Hedwin Keratack

-Dalla morte ai succhiasangue... di nuovo.- Hedwin, con il Sonorus ancora attivo, scosse la testa -Che giornata di merda-
Le mani strusciarono sulla seta colorata che copriva il gran pancione, mentre gli occhi presero a saltellare qui e là con la curiosità di un fotoreporter etero nel bel mezzo del suo primo Pride.
-Oh bhé, tanto meglio, con tutta sta gente importante magari mi ci scappa il figurone e quindi affari niente male.- Un Harry piegato dalle ferite mugugnò di dolore. -Te sta giù essere inutile! Lascia fare ai bimbi grandi!- e così, mentre le tenebre del Maestro della Notte iniziarono a divorare quello spazio spettrale, Hedwin raggiunse le spalle di un amichevole Vath Remar di quartiere. -Non ti conosco, ma non ti dispiace se ti uso come scudo vero?- il vecchio non lasciò al ministeriale nemmeno il tempo per rispondere -No? Perfetto!-
-Insaccato di sangue putrefatto! Si dico a te, viscido letame della notte! Te diventare il nuovo principe di Londra? Il massimo che potresti fare è aspirare al titolo di reginetta dal fringuello più morto dell'anno!- Le spalle di Vath sembravano sempre meno sicure, ma le nocche ossute si strinsero comunque su una di esse. -Te te ne sei stato chiuso qui per secoli perché sei debole! Te sei stato segregato dietro la lavagna come un bambino in punizione!-
La lingua, questa era l'arma più letale di Hedwin Keratack e, in quel preciso istante, il suo obbiettivo era assediare la pazienza di Gannicus per fargli abbassare la guardia contro tutti gli altri, ma non solo.
-Tu non sei nessuno! Mentre questi uomini e queste donne sono tutto! Sono Luce, Ombra, Desiderio e Passione, sono VIVI! E Ora ti faranno assaggiare il cazzo duro dei mortali! Andiamo! Distruggiamo questo obbrobrio una volta per tutte!-
Detto ciò non mosse un muscolo se non per stare dietro al suo nuovo scudo umano.
-E te Starosta! Ovunque tu sia non osare crepare che mi devi una creatura!-

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Hedwin Keratack

Tutto iniziava a prendere una buona piega, Sélène aveva ANALizzato a fondo lo strumento di morte trafugato a niente po' po' di meno che alla Morte in persona e la bacchetta di Hedwin, quella di legno, aveva puntato la nebbia rossastra di Nocturne Alley con la fermezza di un cane da caccia.
Un ghigno aveva iniziato a fare la sua comparsa, quando un esplosione poco promettente lo mandò a gambe all'aria e solo poi quando a denti stretti riuscì a tornare in piedi affianco alla strega nera di Nocturne Alley, delle parole gli galopparono fuori dalle labbra.
-Merlino in tanga!-
Davanti ai due infatti, si ergeva la Morte, rinata in tutto il suo splendore e vestita delle carni di Samuel Starosta; l'oscurità che emanava sembrava voler divorare l'aria stessa di quel mondo spettrale.
Come per impulso la mano del vecchio corse a stringere la zanna di Basilisco che gli pendeva dal collo e la tosse cercò di vincere i tremori della lingua. Doveva fare la cosa che gli riusciva meglio; doveva parlare per evitare di essere caricato ancora, che fosse da quel vento nero o da un cavaliere con una spada in grado di mietere e annullare l'anima.
Il vertice della bacchetta si appoggiò sulle rughe di un collo che già per molti anni aveva sorretto la testa di Hedwin, molti certo, ma non abbastanza. -Sonorus!-
I piedi presero posizione davanti a Sélène fornendole la copertura richiesta -Io sono un mortale e tu sei la morte, per antonomasia la mia peggior nemica- gente cominciava ad arrivare da ogni dove; il gruppo di Phantom Alley -Tu hai posseduto un altro di noi, l'auror Samuel Starosta, ma non discuterò sui tuoi metodi, tuttavia perché non rimettere il conflitto vita e morte ad un altra notte?- Qualcuno, presumibilmente l'infermiere di Hidenstone, aveva appena sferrato un attacco a cavaliere e destriero -Perdonalo! Ignoralo! Quel verme non conosce i tuoi poteri.- le parole erano veleno verso skylar, ma in realtà il vecchio sperava che quell'incanto astrale avesse indebolito un poco l'influenza dello spettro sull'auror -Per quante volte tu perisca, tu sei la MORTE in persona e puoi rinascere possedendo uno di noi- condividere le informazioni sulla natura e sui poteri del cavaliere con tutti gli altri era voluto -Quindi ho un accordo da proporti!- La mano libera scivolò ad accarezzare il ventre gonfio -Se smetterai di attaccarci qui ed ora il dito di shiva sarà tuo e noi non opporemo resistenza, ma in cambio ti supplico- e lì Hedwin fece una cosa impensabile; inginocchiarsi -prestaci la tua forza e aiutaci a far tornare l'anima di Cedric Ollivander nel normale ciclo delle cose. Il creatore di bacchette oscure. Da troppo tempo ti sfugge.
Hedwin era certo che la sua proposta fosse stata quanto meno allettante per lo spettro, ma a tempo debito avrebbe cercato di tradire il contratto e di non far perdere a Starosta il suo dito putrefatto; d'altronde i due avevano un accordo precedente a quello con la morte.
-Quindi dirigiamoci a Nocturne Alley! Lì sta la sua bacchetta! E di sicuro il suo creatore non sarà lontano!-
Un altro chiaro messaggio a tutti i partecipanti di quella strana serata di Halloween.

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C'erano tratti e momenti in cui lo sguardo di Samuel Starosta pareva tuffarsi in altre realtà, lasciando il suo corpo scoperto -O si è fatto di qualcosa o è narcolettico- Hedwin sembrava un telecronista fuori campo e la sua postazione era, ovviamente il lato B di Sélène, lo scudo umano più sexy che avesse mai avuto -Che poi è una cosa proprio controproducente.-
Il suo siparietto venne interrotto dalla stizza della strega americana -Siamo in un paese libero e sto dove voglio! Ora concentrati sul cavaliere che sennò finisci come l'altro... ah a proposito! SAM! NON AZZARDARTI A MORIRE PER LE TUE VOGLIE ZOOFILE!-
Da lì il levicorpus e tutto l'ambaradan finché il loro nemico non si dissolse, Sélène non mise su una scena degna del miglior episodio di Relic Hunter e Hedwin non saltellò dentro il Sanctuarium eretto dalla donna per poi spararsi un bell'-Innerva!-.
-Bhé è stata dura, ma ora potete anche ringraziarmi. Non so cosa avreste fatto senza di me- Schiena dritta come una quercia, le dita tamburellarono sul ventre gonfio manco fosse un Bongo, mentre il solito sorriso da stregatto iniziò ad allargarsi sempre più sul volto tutto rughe -Come intendete sdebitarvi? Galeoni? Favori?- l'ultima frase fu marcata con la stessa forza che le fauci di una serpe imprimono sul collo della vittima, mentre gli occhi si assottigliarono verso il giovane auror -Servigi?- attimi di silenzio di ghiaccio -Tieni bene a mente questa parola prima di rischiare la vita per i GRANDI favori di uno stallone cadavere.-
Poi però l'attenzione saltellò sull'unica donna dell'allegra combriccola -Ma potremmo anche iniziare con un po' di informazioni- La mano si appoggiò sulla spalla di Sélène -notizie interessanti monchere? Sta spada è forte? Vale qualcosa? Ce la teniamo?- L'indice allora schizzò in alto. -Bhé ma se ce la tenessimo dovremmo trovare un altro ingresso...- l'occhio da volpe più astuta della morte iniziò a scandagliare la finestra da cui arrivava la luce che li aveva spinti ad entrare nella gringott e lo spazio immediatamente sottostante. Lo scopo di ciò era la ricerca di una via alternativa che portasse al secondo piano.
Avrebbe condiviso qualsiasi info così ottenuta, ma poi l'illuminazione lo travolse. -Ma noi stiamo facendo tutto questo per cercare la bacchetta di Bad Olivander right?- Il catalizzatore di Hedwin venne posizionato sul palmo della mano, mentre le palpebre si chiusero come le tende di un sipario orizzontale e la mente cercò di concentrarsi su quel oggetto così pregno di magia Oscura che tutti sembravano volere.
-Guidami!-

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Hedwin Keratack

-Ops- il solito sorriso da stregatto si disegnò sul volto segnato dagli anni -Di sicuro ti dona molto e poi... guarda il lato positivo. Le falde e il cappuccio sono talmente larghe che nessuno potrò capire che stai facendo.-
Grasse risate e poi venne il tempo dell'azione, con un piccolo preambolo di confusione. -In che senso non potrai difenderci? Tu devi difenderci il culo. La promessa che ti ho fatto all'asta ti penzola sempre addosso, sappilo; e io adoro fare il rosso giardiniere.-
Una mano sulla spalla e poi qualche altro passo in più -Eccitato, decisamente, magari potrei appartarmi in un angolo con la signorina Goldfinger... non ho ancora mai scopato in un mondo di mezzo.-
Un nitrito interruppe il signor Keratack e un alitata d'oscurità gli gelò le vene, il sangue e barra dei life points.
-Merlino canguro nella valle dei soffitti bassi!-
Era quasi caduto a terra, ma i muscoli di Harry erano accorsi a sostenerlo. -Basta perdere tempo!- si scrollò con brutalità dalle attenzioni del figlio. -Va a renderti utile salvando il culo a quell'auror con la sindrome del bel cavaliere; mi serve VIVO-
Harry non disse nulla, ma un cenno del capo biondo fu l'ultimo saluto al detestato genitore, prima di rincorrere l'auror in strada e lanciare un incanto protettivo su di lui. -Protego!-
Hedwin aveva dato via il suo scudo di carne, ma la presenza di una delle più grandi streghe oscure da lui conosciute, e ne conosceva diverse, lo tranquillizzava.
Le nocche, chiuse attorno all'horcrux si fecero bianche e, dopo un colpo di tosse, la bacchetta dell'uomo si mosse. -Unio Animarum Hedwin e Sélène!- Un fumo verde prese a fuoriuscire dal catalizzatore per poi avvolgere i due e penetrare piano nelle loro carni.
Il pronto soccorso del vecchio era appena terminato che Sèlène iniziò a discutere con lo spettro dall'aria arcigna. -Ah ma lei non sarà la sola a pagare.- un altro inchino profondo quanto la propria malizia e poi un sorriso -Io sono Hedwin Keratack e qualcuno da spennare lo trovo sempre. Quindi bando alle ciance e ciancio alle bande che ne pensa di entrare in affari con noi? A noi serve una guida e a lei?-

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Hedwin Keratack

-Evento nuovo possibilità nuove caro mio!- Quando seppe dell'idea della strega vampira un po' bisfrattata dai canini appuntiti un po' più anzianotti Hedwin aveva alzato la sua vecchia Bessie tutta gemmata e urlato le parole di poco fa al figlio Harry Kersatack. -E tu verrai con me caro mio! Giusto?-
Harry, aveva avuto un flashback della notte prima, nella sua mente erano riemerse le minacce, i pianti di Mary e le torture subite; annuì senza dire nulla, giocando, come al solito a fare l'asino da soma.
In attimo erano lì, a guardare la gente bere e divertirsi, sopratutto Hedwin rideva nel guardare gli sforzi della padrona di casa.
-Wow che spasso! Ben fatto davvero!- il bastone batté sul pavimento e il suo eco proruppe nel locale come un onda. -Buon Halloween a tutti!-
un occhiolino a Harry -E tu prova una cosa al bancone e se non muori prendila anche per me!-
Poi alzò di nuovo la voce. -C'è qualche bella ragazza che vuol far compagnia ad un simpatico vecchietto!?!-
Hedwin vestiva con una vestaglia nera che rinfrangeva riflessi arancioni e animati, le sue babucce dalla punta all'insù erano nere e bordate d'arancio. Al collo svettava un medaglione d'orato con la zanna di basilisco del vecchio Herpo. Bisognava ostentare il proprio potere no?

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Hedwin Keratack

-Quanto è bello avere così tante pedine sacrif... figli- la frase s'interruppe per uno sputo a terra e una risata -Adorati e adorabili figli- il corpicino di Mary si era fatto piccolo piccolo nell'angolo della stanzetta di legno che puzzava di sudore. Il vestitino bianco sembrava tirato dalla paura, mentre gli occhi da cerbiatto sembravano ancora più grandi sotto l'unico raggio di luna che superava la serranda di ferro.
La bacchetta in cedro era puntata sulla fronte della ragazzina e il polso di Hedwin si mosse, le labbra sembrarono fare lo stesso, quando un terremoto parve colpire la stanza.
-Fermo!-
-Iniziavo a credere che non saresti più arrivato, Harry-
La porta era stata scardinata e ora riposava sotto i piedi del titanico barista del Paiolo, che fu subito investito dall'abbraccio di Mary; le lacrime della piccola, finalmente, uscirono a fiotti e trovavano conforto sul petto del fratello di sangue.
-Cosa stavi per farle?-
-Lo sai benissimo Harry- il sorriso da stregatto sembrava un sole di malvagità -Allenarmi.-
I fari azzurri di Harry lanciarono saette di piombo contro il padre, ma il corpo da colosso non si mosse se non per continuare ad accarezzare i capelli di Mary. Sapeva che quella bacchetta, ora ben puntata sulla sua di tempia, poteva spruzzargli le cervella un po' ovunque e se non lo avrebbe fatto lui l'avrebbe fatto Sammy o Martha, altri due fratelli maggiori che stavano alle spalle del vecchio, o peggio; lo avrebbero fatto a Mary.
-Dai seccalo Pa-
-Cervella di fuori, cervella di fuori-
-E state zitti voi! Pappagalli senza cervello! Harry ci ha servito bene e ci serve ancora. Giusto Harry?-
-Cosa vuoi?- il respiro e la voce del nordico erano farciti di coltelli, ma non era ancora il tempo di lanciarli. Per il bene di Mary doveva continuare a fare lo schiavetto.
-Pensavo di avertelo già detto Harry o forse non ci senti bene?- l'indice del vecchio batté come uno spolverino sul proprio padiglione auricolare e Sammy e Martha partirono in coro - E' sordo! E' sordo!-
Un occhiata di ghiaccio e Hedwin li fece tacere, la sua attenzione era tutta per il figlio più grande. -Allenamento Harry...- si avvicinò all'omone e gli sussurrò in un orecchio. -Mi serve un punchinball-
-Va bene!- Non ci aveva pensato molto il mago mezzo russo, mezzo inglese e in un attimo aveva chinato il capo.
-No fratellone no!- quei lamenti fra sussurro e grido erano fragili come una primula, ma veri come il suo profumo e Harry quasi sentì il proprio corpo esplodere quando la consegnò al vecchio e questo la fece tenere ferma da Martha. -Stai buona e guarda il potere di Pa. Fa la brava-
Il corpicino scalpitava, ma quando rincontrò il sorriso e gli occhi del fratello smise. -Ascoltali. Andrà tutto bene-
Hedwin rialzò la bacchetta e l'appoggiò sulla fronte del figlio più grande; da lì per una buona ora tutti gli incantesimi mentali conosciuti o meno vennero testati sul biondo e le sue urla riempirono gli incubi di Mary per tutta la vita.

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Hedwin Keratack

Un sopracciglio di sufficienza aveva accolto la presentazione del ragazzo e poi la voce era tuonata -Io sono Hedwin- le braccia tutto grasso del vecchio si alzarono ad abbracciare l'intero spazio che avevano di fronte -Hedwin Kearatck. Umile proprietario di questa bettola.-
Spinti da tutto quel baccano, quasi tutti i clienti presenti si stavano avvicinando al tavolo in questione e il sorriso di Hedwin era a trentadue denti.
Il vecchio si esaltava quando aveva un pubblico, ma c'era dell'altro. Quando il ragazzino aveva sbandierato la propria identità un qualcosa aveva iniziato a girare nelle tempie del settantenne... aveva già sentito quel cognome, ma dove?
Il ragazzo intanto si era accomodato e in quel momento Edward si avvicinò e i suoi sussurri, con la mano a coprire le labbra, portarono la luce nell'oscurità. -Aodhgán Mc Callister... siamo in affari con lui a Dublino e non solo.- gli occhi di Hedwin brillarono -Non è meglio lasciar pedere sta cosa? Che poi te in Irlanda non ci sei nemmeno mai stato.-
La mano sbatté sul tavolo mettendo la parola fine ad ogni bisbiglio -Come ha detto il ragazzo noi siamo uomini d'onore.-
Il sorriso non aveva lasciato il volto tutto rughe, ma il tono serio di Hedwin Keratack non lasciava più spazio a dinieghi e repliche.
-Tuttavia non accetterò la tua proposta giovane Mc Callister- le labbra si allungarono in una linea di crudeltà mentre le dita presero ad intrecciarsi e il vociare della piccola folla che li circondondava si fece più forte.
-Intanto lo Switch è una variante del black jack, ma il punto è che devi dimostrarti un vero Irlandese e quindi mostrarne le qualità- la veste di seta frusciò mentre la mano si alzava -Capacità di adattamento- l'indice si alzò seguito poi dal resto delle dita -Testa dura, Arguzia e un bel sorriso.- Quest'ultimo lo servì all'istante, mentre i suoi occhi brillavano di curiosità e malizia.
-Quindi giocheremo ad Orlog!-
Il vecchio batté le mani e subito il barista portò loro due ciotole di legno, 30 pietruzze verdi, dei bassorilievi che ritraevano antiche divinità nordiche e un sacchettino di dadi.
-I Denrisiani assomigliano fin troppo agli irlandesi e hanno le stesse qualità... quindi perché non usare un loro gioco? Lo conosci?-
Le nocche di Hedwin scrocchiarono fra loro. -In ogni caso o questo o puoi tornartene a casa con la coda fra le gambe, dopo aver pagato la birra, s'intende.-

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Hedwin Keratack

Cinque parole, una frase, un esternare le proprie convinzioni...
-Signore, mi permetto di dissentire.-
-Abbiamo un coraggioso!-
Edward alzò gli occhi al cielo, conscio di cosa stava per succedere, mentre Hedwin sembrava l'uomo più contento della terra.
Ondeggiando il ventre sulle note di quel blues che imperniava la stanza, la massa grassa del vecchio riluceva grazie ai colori della vestaglia arcobaleno. Hedwin si era alzato per poi avanzare verso il giovane.
-E tu chi saresti Sbarbatello?-
Gli occhi castani, che tanto avevano visto, cercarono di analizzare il giovane dalla punta dei capelli a quella delle scarpe; era appena arrivato ai fianchi sottili quando il tonfo di un bicchiere sul banco interruppe il tutto.
-Bhè... Guinnes, almeno hai buon gusto.-
-Lascialo stare Hedwin. E' solo un bambino che si infila in discorsi in cui non centra niente-
La testa del padrone di casa si girò con così tanta velocità verso quella dell'amico che si poté quasi sentire un colpo di frusta.
-Se è davvero un Irlandese centra tutto- il tono da guerra abbassò i toni, mentre Hedwin tornò a guardare il piccolo uomo al bancone e a dedicargli un altro sorriso da stregatto -e bisogna anche dargli modo di provare quanto detto-
Le babbucce indiane del vecchio Keratack scivolarono all'indietro quattro volte, fino a raggiungere lo schienale dove, fino a poco prima, riposava il torno di Alexis -Vieni ragazzo vieni! Siediti e non fare complimenti. Aggiungiti a noi grandi!-
Dopo l'invito, che Nicholas lo avesse accettato oppure no, Hedwin tornò a sedere per poi sbattere la mano sul tavolo così forte che qualche fiches rischiò di cadere a terra.
-Una kilkenny Strong per me Harry!-
Il sorriso da stregatto non ne voleva sapere di scomparire.
-Allora ragazzo, cosa vorresti fare per convincerci delle tue parole?-
Edward affogò le labbra nella sua birra, mentre i suoi occhi non si staccavano dai due; poco prima aveva cercato di salvare il ragazzo, ma era vero anche che fosse annoiato e quell'incontro sembrava promettere un po' di faville.

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Hedwin Keratack

Quel pomeriggio di Agosto il caldo scioglieva le strade di una Londra color cemento come quella di una Diagon Alley tutta magia e colore. Che fossero maghi o babbani, gli abitanti del grande impero britannico si nascondevano a casa fra l'abbraccio dell'aria condizionata o chi poteva se ne stava a mollo nel mare; pochi erano quelli che per lavoro, svago o commissioni varie gironzolavano per strada. Quel giorno al Paiolo non si vedeva troppa gente.
-Ed ecco a voi la scala reale!-
-No! Ancora no!-
-Ma che cazzo c'ha Agosto?! E' il mese della scala reale?!-
-Signori miei! Non se che altro dirvi se non il solito "sono solo più bravo di voi a barare-
Quel sorriso da stregatto continuò a illuminare il tavolo di legno più vicino al bancone del locale mentre le mani rugose di Hedwin Keratack si allungarono a prendere la montagnola di fiches. Per poi contarle ad una ad una con la goduria di uno Zio Paperone malvagio-caotico.
-Pronti a farne un altra?-
-Col cazzo caro il mio demone in vestaglia! Sei peggio di un idrovora di contanti e non sbagli mai un colpo!-
-Ci continui ad aspirare così tanti soldi che fra un po' dovrò chiedere a Doris di vendere il cane!-
-Ah quella gran donna dovrebbe vendere te! Anche se ci farebbe ben poco!-
-Si, si. Continua, continua a far lo spiritoso e a sputare sulle mani di chi ti ha reso ciò che sei.-
-Eh, Eh, ben detto Eward! Ben detto!-
I tre vecchi coloravano la stanza con le loro voci da corvi spennati, mentre pochi altri tavoli erano occupati e in fondo, sotto il balconato di legno, un pianoforte, accompagnato dalle dita di un uomo di colore, componeva dimenticate note blues. L'aria condizionata evitava che la gente soffocasse dal caldo.
-Tante storie per qualcosa che poi tanto riguadagnate con gli affari che tiro su io-
Poi il dito rugoso si alzò verso il cielo -Che poi io non devo nulla a voi che voi non dobbiate a me!-
Le sete d'arcobaleno che coprivano il rubicondo proprietario del paiolo frusciarono quando le braccia arpeggiarono nell'aria con teatralità.
-Fanculo è un circolo senza fine! Io me ne vado!-
-Dai un altra partitina, tanto per intaccare ancora di più il vostro orgoglio da pesce cani decrepiti?-
-Decrepito a chi?!-
Alexis sbattè con tanta forza sul tavolo che gli innumerevoli bicchieri che vi trovavano spazio tintinnarono.
-Da quanto è che non scopi Alexis?-
-Ah fanculo!-
Fu così che Alexis prese le sue cose e con la drammaticità di uno spettacolo del Rouge, se ne uscì dal locale, fra le risate dei suoi due vecchi amici.
-Io no. Io rimango Hed, ma smetto di giocare con te... Per ora-
Edward era il più anziano fra i tre, nonché quello con la gola più profonda.
-Harry un boccale di malto!-
Il biondo barista alto più di 2 metri agitò la testa in maniera meccanica, per poi iniziare a spinare una pinta di birra scura, mentre Hedwin, invece, sghignazzava.
-Te e quel fesso di Alexis siete dei pecoroni senza speranza. Possibile che non ci siano più Irlandesi degni di questo nome?!-
La frase riecheggiò in tutto il locale come un tuono.

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Hedwin Keratack

-Bene bene... qualcuno ha detto "lupi?"- La falce della morte sembrava aver trovato il suo lugubre spazio nella dentatura di Hedwin Keratack -Non sarebbe male provare un po' di interraccial feelings... giusto Harry?- Il gigante biondo si limitò a ad annuire, mentre i suoi occhi però sembravano intenti a cercare qualcuno di ben diverso rispetto ad una druida pelosa.
Il proprietario del Paiolo era nel suo solito completino orientale multicolor e una piroetta del massiccio ventre non esitò a evidenziarlo; la zona del raduno fu immersa nei colori dell'arcobaleno giusto per pochi secondi, poi le infradito rosa si piantarono a terra come dei picchetti da campeggio. -Per chi non lo sapesse io sono Hedwin Keratack, proprietario del Paiolo Magico e futuro Primo Ministro Britannico. Vi farò l'onore di unirmi a voi!- Poi un veloce inchino verso lo sguardo della sacerdotessa -Layla, è sempre un piacere-
Detto ciò Hedwin prese posto, non proprio elegantemente -Ahhhh! Finalmente seduti! Ah e non fate caso ai volantini con cui ho tappezzato metà isola e quasi l'intera zona dove ci troviamo. Dobbiamo mantenere la concentrazione per questo fantastico raduno di hippie-
Tra una risata e l'altra del vecchio, qualcuno avrebbe potuto notare che Harry portava con sé 5 borse a tracolla e che da una pendeva lo stesso foglio che si poteva notare su un albero non troppo lontano.

IN QUESTI TEMPI DURI SCEGLI L'AFFIDABILITA'. HEDWIN KERATCK SI BUTTA IN POLITICA!

Hedwin infatti non era certo in gita di piacere, ma era lì per incontrare diverse figure con un seguito niente male di persone e una di queste era proprio Layla. Voleva il suo sostegno e questo lo sottointese lanciandole un occhiolino che lasciava ben poco spazio all'immaginazione.

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