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I tuoi esperiemnti mi fanno impazzire! -
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.DIFFIDENTEAbitualmente scettico o sospettoso nei confronti degli altri e delle loro azioni.Si era fidata talmente tanto di lui che alla fine, come al solito ci era rimasta fregata. Possibile che non imparava proprio mai? Possibile che qualsiasi cosa potesse dire e fare alla fine ci rimaneva sempre pesantemente fregata? Non poteva credere che Ed avesse detto qualcosa di loro a Thomas o come si chiamava lui, non poteva credere, neanche per scherzo che stavano parlando di lei o addirittura, ed ancora peggio ridendo di lei. Era qualcosa che le faceva così schifo che davvero cominciava a pensare che era stupida, non ci arrivava. In quel momento della sua vita poi, si sentiva ancora davvero più stupida. Come si poteva anche solo pensare al fatto che Ed, la sua prima volta, la sua prima cotta, il suo primo "amore" se così poteva essere definito, era uno stronzo ed anzi, forse molto peggio di tutti gli altri. Di cosa si era preoccupato nel vederla li dentro? Del fatto che poteva vederlo con il suo amico? O ancora peggio con un'altra. Oddio e se era andato già con altre mentre a lei... ecco lui non aveva mai detto che stavano insieme ne tanto meno che lei aveva l'esclusiva nei suoi confronti. Un moto di vomito le salì fino allo stomaco. Lui era libero, lei era solamente un altro trofeo nella ua bacheca. Si stava sentendo male e dopo quello schiaffo aveva cominciato a correre. In quel momento non aveva neanche più fame e forse aveva pagato a buffo, per non prendere assolutamente niente. Lei stava studiando, stava seriamente cercando di essere una persona migliore, una persona più all'altezza del mondo che la circondava ed invece, invece il mondo la ributtava sempre giù ed Edward era la prova di tutto quello. Non si rese conto che lui la stava seguendo, quindi alla fine, voltò in un vicoletto buio e si appoggiò con una mano al muro, di spalle alla strada, cercando di riprendere fiato. Avrebbe voluto seriamente urlare, urlare in maniera assurda e greve, urlare perchè non le rimaneva altro da fare. Joanne era una ragazza brava, buona, ma il mondo la stava cambiando, piano piano la stavano facendo diventare ancora più diffidente, più fredda, più superba, quasi cattiva. Ed una delusione d'amore non poteva far altro che aumentare il processo. Si era fidata di lui, e lui l'aveva tradita.
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Richiedente: Joanne Nilsson
Provino per: Resiliente
Requisiti: 32 Resistenza, 30 Coraggio -
.DIFFIDENTEAbitualmente scettico o sospettoso nei confronti degli altri e delle loro azioni.Non vedeva Rebecca da una vita e forse era stato voluto proprio dalla ragazzina. Era stata lontana da lei perchè non gli piaceva quello che faceva. Perchè doveva vendere il suo corpo solamente per essere apprezzata e ricca? Era meglio andare a cogliere le patate all'orto che darla al primo che passava senza alcun tipo di contegno o amore. Ecco si, era cambiato proprio quello di Joanne. Aveva una cotta, forse la sua primissima cotta seria dopo Jason. Ma con lui era stato diverso, lui si era sempre comportato come un papà per lei e la cosa non gli era mai dispiaciuta. Edwards era diverso per davvero. Era come se fosse qualcosa di assurdamente attraente, era una calamita. Insomma aveva intenzione di andare da Rebecca perchè le cose le stavano sfuggendo di mano. Adesso, dopo aver saputo anche un'ulteriore verità sulla sua vita era semplicemente confusa e voleva un volto amico con il quale parlare senza filtri. Rebecca era stata la prima che l'aveva ascoltata senza prenderla mai in giro, senza minimamente ridere delle sue difficoltà, anzi, si era "prestata" per farle capire che non c'era niente di peccaminoso nel voler star bene e nel provare piacere anche fisico. Jaonne da quell'incontro si era toccata alcune volte ed aveva scaricato così la sua voglia di amore normalissima per la sua età. Ma adesso che Ed era molto sfuggente, quasi come se non volesse più parlare, non volesse più stare con lei, Joanne era caduta di nuovo in una confusione assurda. E se aveva fatto male? E se si era fidata della persona sbagliata? Non poteva succedere quello e non voleva davvero che accadesse. Si morse appena il labbro e poi entrò nel canto della sirena. In quel posto gli faceva davvero tutto un pò ribrezzo, ed infatti andò dritta verso la cassa. Vorrei vedere Rebecca. Chiese semplicemente, secca e con uno sguardo tra il preoccupato, il giudichevole e un pò schifato. Chissà quante malattie hanno! Pensando un pò anche da ignorantella quale era. Comunque alla fine la ragazza capendo il tipo l'accompagnò direttamente nella stanza di Rebecca, bussò e le disse di accomodarsi che sarebbe arrivata tra poco. Il fatto era che Joanne sgranò gli occhi. Mica era li per... Divenne rossissima ma la ragazza se ne andò e lei rimase in piedi rossa come un peperone davanti al letto. Effettivamente, la sua primissima volta era stata proprio con la bionda. Attese senza muoversi ne toccare niente.
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.DIFFIDENTEAbitualmente scettico o sospettoso nei confronti degli altri e delle loro azioni.Non era solo scossa, era impietrita. Guardava quella foto con gli occhi sgranati era sicura di essere lei in quella foto. Non si rese neanche conto che la ragazza non aveva risposto alle sue domande, quella foto l'aveva completamente resa nulla. Si morse il labbro più e più volte, poi prese il suo portafoglio, a strappo, povero con dentro un unica foto, la stessa identica di Mayra. Le mise a confronto, non aveva contezza neanche che Mayra fosse tornata, se ne rese conto solamente quando le cominciò a parlare di quella stessa foto e di quella bambina. Edith. Edith. Quando pronunciò quel nome sentì un dolore lancinante alla testa quasi come se qualcuno gli avesse dato una botta in testa, quasi se qualcuno gli avesse dato la chiave per un compartimento del suo cervello che era stato messo a tacere tanto e tanto tempo prima. Era stato violento, delle immagini le stavano tornando in mente e le stavano offuscando la testa, la mente, il corpo stava tremando. La voce di Mayra risuonava dentro la sua testa dicendo a suo fratello di smetterla di infastidirla che si sentiva meglio e che non doveva affaticarla. Joanne sgranò gli occhi, la guardò con i suoi occhi scuri e profondi, già grandi di per loro ma lucidi come la riccia. Non prendermi in giro. Dove hai preso questa foto. Non le credeva. Era una storia assurda. Quello voleva dire che la sua vita, per 24 anni era stata una bugia, e come ci era arrivata a denrise? Le passò la sua foto. Era identica, solamente che Joanne, o Edith, come la chiamava lei, era semplicemente un anno più grande, ma aveva lo stesso identico vestito addosso, ed era seduta su di un altro divano. Io... tu... Non sapeva seriamente come uscirne da tutto quello, non sapeva seriamente come riuscire anche solo a pensare che aveva una sorella che la credeva morta. Fece un respiro profondo cercando di riprendersi. Ho sempre avuto la sensazione che quelli non fossero i miei genitori e che io non appartenessi a quel posto! Ma tu stai mentendo e smettila di piangere. Aveva paura e sapeva, in cuor suo che la riccia non stesse mentendo. In fondo avevano una foto della stessa persona, solamente cresciuta di un anno e per niente cambiata. Joanne era sempre stata molto mingherlina, una ragazzina minuta e la sua caratteristica principale erano sicuramente i suoi occhi grandi e neri. Un pozzo nero infinito.
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.DIFFIDENTEAbitualmente scettico o sospettoso nei confronti degli altri e delle loro azioni.Lei era cresciuta come una piccola schiava. Aveva lavorato da sempre, non si era mai fermata, aveva sempre prediletto la terra ed aveva coltivato patate, lattughe, pomodori, e quant'altro sotto gli occhi completamente indifferenti dei suoi famigliari. Bramava l'amore e le attenzioni come mai aveva desiderato niente. Che fossero di un'amica, di un parente, di un ragazzo o anche solo di un famiglio che non poteva, in nessun modo permettersi. Quando aveva conosciuto Edwards le sembrava che avesse scoperto un modo completamente nuovo, un mondo a colori, bellissimo. Si era lasciata andare talmente tanto che aveva deciso di concedersi, di concendere per una volta al suo corpo di fare quello che voleva. Ed alla fine ci era rimasta veramente, ma veramente di merda. Da quando erano tornati dalla missione lui era completamente cambiato nei suoi confronti e lei non sapeva cosa fare. Rivoleva l'ed che aveva conosciuto quella notte, quello che si era preso cura di lei, quello che l'aveva fatta sentire speciale per una notte e per una volta nella sua vita. Si morse il labbro, posò la sua tazza di tisana ancora bollente ed andò a chiudere le persiane. Lo guardò come per chiedergli se così andasse bene ma quello che disse dopo le fece alzare ancora un sopracciglio. Non ti preoccupare. Non ti tolgo questo primato. Disse poi palesemente triste ed un pò sconcertata. Era ovvio che lei non meritasse una vita felice e più lui faceva in quel modo più Joanne se ne convinceva. Era una vita che aspettava uno come lui, si era concessa! Dio quanto si sentiva stupida per aver aspettato 24 anni ed aver dato la sua verginità ad uno che non faceva altro che trattarla di merda. Non se lo aspettava e forse era stupida anche solo a pensare certe cose, ma si sentiva una stupida davvero! Perchè faceva in quel modo. Comunque andò a prendere l'altra tazza di tisana e gliela mise sul comodino. Ogi ti senti meglio? Chiese trascurando il fatto che sulla mano fosse un pò rossa per la scottatura presa. Non voleva essere una sottona, ma era impossibile che lui fosse cambiato così tanto in così poco. Lei non era una stupida. Sapeva che c'era solamente qualcosa che non andava!
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.DIFFIDENTEAbitualmente scettico o sospettoso nei confronti degli altri e delle loro azioni.Ogni parola di Ed era un colpo al cuore e soprattutto un pugno allo stomaco. Davvero si stava rivolgendo così a lei? Davvero aveva intenzione di dirle cosa era quello? Di alzare anche solamente minimamente la voce con lei? Davvero stava succedendo tutto quello? Joanne aveva gli occhi sgrnati, il corpo un pò curvato all'indietro ed il cuore che stava impazzendo. Non lo aveva mai visto così e soprattutto dopo quella volta, si erano visti poco quasi come se lui la stesse evitando, ma visto che aveva anche altro a cui pensare, non voleva farsi elucubrazioni mentali. Ed invece? Invece era proprio quello il problema, che lui aveva e stava continuando a fare lo stronzo come mai aveva fatto fino a quel momento. Dopo quello che gli disse, dopo la sua proposta indecente, la mano di Joanne si stampò veloce sulla guancia del ragazzo. Fece un passo indietro. Non mi devi spiegazioni? Sai neanche io a te! Sapeva che di li a poco avrebbe pianto, ma avrebbe resistito fino a quando non fosse tornata a casa sua. Lo so che questo è un bordello. E mi fa schifo il posto ed anche chi lo frequenta, ma a quanto pare era l'unico aperto questa sera. E sai una cosa? Sei così presuntuoso che pensi che qualsiasi cosa io debba fare o non fare la debba dire a te! Adesso era lei a puntargli il dito contro ed a martellare sul suo petto. Sai anche cos'altro?So difendermi da sola. Non mi servi tu! Questa volta, però fece un passo all'indietro. Scosse il capo. Veramente un pugno nello stomaco. Quando arrivò la ragazza con la sua cena lei la guardò male. Non la voglio più, mi è passata la fame, dalla pure a lui e al suo stupido amico. Prese i soldi e la pagò. Offre questa stupida con l'illusione di averne trovato almeno uno completamente diverso dagli altri! Disse poi dando i soldi alla ragazza prima di voltarsi per andarsene. Quando si voltò, alzò il medio per mandarlo a quel paese. Era arrabbiata, delusa e voleva solamente piangere. Era incredibile come una cotta, la sua prima cotta potesse fare così male. Scosse il capo ed una volta uscita dal canto della sirena, corse, corse così veloce che una volta dentro casa dovette buttarsi sul divano e respirare forte e profondamente. Pianse.
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.DIFFIDENTEAbitualmente scettico o sospettoso nei confronti degli altri e delle loro azioni.Ascoltò le sue parole con una strana attenzione, come se volesse capire se davvero stesse dicendo la verità, come se da quel mini e breve racconto potesse capire se effettivamente lei potesse essere... chi, esattamente? Era qualcosa di strano, la sua voce le faceva venire un mal di testa atroce e non perchè non le piacesse il suo tono, ma perchè le rimbambavano dei ricordi nella testa che non sapeva neanche di avere. Era come se vederla era una scossa al cuore. Le era successo la prima volta e le stava succedendo anche in quel momento. Era strano, era particolare ed aveva paura. Ma cosa le doveva dire esattamente: mi fai venire dei ricordi in mente ma non mi ricordo neanche di averti mai vista dall'ultima volta al San Mungo? L'avrebe internata, ne era certa e lei non ci teneva per niente. Non era qualcosa che voleva veramente. Si morse il labbro e sorrise appena quando le disse che aveva capito la situazione. C'era qualche fregatura, lei era troppo gentile con una sconosciuta. Davvero? Perchè lo faceva? Perchè non faceva altro che capirla, aiutarla e... Scosse appena il capo. Davvero è anche il tuo preferito? Da dove vieni? Chiese così di getto, senza pensarci veramente. Era qualcosa che non riusciva veramente a capire, le era uscito quasi spontaneo, ma prima che lei potesse rispondere, le cadde qualcosa dalla borsa, lei si abbassò per prendere quella foto e gli cadde il bicchiere di vetro dalle mani. Non poteva essere lei. Quella foto non poteva essere quella di quella ragazza. C'era qualcosa che non andava veramente bene. C'era per forza una spiegazione. Prese la foto, cercò di non dare troppo nell'occhio, anch ese il bicchiere era oramai caduto e se la mise davanti agli occhi. Quando la ragazza sarebbe tornata al tavolo, avrebbe visto il terrore, la paura, e soprattutto l'incredulità nel volto della ragazza. La guardò, non sapeva cosa pensare, non sapeva cosa dire. Non sapeva neanche se la sua faccia fosse impassibile oppure si poteva notare nettamente che fosse completamente sconvolta da tutto e da tutti. Si morse il labbro, poi Posò la foto sul tavolo ed ancora gliela fece scivoltare davanti. Chi è questa ragazzina?Era lei, lo sapeva, aveva ancora nel suo armadio quel vestitino celeste. Lo amava. Era l'unica cosa che gli rimaneva di quando era piccola, ci era veramente, ma veramente tanto legata. Ma non sapeva come dirlo. Perchè hai questa foto? Chiese vedendo, solamente in quel momento, la sua mano tremare, completamente. Davvero poteva essere qualcuno che sapesse qualcosa di lei? Ma lei sapeva tutto di se stessa, non c'era niente da dire. Si morse ancora il labbro, sentiva le lacrime fare capolino dei suoi occhi grandi. Per favore, dimmi la verità. Sentì come una voce da bambina nella sua testa, come se stessero giocando ad un parcogiochi,un pò malandato, ma comunque giocavano insieme a qualcosa come un girotondo.Si toccò i capelli per cercare di levare quella brutta sensazione dalla sua testa. Perchè continuava a sentire quella vocina stupida. Sapeva che una delle due bambine era lei, ma l'altra? Chi diavolo era?
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