Maya era molto più piacevole rispetto alla maggior parte delle persone con le quali aveva parlato nell'arco della sua vita, non poteva asserire diversamente. Lo capiva, lui, quando la ragazza fosse arguta e sicuramente non un'oca idiota come la maggior parte di quelle con la quale avesse avuto la sfortuna di parlare.
Sorrise al loro scambio di battute, annuendo.
Non ti sarebbe più comodo mandarmi un messaggio? Le domandò con un mezzo sorriso ironico, indicando con il pollice un posto imprecisato dietro di lui, verso le montagne. La Delaine -o meglio, i suoi scagnozzi probabilmente- hanno colpito ancora ed hanno aggiustato il ripetitore, ora la tecnologia funziona anche a Denrise. A lui, in tutta onestà, quella notizia non faceva né caldo né freddo perché se doveva comunicare con qualcuno, per qualsiasi motivo, andava di persona a dirglielo, soprattutto se si trattava di minacciare qualcuno. O torturarlo. Quello di sicuro non avrebbe potuto farlo tramite uno schermo e, comunque, messaggi compromettenti sarebbero stati del tutto rintracciabili e lui non era stupido.
Oh no, non puoi proprio immaginarlo. Contrariamente a ciò cui lei stava pensando, dello stupro non gli interessava nulla; era più divertente quand'erano consenzienti. Lui, piuttosto, faceva della tortura e dell'omicidio un vanto -per modo di dire, di sicuro non lo sbandierava in giro-, ma non si ricordava di aver mai toccato una donna in ambito sessuale contro la sua volontà. Teneva troppo alle sue palle per rischiare che gli tirassero una ginocchiata.
Smettila di evocare quelle bende, altrimenti lui non- ma non finì mai la frase poiché un bruciore acuto lo colpì sopra la caviglia. Si morse il labbro ma, come al solito, non manifestò nulla dal suo sguardo di ghiaccio.
Trovo tu sia molto sexy quando ti arrabbi commentò, abbassando lo sguardo e notando più scocciato che arrabbiato, lo scorrere del sangue da quei due piccoli buchi sulla gamba. Probabilmente se fosse stato qualcun altro, lo avrebbe fracassato in meno di un secondo, ma Maya era abbastanza particolare da fargli decidere di non impiegare le forze per farle la guerra.
Quando imparerà, il mio trattamento sarà diverso. In realtà, nel buco più profondo del suo cuore nero, aveva paura che Ghost, che era con lui fin da piccolo, potesse effettivamente decidere di voltargli le spalle, ma aveva sempre accantonato quel pensiero come inutile, una insensata manifestazione sentimentale.
Cosa vorresti vedere? Quest'isola fa schifo. Tornò ad avvicinarsi a lei e le mise una mano sul collo scostandole i capelli così delicatamente che se non lo avesse visto, Maya non avrebbe creduto che si trattasse dello stesso che aveva appena tirato un coltello al suo animale. Potrei farti vedere casa mia, è sicuramente più interessante. Una proposta che poco mascherava le sue reali intenzioni ma nemmeno gli interessava nasconderle, era chiaro che fosse attraente. Ovviamente non l'avrebbe portata davvero a casa sua. Quella di Robert sarebbe andata benissimo

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Ora che avevano abbandonato il caos del locale, lasciando che l'unico caos fosse quello nei loro cuori -anche se opportunatamente celato-, tutto era più silenzioso, tranquillo... intimo. Potevano finalmente parlare, conoscersi. Conoscersi molto a fondo.
La costrinse con la sola sua presenza, contro la porta. Non l'avrebbe obbligata a fare nulla che non avesse voluto, perciò le mani si limitarono a stare sulla parete divisoria dei bagni, in modo che potesse sgusciare via quando lo avesse preferito lei. Xavier credeva nel consenso, tranne che quando si trattava di dover torturare od uccidere qualcuno; là non importava cosa volesse la vittima, doveva subire e basta.
Ma in un ambito molto più intimo come quello che sarebbe potuto diventare quell'incontro, lui ci credeva. Era tutto, ma non uno stupratore. Disprezzava quei tipi.
Anche se prive di silicone confermò, esibendosi in una smorfia parecchio esplicita. Il sesso non era una priorità come lo erano morte e distruzione, nella vita di Xavier, tuttavia apprezzava molto di più la naturalezza, nelle donne. Perché rovinare il tuo corpo con qualcosa di così volgare come la chirurgia? Domandò, stavolta sfiorandole i seni da sopra la maglietta, senza però osare troppo. Il ragazzo era fermamente convinto che ogni imperfezione, ogni dettaglio, ogni cicatrice, fosse motivo di vanto, non dovevano spingere una persona a cambiare, per nessun motivo.
Sorpreso, quando lei assunse il comando, inarcò un sopracciglio, ma non si oppose e lasciò che lo sbattesse al muro, richiudendo quella porta che sembrava sull'orlo della rottura. E la lasciò fare anche quando se lo trascinò addosso, arpionando il tessuto dei suoi vestiti e le sue labbra, in un bacio di fuoco che non aveva nulla di casto, dolce o tenero. Erano baci voraci nella speranza di dare un senso ad una serata sicuramente noiosa. In tutto ciò, Ghost era, obbediente, davanti l'ingresso dei bagni, per impedire a chiunque di provare anche solo a disturbarli.
Non si tirò indietro, quindi, attaccando anche lui. I suoi baci divennero voraci morsi, le sue mani scesero ad arpionare le natiche della donna, per tirarla ancora più a sé. Quella situazione era tremendamente eccitante anche per uno come lui, forse perché la donna non era una stupida puttana di quelle che ti trovi in giro, pronte ad inginocchiarsi per succhiare solamente ad un ordine. Lei sembrava sapergli tenere testa, fu per questo che si lasciò andare. La sollevò con una sorprendente forza, come se Maya fosse stata semplicemente una piuma, quindi la sbatté al muro con ulteriore forza, premendo il proprio corpo contro di lei. L'erezione, che ormai stava crescendo, pulsante tra le gambe della donna.

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Finalmente una nuova missione.
Cominciava ad annoiarsi, senza nessuno da uccidere o torturare... e non poteva farlo, altrimenti chi lo avrebbe sentito Robert? Quel ragazzino rompeva come poche altre persone al mondo, quelle poche volte che non era impegnato a scopare con qualche bella denrisiana in qualche decadente locanda.
Quindi aveva, con ansia, aspettato che si presentasse il momento di un'altra missione. Gli venne recapitata, quindi, una lettera che parlava di un processo.
Si trattava di un hacker che aveva fin troppe informazioni per finire al gabbio... o anche solo per uscire dal tribunale vivo. Quindi avrebbero dovuto, in qualche modo, recuperarlo supponeva. Un po' era rimasto deluso, quando aveva letto, visto che non si parlava della morte di nessuno, ma supponeva che si sarebbe dovuto accontentare... e poi magari sarebbe successo qualcosa per sbaglio che avrebbe portato alla morte accidentale di qualcuno, chi lo sa?
Si erano accordati, comunque, e lui si era preso il compito di cercare di organizzare un incontro con Locke per avere maggiori informazioni possibili, altrimenti sarebbe stato assai difficile difenderlo in tribunale.
Per l'occasione si era vestito in modo un po' inusuale per lui. Aveva addosso uno smoking e sembrava una persona rispettabilissima, non certo il membro di un'organizzazione criminale. Scusa amico aveva pensato, mentre sottraeva i documenti di Robert. Ad essi aveva appiccato la propria faccia, giusto per far sembrare che fossero suoi. Il bel denrisiano era quanto di più simile ad un migliore amico avesse, ragion per cui conosceva bene le sue generalità, in caso avessero voluto fare qualche controllo o cose del genere. Sapeva anche che al Ministero, prima di far entrare, controllavano la bacchetta, ma lui non aveva mai fatto uso di incanti di magia nera, ragion per cui non aveva nulla da temere. La sua bacchetta avrebbe mostrato incantesimi comunissimi come potevano averceli tutti.
Si sarebbe finto l'avvocato difensore per incontrare Jasper e farsi dire tutto ciò che era in grado di dirgli, in modo che sapesse abbastanza per poterlo sciogliere da tutte le accuse.
Quindi, si sarebbe appunto presentato al Ministero usando il suo tesserino fasullo. Robert Lambert, avvocato di Jasper Locke. Se lo avessero fatto passare, con i dovuti controlli del caso, si sarebbe lasciato condurre nella stanza degli interrogatori o dovunque fosse l'imputato.
Conosceva molto bene i suoi diritti in quanto "avvocato difensore", sapeva che era legittimato a fare delle indagini per conto suo -cosa che non era avvenuta, ma tanto per dire- e diverse altre cose.
Una volta che si fosse trovato davanti a Locke, gli avrebbe lasciato un'occhiata che sperava sarebbe stata abbastanza eloquente da farlo star zitto e non fargli fare domande del tipo "lei chi è?" o simili. Suo padre era morto a causa degli auror, sapeva che con tutta probabilità vi era qualcosa come uno specchio che in realtà era bidirezionale, e anche delle telecamere magari. Quindi era meglio non fare passi falsi.
Signor Locke, buongiorno iniziò con tono basso e professionale, per quanto ci riuscì. Essere avvocato non era esattamente nelle sue corde, ma ci avrebbe provato, anche se dentro di se temeva il processo vero e proprio, quando avrebbe dovuto scagionarlo davanti a tutti.
Posso sedermi? Domandò, giusto per risultare cordiale, andando poi a scostare l'eventuale sedia per posizionarcisi. Allora... cominci dall'inizio. Mi racconti che cos'è successo. Iniziò e pregherei lo snaso master di far finta che abbiamo specificato il giorno della strage, poiché non mi pare ci sia scritto (?).
Dov'era e che cosa stava facendo quand'è avvenuto l'omicidio? Avrebbe domandato, in seguito, guardandolo inespressivo, sperando che a nessuno sorgessero sospetti di sorta. Sperava di risultare il più credibile possibile. Avrebbe atteso risposte, prima di porgere una domanda successiva. Conosceva e aveva rapporti con Price? L'hanno accusata del suo omicidio e quello della sua famiglia, dunque si trovava nei paraggi? Mi raccomando, non tralasci nessun dettaglio. Si rilassò appena contro lo schienale della sedia plasticosa, aspettando una risposta da parte dell'uomo.

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