Votes taken by Ciaran Hinds

  1. .
    Ciarán Hinds
    Se veneri l'Oro, l'Avarizia è la tua religione.
    [Scheda][Stats]
    ■ Data & Luogo di nascita
    27.01.03, Artide

    ■ Razza
    Half Giant

    ■ Occupazione
    Studente

    ■ Allineamento
    Neutrale Puro

    ■ Patronus
    //

    Gold is the new black Le istruzioni sono chiare e sceglie di soffermarsi su pensieri e riflessioni il minimo. Il legame tra DCAO e Incantesimi è il più semplice da cogliere, ma quello che lega Divinazione alle precedenti due materie è sicuramente il più interessante. Quest'arte, sfruttando l'interpretazione del reale, è l'unica in grado di discernere la reale natura di un Incanto; ma ciò che lo affascina sono i possibili legami con DCAO: l'individuazione dell'oscuro e l'evocazione degli spiriti.
    È proprio questa sotto-categoria a interessarlo più del dovuto. Ha passato gli ultimi mesi a riflettere sull'Invocazione di Loki e sul peso che, dopo una simile esperienza, ora grava sulle sue spalle.
    Le enormi mani si chiudono attorno ai frammenti di pietra sollevandomi e, con un movimento delicato, in armonia con il proprio battito, le braccia si allargano dando vita a una rumorosa pioggia colorata. In quella complessa trama di colori Ciarán riconosce smeraldi, rubini, zaffiri e topazi ma è ancora troppo presto per comprenderne il significato.
    Sposta il proprio peso in avanti coniugando ogni movimento a un respiro e si sforza di isolare il mondo che lo circonda, e quello che grida dentro di lui. Le palpebre calano sugli anelli dorati e l'oscurità si avvolge dandogli modo di riflettere. Le energie che si appresta a domare sono le più pericolose, mente e spirito, chiavi del successo ma anche i principali elementi che anticipano distruzione e caos.
    Si sforza di far vibrare i polmoni al ritmo del cuore e si focalizza per dare spazio all'energia psichica che scivola nel suo corpo come le onde sugli scogli di Denrise. Si trova lì, immobile, che tenta di domarla come gli avi dei suoi avi hanno dominato i mari e gli oceani. Dell'Isola che lo ha cresciuto si può dire molto, ma è l'acqua, in quel momento, a richiamare il suo interesse.
    Si sforza di piegare a sé le maree e nel farlo tenta di reindirizzare il potere dei suoi pensieri e dell'intuito verso la mente, sede del terz'occhio, per reindirizzarlo verso le mani in un movimento costante e fluido poco dopo. Oro, è questo il colore che gli è più famigliare, nonché il più gradito: il re dei metalli, una scelta coraggiosa per un opale ambizioso. Il primo dei metalli, certo, ma Ciarán non è il primo tra i divinatori.
    È costretto a ripetere il processo un paio di volte, ma poi lo sente, si tratta da prima di un leggero ronzio e poi un più costante frastuono. Vede gli zaffiri vibrare, e si ritrova a sorridere come un bambino.
    Fa per avviarsi dopo aver memorizzato la strada ed essersi intascato le pietre con il pessimo obiettivo di rivenderle, ma poi esita. Per quella prova dovrà usare incanti offensivi ed esorcistici per compiacere Ensor e incantesimi elementali e curativi per far colpo, ma solo quello sfortunatamente, sulla Ivanova. «Lunagemino Artemis» Il catalizzatore traccia una falce di luna e dalla bacchetta un velo violaceo investe Ciarán posandosi su di lui come una toga su un imperatore romano. Tra tutti gli incanti curativi il Lunagemino è tra i pochi che si protraggono nel tempo e, castandolo ora, mitigherà parte delle ferite poi.

    Lo scricchiolare del ponte diventa un ricordo lontano nell'istante in cui il velo d'acqua si deforma grottescamente anticipando colline di carne e furia.
    Una, due, tre... Il mezzo-gigante smette di contare e le labbra si arcuano a formare un cerchio mentre i tentacoli del demone si ergono di fronte a lui.
    È in quell'istante che lo capisce. Capisce benissimo che, tra tutte e quattro le prove, questa sarà la più difficile.
    La mano sinistra scivola lungo la schiena e il pollice, con un colpo sicuro, slaccia la sicura dello spadone estratto subito dopo.
    «Avanti!» Le nocche si tingono d'avorio mentre la sinistra rinforza la presa sull'arma e la destra sul catalizzatore. Per quella sfida avrà bisogno di entrambi; per quanto quello sia un esame, nelle sue vene scorre il sangue di un predone e, di fronte a lui, è appena apparso un mostro marino.

    Un tentacolo scatta con la velocità di una serpe disegnando una mezzaluna e una lama d'acqua sibila contro il mezzo-gigante.
    La lama si frappone tra i due, senza rifletterci, dando più peso all'istinto che alla ragione, ed è un male.
    Un sorriso di sangue tinge il petto del ragazzo dove, superando l'acciaio, l'attacco elementale della creatura ha fatto breccia nella carne. Il Lunagemino Artemis colora di viola la ferita avviando un lento processo di guarigione, ma Ciarán non può rimanere a guardare.
    Un secondo tentacolo colpisce lo specchio e una frusta d'acqua sfreccia contro il denrisiano. La bacchetta affonda nel vuoto con decisione e lì, dove l'attacco elementale si sarebbe congiunto con il mezzo-gigante, l'aria esplode in una sfera di luce e fuoco «Incendio!».
    La miglior difesa è l'attacco.
    Dal bacio delle fiamme contro il ventre d'acqua si genera una nuvola di vapore e l'attimo di interdizione è un istante che non può lasciarsi sfuggire dalle mani «Reducto!». Il vuoto che separa il denrisiano dal più vicino dei tentacoli sembra rarefarsi per una perdita di gas e mentre la bacchetta scatta verso il soffitto della grotta, l'appendice del demone viene strattonata con furia verso il biondo.
    Sfruttare solo la componente offensiva di incanti simili è uno spreco, sopratutto quando al danno si accompagna la possibilità di farne molto di più.
    Non può scaraventare un intero kraken in aria, ma il suo tentacolo, questo si.
    La distanza si colma e il braccio sinistro del mezzo-gigante cala verso il basso con la forza di un fulmine. La lama della sua spada affonda nella carne del demone spaccolandola come se fosse spuma di mare e poi si ritrae, gocciolante acqua e non sangue.
    Ciarán si distrae un secondo per esaminare l'appendice che striscia verso il corpo del kraken silenziosamente e se ne pente subito dopo. Il vento sibila e una frusta di carne si abbatte contro il ragazzo scaraventando a qualche metro di distanza.
    A ogni respiro gli sembra di accarezzare rasoi, poi si accorge di non poter effettivamente respirare come vorrebbe «Anapneo». La bacchetta traccia una spirale verso il plesso solare del ragazzo e un velo dorato si posa su di lui mentre i polmoni tornano a gonfiarsi con regolarità.

    "Almeno sono riuscito a mettergli fuori gioco un tent..." Fa per tirare un sospiro di sollievo quando le palpebre calano contro gli anelli dorati, ora intenti a mettere a fuoco l'appendice della creatura.
    Prima ancora della vista è l'udito a tradire un grottesco gorgogliare mentre serpi traslucidi d'acqua risalgono sulla superficie della creatura risanando la sua ferita "Si rigenera sfruttando l'acqua". Oddio, da un elementale d'acqua in un lago doveva anche immaginarselo. "Se non fosse così profondo potrei usare un Cumtello o un Defodio per drenarla..." Esita prima di tornare in piedi e sputare un grumo di sangue e saliva.
    "Allora farò a modo mio" Un sorriso a mezza bocca gli illumina il volto mentre, passo dopo passo, il ragazzo torna sulla punta del pontile. Spadone in una mano, bacchetta nell'altra.

    Ha fatto tesoro dell'ultima battaglia contro un manipolo di spiriti. Gli basta socchiudere le palpebre per rivivere lo scontro. In questa occasione Ensor ha fatto sfoggio di un incanto che, contro il Kraken, sarebbe risultato parecchio utile: l'Orbis. Inutile dire che le attuali competenze del mezzo-gigante non sono mimimamente lontane a quelle del professore, fattore che lo porta a pensare a una strategia più umile.
    "Troppo grande per un Lux Bolla... troppo lontano dall'oscurità per trarre pieno beneficio da un Expecto" Il secondo dei due incanti, tra l'altro, sarebbe controproducente per la tattica che ha in mente. Ha bisogno che il Kraken si avvicini. Cosa che avviene nell'arco di secondi poiché il demone ha compreso come colpire con più tentacoli sia più produttivo di lanciare fendenti d'acqua che possono trasformarsi in vapore al primo Incendio.
    «Farfallus explodit» La bacchetta traccia un otto verso il volto del nemico e uno sciame di proiettili luminosi si schianta contro l'orribile volto del kraken permettendo a Ciarán di evitare un tentacolo scattando a terra. Sfruttando lo stesso moto il braccio destro del biondo colpisce il pontile e, nel rimettersi in equilibrio, il ragazzo vortica su sé stesso per menare un fendente sull'appendice della creatura, crepandola.
    «Salus templi» Una S e dal catalizzatore esplode un torrente di sale che manca la creatura per affondare nel lago poco dopo.
    È in quello stesso istante che un'altra colonna di carne sfreccia contro il mezzo-gigante. La bacchetta continua verso la bestia, questa volta superandola. L'acqua crepita trasformandosi in un pesante blocco di ghiaccio che arpiona l'appendice verso il basso, permettendo al biondo di deviarla con un secondo fendente.
    «Salus templi» Una S e altro sale si unisce al lago mancando la creatura.
    Il terzo colpo del demone sembra essere il più letale. Un ultimo tentacolo, largo quanto la colonna di un tempio, rovina contro il pontile. «Petrificus Totalus» La carne del Kraken crepita ma non è abbastanza per fermarla.
    La lama scatta disegnando una mezzaluna di sangue ma la violenza è tale da far perdere l'equilibrio al mezzo-gigante, gettandolo a terra, mentre il pontile dietro di lui esplode in una nube di polvere e schegge.
    «Bullacapite» La bacchetta fa in tempo a puntare il volto del ragazzo che l'acqua lo avvolge. Prima ancora di riaprire gli occhi, una S anticipa un «Salus templi» e altro sale si libera dal catalizzatore. Fa per fare altro, ma poi li vede.

    È come trovarsi di fronte a due finestre che danno sulle trame dell'universo. Uno spettacolo impossibile da comprendere formato da immense galassie di colori e distese infinite di conoscenza. Gli occhi del kraken, a pochi metri di distanza, sono fissi su di lui.
    Il corpo si muove lentamentamente sotto il peso spietato dell'acqua, ma lo stesso non può dirsi dei tentacoli della creatura. Il freddo supera i vestiti, la pelle, la carne, affondando nell'anima e nello spirito. Non può esitare. Non sta esitando. Il ragazzo sta sorridendo.
    L'acqua gorgoglia mentre serpi d'acqua scivolano verso i tentacoli feriti della creatura, rimarginando le ferite. Ciarán è teso, teso come non è mai stato negli ultimi mesi, ma anche la tensione scompare quando l'ultima ferita si rimargina perché, da quel momento, la creatura non può perdere liquidi, ma non può neanche far fuoriuscire ciò che è dentro di lei.
    La figura che Ciarán ha di fronte acquista volume e dimensione mentre i tentacoli si allargano nel tentativo di colpirlo su più fronti. Ma poi si fermano, paralizzati da qualcuno, o qualcosa. Uno alla volta iniziano a scattare, come in preda a un qualche tipo di convulsione.
    «Ventus» Sfrutta l'incanto elementale per muoversi agevolmente nell'acqua, schivando per una manciata di centimetri un tentacolo ora avvolto su sé stesso.
    Il sale, evocato dal Salus templi, avrebbe potuto ustionarlo se fosse venuto a contatto con la sua pelle; ma, sciolto nell'acqua, ora assorbita per rimarginarne le ferite, è diventato vero e proprio veleno.
    Non può sfruttare l'Electro perché rimarrebbe fulgorato a sua volta, ma può fare tanto altro.
    «Depulso» Il braccio destro traccia una mezzaluna e le schegge di legno del pontile, grosse come daghe, esplodono verso il volto del kraken. L'essere tenta di evitarle, ma privo di controllo sul proprio corpo, ciò gli risulta impossibile.
    I proiettili si conficcano nella carne, affondando negli occhi in cui lo stesso ragazzo si era perso per un momento. E prova piacere in tutto questo.
    «Expulso!» Il catalizzatore affonda verso il bulbo destro del demone e la più grossa delle schegge prende a vibrare per poi esplodere spappolando parte del volto dell'essere.
    È un urlo di dolore quello che riecheggia nei fondali del lago, ma non è Ciarán colui che sta urlando.

    La creatura sta per cedere, il mezzo-gigante né è sicuro. Fa per sollevare lo spadone per menare il colpo successivo ma il demone rantola su sé stesso confondendo le acque in una nube di schegge e dinamismo.
    Ciarán socchiude gli occhi ma l'acqua è troppo sporca per vederne attraverso. Sa di dover agire, ha poca sabbia nella sua clessidra, ma ha ancora un asso nella manica, o meglio, ne ha di diversi.
    La mano sinistra abbandona lo spadone per affondare nella tasca in cui aveva nascosto le pietre della Litomanzia "Spero ne valga la pena". Le dita scattano lasciando quello stormo di colori libero di affondare. Si concentra su sé stesso, si concentra sulle pietre, e poi la percepisce. Una leggera vibrazione che da verso una direzione ben precisa.
    Non ha bisogno di aprire gli occhi per esserne certo, è il suo istinto a farglielo capire. Il catalizzatore affonda nell'acqua come una lancia scagliata dagli dei «Salus Templi... Flipendo». Una nuvola di sale benedetto si libera di fronte al mezzo-gigante, e poi arriva lo schiantesimo. Non si tratta dell'incanto perfetto per contrastare i demoni, o di una maledizione abbastanza potente per porre fine a una vita, ma ai suoi occhi è entrambi. È con quello schiantesimo che si è donato a una entità più potente di un semplice elementale. È pronunciando quelle parole che ha tolto la sua prima vita.
    Prima, ma forse non ultima.
    L'acqua evapora sotto la pressione dell'energia dorata del ragazzo, ora racchiusa in un vortice che piega le correnti raccogliendo il sale da esorcismo. Sente il colpo schiantarsi contro qualcosa, con la furia di un tuono e la sicurezza di un mezzo-gigante, non può essere certo che si tratti del suo nemico, ma si fida del suo istinto e del suo intuito.
    Un demone oggi, gli dei un domani.

    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato


    ©Scheme Role by Amphetamines' - Vietata la copia anche parziale.
  2. .
    Ciarán Hinds

    "Gold is the new black."
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    « If you worship gold, avarice is your religion. »
    [Scheda][Statistiche]

    Le onde dell'oceano si schiantavano contro le coste di Ponente con il fragore dei tuoni. Per l'occasione Ciarán aveva indossato degli stivali chiodati, perfetti per preservare l'attrito con gli scogli e non scivolare, dei pantaloni lunghi e una canottiera nera. Degli abiti scudo sarebbero stati perfetti per l'occasione ma anche troppo costosi per le tasche del ragazzo.
    «Xin» La mano si sollevò nel salutare un asiatico tanto basso da sembra un mezzo folletto. I capelli neri erano portati corti, privi di sapore, in compenso gli occhi a mandorla erano affilati.
    «你们好» Il piccoletto incrociò le braccia. Indossava una tuta da sub, rigorosamente rosa perché era un ametrin e - come tale - mezzo hippye, bravo con gli incanti elementali e di magia verde. L'asiatico scambiò un cenno del capo con il resto del gruppo e poi tornò in silenzio.
    «Non mi piace il sushi» Con il minimo rispetto per le lingue altrui, il ragazzo spostò gli occhi dorata sul terzo membro del gruppo.
    «Privyet» Una ragazza dall'accento russo, alta almeno sei piedi, lanciò un sorriso prima a Xin e poi a Ciarán. Si chiamava Anastasiia e il ragazzo la conosceva bene perché, durante il primo anni di studi, c'era finito a letto.
    "Privé? Questi stranieri pensano sempre di essere in una discoteca" Il capo del denrisiano curvò verso l'enorme spacco roccioso alle sue spalle. Poi l'attenzione tornò alla ragazza. "A culo è messa meglio dell'altr'anno. Deve tenersi in forma, ben per noi" La strega indossava dei leggins sportivi e un top che le cingeva il petto. Il mezzo-gigante non cominciò a osservarla per le forme, quanto per vedere se le avesse portate. Una cintura le cingeva i fianchi e da queste pendevano fiale di forme variegate contenenti liquidi di colore diverso. "Molto bene" La russa aveva studiato a Koldovstoretz, scuola che sfornava pozionisti incredibili uno dopo l'altro è i suoi preparati sarebbero tornati utili «Andiamo».

    La luce del sole discendeva come un manto di nebbia nel ventre della Caverna Verde, permettendo ai cristalli che ne decoravano le pareti di risplendere nel colore che dava il nome allo stesso luogo. L'odore di salsedine era intenso quasi quanto il crepitare dell'acqua contro le rocce ancestrali.
    «State attenti a non scivolare» Il mezzo-gigante si chinò verso il basso tastando la superficie su cui avrebbero camminato. Gli occhi dorati risalirono il passaggio riconoscendo una certa stabilità. Cresciuto a Denrise, e lavorando come guida turistica per i nuovi arrivati, aveva imparato a conoscere quei ventri brutali così come un predatore conosce la propria preda. Il problema, però, era che lui non era un predatore e quindi non aveva la più pallida idea di come trovare un Kappa.
    «Possiamo usare degli incanti di percezione per scovare la creatura» Un sorriso colorò il volto dell'asiatico.
    «Cosa proponi?» Un sopracciglio si alzò verso l'alto. Il denrisiano odiava quando gli stranieri se ne uscivano con un'idea migliore delle sue.
    «Possiamo usare un Cave Inicum» avanzò Xin.
    «Gli specchi d'acqua sono troppo grandi per le nostre capacità. Inoltre il suono potrebbe allarmare il Kappa» Sentenziò Ciarán.
    «Forse un Guidami?» Continuò l'asiatico.
    «Stesso discorso di cui prima» Concluse il denrisiano.
    La russa sbuffò sollevando una ciocca di capelli «Catalogus». La ragazza prese a sibilare l'incanto puntando la bacchetta la superficie d'acqua. «Ciarán, conosci le pietre locali. Setacciale alla ricerca di impronte» Lo sguardo artico si spostò sull'asiatico «Xin, usa l'atramenta per segnare con delle frecce le rosse che superiamo. In questo modo non ci perderemo» Il cinese annuì ma Ciarán sentì una fitta del dolore all'altezza del cuore.
    Il suo orgoglio da denrisiano andò in pezzi e il sorriso convinto si tramutò in un musone. Non si sentì di contraddire solo perché l'idea era buona e la ragazza era abile coi veleni «...andiamo».

    Passarono minuti, o forse ore, ma del Kappa non ce ne era neanche l'ombra. In quel labirinto di grotte l'aria si era fatto pesante, così come anche i vestiti pregni d'acqua per l'entrata nello stesso. La luce si era fatta timida e poche spade di colore tingevano l'interno della caverna.
    Il mezzo-gigante scosse il capo «Non ci sono tracce». Lo disse con fierezza perché, sebbene il karma l'avrebbe punito, provò gusto nel notare come anche il Catalogus non stesse portando a nulla di nuovo.
    «Van Gogh, come va con le frecce?» Il nervosismo impregnò l'aria e la tensione nel gruppo, spronata dalla possibilità di fallire, cominciò a crepitare nelle orecchie del ragazzo.
    «Dobbiamo cambiare piano» I piccoli occhi dell'asiatico cercarono lo sguardo glaciale della russa.
    I due iniziarono a discutere sui sé e sui ma. E lo fecero per un bel pò.
    Poi Ciarán perse la pazienza.
    «Ci stiamo comportando come se il Kappa fosse una preda, e non un predatore» Il mezzo-gigante esitò «Farò da esca, o non riusciremo a trovarlo».
    Lo sguardo dei compagni si fece dubbioso. Anastasiia ebbe da ridire ma Ciarán non sentì ragioni.
    Il denrisiano fece cenno ai due di rimanere a qualche passo di distanza. Poi avanzò, intonando una canzone piratesca. Fu un attimo: e il Kappa emerse dalle acque, famelico.

    Ciarán scattò all'indietro ma la creatura era agile. La mascella si spalancò per chiudersi poi sull'avambraccio del mezzo-gigante. Una fitta di dolore esplose come un tuono a ciel sereno. Ciarán strinse i denti imprencando.
    La creatura marina era più bassa del mezzo-gigante ma il suo carapace sembrava duro come l'acciaio. Il pugno si chiuse attorno alla bacchetta, le nocche divennero bianche e una gomitata venne lanciata contro il capo della creatura. Il dolore era troppo forte per pensare all’acqua a un palmo di distanza.
    Non accadde nulla.
    «Merda» Xin e Anastasiia erano lontani. Il mezzo-gigante notò della sabbia attorno al muso della creatura. Sapeva che i Kappa fossero in grado di respirare sia in acqua che fuori da essa, ma dovevano pur sempre respirare. «Muto» Un lampo esplose dalla bacchetta del ragazzo. Mantenere la concentrazione fu arduo ma, come magneti attratti da un polo di energia, vermicoli di detriti si addensarono attorno alle narici della creature per poi compattarsi in qualcosa di simile alla gomma.
    Un altro pugno e la creatura lasciò la pietra.
    «Ventus!» L'asiatico disegnò una spirale e tanti proiettili d'aria spinsero il Kappa ad arretrare di qualche metro.
    «I cetrioli!» Tuonò il mezzo-gigante.
    Come da norma, prima di affrontare un Kappa, è necessario preparare dei cetrioli su cui è inciso il proprio nome. La creatura, spesso stolta, nell'osservarli fa cadere l'acqua sul capo perdendo le forze.
    Come da norma, Brian non sembrava aver scelto la zona a caso. La penombra delle grotte aveva inglobato la stanza e il demone giapponese parve ignorare completamente il diversivo ai suoi piedi «Merda». Le tenebre avevano nascosto al Kappa la sua esca. Le tenebre avevano appena fatto fallire il piano dei tre.

    «Bevila» Anastasia lanciò a Ciarán una pozione «È l'elisir di sangue coriaceo. So che dai il meglio quando sei... duro».
    Il mezzo-gigante stappò la fiala con i denti per bere il contenuto subito dopo. I rivoli di sangue che gli stavano colando sul braccio si fecero più esili e i muscoli s'ingrossarono. L'avambraccio si tese divenendo visibilmente più tosto.
    «Grazie» Il denrisiano sputò a terra mentre per poi concentrarsi ancora una volta sul kappa.
    «Dobbiamo cambiare strategia» Xin si portò al fianco di Ciarán.
    «E in fretta» Anastasiia fece lo stesso.
    «Copritemi» Le gambe si tesero come molle e il denrisiano scattò verso il kappa. Il pugno sinistro gli esplose contro il muso. Un crack e la viscida creatura tornò a fissare il ragazzo. Come una ghigliottina la bocca si chiuse contro il braccio del mezzo-gigante. Tankare con il proprio corpo era una pessima strategia, ma la resistenza fisica - migliorata dall'elisir stesso - era il punto di forza del ragazzo.
    Il mostro spalancò la bocca per riprendere fiato. Gli occhi del gigante volarono in alto e così anche la bacchetta. «Flipendo!» Una saetta di luce si schiantò contro una stalattite crepandola. Come un coltello il pezzo di roccia cadde verso il mostro. Il carapace era troppo duro per essere scalfito, ma il peso rallentò i movimenti della creatura permettendo al ragazzo di arretrare.

    Il kappa fratturò il crostone di roccia con un pugno per gettarsi poi nello specchio d'acqua da cui era provenuto.
    «Ebublio!» Una sfera traslucida inglobò la creatura come i petali di un fiore carnivoro. Il mostro marino cominciò a fluttuare. Ciarán fece per imprecare notando come il capo della creatura fosse in parte scoperto. La sua acqua non si sarebbe inquinata.
    «Non possiamo avvicinarci, è troppo in alto, e se la sfera tocca terra si creperà» Anastasiia puntò la bacchetta verso la creatura.
    Le palpebre di Ciarán si socchiusero. "Acqua. È circondato da acqua" Un conduttore perfetto. "Gli incanti di elettricità non sono il mio forte" E Xin, il più ferrato con gli elementali, era fin troppo concentrato sull'Ebublio.
    «Stordiamolo!» Ciarán si voltò verso Anastasiia e questa lanciò nella bolla una fiala dal contenuto ignoto.
    «È una pozione soporifera» Il liquido si disperse nella bolla dando modo al Kappa di respirarlo.
    «Tieni duro, Xin» La bacchetta del gigante affondò nella sfera. «Frastronum!» Gli artigli del Kappa fecero per chiudersi attorno alle mani del mezzo-gigante ma l'acqua prese a vibrare.
    Se i Kappa riuscivano a predare di notte, e in luoghi bui in quel modo, potevano riuscirci solo grazie agli altri sensi. Come l'udito. E si dava il caso che gli incanti sonori fossero una delle cose in cui Ciarán riusciva meglio. L’acqua sarebbe stata perfetta per condurre il suono.

    Il kappa prese a gemere e dopo l’ennesima artigliata la sfera crollò, facendolo cadere in ginocchio.
    «Incarceramus»
    «Incarceramus»
    «Incarceramus»
    I tre ragazzi avvolsero la creatura in una spessa armatura di corde. Con la destrezza che caratterizzava le pozioniste, Anastasiia scattò verso la creatura. Una fiala immerse nel capo del mostro risalendo in superficie piena di un liquido denso.
    La russa fece per arretrare ma la bestia si liberò degli incarceramus allargando le braccia. Gli artigli fecero per affondare contro la dioptase, ma l'opale si lanciò al suo fianco. Una linea da destra verso sinistra «Protego!». Un velo traslucido comparve tra i due bloccando il colpo.
    «Ventus!» Xin convocò una folata di vento e il Kappa perse definitivamente l'equilibrio cadendo nello specchio d'acqua da cui era emerso.
    Il braccio di Ciarán grondava sangue, e i tre avevano vinto. Le cose non erano andate come previsto, ma non era forse quello lo scopo della pratica? Dimostrare come la teoria fosse insufficiente perché non si possono predire tutte le variabili?
    Il gruppo attese per recuperare le forze e curare il braccio del mezzo-gigante ma quest'ultimo, prima di tornare da Ensor, aveva qualcos'altro da fare. Erano arrivati fin là e la grotta era piena di gioielli interessanti dall'alto valore o dal potenziale magico. Perché non portare a casa un souvenir?

    «Parlato Ciarán»
    "Pensato Ciarán"
    «Parlato Xin»
    «Parlato Anastasiia»
    Narrato

    Xin, Anastasiia e Ciarán si avventurano nella caverna verde.
    - Xin è un ametrin cinese che ha studiato in Cina prima di spostarsi a Hidenstone.
    - Anastasiia è una dioptase russa che ha studiato in Russia (Koldovstoretz) prima di spostarsi a Hidenstone
    Poiché l'avviso in sala comune parlava di Kappa, si armano di cetrioli in cui incidono il loro nome.

    I ragazzi si accorgono di come ricercare la creatura sia simile a cercare un ago nel pagliaio. Dunque decidono di usare uno dei tre come esca sperando che l'abitudine dei Kappa (Cacciare gli stolti vicino le fonti d'acqua) porti la creatura ad avvicinarsi.
    Ciarán si offre come esca.

    La creatura morde Ciarán a un braccio causandogli sanguinamento. Ciarán gli tira un pugno in testa ma la creatura è XXXX e lo ignora. Dunque il ragazzo gli trasfigura della gomma nel naso in modo da bloccargli le vie respiratorie aeree. Il kappa si stacca.

    Ciarán arretra e i compagni lanciano i cetrioli ai piedi della creatura per placarlo. Il tentativo fallisce e Ciarán imputa il fallimento alla scarsità di luce all'interno della grotta che impedisce al Kappa di vedere. Riconoscendo in tale esito la malvagità di Brian, i tre decidono di cambiare strategia.

    Anastasiia da un Elisir del sangue coriaceo a Ciarán che lo beve e torna a fare da esca per il Kappa. La creatura lo morde ma non lo agguanta perché ha il naso ancora bloccato. Il mezzo-gigante tira un pugno in faccia alla creatura e usa un flipendo contro una stalattite per fargliela cadere contro.

    Ciarán si allontana approfittando della mobilità ridotta del Kappa e questo si tuffa in acqua per scappare. Xin usa un Ebublio per bloccarlo e tirarlo fuori. Ciarán, approfittando dell'acqua all'interno della sfera - perfetta come conduttore sonoro -, usa un frastronum per intontirlo. Anastasiia lancia del distillato soporifero nella bolla e il sonnifero si disperde intontendo il kappa.
    Una serie congiunta di Incanceramus per bloccare la creatura e i ragazzi rubano l'acqua per Ensor. La creatura si libera delle catene dopo essersi ripreso e scappa via.

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    Ain't No Rest For The Wicked @ Cage The Elephant - @ CTF
  3. .
    Ciarán Hinds

    "Gold is the new black."
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    « If you worship gold, avarice is your religion. »
    [Scheda][Statistiche]

    Le falcate del mezzo-gigante erano ampie e lente. Un montone che aveva rubato a qualche londinese scemo gli cingeva il busto, a sua volta coperto da una semplice canottiera nera. Le lunghe gambe, il vero segreto della sua altezza, erano fasciate da jeans dal fit morbido. Un paio di stivali, visibilmente usurati, completavano il look.
    "Almeno siamo nella foresta" Cercò di guardare al bicchiere come mezzo pieno. Lui, per quanto denrisiano, avrebbe preferito passare quel sabato mattina tra le gambe di Elisabeth e non tra studenti stranieri sudaticci e ignoranti; eppure, gli eventi recenti lo spinsero a considerare la Foresta come un luogo adatto per riprendere fiato.
    "Mmmh" Gli occhi dorati scivolarono dagli alberi al sentiero. La presenza di orme fresche gli fece intuire come non sarebbe stato il primo ad arrivare. Non che gli interessasse qualcosa. Il ragazzo aveva una spiccata passione per rune e simboli simili ma, a differenza di molti altri, il grosso di ciò che apprendeva durante le lezioni aveva avuto già modo di impararlo altrove. Ciò che gli interessava veramente della materia era l'essenza pratica DAMME STO CHORIUM RUNAE E NESSUNO SI FARA' MALE e nel notare come Olwen avesse richiesto l'assenza di libri e divisa gli fece intuire che il momento era ora giunto.
    «Buongiorno» Il capo si chinò in segno di saluto ma le sue parole vennero smorzate da un battito d'ali. Un grosso corvo planò tra i presenti.
    «Cra! Cra!» L'uccello cercò di intimidire i primini per posarsi poi sulla spalla destra di Ciarán. Knut, il suo famiglio albino, era abituato ad accompagnare il ragazzo dall'alto. Entrambi erano un unicum, qualcosa di estraneo alle "società" in cui il destino aveva deciso di piazzarli.
    Il mezzo-gigante difendeva il corvo dai simili e questo, volando a qualche metro di distanza, fungeva da vedetta contro eventuali pericoli.
    Le dita affondarono nella tasca sinistra del montone e un chicco di grano venne portato al becco della creatura «Daje».
    Ciarán nascose le mani in tasca subito dopo attendendo che gli altri finissero di parlare. Quando arrivò il classico silenzio imbarazzante che segnava il connubio tra mancanza di fantasia da parte degli studenti e curiosità del docente, il biondo alzò il braccio per richiedere un tacito consenso ad avanzare.
    Ricevuto, poche falcate lo avrebbero portato alla lavagna e il catalizzatore, estratto dal fodero all'altezza della cintura, sarebbe stato puntato verso la superficie «Altramenta» La mano disegnò un quadrato perfetto. Per quanto si potesse migliorare, a discapito di qualcun altro, questo player e i suoi pg erano molto portati per gli incanti grafici Haters gonna hate e dedicavano ore del proprio tempo libero a perfezionarli.
    «Cibo» Benché l'Inverno durasse fino a Thrimilci, Ostara - e l'avvento della Primavera - si celebrava prima. Ciarán non si era mai chiesto perché, proprio come gli stranieri probabilmente non si erano mai chiesti perché si celebrasse la festa dei morti in quella precisa data dell'anno o tant'altro. Dove molti avrebbero avanzato metafore profonde, lui sarebbe rimasto sul concreto.
    Da piccolo, durante questa festa, ne approfittava per mangiare fino a scoppiare; da grandicello ne approfittava per reperire cibo più facilmente - procacciarsi bacche e selvaggina diventava più piacevole se gli stivali erano privi di neve «La Primavera rende più semplice lo sfamarsi» Cercò di rendere il concetto quanto più semplice possibile. Olwen insegnava una materia interessante, ma era pur sempre uno straniero, quindi per fargli comprendere concetti complessi avrebbe dovuto usare parole semplici. Poi era un Ametrin fino al midollo, dai razzismo tra case.
    «Profumo» Cresciuto nella natura, Ciarán aveva sviluppato una maggiore sensibilità alle sue manifestazioni. Sul limitare della foresta percepiva l'invitante odore del muschio e l'antico profumo del terriccio, ma nel cuore di Primavera era l'intenso profumo dei fiori a farla da padrone. «I fiori sbocciano a Primavera e il loro profumo si fa sentire» Qualcuno avrebbe potuto obiettare come anche l'Inverno avesse i suoi profumi, ma ciò che distingue un odore tra aroma o puzza è il gusto soggettivo di chi lo percepisce. Forse per la spensieratezza della primavera, o semplicemente perché gli piacevano le piante, l'olfatto del mezzo-gigante era orientato a questa stagione piuttosto che alle altre.
    Detta la sua, tra i Cra Cra del corvo, Ciarán fece un passo indietro per lasciare agli altri modo di intervenire.

    «Parlato»
    "Parlato"
    «Gracchiato Knut»
    Narrato

    Da il buongiorno a Olwen e non interagisce non nessuno in particolare.

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    Ain't No Rest For The Wicked @ Cage The Elephant - @ CTF
  4. .
    Ciarán Hinds
    Se veneri l'Oro, l'Avarizia è la tua religione.
    [Scheda][Stats]
    ■ Data & Luogo di nascita
    27.01.03, Artide

    ■ Razza
    Half Giant

    ■ Occupazione
    Studente

    ■ Allineamento
    Neutrale Puro

    ■ Patronus
    //

    Gold is the new black Ciarán sentì il petto battere d'orgoglio quando Ensor apprezzò la sua risposta. Le parole che spiegarono la possibili utilità dietro la forma dell'aura lo incuriosirono, ma non domandò altro perché quello non sembrava il tempo o il luogo "Delle volte esistono metodi alternativi ai processi per raggiungere un determinato fine" Il ragazzo finì per chiedersi se i Londinesi potessero analizzare le traccia di magia attorno al cadavere di Clane per ricondurla a lui "Forse è meglio che io presti attenzione ai colori dei miei compagni, potrebbero tornarmi utile un giorno".
    E l'occasione si presentò subito dopo. Il mezzo-gigante ignorò lo sguardo di traverso che gli aveva rifilato Elisabeth, e così non si oppose neanche al suo abbaiare ordine "Ci stai mettendo un bersaglio sulla testa, culetto d'oro" Continuò lui. A che pro mascherare le proprie impronte e i propri odori se l'altra continuava a urlare? E perché aveva lanciato quel nasum solo su di lei, non sapeva che l'odore dei suoi compagni l'avrebbe tradita? Il biondo non fece notare nulla di tutto ciò.
    Sapeva che Elisabeth aveva perso un anno, e la carica di prefetta: darle il compito formale di guidare il gruppo l'avrebbe potuta mettere sulla strada del recupero.
    Come previsto, i guai non esitarono a porgerle il conto. "Mmmh" La mascella del mezzo-gigante si serrò e il tronco che teneva con la sinistra venne lasciato cadere. Gli occhi saettarono a destra e sinistra per formare un quadro della situazione.
    "Male" Quando Ciarán vide la sua Elisabeth appesa come un salame pensò di riprovare il tutto in una camera da letto sentì il sangue ribollire. Normalmente avrebbe dovuto mantenere la calma e moderare i toni, del casino non necessario avrebbe potuto attirare altri ospiti indesiderati. Ma qualcosa andò storto.
    Il braccio schizzò verso il ragno più vicino alle ragazze «Betlum Exumai». Se l'incanto fosse andato a buon fine, una lampo dorato sarebbe volato contro l'aracnide. Il ragazzo aveva mirato al volto perché era da lì che molti "simili" finivano per secernere veleno.
    «Reggetevi!» L'ordine uscì come un tuono dalle labbra del biondo. Prima di avventurarsi nella foresta, il mezzo-gigante aveva legato ogni membro del suo gruppo con una corda: vincere o perdere, non ci sarebbero state vie di mezzo. Il possente braccio sarebbe ruotato attorno al cappio e i bicipiti sarebbero diventati marmo mentre Ciarán, facendo leva sulle gambe e sulla forza da mezzo-gigante, avrebbe cercato di trascinare le altre verso la passaporta.
    «Bel lavoro» Le parole gli tremarono in gola, ma la sua volontà era di ferro. In quel frangette non gli importava del voto, o degli altri conoscenti, ma solo di Elisabeth. L'avrebbe salvata perché non sarebbe riuscito ad affrontare il suo riflesso altrimenti. E per farlo avrebbe dovuto incoraggiare l'intero gruppo.
    "Non male... però... sul serio" La priorità del ragazzo era superare la sfida ma, dall'attenzione ai dettagli di Benjamin, all'idea delle piattaforme di Amelia e del Converto di Aibeleen, il denrisiano fu costretto a riconoscere a quegli stranieri una certa invettiva.
    Anzi, tra tutti la sua tattica era la meno originale, ma avrebbe recuperato di funzionalità. "Dovrei usare l'ambiente a mio favore" La consapevolezza fu come un pugno nello stomaco e così fu felice che la ragnatela avrebbe impedito alle quattro di schiantasi da quell'altezza - o per lo meno ne avrebbe mitigato la caduta -. "Ma saper sfruttare i propri punti di forza è una strategia altrettanto valida" E il fiore all'occhiello dei mezzo-giganti era proprio la forza fisica.

    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato


    Stats
    Coraggio: 09
    Empatia: 12
    Intelligenza: 6
    Resistenza: 12
    Tecnica: 13
    Intuito: 09
    Destrezza: 15
    Carisma: 13

    Oggetti
    Anello in quarzo ᛖ: Chi lo indossa ottiene un bonus al dado di +1 quando lancia Incanti Grafici.
    1 Caramella gommosa a forma di pesce Gusto lampone e limone: ripristina 5pv e può curare avvelenamento (uso singolo).

    Recap
    Ciarán interagisce con i membri del suo gruppo

    Mezz'azione: Movimento verso la coppa nella speranza di scappare con il gruppo

    Azione 1: Betlum Exumai
    PP: Coraggio 09

    Azione 1: Tentativo di tirare la corda in modo da avvicinare le appese alla passaporta
    PP: Coraggio 09
    In teoria dovrebbe avere un bonus di +3 a Coraggio per qualsiasi sforzo fisico in quanto mezzo-gigante.

    ©Scheme Role by Amphetamines' - Vietata la copia anche parziale.
  5. .
    Ciarán Hinds
    Se veneri l'Oro, l'Avarizia è la tua religione.
    [Scheda][Stats]
    ■ Data & Luogo di nascita
    27.01.03, Artide

    ■ Razza
    Half Giant

    ■ Occupazione
    Studente

    ■ Allineamento
    Neutrale Puro

    ■ Patronus
    //

    Gold is the new black Che fosse finito tra le grazie di Ensor? Vedendo il docente ricambiare il saluto, uno strano sorriso comparve sulla bocca del mezzo-gigante. Ciarán non seppe se imputare tale reazione a una scarica di orgoglio o a una più banale comprensione di un "Ecco, tieni il mio saluto, significa che ti ucciderò per ultimo".
    "Per lo meno ha ancora delle labbra" Gli occhi dorati si posarono su Nathan per giudicarlo, il ragazzo era uno dei pochi membri dell'accademia che non avrebbe considerato un nano. In compenso, di nanico aveva il cervello. Se non altro sul suo volto erano rimaste delle labbra: lusso che il professor Black non aveva concesso a Cameroon nell'ultima compresenza di Alchimia-Trasfigurativa.
    Discorso diverso fu per la Moore. Ciarán la conosceva di vista perché avevano frequentato delle lezioni in compresenza: l'eterno desiderio di non vivere che si portava dietro, unito al pesante alone di trucco all'altezza degli occhi, le aveva donato di diritto il soprannome di "panda".
    Fortuna volle che in mezzo a quella gente si trovasse anche Howard H. Van Leeuwen. All'olandese lanciò un occhiolino per ricambiare il saluto: la sua sola presenza confortò il mezzo-gigante.
    Infine l'attenzione cadde sulle tre creature indicate da Ensor. L'idea di affrontare un basilisco fece rivalutare al giovane i suoi stessi piani "Non ci può lanciare contro una creatura del genere. Vero?". La mascella si serrò in attesa di altri dettagli e quando questi arrivarono fu come aggiungere legna sul fuoco "Si, può".
    «Professore, la sua aura che colore ha?» Ciarán avrebbe atteso il permesso del professore per poi aggiungere un «E da questo colore, sarebbe possibile cogliere qualche dettaglio sull'indole del mago che ci troviamo davanti?» Se ciò fosse stato possibile, quell'incanto sarebbe stato particolarmente interessante da testare.
    Il viaggio tramite passaporta fu sgradevole ma non quanto il freddo che gli graffiò la pelle. Le palpebre si socchiusero con l'intento di mettere a fuoco l'ambiente circostante e per quanto la sua Denrise fosse grande, quel luogo sembrava troppo oscuro per essere legato alla sua madre terra.
    "Gli alberi coprono il cielo, e non so se sia un bene o un male" Ciò che divide l'uomo dal firmamento impedisce agli dei di fornire il loro aiuto ma, data la situazione di Ciarán, forse quello sarebbe stato un bene.
    "Buchi e ragnatele" L'idea di affrontare le creature descritte dal docente ormai divenne una premonizione più che un'opinione e persino respirare si fece difficile. Le voci, al contrario, lo rassicuravano; le creature silenziose sono quelle che vanno temute.
    «Ci muoveremo seguendo uno schema a falce» Ciarán si sarebbe rivolto a tutti i membri del gruppo. «Farley, Elisabeth, Beatrix: voi avanzerete per prime. Elisabeth ci guiderà verso il Nord e voi controllerete rispettivamente a destra e sinistra; spartitevi come meglio credete» Lo sguardo poi si spostò verso Benjamin, un sorriso e poi un «Noi due copriremo le spalle agli altri 3 membri del gruppo. Siamo più alti e avanzare per primi potrebbe mitigare la loro percezione. Controlleremo che nulla ci segua» Il possente braccio si tese indicando dei rami spezzati coperti di bacche e fogliame «Prendiamo uno di questi rami a testa. Trascinandocelo dietro copriremo le impronte e l'odore delle bacche coprirà il nostro».
    Poi la bacchetta venne estratta dal fodero. Il cuore gli pompava in petto per l'eccitazione e ciò che andò a fare lo fece più per istinto che per altro
    «Forma depso» Una scintilla grigio tortora si posò su uno dei tanti rami falciati dal vento. L'incanto trasfigurativo andò a piegarne il legno fino a renderlo secco e lungo. «Converto» Dunque, il legno divenne più morbido assumendo le proprietà del sartiame di cui le Drakkar denrisiane erano ricche «Ho creato una corda. Leghiamocela all'altezza dei fianchi così se qualcosa dovesse afferrare uno di noi, dovrà vedersela con un gruppo compatto» Qualche secondo d'attesa per lasciare che quegli stranieri potessero comprendere quanto detto «Saremo esposti ad attacchi ad area, è vero, ma allo stesso tempo sarà più facile difenderci su più fronti».
    Non tirò in ballo le creature che avrebbero potuto incontrare perché per quei deboli di stomaco sarebbe stato solo peggiorare il tutto. E di certo non voleva finire a pulire del vomito dalla sua divisa.
    «Controlliamo il muschio per assicurarsi di procedere nella direzione giusta. Seguiamo sentieri evitando che il vento riveli il nostro odore» Ogni tanto si scordava di avere a che fare con dei tipi di città «Per farlo, cercate i nidi di uccelli tra i rami: sono sempre costruiti controvento» Le dita andarono a indicare il sentiero un'ultima volta «Evitiamo flussi d'acqua. Non vogliamo fare incontri con creature che hanno sete perché a questa spesso si accosta la fame. E se possibile, camminiamo su rocce in modo che i nostri passi non facciano vibrare il terreno. C'è qualcosa che si muove sotto terra e non vogliamo diventare il suo spuntino, giusto?»

    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato

    ©Scheme Role by Amphetamines' - Vietata la copia anche parziale.


    Ciarán:
    - Disporsi in 3 davanti (Amelia e Aib per controllare i lati, Liz in mezzo per guidare il gruppo con la bussola);
    - Disporsi in 2 dietro (Ciarán e Ben che sono i più alti e non ostacolerebbero la vista, propone anche di trascinare dei rami spezzati per far scomparire le impronte);
    - Usa un incanto trasfigurativo per generare dal legno di un ramo una corda. Legandosi assieme sarà più facile essere colpiti da attacchi ad area ma sarà anche più facile proteggersi da ogni lato;
    - Cerca nel muschio della foresta indizi per comprendere se stanno realmente viaggiando nella direzione giusta
    - Osserva i nidi degli uccelli (Che sono sempre creati controvento), per capire la direzione dei venti della zona in modo tale da lasciare meno tracce di odore possibile
  6. .
    Ciarán Hinds
    Se veneri l'Oro, l'Avarizia è la tua religione.
    [Scheda][Stats]
    ■ Data & Luogo di nascita
    27.01.03, Artide

    ■ Razza
    Half Giant

    ■ Occupazione
    Studente

    ■ Allineamento
    Neutrale Puro

    ■ Patronus
    //

    Gold is the new black Avvolto in un field jacket mimetico, accompagnato da un maglione e dei jeans neri, Ciarán sembrava appena uscito da un film di Rambo. La mascella era tesa, gli occhi sbarrati e i pugni serrati. Esporsi, dopo quella che era successo, era l'ultimo dei suoi desideri; ma in quell'occasione era tutto diverso: sentiva che quello fosse il volere del suo Dio, e chi era lui per non perseguirlo?
    Gli occhi dorati studiarono le vie che circondavano il negozio, forse alla ricerca di eventuali punti di fuga o magari per nostalgia "Almeno non siamo a Londra". L'omicidio che aveva commesso aveva le sue ragioni ma i londinesi erano più tonti del Mooncalf che aveva curato a Magia Verde: spiegargliele sarebbe stato impossibile.
    "È un ambiente pericoloso, devo prestare il massimo delle attenzioni" Si, per lui il paradiso dei dolciumi era un inferno in cui rischiare la vita. Sapeva che gli altri - così chiamava gli stranieri - respirassero veleno attraverso i malefici oggetti chiamati sigarette. Si era chiesto più volte perché qualcuno dovesse fare qualcosa di così stupido ma non era mai riuscito a darsi una risposta. Lo stesso, più che per bigottitudine che per ragionamento, doveva valere per i dolciumi. "Ho sentito dire che se se ne mangiano troppi finiscono per bucarti i denti" Solo il pensiero lo fece rabbrividire: avrebbe invocato Loki nuovamente - e persino Hela - piuttosto.
    L'odore di zucchero filato gli fece storcere il naso ma Ciarán sapeva che il buon viso a cattivo gioco avrebbe fruttato. I suoi muscoli facciali finirono per rilassarsi e il ragazzone entrò nel negozio. Il cuore mancò un battito nel notare la moltitudine di dolciumi e il mezzo-gigante quasi non si accorse del campanello. «Salve, dolce signora» Un sorriso comparve sul volto del biondo mentre l'enorme mano andò a carezzare la spalla dell'altra per ridurre fin da subito le distanze. «La mia ragazza ama guardare» Un secondo di silenzio per ricordarsi il nome «Film come Punp Fiction e Transpotting» Cose ne poteva sapere lui dei fottuti film babbani? «E mi ha invitato a vedere qualcosa tra una sessione di studio e l'altra. Ha qualche dolce da consigliarmi che si adatti a questo genere di film?» Le mani finirono per cingersi a vicenda. Dal titolo sbagliato era evidente che...
    «Purtroppo non ne capisco molto di questi film che parlano di violenza o droga» Lasciò quest'ultima parola alla fine nella speranza di scatenare qualche reazione nell'altra. Le palpebre tramontarono sui due soli d'oro per affinare lo sguardo allo scopo di cogliere eventuali reazioni.
    Se l'altra le avesse consigliato un piano o uno specifico reparto del negozio, Ciarán si sarebbe avvicinato a quell'angolo guardandosi intorno alla ricerca di indizi.

    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato


    Stats
    Coraggio: 09
    Empatia: 10 + 1 (Lezione Magia Verde) + 1 (Post Conversione 3.3)
    Intelligenza: 05 + 1 (Lezione Magia Verde)
    Resistenza: 12
    Tecnica: 13
    Intuito: 09
    Destrezza: 15
    Carisma: 13

    Oggetti
    Anello in quarzo ᛖ: Chi lo indossa ottiene un bonus al dado di +1 quando lancia Incanti Grafici.
    1 Caramella gommosa a forma di pesce Gusto lampone e limone: ripristina 5pv e può curare avvelenamento (uso singolo).

    Recap
    Ciarán raggiunge il negozio

    Azione 1: Insight check sulla commessa! Cerca di comprendere se la commessa nasconde qualcosa o comunque il suo stato d'animo
    PP: Empatia 12

    Azione 2: Raggiunto il piano consigliato dalla signora lo analizza
    PP: Intuito 9

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  7. .
    Ciarán Hinds
    Se veneri l'Oro, l'Avarizia è la tua religione.
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    ■ Data & Luogo di nascita
    27.01.03, Artide

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    ■ Occupazione
    Studente

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    Neutrale Puro

    ■ Patronus
    //

    Gold is the new black Ciarán ascoltò con attenzione le parole dei suoi coetanei stupendosi persino della qualità di alcune tra le risposte. In quanto denrisiano, il ragazzo aveva i suoi motivi per tenersi alla larga dalle considerazioni degli stranieri; sopratutto se riguardavano un elemento così delicato come la cura delle creature magiche, ma in quella occasione si ricrebbe.
    L'ultima a parlare fu Emma Lewis. Ciarán notò come la bionda fosse riuscita a centrare il punto del discorso cercando una soluzione magica al problema "odore". Il mezzo-gigante cercò di nascondere i suoi dubbi dietro a un mezzo sorriso; tuttavia, avrebbe preferito sfruttare la natura che lo circondava piuttosto che la magia "Non vieni a una lezione fuori dagli schemi per fare qualcosa dentro gli schemi".
    Lo sguardo si spostò sui fiori che, come stelle in cielo, decoravano la riserva. Ciarán si chinò verso questi e le dita staccarono gli steli con un colpo secco. Avrebbe usato ogni parte del fiore per non sprecare neanche un grammo di quanto aveva preso alla natura che lo circondava.
    Le mani andarono a esercitare una pressione continua e la consistenza passò da solida a morbida, tingendo le mani del mezzo-gigante di verde. Un ultimo stelo venne posizionato tra capo e orecchio destro, più come accessorio che altro. Poi, il ragazzo raggiunse l'invitante bottino che la professoressa aveva disposto per la lezione.
    "Questi potrebbero andare" Degli ungenti al faggio vennero estratti dal mucchio e il denrisiano se ne spruzzò qualche goccia verso la divisa. Ciarán aveva scelto quell'albero perché erano tra i pochi alberi presenti addirittura sul bassopiano dei Monti: le probabilità che il Mooncalf fosse famigliare con quell'odore erano alte.
    Il ragazzo prese anche altri due elementi del mucchio, ma su questo ci torneremo dopo.
    Il mezzo-gigante si avvicinò al mooncalf: aveva osservato il lavoro degli altri, riconoscendo una certa abilità nel loro modo di porsi. Adamas sembrava il più ferrato, ma anche Benjamin e Emma non erano da meno.
    "Vediamo" La mano sinistra sarebbe avanzata nell'aria mentre lo sguardo rimase fisso sul capo della creatura "Devo evitare il contatto visivo per non metterlo in soggezione". Poi, il ragazzo estrasse la bacchetta di vischio dalla fodera riposta sul fianco destro.
    Le cure prestate da Benjamin erano ottime, ma Ciarán avrebbe potuto fare qualcosa per migliorarle «Ferula» Il catalizzatore generò un otto a mezz'aria da cui delle liane di corda scivolarono verso il capo del Mooncalf. Allo stesso modo, la mano sinistra venne portata sotto il naso della creatura in modo da farle percepire l'odore del faggio e dei fiori per metterla a suo agio.
    «Innerva» La bacchetta disegnò una "w" di fronte alle bende. Sapeva come la professoressa volesse una soluzione fuori dagli schemi e come quell'approccio magico lo avesse criticato poco prima; eppure, Ciarán non percepiva le due cose come mutualmente escludibili.
    Avrebbe potuto fare una buona figura ma il Mooncalf ne avrebbe risentito, e al mezzo-gigante sarebbe dispiaciuto. Nel momento in cui lanciò l'incanto, cercò di focalizzarsi su questa sensazione nella speranza che i sentimenti agissero come leva per aumentare l'efficacia dell'incanto.
    "Molto bene" Notando come il Mooncalf, grazie all'aiuto del gruppo, si stesse riprendendo lo rincuorò. Un sorriso frantumò la maschera da stoico del mezzo gigante, dunque il denrisiano fu pronto per passare all'ultima parte.
    Poco prima, il ragazzo aveva estratto nel mucchio due derivati d'erba ben precisi. "Impacchi di belladonna" Il denrisiano non sapeva perché una pianta dai fiori tetri avesse un nome simile, però era certo che la pianta avesse certe qualità che aiutassero nella ricrescita delle ossa - e per questo era usata nella pozione ossofast - e l'abilità di anestetizzare: tutto ciò sarebbe tornato utile per lenire il trauma del mooncalf.
    "Infusi di crisantemo" Dopo aver disposto gli impacchi sul "letto" del paziente, Ciarán bagnò il tutto con l'infuso di crisantemo sperando che potesse aiutare contro il mal di testa o, per lo meno, che gli elementi rigenerativi potessero aiutare nella ripresa il mooncalf.
    Fatto ciò, con passi leggeri, il ragazzo avrebbe preso le distanze dalla creatura.

    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato

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    Interagisce con i compagni
    Combo Ferula + Innerva in seguito alle considerazione di Adamas
    Finisce cercando di dare da mangiare al Mooncalf derivati non tossici della belladonna (Che da manuale è usata per ossofast - e magari risolve le microfratture - e per gli anestetici - che magari alleviano il dolore della creatura) e da bere degli infusi di crisantemo (Che da manuale sono utili contro mal di testa e hanno elementi di rinascita).
  8. .
    Ciarán Hinds
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    ■ Data & Luogo di nascita
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    Studente

    ■ Allineamento
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    //

    Gold is the new black «Fai pure» La mole di Ciarán si spostò di un metro per lasciare spazio al giovane Adamas Vesper. L'opale aveva visto l'ametrino in compagnia di Jesse diverse volte. Il denrisiano, per quanto amante della sua patria, nutriva un certo rispetto nei confronti del suo prefetto e, dunque, avrebbe rivolto quest'ultimo anche ai suoi compagni.
    Al contrario, quando Elisabeth Lynch varcò la porta, Ciarán non ebbe bisogno di ragionare sul nulla. Lei l'avrebbe accettata in qualsiasi occasione. L'avrebbe accettata al suo fianco. L'avrebbe accettata sul tavolo in cui aveva preso posto. L'avrebbe accettata dal primo all'ultimo centimetro della sua pelle; osservatori o meno. Non lo fece perché entrambi avevano bisogno di mantenere una certa concentrazione e inoltre, per come l'avrebbe accettata, avrebbe sicuramente bloccato la crescita ai primini.
    «Bene» Delle diverse informazioni che i compagni diedero, Ciarán cercò di filtrarne il succo e l'utilità. Le definizioni in sé gli sarebbero tornate poco utili se confrontate alle similitudini in esse contenute. Tutti riuscirono a notare qualcosa di interessante ma fu dalle labbra della docente che il mezzo-gigante colse il succo.
    Il biondo la ringraziò con un sorriso in seguito alle sue lodi e i muscoli si rilassarono subito dopo. Era sempre un piacere essere apprezzati.
    "Ingegnoso" Si tenne quel commento per sé mentre le lunghe gambe presero a falciare la distanza che lo divideva dal laghetto. Le labbra si serrarono, quasi come sé temesse di poter soffocare, e dopo qualche secondo si ritrovò in mezzo alla riserva.
    Un sorriso si allargò sul volto del ragazzo mentre le tenebre scomparvero per lasciare spazio all'infinita distesa verde; sembrava quasi che una qualche divinità avesse tritato tonnellate di smeraldi per poi spargerli a terra. Il profumo dei fiori, inoltre, gli ricordava l'infanzia passata e il ventre della Foresta Eterea.
    Quel calore che gli gonfiò il petto venne trascinato via dalla fredda brezza della consapevolezza. Alle parole della docente, seguì l'accorgersi di alcune creature dall'aspetto penoso "Mmmh". A differenza di altri Denrisiani, Ciarán non era un tutt'uno con la natura ma gli bastò poco per sentire una fredda morsa sul cuore.
    "Un po' come facciamo con gli umani" Il ragazzone passò qualche secondo a riflettere su quelle parole. La professoressa non gli aveva dato dei consigli espliciti e il ragazzo trovò il tutto molto adatto alla situazione. La natura non consiglia, si fa capire e basta. Ciarán avrebbe dovuto comprendere cosa il Mooncalf stava provando mettendosi nei suoi panni "Ma come? Sono creature schive e non ho mai avuto modo di interagire con loro dal vivo".
    Quel poco che sapeva lo aveva sentito dire dai druidi del villaggio. "Similitudine" Quella sembrava la parola più popolare della giornata. Ciarán non conosceva i Mooncalf, ma aveva avuto già modo di approcciarsi ad altri mammiferi.
    «L'approccio di Adamas mi piace» Aggiunse lui, denotando una certa conoscenza in ambito medico. «Entrambi sono mammiferi e quindi dovremmo approcciarli come faremo con un gatto o un cane selvatico».
    Il lungo braccio del ragazzo si tese andando a indicare i diversi fiori presenti nella riserva. L'acceso verde del prato e il loro profumo erano stati i primi due elementi che il mezzo-gigante aveva notato «Come suggerisce Benjamin, il nostro profumo potrebbe essere un problema. Forse dovremmo triturare i petali dei fiori sulla nostra pelle per celare il nostro odore». Il ragazzo fece una pausa «E stare attenti ai nostri passi per non fare troppo rumore».
    Il ragazzo attese qualche secondo «Dopo essersi assicurati del trauma, come suggerito da Adamas, possiamo usare un Ferula seguito da un Emplastrum per lenire le varie microfratture». Il ragazzo aveva conoscenze limitate sulla medimagia e lo stesso valeva per i Mooncalf; eppure Ciarán Hinds, denrisiano fino al midollo, era finito più volte a botte con qualcuno: la combo Ferula e Emplastrum era sottovalutata.

    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato


    Interagisce con ADAMAS, ELIZABETH, BENJAMIN & con la professoressa ONFROY.

    ©Scheme Role by Amphetamines' - Vietata la copia anche parziale.
  9. .
    Ciarán Hinds
    Se veneri l'Oro, l'Avarizia è la tua religione.
    [Scheda][Stats]
    ■ Data & Luogo di nascita
    27.01.03, Artide

    ■ Razza
    Half Giant

    ■ Occupazione
    Studente

    ■ Allineamento
    Neutrale Puro

    ■ Patronus
    //

    Gold is the new black Tra le diverse aule di Hidenstone, quella di Magia Verde era tra le sue preferite. Superata la scalinata, Ciarán aspettò qualche secondo sul limitare della porta. Il sole invernale che entrava timidamente dalle vetrate lo accarezzò come un abbraccio.
    "Mmmh?" Gli occhi dorati si posarono sui tavoli al centro della stanza e un sopracciglio schizzò in alto percependo qualcosa di diverso. "Dove sono le piante?" La sensazione che provò fu sgradevole. La presenza delle piante riusciva a tranquillizarlo perché il suo sangue, a differenza degli altri, era originario di Denrise: lo stesso villaggio in cui viveva la professoressa e tante altre figure che vedevano nella natura la loro ragione di esistere. Questo, unito al timore per un eventuale compito scritto, portarono il mezzo gigante a esitare "Peggio di un compito c'è solo un compito a sorpresa".
    Il passo del ragazzo, sicuro e costante, lo portò a qualche metro di distanza dalla ninfa che custodiva l'aula. Solo allora il mezzo gigante si voltò verso questa alzando l'enorme mano a mo' di saluto «Buongiorno» Avrebbe commentato eseguendo un leggero inchino verso la guardiana. A differenza di Rubin, la signora DooW inquietava il ragazzo; sebbene questa condividesse con lui un sangue ad alto potenziale magico, Ciarán percepiva il costrutto del professor Black come qualcosa di più umano, sia nel male che nel bene. Più volte si era chiesto se avesse potuto offrire qualcosa alla ninfa per mostrarle rispetto o catturarne le grazie, ma ogni singola idea era stata bocciata con estrema facilità. Non sapeva di cosa le ninfe si nutrissero e un mazzo di fiori sarebbe stato certamente un regalo di pessimo gusto.
    Vedere quel cucciolo di Demiguise appollaiato sull'ingresso gli strappò un sorriso ma subito dopo tornò serio. Preso posto al banco centrale, Ciarán salutò i compagni lasciando alla professoressa il tempo di introdurre l'argomento e agli altri studenti il compito di suggerire le prime risposte. "Interessante" Quel pensiero si fece sempre più intenso. Degnò di poche attenzioni le risposte degli altri perché i suoi sensi erano completamente dediti a comprendere quale sarebbe stata la parte successiva della prova.
    Il forte odore di resina continuava a distrarlo ma sarebbe servito altro per distorcerlo dai suoi ragionamenti. «Buongiorno, professoressa Onfroy» Cominciò il ragazzo, chinando leggermente il capo in segno di saluto, o forse di rispetto. «Si definisce domestico l'animale che cresce in un contesto di economia domestica. Questa può spaziare dalla casa di un mago all'allevamento di un contadino. Per il primo caso, possiamo fare riferimento ai gatti; per il secondo, possiamo pensare ai buoi. Gli animali domestici possono sia fare compagnia ai loro proprietari che svolgere una funzione di una qualche altra utilità. Ad esempio, a Denrise usiamo i gatti per impedire che topi o roditori simili possano danneggiare i nostri magazzini o i buoi per trainare i carri» Non a caso i gatti erano rappresentati nell'iconografia sacra norrena: due tra questi esemplari trainavano persino il carro di Freya «In sinstesi, un animale domestico è una creatura che viene asservita al nostro volere per uno scopo o per un altro».
    Un secondo di attese, giusto per riprendere fiato. «Con i famigli la questione è diversa. Un famiglio è una creatura che non può essere asservita in modo unilaterale. Un mago non può decidere di trasformare un Demiguise in un suo famiglio, ad esempio, perché è lo stesso Demiguise che deve offrirsi a diventare tale» Un'occhiata venne lanciata a Metcalfe «In modo similare alle bacchette, sono i famigli a scegliere il mago. Non so perché un famiglio scelga un mago piuttosto che un altro però, se il meccanismo è simile a quello delle bacchette, credo che a guidarne le scelte sia la consapevolezza di condividere un qualcosa» Il mezzo gigante annuì «Si, credo che ciò che distingua l'animale domestico da un famiglio è il collegamento che lega quest'ultimo al suo possessore: non si tratta di una simbiosi ma di un qualcosa di molto più intimo, simile al rapporto che c'è tra fratelli e sorelle. È per questo che possiamo portare i famigli con noi durante missioni pericolosi sapendo che questi non ci abbandoneranno fino all'ultimo».
    Erano poche le volte in cui Ciarán parlava dal cuore ma, in quel caso, lo percepì come necessario. Il mezzo gigante aveva come famiglio un corvo albino e nessuno dei due avrebbe potuto dire di aver scelto l'altro. Tuttavia, proprio come un corvo albino si distingue dai simili, lo stesso poteva dirsi del mezzo gigante. Questo era il motivo per cui il ragazzone si era affezionato all'animale e, alla luce della precedente riflessione, doveva essere anche il motivo per cui il corvo si era affezionato a lui.

    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato

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    Prende posto nel banco centrale (B)
    Saluta in modo generale tutti i compagni v.v
    Interagisce con la signora WooD e la professoressa Onfroy
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    Ciarán Hinds
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    Gold is the new black Le unghie di Elisabeth pizzicarono la carne di Ciarán. Il mezzogigante ritrasse il capo e poi, proseguendo sullo stesso moto, l'altro braccio scivolò in aria. Un clap e la sua larga mano schiaffeggiò una delle due colline del piacere dell'altra. Amichevolmente. «Non sono un tipo che colleziona pietre» Mentì, purtroppo. Amava smeraldi, diamanti, rubini e zaffiri ma quelle pietre - per quanto ci tentasse - non riusciva a collezionarle facilmente.
    «E comunque sappiamo che quella stessa notte ti ho stupito» La lingua schioccò e un ultimo malizioso sorriso venne riservato alla consorella. La presenza di lettori minorenni non gli permise di dire altro.
    Quando il denrisiano raggiunse la foresta, gli parve di essere a casa. Un tempio che aveva come colonne alberi e come coro il canto degli uccelli gli diede il benvenuto. Il capo ruotò lentamente per cogliere ogni dettaglio di quella meraviglia. Non era bella come la sua Foresta Eterea ma la compagnia avrebbe pareggiato i conti.
    «Ti ho incontrato a Londra» Ricordò lui «Perché ogni tanto mi capita di lavorare in giro. Aiuto le navi» E i suoi muscoli ne erano la prova «Con i carichi pesanti o mansioni simili. Facendo ciò finisco da un lato all'altro del globo» Concluse.
    Le labbra si erano separate di qualche centimetro ma, in seguito alla domanda delle scorribande, finirono per piegarsi in un sorriso. «So che sono arrivati ovunque. Si dice che i Denrisiani abbiano scoperto le Americhe quando voi» Un colpo di tosse. «Quando gli Europei erano ancora troppo occupati a piangere la morte del debole impero romano» Finì lui. «I denrisiani hanno conquistato il mondo ma le loro navi sono fatte per solcare i mari, e per questo non si sono mai occupati di tenerselo per sé» Una visione egocentrica che, però, raccontava il vero.
    Quando la chiesa distrutta comparve all'orizzonte, Ciarán comprese dove l'altra stesse cercando di andare a parare. "Ao', strani esseri lo dici a qualcun altro" Il volto dell'opale venne sfregiato da una smorfia. Solitamente era lui a definire in modo strano gli "altri", sentire il contrario gli fece senso. Quel commento di protesta se lo tenne per sé perché la mano dell'altra era un tesoro più interessante dell'orgoglio.
    Le dita sfiorarono quelle dell'altra e Ciarán seguì Elizabeth al di là del portale. Il suo racconto catturò la sua attenzione perché anche lui amava l'oro, e sapere che ci fosse qualcosa che valesse ancora di più gli fece battere il cuore. «Rune, professor Olwen» Commentò lui, alzando il capo e lasciando che la pioggia di luce lo inondasse. «Se ci sono così tante rune, questo posto deve essere incantato. Contiene un qualcosa, o qualcuno» I passi del gigante si arrestarono «Sei sicura di voler continuare?»

    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato

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  11. .
    Ciarán Hinds
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    Gold is the new black Un respiro di sollievo abbandonò il petto del Denrisiano: "non siamo a Denrise". La strega aveva ragione e per questo motivo Ciarán poteva ritenersi al sicuro. L'isola su cui era cresciuto era stupenda. Il sole la inondava di calore anche nei mesi più rigidi, la terra benediva i suoi frutti con un sapore degno del Valhalla e la natura la faceva da padrone. Tuttavia, Denrise sapeva dare ma anche togliere. Un passo falso, un affronto alla persona sbagliata e la tua intera vita sarebbe potuta cambiare da un momento all'altro.
    «Lo so» Le dita del ragazzo avrebbero sfiorato l'acqua fino a congiungersi ai fianchi dell'altra. «Altrimenti non mi sarei mai avvicinato a una sirena» Proseguendo sullo stesso moto, le mani sarebbero scivolate fino al bacino dell'altra per spingerlo verso di sé. Il sorriso sicuro del mezzo gigante, solido come l'oro, si sarebbe sciolto per scivolare sulle labbra dell'arpia. I frutti di Denrise avevano un sapore invidiabile, ma anche quelli di Holyhead sapevano il fatto loro.
    Un retrogusto che gli rimase addosso anche quando la mano dell'altra, dotata di una forza considerevole, spinse il suo capo sotto il velo dell'acqua. Ciarán non si lamentò, anche da lì la visuale era invidiabile.
    Tornato in superficie, le lunghe dita del denrisiano affondarono tra i suoi capelli per scostarli dal volto. «No, ma potremmo farcela diventare» Qualsiasi cosa fatta con la sua Elisabeth sarebbe potuta diventare una tradizione - anche se alcune vietate ai minori -. Con lei era tutto più divertente: una passeggiata nel bosco ti spingeva a scoprirne i veri sapori.
    Il ragazzo avrebbe seguito l'altra fuori del lago. Alla sua domanda avrebbe risposto con un«Giusto il mio zaino». Al suo interno il ragazzo aveva inserito oggetti che gli sarebbe potuti tornare utili nella foresta. In seguito al ritorno dell'altra, anche lui avrebbe ripetuto il suo stesso rituale. Qualche colpo di bacchetta per tornare asciutto e poi i vestiti sarebbero tornati a stringergli il corpo in un calore piacevole, seppur non abbastanza «Stupiscimi». Un'ultima parola accompagnata da un sorriso felino e poi Ciarán avrebbe iniziato a seguire l'altra.

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  12. .
    Ciarán Hinds
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    Gold is the new black Le sopracciglia del ragazzo si curvarono verso il basso mentre la carne venne raschiata via dalla pelle lasciando spazio al dolore. Quando le palpebre si spalancarono Ciarán percepì il peso dell'oscurità su di lui. La fronte era imperlata nel sudore e le lunghe dita andarono a tastare il letto alla ricerca di Elisabeth. "Meglio di no..." L'indice si posò su un piccolo interruttore per poi ritrarsi; il denrisiano aveva paura di fare qualche casino con quella stramba tecnologia babbana.
    Con i suoi due metri e passa d'altezza, il mezzo gigante aveva poco da temere. Eppure, un calore intenso si era fatto spazio nel suo costato. "Deve essere la casa" L'idea che quel luogo fosse in realtà un faro lo preoccupava; ogni tanto il capo perlustrava il mare alla ricerca di una nave smarrita perché priva di guida, o di qualche spettro cringe alla ricerca della sua vendetta.
    La mano si chiuse attorno alla bacchetta e la punta cominciò a brillare. La luce schiacciò le ombre contro le pareti ma fu l'assenza della ragazza a preoccuparlo. «Odino...» I cerchi alla testa gli fecero perdere l'equilibrio mentre i pantaloni in corduroy quercia gli scivolarono lungo le gambe infinite e muscolose. Le dita andarono ad allacciare i primi due bottoni. Poi le braccia si tesero verso il vuoto tornando al gigante con un montone marrone stretto tra le dita; gli arti affondarono nella giacca e bastarono poche falcate per portarlo fuori dall'edificio.
    "Dove sei..." Il capo scivolò verso l'alto e le narici si spalancarono come a voler ricercare quel profumo che aveva conquistato i suoi sogni più profondi e le sue passioni più intense. Ciarán colse soltanto l'acre odore del carbone ardente, il mellifluo profumo dei dolci natalizi e l'intenso odore della neve. "Ci penseremo dopo" La mascella si serrò e l'idea di arredare l'albero di natale assieme a Elisabeth si fece più intensa. Il denrisiano si voltò più volte cercando di comprendere se ci fosse un qualche predone o carpentiere pronto a schernirlo a causa di quei pensieri, poi scrollò il capo e continuò sulla sua strada "Non mi piacciono le tradizioni degli altri... però con lei è tutto... interessante".
    Gli occhi dorati scovarono il plaid dopo qualche secondo. Non ci fu bisogno di pensarci due volte: se c'era un motivo per cui Elisabeth le piaceva era perché lei finiva sempre per fare ciò che anche lui avrebbe fatto.
    Il mezzo gigante posò le sue cose accanto alla bacchetta dell'arpia. Poi le gambe si tesero. La neve gli bruciava la pelle. Il ragazzo si staccò dalla roccia e prese il volo, dunque la gravità lo chiamò a sé. Riemerse in superficie a pochi metri di distanza dalla fonte di quel profumo che ormai conosceva meglio di sé. «La prossima volta avvisami» Un sorriso malizioso prese forma sul suo viso. «Sai che girano capitani fantasmi che possono farti soffocare tra le risate, giusto?» Una serie di bracciate per arrivarle accanto. «Che ne dici di perderci nel bosco? Possiamo trovare qualcosa di interessante... per decorare l'albero» L'acqua trasparente come l'aria prese a riflettere il cielo e il sorriso del mezzo gigante che, in quel momento, era completamente nudo.

    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato

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  13. .
    La zucca delle dimensioni di una smart babbana divorò la distanza con la grazia di una farfalla per poi colpire il mezzo gigante. Ciarán non si era minimamente accorto di quell'essere tanto grottesco quanto grosso e ben presto finì a terra dolorante. La saliva cominciò a vorticare in bocca e poi venne sputata a terra. Dunque, dopo essersi assicurato che la zucca fosse KO come segnato nello specchietto, il ragazzo avrebbe fatto leva sulle proprie braccia per sollevarsi.
    Il capo avrebbe ruotato di 180 gradi per esaminare il campo di battaglia. Gli studenti, seppur inglesi, sembravano aver avuto la meglio "Stupidi capitani inglesi. Persino altri inglesi possono sconfiggerli, tsk" Le mani del ragazzo avrebbero seguito un leggero applauso per levarsi la terra di dosso. Poi, gli occhi avrebbero continuato ad analizzare la situazione.
    «Howard!» Assicuratosi che quella parte di scenario fosse al sicuro da eventuali pericoli, Ciarán avrebbe raggiunto il prefetto dei Dioptase.
    Il braccio si sarebbe teso nella direzione del ragazzo e la mano si sarebbe aperta per dargli l'aiuto sufficiente per tornare in piedi. Se Howard H. Van Leeuwen avesse accettato, il mezzo gigante gli avrebbe offerto un sorriso tremante «Stai... bene?». Al mezzo gigante non interessava molto degli inglesi ma con Howard era diverso. Dal momento in cui il prefetto aveva aiutato l'opale, quest'ultimo si era sempre sentito in dovere di ricambiare il favore. «So che te la cavi meglio di me con le cure ma lascia che io mi occupi di proteggerti dal ferro. E dal ripulirti...» La bacchetta avrebbe disegnato una spirale verso l'abito di Howard. Dunque, nella mente del denrisiano comparve viva l'immagine di un'armatura in cuoio battuto color paglia. Dado permettendo, in pelle di leone. Questo materia (la pelle in generale) risultava un particolare isolante per il freddo. Sia i popoli primitivi, che i denrisiani ora (E no, i denrisiani non sono popoli primitivi) hanno sempre conciato la pelle per questa sua proprietà. Tutt'ora, la pelle viene usata per creare giacche da motociclista ma qui è Morrigan che sta parlando quindi torniamo a Ciarán «Vestis». Dopo aver lanciato l'incanto, avrebbe ripetuto il gesto su di sé «Vestis» Immaginando lo stesso identico capo, seppur adatto alle sue dimensioni da mezzo gigante.
    «Jesse, sei tu che stavi nell'occhio del ciclone. Ti chiamo qualche Ametrin per lenire le tue ferite?» Un sopracciglio si curvò verso l'alto mentre gli occhi dorati del mezzo gigante esaminarono il corpo del prefetto alla ricerca di ferite.

    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato

    Parametri
    - Coraggio: 08
    - Empatia: 09
    - Intelligenza: 05
    - Resistenza: 12
    - Tecnica: 12
    - Intuito: 09
    - Destrezza: 14
    - Carisma: 09

    Oggetti:
    1 - Anello in quarzo ᛖ: Chi lo indossa ottiene un bonus al dado di +1 quando lancia Incanti Grafici.
    2 - Scudo rotondo
    Free: Bacchetta

    Recap
    Interagisce con Howard e Jesse

    Mezzazione: Va da Howard

    Azione 1: Vestis su Howard per creare una armatura in cuoio, possibilmente pelle di leone, per schermare il freddo
    Tecnica 12

    Azione 2: Come sopra ma su sé stesso
    Tecnica 12


    CIARÁN
    HINDS

    "
    ALL YOU HAVE IS YOUR FIRE
    "

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  14. .
    Un rivolo di sudore scivolò sulla fronte di Ciarán penetrando nella sua palpebra e l'occhio cominciò a bruciare. Il ragazzo riprese conoscenza.
    "Svegliatevi?" I suoi ricordi erano sfumati, proprio come dopo una sbronza. La gola era secca e la lingua aspra. Una rapida occhiata alla stanza in cui si trovava "Correte?" I sogni e gli incubi si alternavano spesso durante le notti di Ciarán ma mai quanto in quel momento gli era sembrato che fossero reali.
    L'olfatto lo riportò con i piedi per terra. Avrebbe saputo distinguere quel profumo da tutto il resto. «Sei sveglia?» Un sorriso venne rivolto all'opale che gli avrebbe permesso di comprendere come l'incubo si fosse concluso. «Ci sono dei rumori, vado a prendere le protezioni. Andiamo a controllare» Il tono del mezzo gigante era sicuro, qualcuno lo avrebbe potuto ritenere persino dittatoriale. Il perché? Ciarán sapeva che Elisabeth non avrebbe rinunciato ad un'avventura. «Ma prima che vada, dammi il polso» Il giovane mago avrebbe accolto il braccio della strega nel suo palmo per poi estrarre la bacchetta dal fodero. «Chorium Runae» Le parole vennero pronunciate e in concomitanza il catalizzatore avrebbe disegnato una ᛏ sul braccio delicato dell'altra. Tiwaz, la runa che potenziava gli incanti offensivi.
    Detto ciò, indossando le scarpe, i pantaloni e la giacca della divisa - perché la camicia era rimasta alla consorella - Ciarán si sarebbe diretto verso la sua camera. Una rapida occhiata per constatare come anche quella stanza fosse in disordine "C'accollo, menomale che il giapponese è bravo a mette' in ordine" Una sentenza più che un pensiero in denrisiano stretto e il ragazzo estrasse uno scudo circolare di ferro da sotto il letto che sistemò attorno al braccio sinistro. Strano? In quanto denrisiano responsabile aveva preso troppo seriamente la frase "non andare a letto con qualcuno senza protezioni". Dunque uscì dalla camera, l'anello in quarzo lo teneva già al dito.
    «Hai ragione» Un'altra sentenza dall'alto verso Smaug, accompagnata da mezzo sorriso. Il ragazzo si era distinto a lezione e sembrava sveglio. Poi era nordico, il che lo rendeva meno peggio di tutti gli altri stranieri. «Usate i vostri magifonini per contattare i professori».
    Piantato il seme, Ciarán raggiunse con poche e larghe falcate Elisabeth Lynch «Come stai?» Questa volta il catalizzatore puntò la stessa mano sinistra del mezzo gigante «Chorium Astrae» A venire disegnato fu il simbolo di Mercurio.

    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato

    Parametri
    - Coraggio: 08
    - Empatia: 09
    - Intelligenza: 04 05 (Post Alchemia)
    - Resistenza: 12 (Post Conversione)
    - Tecnica: 11 12 (Post Alchemia)
    - Intuito: 09
    - Destrezza: 14
    - Carisma: 09

    Oggetti:
    1 - Anello in quarzo ᛖ: Chi lo indossa ottiene un bonus al dado di +1 quando lancia Incanti Grafici.
    2 - Scudo rotondo
    Free: Bacchetta

    RECAP
    CIARAN interagisce con ELISABETH e SMAUG. Suggerisce di contattare i prof con i magifonini
    Azione 1: Chorium Runae su Elisabeth (TIWAZ, Pot. I. Offensivi)
    Oggetti di riferimento: Anello in quarzo ᛖ: Chi lo indossa ottiene un bonus al dado di +1 quando lancia Incanti Grafici.
    Azione 2: Chorium Astra su se stesso (MERCURIO, Potenzia Destrezza)
    Oggetti di riferimento: Anello in quarzo ᛖ: Chi lo indossa ottiene un bonus al dado di +1 quando lancia Incanti Grafici.


    CIARÁN
    HINDS

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    Ciarán Hinds
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    27.01.03, Artide

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    Half Giant

    ■ Occupazione
    Studente

    ■ Allineamento
    Neutrale Puro

    ■ Patronus
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    Gold is the new black Ciarán non riuscì a trattenersi dal sorridere soddisfatto nel percepire come quella tensione era scomparsa sotto il vento delle sue parole. Il ragazzone la stava guidando nella foresta, con un passo deciso, seppur contenuto. Sentiva la pioggia penetrargli nei vestiti per poi scivolargli sulla pelle. Si trattava d'acqua, o dello sguardo della ragazza?
    «Hai ragione» Affermò lui, voltandosi d'istinto verso la delicata mano della strega. La pressione che Elisabeth aveva esercitato sul suo braccio, se confrontata alla forza del mezzo gigante, sarebbe parsa come una goccia in un lago. Eppure, in una qualsiasi goccia si può ritrovare l'intero spettro dell'arcobaleno.
    Riprendere a camminare fu difficile. L'intero corpo avrebbe virato a destra, eppure la sua destinazione distava ancora qualche minuto «Elisabeth, lasciati sorprendere qualche volta» La strega si era dimostrata la studentessa più talentuosa durante la lezione di Magitecnica. Per raggiungere certi traguardi non bastava il talento ma serviva anche la conoscenza. Una conoscenza che si poteva coltivare in modo magistrale solo attraverso l'organizzazione. Ma lo stesso approccio avrebbe portato agli stessi risultati anche al di fuori delle mura di Hidenstone? "No, delle volte bisogna lasciarsi stupire".
    I due scivolarono nell'arco e la luce sprigionata dal catalizzatore della Lynch diede colore agli arbusti a loro prossimi. Ad ogni passo, le ombre scivolavano alle spalle dei due. "Le sta ignorando" Il ragazzone, nei suoi due metri e passa di muscoli, si ritrovò trascinato dall'arpia. Elisabeth si era concentrata sui simboli magici che decorava il luogo, dimenticandosi di ciò che l'oscurità poteva nascondere. Il petto di Ciarán si gonfiò, forse perché le sue parole avevano fatto effetto o magari perché lei gli aveva appena dimostrato come si stesse fidando di lui.
    «Sigilli magici» La corresse lui, prima che il gesto della Lynch né minò l'equilibrio. La muscolosa gamba sinistra avanzò e il piede finì per trovare un appoggio nella radice. I corpi dei due finirono per sfiorarsi ancora. Di più. Al punto che, in quel momento, Elisabeth avrebbe potuto sentire anche un altro tipo di potenza, seppur dormiente "I compiti prima di tutto" I polmoni del ragazzo si riempirono di ossigeno e umidità «Non l'ho mai saputo. Ho sempre pensato che la mia presenza in questo posto non fosse troppo gradita. Se vuoi, possiamo darglielo noi un nome» Gli occhi dorati si staccarono a forza dal collo della ragazza per poi seguire le carezze della luce «Si, la sento. Sai, nel libro di incantesimi si parla di concentrazione, focalizzazione e lancio. Alla componente verbale, i denrisiani sono riusciti a sostituire quella grafica. In molti ambiti, sono stati tra i primi a riuscirci».
    Le sussurrò quelle parole con orgoglio, come se fosse intento a tessere le sue stesse lodi «L'esempio principale sono le rune, simboli grafici usati per incantare gli oggetti. Ma anche i sigilli aritmantici, utilizzati per rievocare energie, o quelli astrologici, sfruttati per localizzare gli oggetti; sono alla base del nostro sistema magico. Hai mai sentito parlare del protego astrale?»

    «Parlato»
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    Narrato

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