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Adrien Beauvais.
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CRETINOStupido, imbecille.Da quando era entrato ad Hidestone, Adrien non aveva stretto alcuna amicizia, se non solo conoscenze di vario tipo e diversi nemici. Ma a lui non gliene fregava un cazzo. Era solo? Ne avrebbe preso atto e si sarebbe comportato di conseguenza. Sopperiva la solitudine della sua fottuta vita con un po' di canne, qualche sigaretta, a volte anche alcool, anche se non sempre, solo a festini nei quali si imbucava, e, ultimamente, qualche grammo di droga “leggera”. Tutte le scorciatoie sbagliate per scappare dal disgusto che provava quando pensava a sé stesso e al male che gli avevano fatto i suoi genitori.
Ancora, trovava i modi più disparati per tormentare la gente e, soprattutto, i suoi coetanei. C’erano ragazzi molto più grandi di lui, ma il Black Opal aveva compiuto da qualche mese 18 anni e se li voleva godere appieno, anche oltrepassando i limiti imposti dalle regole della scuola. Era in piena fase di ribellione adolescenziale, condita abbondantemente dai traumi della sua infanzia che davano a questa un tocco in più di aggressività e rabbia. E, bisogna aggiungerlo, anche stronzaggine a volontà.
Era la sera di un lunedì abbastanza monotono: aveva frequentato le sue lezioni, svolto i suoi compiti, ma, presto, era finito per starsene con le mani in mano e con una noia assurda, che aumentava ogni volta che pensava alla giornata precedente, durante la quale, invece, si era divertito un mondo.
Indossava un pantalone di lino beige, abbinato a una giacca nera a cerniera, dal design a dir poco particolare, smanicata, a mostrare i suoi avambracci delicatamente muscolosi. Una collana di catene decorava il suo collo, sposando perfettamente con l’orecchino a cerchio in argento sul suo lobo sinistro e al bracciale che abbracciava il polso destro. La chioma riccia, poi, era curata come sempre. Si appostò presso un muretto del giardino, a cui si poggiò con la schiena, mentre raccoglieva una sigaretta dal suo solito pacchetto e se la portava alle labbra, accesa. Aveva ancora l’accendino stretto tra le dita quando l’altra sua mano si scontrò con un elemento duro al tatto in una delle sue altre tasche. Cosa cazzo era? Lo tirò fuori per darne un’occhiata e… - Aaaah! – esclamò, mentre un ghigno gli si profilava sul volto. Come avrebbe potuto utilizzarlo? Forse avrebbe potuto metterlo nello zaino di qualcuno… o avrebbe potuto lanciarlo in Sala Grande, anche se sarebbe stato troppo pericoloso per la sua reputazione accademica. In quel momento, Adrien fu sorpassato da un tale che riconobbe, grazie al distintivo sulla camicia, come il prefetto dei Dioptase. Il suo sguardo non fu mai virato dal giovane, il quale avrebbe potuto notare una nota di malizia in esso.
Lasciò che si allontanasse di qualche metro e, poi, con grande rapidità, accese il petardo e lo lanciò verso il prefetto. Appena in tempo, rotolò vicino alle sue gambe e scoppiò con un botto tale che l’avrebbe fatto saltare in aria, letteralmente, e, forse, anche pisciare nei pantaloni.18 ANNI BLACK OPAL SCHEDA PG STATISTICHE ADRIEN BEAUVAISI cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedirgli di nuocere.
Howard H. Van Leeuwen. -
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Adrien Beauvais.
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CRETINOStupido, imbecille.Ops. Persona sbagliata. Non si era reso conto fosse un prefetto… e anche se era dei Dioptase, era comunque moooooolto pericolo (okay, forse Adrien era anche ironico a pensarlo, visto che il ragazzo sembrava essere tutto tranne che pericoloso. Eppure, aveva un certo potere in mano e il Black Opal non poteva affatto contrastarlo. Peccato…). Ma chi poteva testimoniare che fosse stato davvero lui? Dopotutto, avrebbe potuto essere chiunque a lanciare il petardo, seppure nella zona ci fosse solo lui. I malfattori avrebbero potuto scappare a gambe levate o smaterializzarsi semplicemente. Quindi, il prefetto non aveva alcun capo d’accusa.
“Sulla sigaretta però sì…” pensò. “Che palle!”. Guardò il moro senza cancellare via il sorrisetto da sbruffone. Prese un nuovo e ultimo tiro di sigaretta, come sfida, e gli sputò il fumo in faccia, con estrema lentezza e soddisfazione. Poi, dopo averla fatta rotolare tra indice e pollice, la gettò sul pavimento in cemento e schiacciò il mozzicone sotto la punta della scarpa. In tutto ciò, non distolse mai lo sguardo dagli occhi dello sconosciuto dioptase. Erano belli, di quell’azzurro intenso che parevano fatti di acqua d’oceani cristallizzata.
- Ops – si ritrovò ad affermare, per poi piegarsi, raccogliere la cicca e porla all’interno del suo contenitore di plastica e alluminio.
- Che paroloni, signor prefetto. E chi le avrebbe insegnato a parlare in modo così tecnico, mmmh? -
Lo stava letteralmente prendendo in giro. Odiava essere comandato, soprattutto se, a farlo, fossero stati i suoi coetanei. E il ragazzo che aveva di fronte, in realtà, non sembrava essere più grande di lui. Quindi, non è che siccome era prefetto poteva tutto quello che avrebbe voluto.
- E chi ha detto che sono stato io a lanciare quel petardo? Fino a prova contraria, io ero un mero spettatore. Devo dire che è stato un vero spettacolo vederti saltare dalla paura in quel modo -.
Seguì una risatina. “Che bugiardo provetto, Adrien! I miei complimenti!”.
Se si fosse fatto male, non sarebbero stati affatto problemi suoi. Che poteva esser mai una piccola ustione?18 ANNI BLACK OPAL SCHEDA PG STATISTICHE ADRIEN BEAUVAISI cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedirgli di nuocere.
Howard H. Van Leeuwen. -
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