Posts written by Jesse Lighthouse

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    Jesse A. Lighthouse | Caposcuola Black Opal
    Jesse era notoriamente un soggetto facilmente impressionabile e raggirabile, ma un minimo di senso logico comuqnue lo possedeva, specialmente in ambito militare, sicché alle parole del docente di magitecnica inclinò un sorriso complice, annuendo poi lentamente (e con evidente) sollievo quando apprese come tutti fossero stati sottoposti ad appropriate cure e avessero comunque subito modesti danni 'Quindi gli automi... volevano farsi un giretto... forse... sì insomma, non sono in modalità berserker, non solo manco fuori controllo come in Horizon' rifletté lui, osservando rincuorato i presenti, non chiedendosi più quanti di loro sarebbero finiti all'ospedale per quella lezione improvvisata, pur sentendo comunque su di sé il peso della responsabilità di dirigere un minimo le attività e soprattutto mettere al sicuro i ragazzi, prendendosi il secondo automa più forte e lasciando il peggiore, per sue stesse parole, a Morrigan, ovvero l'unico che non sarebbe stato compianto dal suo player in caso di prematura dipartita (?).
    'Sì, e poi il mediterraneo è un mare fondamentale per la NATO, tutto torna... e mio padre ci ha lavorato' il giovane aveva trovato molte valide ragioni per approcciare quello specifico automa e il codice cifrato era stata solo l'ennesima conferma dell'ottima scelta, specialmente quando vide con chi sarebbe partito 'Cristo - è proprio il caso di dirlo - mi serve davvero un esorcismo!'
    Nonostante gli anni fossero passati e sia lui sia Joshua fossero andati ben oltre Elizabeth, il giovane aspirante marine non poté non accogliere con uno sguardo freddo la ragazza che si metteva a interagire col suo medesimo codice, salvo poi dimostrarsi civilmente collaborativo come sempre aveva usato fare, non amando mischiare dovere e privato "Uh, missione Black Opal. Fico" fu il suo unico commento, che permise alla ragazza di completare ad alta voce la traduzione del testo, nel mentre lui si informava sugli automi ancora liberi e optava per il bengalese.
    Il fatto che Elisabeth avesse ignorato tutto ciò e avesse una sua propria idea, di fatto inapplicabile a causa delle scelte altrui, fu accolto con una lieve smorfia del Lighthouse, che però in cuor suo provava ben altro 'Ah, quanto è bello vedere Liz non ottenere ciò che vuole' si disse infatti lui, scrollando le spalle "Andrà bene anche lui... tra l'altro uh forse ha potere sacerdotali o sciamanici: ci tornerebbero utili sul picco di odino" propose lui, che, pur di dar torto all'altra, avrebbe probabilmente sostenuto anche la propria inossidabile eterosessualità, senza invero comunque prestar troppa attenzione alle proprie parole, che apparvero alquanto svogliate, essendo lui più concentrato sull'automa che si erano vinti e che si cristallino e cangiate "Wooooow" semplicemente ammirato, il giovane si perse nel giocare con le figure sul cristallo con sempre maggior immersione, manco fosse vittima di un Sortilegio della Trama Colorata, mondando sopra all'automa quasi per inerzia e venendo per questo colto non poco in contropiede dalla smaterializzazione di quest'ultimo, che gli strappò un bel gemito seguito da non poca confusione 'Ma cos-' scene di altri mondi si aprirono davanti agli occhi dei ragazzi, obbligando il Lighthouse a granare gli occhi davanti alla propria versione licantropa, così come a quella magipsicologa 'Quindi in ogni mondo... amo costruire... o sono allupato?' si chiese lui, registrando anche una sfilata di una sedicente Elisabeth, aspetto che lo spinse a convincersi della scadente integrità dell'altra 'Insomma... si spoglia per lavoro in tutti i mondi' fu la sua sentenza, giusto pochi istanti prima di tornare al mondo reale.
    "E' stato... orribile... ma che... uh siamo arrivati?" sconvolto dal freddo e dal trasporto, il giovane si riebbe alla vista del manto innevato perenne che lo circondava, scendendo giù dall'automa e iniziando a scrutarsi attorno, assicurandosi (nell'assideramento) che Liz e Jolly potessero reggere quelle imbarazzanti temperature, lasciando che poi fosse Jolly ad indicar loro le impronte, per un po' seguibili, ma che ben presto sarebbero state sepolte e mascherate dalla neve "Non deve essere lontano" sussurrò all'altra, rendendosi conto però di un problema: ben presto la neve avrebbe coperto ogni traccia.
    Con la coda dell'occhio notò l'ossidiana di Odino, ma per il momento decise di lasciarla dov'era, soffermandosi invece terribilmente su un sedicente cumulo di neve, verso il quale il suo sesto senso stava suonando una serena dall'arme di rara magnitudo 'COSA-CAZZO-E'?' si chiese tra sé e sé, indicando l'orrore a Liz e portandosi a distanza di sicurezza, in punta di piedi, dirigendosi sottovento per impedire anche all'olfatto della creatura di rilevarli.
    Cercò di convincere l'automa e Jolly di proteggerli a distanza, poi si gettò nella neve, facendo segno a Liz di seguirlo "Ho un'idea" le confidò, convinto che a quel punto la nevicata potesse solo farsi più intensa "L'automa è pericoloso ed è specializzato in incanti esorcistici... e se gli dessimo un bersaglio... che magari lo metta anche un po' in riga?"
    Senza attendere troppo una risposta dall'altra, in piena febbre da Blake Barnes, il giovane prese dalle proprie tasche la Sfera Cangiante e puntò su di essa la propria bacchetta "Avifors" avrebbe enunciato, cercando di trasformare la sfera in un gabbiano, sperando che questi prendesse il volo, si portasse controvento e garrisse convintamente, lasciandolo libero di acquattarsi e sperare che la creatura si svegliasse e attirasse l'attenzione del golem, facendo parte del lavoro sporco per loro. E che l'automa facesse lo stesso, salvandoli da morte certa.
    RevelioGDR


    Jesse è FELICISSIMO di andare in missione con Elisabeth.

    Azione 1: si accuccia a terra, sottovento per non essere individuato dalla creatura
    Destrezza 28

    Azione 2: Avifors su sfera cangiante
    Tecnica 30; +2 sfera cangiante

    CITAZIONE
    Effetto: trasfigura l’oggetto colpito in un uccello o in uno stormo di volatili.
    Note: è un incanto che funzione esclusivamente sugli oggetti inorganici.
    Tecnica >15 Avifors può trasformare l’oggetto colpito in un pipistrello o in uno stormo di questi mammiferi volanti.

    CITAZIONE
    Sfera cangiante: Una sfera di argento alchemico dal diametro di 3 centimetri. Occupa 1 slot e tutte le magie trasfigurative atte a cambiarne la natura, la forma o la consistenza avranno un +2
    Data la sua grandezza sarà possibile ottenere, mediamente, oggetti, animali o piante di taglia piccola.
    Si ricorda il principio di Lavosier: si può ottenere un qualcosa che sia massimo 50 cm più grande dell'oggetto di partenza e più ci si avvicina a tale limite più sarà fragile.

    Mezza azione (la possiedo? LOL): studia la creatura oscura
    intelligenza 18


    Riassumo gli oggetti che ho comunque descritto nello scorso post.

    1. Sfera cangiante: Una sfera di argento alchemico dal diametro di 3 centimetri. Occupa 1 slot e tutte le magie trasfigurative atte a cambiarne la natura, la forma o la consistenza avranno un +2
    Data la sua grandezza sarà possibile ottenere, mediamente, oggetti, animali o piante di taglia piccola.
    Si ricorda il principio di Lavosier: si può ottenere un qualcosa che sia massimo 50 cm più grande dell'oggetto di partenza e più ci si avvicina a tale limite più sarà fragile.

    2. Scarpe in Cuoio di Achille: Scarpe realizzate con cuoio pervaso dallo spirito di Achille. Se indossate, - 2 ai danni.
    La distanza di salto aumenta di un numero di metri pari al modificatore puro di Destrezza (Cadute inferiori a questa distanza non comportano danni). Spendendo una mezz'azione sarà possibile saltare su una superficie liquida o gassosa come se fosse solida (Il master determina eventuali conseguenze).
    Una volta a giocata, se il possessore agirà facendo prevalere il suo codice morale ai suoi sentimenti negativi, potrà scegliere di dare Svantaggio alla prima azione di un soggetto nel suo campo visivo rivolta verso lui.

    3. Jolly, il chocobo rosa più marine della storia (?)
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    Jesse A. Lighthouse | Caposcuola Black Opal
    Erano le otto del mattino di un sabato come tanti ad Hidenstone, di uno di quelli privi per esempio di lezioni, sicché dove mai avrebbe potuto sorprendere il patronus di Morrigan Jesse?
    E perché proprio sotto la doccia?
    "Uh!" il caposcuola reagì con il giusto grado di stupore all'apparizione di un orso mentre era nudo, tenendo anche conto che, a differenza di molti, egli non stava iniziando la sua giornata, bensì proseguendola solo, essendo in piedi da più di due ore ed avendo già concluso la sessione mattutina di allenamento, tuttavia fu solo all'udire la voce di Morrigan che si imbarazzò un poco.
    "Uh! Io non sono una bitch... credo" l'irruenza del Maverik non Top Gun spinse il giovane a chiudersi un po' come un armadillo, riflettendo sul fatto che lui era bitch solo quando occorreva e con chi se lo meritava 'E forse il prof rientra nella categoria' almeno finché non sentì parlare di eredità "CHE COSA?!" strillò lui con fin troppe ottave, sgranando gli occhi e cadendo come una pera cotta nei tranelli dell'altro, avvampando poi con violenza nel rendersi conto di quanto fosse fesso ed annuendo insistentemente all'orso, pronto ovviamente all'azione.
    "Ci sarò: a tra un'ora" affermò lui deciso, chiedendosi se l'orso avrebbe riferito il messaggio e se, nel caso, gli avrebbe detto che aveva confermato l'invito nudo come mamma l'aveva fatto. Sospirò, si mise un asciugamano in vita e tornò nella prorpia stanza "Blake, io vado al porto come ha chiesto il prof Morrigan, tu vieni?" domandò alla sua immancabile metà, indossando abiti comodi e aggiungendo qualche piccolo extra ad uso e consumo prevalente del docente: una sfera cangiante e soprattutto i sandali di Achille 'Se il prof ha bisogno di una mano al punto che si è messo a parlare con accento denrisiano... devo mettercela tutta' e Jesse, quando si trattava di magitecnica, metteva sempre tutto sé stesso. Anche se Morrigan era vestito!
    Il ragazzo si appuntò al petto la C della sua nuova posizione e poi chiamò a sé il proprio fido Jolly, avviandosi convintamente verso il villaggio, che raggiunse in relativo orario, osservando sgomento lo stato dell'arte "Uh non vedevo un simile casino dall'ultimo film su Pearl Harbor" constatò, seguendo poi la berciante voce di Morrigan, apprendendo della Senhora do destino, di Renata Sorrah e di tutte le sue geniali idee, le quali, verosimilmente erano finite nel posto giusto: nel dimenticatoio. Almeno finché Morrigan non aveva deciso di stuzzicare il can che dormiva.
    "WOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOW!" se il docente di Magitecnica avesse sventolato 28 centimetri di virilità, Jesse non ne sarebbe rimasto altrettanto estasiato: il giovane divorò con gli occhi i costrutti, avvicinandosi istintivamente e lasciando il compito a Jolly di caracollargli dietro mentre lui li osservava da tutte le angolazioni nel mentre Morrigan spiegava cos'avrebbero fatto.
    "Ne sono scappati quattro, ci sono stati tanti feriti?" chiese preoccupato il Caposcuola, osservando poi i compagni e facendo mente locale 'Questo non è il percorso di duello... qui non sono tutti bravi a combattere... molti sono anche tipo Erik... che non c'è, ma ci fosse sarebbe preoccupato di non far male ai costrutti' più notava quanto alcuni fossero giovani, più si convinceva che il suo ruolo quel giorno non dovesse essere solo di studente, ma anche proprio di Caposcuola e di aspirante marine 'Se c'è qualcosa di pericoloso... devo andare io'
    Non volendo sottovalutare il pericolo, né volendo deludere Morrigan, il ragazzo si recò nella nave alla ricerca degli appunti del docente, iniziando a farsi un'idea sommaria di cosa stesse succedendo e di cosa avrebbero ben presto affrontato, avendo quasi un brivido nel leggere del mar dei caraibi 'Ok... no, questo no!' persino il docente ne sapeva poco, e quel poco che sapeva non era certo bello, sicché avrebbe fatto di tutto per lasciarlo al prof, dedicandosi comunque in prima persona al secondo più pericoloso.
    "Uh il mar mediterraneo sa tanto di Nato nella mia testa... quindi... sì, direi che andrò da lui... e direi che possiamo lasciare al prof quello del mar dei caraibi... se lo trova... oppure poi lo cerchiamo tutti insieme" il giovane parlò ad alta voce per farsi sentire e sperava ubbidire: non era tipo da dare ordini, sicché negli anni aveva imparato a usare trucchetti simili, sperando che una buona dose di logica e spilletta potessero far miracoli e magari salvare qualcuno dalla morte, se non da molto peggio, come un voto basso (?).
    Il giovane si mise a braccia incrociate ed esaminò gli appunti del docente, iniziando anche a trafficare con il codice del messaggio, che decifrò non senza una buona dose di fatica e di ringraziamento verso il padre 'Meno male che papà si occupa di terrorismo e mi ha spiegato come si decodificano i messaggi segreti!' si disse con un sospirò, avendo almeno un'idea di dove andare, cercando comunque di ripetersi nella mente il testo più volte, in cerca di ispirazioni.
    "Vestis" comandò il giovane, cercando di crearsi una mimetica chiara e termica, perfetta per la montagna, uscendo dallo studio improvvisato ed avvicinando il docente "Professore, io mi metto a capo di un gruppo: penso che il costrutto del mar mediterraneo possa essersi avvicinato agli dei sui picchi di Odino... quindi inizierò a cercare da là!" spiegò lui, annuendo a sé stesso e mettendosi in marcia, armato di determinazione, un chocobo, il costrutto del mar del bengala e tanta voglia di tornarsene nel letto di Adamas.
    RevelioGDR


    Jesse decide di cercare il costrutto del mar mediterraneo con quello del bengala sui picchi di odino.

    Azione 1: decodifica le istruzioni di morrigan e cerca ispirazione
    Intelligenza 22

    Azione 2: Vestis per abiti più caldi e mimetici
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    HTML
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    Jesse Lighthouse | Caposcuola Black Opal
    A Joshua piaceva prendere per il culo Jesse.
    Ed Elisabeth ed Erin, su questo, potevano sucare e basta.
    Jesse e Josh erano cambiati e nello studiarsi non potevano che trovarsi nelle costanti ed inorgoglirsi dei cambiamenti, permettendo a Joshua di prendere in giro Jesse e vederlo mangiare la foglia e poi, perché no, ricambiare anche un po' il favore.
    'Mh?' ovviamente quella su Erin fu una sparata da parte dell'aspirante marine, il suo classico straparlare che forse però celava anche una punta di gelosia o invidia, che in lui affiorò alla coscienza quando Josh, retoricamente (ma non troppo) si chiese chi mai avrebbe potuto mollare tutto per seguire un'altra persona.
    'Io?' Jesse, in effetti, era proprio una persona che avrebbe potuto annullarsi fino a quel punto 'Ma non l'ho fatto...' si sentì un pò vuoto per quello, tanto che alzò lo sguardo al cielo azzurro, contemplandolo e tramite di esso osservando sé stesso, scoprendo nel suo cuore un profondo fastidio, una doppia accusa 'Non puoi mollare tutto per un birillo!' si disse lui, odiandosi sia per non essere in grado di farlo, sia per desiderare qualcosa del genere, ben comprendendo quanto fosse sbagliato, senza una vera soluzione di continuità che non fosse una battuta.
    "Se vuoi chiamo mio padre e chiedo un ordine di restrizione... così, giusto per andare sul sicuro" propose con parecchia ironia, provando con quelle parole a stemperare le sue paure, cercando poi di portare il discorso in lidi più divertenti e sicuri, ovviamente non troppo distante dal viale dei ricordi, che in effetti a parole Jesse sembrava voler mantenere tale, soprattuto a livello visivo.
    Josh anche sembrava voler rigare dritto, ma nel dirlo non parve troppo convinto, forse perdendosi nelle proprie recenti malefatte, e facendo alzare gli occhi al cielo al Lighthouse "Allora facciamo che più o meno ti mando tutti i miei turni" concluse incrociando le braccia "E non andare più a dormire a caso in posti strani per ragioni random come facevi una volta: la scuola è più pericolosa di prima e non ti serve fare queste cazzate. Se hai problemi o hai bisogno di un posto, dillo a Me, Erik o Blake. Troveremo sicuramente una soluzione!" affermò lui, deciso, fissando dritto negli occhi l'altro, perentorio e quasi inamovibile a riguardo, tradendo quella scintilla di sicurezza che ormai divampava in lui, anche se spesso manco se ne rendeva conto, per quanto il tempo lo avesse aiutato a capire tanto di sé, e anche della sua vicinanza con Josh.
    'Ci sono riuscito' il viso rilassato di Josh fece il paio con quello dell'aspirante marine, il quale si distese dolcemente quando dopo anni riuscì finalmente a condividere con l'altro tutto ciò che aveva capito e provato e che per una ragione o per l'altra non era mai riuscito a dire, sentendosi anche, in ultima analisi, molto codardo 'Ora invece... ci sono riuscito!' fu liberatorio, per lui, ma anche per Josh, e questo ovviamente lo inorgogliva ancora di più, tanto da colmargli il cuore al solo vederlo sorridere, ma che si sentì quasi esplodere dentro all'ammissione del compagno.
    'Importante...' si rigirò nella mente quella parola alcune volte, coccolandosela con dolcezza e cullandola nel ricordi. Quante volte si era detto di essere stato importante per l'altro e non sapere se lo fosse stato quanto lo era stato per lui? E quante volte si era detto che forse l'altro neanche se ne fosse mai accorto? Al solo ripensarci il giovane sentì un peso sullo stomaco, che però si dissolse ben presto, del resto, ormai lo spazio per i dubbi era passato 'Lui... è qui. E' davvero qui!' si disse lui, osservandolo con enormi occhi splendenti, inclinando poi la testa alla sua proposta di rientro.
    Osservò Jolly, poi l'altro grosso uccello bianco (?) "Se facciamo il giro largo, credo che Jolly non avrà niente da obiettare..." affermò facendosi di lato e sentendosi un po' più solo senza il calore e il profumo di Josh addosso. Si mise al suo fianco e gli sorrise "E comunque... Jess è Jessica... non chiamarmi così: chiamami J! Ci siamo diventati matti ad avere lo stesso nomignolo... non hai idea quante figuracce ho fatto per questo!" mugugnò lui, caracollando avanti e osservando poi ancora l'ametrino.
    Era lì, era davvero davanti a lui. Non aveva idea di dove sarebbero andati, né cosa sarebbe successo, ma era lì, forse per insegnargli ancora qualcosa di sé, forse per fargli vedere chi fosse diventato o forse solo per fare un altro pezzo di vita insieme.
    Resta il fatto che lui, di tutto quello, non potesse che sentirsi infinitamente grato.
    RevelioGDR
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    AgPMp
    Jesse Lighthouse
    Black Opal | 20 anni
    Che Jesse fosse facilmente stupibile non era esattamente un segreto, e in fondo tutti in classe avevano esperienziato quanto ci volesse poco a stunnarlo, anche se quel giorno pareva che toccasse ad un superquattro mandargli in pappa il cervello.
    "Non sto salivando... credo!" nel momento del disagio, Joshua si rivelava sempre un'ottima guida, similarmente a come doveva essere per un marinaio il canto di una sirena, tanto che il giovane si voltò verso di lui con due occhi sgranati ed imbarazzati, rivelando tutto il discorso al superquattro e anche a Blake, il quale ci tenne quasi immediatamente a rimarcar il territorio, minacciando anche, se necessario, uno spogliarello, che tanto esibizionista lo era sempre stato.
    "Uh, no, che poi il non-prof ti toglie punti perché entri in competizione con lui" squittì il caposcuola all'amico di sempre, proprio quando iL Superquattro parve averne abbastanza, facendo andar via Jesse con la coda tra le gambe e un viso fin troppo rosso "Ma io ero seriamente preoccupato che prendesse freddo" pigolò lui, forse nel tentativo di convincere almeno sé stesso, prendendo posto con Josh e Blake, si sperava almeno loro ancora vestiti, nel mentre l'uomo decantava i propri doveri da stenditore di runisti e introduceva l'argomento della lezione, un argomento che forse l'Evans avrebbe poco seguito, cosa che non interessava poi molto a Jesse, che accolse quella notizia con una scrollata di spalle e un timido sorriso, ad indicare come gli andasse bene in ogni versione.
    'Uh, secondo me dopo lo uccide' pigramente Jesse udì il suo miglior amico decantare le doti di Lancelot, in quello che a lui suonava più come un epitafio, ma al quale non aggiunse niente, interessandosi invece a rispondere alla domanda, cercando di ragionare fuori dagli schemi, verso un modello più suo... sbagliando, come tutti. Ma mai quanto Lucas.
    "LUCAS!" nel vedere la frusta scattare, Jesse si gettò in piedi; avesse potuto si sarebbe frapposto tra l'ametrino e l'arma, ma ovviamente non disponeva di una simile agilità, osservando inorridito il colpo al ragazzo e la spiegazione dell'uomo.
    Lo fissò con un misto di odio e stupore, stringendo con forza un pugno, poi, odiosamente, tornò a sedersi, detestando l'impotenza che stava provando, ma forse anche la scarica di eccitazione che aveva percorso il suo corpo.
    "Uff... domanda trabocchetto" disse agli amici, accasciandosi sul banco nel mentre egli iniziava a spiegare, almeno finché non apparve Lancelot, evento che oggettivamente rianimò la classe, sia per la sorpresa, sia per i teatrini che ne seguirono.
    'Da grande voglio fare il runista' Kwaku si stava molto divertendo a mettere in difficoltà Lancelot, e Jesse doveva ammettere che avrebbe molto apprezzato su di sé quel genere di attenzioni, tanto che ben presto si trovò imbambolato, fino a dover sussultare 'Oh no!' squittì nella sua mente, portandosi istintivamente una manica alle labbra, spaventato da avere della bava colante, come predetto dal troppo-vicino Joshua, cui infatti lanciò un'occhiata quasi colpevole.
    'Che ci posso fare se mi piacciono i ragazzi di colore?' pigolò un po' mortificato nella sua mente, avvicinandosi poi a Blake, forse per non pensare troppo "Ma alla fine, secondo te, hanno scopato o lo ha solo frustato?" gli chiese lui, evidentemente deciso a scatenare una guerra termonucleare, scoprendosi molto interessato all'arma sulla cinta del Superquattro, con o senza Lancelot attorno.
    Avvampò nel sentirsi nominare, annuendo confusamente e compiacendosi almeno un poco di aver trovato comunque una logica in quella prova impossibile, accogliendo la risposta giusta con una certa confusione che lo spinse ad aggrottare la fronte 'Quindi era il mar baltico... ma il mare è di tutti, quindi solo baltico, perché sono popoli che rispondono al re del baltico... che però non abita nel baltico...' di base gli sembrava di aver afferrato il concetto, ma più cercava di spiegarlo a sé stesso, più si confondeva.
    Disperato, lanciò un'occhiata a Josh, poi prese quasi al volo la runa che lo designava come portavoce per la colonia dell'antartide 'MA IO NON SO PARLARE!' comprese le sue funzioni, Jesse si sarebbe volentierissimamente seppellito sottoterra, eppure non sarebbe stato da lui tirarsi indietro, sicché con un sospiro, osservò cuccioloso sia Blake sia Josh "State con me, vero?" supplicò lui, anche se forse il tono non era riferita all'invito, quanto alla preghiera che non si ammazzassero di botte.
    Con un sospiro il ragazzo avrebbe posato la runa Kenaz e poi avrebbe scritto in grosso Villaggio Antartico Baltico.
    "Ok... voi come ve lo immaginate?" domandò lui, segnando a lato ciò che lancelot aveva loro sottolineato di approfondire, arrivando poi ad una prima conclusione "Intanto ci saranno un sacco di predoni specializzati in mostri marini... sia per studiarli sia per cacciarli... e io... sì insomma non me li immagino come i burberi del villaggio, ma più alla Kwaku o alla Maverik... pericolosi ma in fondo moderni"
    RevelioGDR
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    AgPMp
    Jesse Lighthouse
    Black Opal | 20 anni
    Era un giovedì qualsiasi. O così almeno sosteneva il narratore del sedicente docente.
    Jesse in effetti si era alzato alle classiche 05.30 come ogni santo giorno ed era andato a correre ignorando il freddo, il gelo, la voglia di saltare addosso ad Adamas, ritornando in stanza tutto intirizzito e congelato, ritornando alla vita solo grazie ad una doccia rovente e a qualche moina a Blake.
    "Dopo la doccia vado a far colazione... sono un po' in ritardo oggi, scusa Blake, ma tanto non seguo Verde quindi amen" ammise il giovane facendo spallucce, in effetti ritrovandosi pronto quasi per l'ora giusta per andare a Rune, cosa che in effetti lo mise discretamente di buon umore 'Sì, insomma, alla fine rune non mi dispiace...' indubbiamente era più interessato alla parte grafica che a quella storica, ma nel complesso Lancelot non gli metteva ansia, Blake in genere si comportava meno peggio del solito e in generale l'argomento soporifero tendeva a tener tutti tranquilli, rendendola una delle materie più piacevoli da seguirsi per un prefetto o caposcuola che fosse 'Sì insomma, anche se ti perdi nel tuo mondo, Olwen lascia perdere... e difficilmente devi implorarlo per non togliere punti'
    Insomma: il contrario di Ensor!
    Con quella convinzione nel cuore, l'aspirante marine avvicinò la porta dell'aula e osservò la sua curiosa apertura stagionale, fatta di foglie cadenti, sorridendo poi convintamente alla cattedra "Buong-" il saluto gli morì in gola 'Ma che cazzo!' esterrefatto, il giovane Lighthouse rimase ad occhi sgranati poco lontano dalla porta fissando Kwaku Labaan dalla testa ai piedi (frusta inclusa), trovandosi ben presto con la mascella slogata (evitando scontatissime battute in merito).
    "Ma... lei... è..." ed ingoiando a secco il giovane si rese conto che come al solito coi nomi era davvero negato. Avvampò frustrato "Il superquattro della Lega Pokemon... il... marito del signor Sigurd" propose lui, non sapendo manco bene dove volesse andar a parare.
    "Uh, povero prof Olwen: è sempre bravo con noi, tra tanti prof lui non si meritava le botte" propose sovrappensiero il giovane udendo il nero rispondere alla classica domanda sul docente, avvicinandosi alla cattedra, incapace sia di andarsi a sedere sia di non fissare gli addominali in bella mostra dell'uomo, nonché le rune.
    "Deve parlarci... dell'Incantesimo di Marchiatura Runica?" domandò infine lui, aggrottando la fronte e indicando uno dei tanti segni "Sì, insomma... è pieno inverno e lei è nudo... sì, insomma... non penso lo faccia perché fa caldo... anche se forse io ho il termometro interno sballato perché sono andato a correre fuori alle sei del mattino e mi sono congelato fino alle ossa..."
    Labaan aveva palesemente rotto Jesse, tanto da trovarselo davanti inconcludentemente a dire cose senza senso finché ancora una volta non fu colto dall'imbarazzo e si ritirò in prima fila, su una panca a sinistra, con la coda tra le gambe, prendendo posto e cercando di fissare tutto tratte l'uomo.
    'Che figo assurdo' ovviamente quando riprese a parlare ciò non fu possibile, così come egli non ebbe modo di resistere alla tentazione di alzare la mano e sparare la propria... idea.
    "Stavo... ecco, sono d'accordo con un po' tutti i miei colleghi... forse più con il discordo di Aidan su Thor, ma lasciamo stare" sì, era decisamente logorroico e confuso "Maaaaa... stavo riflettendo su quella nave coreana... ok, è coreana, ma... ha tanto delle drakkar... sono comunque navi da guerra con una polena animale... stavo pensando... non è che c'è stata una contaminazione culturale che ha portato i coreani a fare le navi come i migliori carpentieri al mondo?" affermò lui, pregando di essere un cuor suo di essere un degno erede di Morrigan, non avendo la minima idea di come tale condizione, in effetti, lo avrebbe fatto finire preso a botte.
    RevelioGDR
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    Jesse Lighthouse | Caposcuola Black Opal
    Alcune persone potevano non vedersi per anni e riprendere la propria relazione, pur cambiati, esattamente allo stesso punto in cui l'avevano lasciata. Si trattava di Affinità Elettive, basate non sul tempo, sull'amicizia o sul senso, ma sulla semplice comoplementarietà di spirito che, nonostante tutto e tutti cambiassero, finiva per riportarli, uno davanti all'altro, ad essere ciò che erano sempre stati.
    Quindi eccoli lì, Jesse e Joshua, uno davanti all'altro, intenti a scusarsi, arrabbiarsi e sentirsi in colpa nel mentre tra loro si frapponeva un grosso e roseo uccello ed l'ingombrante pensiero di Elisabeth.
    "Uh, sì, scusa mi succ..." Jesse aveva reagito a quel riadattamento del suo essere con fastidio, più precisamente con senso di colpa, forse verso sé stesso, forse verso Adamas, ma poi progressivamente aveva accettato quella naturalezza per ciò che sottendeva e che comunque voleva con sé, ovvero l'affetto e, perché no, la nostalgia, i quali però non potevano impedire al giovine di dover ammettere a sé stesso di non essere più il pirla di una volta, persino davanti a Josh (per quanto vestito (?)) "Eeeeehi, non è che mi stai prendendo in giro?!" chiese infatti lui, interrompendo la propria autocritica, forse cogliendo qualcosa nel tono o nel sorriso dell'altro che lo mise su chi va là, guardingo, per quanto non veramente offeso, troppo contendo di aver di nuovo intorno l'altro per potersi negare di benvenutarlo, dirgli che ci sarebbe sempre stato per lui e fare anche una battuta sulla propria zerbinaggine, o negare la propria gioia per la propria relazione.
    Jesse mostrò un sorriso disteso all'altro quando gli fece le sue felicitazioni per il suo equilibrio amoroso e la sua notevole resistenza fisica (?), non aggiungendo in vero altro, decisamente più interessato alle vicissitudini altrui che alle proprie, cosa che lo spinse a stringere un po' malizioso gli occhi, salvo poi sgranarli di colpo nell'apprendere che anche l'interest si fosse trasferita "Uh, è così cotta di te che ti ha seguito dall'altra parte del mondo? Fiiiiico!" affermò lui con tono ammirato, per quanto lo sguardo tradisse un po' come fosse anche preoccupato 'Non è che è tipo una serial killer stalker stupratrice seriale?' si stava infatti domandando lui, nel mentre poneva una domanda forse più intima "Allora forse poi è meglio che ti dico quando sono di ronda... vorrei evitare di beccarti mezzo nudo nei sotterranei... di nuovo... e con una ragazza!" propose lui, fin troppo serio, lasciando poi Josh libero di avanzare il discorso, sostenuto da suoi lievi cenni del capo, che cercavano di mascherare come lui in vero stesse pensando a tutt'altro, almeno finché non fu richiamato sulla terra dal nominare Elisabeth, cosa che, dopo un classico Uh lo spinse a focalizzarsi davvero sul discorso, ascoltandolo fino in fondo quanto bastava per rimanere alcuni istanti senza parole, e poi sospirare, indeciso sul da farsi.
    "Ok... so che detto da uno che è findanzato da tre anni suona poco credibile... ma... sì insomma, le relazioni sono decisamente sopravvalutate e strette... specialmente quelle classiche..." ammise lui, stringendosi tra le spalle "Sì, insomma, ho perso il conto della gente che mi chiede se mi scopo Blake o mi criticano perché se do tanto spazio ad un'altra persona vuol dire che non amo Adamas... alla fine... sono solo costrutti mentali"
    Il giovane lo disse un po' incerto, aspetto reso ancora più evidente dal suo tormentato evitare gli occhi dell'altro, forse per rifuggirli e basta, o forse perché attirati da altri pensieri che lo stavano assillando 'Io... che devo fare...' si chiedeva infatti lui, per quanto in vero il suo corpo si mosse per lui e lo spinse dapprima a scendere dalla staccionata sulla quale era appena saltato (inserire urletto agitato di Jolly qui) e poi mettersi davanti all'altro, inchiodandolo, per una volta, con i suoi occhi azzurri.
    "E questo vale anche... per te... per noi, insomma" ingiunse infine, traendo poi un altro respiro estremamente profondo "L'unica cosa che mi hai costretto ad accettare, Josh, era il mio orientamento sessuale... tutto il resto... l'ho voluto... mi è piaciuto... e non l'ho mai davvero rimpianto..." lo disse con voce ferma e gentile, abbozzando anche un sorrisetto ed annuendo col capo, quasi a voler calmare l'altro "So che ti hanno fatto una testa tanta... che ero uno zerbino, che non sapevo cosa facevo, che sei stato stronzo, che dovevi scegliere, che non dovevi scoparmi così a casaccio in un sotterraneo al coprifuoco o affittare una camera... ma... a me andava bene così... e andavi bene anche perché eri così"
    Non aveva detto grazie, ma lo aveva molto lasciato sottendere, forse anche per il lieve rossore che nuovamente coprì le sue gote, che spiccava non poco su quegli occhi così sicuri, specialmente alla distanza che innocentemente Jesse aveva frapposto con l'altro, decisamente molto ridotta.
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    Jesse Lighthouse | Caposcuola Black Opal
    Josh era abituato ad arrivare dopo e comunque per primo, non ai ritorni e sembrava che le battute sulla sua nuova venuta lo avessero già infastidito. Jesse accolse le sue esternazioni con una scrollata di spalle, che doveva anche valere per le passioni di Blake 'Beh, almeno non te lo ha tirato in pancia come al povero Adamas' si disse tra sé e sé, ben conscio come più di quello non ci si potesse attendere da colui che poteva tranquillamente essere definito il Kim Jong-un inglese, con la particolare variante di essere più magro, più bello, più biondo e con la bomba atomica incorporata.
    Se l'aspirante marine appariva rassegnato a molte cose, tra cui il pessimo carattere di Blake, la sua incapacità a resistere al fascino di Joshua e l'allergia di quest ultimo ai ritorni, su altre questioni risultava invece molto presente, come il benessere dell'altro, tanto da insistere su sapere i dettagli e ricevere una risposta molto lapidaria "Scusa tu... non avrei dovuto insistere... forse" affermò infatti, accorato, notando quando l'altro paresse stremato da quel discorso, quanto bastava per stringergli il cuore e costringerlo a distogliere lo sguardo e cercando di gestire l'imbarazzo che derivava dal trovarsi davanti a quel ragazzo a distanza di anni, con lui pure stabilmente fidanzato, aspetto che, a tratti, lo faceva anche sentire un po' in colpa.
    Ricambiò il sorriso blando di lui all'apprendere come sarebbe rimasto, almeno per il momento, e che non erano in programma ripartenze, il che a lui andava benissimo così: l'idea di riaverlo lì, in fondo, era sufficiente, almeno per lui, che aveva così poco da rinfacciare e così tanto di cui essere grato 'Lui... è stato il primo' lo aveva spinto a litigare con tutti i suoi amici (involontariamente), lo aveva condotto in una relazione non sana, specialmente per un verginello complessato come lui, ma Jesse non aveva la minima idea di cosa fosse un vero rapporto sano, sicché poteva ringraziare solamente l'altro per come lo aveva accolto, sbloccato e guidato in quei difficili momenti, aiutandolo talmente tanto che fu per lui naturale rispondere "Bene, quindi se avrai bisogno di qualcosa... o vorrai parlare di qualcosa... sai dove trovarvi" poiché, per lui, il suo debito era talmente grande che nulla sarebbe mai bastato a ripagarlo per intero, e forse, andava bene così 'Solo a chi vuoi bene davvero permetti... di non essere in pareggio di bilancio, ecco...'
    L'affetto comunque si mischiava in lui all'imbarazzo e in generale al suo caos, generando discorsi folli e uscite improbabili che spinsero Josh ad ammettere come forse non fossero davvero cambiati "Ehi, un po' siamo cambiati. Tu sei sicuramente più maturo e io... beh, sono davanti a te da un po' di tempo e non solo sono ancora vestito, ma non ti ho neanche ancora guardato il pacco" ammise lui con una linguaccia, andandosi poi a sedere sulla staccionata accanto all'altro, ghignando un poco sentendolo parlare di Adamas: gli piaceva quell'interessamento, era palese.
    "Mi tratta benissimo" ammise lui con un largo sorriso, anche se presto storse la bocca, nel mentre sopraggiungeva un secondo pensiero "Fin troppo... sì, insomma, non è che me ne lamenti eh, ma è davvero un ragazzo premuroso... è intelligente, atletico, sexy... e anche pazzo... pensa, mi trova bellissimo" ammise lui, ridendo sinceramente, e scuotendo la testa "Non il mio fisico eh, proprio tutto... prima o poi gli pagherò un oculista bravo... comunque a parte questo, direi che stiamo bene... grosso uccello incluso" ammise lui, colorando di porpora le guance ed osservando poi jolly, che decise di saltargli in braccio, dove Jesse iniziò a coccolarlo.
    "Tu... continui a dispensare piacere in giro o... hai qualcuno o qualcuna?" domandò lui, strappando poi un piccolo guaito al suo uccellino, poiché, evocando nella sua mente il volto di Elisabeth, aveva finito con stringerlo troppo forte.
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    Jesse Lighthouse | Caposcuola Black Opal
    Blake era unico, e questo non solo era una certezza per Jesse, ma una consolazione per tutto il resto del mondo, Josh incluso, il quale decise giustamente di rendere omaggio a noi Admin per questo limite esistenziale, facendo si che Jesse, contrariato, stringesse le braccia conserte, lanciandogli un'occhiataccia "Non dire così del mio migliore amico, uomo scomparso PER ANNI!" fece presente l'aspirante marine, aggrottando la fronte quando l'altro si mise a toccarsi la mascella.
    Per un istante Jesse si perse nei propri ricordi, pensando a quando aveva bramato (e anche ottenuto) di baciare quella mascella, come tutto di Josh, ma poi l'urgenza del presente lo richiamò, facendogli sciogliere le braccia "Senti male... Blake ti ha tirato uno dei suoi micidiali ganci?" chiese lui, dimostrando ancora una volta come la sua assoluta devozione al Barnes non gli impedisse di vedere gli aspetti ostici dell'instabile tra gli instabili dei Black Opal.
    'Sì, insomma, Blake ha tirato pugni per molto meno... e uh, sì, insomma, anche io sto male nel vederlo...' Josh anni prima aveva letteralmente messo a soqquadro la sua vita e anche la sua sola vista sembrava averlo rigettato nel caso, persino a distanza di anni, tanto da agitare il suo famiglio e far vagare la sua mente verso terre di non-sense su un'imbeccata allusiva ed infelice dell'altro, che ben presto si trovò spaesato, tanto da dover ammettere che fosse maledettamente difficile conversare col Lighthouse.
    Il che forse spiegava anche perché in passato avessero fatto più altro che quello.
    "Scus-" nel vedere la stanchezza altrui, Jesse ovviamente si sentì in difetto, divenendo paonazzo davanti alle parole che, anni prima, Josh gli aveva redarguito di non pronunciare mai in sua presenza. Lo fissò con gli stessi occhi di una lapre che vede i fanali dell'auto, poi, lentamente, espirò "Scusa." affermò più calmo, senza alcuna esitazione, storcendo la bocca "Alcune volte mi lascio un po' trascinare dai pensieri... e semino la gente... inteso come lasciare indietro, ecco... non piantandole nel terreno..." propose lui, facendo spallucce, schiudendo le labbra poi per parlare di Adamas, salvo poi rimanere a bocca aperta, altra cosa che forse l'altro avrebbe trovato nostalgica.
    Anche Jesse provò nostalgia. E disagio, sicché, alla fine, la richiuse senza dire alcunché, rendendosi conto che qualsiasi cosa avrebbe solo complicato la situazione 'Ed è già maledettamente difficile così... e comunque... Adamas ora non è così importante. Lo è lui, e cosa ci fa qui'
    Se da un lato Jesse aveva imparato a chieder scusa senza andare in panico, dall'altro era anche vero che aveva imparato se non altro a seguire un filo logico nelle conversazioni, quanto bastava per rendersi conto dell'evasività altrui e riportarlo a parlar di sé, con una tal violenza da fargli sbiancare le nocche e fremere 'Ahia...' prim'ancora di sentirsi dire che non voleva parlare di quei tre anni, Jesse aveva compreso l'antifona, sicché si limito ad annuire, almeno finché non si ripeté quella parole nella propria mente 'Tre... anni?'
    Era passata una simile eternità?
    Jesse ne rimase stordito, anche se per esempio la lunghezza della sua relazione con Adamas da quel punto lo aiutava a mettere a fuoco la situazione, con suo sgomento, che si fece via via strada con la nostalgia 'Sono... davvero passati tre fottuti anni?' tre anni erano un lungo lasso di tempo, e per un adolescente erano sostanzialmente una vita intera, una vita che aveva lasciati cambiati i due, ma se Jesse aveva per lo più bei ricordi, pareva proprio che Joshua si fosse lasciato ancora una volta alle spalle dei rimpianti, prospettiva che finì per incupire il ragazzo, doppiamente 'Non solo siamo stati distanti... ma lui... è di nuovo al punto di partenza... e incacchiato' il che, essendo profondamente affezionato all'Evans, non poteva che lasciarlo mesto, almeno finché lo sbigottimento non invase il suo volto alle accuse dell'altro di fronte al suo interrogatorio, forse un po' troppo rude (essendo il medesimo di Liz).
    "Che?!" esclamò lui, agitando le mani "Josh no, ma che stai..." il ragazzo partì a razzo, ponendo anche una mano sulla spalla dell'altro, salvo poi ritrarla e fermarsi di colpo.
    Lo fissò ad occhi sgranati, poi sospirò, come aveva già fatto precedentemente, tornando poi a parlare con un tono più controllato "Sono contento che stai bene, e no, non ci devono essere ragioni particolari per tornare... solo... eri lontano, per le cure e altre cose immagino... e hai mollato tutto per... tornare qui... credo... sì, insomma, almeno... mi sembra di aver capito che sia un rientro definitivo" propose lui, incespicando un po' le parole e facendosi via via sempre più evasivo con lo sguardo, così come le sue mani, che scivolavano sempre più nelle sue tasche "Volevo... solo sapere cosa ti aveva fatto tornare, ma... sì, insomma, non ti servono vere ragioni... né le devi comunque venire a dire a me" ammise lui 'E ovviamente non ho mai pensato di essere quella ragione' pensò per un breve istante, trovandosi di colpo rosso come un peperone, ancora. Guardò il suo uccello rosa, ma poi tornò a fissare l'altro "Qui... sì, questa Accademia è anche casa tua... e sono contento che tu sia tornato" ammise infine, inclinando un timido sorriso, che accompagnò con un dolce gesto del capo in senso affermativo.
    "Ti stai... ambientando bene..." chiese lui, facendo un passo verso l'altro, disegnandosi un sorriso esitante "Non... non te l'ho già chiesto... vero?" ammise infine, grattandosi nervosamente la nuca e ridacchiando un poco, concludendo con delle altre spallucce "Insomma... sono cambiate un sacco di cose... e anche tu sei cambiato no? Sì, insomma... io ho un nuovo chocobo rosa dal nome Jolly" al che sobbalzò "Ah, e Flag... sì, meglio che te lo dico subito così concludiamo le battute scontate sulla mia passione per i ragazzi" lo incalzò lui, incrociando impettito le braccia "Flag è la mia aquila di carta... l'ha animata con me il professor Maverick" chiarì lui, lasciandogli qualche istante per chiedergli come diamine facesse ad essere circondato da uccelli manco fosse biancaneve "E tu... sei tu... sì, insomma... non so come sei cambiato... stai meglio... e uh, sì, sei pagano come tre quarti degli LBGTQI+ che conosco" ammise lui con un sorriso indulgente, ovviamente saltando alle facili conclusioni ancora una volta, vinto da quel grazie agli dei che poteva ovviamente voler dir di tutto e soprattutto di niente, e che lui invece aveva inteso in un unico modo.
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    Jesse Lighthouse | Caposcuola Black Opal
    Nonostante fossero passati anni, letteralmente, Joshua era e restava ciò che era sempre stato: un covo di tentazioni, malattie sessualmente trasmissibili, fiducia riposta nelle ragazze sbagliate e sarcasmo.
    La prima secca risposta dell'ametrino fu così tanto da Joshua che se gli avesse sbattuto in faccia il birillo non sarebbe stato altrettanto efficace 'Già...' il caposcuola ebbe la buona creanza di non esternare quella illuminata controrisposta, limitandosi a fermarsi un istante, scioccato dalla bomba emotiva che gli era stata sparata in faccia, godendosi anche ciò che era riuscito a tirar fuori dall'altro con la sua sola presenza: il sorriso.
    Il che, diciamolo, era anche una novità: in genere, la gente da Josh tirava fuori solo una cosa. Anzi, in genere la usciva direttamente lui.
    'E' tornato... è davvero lui?' Jesse faticava a mettere insieme ciò che vedeva e comprendeva, ma essendo affetto perennemente da stordiraggio, in vero la sua condotta non differiva poi molto dal solito, spingendolo ad agire secondo il suo istinto, ricercando la vicinanza dell'altro e soprattutto risposte, o almeno tessere che, combinandosi con le sue, potessero generare un puzzle con vagamente un senso, o almeno un tema, ottenendo ovviamente qualcosa di profondamente diverso, condito con un malizioso sorriso sghembo che, in un altro contesto, avrebbe probabilmente seccato la gola del castano, il quale invece si trovò a ruotare gli occhi al cielo e sospirare, mostrando forse il primo vero mutamento rispetto ad anni prima.
    "Se miravi a fare Blake, lasciatelo dire, hai cannato su tutta la linea" le parole dell'ASPIRANTE marine suonarono probabilmente secche e anche un po' annoiate, lasciando trasparire (e magark fraintendere) il fastidio per l'eventuale silenzio di Erik 'Figurati se suor Erik non mi avrebbe detto del ritorno di Josh, ricordandomi anche i miei doveri di fedeltà coniugale e di mettere il seme solo in cose stabili matrimoniali' la fiducia nel suo parabatai era comunque grande, così come nella sua (troppo?) alta moralità, sicché quando le iridi tornarono su Joshua si dimostrarono brillanti e argute "Intanto di Blake ce n'è solo uno" e di questo si poteva render grazie agli dei e anche a noi dello staff tutto (?) "E poi da quando Blake ti fa attendere o entra in sordina?" affermò lui allargando le braccia "Mi sa che hai dimenticato molto di come funzionano qui le cose..." insistette, lasciando però morire le parole man mano che lo sguardo del moro si concentrava su di lui, forze in cerca di somiglianze e diversità, trovandolo più alto, più sicuro, sicuramente più muscoloso, ma comunque incapace di stare sotto la sua lente di ingrandimento per più di qualche secondo senza sperimentare due cambiamenti fisici primordiali 'FANCULO!' l'imbarazzo aveva iniziato ad invadere il ragazzo dalle pudenda, portando dapprima troppo sangue alla sua verga e quindi al suo viso, fino a farlo avvampare al sentir parlare di passione per gli occelli, quando dovette persino distogliere lo sguardo, agitando il chocobo.
    "No, tranquillo, Jolly, va tutto bene!" per calmare l'animale, egli dovette chinarsi, carezzarlo e con esso calmare anche la propria persona, quanto bastava per riassumere il controllo.
    Deglutì. Fissò l'altro un po' arrabbiato. Dal basso verso l'altro, cosa che in effetti evocò in lui altre immagini poco dignitose, che lo fecero arrossire ancora e lo spisero a rimettersi dritto.
    'Ok. Niente mosse avventate. Discorsi brevi. E non lasciare la mente vagare' il ragazzo ripeté a sé stesso alcuni consigli pratici che lui stesso trovava inapplicabili, tanto da frustrarlo.
    Deglutì ancora. Stiracchiò le dita sentendole pervase di imbarazzo e poche ma confuse idee su cosa fare e come muoversi, quindi si mise ancora a braccia conserte, cercando di assumere un'aria seria, che però risultava a tratti grottesca.
    "Non prendere in giro Jolly solo perché è rosa. E' un adorabile chocobo ed è il mio fido compagno di allenamenti" concluse sciogliendo le braccia e additandolo "E non prendere in giro neanche Adamas solo per tutte le stupidaggini che si dicono sui ragazzi di colore"
    Chi era Adamas? Josh ne aveva una vaga idea? Ovviamente Jesse come al solito si era saltato quei tre-quattro passaggi logici che facevano bene alla salute: era un ametrino, era tornato da un po', e quindi per lui era naturale che conoscesse il capitano degli ametrin e sapesse come fossero fidanzati da anni. Il resto era ansia e follia, insomma, il pane quotidiano in casa Lighthouse!
    "Ma tranquillo, non ti darò del razzista o dell'omofobo... so che non lo sei" il ragionamento del ragazzo era progredito aprendosi in un sorriso un po' bonario, che però si fece immediatamente di nuovo serio.
    "Ma se speri di distrarmi con così poco, Evans, mi sa che campi male!" e tutti sanno che se uno usa il cognome, vuol dire che la cosa si fa seria! "Ti sei trovato bene degli States, ti hanno curato? Come mai sei tornato, Josh?"
    Domande simili alle precedenti furono di nuovo poste, nel mentre lo sguardo di lui si faceva più rilassato e forse un po' nostalgico, segno che quel processo di accettazione della nuova realtà era ancora in corso.
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    Jesse Lighthouse | Caposcuola Black Opal
    Certamente che un ragazzo immunocompromesso come Josh si tenesse alla larga da pattumiere volanti come i piccioni era solo cosa buona e giusta, per quanto destava certamente dell'ironia il fatto che ciò non derivasse dalle sue condizioni di salute (che non lo avevano tra l'altro mai tenuto alla larga da condotte a rischio come il sesso non protetto o l'abuso di alcoolici) ma dal fatto che si fosse preso in faccia un uccello, quando decine di migliaia di persone a simili evenienze avevano risposto semplicemente con "Sì ancora", in alcuni casi anche direttamente a lui.
    Comunque ognuno si trovava le fobie che si meritava e sicuramente uno che trovava orridi i deliziosi versi dei chocobo meritava di scappare anche da un pulcino troppo cresciuto e di vivere in un mondo più vicino all'immaginario di Hitchcock che a quello della Rowling, che fosse a terra o meno, che si stiracchiasse o meno, che avesse un birillo o meno.
    'E' cresciuto... e io... alla fine... con lui' il piccolo Jesse ovviamente non meritava tutti gli insulti che si stava giustamente beccando Joshua, e al momento si trovava a terra, seduto a contemplare il proprio famiglio sentendosi per la prima volta se non vecchio almeno adulto, giacché il cambiamento del pennuto gli aveva oltremodo dato contezza dello scorrere del tempo e con esso l'inesorabilità della fine di quella che alla fine sarebbe stata una parentesi di cinque anni tra le mura di Hidenstone, che lo aveva visto entrare come un ragazzino confuso e disagiato e lo avrebbe lasciato... come?
    'Sono cambiato?' la domanda se la fece seriamente, ma il giovane anche solo al portarsi la mano al cuore, ove avrebbe dovuto trovare la spilla di Caposcuola, si sarebbe reso conto della veridicità di quell'affermazione: era cambiato. Era più sicuro, più forte, più consapevole e più saggio. Aveva degli amici e non viveva più nel terrore di morire da solo, e aveva persino trovato un fidanzato che da fin troppo tempo lo trovava adorabile, e come se tutto ciò non fosse bastato, tante altre cose nella sua esistenza erano evolute, non ultima la posizione lavorativa del padre, eppure un'evoluzione implicava che certi aspetti non mostrassero mai e la voce di Josh avrebbe destato una reazione che probabilmente avrebbe generato nostalgia in lui.
    "Uh?!" perso nelle proprie riflessioni, l'aspirante marine si sarebbe lasciato naturalmente sorprendere dall'ametrino, rendendosi conto della sua presenza solo al sentirlo parlare, al che avrebbe voltato di scatto il capo, andando immediatamente a sgranare confusamente gli occhi, senza minimamente nascondere non solo lo stupore, ma soprattutto l'incredulità.
    'Non sono in camera mia... no?' il volto di Josh era evidentemente segnato dal tempo, ma il riconoscimento era stato istantaneo da parte dell'aspirante marine, giacché su quei tratti si era ripetutamente soffermato nei momenti solitari, quando la fantasia, in un mondo di bianco e nero, si sarebbe potuto dire, aveva richiesto del bianco, per quanto tale rapidità non si potesse riflettere in un agire, del resto, secondo Jesse, Joshua sarebbe dovuto essere oltreoceano, e non certo appoggiato ad una staccionata.
    Ebbro delle proprie convinzioni che crollavano, Jesse lo avrebbe osservato confuso per alcuni istanti, poi, scrollando la testa, sarebbe schizzato in piedi "JOSH?!" le parole di Jesse erano al contempo un'invocazione, una domanda e un'accusa, al punto che anche Jolly sobbalzò, osservando curioso il nuovo venuto, che a lui aveva ricambiato solo un'occhiataccia, saltellando sul posto quando vide il suo padroncino correre verso l'altro, fino a provare a mettere le proprie mani sulle spalle dell'altro, forse per essere certo di non star sognando.
    "Ti hanno curato negli States? Stai bene ora? Sei tornato a scuola... ma Erik lo sa?!" il fiume in piena Lighthouse si abbatté sull'altro senza troppo ritegno, culminando in un altro sobbalzo dell'aspirante marine, che di colpo provò a dare una leggera pacca sulla spalla destra dell'amico "Perché cazzo non mi hai detto che sei tornato?!" concluse infine, andando ad incrociare le braccia con fare offeso.
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    Jesse Lighthouse | Caposcuola Black Opal
    "Jolly, andiamo?"
    Jesse pronunciava quelle parole fin troppo spesso nell'arco della giornata, ma in genere esse emergevano la mattina, classicamente prima delle sei, quando il ragazzo si andava ad allenare a orari che normalmente avrebbero dovuto essere illegali con come unica compagnia Jolly, il suo splendido e sobrissimo chocobo rosa, ovvero l'unica creatura capace a quell'ora di non tirargli un calcio in faccia per aver anche solo provato a proporre di uscire.
    Come detto, quelle parole in genere si diffondevano nell'aere di prima mattina, quando manco il sole c'aveva voglia di alzarsi in pratica, ma quel mercoledì le cose erano andate diversamente e siccome l'aspirante marine aveva dovuto effettuare la ronda notturna, aveva deciso di dormire di più, seguire le lezioni e rimandare la propria corsa giornaliera alle 17, quando di buona lena era tornato in stanza, si era messo addosso una delle infinite tute a tema corpo dei marines che possedeva e si era armato di cuffie e chocobo pronto a diffondere disagio e sudore per tutto il mondo, o, almeno, tanto per iniziare, per tutta la riserva delle creature magiche.

    "Ti diverti Jolly, ti mancavano i tuoi amichetti?" i due si erano messi a correre uno più felice e disagiato dell'altro fino alla riserva e poi attorno ad essa, ma poi il chocobo era rimasto attratto da alcuni suoi simili adulti, con i quali aveva iniziato ad emettere gridolini allegri che avevano strappato un sorriso anche al Caposcuola, il quale si era seduto non troppo lontano, sfilandosi da dietro la schiena una cosa oblunga e blu, ovvero una borraccia, dalla quale iniziò a bere a piccoli sorsi, osservando rilassato la scena.
    Rimase un po' in silenzio mentre il suo Jolly scorrazzava e saltellava felice, sbattendo anche le ali, ma poi, alla fine, dovette aggrottare le sopracciglia quando lo vice scavalcare la staccionata "Uh, no, Jolly, dove vai? Torna da me!" il ragazzo lievemente agitato, si alzò in piedi e si avviò verso il recinto, richiamando l'uccello a gran voce come solo Mascia Ferri avrebbe saputo fare, almeno finché questi non si rese conto del disagio, si voltò, svolazzò sul posto con un sonoro kueeeeee e balzò nuovamente dall'altra parte, atterrando davanti a Jesse, il quale, infine, ebbe un'epifania.
    "Sei cresciuto, Jolly!" concluse infatti lui, esterrefatto manco stessimo parlando della cosa più naturale e normale del mondo.
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    Benvenuta rob, sono stefano, uno degli admin, ma temo tu lo sappia meglio di me (?).
    Per qualsiasi cosa, scrivimi pure <3

    CITAZIONE (Joshua B. Evans @ 1/11/2022, 17:11) 
    Io invece con te non ci voglio ruolare.

    tu fai poco lo spiritoso.
    E te lo sto dicendo proprio con questo account.
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    Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal
    "Che afa incredibile... ma siamo sicuri di essere ancora a Londra?" Alexandra, la madre di Jesse, quel giorno aveva indossato un abito molto leggero in cotone, con una ampia gonna gialla svolazzante e un cappello a falda larga per coprirsi il viso, ma nulla pareva capace di salvarla dalla caligine che stava torturando l'intera europa, persino così a nord.
    "Uh, sì, certo mamma" disse il piccolo Jesse, forse non del tutto conscio dell'ironia usata dalla madre, visti gli enormi occhi azzurri che le dedicò "Non abbiamo usato alcuna passaporta, smaterializzazione, sigillo astronomico o drakkar denrisiana... né altri sistemi che io conosca" precisò lui, forse elencando il tutto meramente come esercizio di stile in vista degli ormai imminenti esami GEMMA 'Sì, insomma, siamo quasi a fine luglio, quindi quasi a settembre, quindi quasi al quinto anno, quindi quasi agli esami... no?' si disse lui, grattandosi la testa nel mentre Jason Lighthouse si accigliava lievemente.
    "Non dovresti usare quei termini con tanta leggerezza Jesse, non qui almeno" gli fece notare lui, facendo scattare sull'attenti il figlio, che rispose immediatamente.
    "Uh, sì, vero, ma ehm, sì dai... sono un teenager che parla di viaggi astronomici... mi prenderanno tutti per un nerd... che poi è quello che sono... addominali a parte... sì insomma, sono un nerd con gli addominali che vuole diventare un marine... ma sono sempre nerd no?" propose lui, voltandosi verso il padre e camminando all'indietro per alcuni metri, tornando poi accanto ai genitori, mentre continuavano quella giornata all'insegna dello shopping.
    Erano iniziati da non molto i saldi e ovviamente la madre di Jesse smaniava di instagrammare un po' di cose e farsi dire dalle sue follower quanto stesse divinamente, sicché ora i due Lighthouse di casa si ritrovavano con un sacchetto per mano, nel mentre lei usava una mano per sventagliarsi e la seconda per vedere quanti cuori avevano le sue foto.
    Il giovane fece ancora un giro su sé stesso, benedicendo di non avere instagram e poter girare in canotta azzurra e pantaloncini alla pinocchietto, poi si bloccò di colpo.
    "JESSE, non ti bloccare in mezzo alla strada!" disse Alexandra, sbattendo contro il figlio, rischiando di fargli cadere in testa il magifonino.
    "Uh, mamma, andiamo là?!" esclamò lui, saltellando praticamente sul posto, nel mentre i coniugi si guardavano e lo guardavano perplessi.
    "E' lo starbucks di erik! Sì, cioè, non è davvero suo ovviamente, ma ci lavora!" affermò lui, lasciando i genitori senza parole, visto che praticamente si gettò in mezzo alla strada ed entrò nel locale in mezzo nanosecondo, raggiungendo il bancone ad una velocità tale da essere tranquillamente candidabile alle olimpiadi.
    "Ciaooo, vorrei uno frappuccino al matcha. Come nome segna parabatai di erik" affermò lui, a chiunque si fosse trovato al bancone, con due occhi più luminosi del sole stesso.
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    Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal
    Philipp non era proprio il tipo di insegnante che piacesse a Jesse, visto che aveva il magico potere di farlo sentire sempre inadeguato, per quanto, in vero, fosse anche una delle ragioni per cui masochisticamente, gli piacevano insegnanti come lui o Ensor, sicché con un sospiro incasso l'insulto del Garlic ed annuì passivamente, conscio del fatto che, in un certo senso, avesse anche ragione, per quanto non lo trovasse giusto. Sentendolo però minacciare lui e Blake, si drizzò "P-prof" poi si ricordò quello che l'uomo aveva detto e sgranò gli occhi, udendo anche la protesta di Blake, al termine della quale si alzò in piedi alzando la mano "Professor Garlic. Non ho nulla da ridire sulla sua valutazione, anche perché capisco che... se mi mangio le parole sono meno preciso... ma.." e a quel punto deglutì, soprattutto per reprimere un uh o due "Da Prefetto, non le posso permettere di prendere a gomme in faccia... o altro Blake Barnes, qualsiasi altro Opale o qualsiasi altro studente" affermò lui, lanciando un lampo gelido dagli occhi "La pregherei di non costringermi a fare rapporto alla preside." affermò infine, sicuro che nessun altro nome al di fuori di Victoria avrebbe mai potuto impensierire uno come Garlic.
    Tornò a sedere e mise una mano sulla spalla di Blake, scotendo la testa "Hai ragione a sclerare, ma lascia perdere, specialmente per me... ho detto cose a caso incasinandomi e lui mi ha punito per questo, non mi sento di fargliene una colpa" ammise lui, rimuginando sopra al proprio insuccesso, con molta frustrazione, ma anche una punta di soddisfazione 'Ho fatto una presentazione migliore di Elisabeth... solo che l'ho detta male... immagino che sarà nera!' e questo, forse, valeva più di ogni altra cosa.
    Philipp parlò dell'animazione a tutto tondo, trascendendo la mera alchimia e concludendo anche con quei coglioni del ministero, cosa che fece vincere un'altra occhiataccia al non-docente, in quanto, al Ministero, c'era l'eroe di Jesse.
    E no, non Morrigan: suo padre 'Non sai niente del delicato lavoro ministeriale, buzzurro!' pensò lui indignato, provando profondo fastidio nel sentir dire certe cattiverie da un uomo i cui principi di disciplina e costanza gli erano così vicini: lui stesso capiva perfettamente l'importanza del perfezionamento, e anzi, trovava che la costanza fosse proprio la sua più grande dote (dopo gli addominali), sicché non ebbe molto da ridire sulla scelta del chartanimus, dovendo però con fastidio ammettere di odiare ed amare assieme quell'uomo così fastidioso.
    'Vabbe, facciamo l'esercizio va' ' si disse lui, prendendo un foglio di carta e scrivendo sopra due possibili impieghi dell'imperium.
    1. Per superare il tappeto animato, avrei potuto impiegare l'Incanto di Animazione Controllata Minore per alzare una parte del pavimento e creare un corrimano cui attaccarmi per non essere sbalzato indietro dalla velocità del tappeto.
    2. Per evitare le mani dalle pareti, immaginando che fossero attivati dalla mia vicinanza al loro raggio di azione, avrei potuto usare l'incantesimo per estroflettere le mattonelle dalla parete e farle guardare in alto, mentre avrei fatto guardare verso il muro quelle del pavimento e del soffitto, cosicché nessuna mi notasse mentre le schivavo

    Inseriete le due soluzioni, Jesse avrebbe riflettuto sulla geografia del luogo, e alla fine avrebbe trovato il percorso secondo lui più sicuruo.
    "Reducio" avrebbe dunque esordito, dimezzando le dimensioni del foglio, andando poi ad agire sulla colorazione della carta "Colovaria, Colovaria" avrebbe detto, rendendo la parte superiore scritta verdognola e la parte inferiere cerulea.
    Il ragazzo avrebbe osservato con cura la colorazione, per assicurarsi fosse omogenea, poi avrebbe recitato la formula più importante "Impervius" disse infatti con un lieve ghigno, servendosi infine della magia regina, immaginando esattamente il percorso che avrebbe dovuto fare 'Supera i giardini, piccolo e veloce, poi tuffati nel lago, tieniti abbastanza in superficie e nuota veloce, sperando che da sopra gli uccelli non ti vedano e da sotto i pesci rimangano confusi dal tuo colore... poi arriva al villaggio e cerca Brugnir' il ragazzo, confidando anche che le dimensioni ridotte potessero aiutare molti uccelli a non vedere il bersaglio, scoraggiando al contempo i più piccoli, puntò infine la bacchetta ed enunciò "Chartanimus" trasformando il foglio, sperava, in un aeroplanino, pronto a schizzare via.
    'In fondo... è qualcosa di spigoloso... chi mai vorrebbe mangiarlo?' si disse lui, speranzoso che il suo compito potesse giungere intero al fabbro, per ricevere una non-gentile valutazione.
    RevelioGDR
501 replies since 12/8/2017
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