Posts written by Faye Brider

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    Joanne Nilsson
    Densiriana | 24 anni
    Alla fine Edwards era come tutti gli altri, alla fine l'aveva mollata dopo averle promesso che sarebbe rimasto con lei per tutta la vita. Era incredibile quello che le era successo. Lei che era sempre stata una persona scrupolosa, quella che non dava confidenza, se ne era andata da casa per studiare. Non riusciva a credere che tutto quello fosse successo davvero a lei. Come aveva potuto fidarsi di un ragazzino attraccato da chissà dove arrivasse e si innamorasse di lei? No, non era possibile. Alla fine aveva riso di lei con il suo amichetto e ciao, se ne era andato. Non poteva neanche immagina quanto avrebbe voluto uccidere quel tizio. Lo aveva addirittura accolto a casa sua, lo aveva fatto dormire nel suo letto, lo aveva accudito dopo quella terribile missione. E lui se ne era andato, esattamente come tutti gli altri. Allora non era meglio andare dietro a quell'inglese stupido e viziato? Che poi, ancora lui in giro nella sua testa stava? Sospirò, era li, in giro, con il suo arco e le sue freccie per fare esperienza e soprattutto per cercare di imparare davvero arti nuove, spezie nuove, erbe nuove. Tutto doveva essere nuovo, perchè non ce la faceva veramente più. Era riuscita a cambiare, era riuscita davvero a crescere, ad avere un minimo di conrollo nella sua vita. Doveva solamente capire che doveva farcela da sola, doveva essere autonoma ed indipendente. Basta. Doveva veramente smetterla di credere che il mondo poteva essere migliore, non per lei, non in quel momento. Lanciò una freccia quando vide una persona vicino al lago. Lo stava solamente mettendo in guardia, ma quando capì chi ea, corse verso di lui e lo abbracciò, quasi travolgendolo. Dove eri finito?Chiese rifuggiandosi nelle sue braccia. Ecco, Jason era la sua costante, era l'unica persona che era rimasta nonostante tutto e nonostante tutti. Sorise. Sei come tutti gli altri uomini. Te ne vai. Non fai altro che sparire. Sei veramente, ma veramente pessimo! Aggiunse poi dandogli dei pugnetti sugli addominali. Era contenta di averlo incontrato, alla fine era la sua famiglia.

    RevelioGDR
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    I tuoi esperiemnti mi fanno impazzire!
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    Joanne Nilsson
    Densiriana | 24 anni
    Ecco già. Cominciamo dalla fine ed andiamo a ritroso. Perchè era andata li se quel posto le faceva così schifo? Forse perchè era l'unico posto dove poteva veramente andare? Forse perchè Rebecca era l'unica che poteva davvero capirla? Forse perchè era talmente tanto confusa da se stessa che forse era ora di cominciare a pensare davvero come una donna e non come una ragazzina? Perchè era andata proprio da lei e quando aveva visto quella stanza non era andata semplicemente via? Joanne non lo sapeva, o meglio, lo sapeva ma non voleva, in qualche modo essere una persona incoerente con se stessa ed allora, si limitava ad essere una bigotta criticona. Si, prima o poi l'avrebbe smessa di fare una cosa del genere, ma adesso torniamo ad un ordine cronologico che si possa dire tale. Sorrise alla donna e si strinse nelle spalle. Beker. Quello era solament eun farabutto, ma se la proteggeva, allora andava più che bene. é che non capisco. Forse è perchè ancora non so come sfruttare il mio corpo oppure come, effettivamente renderlo bello ed attraente, però so che questo ragazzo mi piace, da morire. So che questo è quello giusto, so che... non so... insomma sto bene con lui! Se solo avesse saputo che di li a qualche giorno sarebbe scomparso nel mare aperto, magari non avrebbe detto quelle parole. Ma non poteva saperlo, quindi decise di mandare avanti la sua idea folle e strampalata. Ok, non è neanche poi così difficile, ma la smetterò di dirti sempre le stesse cose e... La domanda della ragazza, comunque la lasciò completamente interdetta in quanto lei non sapeva esattamente come rispondere. Si era innamorata? In linea di principio si, ma, ecco, non ne era del tutto e veramente sicura. Si morse il labbro e si strinse nelle spalle. Innamorata mi sembra una parola eccessiva, a dire la verità! MA, credo che potrei innamorarmi, davvero!!Aveva gli occhi sognanti, aveva il cuore a mille e quando le sue mani si posarono su di lei, allora sentì un brivido dietro la schiena. Quelle mani... La mente gli tornò a quella vasca da bagno e la cosa le fece stringere le gambe in maniera tale che lei non potesse rendersi conto di quanto l'aveva eccitata e quanto si eccitasse anche solo al pensiero. Da pudica a Bi è un attimo Jo! Io...insomma... io credo che tu sei l'unica che mi abbia ascoltato davvero e l'unica che alla fine abbia capito il mio disagio e... ecco, mi ha aiutata a vincere le mie paura. Credo che sia per questo che sono qui! Lo disse sussurrando, come se la vicinanza con quella donna la rendesse nervosa, come se fosse davvero il frutto proibito e soprattutto il pensiero perverso della densiriana, comunque non disse altro.

    RevelioGDR
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    Joanne Nilsson
    Densiriana | 24 anni
    Non capiva seriamente perché stesse facendo così, non capiva perché non poteva essere la persona che
    aveva incontrato sotto la finestra. Forse era così solamente perché stava per morire? Quella cosa lo aveva
    quasi risucchiato e forse anche per colpa sua e quindi adesso era così? Forse era permaloso e lei lo stava
    semplicemente scoprendo adesso. In fondo se ci pensava bene, non si conoscevano poi da così tanto
    tempo quindi alla fine poteva anche essere una cosa del genere, no? Comunque Joanne era sempre stata
    da sola, era sempre stata quella emarginata e di conseguenza non aveva ne amici ne ex fidanzati e di
    conseguenza non sapeva come comportarsi con lui, ma conosceva quella freddezza. Si irrigidì e poi cercò di
    andare via. Era anche inutile continuare tutto quello, forse lo stava anche disturbando! Ma ehi!
    Non devi muoverti dal letto!
    Disse poi rendendosi conto che si era alzato. Insomma lei si era girata
    di spalle per andare via, dopo il suo si, e lo aveva fatto anche con un sorriso e con l’unico intento di lasciarlo
    riposare, di fare la persona normale, di non farsi troppe paranoie, ed adesso quello che voleva dire. Andò
    anche lei in bagno e posò una sua mano sulla sua spalla. Non gli importava delle sue ferite. Lui aveva
    rimarginato le sue ferite interne, lei voleva contraccambiare, niente da fare era proprio una Ellis. Nessuno
    poteva fare un favore a loro due se loro due non potevano ricambiare nell’immediato. Era pazzesco. Scosse
    il capo e cercò di mettersi davanti a lui per fermarlo. Senti non voglio disturbarti, ne scocciarti,
    ma vorrei che tu ti riposassi. So che queste giornate sono strane, ma…
    Ce la stava mettendo tutta.
    Ma io ci tengo tantissimo a te e mi preoccupo e non voglio che ti succeda niente. Era
    rossa in viso, era la prima volta che dichiarava i suoi sentimenti a qualcuno. Non erano dei veri e propri
    sentimenti, ma comunque era qualcosa, no?


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    Joanne Nilsson
    Densiriana | 24 anni
    Ancora non lo diceva a nessuno e per quanto Rebecca non a frequentava da un bel po', visto e considerato
    che aveva scoperto essere una meretrice, Joanne non sapeva a chi andare e comunque meglio di lei, chi
    poteva mai esserci? Era a disagio e quello era chiaro. Era altrettanto chiaro il fatto che fosse una persona
    poco esperta e che li dentro era veramente, ma veramente fuori luogo. Ma la verità era che Joanne voleva
    solamente parlare di quella situazione e soprattutto voleva essere certa che quello che era successo a lui
    era piaciuto. Certo, chiederlo a Rebecca era un po' come dire: ci vai a letto tu e vedi se quello che ho fatto
    io gli piace? Ma non era quello il senso, ovviamente. Si avvicinò a lei e si strinse nelle spalle. Si
    chiama Edward è un densiriano, ma è arrivato qui da poco per il fratello a quanto pare!
    Rispose poi
    cercando di evitare tutto quello, ma era impossibile, alla fine non riusciva a non farle quella domanda e, da
    un punto di vista, a Joanne interessava di più quella risposta, in quel momento, che la sua esperienza
    personale. Fece un respiro profondo ed ascoltò la sua risposta, poi la guardò. Effettivamente era bellissima,
    effettivamente sicuramente sapeva dove poggiare la sua pelle per far eccitare un uomo. Si morse il labbro e
    si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, prima di poggiare entrambe le mani tese sull’estremità delle
    ginocchia. Non penso che tu sappia fare solo questo. Questo lo si dovrebbe fare con chi si ama.
    Non credo neanche che tu ami tutte le persone con cui vai a letto. Non ti fanno schifo alcuni di loro? Perchè
    devi sempre dire di si? Non potresti fare semplicemente la locandiera? Insomma ok, si è piaciuto anche a
    me farlo, tantissimo, e da quando abbiamo smesso non penso ad altro e vorrei farlo e farlo e farlo ancora…
    ma con LUI.
    Il concetto era semplice, no? Alla fine Rebecca conosceva il soggetto e poteva anche
    facilmente intuire che la ragazzina, essendo alle sue prime armi si era invaghita dell’unico pene che aveva
    visto. Ci sta, era naturale, era qualcosa che succedeva a qualsiasi tipo di ragazza. Quasi non sapeva se aveva
    voglia di riprovare con lei oppure semplicemente era una richiesta di aiuto per placare il tutto e farsi dire,
    esattamente cosa fare, anche se era molto semplice, bastava semplicemente andare da Ed, o invitare lui a
    casa! Non a stava guardando, guardava dritto di fronte a lei. Stava morendo di imbarazzo e nonostante la
    luce verde, Rebecca poteva indistintamente vedere le gote rosse della ragazza.


    RevelioGDR
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    Joanne Nilsson
    Densiriana | 24 anni
    Lo vide correre verso casa sua, lo vide affannarsi, ma lei rimase li. Non riusciva a muoversi, era così
    arrabbiata con se stessa che non riusciva seriamente a muoversi. Si morse il labbro, decise che doveva
    andarsene da quel vicolo, già una volta le avevano fatto del male in una situazione del genere. Andò anche
    lei verso casa sua e mentre lui si metteva le mani in faccia disperato lei lo scansò. Non voleva parlarci ne
    vederlo. Si erano già detti tutto quello che dovevano dirsi. Infilò la chiave ella toppa e con un clic si aprì, poi
    entrò e prima di richiudergli la porta in faccia decise di urlargli ancora un po' contro. Non ti sei
    divertito abbastanza?
    Chiese poi amareggiata, stava cercando no solo di non piangere, ma anche di
    non urlare come una ragazza impazzita. Lo voleva fuori dalla sua vita ed anche in maniera molto celere. Si
    era invaghita di lui, tutto qua! Avevano passato dei momenti bellissimi insieme, aveva deciso di essere il
    primo con una consapevolezza che faceva paura, ed adesso era li a ridere di lei con il suo amico. Era
    solamente questo che la ragazza vedeva veramente. Non poteva crederci. Lei lo aveva chiamato in
    situazioni assurde della sua vita, lei lo aveva cercato ed aveva dormito con lui, aveva condiviso con lui
    l’unica cosa che davvero non aveva mai condiviso con nessuno, il suo corpo. Era stata sincera, si era messa
    a nudo completamente e non solo nel senso letterale della cosa, e lui cosa aveva fatto? Scosse il capo
    guardandolo delusa, sconcertata, amareggiata e soprattutto era ferita. L’aveva trattata in quel modo
    davanti a tutti, densiriani che già non la consideravano una di loro a prescindere. Ingoiò a vuoto.
    Che vuoi da me? Non hai già ottenuto abbastanza? Non ti sei già preso gioco di me come
    volevi? Bravo
    (applauso ironico) Sei stato così bravo a farmi credere e vedere che
    persona incredibile tu fossi che ci sono cascata. Per me sei… anzi no. Eri, speciale, davvero. Io per te
    l’ennesima puttana.
    Avrebbe sbattuto semplicemente la porta, o comunque avrebbe tentato di
    farlo.


    RevelioGDR
  7. .
    DIFFIDENTE
    Abitualmente scettico o sospettoso nei confronti degli altri e delle loro azioni.
    Poteva morire dall’imbarazzo. Appena entrata dentro quella stanza non fece altro che sentire l’odore del sesso in tutti i modi possibili ed immaginabili e lei voleva morire. Alla fine anche lei aveva ceduto a quel piacere e non sapeva perché voleva dirlo a Rebecca, ma quello era troppo. Era seriamente blasfemia. Se ne stava andando. Quelle luci verde flue soffuse, il caminetto acceso, il letto spostato in maniera tale da guardare tutto da uno specchio e magari farsi anche vedere da altri e così via, cominciava a fargli davvero paura e schifo, ribrezzo a dirla tutta. Fece un passo indietro ma prima di poter uscire dalla stanza la bionda entrò, comunicandole che aveva solamente mezz’ora prima che arrivasse una cliente e Joanne non sapeva che dire. Era come se la voce gli fosse morta in gola, si sentiva seriamente, ma seriamente a disagio. Poi quella proposta, che non era una proposta, le fece sgranare gli occhi. NO. Fu secca, completamente e perentoria. Era qualcosa di estremamente palese quello che stava succedendo e a che cosa alludesse Rebecca ed era altrettanto assurdo che lei glielo avesse chiesto. Si strinse nelle spalle. [corlo=purple] Volevo solamente dirti che avevi ragione, che alla fine… ecco, è una cosa bella… e che… ecco anche io adesso non sono più vergine! [/color] Disse semplicemente. Era immobile. Non sapeva cosa le stesse prendendo e se doveva semplicemente sperimentare anche una cosa del genere? Non disse niente, cercò di levarsi quel giorno da dentro la testa, cercò di dimenticare le sue dita che la facevano venire con dei semplici gesti. No, lei adesso stava con Edwards. Se solo lei avesse saputo che il ragazzo non era per niente d’accordo con la sua visione delle cose e la monogamia non rientrava tra le sue priorità, allora si sarebbe semplicemente spogliata, anche se… Si morse il labbro. Perché lo fai? Lo chiese improvvisamente, non sapendo neanche lei bene cosa dire o fare. Era stato improvviso. Improvvisamente non voleva andare via da li ma voleva guardare, vedere come si divertiva lei, come riusciva davvero a fare solo quello che voleva. Joanne era curiosa ed adesso, anche se tardi, la curiosità non faceva altro che arrivare a bomba nella sua mente, uscire come se non ci fosse un domani, voleva fare le sue esperienze e vivere, finalmente, una vera vita.
    23 ANNI
    DENRISIANA
    ARCIERA
    SOGNATRICE
    Joanne Nilsson
    Diffida di tutto, tranne di quello che ti dice il tuo cuore.
  8. .
    DIFFIDENTE
    Abitualmente scettico o sospettoso nei confronti degli altri e delle loro azioni.
    Si era fidata talmente tanto di lui che alla fine, come al solito ci era rimasta fregata. Possibile che non imparava proprio mai? Possibile che qualsiasi cosa potesse dire e fare alla fine ci rimaneva sempre pesantemente fregata? Non poteva credere che Ed avesse detto qualcosa di loro a Thomas o come si chiamava lui, non poteva credere, neanche per scherzo che stavano parlando di lei o addirittura, ed ancora peggio ridendo di lei. Era qualcosa che le faceva così schifo che davvero cominciava a pensare che era stupida, non ci arrivava. In quel momento della sua vita poi, si sentiva ancora davvero più stupida. Come si poteva anche solo pensare al fatto che Ed, la sua prima volta, la sua prima cotta, il suo primo "amore" se così poteva essere definito, era uno stronzo ed anzi, forse molto peggio di tutti gli altri. Di cosa si era preoccupato nel vederla li dentro? Del fatto che poteva vederlo con il suo amico? O ancora peggio con un'altra. Oddio e se era andato già con altre mentre a lei... ecco lui non aveva mai detto che stavano insieme ne tanto meno che lei aveva l'esclusiva nei suoi confronti. Un moto di vomito le salì fino allo stomaco. Lui era libero, lei era solamente un altro trofeo nella ua bacheca. Si stava sentendo male e dopo quello schiaffo aveva cominciato a correre. In quel momento non aveva neanche più fame e forse aveva pagato a buffo, per non prendere assolutamente niente. Lei stava studiando, stava seriamente cercando di essere una persona migliore, una persona più all'altezza del mondo che la circondava ed invece, invece il mondo la ributtava sempre giù ed Edward era la prova di tutto quello. Non si rese conto che lui la stava seguendo, quindi alla fine, voltò in un vicoletto buio e si appoggiò con una mano al muro, di spalle alla strada, cercando di riprendere fiato. Avrebbe voluto seriamente urlare, urlare in maniera assurda e greve, urlare perchè non le rimaneva altro da fare. Joanne era una ragazza brava, buona, ma il mondo la stava cambiando, piano piano la stavano facendo diventare ancora più diffidente, più fredda, più superba, quasi cattiva. Ed una delusione d'amore non poteva far altro che aumentare il processo. Si era fidata di lui, e lui l'aveva tradita.
    23 ANNI
    DENRISIANA
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    Joanne Nilsson
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    Richiedente: Joanne Nilsson
    Provino per: Resiliente
    Requisiti: 32 Resistenza, 30 Coraggio
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    DIFFIDENTE
    Abitualmente scettico o sospettoso nei confronti degli altri e delle loro azioni.
    Non vedeva Rebecca da una vita e forse era stato voluto proprio dalla ragazzina. Era stata lontana da lei perchè non gli piaceva quello che faceva. Perchè doveva vendere il suo corpo solamente per essere apprezzata e ricca? Era meglio andare a cogliere le patate all'orto che darla al primo che passava senza alcun tipo di contegno o amore. Ecco si, era cambiato proprio quello di Joanne. Aveva una cotta, forse la sua primissima cotta seria dopo Jason. Ma con lui era stato diverso, lui si era sempre comportato come un papà per lei e la cosa non gli era mai dispiaciuta. Edwards era diverso per davvero. Era come se fosse qualcosa di assurdamente attraente, era una calamita. Insomma aveva intenzione di andare da Rebecca perchè le cose le stavano sfuggendo di mano. Adesso, dopo aver saputo anche un'ulteriore verità sulla sua vita era semplicemente confusa e voleva un volto amico con il quale parlare senza filtri. Rebecca era stata la prima che l'aveva ascoltata senza prenderla mai in giro, senza minimamente ridere delle sue difficoltà, anzi, si era "prestata" per farle capire che non c'era niente di peccaminoso nel voler star bene e nel provare piacere anche fisico. Jaonne da quell'incontro si era toccata alcune volte ed aveva scaricato così la sua voglia di amore normalissima per la sua età. Ma adesso che Ed era molto sfuggente, quasi come se non volesse più parlare, non volesse più stare con lei, Joanne era caduta di nuovo in una confusione assurda. E se aveva fatto male? E se si era fidata della persona sbagliata? Non poteva succedere quello e non voleva davvero che accadesse. Si morse appena il labbro e poi entrò nel canto della sirena. In quel posto gli faceva davvero tutto un pò ribrezzo, ed infatti andò dritta verso la cassa. Vorrei vedere Rebecca. Chiese semplicemente, secca e con uno sguardo tra il preoccupato, il giudichevole e un pò schifato. Chissà quante malattie hanno! Pensando un pò anche da ignorantella quale era. Comunque alla fine la ragazza capendo il tipo l'accompagnò direttamente nella stanza di Rebecca, bussò e le disse di accomodarsi che sarebbe arrivata tra poco. Il fatto era che Joanne sgranò gli occhi. Mica era li per... Divenne rossissima ma la ragazza se ne andò e lei rimase in piedi rossa come un peperone davanti al letto. Effettivamente, la sua primissima volta era stata proprio con la bionda. Attese senza muoversi ne toccare niente.
    23 ANNI
    DENRISIANA
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    Joanne Nilsson
    Diffida di tutto, tranne di quello che ti dice il tuo cuore.
  11. .
    DIFFIDENTE
    Abitualmente scettico o sospettoso nei confronti degli altri e delle loro azioni.
    Non era solo scossa, era impietrita. Guardava quella foto con gli occhi sgranati era sicura di essere lei in quella foto. Non si rese neanche conto che la ragazza non aveva risposto alle sue domande, quella foto l'aveva completamente resa nulla. Si morse il labbro più e più volte, poi prese il suo portafoglio, a strappo, povero con dentro un unica foto, la stessa identica di Mayra. Le mise a confronto, non aveva contezza neanche che Mayra fosse tornata, se ne rese conto solamente quando le cominciò a parlare di quella stessa foto e di quella bambina. Edith. Edith. Quando pronunciò quel nome sentì un dolore lancinante alla testa quasi come se qualcuno gli avesse dato una botta in testa, quasi se qualcuno gli avesse dato la chiave per un compartimento del suo cervello che era stato messo a tacere tanto e tanto tempo prima. Era stato violento, delle immagini le stavano tornando in mente e le stavano offuscando la testa, la mente, il corpo stava tremando. La voce di Mayra risuonava dentro la sua testa dicendo a suo fratello di smetterla di infastidirla che si sentiva meglio e che non doveva affaticarla. Joanne sgranò gli occhi, la guardò con i suoi occhi scuri e profondi, già grandi di per loro ma lucidi come la riccia. Non prendermi in giro. Dove hai preso questa foto. Non le credeva. Era una storia assurda. Quello voleva dire che la sua vita, per 24 anni era stata una bugia, e come ci era arrivata a denrise? Le passò la sua foto. Era identica, solamente che Joanne, o Edith, come la chiamava lei, era semplicemente un anno più grande, ma aveva lo stesso identico vestito addosso, ed era seduta su di un altro divano. Io... tu... Non sapeva seriamente come uscirne da tutto quello, non sapeva seriamente come riuscire anche solo a pensare che aveva una sorella che la credeva morta. Fece un respiro profondo cercando di riprendersi. Ho sempre avuto la sensazione che quelli non fossero i miei genitori e che io non appartenessi a quel posto! Ma tu stai mentendo e smettila di piangere. Aveva paura e sapeva, in cuor suo che la riccia non stesse mentendo. In fondo avevano una foto della stessa persona, solamente cresciuta di un anno e per niente cambiata. Joanne era sempre stata molto mingherlina, una ragazzina minuta e la sua caratteristica principale erano sicuramente i suoi occhi grandi e neri. Un pozzo nero infinito.
    23 ANNI
    DENRISIANA
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    Lei era cresciuta come una piccola schiava. Aveva lavorato da sempre, non si era mai fermata, aveva sempre prediletto la terra ed aveva coltivato patate, lattughe, pomodori, e quant'altro sotto gli occhi completamente indifferenti dei suoi famigliari. Bramava l'amore e le attenzioni come mai aveva desiderato niente. Che fossero di un'amica, di un parente, di un ragazzo o anche solo di un famiglio che non poteva, in nessun modo permettersi. Quando aveva conosciuto Edwards le sembrava che avesse scoperto un modo completamente nuovo, un mondo a colori, bellissimo. Si era lasciata andare talmente tanto che aveva deciso di concedersi, di concendere per una volta al suo corpo di fare quello che voleva. Ed alla fine ci era rimasta veramente, ma veramente di merda. Da quando erano tornati dalla missione lui era completamente cambiato nei suoi confronti e lei non sapeva cosa fare. Rivoleva l'ed che aveva conosciuto quella notte, quello che si era preso cura di lei, quello che l'aveva fatta sentire speciale per una notte e per una volta nella sua vita. Si morse il labbro, posò la sua tazza di tisana ancora bollente ed andò a chiudere le persiane. Lo guardò come per chiedergli se così andasse bene ma quello che disse dopo le fece alzare ancora un sopracciglio. Non ti preoccupare. Non ti tolgo questo primato. Disse poi palesemente triste ed un pò sconcertata. Era ovvio che lei non meritasse una vita felice e più lui faceva in quel modo più Joanne se ne convinceva. Era una vita che aspettava uno come lui, si era concessa! Dio quanto si sentiva stupida per aver aspettato 24 anni ed aver dato la sua verginità ad uno che non faceva altro che trattarla di merda. Non se lo aspettava e forse era stupida anche solo a pensare certe cose, ma si sentiva una stupida davvero! Perchè faceva in quel modo. Comunque andò a prendere l'altra tazza di tisana e gliela mise sul comodino. Ogi ti senti meglio? Chiese trascurando il fatto che sulla mano fosse un pò rossa per la scottatura presa. Non voleva essere una sottona, ma era impossibile che lui fosse cambiato così tanto in così poco. Lei non era una stupida. Sapeva che c'era solamente qualcosa che non andava!
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    DIFFIDENTE
    Abitualmente scettico o sospettoso nei confronti degli altri e delle loro azioni.
    Ogni parola di Ed era un colpo al cuore e soprattutto un pugno allo stomaco. Davvero si stava rivolgendo così a lei? Davvero aveva intenzione di dirle cosa era quello? Di alzare anche solamente minimamente la voce con lei? Davvero stava succedendo tutto quello? Joanne aveva gli occhi sgrnati, il corpo un pò curvato all'indietro ed il cuore che stava impazzendo. Non lo aveva mai visto così e soprattutto dopo quella volta, si erano visti poco quasi come se lui la stesse evitando, ma visto che aveva anche altro a cui pensare, non voleva farsi elucubrazioni mentali. Ed invece? Invece era proprio quello il problema, che lui aveva e stava continuando a fare lo stronzo come mai aveva fatto fino a quel momento. Dopo quello che gli disse, dopo la sua proposta indecente, la mano di Joanne si stampò veloce sulla guancia del ragazzo. Fece un passo indietro. Non mi devi spiegazioni? Sai neanche io a te! Sapeva che di li a poco avrebbe pianto, ma avrebbe resistito fino a quando non fosse tornata a casa sua. Lo so che questo è un bordello. E mi fa schifo il posto ed anche chi lo frequenta, ma a quanto pare era l'unico aperto questa sera. E sai una cosa? Sei così presuntuoso che pensi che qualsiasi cosa io debba fare o non fare la debba dire a te! Adesso era lei a puntargli il dito contro ed a martellare sul suo petto. Sai anche cos'altro?So difendermi da sola. Non mi servi tu! Questa volta, però fece un passo all'indietro. Scosse il capo. Veramente un pugno nello stomaco. Quando arrivò la ragazza con la sua cena lei la guardò male. Non la voglio più, mi è passata la fame, dalla pure a lui e al suo stupido amico. Prese i soldi e la pagò. Offre questa stupida con l'illusione di averne trovato almeno uno completamente diverso dagli altri! Disse poi dando i soldi alla ragazza prima di voltarsi per andarsene. Quando si voltò, alzò il medio per mandarlo a quel paese. Era arrabbiata, delusa e voleva solamente piangere. Era incredibile come una cotta, la sua prima cotta potesse fare così male. Scosse il capo ed una volta uscita dal canto della sirena, corse, corse così veloce che una volta dentro casa dovette buttarsi sul divano e respirare forte e profondamente. Pianse.
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    DIFFIDENTE
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    Ascoltò le sue parole con una strana attenzione, come se volesse capire se davvero stesse dicendo la verità, come se da quel mini e breve racconto potesse capire se effettivamente lei potesse essere... chi, esattamente? Era qualcosa di strano, la sua voce le faceva venire un mal di testa atroce e non perchè non le piacesse il suo tono, ma perchè le rimbambavano dei ricordi nella testa che non sapeva neanche di avere. Era come se vederla era una scossa al cuore. Le era successo la prima volta e le stava succedendo anche in quel momento. Era strano, era particolare ed aveva paura. Ma cosa le doveva dire esattamente: mi fai venire dei ricordi in mente ma non mi ricordo neanche di averti mai vista dall'ultima volta al San Mungo? L'avrebe internata, ne era certa e lei non ci teneva per niente. Non era qualcosa che voleva veramente. Si morse il labbro e sorrise appena quando le disse che aveva capito la situazione. C'era qualche fregatura, lei era troppo gentile con una sconosciuta. Davvero? Perchè lo faceva? Perchè non faceva altro che capirla, aiutarla e... Scosse appena il capo. Davvero è anche il tuo preferito? Da dove vieni? Chiese così di getto, senza pensarci veramente. Era qualcosa che non riusciva veramente a capire, le era uscito quasi spontaneo, ma prima che lei potesse rispondere, le cadde qualcosa dalla borsa, lei si abbassò per prendere quella foto e gli cadde il bicchiere di vetro dalle mani. Non poteva essere lei. Quella foto non poteva essere quella di quella ragazza. C'era qualcosa che non andava veramente bene. C'era per forza una spiegazione. Prese la foto, cercò di non dare troppo nell'occhio, anch ese il bicchiere era oramai caduto e se la mise davanti agli occhi. Quando la ragazza sarebbe tornata al tavolo, avrebbe visto il terrore, la paura, e soprattutto l'incredulità nel volto della ragazza. La guardò, non sapeva cosa pensare, non sapeva cosa dire. Non sapeva neanche se la sua faccia fosse impassibile oppure si poteva notare nettamente che fosse completamente sconvolta da tutto e da tutti. Si morse il labbro, poi Posò la foto sul tavolo ed ancora gliela fece scivoltare davanti. Chi è questa ragazzina?Era lei, lo sapeva, aveva ancora nel suo armadio quel vestitino celeste. Lo amava. Era l'unica cosa che gli rimaneva di quando era piccola, ci era veramente, ma veramente tanto legata. Ma non sapeva come dirlo. Perchè hai questa foto? Chiese vedendo, solamente in quel momento, la sua mano tremare, completamente. Davvero poteva essere qualcuno che sapesse qualcosa di lei? Ma lei sapeva tutto di se stessa, non c'era niente da dire. Si morse ancora il labbro, sentiva le lacrime fare capolino dei suoi occhi grandi. Per favore, dimmi la verità. Sentì come una voce da bambina nella sua testa, come se stessero giocando ad un parcogiochi,un pò malandato, ma comunque giocavano insieme a qualcosa come un girotondo.Si toccò i capelli per cercare di levare quella brutta sensazione dalla sua testa. Perchè continuava a sentire quella vocina stupida. Sapeva che una delle due bambine era lei, ma l'altra? Chi diavolo era?
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    DENRISIANA
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    Joanne Nilsson
    Diffida di tutto, tranne di quello che ti dice il tuo cuore.
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