Votes taken by Zuleyka.

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    Zuleyka
    Black Opal
    I anno


    Più la serata proseguiva, più Zuleyka si domandava cosa ci facesse lì. Eppure ormai era fatta e non le restava altro da fare se non cercare di sopravvivere. Si sarebbe pentita e punita, in seguito. L'ambiente era fin troppo caotico e, laddove ne avrebbe approfittato per dar bella mostra di sé, riteneva che l'abito compiesse già il suo dovere in quest'ottica e che il livello di confusione fosse troppo persino per lei.
    A distrarla fu una voce che ormai associava a cadaveri di animali morti. Non aveva a che fare con il senso del macabro di Zul, quanto più con quello del professore di Alchimia. Riversava ogni colpa su di lui, oppure ogni merito, perché simili sensazioni non potevano che rendere Fitz O'Connor più piacevole ai suoi occhi.
    Alzò lo sguardo per fissarlo in quello di lui, rispondendo a quel tentativo di complicità, gli occhi strabuzzati come suo solito e l'ombra di un sorriso gelido a distenderle le labbra.
    "Non spreco le mie doti per le cause perse" rispose apatica, mentre il pollice si alzava per indicare la pista di pattinaggio e l'evidenza di quanto la causa fosse tristemente persa.
    "A quel topo farei volentieri crescere delle corna" aggiunse, in riferimento alla lezione che avevano condiviso come compagni di banco; e al fatto che lì gli animali fossero morti. Che poi si trattasse di un panda rosso e non di topo era del tutto irrilevante agli occhi di Zuleyka.
    Come lei, il suo abbigliamento e Deva Lestrange potessero fungere da calamita per chiacchiere da festa era del tutto sconosciuto e incomprensibile. Eppure era proprio quello che stava accadendo.
    "Almeno un'esplosione c'è stata" rispose alla Lestrange con fare quasi sollevato, come se un'esplosione fosse una valida alternativa al ballo di Natale. Lo era, in effetti.
    A proposito di esplosioni, con un entusiasmo talmente evidente da far male allo stomaco, fece la sua comparsa Beauvais. In vena di chiacchiere amichevoli.
    Zuleyka avrebbe davvero potuto vomitare sulle sue scarpe e porre fine alla sua serata.
    "Come se la mia ultima tortura fosse infine giunta" rispose sinceramente al come stava del ragazzo, per poi sgranare gli occhi alla richiesta di lui di andare a pattinare.
    Lei. A pattinare.
    Visibilmente rigida, l'unico segnale di disagio fu il labbro superiore che tremolò per un breve istante. Se non avesse pensato che fare affidamento agli altri fosse solo un passo più vicino alla sconfitta, probabilmente avrebbe trascinato Fitz dall'altro lato della sala e avrebbe così creato una scusa per non dover rispondere ad un'altra domanda di Beauvais. Tuttavia, mettere nei casini qualcuno era molto meglio di affidarsi.
    "Ci tengo al mio osso del collo. Perché non chiedi alla Lestrange?"
    Sicura di aver appena firmato una condanna a morte certa - e percependo già una punta di fibrillazione per la reazione dell'altra - fu costretta a distogliere lo sguardo dal ragazzo per puntarlo su Erin Murphy, che si era appena avvicinata.
    In quella che sembrava essere una soap opera in piena regola, la ragazza con cui aveva finto di osservare il cielo era sicuramente una comparsa appetibile. In particolare, notare l'astio nemmeno troppo celato che nutriva nei confronti della Lestrange accese in Zul una punta di curiosità.
    "Le ragnatele sono squisitamente appiccicaticce, anche se i loro creatori non sopravvivono troppo a lungo in mia presenza" commentò di getto, un sopracciglio perplesso inarcato di fronte alla reazione della Murphy. Si avvicinò al suo orecchio, di modo che potesse sentire solo lei il seguito della frase.
    "Ma sono talmente fragili da distruggersi con estrema facilità."
    Le avrebbe rivolto un sorriso sornione e poi l'avrebbe osservata allontanarsi, lasciandosi andare ad un sonoro sbuffo.
    "Lo giuro" disse poi in direzione di Deva. Chi meglio di lei avrebbe potuto appenderla ad un albero? "So fare degli ottimi nodi scorsoi."
    Mentre pensava che chiunque allevasse una serpe in seno se ne sarebbe accorta troppo tardi, la sua attenzione tornò a Fitz O'Connor. Era sicuramente una delle presenze più interessanti lì in mezzo e lei aveva bisogno di aria.
    "Se hai proposte davvero interessanti, questo è il momento giusto."
    Non era un invito. Assomigliava di più ad un ordine, che però ebbe vita breve. Giusto il tempo che impiegò Brooks per avvicinarsi. Rispose al suo saluto con nient'altro che un cenno del capo e poi scosse la testa nel vederlo rivolgersi a Fitz.
    "E' davvero una serata impegnativa" borbottò tra sé, scrollando le spalle con fare noncurante. Avrebbe lasciato a Fitz l'onere di scegliere di che morte morire.

    Oddio, che maratona. Avevo 44 post da leggere, quindi ho letto solo quelli di chi di voi ha nominato Zul in spoiler, sorry. Se mi sono persa qualche interazione, chiedo umilmente perdono.
    Deva L. Lestrange Erin Murphy Fitz G. O'Connor James Beauvais


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    Zuleyka
    Black Opal
    I anno


    Se solo avesse potuto sopportare la monocromia per più di cinque minuti senza farsi venire l'orticaria, Zuleyka avrebbe affrontato il periodo natalizio vestita a lutto. Nell'aria aleggiava l'atmosfera di soffocante gentilezza che caratterizzava le feste: ogni anno tutti si impegnavano ad essere più buoni sotto il Natale ed era un'attitudine che a Zuleyka causava una tetra depressione.
    I canti natalizi, i colori caldi e la gente in generale più allegra irrigidivano il suo animo praticamente al pari di un lutto. Era quel periodo dell'anno in cui tutti si aspettavano una bontà d'animo considerata scontata e di cui lei era del tutto priva.
    Tuttavia, sembrava che ad Hidenstone il ballo fosse una specie di evento irrinunciabile per la maggior parte degli studenti e, in fondo, Zuleyka non voleva perdersi l'eventualità che tutto potesse andare storto.
    Così, concesse una possibilità al ballo di Natale.
    L'unico accenno alla festività era la metà di capelli rosso fuoco, un colore replicato sulle labbra e sulle sopracciglia. Ai piedi, invece, indossava un paio di anfibi color viola e il vestito esibiva una quantità di colori tali da far invidia alle pezze di Arlecchino. Una combinazione da far male agli occhi di chiunque, ma impossibile da non notare, soprattutto quando dal suo collo, appeso ad una collana, pendeva un teschio sgargiante.
    Non appena giunse all'ingresso della Sala Grande, notò immediatamente due dettagli: il vischio, a cui avrebbe potuto tranquillamente dar fuoco, motivo per cui era molto meglio che stesse alla larga da quella zona della sala; e poi la pista di pattinaggio, scenario perfetto per assistere a qualche rottura di ossa o a capitomboli degni della più profonda vergogna. Oh, sì, lì si prospettava del divertimento.
    Quando si avvicinò alla pista, notò anche come gli organizzatori erano stati abbastanza sensati da non mettere a disposizione degli studenti bevande alcoliche, ma anche abbastanza stupidi da metterle comunque nella sala.
    Da lontano, individuò due figure a terra nella pista da pattinaggio e l'angolo delle labbra si distese in un mezzo sorriso: la Murphy, la rossa ragazzina fragile dell'Osservatorio, e poi Jooqualcosa, il giappo-cinese del suo anno.
    Vederli rialzarsi fu una delusione, ma nel frattempo aveva raggiunto la Lestrange, che si trovava in zona, affiancata da Gyll. La ragazza non rivolse un cenno di saluto a nessuna delle due ragazze.
    "Quali tragici eventi mi sono persa?" domandò alla Lestrange, il tono di voce degno di un memoriale funebre. Era chiaro che non aveva alcuna voglia di trovarsi lì.
    A quel punto, individuò anche il motivo dello scompiglio nella pista di pattinaggio: un qualcosa di non meglio identificato, ma indubbiamente peloso. Le labbra di Zul tremarono dal disgusto.
    "Hanno già ferito il topo con le lame dei pattini oppure si sono già schiantati per terra nel tentativo di prenderlo?" domandò, più una speranza che vera preoccupazione. Non avrebbe mosso un muscolo per aiutare a risolvere una situazione dai risvolti così promettenti.
    Per questo arricciò il naso nel sentire qualcuno lanciare un Carpe Retractum.
    "Sempre ad interrompere sul più bello" soffiò tra i denti, contrariata.
    Distolse lo sguardo per rivolgerlo alla sala: qualcuno stava sotto il vischio e distolse velocemente lo sguardo per evitare di tirar su pure la cena di Natale dello scorso anno, altri si abbuffavano ai tavoli, qualcuno accennava qualche passo a ritmo della pessima musica che riempiva l'aria.
    "Così poco stimolante, non trovi Lestrange?"
    Chissà che non avrebbero potuto movimentare il tutto almeno un pochino.
    C'era sempre l'opzione di prendere ispirazione da Carrie - Lo sguardo di Satana. Peccato che fosse sprovvista di sangue maiale.
    Per sicurezza, controllò che l'unico animale lì intorno fosse ancora vivo e non avesse fatto una fine pietosa tra i pattinatori: non si poteva mai sapere quando la fortuna decideva di sorriderti.

    Zuleyka arriva al ballo da sola, parla con Deva commentando malamente la fuga del panda rosso.


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    Zul presente!
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    Zuleyka
    Black Opal
    I anno


    Zuleyka prestava attenzione a qualcosa che non fosse se stessa unicamente nel momento in cui ciò era utile per far notare la sua presenza a chi la circondava. Come se i capelli di due colori diversi e il trucco improbabile non fossero sufficienti. Oppure, in extremis, quando non aveva alternative o quando qualcosa stuzzicava sufficientemente la sua curiosità morbosa.
    Forse fu per quest'ultimo motivo che i suoi occhi si alzarono, lentamente, su Julian. Lo squadrò il tempo necessario per elaborare un giudizio sui suoi capelli: pessimi. Lo sguardo impassibile, andò ad aprire il fogliettino che le aveva passato, per trovarci il suo numero di telefono.
    Le sopracciglia di Zuleyka - di un intenso colore blu - scattarono talmente in alto da sfiorare l'attaccatura dei capelli.
    "Se un giorno dovesse mai funzionare con qualcuno, fammi sapere chi è."
    Sarebbe stata un'ottima prima cavia per i suoi esperimenti vudù. E Zul anelava il momento in cui sarebbe passata alla pratica sin da quando aveva scoperto cosa fosse il vudù.
    Ignorò il ragazzo che si sedette accanto a lei fin quando le fu possibile, appallottolando il numero di Julian e infilandolo nella tasca della divisa, con l'intenzione di bruciarlo non appena fosse terminata la lezione.
    Era così gentile a non farlo davanti a lui.
    Le labbra si incurvarono in un sorriso mesto di fronte al commento del suo compagno di banco all'osservazione che aveva fatto all'insegnante e, finalmente, lo degnò di uno sguardo stralunato.
    "Il mio era un suggerimento" confessò in un sussurro udibile solo a Fitz, chiarificando fino a che punto si spingesse l'etica di Zuleyka: nessuno. Assolutamente nessuno.
    E quello sembrava essere il giorno di Natale per il suo spirito essenzialmente macabro, perché poco dopo comparvero nient'altro che dei cadaveri di bestie.
    E lei che aveva sempre pensato che Hidenstone fosse più fiacca di Durmstrang. L'etica era appena stata distrutta nel suo senso più profondo, perché se si trattava di manipolazione creare delle chimere vive, non sapeva dare precisamente un nome allo sfregiare un essere nella morte.
    Deturpazione.
    Ecco il termine. L'insegnante aveva appena proposto loro di deturpare dei cadaveri di animali.
    Zuleyka non poté trattenere una breve risata soffocata, spinta dall'incredulità della richiesta.
    "Pare che non vedremo le conseguenze della manipolazione, oggi" commentò in direzione del compagno di banco, con una noncurante scrollata di spalle.
    Alzò gli occhi al cielo quando l'asiatico dichiarò di non voler effettuare l'esercitazione, riflettendo per un istante sulla fragilità degli essere umani.
    Poi, passato il momento di gioia, non poté fare a meno di domandarsi una cosa.
    "Non deve avere nessun senso?"
    Forse le era uscita male.
    "Intendo, in genere l'obiettivo delle chimere sarebbe quello di migliorare e rafforzare le caratteristiche dell'essere, no? Essendo morti, la trasfigurazione sarà fine a se stessa."
    E in effetti, che utilità poteva avere quella coda di maiale oltre ad essere esteticamente un obbrobrio?
    Un mero esercizio sull'incantesimo, probabilmente.
    Beh, perché lasciarsi sfuggire l'opportunità di menomare qualche corpo?
    I suoi occhi si soffermarono sul corpo di una rana stecchita: le trovava assolutamente disgustose, con tutto quel viscidume a far da padrone.
    Lo sguardo focalizzò unicamente il corpo senza vita dell'animale, notando l'assenza di una zampa.
    "Elego Recresci" scandì, ripetendo il movimento che aveva visto prima, durante la dimostrazione dell'insegnante.
    Nella sua mente focalizzò la zampa di un topo.

    Interagisce con Julian e Fitz, prima di cercare di far comparire la zampa di un topo alla rana fa una domanda al prof.


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    Zuleyka
    Black Opal
    I anno


    Non credeva nel cielo, Zuleyka. Tutto ciò che appariva come troppo aleatorio, troppo ipotizzato e per nulla verificato, ai suoi occhi non era meritevole di attenzione. Aveva imparato a credere nella magia, ma non in quella dei pianeti. Non le avevano dato nulla di incontrovertibile e, come tali, non potevano considerarsi affidabili.
    Il fatto che non credesse nei loro significati, non significava doversi privare dello spettacolo offerto dalla loro bellezza.
    Che il cielo fosse fonte naturale di tranquillità, in serate come quella, era innegabile; che Zuleyka ne anelasse un po', invece, era piuttosto raro ma non impossibile.
    Aveva deciso di sgattaiolare fino all'osservatorio per allontanarsi dalla folla di studenti accalcati nei corridoi e aveva deciso di farlo in compagnia di qualche foglio di pergamena, con scarabocchiati qua e là appunti che nulla avevano a che vedere con la didattica. Erano stati scopiazzati da alcuni libri sul vudù e Zuleyka stava cercando di fissare nella sua testa alcuni elementi e nozioni base, nella speranza che un giorno non troppo lontano la teoria avrebbe lasciato il posto alla tanto agognata pratica.
    Raggiunto l'Osservatorio, Zuleyka aveva preso posto a terra, in un angolino. Incurante del freddo, da sempre si sentiva maggiormente cullata dai climi rigidi, piuttosto che da quelli afosi. Un controsenso, considerando il luogo in cui era nata. Ma, esattamente come aveva ripudiato un nome, non faticava a ripudiare anche le proprie origini, preferendo di gran lunga credere che la sua vera casa si trovasse molto a nord, dove aveva vissuto per parecchi anni e dove aveva frequentato Durmstrang.
    Aveva appena tirato un sospiro di sollievo, che la triste realtà di trovarsi in una scuola piena di studenti rovinò ogni cosa.
    Non si voltò quando alle sue orecchie giunsero delle scuse biascicate, si limitò a strabuzzare gli occhi, palesemente irritata. Solo a quel punto, lentamente, quello stesso sguardo si sarebbe posato sulla ragazza che aveva fatto irruzione.
    Andarsene appariva agli occhi di Zuleyka un'idea splendida, la flebile speranza di poter ancora conservare quel luogo e quel momento per sé. Tuttavia, alla sua attenzione non sfuggi il tremolio dell'altra e, in quel movimento quasi impercettibile, Zul vide un'opportunità.
    Non sapeva se fosse lei a incuterle timore oppure la situazione, o se quello fosse effettivamente timore, tuttavia lo avrebbe scoperto presto e, come di consueto, avrebbe provato a trarvi vantaggio.
    Che quella ragazza fosse o meno una persona fragile, come sembrava, non aveva alcuna importanza nella scala di valori di Zuleyka e in nessun modo avrebbe alterato il suo modo di porsi, se non per accentuarlo.
    Le labbra, ricalcate di un pesante rossetto color viola, presero la forma di un largo sorriso, che mai arrivava a contagiare gli occhi.
    "Non è di certo lo spazio a mancare" rispose con voce velata, anche se avrebbe preferito che l'altra sfruttasse a pieno lo spazio consentendo ad entrambe di mantenere il proprio spazio vitale.
    Gli occhi non lasciarono Erin nemmeno per un secondo mentre appoggiava a terra borsa e libri, l'intenzione di far sentire l'altra osservata e provocare un disagio calcolato.
    Lo stesso disagio che cercò di provocare non rispondendo subito alla domanda della compagna, ma attendendo qualche secondo immobile, lo sguardo che non ne voleva sapere di infastidire qualunque altra cosa ci fosse intorno a loro.
    "No" replicò infine, inclinando il volto di lato. "Non mi è mai importato" aggiunse, tirandosi il lato di capelli fucsia acceso dietro l'orecchio.
    Sull'Aliscopio si sentivano parecchie voci e finché la situazione non fosse stata più chiara ai suoi occhi, Zuleyka non si sarebbe presa l'onore di sperimentare.
    "Tu sei venuta qui per usarlo?" domandò, con tono apparentemente innocente. "Non vorremmo disturbare il cielo" buttò lì infine, lasciando intuire chissà quali conseguenze e contornando il tutto con un nuovo mezzo sorriso.

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    CITAZIONE (Erin Murphy @ 10/11/2022, 10:25) 
    Numero di partecipanti: 1 (alla volta :3)
    Sezione in cui aprire: Da decidere.
    Info aggiuntive: Ad Erin piacciono le avventure e l'ignoto, facciamola divertire **

    Io te la butto lì :3
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    Zuleyka
    Black Opal
    I anno


    Di tutti gli strumenti che suonava, il violoncello era quello che preferiva. L'ultimo a cui aveva iniziato ad applicarsi, era anche quello in grado di trasmetterle il maggior numero di emozioni. Non sapeva se fosse a causa della tecnica necessaria o del suono che emetteva, ma chiudere gli occhi ed ascoltare unicamente la melodia che sprigionava era per Zuleyka il più efficace dei tranquillanti.
    Per questo motivo, non era raro vederla aggirarsi per i corridoi di Hidenstone con la custodia che ricopriva lo strumento sospesa a mezz'aria, grazie ad un elementare incantesimo di levitazione che le risparmiava la fatica di trasportarlo sulle spalle.
    Erano già passati due mesi abbondanti dal suo arrivo ad Hidenstone, tuttavia non aveva ancora memorizzato alla perfezione corridoi e luoghi. Le persone, invece, le aveva già inquadrate, o almeno così credeva: era solita affidarsi alla prima impressione, quella che secondo lei contava maggiormente, ed era difficile - se non impossibile - che cambiasse idea.
    Ogni tanto, le capitava di provare nostalgia per Durmstrang e per l'estremo nord, dove i climi rigidi che lei apprezzava immensamente erano di casa e dove l'attitudine della maggior parte delle persone ben si adeguava all'ambiente.
    Hidenstone aveva significato un grande cambiamento per lei, per quanto l'avesse desiderato e ben accolto, ma adattarsi era tutto un altro discorso.
    Quando aveva bisogno di evadere, aveva scoperto la terrazza. Un luogo che offriva una vista niente affatto male, di cui Zuleyka godeva piuttosto frequentemente in compagnia del suo violoncello. A lezioni terminate e prima della cena, si era allontanata dal gruppo che usciva dall'aula per fare una veloce tappa nel suo dormitorio e raggiungere infine la terrazza, occupando uno dei posti accanto agli archi e iniziando a suonare.
    Non le era mai importato molto di chi potesse vederla o ascoltarla; al contrario, più gente lo faceva più lei si sentiva bene. Sperava di poterne fare un lavoro. Sapeva di poterne fare un lavoro, un obiettivo che giorno dopo giorno coltivava con dedizione.
    Chiuse gli occhi per qualche minuto, riaprendoli unicamente quando finì di suonare una canzone. Appoggiò la bacchetta sul muretto in pietra e il mento al violoncello, concedendosi uno sguardo all'orizzonte e lasciandosi andare ad un sospiro.
    Percepiva la presenza degli altri come se fosse lontana anni luce da lei, un beneficio che solo la musica le concedeva. Non abbastanza, comunque, da non avvertirla quando qualcuno si faceva più vicino.
    "Un'altra splendida giornata" mentre lasciava che il sarcasmo fluisse libero nell'inflessione della voce, gli occhi si puntarono in quelli di Adrien, uno dei suoi soliti gelidi sorrisi ad incurvarle le labbra.

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    Zuleyka
    Black Opal
    I anno


    Il venerdì mattina prevedeva delle regole precise che, se infrante, portavano all'ira di Zuleyka nel giro di mezzo secondo. Una delle principali era il silenzio. Tutte le mattine in generale, ma per quella che concludeva la settimana era ancor più fondamentale per preservare la sua tranquillità d'animo, se mai ne aveva posseduta in vita sua.
    Zuleyka aveva spalancato gli occhi al suono della sveglia, anticipata di qualche minuto rispetto alle compagne per potersi concedere di utilizzare il bagno senza la fretta di qualcuno che attendeva fuori dalla porta.
    Aveva lasciato che i capelli - metà neri e metà blu - ricadessero liberi sulla sua schiena. In un arcobaleno di colori freddi, il viola andò a ricoprire le labbra e le palpebre. Dal momento in cui indossò la divisa non si guardò più allo specchio, rifiutandosi di associare la sua immagine ad un indumento così comune.
    Afferrò lo zaino che aveva preparato la sera prima e, senza degnare nessuno dell'ombra di uno sguardo, si diresse prima alla colazione e poi verso l'aula di Alchimia.
    In genere Zuleyka se la cavava piuttosto bene con i nomi, tuttavia non aveva ancora memorizzato quello dell'insegnante; in parte perché non era di suo particolare interesse, in parte perché era un susseguirsi di vocali fastidioso. Professor A. era più che sufficiente.
    "Buongiorno" un saluto che rivolse unicamente all'uomo, sforzandosi di elargire un sorriso minimamente gentile, che nel suo caso assomigliava sempre a qualcosa di simile al sorriso prima di una seria malefatta.
    Un rapido sguardo all'aula le comunicò che più o meno ogni zona era già stata occupata, quindi lei - e il suo egocentrismo - si piazzarono in prima fila, esattamente di fronte alla cattedra dell'insegnante.
    In parte il centro dell'attenzione, in parte il posto che il docente di solito controllava di meno: chi mai avrebbe potuto combinare disastri, dalla prima fila?
    Esposto e quindi al sicuro.
    Solo a quel punto si accorse dell'argomento della lezione appuntato alla lavagna e questo riuscì finalmente ad attirare la sua attenzione.
    Ascoltò qualche risposta dei compagni, per poi alzare la mano.
    "Credo che dovremmo fare una distinzione tra le Chimere esistenti in natura e quelle che invece vengono create. L'ornitorinco, ad esempio..." ed abbozzò un cenno indifferente della mano in direzione del ragazzo che l'aveva nominato. "... esiste così come l'ha descritto. Se prendiamo anche in considerazione le chimere che si possono creare con l'Alchimia, si aggiunge la questione di quanto questo sia etico. L'unione di due o più specie differenti non sempre favorisce l'adattamento della nuova creatura e può portare anche a farla soffrire."
    Fu un sorriso a condire l'ultima parola. Nel caso non fosse sufficientemente chiaro, a Zuleyka dell'etica importava meno di un calzino bucato.
    "Credo che qualcuno la definisca manipolazione."
    Non aggiunse altro, non perdendosi in esempi. Ne avevano già fatti a sufficienza e lei era già stanca di parlare.

    code ©#fishbone
  9. .
    Ciao Stefano e grazie mille, davvero :3
    Ho seguito il tuo suggerimento e ho aggiunto qualche frase alla fine del background su Durmstrang e il trasferimento.

    Ecco i PP:

    Coraggio: 4
    Empatia: 4
    Intelligenza: 5
    Resistenza: 5
    Tecnica: 7
    Intuito: 5
    Destrezza: 5
    Carisma: 7
  10. .
    Non hai tutti i torti, non ho nemmeno detto il mio nome lol
    Come qualcuno avrà già capito mi chiamo Lara, nella vita di tutti i giorni faccio l'assistente sociale, nel tempo libero mi trovi in giro per GdR (e in questo periodo anche a giocare a The Sims, ma confido che sia un'ossessione passeggera) oppure a leggere qualcosina.
    Mi appassiona più o meno tutto ciò che ha del fantasy (sì, anche quello un po' trash e se ci aggiungi del vero drama adolescenziale allora mi conquista proprio).
    Ho sentito parlare di te, eccome! Sono sicura che ci sarà tempo e modo per conoscerci meglio :)
    Intanto grazie per l'accoglienza!
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    Zuleyka
    nome e cognome : Isabel Molina, ma se fossi in voi lo dimenticherei immediatamente. Lei pretende che la si chiami Zuleyka.

    data e luogo di nascita : Camuy (Puerto Rico), 4 gennaio 2006.

    ex scuola : Durmstrang.

    casata di Hidenstone :

    professione : Studentessa.

    stato di sangue : Nata Babbana.

    stato sociale : Povero.

    orientamento sessuale: non si pone limiti.

    segni particolari : naturali nessuno, ma ci pensa lei con il trascorrere del tempo. Al momento ha due tatuaggi: uno sul retro del collo, raffigurante il veve di Damballa, il Loa che rappresenta la conoscenza nella religione vudù; l'altro sull'avambraccio e rappresenta una bambola vudù infilzata dagli spilli.

    allineamento : Legale Malvagio.

    bacchetta : Legno di Biancospino, nucleo in capello di Sirena, 11 pollici, flessibile.

    famiglio : //
    aspetto (e segni particolari) :Irriverente è il primo termine che verrebbe in mente nell'osservare Zuleyka. Fuori dagli schemi fin da quando ne ha avuto la possibilità - e forse anche un po' prima - ha iniziato sin da piccola a voler indossare vestiti dai colori improbabili e che nessun altro avrebbe mai portato. Questo, credeva, la rendeva speciale fin dal primo sguardo.
    Ora che ha sedici anni, è solita cambiare frequentemente taglio e colore di capelli, con un unico assoluto irrinunciabile: metà di un colore, metà di un altro; il più delle volte in un connubio di colori sgargianti da far quasi male agli occhi. Al momento preferisce un taglio corto e liscio, con i capelli che le toccano a malapena le spalle e una frangia che le copre la fronte e che cade sulle sopracciglia, queste ultime he cambiano colore intonandosi ai capelli.
    Il castano degli occhi è probabilmente l'unico colore comune che sfoggia, circondato da un pesante trucco nero che ne risalta la forma.
    Si sbizzarrisce con il rossetto, in genere in tinta con gli abiti che indossa, siano essi bianchi o arancioni.
    Più bassa rispetto alla media, il corpo è esile e con forme poco pronunciate.
    Può indossare la divisa scolastica oppure no, ma ai suoi piedi saranno sempre presenti un paio di anfibi.
    carattere :Affatto timida o riservata, Zuleyka mostra una sfrontatezza che talvolta può risultare eccessiva. Esprime con l'aspetto ciò che è dentro, senza porre alcuna mediazione o limite, motivo per cui può essere piuttosto semplice inquadrarla, all'apparenza. Scrupolosa e coscienziosa, è solita fare ogni cosa con un eccesso di attenzione e precisione, puntando sempre al massimo che le è possibile.
    Affronta le sconfitte personali con rabbia, che poi utilizza come motore per cercare sempre di migliorare. Ritiene di avere un grande senso dell'onore e della giustizia, due valori in cui crede ciecamente e ai quali non verrebbe mai meno. Per questo motivo non verrà mai meno ad una promessa, ma bisogna comunque prestare attenzione a ciò che promette e al perché lo fa; e a cosa chiede in cambio.
    Fondamentalmente ambiziosa, cova da sempre il desiderio di emergere: anche che sia in poche cose, ma bene; una sola esplosione, ma di dimensioni stratosferiche.
    Ha una buona parlantina e, nei confronti degli altri, sa porsi quanto basta per non essere sola ad affrontare il mondo, anche se ha sempre creduto che questa eventualità non la spaventerebbe. Comunque, preferisce lavorare da sola, non ritenendo contemplabili condividere i risultati raggiunti con qualcun altro.
    Sua madre sostiene da sempre che Zuleyka non abbia il senso della paura: fin da piccola da quando si allontanava e poi la trovava a parlare con un estraneo, fino a quando crescendo ha iniziato a mostrare una vera e propria passione per tutto ciò che è estremo.
    In realtà Zuleyka ha molte paure, anche se è piuttosto abile nel celarle. La più grande è sicuramente l'oblio.
    Isabel Molina nasce in una buia e insolitamente gelida notte di inizio gennaio a Portorico, da padre portoricano e madre norvegese. Una buffa accoppiata, ecco come li ha sempre considerati, conosciuti a causa di un viaggio del padre nel nord dell'Europa. I genitori non potrebbero essere più diversi nell'aspetto e lei ha sempre avuto l'intenzione di differenziarsi da entrambi.
    Fin da piccola ha mostrato una propensione nei confronti della musica, cercando di produrre melodie ritmate con qualsiasi cosa si ritrovasse tra le mani e ripetendo i motivi che sentiva alla televisione anche solo dopo un ascolto. Questo ha spinto i genitori a farle prendere lezioni di chitarra, batteria e canto fin da piccola.
    Vivono nella città di Camuy fino ai sette anni di Isabel, poi decidono di trasferirsi nella terra natia della madre a causa di un'occasione lavorativa a detta della donna "imperdibile".
    Isabel conserva qualche ricordo dell'America, anche se non la rimpiange: la sua indole è sempre stata più affine a climi freddi e rigidi, piuttosto che umidi.
    E' proprio a sette anni che Isabel decide che il suo nome non le piace. Trasferitasi in Norvegia, aggiunge alle lezioni che già frequentava anche il violoncello e decide che il nome che le hanno dato i genitori non ha alcun effetto nel mondo della musica e che non camminerà in quel mondo come Isabel Molina.
    Sceglie quindi di essere chiamata Zuleyka, una richiesta che inizialmente i genitori non assecondano considerandola nient'altro che un capriccio, ma che si riscoprono ben presto a dover assecondare: chiamandola Isabel non c'era verso che rispondesse.
    Ancora oggi esige di essere chiamata così, persino dagli insegnanti.
    A nove anni si manifesta per la prima volta il suo potenziale magico: seduta a gambe incrociate sul suo letto, osserva con sguardo assorto il violoncello appoggiato al muro di fronte a lei. Non passa molto che le corde vengono pizzicate da mani invisibili. La madre entra nella stanza proprio in quel momento e si spaventa talmente tanto da iniziare a credere a demoni, fantasmi e possessioni.
    Zuleyka sa che non è nulla di tutto questo e la stabilità mentale della donna viene salvata dalla lettera per la scuola di Durmstrang.
    Ha accesso all'Istituto e, conoscendo giorno dopo giorno il mondo della magia, dallo scorso anno inizia ad interessarsi al vudù. Rimane affascinata dall'esoterismo di cui è caratterizzata la pratica, dalle superstizioni, dai misteri e dalla saggezza che ne derivano.
    Da quel momento, aggiunge un altro obiettivo alla sua vita, oltre al canto e alla musica: un viaggio in Africa per approfondire il vudù e impararne le fondamenta.
    Gli anni a Durmstrang trascorrono tra l'ambizione di fare meglio degli altri e il desiderio di emergere in ciò che le piace fare, la musica. Studia e nel tempo libero si esercita, iniziando anche a comporre le sue prime melodie. Nel rapporto con gli adulti si mostra accondiscendente e rispettosa, un atteggiamento che non si rispecchia nell'incontro con i pari: l'atteggiamento per lo più schivo, a dire di alcuni inquietante, e l'indole individualista non facilitano i rapporti sociali e non la aiutano a raggiungere la meta che vorrebbe.
    Per questi motivi, non accoglie del tutto negativamente l'ennesimo cambiamento: segue un altro cambio di lavoro della madre e decide che lo sfrutterà per iniziare a costruire qualcosa di più consono alle sue... necessità. In un'altra scuola, con nuovi coetanei da conoscere, studiare e tra cui destreggiarsi.
    prestavolto : Melanie Martinez© murphy


    Edited by Zuleyka. - 2/11/2022, 22:14
  12. .
    Seguo la piccola ma unita famigliola che è approdata qui poco fa, così tediamo con le presentazioni una volta sola per tutti!

    Buongiorno a tutti e piacere. Io, a differenza delle due bestiole che mi hanno preceduta, non ho mai giocato qui. Forse una volta avevo postato una scheda ma non ho mai davvero giocato (sto cercando da mezzora di ricordare il nome del PG per darvi un riferimento ma non avendolo mai mosso mi sfugge). Erano tempi diversi, in cui la mia vita era diversa, e non sono stati probabilmente favorevoli per iniziare davvero qui.
    Adesso la situazione è cambiata e, certa di non poter fare a meno di giocare e di farlo con la gente a cui ormai sono affezionata, ho anche la necessità di farlo in un posto tranquillo.
    Quindi eccomi qui!
    Per il momento vi porto la pazza che vedete nell'avatar, ho già provato a giocarla ma per poco tempo e vorrei proprio vedere cosa salta fuori lavorandoci un pochino.

    Corro a rinfrescare la memoria sui vari regolamenti e per il momento vi saluto!
12 replies since 29/8/2022
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