignità, non fece.
    Il ragazzo aveva bisogno di essere visto, di essere riconosciuto, dall'altro, non tanto perché ne fosse infatuato o attratto, ma semplicemente perché lui era Markab, e Markab piaceva a tutti, in un modo o nell'altro (o almeno così lui credeva) "Quindici?" chiese lui aggrottando la fronte ed osservando severo le bottiglie, stimandone il peso e la distanza 'Porca puttana, è una bella sfacchinata...' le bottiglie indovinava essere intorno al litro e mezzo, il che sarebbe significato portarsi addosso quasi quaranta chili di roba. Nulla che non sollevasse abitualmente in palestra, ma avrebbe retto davvero fino a Denrise?
    Non lo sapeva, e quella cosa, insieme al fatto che fosse in cerca dell'approvazione dell'altro, lo fotté "Ci sto. Ma se ci riesco voglio che mi offri da bere per tutta la serata: o taccagno ci continuo.... a chiamare te e non mio padre!" propose lui, ricambiando la stretta da vero uomo dell'altro, sentendosela poco dopo stritolare. Non fece smorfie e ricambiò la forza ricevuta, ma il suo parlare si fece per un istante incerto 'Porca puttana, è davvero un treno 'sto bastardo...' si disse lui nella testa, appuntandosi mentalmente di non far mai troppo incazzare Jonathan (come se a ciò servissero ulteriori prove).
    Stipulato l'accordo, l'uomo si avviò verso il fiume, ove iniziò ad immergere le bottiglie per riempirle grazie alla corrente 'Gli do una mano allora...' con nonchalance prese due bottiglie e si avvicinò all'uomo, sentendolo presto sbraitare che dovesse aiutarlo con le altre "Sì, padrone, lo sto già facendo padrone" propose lui con fin troppo sarcasmo nella voce, avvicinandosi alla riva del fiume, ove si chinò per iniziare la medesima operazione dell'altro.
    Fu a quel punto che giunse la domanda del taverniere, talmente improvvisa che perse la presa sulla bottiglia che teneva con la sinistra "Ah no, porco Merlino!" gridò lui, schizzando in avanti e di fatti finendo per tuffarsi quasi nel fiume, quanto bastava per bagnarsi tutto, ma non abbastanza per finire preda della corrente 'Ma porca puttana, che coglione che sono: dovevo acciarla, cazzo!' si stava talmente facendo tutto in stile babbano che lui non aveva avuto il riflesso di afferrare la bacchetta ed ora fissava un po' infastidito Jonathan completamente bagnato.
    "Vabbè, tanto fa caldo, fanculo!" affermò lui togliendosi la maglietta con una certa violenza e sbattendola sulla riva. Si tolse anche le scarpe, poi riprese da dove si era interrotto, solo vi aggiunse anche una risposta al moro "Alla fine non ho scritto ancora un cazzo su Denrise, sai? Ho pubblicato un po' di roba in questi mesi, ma alla fine non me la sento ancora di boh, buttare giù qualcosa sull'isola... è enorme, selvaggia... e ha tutti i propri usi e costumi e sinceramente non sento di averli ancora compresi abbastanza bene da poterli raccontare ad altri... cazzo, non ho ancora capito se hai una locanda con ragazze generose, un bordello dove si mangia e beve quanto si gode o una cazzo di fusione tra le due cose!" rise lui "Non riesco a capire neanche come vorrei raccontarla... non so... sono un po' bloccato su 'sta cosa. Però so che qui mi piace un sacco... quindi nel dubbio mi diverto... poi se ci esce qualcosa di figo... meglio!" ammise lui facendo spallucce, riprendendo le due bottiglie e mettendole sul carro.
    "Senti un po'... ma tu... vai per mare? Ho sentito che quasi tutti andate per mare... magari non sempre, ma ogni tanto..." il ragazzo prese altre due bottiglie e tornò ad immergerle "Com'è solcare i mari con le drakkar... è... è vero che ti senti il re del mondo?"
    In vero forse quello era il Titanic, ma Jonathan si era dimostrato interessato alla vita del ragazzo, quindi perché non provare a ricambiare? Del resto non aveva mentito e davvero la cultura denrisiana lo aveva, in un certo senso, rapito, quindi perché non sfruttare l'occasione?
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    Jonathan Baker | Predone
    Quando si ritrovò di punto in bianco a gestire la locanda della madre, Jonathan non era così entusiasta di tale situazione. La trovava un'occupazione che non lo valorizzasse, insomma quello gestionale ed organizzativo non era un lavoro manuale, tuttavia oggi non era dello stesso avviso. Dentro di sé sapeva bene come tale attività avesse aguzzato il suo fiuto per gli affari, avesse sviluppato le sue capacità di problem solving e, sopratutto, lo avesse salvato da quelli che sulla carta non erano affari conveniente. Un esempio? La posta messa in palio dal giornalista quando il denrisiano lo incastrò ad aiutarlo. Offrire da bere per l'intera serata? Te sei fuori di testa! Lo osservò con un'espressione alquanto sarcastica, poi si lasciò andare al suo invidiabile galateo. Cor cazzo. Il gioco non valeva la candela, bisogna essere folli per accettare una proposta simile, soprattutto senza ottenere nulla in cambio in caso di vittoria. Te offro 'na bevuta a mia scelta. Prendere o lasciare. Questione risolta? Assolutamente no. Altrimenti giochiamo a quanti tronchi in faccia te becchi se me chiami ancora taccagno. Erano due avvertenze e alla terza non voleva arrivarci.
    Giunti al fiume si aprì davanti a due ragazzi uno scenario bucolico e pacifico. Il suono dello scorrere dell'acqua riempiva la zona circostante e l'assenza di macchinari, smog e inquinamento si poteva respirare nell'aria. Che ne sanno gli inglesi di paradisi come questi. Fu istintivo per lui chiamare Markab, ma vedendolo arrivare scimmiottando a quel modo un inusuale consenso fece scoppiare a ridere Jonathan. Quella probabilmente fu la prima volta che Markab lo vide ridere di gusto. Sei un cretino, ma francamente te dico te preferisco così. Non era un mistero che il denrisiano preferiva trovarsi di fronte a caratteri più remissivi o accondiscendenti. Un piccolo Markab domestico che lo aiutava con i lavori per la taverna poteva essere una possibilità da non escludere, tuttavia era ancora troppo molesto prima che quella possibilità potesse seriamente concretizzarsi.
    Con estrema calma immergeva le bottiglie nel fiume, cercando di riempirlo fino all'orlo per poter approfittare di ogni goccia d'acqua. La corrente non era particolarmente forte e proprio per questo reputò non fosse necessario avvertire il reporter di chissà quali pericoli. Non ce la posso fare. Si sbagliava di grosso. Non sapeva come aveva fatto di preciso, ma Markab finì quasi con l'immergersi nel corso d'acqua. T'ho detto de riempì le bottiglie, non de farte er bagno. Il tono non era arrabbiato, ma neanche canzonatorio. Era severo, simile a quello che avevano i padri di Denrise quando dovevano insegnare qualcosa ai loro piccoli. Devi fa' piano, così. Prendi la bottiglia, t'allunghi, la metti sdraiata e se riempie con l'acqua che scorre. Non è difficile. Prima d'ora non aveva mai insegnato a nessuno a riempire delle bottiglie, ma era anche vero che si diceva che i maghi inglesi non sapessero far nulla senza l'uso della magia. Impediti. Magari aveva fatto il suo lavoro. Sbam, un'altra cantonata. Markab ancora non aveva pubblicato niente di preciso e non aveva ancora capito che genere di posto era il Canto della Sirena. A quell'ultima informazione Jonathan batté due volte le palpebre. Guarda che se lo devi menzionà basta qualcosa de umile e poco impegnativo, tipo er mejor posto pe' spenne i quattrini ar monno. Cosa ci faceva ancora in quella locanda? Doveva partire immediatamente e farsi assumere come giornalista.
    Poi arrivò a lui una domanda e senza manco pensarci un secondo, ruotò il tappo della bottiglia che aveva in mano, la poggiò accanto a sé e rivolse all'inglese lo sguardo. Vado in mare una volta al mese, non me posso allontanà troppo per via della locanda. Non sembrava, ma Jonathan svolgeva davvero un sacco di mansioni: locandiere, buttafuori, falegname, tecnico, manager, capitano, predone e all'occorrenza navigatore. Forse anche per tale motivo era seriamente convinto che Markab nella sua vita non facesse un cazzo.
    Non te posso descrive che se prova a sta su 'na Drakkar, bisogna andarce a bordo. Sospirò. Detto così però non rendeva giustizia in quell'attività per cui di denrisiani erano famosi in tutto il mondo. Quando stai sul ponte, sul castello - la parte della nave sopra lo scafo, poco dietro la polena - e vedi il bompresso che divide in due le acque dell'oceano te senti un dio. Poi su una nave abbiamo tutto ciò che ci occorre: ho aria nei polmoni, una mappa per tornare a casa e persone di cui ti fidi.. Mi piace svegliarme la mattina e non sapere che cazzo mi capiterà, o quale bestia marina incontrerò, se sorge 'na tempesta dove mi ritroverò. Ma so che comunque andrà bene, perché le nostre fottutissime navi non le butta giù nessuno. Era evidente quanto fosse fiero delle proprie radici, delle sue origini. Ma che ne sanno gli inglesi? La nostra vita non è per tutti. questa volta non c'erano secondi fini nelle sue parole, ciò che diceva lo pensava sul serio. Non mi sorprende che al giorno d'oggi i maghi preferiscano smaterializzarsi o viaggiare su mezzi babbani anziché salire su una nave come le nostre.


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    Markab Castlewine
    Reporter | 23 anni
    Contrattare con Jonathan era come andare in un casinò e trattare col banco: l'inculata era garantita 'Seh vabbè, sceglie lui quindi?' il rialzo di Markab non fu ben accolto dall'oste, che alla fine abbassò non poco la sua proposta, riducendolo ad un misero drink, per giunta scelto dall'altro. Puntò le mani ai fianchi, mimando inconsapevolmente Mussolini quando diceva me ne frego, "Quindi, scusami, eh, ricapitoliamo che forse sto diventando sordo - e credimi, cieco per tutte le seghe che mi sparo potevo ancora capirlo, ma sordo proprio anche no! - io devo fare quello che vuoi per ricevere il premio che sta bene a te?"
    Era un buon riassunto, del resto era un giornalista, sicché allargò le braccia come a dire "Ce la fai bro" ma poi, nonostante tutto, scosse la testa acconsentendo a quella follia urlante, forse e soprattutto perché l'alternativa era prendersi un tronco in faccia 'E senza offesa eh, Jon, ma ben altro mi farei al massimo sbattere in faccia da te, e che cazzo!'
    Lo pensò e non lo disse. Perché era sobrio, perché ricordava perfettamente come fosse finita la volta precedente e, perché, in ultima battuta, lui non disprezzava il sesso tra maschi, ma con ruolo attivo e non passivo, sicché se si era impegnato per uno come André, fondamentalmente per Jonathan, per quanto lo intrigasse di più, necessitava di uno stimolo maggiore.
    "Speriamo che sia almeno all'altezza del tuo locale, e che cazzo!" protestò lui, implicitamente accettando quanto pattuito, sia perché, come già detto, non voleva passare il pomeriggio a schivar tronchi, secondariamente perché, in fondo, lui avrebbe aiutato l'altro a priori e se poteva farlo per un premio, perché no? Infine c'era il discorso della scommessa 'Un premio misero... ma almeno se fallisco non pago pegno!' rifletté lui, soppesando che aveva una certa confidenza nella sua resistenza, ma in fondo le misure di sicurezza non erano mai troppo.
    Jonathan si recò al fiume per raccogliere l'acqua e Markab solertemente gli fu dietro, sentendolo ben presto sbraitare e rispondendo con ironia, che, incredibile a dirsi, fece ridere l'altro 'Porca puttana, sa ridere?!' sconvolto, il reporter fissò l'altro con due enormi occhi, nel mentre si sentiva dare del cretino, anche se in una maniera gentile, visto che lo preferiva così.
    Avaro com'era coi complimenti, quella reazione di Jon stampò sul volto di Markab un sorriso fin troppo radioso, che poi venne ovviamente ben presto celato dietro un mezzo grugno "Vaffanculo. Io sarò cretino, ma tu sei un coglione!" gli rispose infatti per le rime, fintamente piccato "E ricordatelo, ti aiuto solo per bere, perché sei il mio denrisiano preferito e soprattutto perché non ci tengo a farmi spaccare la faccia da te!" chiarì ammonendolo col dito, ricordando bene come lo avesse ampiamente minacciato più di una volta al riguardo. Una volta gli aveva anche proposto di farsi rompere altro, ma la reazione del moro era stata abbastanza chiara, sicché si risparmiò quella citazione 'Anzi, forse è proprio meglio cambiar discorso'
    La cosa, in vero, fu poco difficile, visto che Markab perse la presa su una bottiglia e si trovò a rovinare quel momento bucolico con i suoi strilli da scimmia "E lo so, porco merlino transone, mi è scappata d'in mano per la corrente, puttana morgana inculata da un cinghiale!" aveva fatto una pessima figura, l'altro gli stava facendo la paternale e lui stava finendo per bagnarsi peggio di uno psyduck nello stagno, sicché la veemenza delle sue imprecazioni stava via via aumentando, culminando col ragazzo che sbatteva sulla riva la maglietta e lanciava le scarpe con ancora più forza, ovviamente senza puntare Jonathan "So riempire una cazzo di bottiglia! Ci vivo nei fottuti boschi!" esclamò decisamente troppo coloritamente, forse proprio perché sentiva di aver fatto un passo avanti col ragazzo per doverlo subito fare indietro.
    Si mise a riempir le bottiglie e il discorso sul lavoro non lo aiutò a sentirsi meglio, del resto aveva una sorta di blocco artistico che non riusciva bene ad afferrare, tanto che aveva deciso quasi di non pensarvici nel breve termine. Il commento di Jonathan, comunque, lo fece ridere. E alzare gli occhi al cielo, ma comunque ridere "Quello l'ho già scritto su Instagram!" fece presente lui, un po' laconico, richiudendo le due bottiglie e tornando a riva per prenderne delle altre dal carretto e ripetere l'operazione, questa volta senza immergersi ancora nell'acqua, ma chinandosi solo.
    Il ragazzo aveva parlato dei suoi problemi lavorativi e l'ambiente gli suggerì fosse un momento non male per tentare magari un approccio più intimistico, sicché parlò di una delle cose che più lo affascinava di Denrise e del quale ne sapeva di meno: la navigazione.
    'Cazzo...' sentire Jonathan parlare con un simile trasporto di qualcosa che non fossero soldi lasciò Markab letteralmente a bocca aperta, al punto che quando la prima bottiglia fu riempita, lui stava ancora pendendo dalle labbra dell'altro senza farvi alcun caso 'Merda...'
    Rise quando l'altro disse che le loro fottutissime navi erano indistruttibili e solo a quel punto immerse la seconda bottiglia, emettendo un verso di scherno alle ultime parole dell'altro.
    "La gente è cogliona" ammise lui scotendo la testa "Sai quanta gente mi segue e mi dà grano e quando mi incontra mi dice che lo fa perché mi fai vedere dallo schermo un mondo lontano e selvaggio? Troppa porco Merlino, gli stracazzo di boschi e cose ce le hanno a due metri eh, ma no, mi guardano e mi pagano, ma col cazzo che alzano il culo e ci vanno loro: pensano sia uguale, e invece non capiscono un cazzo! Capisco che magari non salti da un palazzo all'altro, ci vuole un certo fisico, ma certa roba, porca troia, la può anche fare mia nonna, figurati un adulto o un ragazzo!" imprecò lui "Meglio eh, così io ci faccio i soldi, ma porca troia, non hai idea di quanto mi piacerebbe salire su una delle vostre drakkar all'avventura... e invece mi devo accontentare di fare il cronista e sperare di imbattermi in cose altrettanto fiche... tipo i troll di montagna dell'altra volta!"
    Esasperato, si tirò su, chiuse le bottiglie e sistemò anche quelle, prendendone poi altre due.
    "Fanculo, scusa lo sfogo!" disse poi lanciando uno sguardo un po' mortificato all'altro "E' solo che la gente senza palle mi sta sul culo" per quanto poi, ipocritamente, le incontrasse e si facesse pagare da loro, ma quella, in fondo, era un'altra storia.
    "Parliamo di cose allegre" ghignò lui, puntandolo con la bottiglia "Ce l'hai una donna, o ti bastano le pupe del locale?"
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    Jonathan Baker | Predone
    Ci volle un po' di tempo prima che Markab riuscisse a capire come stessero andando le cose: alla fine era proprio l'oste che aveva intenzione di condurre il gioco, decidendo ricompensa, sfida e premio. Quando il reporter chiese conferma di aver capito bene, Jonathan non si sbilanciò troppo, limitandosi ad annuire. Vedi che a volte non sei coglione come sembri? Hai capito alla perfezione. Purtroppo per Markab, Jonathan non aveva intenzione di offrire niente di più di quel drink scelto da lui. Insomma, se non avesse visto l'inglese quello sarebbe stato un lavoro che avrebbe dovuto far da solo e, diciamolo, se era riuscito a farlo per tutti questi anni senza il minimo supporto di certo non aveva bisogno del suo aiuto.
    Giunsero così al fiume, dove cominciarono a riempire le bottiglie d'acqua tra una battuta ed un'altra. A detta del reporter lui non era lì per chissà quale ragione, semplicemente per vincere quel locale condendo il tutto con dei complimenti. Il suo denrisiano preferito? Minchia, ma vuole davvero che gli spacco la faccia? Insomma, era evidente come il lupo di mare non fosse pratico di complimenti, tanto a quel modo di fare amichevole che aveva Markab. Idiozie, sai in quanti vorrebbero farsi spaccare la faccia da me? Beh, sicuramente estremamente pochi, un numero tendente allo zero, tuttavia il ragazzone era convinto del contrario. Insomma, perdere uno scontro contro di lui voleva dire piegarsi di fronte ad un armadio a due ante e nessuno avrebbe avuto da ridire, prenderle da un mingherlino invece era umiliante.
    Jonathan stese un gigantesco velo pietoso sulla magra figura dell'inglese quando si bagnò e lo lasciò imprecare in pace. Lui gli aveva consigliato come riempire una bottiglia al meglio, se diceva che fosse capace amen. Poi se si getta nel fiume io non lo ripesco. Ecco, quella era la migliore forma di apprendimento a Denrise. Finché non ci sbattevi il muso non imparavi mai.
    Il silenzio si prolungò sentendo nominare instagram. MA PORCO ODINO, QUESSO S'INVENTA LE PAROLE! Senza contare poi le parole che aggiunse in un secondo momento. Parlò della sua occupazione. Aspetta un secondo, fammi vedere ora se sono io ad aver capito bene. La gente di fatto ti paga per non fare un cazzo? Ti fai 'na paseggiata pe' i boschi e salti di tanto in tanto. Thor dannato, le nostre scimmie sarebbero milionarie a Londra! Markab stesso diceva che anche sua nonna poteva riuscire a svolgere un lavoro simile! Quindi, ancora una volta, cosa ne sapevano gli inglesi di cosa fosse il duro lavoro? Mo che mi ci fai pensà sei molesto, iperattivo, basso e forse ti arrampichi pure. Sicuro de non esse 'na scimmia?
    Il discorso poteva portar a spiegazioni darwiniane e magari il denrisiano poteva diventar famoso donando alla scienza l'anello mancante dell'evoluzione umana, ma Markab volle spostar il discorso verso qualcosa di più allegro. Ah, un'ultima cosa sull'argomento di prima. Dubito che salirai mai su una drakkar. Per farlo è necessario una preparazione atletica non indifferente e, soprattutto, il tuo equipaggio deve potersi fidare di te e noi non ci fidiamo degli inglesi. Forse un po' duro a questo giro, ma Jonathan non era uno che sparava cazzate, tanto meno uno che si faceva problemi a dir le cose come stavano. Certo, poi la situazione poteva evolversi in mille modi diversi, ma almeno al momento era certo che se fosse salito su una delle loro navi l'avrebbero impiccato.
    Riguardo alle ragazze non mi lamento, direi che mi bastano quelle del mio locale. Poi, te sembrerà strano, ma voci malevole dicono che non so' proprio romantico o, come dite voi, 'n gentelman. L'ultima parola fu pronunciata esattamente com'era scritta. Poi al momento sto bene così, non vojo 'na donna che comincia a rompe er cazzo. Te? Sei sposate e le metti le corna con le tipe der locale mio? Non erano pochi gli uomini che lo facevano. Anzi, la maggior parte dei suoi clienti erano tutti uomini o donne già sposati che per un motivo o per un altro decidevano di trascorrere una serata di puro divertimento. In fin dei conti il Canto della Sirena offriva riservatezza, camere e un prezzo accessibile agli uomini del posto. Poi, anche se dovessero venire, c'è tolleranza zero per gli impiccioni. Solitamente li sbatto fuori dalla locanda a calci in culo.

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    Edited by Alexander Olwen - 19/11/2019, 15:45
     
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    Markab Castlewine
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    Il polemico sarcasmo di Markab fu accolto dal Predone con molto piacere, del resto chi governava un bordello non era solito scendere a trattative 'Ma che cazzo?' come tutti quelli che facevano uso di sarcasmo incompreso, il reporter rimase a bocca aperta, osservando l'altro incredulo, finendo poi col bestemmiare e chiuderla lì: il margine di trattativa era sostanzialmente nullo e se neanche atteggiamenti passivo-aggressivi avevano funzionato, dubitava che qualcosa potesse farlo. E che soprattutto tal miglioramento fosse in positivo 'Ci manca solo che domani in live faccio il cosplay di un fottuto Genma Saotome' decretò lui, rassegnato, alzando le braccia e calandole poi per indicare come il discorso fosse di fatto chiuso.
    Il discorso era particolarmente chiuso anche perché lo stesso Markab era disposto ad aiutare l'altro per diverse ragioni, alcune affettive, altre di autoconservazione, del resto quando ci si approcciava ad un denrisiano era necessario calarsi nelle sue dinamiche affettive, generalmente implicanti un osso o due rotto; non a caso il locandiere affermò che molte persone volessero farsi spaccare la faccia da lui.
    Markab rise ed alzò gli occhi al cielo "Ho detto la faccia, non altro!" allargò lui le braccia rassegnato al fatto che l'omone non sembrasse percepire il proprio fascino e, soprattutto, paresse non saper contemplare un approccio che non fosse meramente violento.
    'Fanculo, tanto ha fatto che mi ha fatto pure tornare su quel discorso' pensò lui ghignando e scuotendo la testa, ignorando il fatto di essersi cacciato da solo in quella situazione, anche perché se si voleva attendere che fosse Jonathan a guidare il discorso si sarebbe morti di vecchiaia. O più probabilmente di cirrosi.
    Giusto perché ricordare come lui avesse dei lati omosessuali non fosse sufficiente, il ragazzo diede anche spettacolo finendo in acqua ed incasinandosi in qualcosa di semplice, finendo con l'imprecare tutte le divinità note nel firmamento, anche in risposta alla laconica osservazione dell'altro, che lo offese ancora di più di un approccio aggressivo.
    In effetti quella mancanza di aggressività Markab la rilevò anche nel discorso seguente, che letteralmente incantò il reporter, sia perché era strano osservare un Jonathan romantico (a modo suo), sia perché lo sorprese sentirlo parlare, comunque, così a cuore aperto. La sua reazione fu accesa come era sempre in suo stile, essendo lui un concentrato esplosivo di energie (quasi quanto un Barnes (?)), facendo apprendere su di lui altre verità scomode.
    La prima di esse era come lui, in effetti, non facesse un'emerita fava nella vita; la seconda era che fosse una dannata scimmia.
    "Oh, scimmia a chi cazzo lo stai dicendo eh?!" esclamò lui, balzando sul posto e battendo poi i piedi, giusto per confutare qualsiasi dubbio all'altro"Non c'ho un cazzo della scimma io oh! Sono un cazzo di bufalo, non una fottuta scimmia di merda! In testa te la tiro la banana oh!" diede lui di matto, afferrando una bottiglia e riprendendo le proprie operazioni di riempimento tutto impettito, imprecando non poco e borbottando anche di più.
    "E comunque, fanculo! Anche quello è un lavoro, ci metto sempre un sacco a fare i video e a montarli, cazzo credi, che basta andare in un bosco e camminare e fai i soldi?!" in effetti era esattamente quello che l'altro pensava: lo aveva candidamente ammesso, ma in effetti quella di Markab era soprattutto una domanda retorica "Dire che è andarsene nei boschi è come dire che tu stai ad un tavolo e fai baubau a chi non paga!"
    Come ogni influencer che si rispettasse, il reporter era molto sensibile sul tema del suo lavoro - per quanto fosse, di fatto, solo il suo secondo lavoro - sicché reagì molto piccato, forse anche perché frustrato dallo stesso discorso che avevano affrontato, relativo a quel senso di libertà che Markab tanto stava ricercando e che sentiva, interiormente, sempre più lontano ed alieno da lui.
    Andare sulle drakkar era forse una delle massime espressioni di libertà, quasi quanto diventare il Re dei Pirati (?), ma esse non erano per tutte e Jonathan in questo fu crudo, e molto chiaro.
    "Che, aspetta un attimo?" il ragazzo stava occupandosi delle bottiglie quando rizzò la schiena alle parole dell'amico. Si voltò esterrefatto e un po' arrabbiato, poi lo folgorò e lo avvicinò, mettendosi a trenta centimetri da lui "Io pensavo che fosse una cosa di legge: o nasci a Denrise o ti attacchi al cazzo. Ma mi stai dicendo che se invece ci fosse una ciurma disposta io potrei salpare su una drakkar con loro?"
    Markab mantenne alcuni istanti l'espressione di una bambola gonfiabile, poi chiuse la bocca. Per tipo un secondo (ed era già tanto!). Allargò le braccia "Sono stato il primo a dire che tu hai un fisico migliore, ma fanculo, ho una preparazione atletica DA URLO! Salto da un palazzo all'altro senza problemi, faccio roccia anche a mani nude e sono temprato al rischio e al pericolo, e tu lo sai: con il mio amico Skyler abbiamo tenuto testa a due cazzo di troll di montagna. ED ERAVAMO PURE UBRIACHI PER COLPA TUA!" gli fece notare indicandolo col dito.
    "Dì il cazzo che vuoi, anche che sono una cazzo di scimmia, ma non mi dire che sono un coglione cittadino inglese che grida quando vede un cazzo di ragno!" vero: lui gridava e basta! "Se non si può non si può e vaffanculo a tutti. Ma se si può, anche se è quasi impossibile: vaffanculo, ho fatto un sacco di cose impossibili e se devo guadagnarmi la fiducia tua, di tutta la locanda incluse le tue puttane e anche del Capovillaggio in persona. Fanculo, lo farò e basta!"
    Le parole del ragazzo potevano suonar capricciose, ma in effetti per lui la drakkar era qualcosa di più: era una sfida, con sé stesso, ma anche col mondo, e, in una certa misura, anche un sogno, proprio per quel senso di libertà e di potere che Jonathan aveva poc'anzi descritto.
    Sospirò, fece qualche passo indietro e sbollì. Si rinfrescò un attimo e prese una delle ultime bottiglie, scoprendo come Jonathan si trastullasse con le tipe del locale 'E chiamalo scemo!' pensò lui scrollando le spalle, apprendendo come non fosse in cerca di seccature, ovvero di una donna fissa.
    "Io sono sposato solo col mio cazzo: se vuole scopare io lo faccio scopare" ghignò lui "Mai avuto una relazione, sempre che esistano. Ma in effetti ho fatto mettere un sacco di corna in testa a gente" ghignò ancora, spavaldo. Riponendo la bottiglia sul carretto.
    "Beh, direi che ci siamo no? Andiamo?" propose lui, incrociando le braccia con un sorriso eccitato, chiaramente pronto alla propria mezzo-sfida.
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    Jonathan Baker | Predone
    Jonathan possedeva un modo tutto suo di vivere la propria sessualità. Forse perché abitante di un villaggio in cui il romanticismo non era mai esistito, magari perché gestore di un bordello in cui le donne facevano del sesso il loro lavoro, ma il nostro lupo di mare davvero non riusciva a vedere le pratiche sessuali come un insieme di volontà. Insomma, i pirati di certo non erano famosi per il loro modo di trattare le donne delle coste che saccheggiavano e lo stesso temperamento era quello che si sviluppava nell'isola. Volevi qualcosa? Bene, dovevi prenderla.
    Quella fu la seconda volta per Markab a lanciare un'esca assai piccola per un pesce troppo grosso. Tsk. Disse solo, evitando di rispondere per le rime. Nei momenti di magra Jonathan aveva avuto dei rapporti sessuali con dei ragazzi unicamente come attivo, ma perché eccedere in una simile tentazione quando al Canto della Sirena c'erano innumerevoli donne pronte a dargliela?
    Ad un certo punto entrambi sorvolarono sull'argomento e cominciarono a discutere su quanto Markab assomigliasse ad una fottuta scimmia. Tale paragone parve provocare il reporter e nonostante fosse assurdo dirlo, si comportò ancor di più come una scimmia. Bufalo? Davvero si stava dando del bufalo? Il denrisiano scoppiò in una nuova e fragorosa risata mentre il capo si spostava lentamente da sinistra verso destra. No, fidati, sei una fottuta scimmia. Per questo penzoli sempre nella mia locanda, l'avrai scambiata per un cazzo di albero! Inoltre gli piaceva pura la banana, c'era bisogno di ulteriori prove?
    Ciò su cui invece era forse in difetto era l'occupazione secondaria del giornalista. Da come l'aveva messa sembrava davvero che venisse pagato per farsi una passeggiata per i boschi e - anche impegnandosi - non vedeva in tale lavoro nulla di estremamente difficile e faticoso. Dopotutto gli inglesi non c'hanno voja de fà un cazzo. Ad ogni modo il sorriso che aveva mostrato fino a quel momento si ritirò di colpo e il suo solito sguardo minaccioso tornò a caratterizzargli il volto. Prova a dì de nuovo che faccio baubau e prima te faccio bere piscio de cane e dopo te pijo a calci 'n culo finché non farai tu baubau. Per il bene di Markab era meglio non domandarsi se stesse scherzando o meno, poiché se solo fosse riuscito a conoscerlo un pochino si sarebbe accorto di quanto Jonathan fosse un uomo di parola. Spesso gli stranieri facevano il fatale errore di considerarlo come un semplice locandiere e innumerevoli erano i denti che saltarono a questi individui.
    Le pause del suo parlare erano riempite dallo scorrere dell'acqua. Da quando aveva cominciato a riempire le bottiglie si era bagnato fino agli avambracci a causa degli schizzi. Ne aveva riempite quasi una decina e un piacevole vento rinfrescava il corpo a tratti appiccicoso a causa del sudore generato da tutto quel lavoro fisico cominciato sin da prima dell'incontro con Markab. Dopo aver riempito l'ultima bottiglia, con entrambe le mani formò una sorta di conca per sollevare un po' d'acqua che lasciò ricadere sui capelli, questa poi gocciolò sul viso e i lineamenti spigolosi permise loro una scorciatoia, permettendo di cadere direttamente sui gonfi pettorali.
    Dipende dalla nave. È vietato far salire gli stranieri a bordo delle imbarcazioni che i carpentieri mettono a disposizione per missioni, commercio e guerra. Quindi tutte? Assolutamente no. Ma se una nave appartiene ad un capitano - ad esempio la mia fu costruita da mio padre - questo può far imbarcare chi vuole.
    A conti fatti erano escluse le cosiddette navi a noleggio per far un confronto con la civiltà babbana, tuttavia c'era da dire che erano estremamente pochi i denrisiani che possedevano una drakkar tutta loro e questi pochi piuttosto che far fare un giro sulla propria imbaracazione avrebbero preferito far fare un giro sulla loro stessa moglie e ciò era tutto dire sulla loro inflessibilità al riguardo.
    Eppure Markab desiderava di voler salire su una di quelle imbarcazione e per farlo era disposto a guadagnarsi la fiducia dei denrisiani. Finché non ti vedranno sgobbare per il villaggio non avrai la fiducia di nessuno. Ormai sai cosa pensiamo di voi inglesi e per dar prova del tuo valore devi darti da fare sulla terra ferma, perché nessun capitano porta con sé un turista.
    Riguardo al discorso delle relazioni, invece, preferì stendere un velo pietoso. Insomma, non era l'argomento di cui parlava più volentieri poiché per lui non c'era niente da dire.
    Dopo aver riempito anche l'ultima bottiglia si alzò in piedi, prese man a mano il frutto del suo lavoro e caricò il tutto sul carro. Possiamo andare. Disse, lasciandosi andar poi ad un interminabile secondo di silenzio. Comunque, per il discorso di prima, se vuoi darti da fare domani mattina puoi venire al Canto della Sirena. Era una truffa per aver un nuovo lavoratore gratis? Assolutamente sì, dopotutto quello era l'effetto collaterale per ottenere la sua fiducia. Nel caso doveva vederlo sporcarsi le mani e non con l'acqua di un fiume, ma con lavori decisamente più impegnativi. Non so ancora di preciso cosa farti fare, ma sta tranquillo, qualcosa te lo trovo. Assolutamente sì, aveva bisogno solo di un po' di tempo per riflettere.

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    Markab Castlewine
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    Markab era una scimmia, un bufalo, un inglese, un gay o semplicemente un coglione?
    Jonathan pareva convintissimo fosse una fottuta scimmia e portò valide argomentazioni dalla sua (soprattutto se si rifletteva sul fatto che fosse un denrisiano. Nel senso, non includeva pugni e superava le tre parole!) mentre il Castlewine, beh, non sembrava pensarla ugualmente "Fanculo, non sono una cazzo di scimmia di merda!" strillava lui continuando maledettamente ad atteggiarsi come tale, a riprova di quanto fosse severa la Natura.
    Decisamente a Markab non piaceva il paragone e non esitò a rimostrarlo, così come si oppose agli insulti correlati alla sua professione: amava il suo lavoro, anzi, la sua seconda professione (l'influencer) e per quanto non lo reputasse un lavoro pesante, al contempo non ammetteva che lo si giudicasse come una cosa da nulla 'Fanculo, mica è facile piacere ad un sacco di gente, caricare video e fare sempre cose che interessino agli altri! Io sono pure cosplayer, che cazzo!' tutto vero, sicuramente, ma come lo si poteva spiegare ad un metro e novanta di manzo che, fondamentalmente, quando non si esibiva in scene degne di una pubblicità di profumo, intendeva il lavoro secondo un concetto medievale che lo associava in maniera assoluta alla fatica?
    Un modo era puntare sull'empatia, il farlo entrare nelle sue scarpe. Ma, ovviamente, l'empatia era per i deboli ed infatti non appena questi ridefinì il proprio lavoro, Jonathan diede di matto "Ehi, mica ho detto che non fai un cazzo, ho detto che qualcuno potrebbe dirla così, e vedi quanto ti ha fatto rodere il culo? Quello intendevo, che cazzo, oh! Non è spaccarsi la schiena tutto il giorno, ma dire che non faccio un cazzo anche no!"
    Che poi il succo era proprio quello: di fatto non faceva un cazzo.
    Markab osservò Jonathan distrattamente mentre eseguiva la scena degna di uno spot per profumo, scuotendo la testa 'Non capisce proprio un cazzo' rifletté lui ridendo, limitandosi a riempire le bottiglie come richiestogli, salvo sussultare quando apprese come non fosse impossibile per lui salire su una drakkar. Complicato sì, impossibile no e lui, più di ogni altra cosa, anche più del rischio, amava le sfide.
    Nel mentre Jonathan gli esplicava gli usi del luogo, Markab lo osservò come un cane che puntava una preda: attento, silenzioso, concentrato. Ogni tanto annuiva colla testa per rassicurare l'altro che stesse davvero ascoltando "Quindi, fammi capire: se tu volessi potresti imbarcarmi?" chiese: aveva afferrato il senso, ma voleva che lo dicesse esplicitamente, come se ciò potesse renderlo più vero o potesse valere come una sorta di contratto.
    Non lo spaventava il rischio, la fatica o il pericolo di fallire: non voleva essere un turista, voleva vivere un'avventura, qualcosa che lo facesse sentire vivo 'E se devo salire su una drakkar, voglio che sia la sua: mi sta simpatico... anche se è un fottuto taccagno e sicuramente mi farà uscire matto!' pensò lui, incrociando le braccia, un po' sulla difensiva, giusto in tempo perché l'altro concludesse e, in effetti, allungasse all'altro una proposta.
    "Mh..." esordì lui, riponendo le ultime bottiglie sul carro 'L'ho già detto che se mi deve inculare preferivo in un altro senso?' ci rifletté un poco e in effetti confermò di averlo già fatto e di aver ricevuto solo delle spunte blu, quindi tenne per sé quella osservazione, optando per una risposta più seria "Certo, perché no... in fondo non mi dispiace darti una mano, come ho già fatto" propose lui, abbastanza serio con una scrollata di spalle, andando poi a prendere le bottiglie, che mise in una sacca magica per trasportarle personalmente come scommesso: a maggior ragione dopo quello che aveva sentito, non si sarebbe sfatto sfuggire alcuna occasione per dimostrare cosa sapesse fare.
    'Avanti Markab: per l'alcool, per la figa e per le drakkar!' si auto-incitò, caricandosi sulle spalle il peso, andando poi a fissare l'altro "Anzi, se vuoi sono disposto a venire a darti una mano una volta a settimana... magari il venerdì sera o la domenica, dimmi tu" decise lui di rilanciare "Come ti ho detto il lavoro non mi spaventa e mi piacerebbe integrarmi meglio a Denrise: mi piacete, un sacco" ammise con un sorriso "E ci terrei a guadagnare il vostro rispetto. Drakkar o non drakkar"
    Un'altra scrollata di spalle e si mise in cammino, anche se il suo passo, dato il carico, non fu rapido "Allora, Jon, andiamo?" chiese lui, più euforico del necessario, forse a riflettere il fatto che nella sua vita avesse, tutto sommato, trovato nuovamente qualcosa che lo stimolasse, per quanto mai lo avrebbe creduto.
    RevelioGDR
     
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