The darkness

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    Aaron Barnes
    Medimago | 26 anni
    Cominciava ad essere un vizio entrare in quei vicoli. Non era solito trascorrere del tempo in quel di di Knockturn Alley perchè sapeva benissimo che non c'era mai gente raccomandabile. Era ovvio che in mezzo al buio e a quei vicoletti stretti non si vendessero sicuramente fiori e tulipani, ne era certo e convinto, ma in quel periodo era il luogo in cui si sentiva meglio e più a casa sua. Non usciva mai con cose troppo vistose quando sapeva che sarebbe finito esattamente li, quindi si limitava ad indossare un jeans, una maglietta ed un giubinetto di pelle, giusto per non uscire senza. Era un medico e comunque una persona molto, ma molto impegnata quindi non poteva certamente permettersi ferie o giorni di malattia. Non era uno di quelli che doveva lavorare per forza per vivere, ma erauno di quelli che avevano il dovere che gli scorreva nelle vene al posto del sangue. Lui, a differenza di molti suoi coetanei, non aveva mai dato problemi a nessuno ne a scuola ne a casa. Sicuramente la sua infanzia non troppo felice lo avevano reso più duro degli altri, ma quellonon voleva significare proprio niente. Aaron era nato già grande, fin quando era bambino non era mai stato un ragazzo molto trasgressivo ed aveva sempre pensato a tutte le conseguenze del caso, non era eccessivamente ambizioso ma era molto determinato. Forse era l'unico motivo per il quale il capello parlante aveva impiegto più tempo del solito per capire dove smistarlo, Serpeverde o Corvonero? Ma diciamoci la verità, uno che arrossisce se una ragazza gli fa l'occhilino non poteva essere certamente una serpe! Aveva sempre amato la sua casata ed era sempre stato in linea con le sue credenze e i suoi principi, infatti era un secchione, testardo, assurdamente permaloso e che se la tirava molto. Aaron Barnes era la quinta essenza di un Corvonero e quel marchio blu e nero nessuno glielo avrebbe levato di dosso. Sicuramente si sentiva più in linea con i Serpeverde, ma ironia della sorte aveva una migliore amica rigorosamente Grifondoro! Insomma sapeva adattarsi bene a qualsiasi eventualità.
    Adesso, la domanda arrivava spontanea, perchè mai si trovava in un luogo tanto buio e desolato della terra? Forse perchè seriamente voleva urlare ma non era nelle sue corde. Avrebbe voluto tanto essere uno di quei ragazzi che prendono ed esplodono all'improvviso solamente per stare meglio, forse anche un pò egoisti e menereghisti verso i sentimenti altrui. Vide una panchina libera e decise di accendersi una bella sigaretta e godersi uno di quei cieli stellati che non si vedevano da tanto tempo. Gli ricordava quando, per l'unica volta nella sua vita, aveva fatto perdere dei punti alla sua casata, per stare insieme ad una ragazzina della sua età e guadagnarci un misero bacetto ed un abbraccio. Ma perchè a lui succedevano sempre queste cose insensate? I suoi amici riscuotevano successi a destra e a amanca e a lui invece capitavano le situazioni più assurde! Prese la sigaretta dal suo pacchetto, oramai sempre in tasca pronto a fargli compagnia, e cercò l'accendino. Andiamo, possibile che me lo sono dimenticato, di nuovo in reparto? Lo aveva detto ad alta voce ed anche borbottando,tanto non c'era nessuno e chi c'era si guardava bene da farsi gli affari suoi. Prima o poi si sarebbe ritrovato in un guaio assurdo, ne era sicuro. L'aveva scampata con quel tipo losco che aveva incontrato qualche tempo fa che era chiaro gli stesse offrendo droga, chissà se prima o poi non si sarebbe svegliato con un bavaglio sulla bocca in qualche parte del mondo magico per qualche riscatto!

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    Lavorare all'ufficio Cooperazione Magica Internazionale metteva a conoscenza di numerose sostanze che, a livello legale, erano illegali in gran Bretagna. Eppure Vath era a conoscenza di certe falle nel sistema, giri di contrabbando che, solo Nocturn Alley, poteva permettere. Quel giro di illegalità sarebbe dovuto esser spazzato via, a parer suo, ma molti negozianti della via vendevano anche un oggetto su cui il ministeriale si sentiva di dissentire con la legge corrente. Non esisteva nulla di male nel possedere un portafoglio in pelle di Moke, lui e molta altra gente rispettabile ne avrebbero sicuramente giovato dalle proprietà di quel particolare rettile. Il Moke, infatti, possedeva la capacità di potersi restringere ed allargare a piacimento e questa proprietà si manteneva anche con la pelle una volta morta la creatura. Una manna dal cielo contro i borseggiatori ma, il Regno Unito, la considerava come Materiale commerciabile di classe B ovvero che la vendita e l'importazione di tali prodotti è permessa, ma è soggetta a Severi Controlli, dal momento che sono inclusi oggetti pericolosi e di particolare rarità. Tuttavia la cautela non era mai troppa, quel tardo pomeriggio non si era vestito in maniera troppo elegante, una giacca, una camicia e un jeans ed era a posto, ciò che però in quelle vie aveva dato sempre falso era il nome, Roderick Valantine. A parte l'uso del nome del cugino paterno aveva scelto quelle iniziali per via del suo inseparabile anello, quello in oro bianco ricevuto al diciassettesimo compleanno da suo padre, con il monogramma VR inciso su di esso. Se Roderick era il nome, Vath per la V dovette appellarsi ad un Billy Ray Valantine del famoso Eddie Murphy nel film Trading Places. La sua abilità nel contrattare gli era sempre stata utile. L'aveva affinata in Egitto dove lì, per qualsiasi cosa, dovevi farlo o venivi preso per fesso. Così il dipendente del C.M.I. aveva spuntato un buon volume di pelle per numerosi portafogli, riposta con cura nella tasca interna della giacca modificata opportunamente con un incanto d'estensione. Gli mancava l'Egitto era stato uno dei posti che aveva visitato qualche anno prima, prima di recarsi nelle fredde ed aspre lande Russe. Aveva visto le piramidi, le sfingi, aveva navigato sul fiume Nilo e visto gli ippopotami, i cavalli di fiume, ma ciò che più gli era stato caro il ricordo di quando, a dorso di cammello aveva viaggiato sulle dune di sabbia del deserto. Lì aveva incontrato un Runespoor che stava per essere colpito dalla guida che lo stava portando verso la Valle dei Re: il ricordo di come lo aveva fermato, garantendo la vita al serpente, era vivido nella sua mente. Il borbottio che arrivò dalla sua sinistra proveniva da una panchina, dove una persona era seduta, da ciò che disse pareva avesse dimenticato qualcosa. Eppure, scavando nei recessi più profondi della propria mente, quella voce l'aveva già sentita. Sicuro non al lavoro, no, era una voce giovane, la voce delle persone con cui lavorava era sempre rauca, anziana, probabilmente era il più giovane in quell'ufficio. Una vecchia conoscenza di Hogwarts, considerata l'età della persona seduta sulla panchina. Si avvicinò, nonostante la ragione gli dicesse di andarsene, ma poi, perché avrebbe dovuto? Non era ancora illegale passeggiare per Nocturn Alley né stava facendo qualcosa di losco, aveva comprato della pelle di Moke, certo, ma tale acquisto figurava sul libro mastro del negoziante e lui era un onesto cittadino che si preoccupava della sicurezza delle proprie finanze. Solo quando si avvicinò abbastanza all'uomo lo riconobbe, un sorriso sfuggì sul suo viso e la mente riandò ai lontani anni tra le mura di Hogwarts. «E dire che, un Corvo, dovrebbe avere una buona memoria.» Esordì, divertito, lo vide con la sigaretta in bocca così estrasse dalla giacca un accendino e gliela accese. Non era un fumatore, di certo non si svegliava all'alba per correre solo per rovinarsi i polmoni con un vizio così stupido e dannoso, però aveva preso l'abitudine di portarsi dietro un accendino per ogni evenienza. Un incantesimo sarebbe stato sicuramente più utile e veloce, ma con lo Statuto Internazionale sulla Segretezza Magica, telecamere babbane, droni e chissà quali altre diavolerie tecnologiche era meglio evitare. Era stufo di nascondersi al mondo, stufo di nascondere ciò che realmente era a causa di una legge vecchia di quattro secoli. «Saranno si e no dieci anni che non ti vedo, ti trovo bene, come stai? Tuo fratello? Hai parlato di reparto, lavori in un ospedale?» L'ex Serpeverde si riferiva al giovane Barnes, che era entrato ad Hogwarts due anni dopo la sua uscita. «Forse è meglio se ci spostiamo, non trovi?» Un sorriso scaltro, un cenno del braccio verso le strade più ampie di Diagon Alley e un cenno del capo per seguirlo.

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    Aaron Barnes
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    Di tante persone che poteva incontrare in quel pomeriggio tardo, Vath era l'unica a cuinon aveva mai pensato minimamente. Uno perchè quello non era proprio un posto dove se lo immaginava che passeggiva con una certa tranquillità e poi perchè aveva sempre pensato che sarebbe finito chissà in quale posto del mondo, ma non di certo a Londra. Il prefetto prima e caposcuola dopo, ex Serpeverde. Lo guardò quasi sbalordito, non se lo aspettava affatto, era più grande di lui di uno o due anni, non ricordava, e la cosa buffa era che era l0unico che gli aveva levato qualche punto per non si ricordava bene cosa. Lo aveva odiato veramente ma veramente tanto quella mattinata, ma alla fine era acqua passata, oramai erano passati così tanti anni che era veramente inutile portare rancore. Sorrise e fece un tiro di sigaretta per accenderla come si doveva e poi si alzò in piedi per salutarlo, dandogli la mano come davvero un vecchio amico. Ultimamente sono così stanco che non riesco neanche a ricordarmi bene il mio nome, figurarci l'accendino, e poi ho ricominciato da poco, purtroppo! Non voleva lamentarsi come una femminuccia ma davvero era qualcosa di incredibile. Quel periodo, sembrava quasi, che tutto l'universo si fosse messo contro di lui per far succedere cose assurde alla sua vita. Non era neanche più in grado di capire esattamente dove andare perrilassarsi un pò che si ritrovava costantemente in quel posto pieno di gente poco raccomandabile.
    Forse andava li erchè le persone sapevano farsi i fatti loro per paura di essere in qualche modo fregate, o comunque lui poteva anche essere un auror in borghese... No andiamo, Aaron Barnes non aveva per niente l'aspetto di una persona pericolosa che poteva farti del male, si vedeva lontano un miglio che fosse uno di quei ragazzi super gentili e dolci che ti davano una mano anche quando non te la meritavi per niente. O forse non era proprio così, ma sicuramente non era un tipo pericoloso o attacca brighe. Gli piaceva vivere nel suo anonimato e nelle sue glorie giornaliere come aveva sempre fatto anche a scuola. Proprio per questo si era riuscito a diplomare con ottimi voti, prender un sacco di punti per la propria casata - facendole vincere un anno anche la coppa delle case - , aveva sempre avuto delle ragazze serie, anche se non tropp visto che due relazioni serie su due erano finite con il suo avere le corna; Ok, se solo ricominciava a pensare a tutta quella situazione con Katrina ed al fatto che sicuramente era stato lui a tradire per primo con quella dannatissima ragazzina di nome Linn, si sentiva male, male per davvero! Ecco era meglio concentrarsi su quello che il suo vecchio amico gli stava dicendo.
    Mio Fratello? Guarda, al momento lo metterei ad Askaban pur di farlo diventare un ragazzo disciplinato, ma riuscirebbe
    a far esaurire anche i dissennatori, quindi risparmio questa sofferenza a loro e lo faccio rimanere incatenato ad Hidestone!
    Disse buttando fuori il fumo all'altro lato del ragazzo. Erano 10 anni che non si vedevano. Quando il bondo gli fece segno di andare da un altro posto si guardò intorno. Sospirò.
    Direi che è il caso, tu? Come stai? Ti facevo in quale luogo del mondo molto lontano da Londra!
    Disse poi passandosi la mano libera dalla sigaretta in mezzo ai capelli. Era contento che almeno alcune persone di Hogwarts, frequentate da lui, erano ancora nei paragi.
    Sto finendo di storiare medicina e nel frattempo porto avanti l'attività di mio nonno, non me la sentivo di lasciarla così, crollare nel nulla, infondo ci ha costruito un patrimonio non indiferrente ed una rete di appartamenti e alberghi che fanno invidia in tutto il mondo. Perchè non continuare? Era una domanda retorica e sapeva che il ragazzo poteva capire. Infondo anche lui era abituato a vivere nel lusso e sinceramente, non aveva nessuna voglia di smettere di farlo. Era la sua unica consolazione al momento e voleva farla rimanere tale.
    Ma dimmi tu che fai? Non era mai stato un impiccione o uno dalle grandi domande, ma a volte era nesessario staccare un pò la spina e mettere il suo matto cervello pensante in stand-by e dedicarsi ad un amico perduto. Ultimamente Londra brullicava di vecchie conoscenze, prima Hector, adesso Vath... Dovev ammettere che ne era veramente contento!
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    Era proprio lui, Aaron Barnes si trovava a Nocturn Alley e di tutti gli ex studenti di Hogwarts il Corvonero era quello che meno si aspettava di trovare lì. Quei vicoli non erano soliti attirare gente rispettabile, di buona famiglia e con un conto alla Gringotts a tre zeri, quante probabilità c’erano che, il medesimo pomeriggio ben due si trovavano lì? Non ne esistevano molte il Fato aveva tirato i suoi dadi e, da quel lancio, era risultato che un Barnes e un Remar si trovavano tra i vicoli di Nocturn Alley. Probabilmente se avessero unito i loro conti alla Gringotts avrebbero acquistato tutto il luogo. Non avevano legato molto ad Hogwarts e le loro interazioni si erano limitate a quelle “istituzionali” tra studente e prefetto, lo aveva sorpreso durante una ronda serale lo aveva sorpreso fuori dal dormitorio e, sebbene la sua motivazione fu che leggendo avesse perso la cognizione del tempo, non avrebbe potuto passar sopra a una simile mancanza. La conoscenza era sempre ben accetta, Vath trascorreva ore sui libri, vivendo storie, acquisendo esperienza anche in maniera indiretta e poteva comprendere come su un corvo, tutto quel sapere, potesse esercitare una fortissima attrattiva. Da quel momento i due studenti, nonostante i punti sottratti alla Casata di Aaron, avevano sempre avuto rispetto reciproco e al termine del settimo anno di Vath l’ultimo giorno ad Hogwarts lo era andato a cercare per dargli il suo saluto. Negli anni successivi non aveva pensato più molto allo studente di Corvonero, che aveva due anni ad Hogwarts da ultimare, poiché anche lui era stato impegnato nei suoi viaggi all’estero. Anche se i maghi avevano avuto un boom tecnologico vath era rimasto tradizionalista, magifonino? No grazie, preferiva un gufo e una lettera. Quello strumento lo aveva sempre reputato il male, vedeva come rendeva i babbani, isterici, disattenti, concentrati solo sull’apparire e l’immagine vuota che, quelle fotocamere, immortalavano. Un messaggio scritto tramite magifonino lo considerava freddo, diverso rispetto all’impegno profuso nel mettersi al tavolo con carta e penna riversando fiumi di parole per chi, quella lettera l’avrebbe vista giorni più tardi. Tutte quelle riflessioni vennero fatte nel momento in cui Aaron accese la sigaretta prendendo una boccata di fumo e, in silenzio, ascoltò la risposta che il mago più giovane aveva da riferirgli. Si era alzato in piedi, dandogli la mano in una stretta che Vath ricambiò in maniera decisa ed energica. «In effetti, se posso permettermi, non hai una bella cera. Non ricordavo che fumassi, all’epoca, sarà stato un vizio di qualche anno dopo. Fortuna che almeno la testa è attaccata al collo, altrimenti dimenticheresti anche quella!» Una risata avrebbe accompagnato quella frase, Vath inclinò il capo e ascoltò il giovane. Calmo e pacato, il Corvonero era esattamente come Vath si ricordava, forse aveva qualche pelo in più sul viso, ma di contro il fratello del Medimago, Blake, pareva essere un demone dell’inferno a detta di Aaron. «Addirittura Azkaban, secondo me non esiste cella che potrebbe contenere tuo fratello, né dissennatore in grado di tenergli testa.» Solo quando anche il giovane capì che era meglio spostarsi Vath si decise a rispondere alle sue domande. «In effetti sì, non sei andato così distante dal vero. Sto bene, come puoi vedere, sono rientrato in patria da circa due anni. Dopo Hogwarts ho passato alcuni anni in giro per l’europa, l’asia e l’africa per migliorare lingua e conoscenze delle culture di quei paesi e, una volta rientrato, ho iniziato a lavorare.» Non avrebbe detto la propria professione in mezzo a quei vicoli, nulla glielo avrebbe fatto dire, neanche un Veritaserum inoculato con l’inganno o la forza. «Medicina? Si, ho sempre pensato che avessi la predisposizione per metterti al servizio di tutti, indiscriminatamente. La compravendita immobiliare è un buon investimento, io mi accontento della mia tenuta, ma in effetti dato che quella era una attività ben avviata hai fatto bene a proseguirla.» Finalmente, mentre parlavano del più e del meno uscirono da quei vicoli, l’aria era meno pesante e una leggera e frescolina brezza estiva scompose leggermente il ciuffo a Vath. «Ho fatto domanda al Ministero, quinto livello, ufficio Cooperazione Magica Internazionale. Mi sembrava la scelta più logica dato che avevo scelto di studiare per quello durante i miei anni ad Hogwarts.» Era stata anche una scelta semplice, la sua predisposizione alle lingue, la sua spiccata capacità comunicativa poteva essere messa a Frutto dalla Gran Bretagna per questioni che, Vath, apprezzava e sentiva giuste.

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    Aaron Barnes
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    Remar lo aveva sempre visto come un ragazzo quasi strano, ma molto, troppo ambizioso. Lui non era mai stato così, l'ambizione si, ma fino ad un certo punto e forse era proprio quello che aveva spinto il capello parlante a smistarlo nei corvonero e non di certo nei serpeverde. Eppure sapeva che comunque c'era una sorte di patto tacito tra i due quasi che entrambi non avessero bisogno di parlarsi per sapere che comunque c'era grande rispetto tra i due. Aaron aveva perso un pò di punti a causa dell'ex prefetto serpeverde ma alla fine lo aveva sempre ammirato, proprio perchè, non aveva fatto nessuna eccezione ed aveva fatto rispettare le regole come doveva essere fatto. Quasi intransigente e non aveva avuto mai nessun dubbio che sarebbe riuscito certamente ad arrivare esattamente dove voleva.
    Si erano persi di vista per parecchio tempo e la cosa gli era dispiaciuta, anche se alla fine anche lui aveva avuto il suo bel da fare senza soffermarsi troppo sui particolari della sua vita. Ultimamente pensava veramente troppo e il crack che sentiva lentamente nel cuore lo stava devastando e non poco. Sapeva che si sarebbe rimesso in sesto, prima o poi, ma adesso doveva lasciare che il dolore scorresse nelle sue vene e facesse il suo corso. Corso che se rallentanto o comunque interrotto avrebbe portato solamente seri e forti danni. Non aveva scelta, doveva prendere una decisione prima o poi e quella decisione sarebbe stata una delle più dure della sua vita. Katrina era il suo amore, il suo primo vero amore ed avere questa consapevolezza di doverla lasciare per sempre andare, lo stava seriamente lacerando. Ma non doveva per forza pensare a quello, non in quel momento. Adesso era li con un suo vecchio amico che lo fece sorridere dopo tantissimo tempo facendogli notare come avrebbe dimenticato anche la sua testa se questa non fosse stata attaccata al collo.
    Hai perfettamente ragione, su tutta la linea, prima o poi tornerò quello di un tempo, ne sono assolutamente sicuro! rispose al suo vecchio amico prima di uscire insieme a lui da quei vicoli fin troppo bui e brutti per due come loro. Non che non si sapessero difendere, ma insomma, non era proprio una situazione carina ritrovarsi in quei luoghi da soli con soldi che gli uscivano da tutte le parti. Infondo Londra o comunque il mondo magico sembrava essere molto piccolo, ma non lo era affatto. Aaron Barnes era il cognome anche di suo nonno e non ci voleva veramente, ma veramente niente a riconsocerlo o a sapere chi fosse davvero. Sospirò poi quando Vath parlò di suo fratello. Scosse il capo. Sono sicuro che prima o poi crescerà e si renderà conto che fare le risse in giro o comunque il ribelle non è sempre la scelta migliore per attirare attenzione! Ovviamente l'attenzione di quello stronzo del padre, non certo la sua. Ma lo avrebbe capito con il passare del tempo. Sogghignò quando gli disse che lavoro facesse. In realtà l'ho fatto più per mia madre, lei era malata e di conseguenza ho deciso che nessuno debba perdere la propria mamma quando si è troppo piccoli, infondo a me ancora mi manca, e Blake non sa neanche cosa significa averne una... Si fermò appena prima di sorridere e scuotere il capo.
    Ma non voglio annoiarti con storie tristi, quindi.... è stato difficile diventare quello che volevi essere? Insomma "Ufficio Cooperazione Magica Internazionale" ruolo e posizione molto, molto importante, cosa si prova ad avere tanto potere?
    Chiese più per sviare il discorso da quello che aveva messo in mezzo lui poco fa che altro. Anche se ovviamente lo aveva chiesto in quanto interessato non di certo a caso. Gli faceva veramente molto piacere averlo rivisto!


    Revelio GDR
     
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4 replies since 30/7/2019, 15:24   141 views
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