Posts written by Nicholas Mc Callister

  1. .
    Nicholas
    Mc Callister
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    in the hallways of my heart
    AQUARIUS
    II anno
    DUBLIN
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    Dioptase
    Era difficile fare altro che sorridere, in quella situazione. Stare con Louise si stava rivelando molto più piacevole del previsto, e non solo per la capacità del Chai tea di rasserenare qualsiasi animo incrociasse. Rise di pancia a tutte le affermazioni della ragazza, annuendo e commentando di tanto in tanto per seguire il discorso. Poi, passò ai compiti che dovevano - purtroppo, direi - consegnare a breve. Sbirciò il foglio della compagna, notando come avesse distribuito in linea retta tutte le lettere del suo nome. Decise di copiarla.

    N = ᛝ (Ingwaz) o ᚾ (Naudiz) = Sviluppo, progresso, vita Oppure carenza, cautela
    I = ᛁ (Isaz) = conservazione, stasi
    C = ᚲ (Kenaz) = Illuminazione, creatività
    H = ᚺ (Haglaz) = Tempesta, rottura, distruzione
    O = ᛟ (Othila) = Beni, Interessi
    L = ᛚ (Laguz) = Equilibrio, rigenerazione
    A = ᚨ (Ansuz) = Lingua, onestà
    S = ᛊ (Sowilu) = energia, salute

    M = ᛗ (manna) = Intelligenza, solidarietà
    C //

    C//
    A//
    L//
    L//
    I//
    S//
    T = ᛏ (Tiwaz) = guerriero, coraggio, scontro
    E = ᛖ (Ehwaz) = movimento, progresso, alleanza
    R = ᚱ (Raido) = viaggio, percorso

    Alzò gli occhi, per veder il nome di Louise completo sul foglio.
    -Wow, sembra fighissimo anche il tuo! - annuì, concentrato poi sul suo compito - si, tu di pure, ti ascolto.
    Annuì al discorso della ragazza, per poi guardare il suo foglio e cercare di trovare un senso alla sua lettura. I significati delle sue rune erano molto vari, ma ala fine il più importante sembrava essere quello della sua iniziale. Anche tutti i suoi soprannomi iniziavano con quella lettera, e non aveva idea di quale delle due fosse più adatta. Pensandoci bene, però, si decise per Ingwaz. Naudiz era per lui decisamente troppo…spoglia di significato, e lui non si riteneva affatto una persona cauta. Ingwaz invece definiva appieno la sua personalità. Era un ragazzo molto vitale, e il guardare sempre avanti, verso lo sviluppo era una delle sue prerogative. Lo sviluppo delle sue abilità, inoltre, gli avrebbe permesso di riuscire a portare a termine quella che si era messo come missione ultima della vita. Acciuffare gli assassini di suoi padre.
    -Tra le mie due rune per la N scelgo ingwaz. È decisamente più vicina al mio essere rispetto a Naudiz, e direi che descrive ben il percorso che voglio fare con la mia vita.
    Alzò lo sguardo dal foglio, sorridendo a Louise e prendendo l’ultimo sorso del suo tea.
    -Be’, mademoiselle, direi che abbiamo finito, non trovi? Vanno solo consegnati, adesso!
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  2. .
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    La sensazione di due mani sulla pelle lo fece sobbalzare e poi sorridere, avendo riconosciuto in quel tocco quello di Fitz. Sorrise, sentendo la labbra di lui posarsi leggere e veloci sulla nuca, e se lo ritrovò davanti, bello come sempre. Non lo aveva visto arrivare, in spiaggia, ma era anche vero che era stato particolarmente impegnato a litigare con quel coglione di Adrien Beauvais, che gli aveva impedito di guardarsi bene intorno. Annuì al suggerimento di Fitz, e si posizionò pronto a portare a termine quella piccola parte della prova al tre del suo ragazzo. Sorrise tra se, pensandolo. Riuscirono a tirare fuori una gemma ciascuno, e una volta che la sua testa ebbe bucato la superficie dell’acqua Nick sorrise a Fitz, facendo mezza bracciata per potergli dare un bacio.
    -Ehi…
    Consegnò il suo piccolo bottino, per poi guardarsi intorno, cercando di capire come erano messe le altre squadre. Alzò le spalle, visto che non riusciva molto bene a comprenderlo, e si rigirò verso Fitz.
    -Io penso di scendere poco più giù, stavolta. Vieni anche tu o ci vediamo dopo?
    Qualunque fosse stata la risposta del moro, Nick lo avrebbe salutato con un piccolo schizzo d’acqua e un sorriso, per poi rimmergersi con gli occhialini ben piazzati sul naso. Sondò con lo sguardo il fondale, aiutato dal Lumos castato mentre nuotava, e senza pensarci troppo decise di scendere di un paio di metri, giusto per provarci. Mentre scendeva compensava, per evitare che la pressione desse fastidio alle sue orecchie - sensibili, purtroppo - e una volta arrivato al baule prescelto si allungò per cercare di recuperare le gemme.
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    Interagisce con Fitz G. O'Connor e cerca di recuperare il baule n 4.

    Azione 1: cerca di recuperare il baule 4

    Stats:

    Coraggio: 8

    Empatia: 8

    Intelligenza: 9

    Resistenza: 9(+1)

    Tecnica: 7

    Intuito: 9

    Destrezza: 8

    Carisma: 10


    Quirk:
    non siamo topi da biblioteca:
    Nic ama stare all’aria aperta e anche le sue magie lo manifestano; +1 ad aqua eructo, inoltre l’acqua è un potente fertilizzante che fa crescere rapidamente l’erba e qualsiasi tipo di pianta

    Ha con se:
    • Pendente in guscio di Drago-Tartaruga: quando indossato -1 ai danni subiti, +1 Resistenza
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    La prima giornata di giochi era finita, e con lei anche tutta l’adrenalina del caso. Se ripensava alla promessa di Adrien beauvais, quel “non è finita qui” quasi si metteva a ridere, perchè era davvero simpatico come il ragazzo lo avesse accusato di essere un’ametrin mancato per poi fare esattamente quello che aveva fatto lui - ossia vendicare un amico. Ma insomma, non he Nick avesse pensato così tanto a quello scambio, perchè aveva avuto la mente ben proiettata sulla sfida del giorno dopo. Aveva preparato il costume e gli occhialini, come suggerito dalla preside, e aveva passato la serata a cercare di capire cosa sarebbe potuta essere la segretissima sfida.
    Il giorno dopo, la sua curiosità fu appagata: recuperare bauli dal fondo del mare. Be’, sembrava semplice…e per questo sicuramente c’era qualcosa sotto. Non ci si poteva proprio fidare, quando si parlava di Hidenstone. Si stava sistemando il costume, il rosso di quest’ultimo che creava un bel contrasto con la sua pelle, quando - naturalmente, Merlino e Morgana benedetti - Adrien Beauvais decise di metterlo al corrente del suo malumore. Lo guardò avvicinarsi, incrociando le braccia al petto e alzando un sopracciglio quando questi finì di parlare.
    -Incredibile, Beauvais, mi stai facendo tremare dalla paura! - si avvicinò al suo viso - io non ti toccherò più, se tu la smetterai di ficcare il tuo cazzo di naso negli affari che non ti riguardano, mh?
    Si girò, poi, notando James già in acqua con Jess alle calcagna. Perfetto, a loro non sarebbe servito aiuto. Decise di puntare sul semplice, quella volta. Non aveva molta voglia di nuotare, per quanto gli piacesse, e non voleva tuffarsi troppo a fondo per poi magari tornare a mani vuote. Non era sicuro di riuscire a sollevare bauli troppo in profondità. Così, dopo una breve valutazione e aver indossato gli occhialini, si immerse con velocità e si avvicinò al primo baule che aveva visto, senza bisogno neanche di utilizzare un Lumos. Atterrò con facilità sul fondale e si aggrappò ad esso, cercando di tirarlo su.
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    Interagisce con Adrien Beauvais e cerca di recuperare il baule n 2.

    Azione 1: cerca di recuperare il baule 2

    Stats:

    Coraggio: 8

    Empatia: 8

    Intelligenza: 9

    Resistenza: 9(+1)

    Tecnica: 7

    Intuito: 9

    Destrezza: 8

    Carisma: 10


    Quirk:
    non siamo topi da biblioteca:
    Nic ama stare all’aria aperta e anche le sue magie lo manifestano; +1 ad aqua eructo, inoltre l’acqua è un potente fertilizzante che fa crescere rapidamente l’erba e qualsiasi tipo di pianta

    Ha con se:
    • Pendente in guscio di Drago-Tartaruga: quando indossato -1 ai danni subiti, +1 Resistenza
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    Era incredibile quanto l’avere il migliore amico vicino lo facesse sentire meglio. Brooks non aveva fatto nulla, eppure lui già si sentiva rincuorato, più tranquillo, come se l’amico fosse un distillato della pace vivente. Non era difficile per loro capirsi a vicenda senza neanche guardarsi, considerando il bagaglio di amicizia che si portano sulle spalle. Brooks c’era e sempre ci sarebbe stato, qualsiasi cosa fosse successa. Era una delle certezze che avevano spinto Nick ad andare avanti in quel mese infernale.
    -Si, è così. Dopo un po’ ci si fa l’abitudine, no?
    Fece un mezzo sorriso sghembo, cercando un bagliore di felicità in quel posto tutto nero, e dopo un paio di respiri quello arrivò sotto forma delle mani di Brooks, amorevoli, che lo accarezzarono e lo coccolarono con una dolcezza infinita.
    -Non poter fare niente? Roo, già il fatto che ti preoccupi, che ti sei scritto con Cam tutto questo tempo…non è fare niente. Sei presente nella vita di May May quanto me o Cam.
    Lo abbracciò più stretto, al suono di quel “mi dispiace” sulla bocca di lui. Non voleva che l’amico si sentisse in colpa, ne per la situazione della sorellina ne per qualsiasi cosa pensava di aver fatto di male. Non se lo meritava, e non se lo meritavano neanche loro due.
    -Brooks. - lo guardò negli occhi - non ti devi dispiacere di nulla. Siamo qui ora per tutte quelle piccole decisioni che abbiamo preso in passato, e ognuna di loro ci ha lasciato qualcosa. Non cambierei me e te per nulla al mondo, lo sai.
    Ridacchiò, passandosi una mano sugli occhi cercando in qualche modo di eliminare i segni scuri sotto di essi con un tocco e - naturalmente - non riuscendosi. Sorrise di rimando, annuendo.
    -Tralasciando la mia bellezza ormai perduta, scommetto che sarebbe contentissima! Anche perchè ogni estate rompe un sacco le scatole chiedendo di te…ma questo già lo sai. Anche perchè so per certo che Emily fa lo stesso con me!
    Sorrise, per poi lasciarsi abbracciare e rimanere per un momento sospeso in quel limbo familiare che lo riscaldava come il fuoco di un camino i pieno inverno. Stava bene, ora.
    La fronte posata su quella dell’altro, Nick sospirò un po’ per la tranquillità un po’ perchè finalmente aveva parlato con le due persone più importanti per lui ed era riuscito a chiarire. Dopo, si interessò di Brooks. Sorrise alla menzione di Fitz.
    -Si, come no… - arrossì leggermente, facendo intendere che in realtà la cosa lo aveva toccato più di quanto desse a vedere - Io…ci provo, Roo. Ci ha messo tanto per aprirsi con me, così tanto che credevo non lo avrebbe mai fatto. Il suo cuore è al sicuro, promesso.
    Gli stinse le mani, guardandolo negli occhi.
    -Così come lo è il tuo, Roo. Non mi hai detto nulla di te, però. Non pensare che non me ne sia accorto…- lo guardò, un po’ preoccupato - puoi dirmi tutto, lo sai?
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    Aveva mandato un messaggio a Fitz, poco prima, chiedendogli quanto gli mancasse per arrivare a lezione, per poi girarsi verso Brooks e sorridergli sornione.
    -Io? Nah, ma quando mai…non è proprio da me!
    Rise, dandogli un pugnetto sulla spalla, ma poi naturalmente la tranquillità della mattinata, tipo uccellini che cantano e sole che splende…roba così, fu distrutta totalmente dall’arrivo del peggior fronte temporalesco della scuola, almeno per Nick. La vista di Adrien gli fece alzare gli occhi al cielo e sospirare con una scontentezza che si avvicinava all’infinito.
    -Devo complimentarmi per l’incredibile acume dimostrato nel fare una rima simile. Il prossimo step è prendere una laurea in scrittura creativa, mi sembra.
    Lo osservò sedersi, con il volto piegato in una smorfia che faceva intendere quanto la situazione lo infastidisse. Se fosse arrivato Fitz avrebbe chiesto a Brooks di spostarsi con loro da un’altra parte. Non pensava di riuscire a sopportare il ragazzo per tutta la durata della lezione.
    -Merlino, Beauvais…addirittura le minacce da scuola elementare? - Lo guardò, alzando un sopracciglio - sento davvero le ossa che tremano, accidenti. - si strinse le mani sulle braccia, facendo finta di tremare - brrr.
    Si girò verso Brooks, dopo avergli sentito chiedere se stesse facendo amicizia con Adrien, e gli sorrise. Lo adorava, seriamente. Era sempre così trasparente, così ingenuo…eppure aveva un cuore tre volte la scuola di Hidenstone.
    -Si, Roo. Quando l’inferno congelerà io e Beauvais saremo amici. Forse.
    Si alzò e recuperò la pozione, incespicando leggermente al piccolo sgambetto di Adrien. Sospirò, odiando il sorriso innocente che si era piantato in faccia.
    -E tu dovresti avere 18 anni, si? - Alzò la pozione verso di lui, in un brindisi silenzioso - ti piacerebbe.

    Appena il liquido arrivò nello stomaco, Nick si sentì…strano. Un formicolio aveva cominciato a propagarsi in tutto il corpo, con una sensazione simile a quella degli insetti che ti camminano addosso. Cercò di non grattarsi, in qualche modo convinto che se lo avesse fatto la sensazione sarebbe peggiorata, e guardò con gli occhi spalancati se stesso ingrandirsi di colpo. Inizialmente non capiva: gli sembrava solo che il banco si stesse pian piano allontanando da lui, cosa abbastanza strana, e fu solo quando portò una mano accanto all’astuccio che si rese conto che era diventato il doppio di quanto era in realtà. Si era spostato dal banco, il tanto che bastava per non avere le gambe incastrate al di sotto, e si girò verso Brooks, trovandolo rimpicciolito di molto.
    -Morgana benedetta, Roo, sei adorabile!
    Sorrise al ragazzo, per poi rigirarsi verso la prof e ascoltare il resto della spiegazione. In tutto ciò era consapevole del corpo di Adrien, ingrandito come il suo, che quasi lo toccava. Decise di ignorarlo. Con una certa difficoltà prese la sua piuma d’oca, intingendola nell’inchiostro e scrivendo poi diligentemente le informazioni che la professoressa gli stava fornendo. Alla domanda della professoressa si poggiò allo schienale, sentendolo leggermente scricchiolare. Era una domanda difficile, e decise di ragionarci bene. Poi, alzò la mano.
    -Probabilmente, utilizzerei la pozione dilatante durante una partita di Quidditch, se la giocassi come portiere. Occuperei più spazio di fronte le porte, il che mi aiuterebbe a diminuire l’area di attacco dell’avversario. - prese fiato - invece in combattimento la si potrebbe utilizzare in scontri magari più fisici con avversari tipicamente più grandi, come troll o simili.
    Soddisfatto, cercò di sistemarsi sulla sedia, che era diventata decisamente troppo piccola per accoglierlo comodamente.
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    Interagisce con Brooks Ryan O'Connor e Adrien Beauvais , per poi bere la pozione, osservare i cambiamenti e rispondere alle domande della prof.
    Posto a sedere n° C10
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    Pozioni era un po’ la sua nemesi. Insomma, era una era materia, era interessante…ma Nick spesso si annoiava a lezioni in cui si doveva stare a girare un intruglio in un calderone. Così, all’idea di un’altra lezione - per quanto fosse contendo di vedere la prof. O’Neill - gli veniva da sospirare e sbadigliare e sospirare e sbadigliare. Fortuna che almeno sarebbe stato insieme ai suoi amici…e anche a qualcuno di meno piacevole, ma poco importava. Avrebbe fatto tesoro di tutto quello che avrebbe imparato a lezione, pronto ad utilizzarlo per diventare il miglior auror della storia. Non che ci credesse più così tanto, ma sognare era ancora gratis, perciò nessun problema. Entrò in aula, salutando la professoressa con un mezzo inchino di testa.
    -Buongiorno, Professoressa. Incantevole come sempre!
    Le piante sopra l’ingresso gli solleticarono il capo, facendolo sorridere, e il naso gli si riempì del solito profumo di libri, vecchie pergamene e una miriade di ingredienti diversi, che lo lasciavano sempre un po’ stordito ogni volta che metteva piede nell’aula di pozioni. Adorava la rotondità dell’aula, lo faceva sentire un po’ a casa, essendo la stessa forma della torre di Grifondoro. Scosse la testa, per non pensarci. Erano altri tempi, no?
    Salutò anche gli alunni presenti in aula, accomodandosi in tea fila a destra della cattedra e mettendo I gomiti sul banco. Ascoltò con attenzione la presentazione della lezione, e sospirò di sollievo nell’apprendere che non sarebbe stata una lezione noiosa. Una volta arrivato il suo turno si alzò con grazia, per poi arrivare di fronte alla cattedra e scegliere la pozione B. Non aveva idea di cosa facesse, e non aveva davvero pazienza. Sperava che i suoi compagni scegliessero in fretta, così da poter capire cosa lo aspettava. Sarebbe stata una grande lezione!
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    Entra in aula e saluta i presenti, per poi sedersi in terza fila nel posto n°...; Pernde la pozione B


    Edited by Nicholas Mc Callister - 21/9/2022, 10:52
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    Era palese, oramai, che la dea della fortuna fosse bendata. La sua pozione, lanciata perfettamente e con una mira invidiabile si era scontrata con quella di Cameron, tirate evidentemente con uguale magistralità. Sbuffò, abbassandosi leggermente per non essere in linea di tiro di altre pozioni con lui come bersaglio, e si mise dietro una balla di fieno per recuperare fiato e fare il punto della situazione. Rimanevano lui, Jessica e Howard…e avevano contro altre tre persone. Quindi dovevano cercare di non mirare tutti alla stessa, ma non aveva visto Howard da nessuna parte, e non sapeva come coordinarsi con loro. Era convinto che però, se lo avessero visto tirare a qualcuno avrebbero scelto un’altro bersaglio in automatico, così si spose dalla balla e cercò con gli occhi una persona in particolare. Non voleva riprovare con Cameron, e Louise era stata così carina che non voleva colpire neanche lei. Brooks, d’altra parte, sembrava avere un problema con lui - almeno a quanto aveva capito dal discorso di Adrien - e anche se non era nulla di serio, o così sperava, sarebbe stato divertente colpirlo con una pozione e vedere la faccia che avrebbe fatto. O magari sarebbe stato colpito lui, e se ne sarebbe andato sconfitto…ma con la sicurezza di avere qualche bacio da Fitz appena uscito. Deciso tutto questo si alzò e dopo aver trovato Brooks gli sorrise sornione, uno di quei sorrisi che Brooks conosceva benissimo, per poi alzare la pozione verso di lui.
    -Un’altra volta, Roo! Vediamo chi vince!
    E, dopo aver fatto un piccolo respiro - trattenuto per evitare che in braccio si muovesse anche solo di un millimetro fuori dalla mira - lanciò.
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    Cerca di colpire Brooks Ryan O'Connor

    Stats:

    Coraggio: 8

    Empatia: 8

    Intelligenza: 9

    Resistenza: 9(+1)

    Tecnica: 7

    Intuito: 9

    Destrezza: 8

    Carisma: 10
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    I giochi si stavano facendo complicati, e si stava creando una nuvola di colore che sicuramente avrebbe potuto dar fastidio un po’ a tutti. Probabilmente avrebbe dovuto fare una chiacchierata con Brooks, quando sarebbe finito tutto quanto. Non gli piaceva avere quella sensazione di irrequietezza addosso, sopratutto se riguardava il suo migliore amico. Nick seguì con gli occhi il suo lancio, imprecando tra se quando non colpì il bersaglio, e si girò di scatto quando una pozione gli passò accanto, fortunatamente non colpendolo. Come si chiamava, la ragazza che aveva provato a colpirlo? Non gli sembrava di conoscerla, ma ricordava di averla vista insieme a Brooks, poco prima. E così una vendetta, eh? Sicuramente per difendere l’onore del nuovo amico. Rise, e si inchinò, facendo svolazzare la mano, per poi spostarsi e cercare di trovare qualcun’altra da colpire. Non voleva riprovare con Brooks, non avrebbe avuto senso. Se nessuno dei due era riuscito all’inizio…insomma, forse era destino. Sorrise storto all’amico e si dileguò, girando tra i vari mucchi di colore asciutto e tra i vari ostacoli. Non aveva ancora trovato qualcuno da colpire, anche perchè aveva visto Ben mirare a Julian e non gli piaceva colpire qualcuno già targhettato, quando all’improvviso si trovò davanti Cameron Cohen. Lo vide prendere la mira verso di lui, e decise di ricambiare il favore. Insomma, sarebbe stato inutile scappare…no? Così chiuse un occhio, prese la mira e lanciò, cercando di colpire il ragazzo sulla pancia. Non pensava che le boccette facessero male, a contatto con il corpo, ma meglio li che sul viso dopotutto.
    -E speriamo in un’altro lancio fortunato, Cohen!

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    Cerca di colpire Cameron


    Stats:
    Coraggio: 8

    Empatia: 8

    Intelligenza: 9

    Resistenza: 9(+1)

    Tecnica: 7

    Intuito: 9

    Destrezza: 8

    Carisma: 10
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    La sensazione della benda sugli occhi era allo stesso tempo strana ed entusiasmante. Avrebbe potuto camminare nel labirinto bendato, Merlino, quando mai gli sarebbe ricapitata una cosa simile? Sorrise, riportando la concentrazione tutta sulla piccola lontra che sentiva girargli incontro, per poi cominciare a camminare, sicuro che ad ogni ostacolo sarebbe stato aiutato.
    -Okay, mi affido a te.
    La lontra continuò a dargli piccole indicazioni molto semplici, come dei “gira a destra” o “prosegui dieci passi dritto”, fino a che dopo quello che a nick sembrò un’infinità di tempo, sentì l’animale avvertirlo di fermarsi.
    -Ok, Nicholas. Adesso viene il bello. - lui si fermò, in attesa - Di fronte a te hai una strada sbarrata di linee di rovi, un po’ come se fossero raggi che corrono da destra a sinistra. Se segui alla lettera ciò che ti dico posso fartici passare in mezzo.
    Nick sentì l’adrenalina salire alle stelle, e si rimboccò le maniche della camicia, cercando di rimanere concentrato. Poteva farcela, e si sarebbe affidato al signor lontra per farlo. Annuì, comunicando alla guida di essere pronto, e si avvicinò di qualche passo al primo filo di rovi, sotto sua indicazione. Poi, cominciò una danza fatta di mezzi passi e giravolte, cercando di muoversi più nettamente possibile per evitare ripercussioni. All’ultimo, tuttavia, si fece prendere un po’ troppo dall’entusiasmo, considerato che l’animale lo aveva avvertito che dopo quel passaggio avrebbe potuto risollevarsi, e aveva alzato il braccio destro troppo in fretta, impigliando la camicia in una spina e strappandosela un pochino. Dopo essersi accertato di star bene, tuttavia, non perse tempo e mosse le mani di fronte a lui, indicando la strada che - almeno sperava - aveva di fronte.
    -Sto alla grande, signor lontra, grazie mille! Proseguiamo!
    Fece un altro po’ di strada, camminando sempre con maggior agilità. Si stava decisamente abituando alla benda.
    -Fermo, bambino. Di fronte a te c’è un gigantesco blocco d’acqua. Per superarlo dovrai avanzare esattamente come ti dirò, altrimenti farai sfaldare l’incantesimo e l’acqua ti travolgerà.
    Nick, a dirla tutta, tremò un pochino. Ma ehi, era un ex grifondoro, non poteva mica tirarsi indietro!
    -Ok, sono pronto.
    La lontra, con molta calma guidò i suoi movimenti, facendogli muovere i piedi su quelle che Nick pensava essere pietre particolari, magari incantate per non far rompere l’incanto di stasi sull’acqua. Ogni passo era un colpo al cuore, ma Nick si fidava del suo spirito e seguiva ogni indicazione alla lettera. Uscì dal percorso di pietre incantate e sospirò, felice che fosse finalmente finito. Era solo triste che presto la comunicazione telepatica con il suo spirito si sarebbe interrotta, ma quel pensiero dovette frenare di botto, perchè dopo essersi levato la benda si trovò davanti la rana gigante che il professore aveva menzionato all’inizio e di cui Nick si era completamente scordato. Cacciò un urletto senza volerlo, evitando un colpo di lingua che atterrò a qualche metro da lui, e si girò verso la lontra fumosa.
    -Okay, okay. Allora. Ragioniamo. - Abbassò la testa, spostandosi e evitando un altro colpo di lingua - qual’è il suo punto debole, signor lontra?
    Vide l’animale fare un paio di guizzi per aria, per poi concentrare lo sguardo su una pietra posta sulla fronte dell’animale.
    -Prendi quella pietra, e la rana ti lascerà passare. Fai attenzione, gli incantesimi acquatici non faranno altro che aiutarla!
    Nick annuì, ringraziando lo spirito con un sorriso, e si girò a fronteggiare l’essere. Non voleva far del male alla rana, e chissà cosa gli suggeriva che un’incantesimo di appello non avrebbe funzionato.
    -Colloshoo! - pronunciò chiaramente, puntando la bacchetta verso le zampe della rana. La sostanza non era nociva, e appena completata la prova se ne sarebbe potuto liberare in fretta. Una volta che la rana era ben assicurata al suolo, Nick si premurò di avvicinarsi, correndo a zig zag per evitare la lingua della rana che sembrava ben sicura che lui fosse un insetto. Arrivato alla distanza esatta, puntò la bacchetta sul terreno.
    -Ascendo!
    Nick fu scagliato in alto - con un altro urletto, siamo sinceri - ma essendo preparato alla cosa si limitò a muovere un po’ le braccia e le gambe nel vuoto - leggi “mulinarle all’aria come se stesse morendo” - , per poi atterrare con un piccolo tonfo sulla testa dell’animale….estremamente scivolosa.
    -Oh Merlino benedetto!
    Stava scivolando, ma lo stava facendo dalla parte sbagliata! Si adoperò con tutte le forse e riuscì a salire quei pochi centimetri che gli mancavano per afferrare la pietra penzolante, facendo fermare la rana. Si lasciò scivolare a terra, rimuovendo con un colpo di bacchetta la colla dalla zampe dell animale e sospirando di stanchezza. Un piccolo strato di sostanza viscida lo copriva dalla testa ai piedi, aveva la camicia leggermente strappata e un sorriso da idiota stampato in faccia. Era stato fighissimo!
    -Woo! Ce l’abbiamo fatta, signor lontra! Grazie!

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    Nome: Incantesimo Colla Rapida
    Descrizione: Fattura Minore
    Formula: Colloshoo
    Movimento: si punta la bacchetta verso il bersaglio disegnando una spirale in senso orario.
    Effetto: Incolla le scarpe del bersaglio al suolo con una sostanza verdognola
    Note: La forza della colla è in relazione con il Carisma del Mago.
    Con Intelligenza ≥ 12 la colla verdognola può emettere un forte odore sgradevole.
    Con Intelligenza ≥ 25 si può incollare qualsiasi oggetto alla superficie su cui appoggia


    Nome: Incantesimo di Emersione
    Classe: Generico
    Formula: Ascendo
    Movimento: Affondare la bacchetta verso l'alto
    Effetto: Scaglia in alto colui che pronuncia l'incantesimo
  10. .
    Nicholas
    Mc Callister
    Hang the words
    of a perfect stranger
    in the hallways of my heart
    AQUARIUS
    II anno
    DUBLIN
    Bookworm
    estp
    Dioptase
    Nick era stato abituato dalla madre ad apprezzare le cose ben fatte, ordinate e belle. Sua madre poteva benissimo considerarsi un’esteta, e naturalmente con tre figli non aveva potuto fare altro che passare questa sua passione più o meno prepotentemente. Da bambino, se lo obbligavano a prendere il thè “con i grandi” era sicuro che Nick si sarebbe sporcato apposta, o che avrebbe fatto prendere suo elfo la tazza con stampate sopra le macchie di una mucca, piuttosto che adeguarsi alla bellezza del servizio scelto dalla madre per l’occasione. Crescendo, aveva perso man mano la sua propensione al danno e acquisito invece quella della raffinatezza, facendo a gara con la madre per chi riuscisse a trovare il servizio più bello - Cam e Mary Lou erano del tutto stufi della situazione, e preferivano prendere il the da soli piuttosto che assistere alle gare tra madre e figlio. Non era una gran sorpresa, quindi, che avesse preparato tutto al meglio per quel pomeriggio sebbene fosse solo una piccola merenda per accompagnare i compiti. Sorrise alla ragazza, notando il rossore che le colorava le guance e mordendosi la lingua all’ultimo secondo per evitare una battuta. Continuava a dimenticarsi che non era insieme a Brooks, il suo migliore amico/futuro parabatai, e non poteva permettersi certe uscite. Incredibile come la ragazza lo mettesse a proprio agio.
    -Si vede! Anche io tutto bene, sono felicissimo di essere di nuovo qui…per quanto sia una scuola, mi era mancata!
    La questione del thè, che come Lou avrebbe potuto capire benissimo, era una cosa importante per il dioptase, lo fece ridacchiare. Non aveva mai incontrato una persona che non sapesse come prendere il thè, ma c’era una prima volta a tutto, no?
    -Un po’ di latte e un cucchiaino di zucchero, allora. Vedi se così va bene!
    Si rimise comodo, quindi, e stava per continuare a bere il suo the quando la domanda più impossibile del mondo gli arrivò alle orecchie.
    -Cos..Cosa sono? Ma che diavolo vi danno da mangiare, in Francia? - rise, prendendone uno e portandoselo davanti al viso, girandolo a destra e sinistra - questo, miss, è uno scone. Sono piccoli panini dolci al burro ripieni di marmellata, di molti tipi. Su, assaggia! Sono sicuro ti piacerà!
    Sorrise, facendo uscire la sua fossetta, quando la vide quasi in estasi per il piccolo dolcetto. Era davvero felice che si stesse godendo la merenda, e lo diventò ancora di più quando la sentì commentare il Chai, ridacchiando.
    -Mea culpa, lo ammetto. Avrei dovuto fartene apparire una teiera in dormitorio la mattina dopo che ci siamo conosciuti!
    Si portò una mano sulla fronte, ancora ridacchiando per le sue successive frasi.
    -È così! Immagino che anche dei macaron non ci starebbero troppo male, in base al gusto!
    Subito dopo, scones e the alla mano, si diedero al compito principale del pomeriggio, ossia cercare di capire cosa scrivere su quella pergamena.
    -Esatto, in due è decisamente meglio! Ti piacciono le rune? Perchè a me dipende, sinceramente.
    Scrisse il nome, e alzò lo sguardo su Lou, cercando di mettere su la faccia più piatta che poteva.
    -Sono 19. 19 lettere, Lou. - fece cadere di botto la farsa - che palleeeee! - annuì poi in direzione della ragazza - bene, se lo facciamo con lo stesso schema sarà più facile aiutarci. Cominciamo!
    Sul foglio di brutta copia scrisse accanto ad ogni lettera il suo corrispondente runico, controllando ogni tanto dal manuale. Il risultato fu un nome decisamente estraneo, per quanto fosse il suo. “ᚾᛁᚲᚺᛟᛚᚨᛊ ᛗᚲ ᚲᚨᛚᛚᛁ ᛊᛏᛖᚱ”
    Girò il foglio verso l’ametrina, sgranando gli occhi.
    -Guarda che ficata!
    Riportò poi lo sguardo sul foglio, appuntando per ogni runa il suo significato e cercando di capire meglio quale potesse essere affine e quale no. Di certo Hagalaz - tempesta, distruzione - non era molto in linea con la sua personalità, mentre Tiwaz - guerriero, coraggio - la vedeva già molto più affine a lui. Ma come poteva unire insieme il significato di tutte quelle rune?
    -Ok, come le leggiamo tutte insieme? Cioè, dopo il significato singolo come…ugh, come le leggi tutte unite?
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  11. .
    Nicholas
    Mc Callister
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    Nick, sebbene portasse nel passato il rosso oro dei Grifondoro, non era mai stato stupido, o disattento. Insomma, in quel momento indossava i colori dei dioptase, e per quanto poco valesse una cosa del genere, si sentiva davvero degno della sua nuova definizione. Perciò, non si stupì di se stesso quando notò il modo in cui le piccole mani di Louise tremassero, o il modo in cui i suoi occhi erano volati lontano, insieme - probabilmente - ai suoi pensieri. La lasciò fare, senza interrompere il flusso di quelli che sicuramente erano ricordi, sapendo che anche se quasi sicuramente poco piacevole, era una cosa talmente personale che lui non avrebbe potuto fare nulla, ne metterci bocca. Quando la vide annuire, certo che fosse tornata li di fronte a lui anche con il cervello, si azzardò a prenderle le mani. Non disse nulla, limitandosi a stenderle leggermente nelle sue per poi lasciarle andare. Un semplice “sono qui”, “Se vuoi crollare anche tu ti sostengo” mascherato da piccolo gesto. Ma Nick sapeva che lei avrebbe capito, non comprendendo neanche perchè di quella sicurezza. Era un po’ meravigliato dalla semplicità con cui erano caduti in quella ripetizione di gesti, la confessione e la passata d’acqua sui suoi polsi, il sorriso e il ricordo. Era anche piuttosto meravigliato da quanto si sentisse a proprio agio a parlare con la ragazza, seppur aiutato, sospettava, da fatto che lei lo avesse quasi visto svenire. Sorrise.
    -Solo se vuoi - si fermò un secondo, per poi spalancare gli occhi e ridacchiare - prima però dimmi come ti chiami, Miss De Maris, o altrimenti me sentirò sempre in svantaggio.
    Perse un po’ il sorriso, riprendendo il modo complicato che si era creato nella stanza, e annuì deciso, concordando in pieno con la ragazza.
    -Fa davvero schifo, quando è così. Ti svegli sperando sia tutto finito e invece ti ritrovi l’incubo dritto dritto nella realtà.
    In un’inattesa botta di fiducia, si trovò poi a confidarsi con la ragazza, aprendosi come mai aveva fatto con uno sconosciuto. Era un po’ incredibile, il fatto che fossero passati a dirsi cose simili senza neanche sapere…chessò, quale fossero i loro colori preferiti. Sorrise mesto allo sguardo che le rivolse Louise, per poi ringraziarla con un cenno del capo. Sapeva, in cuor suo, che non gli stava dicendo “mi dispiace” tanto per dire. La osservò mentre parlava di se. Non sembrava molto felice del suo passato, ne molto tranquilla nel parlarne.
    -Si, decisamente. - le sorrise, cercando di essere rassicurante - sei molto forte, Louise.
    Accettò il cambio di argomento con naturalezza, non volendola farla sentire a disagio o - Merlino lo risparmiasse - farle venire un attacco di panico facendole ricordare cose spiacevoli.
    -Molto meglio, devo dire. - flesse un po le dita, sentendole meno intorpidite - mi sono quasi ripreso del tutto.
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  12. .
    Nicholas
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    Dioptase
    Due tocchi decisi annunciarono che la sua compagna per i compiti e per il pomeriggio era arrivata, perfettamente puntuale. Rise apertamente alla frase pronunciata dalla ragazza, alzandosi per venire incontro ai due baci della ragazza.
    -E tu che non mi credevi…è una vera meraviglia! - le sorrise, guardandola mentre si sedeva di fronte a lui - comunque ti trovo meglio, stai davvero bene vestita cosi! Come stai?
    Era sinceramente contento che le occhiaie e la stanchezza avessero abbandonato, se non del tutto in buona parte, il viso della ragazza. Vederla più rilassata della prima volta era già meraviglioso, ma Nick era sicuro che con il suo thè l’avrebbe ammaliata, rilassandola ancora di più. Il che era un po’ un controsenso, considerando che il Chai era un the piuttosto energetico, ma era un tipo di energia quasi latente, del tipo che ti caricava e ti rimaneva addosso per tutta la giornata. Deciso a farglielo assaggiare si alzò e si avvicinò alla teiera, versandone una tazza per la ragazza.
    -Latte? Zucchero?
    Per Nick era un po’ impensabile bere u. The senza latte dentro, ma di certo non poteva imporre il suo gusto a tutti quanti, no? Attese così la risposta della ragazza, per poi portare il the di fronte a lei e spostando il piattino con i piccoli panini di diversi gusti mi mezzo a loro due. Che the sarebbe stato, senza scones?
    -Ecco a lei, mademoiselle! Noi inglesi il the lo prendiamo seriamente, altroché! Ti piace?
    Le sorrise, prendendo un sorso di the e guardando poi verso i manuali che entrambi avevano posati sul banco.
    -Mi sa che però, the o non the, ci tocca studiare… - ricontrollò la pergamena del compito, mormorando tra se mentre leggeva. Era complicato, non tanto collegare la runa alla lettera ma piuttosto trovare una runa che lo rappresentasse tra le sue iniziali.
    -Sono molto indeciso, sai? Per la runa nominale, intendo.
    Spostò la tazzina nella mano sinistra, impugnando la piuma con la destra, abituato ormai alle innumerevoli lezioni di sua madre. Scrisse sulla pergamena un grande “Compiti di Rune, Nicholas Mc Callister”, per poi ridacchiare da solo.
    -Certo che un nome più lungo io no, eh…
    Scrisse poi tutte le lettere del suo nome in verticale, una sotto l’altra, deciso a scrivere il significato per ognuna per poi fare le sue considerazioni.
    -Tu come vuoi impostarlo? Io penso che prima scrivo il significato e poi faccio le considerazioni, e solo dopo decido la runa nominale. Che ne pensi? - spostò il piattino con i piccoli muffin più vicino a lei - mangia, però, mi raccomando!
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  13. .
    Nicholas
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    All’attacco - giustificato, per carità - di Brooks, Nick si trovò ad alzare le mani, come a cercare di dichiararsi innocente. Ma era consapevole del fatto che non era assolutamente così, e lo sguardo basso che seguì era la conferma di quello. Era incredibile. In tutto quel mese, con lui che non riusciva neanche a capire come si chiamava la maggior parte del tempo - visto e considerato che la gente continuava a chiamarlo Lord Mc Callister, e quello era suo padre, per Merlino, non lui - Cam invece si era prodigato a mandare almeno un segno di vita a Brooks, che sapeva essere il suo migliore amico.
    -Lo so, Roo. E mi dispiace. Per te, per FItz…era davvero incazzato, ieri. L’ho incontrato per caso nel corridoio, pensa, e la prima cosa che ha fatto è stato praticamente mandarmi a quel paese.
    Si accasciò un po’ su se stesso, poi, mettendo Brooks al corrente di quello che Mary Lou stava passando e sperando con tutto se stesso che l’amico capisse. Ma era Brooks, ed era naturale che lo facesse. Era una parte di lui, era come parlare con se stesso senza guardarsi ad uno specchio. Questa normalità, che Nick credeva persa, lo fece respirare meglio per qualche secondo. Sentì le mani di Brooks sulle guance, e si trovò con lo sguardo puntato in quello di lui. Merlino, gli veniva da piangere.
    -Lo so, Roo, ma non potevo chiederti di lasciare la scuola per me. Io…non potevo veder soffrire anche te.
    Il pensiero di Brooks seduto in quella sediola in ospedale, a tenere la mano a Mary Lou come se fosse stata la sorella, riempiva il cuore di Nick di una paura spropositata. Non era giusto che anche Brooks soffrisse così tanto, non era giusto che vedesse le piccole manine della sorella riempirsi di rosso per come tossiva.
    -Lo so, Roo. - aveva detto altro dall’inizio della conversazione? - ho dormito, stanotte.
    “Il problema sono tutte le notti prima”, si trovò a pensare, per poi sorridere a Brooks che sembrava una piccola mamma chioccia con il suo pulcino. Effettivamente mangiava, anche perchè gli elfi di casa si premuravano che in ospedale riuscissero ad avere sempre tutto il necessario, ma non è che il cibo fosse la sua preoccupazione principale, in quel periodo. Si lasciò abbracciare, respirando l’odore di Brooks e sentendosi tanto a casa quanto tra le braccia di Fitz. Senza che riuscisse a fermarsi, scoppiò in lacrime. Scendevano lente ma copiose, bagnando la maglia di Brooks e scivolandogli sul collo come che nulla fosse.
    -Grazie, Roo. Mi sei mancato tanto. - sollevò la testa, asciugandosi qualche lacrima con le mani e guardando il ragazzo di fronte a lui - tu però come stai?
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    Nicholas
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    La mano di Louise sul viso sembrò riportarlo appena appena di nuovo in questa dimensione. Il respiro si era ormai regolarizzato, ma il problema vero era il cervello, che continuava la sua corsa nell’infinità del buio e dei cattivi pensieri senza dargli un attimo di tregua. La voce di lei lo raggiunse, sempre gentile, sempre attenta. La guardò, ammirandone il viso e imprimendosi nel cervello la posizione delle sue fossette, per poi replicare con uno dei suoi, di sorrisi.
    -No. Non tutti.
    La gentilezza, per Nick, non doveva mai essere data per scontata. Lou si era dimostrata una ragazza alla mano, affidabile e gentile, e nessuna di queste caratteristiche era da considerarsi comune, visto quanti ne aveva incontrato che invece lo avevano trattato proprio l’opposto. Senza quasi volerlo il cervello gli fece ricordare una delle cene che sua madre lo aveva obbligato ad organizzare insieme a lei. “È uno dei tuoi doveri, ora che sei Lord della casa. Su, Nick, fa quello che devi”, e Nick lo aveva fatto. Aveva organizzato la cena, sorriso alla gente che si congratulava con lui dopo avergli fatto le condoglianze formali per suo padre…solo per poi nascondersi nella sala del pianoforte e ascoltare per sbaglio tutte le conversazioni di grandi Lord che lo trattavano da ragazzino e immaginava che presto la grandezza dei Mc Callister si sarebbe esaurita. Falsi.
    -Un po’, sinceramente non stavo così male da un sacco di tempo. - si fece scrocchiare il collo, girandolo lentamente a destra e poi a sinistra - però, passerà anche questa.
    Il tono di rimprovero lo fece quasi sorridere. Sembrava AMry Lou quando lui e Cam le rubavano i pennelli per farle uno scherzo. Così, sempre sorridendo, alzò le mani in segno di resa e si unì alla risatina di lei. Era veramente curioso di chi fosse la causa del mal umore della ragazza, ma non voleva intaccare quel piccolo sorriso che si era fermato sulle labbra di lei, e così decise per il momento di lasciar stare. La guardò alzarsi per raggiungere un mobile dall’aria quasi integra, per poi cominciare a cercare qualcosa al suo interno.
    -Cosa…?
    La vide tirar fuori due ciotole, e si trovò incredibilmente a sorridere ancora. Era davvero una ragazza premurosa, quella Louise.
    -Effettivamente, se posso permettermi, non hai proprio una bella cera…incubi, realtà o entrambi? - poi, visto che non era giusto che lei rispondesse senza saper nulla di lui, aggiunse - per me sono entrambi. La realtà che si trasforma in incubi quando dormo.
    Accettò la ciotola, prendendo un sorso d’acqua e alzando un pollice, ringraziandola mentre beveva. Il suo stomaco inizialmente protestò vivacemente, ma dopo un paio di sorsi si era calmato, e Nick riuscì a trovare un sospiro di sollievo. Si lasciò bagnare la fronte dalla ragazza, sentendosi progressivamente meglio, e seguì il suo consiglio, bagnandosi leggermente i polsi. Poi si trovò a guardarla, sorridendo ma senza che il sorriso gli arrivasse davvero agli occhi.
    -No, in realtà. Non così brutti. L’ultimo che ho avuto così forte è stato quando mio padre è morto, ma ultimamente sono successe un sacco di cose con mia sorella in ospedale e non so…- strinse le spalle - forse è stato un po’ traumatico. Tu invece? Non per essere scortese, ma sembri parecchio ferrata su cosa fare quando si ha un’attacco di panico.
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    Nicholas
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    Aveva conosciuto Louise in un momento molto basso della sua esistenza, e non voleva assolutamente ripetere l’esperienza. Lei d’altrocanto era stata davvero d'aiuto, impedendogli di crollare per una sciocchezza che a lui era sembrata invalicabile. Per questo - e anche perchè la trovava parecchio simpatica - aveva deciso in una delle loro chiacchierate tramite messaggio di invitarla a fare i compiti di rune insieme, promettendole anche il suo chai. Avevano cominciato a parlare tramite messaggi poco dopo la disavventura nell’aula in disuso, e con grande orrore di Nick l’ametrina gli aveva rivelato di non aver mai assaggiato la bevanda degli dei. Lui, da bravo cavaliere, le aveva promesso che un giorno o l’altro gliel’avrebbe fatta assaggiare e così quel pomeriggio le mandò un messaggio, chiedendole se andassero bene le cinque e mezza come orario e indirizzandola verso l’aula di rune. Mentre aspettava l’ok della ragazza decise che comunque lui un po’ di the lo avrebbe voluto in ogni caso, e si diresse verso le cucina per poterlo preparare sicuro che non avrebbe incontrato problemi con i piccoli aiutanti della cucina- gli elfi da quando era andato li con Blake sembravano averlo preso in simpatia. Dopo aver preparato una teiera che avrebbe potuto far bere the a tutta la popolazione inglese, probabilmente, Nick si impossessò di un paio di scones di diversi gusti e si infilò nell’aula di rune, posando tutto su un banco e decidendo di sedersi in seconda fila. Non che facesse la differenza, era solo e di sicuro non ci sarebbe stato nessun’altra oltre a Lou. Effettivamente, da bravo deficiente, se era dimenticato di chiedere a Fitz se volesse fare i compiti insieme al loro…ripensandoci, però, probabilmente Lou si sarebbe trovata in imbarazzo, e sopratutto difficile che il suo ragazzo fosse un esempio di simpatia e tranquillità quando non conosceva una persona. Meglio così, decisamente. Si accomodò posando sul banco tutto il necessario per i compiti, lanciando un incantesimo alla teiera perchè il the non si freddasse e aprì il manuale cercando di capire come poter mettere per iscritto le idee sul suo nome che gli frullavano in testa.
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    Louise De Maris
198 replies since 2/8/2021
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