Un Americano ed un Densiriano possono essere davvero amici?

Thomas&Edwards

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    Non ci poteva credere. Quel coglioncello di Edwards era tornato a denrise e non gli diceva niente? Insomma era impazzito o cosa? Oppure non si ricordava le loro belle serate insieme un pò da per tutto!? Possibile che si era dimenticato di lui? Insomma no, quello non era assolutamente possibile e lo sapeva benissimo ed allora perchè non lo aveva avvertito? Possibile che doveva scorpire certe cose in giro per Denrise, mentre veniva guardato male da chiunque passasse ed incrociasse il suo sguardo e mentre faceva allenamento? Incredibile. Quando lo intravide tra le strade di Denrise si era portato tipo ad una sorta di pedinamento, giusto per essere sicuro che fosse lui davvero e giusto per non fare l'ennesima figuraccia! Ma quando lo aveva visto insieme ad una ragazza a fare il cialtrone, allora aveva capito che era lui e che era doppiamente uno stronzo. Si avvicinò quando ebbe finito con la ragazza che se ne andò felice e sorridente con il suo numero e scosse il capo. Non sei cambiato di una virgola. Possibile che usi sempre le stesse tattiche e ti va sempre bene? Chiese prima di ridacchiare appena e dargli una pacca sulla spalla. Possibile che sei così coglione da tornare su questa dannata isola e non pensare a dirlo a me? Insomma lo sai che vivo a Londra! Lo sapeva? E chi è che non lo sapeva della sua compagnia passata? Thomas era uno che non si teneva assolutamente niente per se, quindi lo sapevano tutti per forza, anche chi, forse, non avrebbe mai dovuto saperlo. Ma non era importante, Thomas aveva veramente, ma veramente pochissimi nemici nella sua vita e di conseguenza non aveva nessuna intenzione di pensarci. Era sicuro che prima o poi alcuni scheletri nell'armadio si sarebbero sicuramente scoperti, ma non era, forse, quello il momento. Sorrise ancora sperando che Ed lo avesse riconosciuto e che non prendesse un cazzotto in faccia dal suo amico!
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  2. Edward Heart
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    Corteggiatore impenitente di donne, audace e fortunato, talvolta millantatore.
    Alcuni, proprio come avrebbe fatto il suo amico Thomas poco dopo, non sapendo ancora che lo avrebbe incontrato, avrebbero detto a Edward che utilizzasse sempre le solite tecniche di seduzione. In realtà, non era esattamente così perché il predone si faceva carico di due modalità: la prima, esplicita, smagliante, a volte anche volgare, nei confronti di donne o ragazze popolane e prostitute; la seconda, invece, modesta, delicata, fine e sicuramente più subdola verso coloro che Edward riteneva di “pregiata fattura”. Se avesse dovuto descrivere l’arciera, Joanne, a qualcuno, questi avrebbe notato una certa instabilità e indecisione perché era palese che il ragazzo non riuscisse a categorizzarla. L’aveva conosciuta sulla Nightwing, la nave pronta a salpare alla volta del villaggio africano: gli era sembrata una giovane donna molto semplice, sicuramente di umili origini, ma non avrebbe mai pensato che fosse così… seria. Non lo considerava un difetto, assolutamente, ma lui era sempre stato abituato ad avere a che fare maggiormente con ragazze di strada, senza alcuna vergogna, aperte, a tratti volgarissime e con loro ne aveva avute di belle avventure di letto. Ma Joanne era diversa. Con lei sembrava ci volesse un tocco meno sfarzoso e più sommesso.
    La “fanciulla” che aveva dinanzi era proprio una delle solite. Erano vicinissimi, il volto del predone affianco al suo orecchio e la bocca in procinto di sussurrarle qualcosa. Le prese il polso e la trascinò verso un’alcova: ciò che aveva intenzione di farle sarebbe stato etichettato come “atti osceni in luogo pubblico”. La schiacciò contro il muro e la baciò intensamente, senza troppe moine.
    - Mhhh, sei così bella… - le sussurrò, tra una inspirazione e un’altra, mentre le loro labbra si fondevano, le une contro le altre.
    - …non sai cosa ti farei! – affermò ancora, gli occhi infuocati dalla lussuria. Premette un palmo di mano contro il seno della giovane, palpandolo e stringendolo, fino a quando la ragazza non avesse gemuto. Spostò la sua attenzione sulla pelle levigata del collo, che procedette a sbaciucchiarlo, alternando piccoli morsi. Il sapore di quella carne sulla sua lingua era paradisiaco: pulito, dolciastro, quasi fosse un pasticcino appena scartato.
    - Oh, Ed! – mugugnò la sconosciuta, in preda all’eccitazione.
    - Dimmi, piccola… cosa vuoi? Che ti scopi qui, davanti a tutti? -
    Strinse tra i denti la pelle del collo, facendola gemere.
    - Sì… -
    Le alzò la gonna e infilò un suo braccio al di sotto di essa. Senza troppe cerimonie, premette i polpastrelli dell’indice e del medio contro le sue pieghe coperte dalle mutandine, strofinandoli sul suo bottoncino per qualche istante.
    - Ahh, è questo che vuoi allora… -
    La ragazza cominciò a muovere i suoi fianchi affinché Edward aumentasse la sua pressione, ma lui, così come aveva iniziato, termino quel lavoretto, lasciandola completamente bagnata.
    Bisbigliò: - E no, bambolina, non possiamo certo macchiarci la fedina penale… ma se vuoi che ti accenda come una candela – e sai che io verrei a qualunque ora, che sia notte o giorno -, dovresti passarmi un fogliettino di carta con il tuo numero di telefono… -
    Si allontanò subito dopo, lanciandole un occhiolino. La donna non perse tempo: fece proprio come le aveva appena ordinato subdolamente Edward, si raddrizzò la gonna, spazzandola con le mani, in modo tale che andassero via le pieghe e si allontanò con le gote arrossate e la promessa di una notte di passione.
    Il suo udito fu colpito da una voce familiare. Si girò di scatto, passandosi una mano tra i capelli: sorrise ampiamente quando riconobbe il suo caro amico Thomas.
    - TOOM!! -
    Si avvicinò all’auror e lo strinse in un abbraccio, battendogli una mano sulla schiena. Da quanto era che non si vedevano! Ormai aveva perso il conto del tempo, così “affaccendato” com’era – eheh Edward, si vede che sei un grande lavoratore! -.
    - Ma dove sei stato per tutto questo tempo?! Dì la verità: qualche bella ragazza, eeeh? -
    Gli rivolse un occhiolino e una faccia abbastanza impertinente.
    - E comunque, non sono mai stesse tecniche, caro amico mio! Credo proprio che tu abbia bisogno di qualche lezione: se vuoi condividere, per me non c’è problema! Ce ne sono di tutti i gusti, basta scegliere con cura. Ma non rimaniamo qui, in mezzo al deserto. Con questo caldo, una bella bevuta ci sta tutta! -

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    Ilvermorny era stato il suo momento felice, il suo momento veramente felice. Era sempre stato tra i ragazzi popolari, aveva giocato a Quidditch e si era divertito un casino. Ma soprattutto aveva conosciuto un sacco di persone belle, che lo avevano fatto migliorare sia nel carattere che nell'animo. Edwards era uno di questi. Si erano conosciuti e ritrovati quasi per sbaglio, forse perchè erano sempre stati un pò cazzoni ed un pò sempre presi dalle ragazze/i, Thomas uno che si faceva anche le pietre ed Edwards... uguale. All'inizio un pò rivali, ma cavolo se poi avevano deciso di diventare soci in questioni veramente sconvolgenti. Thomas non era una persona gelosa, non soffriva di monogamia ed anzi, per lui la condivisione era tutto. Aveva fatto cose a tre, quattro in abbondanza senza mai neanche pensarci troppo. Aveva coinvolto i suoi amici con le ragazze più belle, ed aveva deciso di essere amico con tutti, davvero.Edwards era comunque stato diverso. Con lui non solo si era confidato veramente, ma aveva anche deciso che era un compagno di vita. Gli aveva raccontato un pò di se, ed era anche convinto che tutto quello che aveva detto al suo compare, sarebbe rimasto tra di loro per sempre. Ti adoro! Non sei cambiato per niente e non metterai mai la testa apposto! Lo disse con affetto puro, abbracciandolo e facendogli capire che per lui non era passato neanche un giorno. Certo non erano stati nella stessa casata, ma cosa importava? A chi importava? Sorrise poi allontanandolo se il ragazzo si sarebbe fatto abbracciare e rise. Davvero? Tu vuoi fare lezioni a me? Andiamo! Non esiste! Aggiunse poi ridendo. Era felice, tutto sembrava essere tornato al proprio posto. Allora ce la facciamo una birra insieme?Daiii così mi racconti un pò! Cazzo non ti vedo da una vita! Disse poi senza levarsi quel sorriso da deficiente da sul viso.
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    Corteggiatore impenitente di donne, audace e fortunato, talvolta millantatore.
    - Io non metterò mai la testa a posto perché la mia sta apposto così! – risposte, con un pizzico di ironia. Si lasciò abbracciare e Edward fece altrettanto con il ragazzo. Da quanto tempo era che non si vedevano? Avrebbero dovuto rimediare, a tutto.
    - Beh? Hai qualcosa da ridire? Lo sai che io sono il migliore in questione di donne… -
    Lo guardò, mentre il suo viso si apriva ad una espressione maliziosa. Ne aveva incontrate di belle bombe sexy, sì… ed era pronto a farlo anche quella notte, come tutte quelle addietro.
    - Per esempio, hai visto la bambolina che se n’è appena andata? L’ho attratta con la sola forza del mio sguardo magnetico… non ti nego che le sue mutandine erano fradicie! -
    Si diede ad una risata. Gli mise un braccio attorno alle spalle, camminando, nel frattempo, verso nessuna meta.
    - Andiamo! Ti porto in un bel posticino per uomini... -
    Alla fine, lo condusse al bordello di Denrise: avrebbero potuto rinfrescarsi, sorseggiare una birra e, perché no, stare in compagnia di qualche bella donzella. I due avevano gusti molto simili e si sarebbero capiti al volo. Lasciò passare avanti Thomas, con uno scimmiottato – Prego, grissino! – e una risalta al seguito.
    Non appena varcarono le porte del locale, furono subito assaliti da tre signorine in bella forma: due brune e una bionda. Edward si morse il labbro e le guardò con lussuria. Lui le conosceva molto bene.
    - Ed, non ci vediamo da molto tempo… - disse una, accarezzandogli il braccio.
    La bionda, invece, preferì avvicinarsi all’auror.
    - E chi è questo signorino qui? Non ce lo presenti, Ed? -
    Prese Thomas sottobraccio e gli sussurrò qualcosa nell’orecchio che il predone non colse affatto.
    - Mie care signore – esclamò Edward, - possiamo offrirvi da bere qualcosa? -


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    Rise. Forse non rideva in quella maniera da non sapeva neanche lui quanto. Si era dimenticato di quanto fosse divertente andare in giro con un amico e non pensare assolutamente a niente. Si era dimenticato di quanto era divertente essere sicuramente un bel ragazzo, insome ad Ed che sapeva fare solamente danni. Sorrise per ricomporsi e poi scosse il capo come per dirgli che no, non sarebbe cambiato veramente, ma veramente mai. Ma come si faceva ad essere così scemi, stronzi, divertienti e carismatici allo stesso modo?Il tuo sguardo magnetico! Chissà che incanto ti sei inventato anche questa volta! Lo prese in giro sapendo benissimo che non gli serviva nessun trucchetto per farsi qualche ragazza o comunque per fare amicizia. Poi sospirò e gli diede una piccola spinta per quello che disse. Sei proprio una troia, prima lo fai annusare e poi non lo dai! Poverina! Aggiunse poi scoppiando a ridere poi per le sue stesse parole. Ecco come erano gli amici per lui: non importava quanto tempo si vedevano o si sentivano, l'importante era che fossero sinceri e la sincerità portava sempre al fatto che alla fine potevano passare anni, ma era sempre uguale il loro rapporto, perchè si volevano semplicemente bene. Ma si può sapere in che angolo del mondo sei andato a finire? Racconta, io adoro i tuoi racconti! Aggiunse poi ridacchiando prima di sorridere appena ed andando con lui verso il canto della sirena. Ecco, li ci era andato solo una volta, ma oramai tanto tempo fa. L'accoglienza fu degna di un Heart e quando quelle tre ragazze arrivarono verso di loro, lui sorrise. Che ne dici se dopo io e te ci divertiamo un pò!? Thomas sorrise, annuì le schiaffò la lingua in bocca per suggellare la promessa e poi tornò a guardare il suo amico. Dio ti benedica! Disse poi ridacchiando prima che le ragazze li lasciassero un pò soli e loro ordinassero, thomas sicuramente una bella birrozza grande, ma era sicuro che l'amico non avrebbe fatto niente di diverso. Allora! Racontami che a quanto pare dopo ho un appuntamento! Aggiunse poi sedendosi in uno dei tavoli con le panche.
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  6. Edward Heart
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    - E se lo dici tu, ma’ friend…! – rispose alla presa in giro, con un inglese parlato tipico di Denrise. – Lo so, il mio sguardo è talmente magnetico da catturare tutte… anche le vecchiette che mi prendono a borsettate! -
    Ridacchiò di gusto ad un ricordo che raccontò immediatamente al suo amico.
    - Un giorno, ero con una bella tipa. Alta, rossa di capelli, con proprio due bei meloni e due belle chiappe sode che mmh… ti veniva proprio voglia di prenderle e… vabbè, hai capito, no? Ecco, eravamo fermi su un marciapiede e dovevamo attraversare la strada. Al mio fianco, c’era questa nonnina che, ogni tanto, ci buttava un’occhiata. A un certo punto, ho allungato il braccio verso la mia accompagnatrice e, visto che non c’era nessuno, le ho sfiorato il culo. Che ne potevo sapere io che la signora stava guardando? Fatto sta che ha cominciato a prendermi a borsettate, urlando “Brutto maiale schifoso, come ti permetti” e bla bla bla… che esperienza! Immagina che mi lasciò un livido perché mi colpì, anche se non proprio volontariamente, con il ferro del manico della borsetta… -
    Scosse il capo, mentre si dava a una bella risata, unita alla spintarella che l’auror gli diede.
    - E chi l’ha detto che non lo do? Ah Thomas… stai perdendo punti sul mio conto! La popolazione femminile di Denrise è stata tutta mia -
    Spalancò le braccia e fece un giro su sé stesso per enfatizzare ciò che aveva detto.
    - …o quasi – aggiunse poi, con un occhiolino.
    - Si, certo che ti racconto, ma prima andiamo al bar, che ho sete! -
    Una volta giunti al bar e dopo essere stati assaliti dalle belle signorinelle, Edward osservò Thomas baciare la bionda: sgranò gli occhi, spalancò la bocca e buttò fuori un fischio di ammirazione.
    - Vedo proprio che non hai perso il tuo tocco, Tom! -
    Si avvicinò verso il loro tavolo e prese posto. Ordinò una birra scura, fresca e spumosa.
    - Non sei l’unico ad avere un appuntamento, te lo ricordo! Cooomunque… dove sono stato? Dove sono stato… Ah si, ho fatto un po' il giro del mondo, mi hanno mandato in Africa -



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    Era nato con la leggerezza addosso. Sua madre gli aveva insegnato l'arte del sesso fin da bambino e quando era divenuto adolescente si era ritrovato a non essere vergine senza neanche saperlo. Sicuramente era un traoma non da poco essere violentati ripetutamente dalla propria madre, ma il padre di Thomas lo aveva allontanato appena beccati a letto, aveva capito la situazione, ed aveva compreso come a suo figlio servisse aiuto. Tanto era stato fatto per Tom, che alla fine era diventato un auror, abbastanza equilibrato e solamente un pò ninfomane, ma sempre con rispetto. Era sicuramente qualcosa che gli apparteneva il rispetto e lo aveva sempre dimostrato, comunque, al racconto del suo amico, si piegò in due dalle risate. Ma perchè lui non era li per vedere la faccia del suo amico mentre cercava di far colpo anche sulla vecchietta e soprattutto ce le prendeva per una cosa normalissima? Insomma era divertente, specialmente perchè sapeva come lui era fatto e sicuramente erano molto simili per quello. Si era sempre trovato d'accordo con lui perchè alla fine della situazione si erano sempre capiti con uno sguardo, si erano sempre voluti bene e soprattutto erano sempre stati molto, molto complici. Ma davvero? Non ci sei stato per così tanto tempo che hanno fatto una scuola, con delle ragazze disponibili, devo dire. Fin troppo disponibili a dire il vero! Disse poi pensando all'ultimo incontro con Giada. Ma non si era pentito. La ragazzina avrebbe fatto sicuramente strada. Sorrise poi al ragazzo e scosse il capo. Ma forse è perchè non ti vedo più in azione! Quindi dovrai pur farmi vedere cosa hai imparato in giro per il mondo! Aggiunse prima di sedersi al tavolo insieme a lui e ridacchiando per il suo complimento. Ecco si, per lui, detto da Ed, era veramente un complimento. Ascoltò dove era stato. Africa! Wao! E cosa ci sei andato a fare, di grazia?UUUUU! Disse poi tirandolo per il braccio e facendogli notare una ragazza, carina, bassina, capelli neri, bel fisico. Se sei stato anche con quella allora hai veramente tutto il mio rispetto!
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  8. Edward Heart
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    - Sì, ridi, ridi pure, che ride bene chi dire ultimo! – esclamò Edward. Non se l’era seriamente presa, stava solo fingendo un po' ed era, a dir la verità, abbastanza bravo. Se Thomas non l’avesse conosciuto così bene, era sicuro che ci sarebbe cascato in pieno nei tranelli che tirava.
    - Ragazze disponibili? A scuola? Sul serio?! No, comunque non sarebbero proprio le mie tipe… ma le tue sì. Sei più piccolo di me, no? – gli domandò. Di ragazze che si concedevano facilmente ce n’erano state pure quando lui aveva frequentato la scuola, ma, comunque, non ai livelli con cui vedeva le giovani di quegli anni. La società si stava trasformando e lui non poteva negare che ne traeva un certo vantaggio, soprattutto per il suo divertimento. Poi, in un lampo di genio, chiese, con sguardo impertinente e indagatore allo stesso tempo: - Chi hai conosciuto? -.
    Era sicuro che avesse fatto conoscenza di qualcuno di bella presenza della scuola, visto che parlava in quel modo.
    - Beh, penso che tu sappia – e non mi dire che non è così, sennò davvero non siamo più amici… - gli rivolse un’occhiataccia mentre gli puntava un dito contro. - …che io sono un Predone, perciò navigo, navigo, navigo fino a quando non si raggiunge la meta, cioè la terra ferma: circa una settimana fa sono tornato da una missione in Uganda. È stato abbastanza avvincente, senza contare, poi, i mostri marini che abbiamo dovuto affrontare. Maa tu invece, dove cavolo ti sei cacciato?! Posso capire me stesso che lavoro come predone, ma tu… cioè tu stai dietro una scrivania -
    Il cameriere interruppe la loro conversazione porgendo loro le due birre. Edward prese il manico della sua e si diede alla prima sorsata.
    - Aaah! Bella fresca! – esclamò, con il baffo di spuma.
    Non appena Thomas gli indicò una ragazza, Edward girò lo sguardo e… i suoi occhi si spalancarono.
    - Cosa ci fa lei qui, in un bordello?! – domandò retoricamente. Non poteva mica… non è che si era data alla prostituzione?! Fattosi d’un tratto serio, si pulì il labbro con il braccio, si alzò dalla sedia e, con un – Arrivo subito, Tom! -, lasciò il tavolo, facendosi strada verso la ragazza.
    - Joanne – la chiamò, una volta vicino a lei.



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    Edited by Edward Heart - 17/8/2022, 22:33
     
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    Abitualmente scettico o sospettoso nei confronti degli altri e delle loro azioni.
    Perchè era li? Non lo sapeva neanche lei, ma aveva fame e quella sera non le andava di mangiare. Odiava quel posto in maniera assurda. Vedere tutte quelle nudità la sconvolgeva sempre e la faceva sentire sempre a disagio. Era come se tutto quello fosse una punizione divina per tutti. Come si poteva anche solo pensare di rimanere in quel posto? Eppure ad Denrise era tutto chiuso tranne quel posto e lei lo odiava come non mai. Si morse il labbro, appena e quando arrivò al bancone chiese ad una delle signorine se vi fosse Rebecca, ma le risposero che no, non c'era rebecca, e che di conseguenza, doveva andare in altri luoghi o con altre persone. Lei era arrossita visibilmente e chiese semplicemente, scuotendo il capo come se avesse ricevuto la peggio proposta, di voler solamente un piatto da mangiare da portar via, ma niente, niente di niente, doveva mangiarlo li e visto che lei ispirava bullissimo allo stato puro, la ragazza si era anche avvicinata posandole una mano sul seno, che poi Joanne neanche aveva! Fece un passo indietro e le puntò una freccia alla gola. Ti posso giurare che la prossima volta che mi sfiori sarà l'ultima cosa che farai. Nessuno si era girato, evidenemtne li dentro era tutto normale, ma la ragazza capì che faceva sul serio e se ne andò, Joanne abbassò l'arco e quando sentì quella voce dietro le sue spalle le si fece notte. Si morse il labbro, rimise la freccia nella feretra e l'arco dietro le spalle. Chiuse gli occhi forte e poi si voltò verso di lui. Ciao! Non sapeva che dire, e la sua faccia tra il rossa, lo sconvolta e l'incazzata diceva troppo, forse di come stava. Che ci fai qui? Chiese poi un pò indispettita, ma vide un ragazzo di bella presenza guardarlo divertito e bere. No, non era una cosa che poteva essere successa, giusto? Non disse niente, cercando di ignorarlo.
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    Diffida di tutto, tranne di quello che ti dice il tuo cuore.
     
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  10. Edward Heart
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    Era difficile spiegare come si sentisse davvero. Certo era che non voleva davvero che Joanne fosse lì, ma non poteva, comunque, dar inizio a una scenata solo perché i suoi desideri non corrispondevano ai fatti. Jo era una ragazza libera, in fin dei conti. Se lei avesse voluto darsi a… no, ma come poteva davvero accettarlo?! Lei non poteva fare la prostituta, cazzo! Non poteva. Punto. Fine della storia. E poteva pure pensare che fosse uno stronzo, ma non le avrebbe mai permesso di vendere il proprio corpo. E, poi, c’erano davvero tanti lavori… proprio questo doveva venire a scegliere?! Sì, era redditizio… ma non adatto a una brava ragazza come Joanne. Forse non aveva capito nulla di lei?! Ma era davvero impossibile…
    Non la capiva affatto! Sembrava essere infastidita e incazzata. Ma se non voleva essere sfiorata, perché cazzo era lì?
    Non era propriamente lucido in quell’istante, perciò, allungò un braccio e le cinse le spalle in una posa elegante, spostandola verso un angolo del locale dove sapeva che non sarebbero stati disturbati, ma da cui Edward avrebbe potuto tenere d’occhio anche Tom e viceversa. Lui e l’arciera dovevano parlare e Ed avrebbe risposto alle sue domande solo dopo che lei avesse risposto alle proprie.
    - Perché sei qui? – le domandò, senza troppi giri di parole.
    - Non è proprio il locale dove mi aspetterei di trovarti, Joanne -
    Era tornato a utilizzare il suo nome completo e non più il diminutivo. Era paradossalmente importante, perché, da un lato, indicava che fosse leggermente incazzato, dall’altro che le stava prestando tutta l’attenzione possibile e le stesse dando una certa importanza che prescindeva dall’amicizia che avevano stretto.
    La sua coscienza gli urlava di non correre verso conclusioni affrettate, eppure quella parte minuscola del suo cervello che non faceva altro che imparanoiarsi sembrava aver preso il sopravvento.
    Si passò una mano tra i capelli biondi, abbastanza frustrato e in attesa della sua risposta.




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    Si lui era più piccolo di Ed di qualche anno e lo aveva sempre preso molto a modello specialmente perchè lo vedeva libero, come se non gli interessasse niente di nessuno e la cosa non gli dispiaceva. Quando era entrato ad Ivermony, Thomas era seriamente arrabbiato con il mondo e sfogava tute le sue frustrazioni sugli altri, in genere scopandoli o comunque ingannandoli, ma non era bello in nessuno dei due modi, poi aveva cominciato a frenquentare Ed, e le cose erano cambiate. Si poteva dire, che incosciamente, era stato il suo salvatore, la sua ancora di salvezza e la cosa gli piaceva, la cosa lo rendeva seriamente felice. Adesso stava molto meglio e si divertiva, i suoi scheletri nell'armadio non erano più un problema e riusciva seriamente ad essere una persona migliore. Quando aveva indicato quella ragazzetta che era entrata, Thomas non pensava che davvero il ragazzo la conoscesse e la cosa lo fece seriamente sorridere. Non aveva perso il suo smalto, ma quando lo vide avvicnare la ragazza e portarla in un anfratto del locale, come se fosse seriamente irritato di vederla in quel luogo, Thomas alzò un sopracciglio ed attese semplicemente che tornasse al tavolo. Era qualcosa di incredibile quello che succedeva. Non lo vedeva da una vita eppure non era cambiato niente. Era imprevedibile, era incredibile e lo lasciava sempre tra il perplesso e l'incantato. Alla fine decise di alzarsi ed andarsi a presentare da solo alla ragazza, anche se quello che sentì lo fece tornare esattamente da dove era arrivato, ossia al suo tavolo. Che Ed si stesse innamorando e non ne aveva idea? Oppure era la sua prostituta privata e preferiva e non voleva condividerla con altri? Si, forse era esattamente quello! Anche perchè era veramente impossbile che Ed si abbandonasse ad una vita di sentimentalismi! Non era il tipo e comunque gli sarebbe preso un colpo a Thomas se avesse saputo una cosa del genere in quel modo, senza nessun tipo di preavviso. Sorrise al ragazzo, in quanto si potevano tranquillamente vedere e poi alzò il bicchiere di birra verso la ragazza, come se gli stesse augurando buona fortuna per quello che sarebbe successo di li a poco. Oppure avrebbero fatto una cosa a tre? Lei era notevole, piccolina, ma notevole!é un mito, non c'è niente da fare! Borbottò tra se e se mentre continuava a bere la sua birra. Non vedeva l'ora che tornasse e che gli dicesse chi era quella moretta. Perchè le ragazze più carine sempre a lui piovevano dal cielo?
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    Thomas Richenford - 21 anni
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    Alzò un sopracciglio. Non gli aveva risposto e la cosa la fece allarmare ed agitare insieme. Quel tizio continuava a guardarli in maniera divertita e lei avrebbe solamente voluto prendere una freccia e tirargliela dritta in mezzo agli occhi. Non riuscì a dire o fare niente, che venne spostata leggermente da Ed, con il braccio sulle spalle, verso un posto discreto del locale. Lo guardò sgranando i suoi già enormi occhi neri. Te l'ho chiesto prima io. E comunque a me non andava di cucinare e sono venuta a prendere qualcosa damangiare qui, nonostante non mi faccia impazzire questo posto. Anzi, se proprio vogliamo dirla tutta, mi fa un grandissimo ribrezzo! Aggiunse seriamente prima di incrociare le braccia al petto. Fece un passo indietro. Da quando erano andati a letto insieme non era più quello di prima e lei, che era già complessata di suo, si era fatta così tanti film in testa che cominciava a pensare che non erano propriamente film. Sbuffò per la sua irritazione. Non guardarmi così, non ne hai il diritto. Neanche io mi aspettavo di vederti in un locale del genere! Eppure... eccoti qua. Edwards! Disse poi ignorando completamente il suo amichetto che addirittura aveva alzato un calice verso di loro. Ma stava bene. E chi è quello che non fa altro che guardarti, sorridere ed aspettare notizie?! Lo disse in maniera che potesse capire cosa stesse intendendo. Insomma. Joanne non voleva fargli una sfuriata li dentro, ne voleva essere gelosa di lui, anche perchè ancora non ci stava capendo niente neanche lei ed aveva anche altro a cui pensare, ma niente l'avrebbe ferita come una presa in giro del genere. Ovviamente non sapeva ancora se ci fosse veramente in atto una presa in giro, ma era stata abituata in un certo modo e non voleva di certo essere presa per una fessa qualsiasi. Lei era cambiata. Adesso sapeva come reagire, giusto? Era davvero cambiata? Lo sperava con tutte le sue forze e sperava anche, che Ed non fosse come tutti gli altri, quello no, forse quello non lo avrebbe mai accettato.
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    Sì, forse lui non avrebbe dovuto avere voce in capitolo sulla vita privata di Joanne e, di fatto, non ce l’aveva. Quelle azioni significavano alzare i toni su cose che non lo riguardavano, ma non riusciva proprio a mantenere le labbra serrata davanti alla visione di proprio quella ragazza in un locale come quello. Ultimamente, era stato proprio un grande stronzo con lei, l’aveva trattata di merda per, conseguentemente, trattarsi di merda. E lui non riusciva a metter freno totalmente a quello che sentiva dentro… le voleva bene, ci teneva troppo per vederla in un bordello.
    - Se non ti fosse andato di cucinare, avresti potuto benissimo chiamare me. Ti avrei portato o ti avrei fatto portare qualcosa. Oppure, avresti potuto semplicemente scegliere un locale diverso! Joanne, è un bordello questo. Un. Bordello. Come ti può venire in mente di prendere da mangiare in un bordello?! Sai che qui diventi tu cibo da prendere? O no?! -
    La osservò infuriarsi e ciò non fece altro che far infervorare ancor di più Edward. Le puntò un dito contro.
    - Ora, a te la scelta: o esci di qui e ti accompagno da qualunque altra parte – non sia mai che qualche verme schifoso ti segua! – oppure vieni al mio tavolo e stai lì, con me. Ma sappi che verrai scambiata dagli altri per una prostituta… avrai tutti gli occhi di quei viscidi puntati addosso… e non mi piace! -
    Era la prima volta che ammetteva qualcosa che fosse così vicino all’interessa per la ragazza.
    - E, comunque, io non ti devo spiegazioni. -
    Passò una mano tra la chioma bionda e incrociò le braccia al petto. Buttò uno sguardo verso Thomas.
    - Quello è un mio amico di infanzia. E che aspetti notizie o meno, non ha importanza… Ma, per tranquillizzarti, non sono le notizie che intendi tu. E pure che lui lo voglia, puoi star tranquilla che non succederà proprio nulla. Ora, cosa vuoi fare? Se scegli di venire al tavolo, dovrai comportarti come la mia ragazza, come se stessimo insieme seriamente, okay? Almeno così ti lasceranno in pace. Tutti. -





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    Il pubblico si è sempre aspettato che io fossi un playboy, e un bravo ragazzo non delude mai il suo pubblico.
     
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    Ogni parola di Ed era un colpo al cuore e soprattutto un pugno allo stomaco. Davvero si stava rivolgendo così a lei? Davvero aveva intenzione di dirle cosa era quello? Di alzare anche solamente minimamente la voce con lei? Davvero stava succedendo tutto quello? Joanne aveva gli occhi sgrnati, il corpo un pò curvato all'indietro ed il cuore che stava impazzendo. Non lo aveva mai visto così e soprattutto dopo quella volta, si erano visti poco quasi come se lui la stesse evitando, ma visto che aveva anche altro a cui pensare, non voleva farsi elucubrazioni mentali. Ed invece? Invece era proprio quello il problema, che lui aveva e stava continuando a fare lo stronzo come mai aveva fatto fino a quel momento. Dopo quello che gli disse, dopo la sua proposta indecente, la mano di Joanne si stampò veloce sulla guancia del ragazzo. Fece un passo indietro. Non mi devi spiegazioni? Sai neanche io a te! Sapeva che di li a poco avrebbe pianto, ma avrebbe resistito fino a quando non fosse tornata a casa sua. Lo so che questo è un bordello. E mi fa schifo il posto ed anche chi lo frequenta, ma a quanto pare era l'unico aperto questa sera. E sai una cosa? Sei così presuntuoso che pensi che qualsiasi cosa io debba fare o non fare la debba dire a te! Adesso era lei a puntargli il dito contro ed a martellare sul suo petto. Sai anche cos'altro?So difendermi da sola. Non mi servi tu! Questa volta, però fece un passo all'indietro. Scosse il capo. Veramente un pugno nello stomaco. Quando arrivò la ragazza con la sua cena lei la guardò male. Non la voglio più, mi è passata la fame, dalla pure a lui e al suo stupido amico. Prese i soldi e la pagò. Offre questa stupida con l'illusione di averne trovato almeno uno completamente diverso dagli altri! Disse poi dando i soldi alla ragazza prima di voltarsi per andarsene. Quando si voltò, alzò il medio per mandarlo a quel paese. Era arrabbiata, delusa e voleva solamente piangere. Era incredibile come una cotta, la sua prima cotta potesse fare così male. Scosse il capo ed una volta uscita dal canto della sirena, corse, corse così veloce che una volta dentro casa dovette buttarsi sul divano e respirare forte e profondamente. Pianse.
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    Corteggiatore impenitente di donne, audace e fortunato, talvolta millantatore.
    Nella sua vita, di ceffoni da donne o ragazze che aveva tentato di ammaliare ne erano piovuti tanti, ma di quell’intensità mai. Non parlava della forza fisica, affatto, ma del male che gli procurava il suo cuore.
    Non appena quella mano colpì la sua guancia, si portò le dita su di essa, con occhi leggermente sgranati. “Te lo sei meritato…” pensò. “…dopo che l’hai trattata in quella maniera, cosa ti aspettavi?”. Il suo animo era combattuto: da un lato, avrebbe voluto chiederle scusa con tutto il suo cuore, mettersi in ginocchio e dirle che avrebbe fatto qualsiasi cosa per farsi perdonale; d’altro canto, però, una parte della sua mente gli cantilenava che stava facendo la cosa giusta a farsi odiare da lei. “Sì, la cosa giusta…”. E, per quanto facesse male, doveva continuare a comportarsi da stronzo che, effettivamente, non era. Indubbio, era stato diverso nei comportamenti con Joanne prima della missione in cui aveva perso la vita: dolce, comprensivo, attento, premuroso… proprio lui che era stato sempre indifferente alle emozioni altrui, ma che fingeva di capire solo per trarne il meglio del meglio. Era un opportunista nato, ma con Joanne non ci era riuscito. E aveva cominciato a pensare che quella ragazza avesse qualche potere magico particolare perché, davvero, non riusciva proprio a spiegarsi quel cambio repentino di modo d’essere.
    Mentre lei sputava fuori quelle parole, il biondino non riuscì a dir qualcosa, ma se ne stette nel suo mutismo, troppo preso da quanto era appena successo. “Ho sforato… ho sforato il limite… vaffanculo! Quanto posso essere stupido?!”.
    Il suo sguardo non lasciò andare il volto di lei. Non vide i soldi, ma ne udì il tintinnio. E, poi, Joanne era sparita, andata via. Che cazzo aveva appena fatto?! Rimase lì, in quell’angolino, fermo per qualche istante, cercando di metabolizzare il tutto e rovistando tra i cassetti della sua mente per una soluzione, una qualsiasi soluzione. Poi, dopo aver scosso il capo e con uno sguardo nerissimo, incazzato fino al midollo, si avvicinò a Thomas con passo celere e duro. Avrebbe notato la stampa di mano rossa sul suo viso.
    - Scusa Tom. Rimandiamo a un’altra volta. Non sono in vena di festeggiamenti al momento. -
    Raccolse un pugno di monete dal suo sacchetto e li posò sul tavolo.
    - Ecco i soldi. Paga tutto con questi. Concedimi almeno di rimediare per questo… Ora devo andare. Ci sentiamo! -
    Detto ciò, uscì dal locale, senza guardare in faccia nessuno.






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    Il pubblico si è sempre aspettato che io fossi un playboy, e un bravo ragazzo non delude mai il suo pubblico.
     
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