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Edward Heart.
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DONGIOVANNICorteggiatore impenitente di donne, audace e fortunato, talvolta millantatore.Aveva avuto davvero paura quel giorno… perché lui, nella sua vitalità, non aveva mai davvero pensato all’eventualità e all’incombenza della morte, che, quel maledetto giorno, gli era passata a fianco. Era sicuro che non se lo sarebbe mai scordato e, probabilmente, ne sarebbe uscito… come dire… diverso. Sì, perché era abbastanza cambiato da quando qualcuno gli aveva concesso di sopravvivere e si era fatto più irritabile, anche con Joanne, la quale, invece, pazientemente, l’aveva portato a casa sua e curato con grande dedizione. Da un lato, Edward ne era felice, perché altrimenti sarebbe marcito in un brutto ospedale bianco, pieno di vecchi bavosi e noiosi; dall’altro, invece, aveva paura… paura che lei si innamorasse davvero di lui. Quella vicinanza… quanto accaduto sotto le lenzuola qualche giorno prima della missione… l’innamoramento sarebbe stato inevitabile. Ma pensò che se lui si fosse reso più scorbutico e antipatico, la ragazza, probabilmente, avrebbe cominciato a non sopportarlo più e avrebbe abbandonato qualsiasi idea le avesse potuta passare per la mente riguardo alla loro relazione.
Quindi, da quando aveva aperto gli occhi al mondo, dopo essere svenuto per l’ennesima volta, non aveva fatto altro che trattarla male, risponderle male o ignorarla, per quanto, dentro, tutto quello lo facesse sentire come se davvero stesse morendo. E non poteva esserci morte peggiore… ma lui non meritava l’amore. Non gli serviva, no? Era stato senza amore per moltissimo tempo, da quando era un bambino… e, poi, l’amore non conduceva a nulla… mentre l’arguzia sì.
Le persiane della camera da letto erano spalancate e concedevano alla luce di filtrare all’interno e battere sulle palpebre chiuse del giovane predone, al quale, in realtà, non dava alcun fastidio, ma, volendo perseguire i suoi piani, si permise di comportarsi peggio di un vecchio lamentoso.
- JOANNEE, CHIUDI ‘STE MALEDETTE PERSIANE! MI FANNO MALE GLI OCCHI E NON RIESCO A DORMIREEEEE -
Contemporaneamente sentì un – Cavolo – essere pronunciato dalla voce di lei. Si portò un braccio davanti agli occhi, in una scenata che avrebbe fatto invidia a qualsiasi capriccio infantile, e punto lo sguardo verso di lei, notando che si fosse scottata la lingua.
- Non scottarti. Non posso portarti al pronto soccorso se ti fai male. Di malato sto io, non c’è bisogno di aggiungere pure te. -
Pronunciò quelle parole con grande durezza, seppur avesse voluto, in realtà, chiederle come stesse e dirle di non preoccuparsi per lui, perché lui stava davvero bene.24 ANNI PREDONE SCHEDA PG STATISTICHE EDWARD HEARTIl pubblico si è sempre aspettato che io fossi un playboy, e un bravo ragazzo non delude mai il suo pubblico. . -
.DIFFIDENTEAbitualmente scettico o sospettoso nei confronti degli altri e delle loro azioni.Lei era cresciuta come una piccola schiava. Aveva lavorato da sempre, non si era mai fermata, aveva sempre prediletto la terra ed aveva coltivato patate, lattughe, pomodori, e quant'altro sotto gli occhi completamente indifferenti dei suoi famigliari. Bramava l'amore e le attenzioni come mai aveva desiderato niente. Che fossero di un'amica, di un parente, di un ragazzo o anche solo di un famiglio che non poteva, in nessun modo permettersi. Quando aveva conosciuto Edwards le sembrava che avesse scoperto un modo completamente nuovo, un mondo a colori, bellissimo. Si era lasciata andare talmente tanto che aveva deciso di concedersi, di concendere per una volta al suo corpo di fare quello che voleva. Ed alla fine ci era rimasta veramente, ma veramente di merda. Da quando erano tornati dalla missione lui era completamente cambiato nei suoi confronti e lei non sapeva cosa fare. Rivoleva l'ed che aveva conosciuto quella notte, quello che si era preso cura di lei, quello che l'aveva fatta sentire speciale per una notte e per una volta nella sua vita. Si morse il labbro, posò la sua tazza di tisana ancora bollente ed andò a chiudere le persiane. Lo guardò come per chiedergli se così andasse bene ma quello che disse dopo le fece alzare ancora un sopracciglio. Non ti preoccupare. Non ti tolgo questo primato. Disse poi palesemente triste ed un pò sconcertata. Era ovvio che lei non meritasse una vita felice e più lui faceva in quel modo più Joanne se ne convinceva. Era una vita che aspettava uno come lui, si era concessa! Dio quanto si sentiva stupida per aver aspettato 24 anni ed aver dato la sua verginità ad uno che non faceva altro che trattarla di merda. Non se lo aspettava e forse era stupida anche solo a pensare certe cose, ma si sentiva una stupida davvero! Perchè faceva in quel modo. Comunque andò a prendere l'altra tazza di tisana e gliela mise sul comodino. Ogi ti senti meglio? Chiese trascurando il fatto che sulla mano fosse un pò rossa per la scottatura presa. Non voleva essere una sottona, ma era impossibile che lui fosse cambiato così tanto in così poco. Lei non era una stupida. Sapeva che c'era solamente qualcosa che non andava!
23 ANNI DENRISIANA ARCIERA SOGNATRICE Joanne NilssonDiffida di tutto, tranne di quello che ti dice il tuo cuore. . -
Edward Heart.
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DONGIOVANNICorteggiatore impenitente di donne, audace e fortunato, talvolta millantatore.Okay, si sentiva una merda. Fisicamente, ovvio. Ma non poteva non ammettere che lo fosse anche caratterialmente. Edward non era così. E mai lo era stato, con nessuna e nessuno. Si stava comportando da stronzo e lo leggeva non solo tra le righe delle parole di Jo, ma anche nel suo sguardo che la stava ferendo profondamente e, pian piano, stava riuscendo a farla allontanare da lui.
In quel momento, avrebbe desiderato ardentemente che se ne andasse da quella stanza, che smettesse di trattenersi con lui, quando lui non faceva altro che farle del male. Eppure, la giovane predona era testarda e continuava ad essere lì per lui. Ad esempio, come riusciva a trattenere una conversazione quando le aveva appena detto che bastava lui come malato e che quindi lei avrebbe fatto meglio a non farsi male? Era davvero grave quella frase… si odiava. Si odiava perché lui non poteva darle quello che lei si aspettava, perché lui non meritava altro che merda nella sua vita, non amore, né bellezza. Solo scopate vuote e senza senso, per svuotare letteralmente le palle. Brutto a dirlo, piacevole a farlo, ma senza scopo né senso… non quello che, nell’intimità più profonda e che non ammetteva neanche a sé stesso, al suo Io cosciente, Edward desiderava.
Alla fine, borbottò un – Sì – abbastanza burbero e maleducato, per quanto, in quel momento, avesse voluto, invece, sprofondare in ginocchio davanti a lei e chiederle perdono per quando schifo facesse e per quanta merda le avesse gettato addosso. Ma no, non poteva farlo. Non poteva prometterle nulla, perché lui era una scommessa persa in partenza. E Joanne si meritava, invece, un vero tesoro, non uno scrigno vuoto come lui, che non avrebbe potuto offrirle niente nella vita e per la vita, se non dolore e sofferenza.
“Sei un coglione! Alzati e curale la mano!” gli urlò la coscienza.
Cosa restava se non l’opportunità, o meglio la brutta abitudine, di rimanere nel letto a rimuginare su sé stesso e su quanto patetico fosse?
Niente, non ce la poteva fare. Gettò le coperte da un lato, si alzò d’improvviso dal letto, con fatica, ed emise un gemito di dolore. Eppure, nonostante quelle che avrebbero potuto essere le proteste della ragazza, proseguì mezzo zoppicante, verso il bagno, sapendo che la giovane predona l’avrebbe seguito. Aveva un piano.24 ANNI PREDONE SCHEDA PG STATISTICHE EDWARD HEARTIl pubblico si è sempre aspettato che io fossi un playboy, e un bravo ragazzo non delude mai il suo pubblico. . -
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