Votes taken by Howard H. Van Leeuwen

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    Howard H. Van Leeuwen
    Studente | 17 anni

    Howard non era soddisfatto della risposta che aveva dato alla domanda che il nuovo ‘professore’ gli aveva posto, ed il fatto di aver ricevuto delle occhiate ‘scrutanti’ da parte dello stesso sicuramente non davano uno dei quadri migliori per sentirsi a proprio agio. Nonostante tutto, la situazione venne velocemente salvata dal proprio vero docente di Rune Antiche, che in quel momento entrò rapidamente all’interno della classe, regalando uno spettacolo a tutti gli studenti con il suo carattere da macchietta che sicuramente non passava inosservato. Seguì per un primo momento le vicende ed i battibecchi tra i due, iniziando poi a prendere ispirazione e appunti su tutto ciò che i due stavano esponendo: di certo non immaginava che quella fosse una materia noiosa, ed il fatto che potesse scoprire sempre cose molto interessanti e nuove non faceva altro che infervorare la sua voglia di conoscenza, quella sete di sapere che tanto lo contraddistingueva.
    Seguiva i discorsi dei due non solo con gli occhi, ma anche con le parole che scriveva sul foglio, iniziando a fantasticare in merito alle popolazioni da loro tirate in ballo. In qualche modo, Howard sentiva di volersi maritare con uno di quegli uomini di una di quelle popolazioni così rustiche e legate al preservare la tradizione, culture che portavano alti i valori e che riuscivano a dipingersi di colori caratteristici ed unici nel proprio genere. Era un argomento interessante per lui, e questo si poteva benissimo intendere dallo sguardo luccicante e furbo che scattava tra un uomo e l’altro, salvo poi abbassarsi appena sui suoi appunti quando venne posta la domanda sulla quale fare un brainstorming generale. Howard si guardò intorno, dirigendosi poi da Harry e Aidan, con i quali sicuramente aveva avuto modo di parlare e conversare anche in passato, specialmente con il secondo.
    Decise di ascoltare le loro considerazioni in primis, commentandole successivamente così da corredarle delle proprie idee e dei propri ragionamenti, cercando di giustificare tutto ciò che voleva intendere in maniera molto puntuale e rigorosa. “Mi piace moltissimo questa impostazione che avete dato! Sono d’accordo sul fatto che il legno possa essere una risorsa molto importante, proprio per il fatto che questo può essere usato sia per le case che per le navi come dice giustamente Harry! Vorrei però anche considerare l’importanza di un altro materiale, o elemento, con i quali una popolazione dell’Alaska dovrebbe aver sicuramente avuto a che fare, a mio avviso: il ghiaccio. Un elemento che, dal punto di vista spirituale, potrebbe rappresentare la purezza, la luce, il candore, mentre a livello materiale può rappresentare quella stabilità, quella perseveranza, quella resistenza tipiche di un popolo che deve essere stato abituato a temperature e condizioni metereologiche estreme.” Si fermò per qualche istante, continuando poi il proprio discorso sul ghiaccio proprio in merito al discorso della postazione di pesca e di conceria delle pelli. “Anche nell’ambito della pesca, il ghiaccio potrebbe essere di grande aiuto: proprio come i babbani sfruttano la tecnica del congelamento per mantenere gli alimenti freschi e gustosi per più tempo, potremmo immaginare che le popolazioni in Alaska sfruttassero il loro ‘amico’ ghiaccio anche nella vita quotidiana e casalinga di tutti i giorni, rivelandosi una preziosa risorsa per la conservazione del pesce e, magari, anche per la conservazione ed il trattamento delle pellicce che usavano per vestirsi.”
    E quando il discorso virò sulla religione, il ragazzo sembrò accennare un piccolo segno concorde, come se volesse di fatto annuire con quanto detto da tutti loro. “Sono d’accordo con le influenze dei famosi miti norreni su un ipotetico culto di queste religioni, ma allo stesso tempo non sono molto convinto delle possibili influenze cristiane. Nel senso: Kwaku sembrava piuttosto categorico nel sottolineare quanto il cristianesimo fosse distante dalla concezione religiosa e spirituale delle popolazioni baltiche, e se questa popolazione dell’Alaska ha preso degli elementi da costoro, allora l’assetto religioso potrebbe essere di tipo più norreno. Chiaramente, mi sentirei di spingermi e di immaginare un pantheon basato su divinità legate agli elementi e alle materie da loro più utilizzate, e quindi una divinità delle foreste, una del gelo, una divinità degli animali, una divinità delle esplorazioni marine, e così via.” A quel punto, Howard attese il riscontro degli altri due amici che aveva nel proprio gruppo, particolarmente preso da quella conversazione.

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    Interagisce con il gruppo Alaska (salmoni and co), Harry Wood Numero cinque
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    Howard H. Van Leeuwen
    Studente | 17 anni

    Il fatto di aver portato a galla un baule con l’aiuto di una compagna che non era parte della sua squadra, sicuramente gli faceva capire come fosse una cosa bella il fatto di possedere amici. Howard era sempre stato amico di Emma, ed era davvero molto felice che lei si fosse prestata ad aiutarlo nell’impresa di portare a galla un baule posto davvero in profondità, e che sicuramente sarebbe stato molto più difficile portare a galla altrimenti. Sapeva di aver azzardato in precedenza, quindi per quel momento avrebbe cercato di prendere un baule sicuramente superiore a quello che aveva preso nel turno precedente anche grazie all’aiuto di Emma.
    Dopo aver riportato le gemme alla propria squadra, quindi, il ragazzo avrebbe preso immediatamente a correre verso il mare, se non fosse che in quel momento vide Cameron avere sicuramente qualche problema. Sarebbe quindi scattato immediatamente nella sua direzione, se non avesse visto che Elisabeth stava già prestando soccorso. Si avvicinò ai due, ma per qualche motivo sapeva che non sarebbe minimamente stata una buona idea: aveva capito più o meno cosa fosse successo, ma sicuramente Elisabeth stava prestando il giusto aiuto a quel ragazzo. Cosa avrebbe dovuto fare? Continuare a cercare gemme, o andare lì per rendersi conto di cosa stesse succedendo?
    Per una volta nella propria vita, anziché pensare ad essere perfetto in una qualche attività, Howard decise di far fede ai propri doveri di amico e di prefetto. Cercò quindi con lo sguardo gli altri membri della sua squadra, annunciando poi qualcosa a voce. “Voi continuate con le gemme, ho dei doveri da prefetto da svolgere!” E lo disse andando poi incontro alla figura di Elisabeth e di Cameron, osservando come quest’ultimo fosse sdraiato a terra.
    Si avvicinò ad entrambi con la bacchetta sfoderata, chiaramente desideroso di dare una mano a Cameron per quanto gli fosse possibile, mettendo anche in pratica gli insegnamenti del corso di Cura dei Viventi e delle Persone. Per il momento non sapeva se Cameron avesse ingerito dell’acqua o meno, o se avesse dei problemi a respirare, e quindi si sarebbe avvicinato a loro con fare molto tranquillo ed amichevole, iniziando a parlare con voce tranquilla. “Elisabeth, che succede? So che tu potrai aiutarlo meglio di chiunque altro, ma in quanto suo prefetto volevo sapere se potessi darti una mano in qualche modo.” Ed era così, Howard era dolce e gentile con tutti, ed in quel momento stava unicamente pensando al benessere di un ragazzo che faceva parte della sua casata.

    RevelioGDR


    Azioni: Facendo fede ai propri doveri di prefetto (e amico), raggiunge Elisabeth e Cameron e chiede cosa sia successo, chiedendo anche se possa essere di aiuto in qualche modo. <3

    Cameron Cohen Elisabeth Lynch

    Coraggio: 16

    Empatia: 19

    Intelligenza: 19

    Resistenza: 14

    Tecnica: 16

    Intuito: 17

    Destrezza: 12

    Carisma: 13

    EDIT: Ho modificato perché avevo aggiunto le informazioni ma non in uno spoiler, LOL
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    Howard H. Van Leeuwen
    Studente | 17 anni

    Nelle sere in cui Howard non stava chiuso in dormitorio o in biblioteca a studiare, le sue attività principali erano la camminata perlustrativa del castello, la cucina o, banalmente, qualche lieve esercizio ginnico per mantenere la propria forma. Quella sera aveva optato per una passeggiata molto tranquilla, che però aveva scelto di eseguire senza la propria divisa, considerando che l’orario delle lezioni era del tutto terminato ed aveva tutto il tempo necessario per prepararsi alla cena in sala grande.
    Camminava per i cortili con il suo outfit particolare che, come al solito, sprizzava ‘omosessualità’ da ogni singolo poro: in particolare, il ragazzo indossava un pantalone largo nero che gli donava una camminata molto elegante, accompagnato ad un cardigan a strisce orizzontali che presentava i colori dell’arcobaleno, mentre il tutto era abbinato ad una semplice magliettina bianca con una stampa con delle nubi nere sul petto. Era sempre stato un ragazzo molto dedicato al proprio stile, e sapeva benissimo di non seguire alcuna moda se non quella che più gli suggeriva la propria testa, motivo per il quale avrebbe sicuramente mostrato sempre uno stile che nasceva dal proprio cuore.
    Dopo aver girato un paio di angoli di quella meravigliosa struttura che era Hidenstone, il ragazzo immediatamente accennò un lievissimo sorrisetto nel notare come tutto sembrasse essere al proprio posto, iniziando quindi ad incamminarsi con passo molto più tranquillo mentre teneva su una spalla il proprio zainetto di finta pelle costellato da spille dai colori sgargianti e con molti glitter raffiguranti unicorni, muffin ed ogni altra tipologia di elemento ‘carino e coccoloso’.
    Avrebbe iniziato a camminare senza alcun problema, se non fosse che ad un certo punto il ragazzo non si accorse di un petardo lanciato nella propria direzione, saltando con entrambi i piedi in seguito allo scoppio e girandosi spaventato verso la direzione dalla quale il petardo era stato lanciato, identificando l’artefice di quello scherzo poco piacevole. Nonostante Howard non avesse uno degli sguardi più minacciosi del secolo, rimanendo pur sempre una persona molto tranquilla e pacata, decise di avvicinarsi verso di lui con risolutezza, lasciando che il proprio distintivo da prefetto risplendesse alla luce della sigaretta che lui stava fumacchiando. “Non è permesso fumare qui, non è sicuro per le persone che popolano queste mura e non è una struttura adatta a questo tipo di attività. Men che meno è una struttura adibita per spettacoli pirotecnici. Quindi ti chiederei cortesemente di spegnere la sigaretta e di consegnarmi eventuali altri petardi in tuo possesso.” E disse quelle parole andando a grattarsi appena all’altezza della caviglia, notando come i propri stivaletti fossero rimasti lievemente colpiti da quello scoppio, andando però a mordersi appena il labbro per via del dolore che provava su quella parte del corpo che ora si era lievemente arrossata. “In caso contrario dovrò rivolgermi alle autorità scolastiche per farti assegnare una punizione, purtroppo. Mi hai anche fatto male!”
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    Howard H. Van Leeuwen
    Studente | 17 anni

    Il fatto di essere uscito con Thomas era qualcosa che faceva molto piacere a Howie: era in un momento della sua vita in cui non sapeva benissimo cosa volesse, ed il fatto di potersi finalmente godere una serata in compagnia di un ragazzo tanto simpatico e piacevole, indubbiamente, era qualcosa che gli faceva molto piacere. Howard non aveva mai provato del sesso vero con una persona, aveva solamente avuto dei momenti lievemente passionali con i suoi fidanzati precedenti, con i quali si era conclusa molto spesso in sessioni di preliminari in cui il ragazzo si prodigava molto per eccitare molto di più i suoi compagni, ma poi non aveva mai avuto il coraggio di donarsi a tutti gli effetti, rimanendo comunque nella fase passiva del rapporto, ma senza lasciare che il rapporto avvenisse in maniera completa.
    Aveva paura in qualche modo che qualcuno potesse ‘profanarlo’ e non rispettare la sua persona, e quindi non era mai riuscito ad andare oltre con qualcuno. Quella sera si era preparato alla perfezione per passare del tempo con quel ragazzo che tanto sembrava interessante, ed avrebbe sicuramente voluto conoscerlo meglio, tanto da concentrarsi molto sul suo aspetto fisico in quel momento. Thomas era molto bello ed aveva sicuramente un ottimo gusto nel vestire, e soprattutto aveva un gran bel carattere, elemento che molto spesso catturava Howard e lo portava davvero in balia delle onde del piacere. Si passò una mano nei suoi capelli biondi e fluenti, andando successivamente ad ascoltare le parole dell’altro, lasciando dunque che lui lo abbracciasse con il suo modo di fare molto espansivo ed aperto. Howard proveniva da una cultura, quella olandese, che sebbene non amasse molto il contatto diretto nei primi momenti della conoscenza, apprezzava molto l’apertura e le persone pronte a fare conoscenza. “Ti ringrazio dei complimenti, anche tu sei molto bello! Spero di riuscire a conoscerti meglio in questo bel posto dove vuoi portarmi!” E glielo disse accennando un sorriso, ascoltando le successive parole che lui gli aveva detto, iniziando a preparare una risposta da rivolgergli.
    Per fortuna Howard parlava inglese perfettamente e quindi non c’era troppo tempo tra i suoi pensieri e la manifestazione di essi in parole, ma ricordava ancora quando per potersi esprimere doveva tradurre ogni parola dall’olandese prima di fare delle frasi di senso compiuto. “Sto molto bene per fortuna, e tu? Ho avuto modo di studiare molto, di abituarmi ai nuovi ritmi dell’istruzione superiore del triennio di Hidenstone, e per fortuna ho sempre mantenuto la mia media alta. Adoro studiare, come ben sai, quindi la scuola è sempre stata al primo posto per me! Non preoccuparti se non ci siamo sentiti in questo periodo, sicuramente riusciremo a recuperare tutto il tempo perso!”
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    Howard H. Van Leeuwen
    Studente | 17 anni

    Nick era bello e sapeva di esserlo, e questa era una di quelle cose che a Howard, in un uomo, sembravano piacere sufficientemente. Era un ragazzo facilmente conquistabile da parte di tutte quelle persone che avevano una personalità scoppiettante o, comunque, sufficientemente grande, e quindi sì, lui era rimasto molto colpito dalle parole di quel ragazzo e dal suo modo di fare. Era ricchissimo e si poteva permettere qualsiasi cosa, anche di essere eccessivamente sicuro di sé, e questa cosa era sicuramente un lato del suo carattere molto affascinante. Howard sperava soltanto di riuscire in qualche modo a penetrare in quel cuore che sembrava di ‘apparenza’ sfavillante, così magari da poterlo conoscere meglio e potersi aprire meglio con lui, ma comunque le sue speranze per il momento sembravano piuttosto vane.
    Lasciò dunque che l’altro gli consegnasse i propri calzini, e Howard li indossò velocemente, così da essere prontissimo per quel momento di gioco: aveva proprio voglia di divertirsi, ed in quel momento quasi sembrò non importarsi del fatto che lui avesse sbagliato il proprio nome, ma anzi, voleva solo giocare e rimbalzare sui tappeti elastici di quella sala interessantissima. Lui adorava i tappeti elastici, e ciò accadeva perché lui era sempre stato molto interessato alle discipline artistiche che li implementavano, tanto da essersi spesso dilettato in numeri di ginnastica artistica ed acrobatica in cui sfruttava proprio quegli strumenti.
    “Mi chiamo Howard, non Harrison, ma non preoccuparti! Sono troppo felice di provare queste cose!” E lo disse con voce davvero molto entusiasta, cercando di andare immediatamente su un tappeto elastico che non avesse delle persone, così da stare da solo e da divertirsi nel fare tutte quelle forme che gli piacevano. Iniziò quindi a saltare su quel tappeto, facendo prima un paio di salti a ‘candela’, per poi iniziare a fare delle capriole e delle spaccate in aria, divertendosi sempre moltissimo, e riatterrando anche con una spiccata eleganza che era tipica dell’allenamento che aveva fatto per molti anni. Continuò ovviamente a fare quelle cose per divertirsi, andando anche a seguire il ritmo della musica che c’era nella sala, per poi andare immediatamente a guardare Nick: in qualche modo Howard stava inscenando quello spettacolo anche per sedurre quell’uomo e per stupirlo in qualche modo, e spesso sapeva che le forme atletiche ed eleganti del proprio corpo potevano essere anche particolarmente seducenti per alcuni, motivo per il quale aveva deciso di puntare su quello, in quel momento.
    Si diresse di nuovo verso di lui, stavolta saltando, andando a cercare la sua mano, così da tentare di afferrarla e parlargli. “Dai, vieni con me, saltiamo insieme!” E glielo disse davvero voglioso di saltare e giocare assieme a lui, cercando di trascinarlo assieme a sé su un tappeto elastico, sorridendo sempre con la voglia di giocare che era tipica dei ragazzi della sua età.
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    Howard H. Van Leeuwen
    Studente | 17 anni

    Nick era davvero molto bello, e sicuramente l’effetto che aveva fatto su Howard era qualcosa di molto ipnotico, magnetico. Aveva uno sguardo scuro che stregava, e l’olandese apprezzava particolarmente i ragazzi che avevano uno sguardo molto intenso e dai colori che contrastavano con i suoi. Percorse con gli occhi la fisicità dell’altro, percependone anche il profumo particolarmente piacevole con il naso, andando successivamente a guardare le sue movenze. Fece per alzarsi, proponendosi di fare una specie di “tour”, andando poi a guardare con i propri occhi in giro, visibilmente interessato a tutto ciò che lui aveva messo in mostra. Era un bellissimo locale, e tutte le cose che lo ‘popolavano’ erano estremamente adatte, oltre che di altissima qualità, motivazione che fece immediatamente sorridere il minore, lasciando che mostrasse quanto fosse effettivamente fiero e contento di trovarsi lì in quel momento. “Mi piace da impazzire questa sala giochi. E se mi dici che hai un progetto in cantiere a breve, beh, farò sì di essere sicuramente lì quando lo aprirai! Magari, se non vengo con i miei amici, possiamo stare un po’ soli io e te a parlare.” E lo disse con molta leggerezza e senza alcuna malizia nella parola: Howard era un ragazzo molto genuino, molto dolce, che chiaramente aveva anche i suoi bei momenti di voglia irrefrenabile, ma che sicuramente sapeva controllare i propri stimoli in certe circostanze.
    Non appena lui gli propose di andare al piano di sopra, per un qualche motivo, Howard aveva pensato ad una sorta di ‘red room’ in cui Nick se la spassava con tutte le persone degne di popolarla. Non sapeva come mai, ma l’idea dell’imprenditore abbiente lo faceva immediatamente pensare a qualcuno che non amava essere in una posizione di sottomissione e che, al contrario, apprezzava maggiormente un approccio dominante alla vita. Per qualche istante, dunque, si lasciò trasportare dalla mente in pensieri che erano chiaramente oltre il raccontabile e che potevano solo che essere immaginati dal pensiero pregno di ormoni di un adolescente nell’ultima fase del suo sviluppo. Lo seguì su quella scalinata bianca, poggiando quindi le mani sul corrimano elegante, per poi ritrovarsi davanti ad un corridoio sui toni del nero, sfarfallando appena con gli occhi per via di quell’eleganza e quella classe che aveva avuto modo di vedere. “Ma che bello, mi sembra tutto così elegante e raffinato qui! Non avevo dubbi: qualsiasi cosa sarebbe stata di classe.” E dopo aver pronunciato quelle parole, forse per via del fatto che fossero vicini alla stanza incriminata, per qualche istante sembrò quasi smettere di respirare e rimanere in una lunga apnea.
    Non appena vide tutti quei laser colorati con tanto di trampolini per saltare in alto, il ragazzo aprì la bocca in chiarissimo segno di stupore, rivolgendo poi lo sguardo ed il volto verso il maggiore, andando ad afferrare i calzini antiscivolo. “Assolutamente, vorrei tanto provare! Adoro queste cose, mi piace moltissimo saltare sui trampolini! Ovviamente tu vieni con me, no?” E mentre diceva quelle parole fece per togliersi le scarpe ed indossare quei calzini, aspettando un input da parte dell’altro.
    RevelioGDR
  7. .
    Howard H. Van Leeuwen
    Studente | 17 anni

    Il fatto che Nick lo avesse riconosciuto praticamente solo per il pupazzetto di Pikachu, in qualche modo, sembrava averlo affrontato dal profondo del proprio animo. Come poteva essersi dimenticato del fatto che avevano amoreggiato in spiaggia, e del fatto che comunque anche a lui fosse piaciuto quel momento? O almeno, in base a ciò che Howard aveva percepito fisicamente, sembrava essergli piaciuto. Decise in un primo momento di ignorare quell’affronto subito dal ragazzo, schiarendosi appena la voce così da rispondergli, dipingendosi poi di un sorriso candido sulle proprie labbra, un sorriso che si sposava perfettamente con il suo bracciale con un quarzo scintillate che gli era stato regalato dai propri genitori. Era palesemente un regalo molto costoso, ma che ovviamente la famiglia molto ricca di Howard poteva tranquillamente permettersi, anche se probabilmente i loro guadagni non erano comunque comparabili a quelli di Nick. “Sì, sono quel ragazzino del Pikachu. Mi chiamo Howard, ti ricordo il mio nome per un fatto di comodità.” Disse, accennando un sorrisetto, per poi sedersi in maniera piuttosto spontanea lì accanto a lui, iniziando a scrutare quei lineamenti perfetti con il proprio sguardo dalle iridi celesti, schiarendosi appena la voce, mentre indagava sulla perfezione di quella bellezza fisica. “Sì, sono maggiorenne… ed accetto volentieri un bicchiere di Whisky.” Lo disse con fare abbastanza leggero, senza iniziare ancora una vera e propria conversazione con quell’uomo ed aspettando quindi che gli venisse posto un bicchiere di quel liquore particolarmente buono.
    Howard non reggeva benissimo l’alcol, ma un bicchiere di certo non poteva rivelarsi disastroso. Reggeva tranquillamente anche due drink, quindi non vide per quale motivazione non avrebbe dovuto reggere un bicchiere di liquore che, una volta portato al naso, aveva davvero un ottimo odore. Lo sguardo rimase fisso su Nick per qualche istante, prima di ascoltare il suo elogio ed il suo brindisi, unendosi quindi a quel festeggiamento facendo tintinnare il proprio bicchiere contro quello del ragazzo. “Beh, brindiamo a te e ai tuoi grandi successi, allora!” Ed accennò un sorriso. Quel ragazzo era molto simpatico, indubbiamente. Se magari non lo avesse del tutto dimenticato, sicuramente Howard si sarebbe posto in maniera molto più aperta. Ad ogni modo aveva voglia di conoscerlo meglio, di parlare un po’ più a fondo con lui, magari di scoprire qualcosa di più in merito a ciò che aveva da dire. “Beh, come ti vanno gli affari, allora? Mi sembra di aver capito che tutto va a gonfie vele!” E disse quelle parole accennando un sorriso molto dolce, delicato, andando successivamente a passarsi una mano nei capelli biondi che avevano definitivamente perso anche i riflessi rossi che si era fatto qualche tempo prima, giusto per provare qualcosa di più particolare. “Se non si fosse capito, sì, mi piacerebbe molto conoscerti meglio.”
    RevelioGDR
  8. .
    Howard H. Van Leeuwen
    Studente | 19 anni

    Ormai Howard era un ragazzo maggiorenne, non aveva più alcun freno da parte della propria età, e di conseguenza non aveva più nessuna paura di mostrarsi in locali in cui era necessario essere maggiorenni per poter entrare. Si era anche iniziato a sveltire un po’ ed aveva guadagnato più fiducia in se stesso, tanto da iniziare anche a vestirsi in maniera tale da valorizzare al meglio le sue qualità fisiche, concentrandosi maggiormente sulle sue doti da sempre allenate. Quella sera, infatti, aveva deciso che avrebbe passato una bella serata nella Londra babbana e, a differenza di come si potrebbe pensare, non sarebbe uscito proprio con nessuno. Il suo obiettivo, quella sera, era un locale specifico: voleva dirigersi alla sala giochi di Nick, un luogo in cui era già stato, seppur fosse entrato solamente nella zona dedicata ai minorenni. Eppure quella volta poteva osare, poteva dedicarsi qualcosa di più, poteva anche bere qualcosa di alcolico e, perché no, magari fare anche qualche conoscenza interessante.
    In verità lo sapeva benissimo anche lui che stava andando in quella sala giochi solo per poter vedere Nick e magari stare un po’ con lui. Era un ragazzo talmente tanto catturato dal fascino di quell’uomo che difficilmente si sarebbe lasciato sfuggire l’occasione di stare un po’ con lui, tanto da essere stato davvero molto concentrato nello scegliere l’abbigliamento da indossare. Voleva optare per qualcosa di più hardcore del solito, qualcosa che fosse sicuramente adatto alla sua personalità dolce e delicata, ma che allo stesso tempo iniziasse a far capire agli altri che comunque il suo carattere stava cambiando e che non si riteneva più un timido disadattato, ma che aveva capito davvero di poter spingere di più sull’acceleratore e sulle sue qualità positive, indubbiamente possedute. Decise dunque di indossare un paio di pantaloni in jeans neri, molto classici, che andavano a fasciare le sue gambe allenate e slanciate, abbinando il tutto ad una maglietta a collo alto bianca, un chiodo di pelle con qualche dettaglio in argento così da avere un’anima più ‘rock’, affiancando al tutto un paio di anfibi che gli slanciassero la gamba e lo rendessero molto più agile nella camminata.
    Ormai era pronto, si era anche aggiustato il ciuffo così che fosse perfetto per ogni occasione, e si era anche fatto la barba, indossando le sue cremine idratanti profumate e delicate che avevano reso la sua pelle morbida come il culo di un bambino. Un po’ di burro di cacao prima di uscire di casa, ed improvvisamente si sentì davvero a proprio agio. Gli piacevano quelle cose che portava, era come se i suoi vestiti stessero suonando una melodia e gli permettessero di avere molta stima in se stesso, tanto da fargli varcare la soglia di quella sala giochi con passo molto sfrontato e diretto. La testa era alta e lo sguardo decisamente fiero, ed entrambi si mossero in giro per la sala quasi fossero alla ricerca di qualcosa di specifico; si fermarono nel momento in cui Howard scorse Nick al bancone, e si diresse immediatamente verso di lui con la sua camminata calma, sinuosa, che quasi sembrava contrastare con quella giacca molto ‘rock’. “Buonasera, Nick. Ti ricordi di me? Come stai?” Disse, quasi ironizzando, sperando infatti che il ragazzo si ricordasse di lui e che conservasse un buon ricordo.
    RevelioGDR
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    Benvenutissima! È bellissimo nome, mi ricorda molto la bellissima città di Leuven in Belgio, che penso sia una delle città più belle che ci siano!
    Io sono Andrea, ho 20 anni, e questo è uno dei miei PG: Howard! Non vedo l’ora di scoprire di più sul tuo stile di gioco e, quindi, non vedo l’ora di poter giocare con te!
    Ti auguro una serena permanenza in questa famiglia bellissima! E ti offro anche tanti biscottini cucinati personalmente dal mio Howard!
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    Howard H. Van Leeuwen
    Studente | 17 anni

    Howard ora aveva ben chiaro cosa voleva: in quel momento era infatti riuscito a togliersi di mezzo quei pensieri intrusivi che lo obbligavano a rimanere rigido ad una morale che si imponeva da solo, andando di conseguenza a sbloccarlo vistosamente, portandolo quindi a comportarsi in maniera chiaramente più sciolta. Era chiaro che Howard volesse baciare Nick già da molto tempo, così come era chiaro che avesse un profondo interesse nei suoi confronti e che volesse approfondire la conoscenza con lui, ma forse per un fatto di orgoglio ed eccessiva timidezza non si era mai riuscito ad aprire. In quel momento, invece, aveva finalmente avuto la possibilità di passare del tempo con lui, ed erano finalmente finiti a limonare pesantemente l’uno con l’altro.
    Howard faceva scorrere le proprie labbra su quelle del maggiore, cercando di fargli effettivamente sentire quanto avesse davvero voglia di lui, emettendo qualche lieve gemito ogni tanto. La situazione, tuttavia, sembrò cambiare completamente nel momento in cui il ragazzo più grande rivendicò chiaramente i ruoli tra i due, mettendoli bene in maniera fissata e lasciando che il ragazzino andasse ora a stare in una posizione di totale sottomissione a lui. Lo sguardo color cielo di Howard cercava di comprendere meglio le intenzioni del maggiore, scrutandolo quindi negli occhi intensi e di un bel color scuro, andando successivamente ad esprimere ciò che più sentiva venirgli dal profondo della propria anima, dando quindi voce ai suoi pensieri e desideri più profondi. “Sì, signore.” Disse quella frase in maniera immediata, quasi lapidaria, come se in qualche modo volesse assecondare quel gioco di dominazione e sottomissione che si era venuto a generare, andando successivamente a portare le proprie labbra contro quelle dell’altro ancora una volta.
    Adesso quindi i due avrebbero iniziato a fare sul serio, o almeno Howard ci avrebbe messo del suo per impegnarsi e dedicare un bellissimo momento a quel ragazzo. Voleva farlo impazzire con la sua inesperienza, con la sua foga dettata dalla voglia di scoprire qualcosa di nuovo, e voleva che Nick si sentisse davvero potente avendo tra le mani quel corpo poco esperto nell’ambito dell’amore. Howard aveva sicuramente un gran cervello, ma non era mai riuscito a dare pieno e libero sfogo alle sue caratteristiche fisiche, tantomeno alle sue capacità di seduzione. Le labbra del ragazzo, quindi, andarono immediatamente a sfiorare quelle dell’altro con delicatezza, per poi iniziare con le stesse una specie di danza, scambiando quindi una serie di baci passionali e molto spinti con quel ragazzo. Le mani del dioptase si diressero immediatamente verso gli addominali dell’altro, accarezzandoli con voglia ed esplorandone la forma ben definita, a dir poco perfetta. Sentiva nel frattempo anche che l’altro sembrava voler spingere qualcosa di nascente contro di lui, schiacciandolo inoltre con il suo corpo e facendogli quindi percepire una presenza importante, portando il ragazzo a staccarsi per un attimo dal bacio così da parlare con lui. “Voglio provare delle sensazioni che non ho mai sentito in vita mia.” E dopo aver detto quelle parole, avrebbe continuato ad esplorare il corpo dell’altro con le mani, sempre continuando a baciarlo con foga davvero molto intensa.
    RevelioGDR
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    Benvenutissimo!
    Io sono Andrea, e questo è uno dei miei personaggi, il tenero e coccoloso Howard! Sono curiosissimo di vedere il tuo personaggio e sono sicuro che ti troverai benissimo in questa bellissima famiglia!
    Spero di poter giocare con te il prima possibile! E un in bocca al lupo per gli esami!
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    Howard H. Van Leeuwen
    Studente | 17 anni

    Lo sguardo andava dritto sul viso di Cameron, e forse l’alcol stava iniziando a fare il proprio corso anche su Howard. Il ragazzo aprì anche la seconda bottiglia di birra, bevendone un po’ anche lui e continuando a mangiare le pizzette, mentre ascoltava attentamente le domande dell’altro, accennando come sempre un sorriso molto gentile e molto disponibile. Howard non era molto forte nel reggere gli alcolici, ma era anche vero che per il momento aveva bevuto molto meno di quanto non avesse fatto Cameron poco prima, e forse per questo motivo non sentiva moltissimo l’influsso di quella sostanza su di lui, almeno per quel momento. Alle domande in merito alle pizzette e al melone il ragazzo rispose affermativamente, accennando anche un movimento con la testa, pronunciando le parole in maniera molto gentile e disponibile come al suo solito. “Le pizzette le ho fatte io, sì! Ho fatto tutto io con le mie manine da fata, ahahah! In più, ho anche del melone per il tuo animaletto!” E disse quelle ultime parole alzandosi e dirigendosi con il suo solito modo di fare molto elegante e posato verso la cucina, portando dopo circa un minuto qualche fetta di melone tagliata e pulita appositamente per quell’animale, lasciando il vassoietto a terra così che lui potesse mangiare comodamente.
    La mente di Howie, dopo poco, prese immediatamente a percepire meno ciò che stava accadendo, a sinonimo che forse aveva ingerito la quantità di alcol sufficiente per essere abbastanza confuso, decidendo quindi di smettere onde evitare di andare oltre. Si passò una mano tra i capelli, chiudendo il libro di Antiche Rune e prendendo quello di Alchimia, ascoltando ciò che l’altro aveva da dire. "Facciamo Alchimia, allora. Mi piace moltissimo come materia, la trovo particolarmente affascinante, anche se forse ora non riuscirei a dare il meglio…” Disse, mettendosi una mano sulla testa ed iniziando a parlare con lui in maniera tranquilla, tornando a sorridergli e a guardare il suo corpo forse per la prima volta in maniera diversa dal solito. Fece qualche respiro, continuando quindi la conversazione con lui, così da tentare di resistere all’influsso dell’alcol. “Non sono poi così ricco… è che mio padre ha delle aziende nell’ambito enogastronomico, tutto qua. Però, magari, potremmo andare in casa tua in Norvegia! Hai un letto anche per me?” Chiese Howard con voce molto innocente e divertita da quella situazione, andando successivamente a mordersi appena il labbro inferiore senza una motivazione vera e propria, mostrando il tic più tipico della sua persona.
    RevelioGDR
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    Howard H. Van Leeuwen
    Studente | 17 anni

    Howie ascoltò attentamente le parole del ragazzo non appena entrò all’interno dell’abitazione, accennando un rapido sorriso e scuotendo leggermente il capo, per poi riportare l’attenzione su ciò che aveva preparato, rispondendogli in merito alla sua preoccupazione di dover portare qualcosa. “Ma no, figurati, non serviva nulla! L’importante è che tu sia qui, così almeno passiamo del tempo insieme!” E dopo quelle parole il ragazzo sorrise intensamente, andando successivamente a guardarlo in volto quando, una volta seduti entrambi al tavolo, iniziarono a preparare la birra nel bicchiere così da poterla bere. “Alla nostra serata di studio, sì! A proposito, da quale argomento ti piacerebbe iniziare?” Disse, iniziando a quel punto a bere il proprio bicchiere di birra dopo aver mangiato un paio di pizzettine, bevendolo in maniera anche piuttosto frettolosa, come se davvero apprezzasse il sapore di ciò che stava bevendo.
    Lo sguardo tornò di nuovo su Cam, mentre sul suo volto rimaneva impresso quel bel sorriso dolce e disponibile, mentre nel frattempo il ragazzo aveva iniziato a ragionare su ciò che magari sarebbe potuto succedere al loro rapporto di amicizia dopo quella serata: magari il fatto di averlo invitato a casa propria avrebbe dato indubbiamente uno sprint in più al loro rapporto, magari sarebbero diventati buoni amici da lì a poco, o perché no, anche migliori amici? “Beh, che intendi con quel “credo”? Se sei insicuro di sentirti bene e ti va di raccontarmi meglio, sentiti tranquillo di farlo! E ovviamente, bevi tutta la birra che vuoi, ahahah!” Disse, riempiendosi un secondo bicchiere ed iniziando a bere un po’ il contenuto, questa volta a piccoli sorsi, nel tentativo di non farsi andare l’alcool alla testa. La mano rimase sul libro di antiche rune per qualche istante, andando successivamente a percorrere l’indice degli argomenti che era stato sottolineato e scritto così da annotare eventuali cose particolarmente interessanti.
    “Comunque io sento di stare bene in questo periodo, e in queste vacanze natalizie mi piacerebbe poter viaggiare in Paesi lontani… che bello sarebbe andare in Russia, in Giappone, in Australia…” E disse quelle frasi con voce malinconica, a tratti speranzosa, come se davvero stesse immaginando quei bellissimi posti all’interno della propria mente. Sì, era una bellissima immagine quella che aveva, forse leggermente offuscata da quei quasi due bicchieri di birra ben forte, ma comunque un’immagine sufficientemente nitida.
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  14. .
    Howard H. Van Leeuwen
    Studente | 17 anni

    Non appena l’olandese sentì suonare il campanello, immediatamente saltò in piedi dalla sedia, come se in qualche modo la situazione lo avesse fatto risvegliare da un momento in cui stava pensando intensamente a qualcosa, andando successivamente a dirigersi verso la porta d’ingresso così da aprirla per far entrare l’altro. Non appena quindi la spalancò, ecco che sul suo viso si dipinse un bellissimo sorriso sincero, come se davvero fosse molto contento di vedere Cameron in quel momento da lui: tra i due non c’era sicuramente un’amicizia fortissima, però Howard provava molto piacere a passare del tempo assieme a lui, motivazione per la quale avrebbe indubbiamente apprezzato quella serata passata a studiare.
    Il sorriso, immediatamente, fu accompagnato da un gesto della mano che invitava Cameron e il suo chocobo ad entrare all’interno di quella struttura, ed il tutto fu abbinato con una serie di frasi da perfetto padrone di casa che si metteva subito all’opera per far sentire a proprio agio il proprio ospite. “Ma buonasera, Cam! Benvenuto nella mia casina qui a Londra, spero che ti piaccia! Accomodatevi pure tu ed Ashura!” E, dopo averli fatti entrare e aver richiuso la porta d’ingresso, il ragazzo accompagnò le proprie parole con un dolce sorriso. “Puoi poggiare tranquillamente il cappotto sull’appendiabiti qui all’ingresso, poi accomodiamoci direttamente a tavola così parliamo un po’, studiamo e mangiamo!” E, con la mano, questa volta indicò il tavolo in salotto che era coperto con quelle cosine che Howard aveva preparato con le proprie manine poco prima, regalando quindi un delizioso sapore a quella serata che si sarebbe indubbiamente rivelata divertente.
    Dopo che il ragazzo si fu accomodato, Howard prese immediatamente a sistemare qualcosina in cucina, prendendo anche due bicchieri ed un apribottiglie per stappare le due bottiglie di birra che aveva comprato. Con la mano, quindi, iniziò a far saltare il tappo di una delle due bottiglie, andando successivamente ad avvicinarne il collo ad uno dei bicchieri che aveva preso, guardando Cam e sorridendo. “Come stai? Che mi dici di bello? Sono tanto felice che tra poco ci saranno le vacanze natalizie! Vuoi un po’ di birra? Che bello questo chocobino carino!” E, qualora avesse detto di sì, il ragazzo avrebbe riempito prima il bicchiere di Cam e poi il suo, andando successivamente a sedersi e a prendere una pizzetta in mano, aprendo allo stesso tempo il libro di Antiche Rune. “Prendi pure, mangia tranquillamente!”
    RevelioGDR
  15. .
    Howard H. Van Leeuwen
    Studente | 17 anni

    Era una serata molto fredda e ovviamente i cieli di Londra erano coperti da una solida coltre di nuvole come al solito. Per sua fortuna, quella sera avrebbe passato una bellissima sessione di studio con il suo amico Cam, ed entrambi sarebbero stati a dormire in quell’appartamento che Howie aveva a Londra: i suoi genitori volevano che lui avesse una vita il più indipendente possibile, motivazione per la quale non era sicuramente un problema per loro regalare un appartamentino ad uno dei loro figli, magari anche per dargli la possibilità di avere una base d’appoggio qualora avesse voluto spostarsi al di fuori dell’accademia.
    Howie aveva preparato per bene quella casa, ed aveva scelto di pulirla in maniera molto accurata, andando allo stesso tempo a disporre in maniera molto più piacevole e sensata i mobili così da far apparire quell’appartamento ancora più curato del solito. Aveva preparato un rustico salato da mangiare insieme, un po’ di pizzettine e di stuzzichini, ed aveva accompagnato il tutto con un paio di birrette che i due avrebbero potuto scegliere di bere durante lo studio, o magari successivamente, visto e considerato che probabilmente l’alcool avrebbe del tutto mandato fuori strada le loro capacità di comprensione.
    Howard aveva deciso anche di preparare se stesso alla perfezione, indossando quindi un maglioncino azzurro a collo alto davvero molto carino, che gli copriva il corpo sufficientemente allenato e scattante, abbinato ad un paio di jeans neri leggermente aderenti che servivano a slanciare la sua forma e a valorizzare le gambe lunghe e dritte di cui disponeva, e ad un paio di anfibi che rendevano il tutto decisamente più particolare, regalandogli quindi uno stile non eccessivamente elegante ma neanche tendenzialmente sciatto. Era una buona via di mezzo che sperava fosse adatta per la situazione, anche se dopotutto si trattava solamente di una mera sessione di studio con un proprio amico. Che poi: era sicuro del fatto che avrebbero studiato? Assolutamente no, le sue intenzioni erano quelle, ma tra ragazzi si sa come va a finire e probabilmente avrebbero potuto passare la serata a bighellonare come fossero delle scimmie appese a dei banani sontuosi.
    Si spruzzò un po’ di profumo e lasciò che il deodorante per ambienti rendesse l’aria decisamente più respirabile e piacevole, andando di conseguenza ad accendere anche il camino per rendere l’atmosfera molto più conviviale e piacevole, andando successivamente a guardare l’orologio: sarebbe dovuto arrivare a breve, motivazione per la quale il ragazzo si mise a sedere al tavolo con qualche libro impilato, aspettando che lui entrasse in casa, avendo lasciato la porta socchiusa.
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    Cameron Cohen
98 replies since 27/12/2019
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